PREGHIERA CONCLUSIVA Ispira al nostro cuore, Spirito Santo, “PASSANDO fa' che nella nostra condotta appaia in riflesso la tenerezza di Dio. LUNGO IL MARE Ispiraci la vera, sincera bontà che ci apre largamente DI GALILEA …” alle gioie e ai dolori di ogni fratello e sorella. Ispiraci parole di calda simpatia, che possano recare sostegno e conforto a tutti gli afflitti. Ispiraci azioni appropriate, gesti affettuosi che sappiano soccorrere, calmare, rallegrare, far dimenticare la pena. Ispiraci sempre una mitezza più forte degli istinti di lotta, OASI - SCANZO unione e riconciliazione. 11 NOVEMBRE 2012 per procurare in mezzo ai conflitti INCONTRO FAMIGLIE la tenerezza che conviene all'amore; Spirito Santo, Spirito di sapienza, Da “LA PORTA DELLA FEDE” di scienza, di intelletto, di consiglio, 6.L’Anno della fede, in questa prospettiva, è un invito ad un’autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo. Nel mistero della sua morte e risurrezione, Dio ha rivelato in pienezza l’Amore che salva e chiama gli uomini alla conversione di vita mediante la remissione dei peccati (cfr At 5,31). Per l’apostolo Paolo, questo Amore introduce l’uomo ad una nuova vita: “Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una nuova vita” (Rm 6,4). Grazie alla fede, questa vita nuova plasma tutta l’esistenza umana sulla radicale novità della risurrezione. Nella misura della sua libera disponibilità, i pensieri e gli affetti, la mentalità e il comportamento dell’uomo vengono lentamente purificati e trasformati, in un cammino mai compiutamente terminato in questa vita. La “fede che si rende operosa per mezzo della carità” (Gal 5,6) diventa un nuovo criterio di intelligenza e di azione che cambia tutta la vita dell’uomo (cfr Rm 12,2; Col 3,9-10; Ef 4,20-29; 2Cor 5,17). riempici, ti preghiamo, della conoscenza della volontà del Padre, riempici di ogni sapienza e intelligenza spirituale. Apri il nostro cuore alla consolazione del tuo dono, perché possiamo conoscere il mistero che da tempo si va rivelando, il mistero nascosto da secoli eterni: la gloria di Cristo nell'uomo vivente. E tu, Maria, frutto privilegiato e primo di questa gloria di Cristo, rendi il nostro cuore sensibile alle vie di Dio, ai suoi modi di manifestarsi nella nostra storia. Aiutaci a camminare nella verità per poter incontrare il suo mistero. Amen. 7. “Caritas Christi urget nos” (2Cor 5,14): è l’amore di Cristo che colma i nostri cuori e ci spinge ad evangelizzare. Egli, oggi come allora, ci invia per le strade del mondo per proclamare il suo Vangelo a tutti i popoli della terra (cfr Mt 28,19). Con il suo amore, Gesù Cristo attira a sé gli uomini di ogni generazione: in ogni tempo Egli convoca la Chiesa affidandole l’annuncio del Vangelo, con un mandato che è sempre nuovo. Per questo anche oggi è necessario un più convinto impegno ecclesiale a favore di una nuova evangelizzazione per riscoprire la gioia nel credere e ritrovare l’entusiasmo nel comunicare la fede. Nella quotidiana riscoperta del suo amore attinge forza e vigore l’impegno missionario dei credenti che non può mai venire meno. La fede, infatti, cresce quando è vissuta come esperienza di un amore ricevuto e quando viene comunicata come esperienza di grazia e di gioia. Essa rende fecondi, perché allarga il cuore nella speranza e consente di offrire una testimonianza capace di generare: apre, infatti, il cuore e la mente di quanti ascoltano ad accogliere l’invito del Signore di aderire alla sua Parola per diventare suoi discepoli. I credenti, attesta sant’Agostino, “si fortificano credendo”. Il santo Vescovo di Ippona aveva buone ragioni per esprimersi in questo modo. Come sappiamo, la sua vita fu una ricerca continua della bellezza della fede fino a quando il suo cuore non trovò riposo in Dio. I suoi numerosi scritti, nei quali vengono spiegate l’importanza del credere e la verità della fede, permangono fino ai nostri giorni come un patrimonio di ricchezza ineguagliabile e consentono ancora a tante persone in ricerca di Dio di trovare il giusto percorso per accedere alla “porta della fede”. Solo credendo, quindi, la fede cresce e si rafforza; non c’è altra possibilità