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Enciclopedia della
Nutrizione
clinica del c a n e
Pascale Pibot
Medico Veterinario,
Scientific Publishing
Manager, Royal Canin
Communication
Group
Vincent Biourge
Medico Veterinario,
Capo del Nutritional
Research Program,
Royal Canin Research
Center
Denise Elliott
Medico Veterinario,
Direttore del Scientific
Communications,
Royal Canin USA
This book is reproduced in the IVIS website with the permission of Royal Canin. IVIS thanks Royal Canin for their support.
Philippe HENNET
DMV, dipl AVDC,
dipl EVDC
Nutrizione e salute
orale nel cane
1 - Anatomia e fisiologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 413
2 - Periodontopatia e igiene orale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 415
3 - Il ruolo del cibo nell’igiene orale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 418
Salute orale
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 421
Informazioni Nutrizionali Royal Canin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 422
411
Nutrizione e salute orale
nel cane
Philippe HENNET
DVM, Dipl AVDC, Dipl EVCD
Laureato presso la Scuola Nazionale Veterinaria di Tolosa nel 1988, il Dr. Philippe Hennet ha condotto nel 1987-1989 un progetto
di ricerca in endodonzia canina con la Facoltà di Odontoiatria di Tolosa, che ha portato ad una tesi di dottorato in Veterinaria nel 1990.
Ha continuato la sua ricerca nell’ambito di un periodo di residenza clinica presso la Dentistry Section della University of Pennsylvania
Veterinary School di Philadelphia nel 1990-1992. Il Dottor Hennet è oggi specializzato in malattie orali e otorinolaringoiatria presso
la sua struttura di Parigi. È stato assistente in odontoiatria della scuola nazionale veterinaria di Alfort dal 1993. Dal 1995 è anche stato
il co-organizzatore scientifico del corso di Odontoiatria della European School for Advanced Veterinary Studies (ESAVS) del Lussemburgo.
Diplomato presso l’ American Veterinary Dentistry College (AVDC) dal 1993, e presso l’European Veterinary Dentistry College (EVDC)
dal 1998, è autore di numerose pubblicazioni in inglese ed in francese.
L
Salute orale
a periodontopatia è la più comune malattia del cavo orale
del cane. Qualsiasi animale di questa specie ne è colpito
in qualche misura nel corso della sua vita. Curiosamente,
in confronto ad altre malattie spesso viene trascurata, anche
se è possibile trattarla o perfino prevenirla con le opportune
attenzioni.
Nell’igiene orale, i benefici di qualsiasi intervento terapeutico
sono di breve durata se non vengono mantenuti nel tempo
con le cure giornaliere da parte del proprietario.
412
1 - Anatomia e fisiologia
1 - Anatomia e fisiologia
Denti
(Figure 1 e 2)
FIGURA 1 - VEDUTA LATERALE DELLA DENTURA DEL CANE
M2
(109/209)
FIGURA 2 - VEDUTA FRONTALE
DELLA DENTURA DEL CANE
M1
(109/209)
PM4
(108/208)
PM3
(107/207)
Denti superiori
Incisivi :
I1 (101/201)
I2 (102/202)
I3 (103/203)
Canini (104/204)
PM2
(106/206)
Incisivi
Canini
PM1
(105/205)
Incisivi
M3
(311/411)
M2
(310/410)
M1
(309/409)
PM4
(308/408)
PM3
PM2
(307/407) (306/406)
PM1
(305/405)
{
{
Canini
Denti superiori
Denti inferiori
Il cane adulto possiede 42 denti. La formula dentaria per ogni emiarcata è:
I 3/3; C 1/1; PM 4/4; M 2/3.
Denti
inferiori
Incisivi :
I1 (301/401)
I2 (302/402)
I3 (303/403)
Canini (304/404)
Gli incisivi, che sono molto più grandi nell’arcata
superiore, sono indicati (dalla linea intermedia
della dentatura) col nome di picozzo, mediano
e cantone.
Fauci
Nella specializzazione dei carnivori, l’articolazione temporomandibolare è localizzata nell’
estensione del piano di occlusione. È formata da una profonda fossa mandibolare a sezione
semicilindrica ed orientata trasversalmente, delimitata ventralmente da un potente processo
retroarticolare nel quale si inserisce trasversalmente il condilo mandibolare allungato. Questo
meccanismo nel cane permette principalmente di alzare ed abbassare la mandibola ed effettuare movimenti laterali, che sono essenziali per lacerare le prede (Lafond, 1929; Gaspard,
1967).
