REMAKE … è sempre la stessa storia ? IL FANTASMA DELL’OPERA di Rupert Julian USA – 1925 92’ – b/n con Lon Chaney, Mary Philbin, Norman Kerry di Joel Schumacher USA / GB – 2004 143’ – colore con Gerard Butler, Emmy Rossum, Patrick Wilson, Miranda Richardson … la trama e poco altro tappa fissa per chi va a Londra: musical che va in scena da 18 anni ininterrottamente oltre ad aver viaggiato nei teatri di mezzo mondo storia nota: innumerevoli le versioni tratte dal romanzo di Leroux al Teatro dell'Opera il grande spettacolo va in scena sotto la direzione di un misterioso burattinaio, il Fantasma dell'Opera, geniale musicista che vive nei sotterranei del teatro quando Christine, la sua favorita, debutta fortuitamente come prima donna, il giovane e bel visconte de Chagny, neo proprietario del teatro si innamora di lei, ricambiato rabbia e gelosia del Fantasma con conseguenze funeste (incidenti, rapimenti, fughe) finale: sulla tomba della protagonista una rosa rossa listata a lutto e l’anello del Fantasma = lui vive ancora; nemmeno la morte mette fine al suo amore per Christine 1925 – 2004 : similitudini contenuto della storia modalità narrative annuncio presenza del fantasma è elemento scatenante della vicenda (1925: paura nel palco e tra le ballerine – 2004: dà il via al flash back sulla storia del 1870) presenza di personaggi essenziali: il vecchio e i nuovi proprietari incipit legato alla simbologia luce / tenebra (1925: uomo con lanterna e ombra del fantasma - 2004: candela in primo piano che illumina la fotografia nel buio e, più in là, luce elettrica che riporta il teatro all'antico splendore e fa luce sul mistero della vicenda del 1870) presenza del fantasma a teatro: elemento narrativo giocato presto (tuttavia: subito nel 1925 e visibilissimo; accennato a parole e appena un po' più in là dell'incipit nel 2004) uso delle didascalie uso frequente e narrativo della musica (sottolinea stati d’animo e atmosfere); musica sia di scena che colonna sonora inquadrature dall'alto in campo lungo su interni teatro (1925: apertura sipario e durante spettacolo di balletto / 2005: sia nelle sequenze in b/n, sia nelle riprese di backstage e prove di spettacolo) alcune informazioni essenziali arrivano dall'esterno della narrazione cinematografica: 1925 – le numerose didascalie; 2004 – i momenti di voce fuori campo idea narrativa: luce e ombra come contrapposizione verità e mistero (1925: molto più dichiarata, unico effetto speciale che ci si possa permettere; 2005: presentata in più aspetti e con più effetti) alternanze: inquadrature che stringono su personaggi, su ambiente e oggetti e inquadrature che allargano inquadrature dentro il teatro e inquadrature fuori dal teatro è il ritmo narrativo del cinema (ma anche della letteratura) che non cambia perché è il ritmo della nostra narrazione (è il ritmo del nostro respiro) 1925 – 2004 : differenze modalità narrative 1925 2004 solo cambi di inquadrature esclusivamente campi pochi volti, emozioni condivise da un gruppo (ballerine, nuovi e vecchi proprietari) tutto in bianco e nero con virate di colore molte didascalie con fini diversi (narrativi, descrittivi, elementi di dialogo) pochi cambi di inquadratura e inquadrature tenute più a lungo con montaggio dai ritmi lenti camera ferma; l'azione si svolge all'interno dell'inquadratura scelta dal regista = unico punto di vista; spettatore quasi teatrale (molto più vicino allo sguardo reale) tanti movimenti di macchina anche primi piani e dettagli tanti volti, sguardi, emozioni introduzione del colore dopo il bianco e nero (impossibile nel 1925) due sole didascalie che servono a collocare la storia nel tempo e nello spazio molti cambi di inquadrature con ritmo di montaggio accelerato macchina da presa va in cerca dei personaggi, si muove dentro lo spazio dell'azione, propone punti di vista differenti, si sostituisce agli sguardi di alcuni personaggi (soggettive) 1925 – 2004 : differenze contenuto della storia 1925 assistiamo già allo spettacolo di balletto pochi personaggi mistero subito svelato con apparizione fin dalla prima sequenza del fantasma linearità del racconto che procede cronologicamente senza salti temporali concentrazione della storia su e intorno soltanto ad alcuni personaggi 2004 grande spazio a prove e allestimento tanti personaggi e tra loro caratterizzati mistero del fantasma solo accennato dalle parole del banditore utilizzo del flashback: la storia comincia già oltre la fine della reale vicenda narrata tante micro-situazioni legate a una serie quasi infinita di personaggi (anche macchiette) arricchire la vicenda di personaggi consente una ricostruzione più precisa, consente di variare i toni della narrazione (anche comico), di introdurre anche altri sentimenti oltre la paura (amore), di creare dualismi e conflittualità che portano avanti la storia