per possedere certezza sulla propria vita se non abbandonarsi, in un crescendo continuo, nelle mani di un amore che si sperimenta sempre più grande perché ha la sua origine in Dio. PRENDEREMO IL LARGO PREMESSA Questo è il nostro tempo per osare per andare «Bene, accomodatevi in ufficio» dice il parroco. Poi il parroco comincia a domandare: «Dove abitate? Dov'è nato il vostro bambino? In che giorno…?». la Parola che ci chiama è quella tua. Come un giorno a Pietro anche oggi dici a noi getta al largo le tue reti insieme a me. Rit. Saliremo in questa barca anche noi, il tuo vento soffia già sulle vele, prenderemo il largo dove vuoi tu, navigando insieme a te,Gesù. Questo è il nostro tempo questo è il mondo che ci dà orizzonti nuovi vie di umanità. Come un giorno a Pietro anche oggi dici a noi se mi ami più di tutto segui me. Rit. Navigando il mare della storia insieme a te la tua barca in mezzo a forti venti va. Come un giorno a Pietro anche oggi dici a noi se tu credi in me tu non affonderai. Rit. Una coppia si presenta in sacrestia: «Padre, vorremo battezzare il nostro bambino». Un colloquio con una coppia che chiede il battesimo per il proprio figlio comincia di solito così. Succede però che, andando avanti nel colloquio, emerge che la coppia non è sposata né al comune né tantomeno in chiesa perché … «Noi a queste formalità non ci teniamo, l'importante è che ci vogliamo bene». Il parroco non ci sta: «Scusate, ma se non credete al matrimonio religioso perché battezzate vostro figlio?». La risposta è scontata: «Perché siamo cristiani». A questo punto il parroco cerca pazientemente di far comprendere, che per essere cristiani, non basta dirlo, ma bisogna vivere il vangelo, i dieci comandamenti … «Ma queste cose non ci interessano troppo. Sì, di sicuro esiste Qualcuno superiore a noi: per uno si chiama Buddha, per un altro si chiamerà Allah, per un altro si chiamerà Gesù Cristo...». A questo punto il parroco fa notare: «D'accordo, sarete dei credenti, ma non dei cristiani». Nello stupore la coppia domanda: «Perché, non è la stessa cosa?». _______________________________________________________________ No, non è la stessa cosa. Forse la fede di tanti che si dicono cristiani è così, ma… cristiano è una persona che crede che Gesù Cristo, nato a Betlemme da Maria vergine, quel Gesù vissuto a Nazareth, quel Gesù di cui parlano i vangeli di Matteo, Marco, Luca, Giovanni, quel Gesù che adesso vive alla destra del Padre, dopo essere Risorto da morte di croce, ... quel Gesù lì è il suo Creatore, è il suo Dio. Da Gesù Cristo infatti ci si chiama “cristiani”. Chi non crede tutto ciò, chi non prega Lui ... non è cristiano. Sarà un “credente”, ma non “cristiano”. Sarà un filosofo, sarà un libero pensatore, sarà ... un qualunquista. Cioè un “cristiano in crisi di astinenza”. Astinenza di Fede. Dal Vangelo di Marco (1,16-18) PER LA RIFLESSIONE PERSONALE E DI GRUPPO Oggi il Signore passa, vede, chiama attraverso segni: avvenimenti, relazioni, vità della comunità cristiana, ascolto della Parola… ci sono esperienze che hanno costituito una svolta nel tuo cammino di fede? Hai dovuto abbandonare sicurezze, abitudini, mentalità vecchie? Hai dovuto riordinare la tua vita in base ai valori nuovi che hai scoperto? È nato dentro di te il sentimento di dover testimoniare ad altri la tua esperienza di cristiano? Come vivi la tua ricerca di seguire Cristo con e dentro la comunità cristiana? PRIMA SCENA PASSANDO lungo il mare della Galilea, VIDE Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: « Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini ». E subito, lasciate le reti, lo seguirono. SECONDA SCENA Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, andarono dietro a Lui. Da “La porta della fede n.6” Il rinnovamento della Chiesa passa anche attraverso la testimonianza offerta dalla vita dei credenti: con la loro stessa esistenza nel mondo i cristiani sono infatti chiamati a far risplendere la Parola di verità che il Signore Gesù ci ha lasciato. IO CREDO… NOI CREDIAMO… Quando entriamo a far parte di un gruppo, di un’associazione o di una qualsiasi aggregazione di persone, più o meno