© Ph. Hennet
I carnivori sono difiodonti (cioè dotati di due serie successive di denti, decidui e permanenti)
ed eterodonti (con differenti tipi di denti che svolgono funzioni diverse). Gli incisivi - denti
prensili presenti in numero di tre per ciascuna emimandibola o emimascella - sono dotati di
una sola radice. I canini conici sono denti laceranti adatti alla dieta di un carnivoro.
I premolari possiedono due radici, con l’eccezione del primo, che è in regressione e presenta
una corona formata da tre cuspidi lungo una linea. Si ha un’occlusione alternata delle corone
dei premolari mascellari e mandibolari con la necessità di un diastema fra i denti.
Occlusione dei denti permanenti nel cane.
Si noti la regolare alternanza dei premolari
mascellari e mandibolari: la cuspide principale dei
premolari mascellari è alloggiata nella parte intermedia dello spazio interdentale dei due premolari
mandibolari. Il canino mandibolare è posto nello
spazio interdentale fra il canino mascellare e il
cantone, formando così una potente triade. Nei
cani delle razze mesocefale e dolicocefale, ed in
alcune brachicefale, gli incisivi formano una chiusura a forbice (la cuspide degli incisivi mandibolari
è a contatto del cingolo di quelli mascellari).
413
Salute orale
I primi mammiferi primitivi che comparvero 250 milioni di anni fa durante l’era Mesozoica erano già
in possesso di due emimandibole connesse ventralmente da una sinfisi ed articolate alla cavità glenoidea
dell’osso squamosale da parte di un condilo (articolazione temporomandibolare). I denti coperti di smalto
erano suddivisi in incisivi taglienti, canini a sezione rotonda e molari per macinare o fare a pezzi il cibo,
impiantati nei margini alveolari della mascella e della mandibola. I mammiferi del giorno d’oggi mantengono queste caratteristiche anatomiche essenziali, con modificazioni che dipendono dalla dieta
(Lavergne & coll, 1996).
1 - Anatomia e fisiologia
Fisiologia della manducazione
Il termine manducazione designa tutte le azione coinvolte nell’assunzione del cibo, compresa la prensione, la masticazione, l’insalivazione e la deglutizione (Verchère et al, 1992). Contrariamente all’uomo,
i carnivori non masticano il proprio cibo. Lo suddividono in brandelli che non vengono completamente
schiacciati e sono scarsamente insalivati, ma vengono deglutiti rapidamente. La manducazione consiste
principalmente nello spezzare grandi porzioni di cibo. In ambito selvatico, i canidi catturano la loro
preda grazie ai potenti canini di cui sono dotati. Gli incisivi servono a tagliare e lacerare grandi pezzi,
che vengono poi introdotti più in profondità nel cavo orale. Questa azione può essere coadiuvata da scatti
della testa guidati dai muscoli della collottola. Il pezzo di cibo – ad esempio una massa muscolare – viene
tagliato dalle forbici formate dalle cuspidi dei denti ferini mandibolari e mascellari (Figura 3). Per consentire questo fenomeno la superficie vestibolare dei denti ferini mandibolari deve venire a
contatto di quella linguale dei denti ferini mascellari attraverso un’apertura della sinfisi ed una torsione
esterna del corpo della mandibola (Gaspard, 1967).
I
FIGURA 3 - SFORZO DI TAGLIO
FIGURA 4 - ROTTURA PER ESTENSIONE
(Da Gaspard, 1967)
(Da Gaspard, 1967)
II
III
La biomeccanica mandibolare consente un allineamento delle cuspidi dei denti
ferini della mandibola e della mascella (I), per esercitare una forza di taglio (II)
che recide il cibo quando la bocca viene chiusa (III).
I
II
Trattenuto dalle cuspidi dei denti ferini, il cibo
viene allungato da un movimento laterale che
ne determina la rottura.
Salute orale
In ogni dato momento lavora solo una branca della mandibola (Lafond, 1929). Quando il pezzo è molle
e meno voluminoso, il cane può serrare le fauci senza portare i denti ferini a contatto. Lo stesso fenomeno avviene quando l’animale lavora simultaneamente con le due emimandibole. Qui il pezzo viene
spezzato attraverso un’azione di estensione associata a forze di taglio. La deformazione è accompagnata
da movimenti laterali. I carnivori strappano il corpo elastico e dilaniano i tessuti fibrosi mediante
lacerazione, che consiste nel muovere violentemente i denti mandibolari di traverso rispetto a quelli
mascellari. Il cibo viene sottoposto ad un violento stiramento, che esita nella sua rottura in corrispondenza del punto di minore resistenza (Figura 4).
Di fronte ad un corpo lungo e rigido, come un osso, il cane lo immobilizza fra le zampe anteriori premendone una estremità contro il suolo ed afferrandone energicamente l’altra nella bocca. Quindi, ruota
la testa da un lato all’altro per sottoporlo a movimenti di flessione e torsione. Il corpo così sollecitato
infine si spezza nel punto dei denti ferini. Quindi, viene compresso e poi schiacciato fra il primo molare
superiore e la cuspide tubercolare del dente ferino inferiore. Queste tecniche di frammentazione del
cibo e le principali forze che si sviluppano spiegano i potenti muscoli masticatori che consentono ai
carnivori di chiudere le fauci.
414
2 - Periodontopatia ed igiene orale
A differenza di quanto avviene nell’uomo, nel cane le carie dei denti sono molto rare. Uno studio su
435 animali di questa specie presentati presso una struttura veterinaria specializzata in odontoiatria ha
riferito che solo in 23 casi (5,3%) era presente la carie (Hale, 1998). La più comune affezione orale del
cane è la periodontopatia, alla quale è dedicata la maggior parte di questo capitolo.
Periodontopatia
La periodontopatia è il risultato di una lotta a livello tissutale (periodonzio = gengiva, osso alveolare,
legamento periodontale e cemento) fra i batteri che si accumulano sulle corone dei denti (placca
batterica dentale) e il sistema di difesa dell’individuo (Figura 5).
> Epidemiologia
La periodontopatia colpisce tutti i cani nel corso della loro vita, anche se la prevalenza varia in
funzione della razza e dell’individuo. L’accumulo della placca batterica dentale sulle corone dei denti
lungo la gengiva porta ad una reazione infiammatoria della gengiva stessa nota come gengivite. Tradizionalmente, le superfici esterne (vestibolari) dei denti sono colpite più gravemente di quelle interne
(palatine o linguali), e i denti mascellari sono maggiormente interessati di quelli mandibolari (Rosenberg
& coll, 1966; Isogai & coll, 1989; Harvey & coll, 1994) (Figura 6).
FIGURA 5 PERIODONTOPATIA
2 - Periodontopatia ed igiene orale
0
Placca sopragengivale
(in caso di gengivite)
Batteri circondati
da una matrice
protettiva
Mineralizzazione
e trasformazione
in tartaro
Edema
gengivale
FIGURA 6 - CONFRONTO DELLA PLACCA DENTALE SUI DENTI DEI CANI DI PICCOLA TAGLIA
C
Denti mascellari
M1
P3
P4
TOTALE
2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
Denti mandibolari
20
18
16
Placca sopragengivale e sottogengivale (in caso di periodontite)
14
12
10
Formazione
di una tasca
periodontale
8
6
4
2
0
C
P3
P4
M1
TOTALE
Studio di 4 mesi su 18 cani di piccola taglia (< 10 kg), di 1-8 anni di vita.
La placca dentale è generalmente molto comune sul quarto premolare e sul primo
molare superiore.
• Influenza della taglia del cane
Tasca
periodontale
I cani di piccola taglia (peso inferiore a 8 kg) vengono colpiti più precocemente ed in modo più grave,
in particolare a livello degli incisivi e delle superfici interne dei denti (Harvey et al, 1994). Quanto più
il cane è piccolo, tanto maggiore è il volume relativo dei denti nelle fauci. Di conseguenza, nel caso
della periodontite, la graduale distruzione dell’osso alveolare lungo la radice può minacciare la solida
struttura mascellare/mandibolare. È stato dimostrato che il rapporto fra altezza della mandibola e altezza
del primo molare nel cane diminuisce significativamente in associazione con la taglia dell’animale
(Gioso & coll, 2001) (Figura 7).
La perdita di pochi mm di osso in uno Yorkshire Terrier ha conseguenze maggiori di quelle che ha in
un cane di grossa taglia. Le fauci possono diventare così fragili che si verificano delle fratture. Nello
Yorkshire Terrier, le malattie orali rappresentano la ragione primaria di richiesta di una visita veterinaria
in tutte le fasce di età (Veterinary Medical Data Base, 1979-1999).