consapevolmente, aderiamo ad un insieme di valori e convinzioni che modellano la vita di quel gruppo. Ci sentiamo uniti gli uni agli altri proprio perché ci legano i nostri comuni intenti. Proprio per il compito particolare assegnatole da Cristo, la Chiesa, fin dalle sue origini ed in seguito più volte nei secoli, ha sentito la necessità di riunirsi per proclamare, chiarire ed esprimere, con formule e linguaggi sempre più comprensibili, quello che Cristo le ha donato e rivelato e per discutere su come realizzare concretamente il suo insegnamento. CONTESTO Marco colloca la chiamata dei discepoli subito dopo l’entrata di Gesù in Galilea e il sommario della sua proclamazione del Vangelo (Mc 1,14-15). La sequela dei primi discepoli appare quindi la prima e positiva risposta a tale annuncio: è la proclamazione del Vangelo a suscitare nuovi discepoli (Mc 2,13-14) e la risposta all’annuncio comporta la disposizione a lasciare i beni (cfr. Mc 10,17-22) Anche la Chiesa, lungo la storia, ha preso e continua a prendere sempre più coscienza dei valori che Cristo le ha portato. TESTO Il Credo non è una propriamente una preghiera, ma una professione di fede…..vuol dire dichiarare davanti a tutti quali sono i pilastri della nostra vita. Due chiamate … Il Credo indica le formule che raccolgono le principale verità della fede cristiana più correttamente designate come : SIMBOLO La parola greca «symbolon» (mettere-insieme) indicava la metà di un oggetto spezzato, per esempio un sigillo, che veniva presentato come un segno di riconoscimento. Le parti rotte venivano ricomposte per verificare l'identità di chi le portava. E’ anche un segno che identifica un gruppo un’associazione: la bandiera è il simbolo della patria, la colomba è il simbolo ….. Due scene Movimento di Gesù verso i futuri discepoli Movimento dei discepoli verso Gesù AL CENTRO: la Parola di chiamata di Gesù NB: Questo stile di marco ci dice che il suo intento non è tanto di proporci una narrazione biografica; non si tratta di una cronaca dei fatti, ma di una proposta degli elementi essenziali presenti in ogni chiamata. Quando si parla di «Simbolo della fede», si fa riferimento al segno di riconoscimento e di comunione tra i credenti. Da “La porta della fede n. 3” Da questo si comprende che il simbolo della fede cristiana è l’incontrarsi di persone attorno all’unica fede e concordare segni e distintivi che caratterizzano il proprio credere. Chi dice «Io credo», dice «Io aderisco a ciò che noi crediamo». Dobbiamo ritrovare il gusto di nutrirci della Parola di Dio, trasmessa dalla Chiesa in modo fedele, e del Pane della vita, offerti a sostegno di quanti sono suoi discepoli (cfr Gv 6,51). NEL TESTO 4. 1. Abbandonare L’iniziativa di Gesù L’abbandono del lavoro e del padre PASSANDO usato 3 volte come iniziativa di Gesù in un contesto di discepolato è condizione essenziale per seguire, per mettersi dietro, è libertà dai legami Cfr. Mc 1,16; 2,14; 15,21 da cose e persone VIDE Sguardo sulla folla (cfr. Mc 6,34; 9,25) o sui discepoli (Mc 2,14; 3,34; 6,48; 8,33 …) precede un intervento di elezione, liberazione, insegnamento. 5. Il suo non è uno sguardo distaccato, ma che costituisce (genera - e vide che …) una relazione particolare. di stile, La sequela di Gesù È condivisione di vita, è relazione da costruire 2. Nel contesto del quotidiano Mentre gettavano le reti in mare … nel mezzo delle occupazioni quotidiane Da “La porta della fede n.1” 3. Attraversare quella porta comporta immettersi in un cammino che dura tutta la vita. La chiamata Nella prima scena Formula introduttiva - “disse” (lo sguardo diviene parola - Mc 1,25.38.43-44) Parola imperativa - “venite dietro” (tempo e spazio) Parola al futuro - “vi farò DIVENTARE” (scopo della chiamata: DIMENSIONE FORMATIVA della chiamata, cammino graduale) 6. Chiamata di fratelli, chiamata alla comunità Gesù non chiama individui ma coppie di fratelli; non è solo vocazione ma convocazione. Dalla fraternità di sangue si passa alla fraternità cristiana. È comunità di coloro che fanno la volontà di Dio (Mc 3,31-35) Radunata in disparte (Mc 4,10), raccolta nella casa (7,17;9,28.33); riunita sulla barca (4,35-41; 6,45-52)