Distruzione dell’osso
interradicolare
415
Salute orale
0
Punteggio di placca dentale (Logan & Boyce)
Punteggio di placca dentale (Logan & Boyce)
(Hennet & coll, 2004)
Rapporto fra l’altezza della mandibola/dente ferino (D/C)
2 - Periodontopatia ed igiene orale
FIGURA 7 - RELAZIONE FRA IL PESO DEL CANE ED IL RAPPORTO
“ALTEZZA DELLA MANDIBOLA (D) / ALTEZZA DEL DENTE FERINO MANDIBOLARE (C)”
(Gioso et al, 2001)
1,6
1,4
Il valore medio del rapporto D/C
dei cani di peso inferiore a 5 kg è di 0,64,
in confronto ad 1 per quelli che pesano
più di 30 kg. Ciò significa che l’altezza
del dente ferino mandibolare di un cane
di piccola taglia è quasi il doppio di quella
delle fauci stesse (Gioso et al, 2001).
È indicata la registrazione per lo
Yorkshire Terrier, che ha un rapporto
di 0,49.
1,2
1,0
0,8
0,6
0,4
Yorkshire
0,2
0
10
20
30
40
50
60
70 kg
Radiografia del dente ferino
mandibolare di un cane
Peso in kg
Peso del cane
(kg)
Numero di cani
studiati
Rapporto: altezza della mandibola /
altezza del dente ferino (D/C)
< 5,0
33 (14,1%)
0,64 ± 0.019a
5,0-10,0
31 (13,3%)
0,76 ± 0.020b
10,1-20,0
53 (22,7%)
0,87 ± 0.015c
20,1-30,0
45 (19,2%)
0,97 ± 0.016d
> 30,0
72 (30,8 %)
1,00 ± 0.013e
A = linea che unisce gli apici
del dente ferino mandibolare,
B = linea lungo la corticale
ventrale mandibolare,
C = altezza del dente ferino
mandibolare,
D = altezza della mandibola
• Influenza dell’individuo
La transizione dalla gengivite alla periodontite è un fenomeno specifico di ciascun individuo. Dipende
dalla limitazione dello sviluppo dell’infezione attraverso l’igiene orale e/o il sistema immunitario locale
del soggetto.
• Influenza dell’età
Salute orale
Uno studio ha dimostrato che nell’80% dei cani con più di 6 anni di vita portati alla visita con una
periodontite moderata o grave era presente una distruzione dell’osso (Hamp et al, 1984). La placca dentale sopragengivale viene gradualmente mineralizzata e trasformata in tartaro dalle secrezioni salivari.
Il tartaro può diventare visibile poche settimane dopo che la placca ha iniziato ad accumularsi. In uno
studio su giovani Beagle, a partire dall’età di 26 mesi nel 95% dei casi era presente un notevole accumulo
di tartaro, nonché una grave infiammazione gengivale accompagnata da periodontite
(Rosenberg et al, 1966). La periodontopatia si aggrava naturalmente con l’età. Esiste una
significativa correlazione statistica fra l’età e l’indice gengivale (intensità dell’infiammazione),
quello del tartaro (quantità di tartaro), quello di mobilità del dente e quello di biforcazione
(importanza del riassorbimento osseo interadicolare) (Harvey & coll, 1994).
• Influenza del sesso
© Ph. Hennet
Nella specie canina non è stata dimostrata alcuna predisposizione legata al sesso.
> Le cause della malattia
Gengivite nel cane.
Accumulo di placca dentale con graduale
formazione di tartaro, responsabile
dell’infiammazione della gengiva senza
distruzione dei tessuti più profondi.
416
La placca batterica dentale è una pellicola batterica naturale (biofilm) che si sviluppa sulla
superficie dei denti (Overman, 2000) (Figura 8).
Nella cavità orale sono stati registrati più di 350 ceppi di batteri. Di conseguenza, la periodontopatia non è causata da uno solo. Questi microrganismi si accumulano dapprima in
gran numero sulla superficie visibile dei denti (placca dentale sopragengivale) e poi dif-
2 - Periodontopatia ed igiene orale
fondono sotto la gengiva (placca sottogengivale). 1 mg di placca
dentale contiene circa 10.000.000 di batteri (Loesche, 1988). A
contatto della gengiva, questi provocano naturalmente una
reazione infiammatoria, nota come gengivite.
FIGURA 8 - DENTE E GENGIVA SANI
Placca sopragengivale
I batteri che diffondono sotto la gengiva possono anche indurre
gradualmente lesioni più profonde (distruzione della gengiva,
anomalie del legamento periodontale, danneggiamento dell’osso
alveolare che sostiene il dente). Queste alterazioni situate in
profondità allentano il dente, che diviene sempre più mobile.
Ciò caratterizza la fase della periodontite. Il normale attacco del
periodonzio al dente viene distrutto e migra verso l’estremità
della radice (perdita dell’attacco) portando alla formazione di
una tasca periodontale. La profondità di quest’ultima dipende
dalla concomitante velocità di recessione gengivale.
Batteri
Matrice contenente i batteri
Il tartaro si forma per la graduale mineralizzazione della placca
dentale determinata dai sali minerali (in particolare di calcio)
apportati alla placca sopragengivale dalla saliva, oppure a quella
sottogengivale dal fluido gengivale, in cui è immersa la fessura
gengivale. Il tartaro non è responsabile della periodontopatia,
ma una superficie ruvida costituisce un terreno ideale per lo
sviluppo della placca batterica dentale. Nel caso della periodontopatia cronica, il tartaro è indivisibile dalla placca batterica
dentale. Per consentire l’eradicazione della seconda, bisogna
eliminare il primo. Limitare la formazione del tartaro e, al tempo
stesso, quella della placca batterica dentale è uno degli obiettivi
dell’igiene orale.
Certi fattori (riduzione dell’attività masticatoria, malocclusione
dentale, persistenza di denti decidui, assenza di igiene orale)
Il biofilm che costituisce la placca dentale è formato da numerosi batteri
possono far progredire l’accumulo della placca. Altri aspetti
inseriti in una matrice glicoproteica che forma una sorta di colla naturale.
che influiscono sulla capacità individuale di sviluppare una
I batteri comunicano reciprocamente mediante segnali chimici che scatenormale reazione di difesa sono rappresentati da malattie sistenano la produzione di proteine ed enzimi potenzialmente dannosi.
miche (diabete mellito, insufficienza renale, insufficienza
epatica) e immunodeficienza innata o acquisita. La capacità
individuale di sviluppare una reazione difensiva appropriata è un fattore innato. In generale il cane
presenta un aumento di placca dentale e di accumulo di tartaro ed una gengivite più grave quando
viene alimentato con cibi molli e appiccicosi piuttosto che con alimenti duri e fibrosi
(Egelberg, 1965 ; Kaplan & coll, 1978).
Salute orale
Questo apparente vantaggio dei cibi duri e fibrosi vale soltanto quando l’alimento viene offerto
sotto forma di pezzi di grandi dimensioni, che promuovono l’uso dei denti.
Anche se non tutti gli individui che presentano una gengivite sviluppano automaticamente
una periodontite, la prima rappresenta lo stadio preliminare essenziale nello sviluppo della
seconda. Il principio fondamentale dell’igiene orale è quindi basato sul controllo della placca
dentale sopragengivale. Uno studio su Beagle colpiti da periodontite lieve o moderata ha
dimostrato che un trattamento periodontale professionale (ablazione, revisione sottogengivale
e lucidatura) seguita da spazzolatura quotidiana contribuisce a ridurre la perdita iniziale dell’
attacco e assicura il mantenimento dei benefici ottenuti per un periodo di tre anni. In assenza
di una spazzolatura quotidiana, che contribuisce a prevenire l’approfondimento delle tasche
e la perdita dell’attacco, un trattamento periodontale aggiuntivo ogni 6 mesi nell’arco di questo
periodo non migliora la condizione periodontale, né lo fa lo stesso trattamento ogni 6 mesi
(Morrison & coll, 1979).
© Ph. Hennet
Igiene orale
Periodontite nel cane.
Distruzione del tessuto che assicura l’attacco
del dente. In mancanza di trattamento, ciò
finisce per portare alla perdita del dente stesso.
417
L’igiene orale può venire distinta in primaria (misure preventive attuate su gengive sane
prima che si sviluppi la periodontopatia) e secondaria (prevenzione delle recidive, dopo
un trattamento periodontale professionale di una periodontopatia preesistente). In
tutti i casi, la prevenzione primaria è sempre auspicabile, perché va attuata più precocemente ed è quindi più efficace. Il cucciolo deve essere educato sin da un’età molto
giovane. L’igiene orale si applica a tutti i cani e a tutte le razze, ma soprattutto a quelli
piccoli e di taglia nana.
> Spazzolatura
La spazzolatura dei denti è lo standard aureo per il controllo della placca dentale sopragengivale. Nell’uomo, è possibile vantare un’efficacia dell’ordine del 70% dell’inibizione
della placca dentale, almeno per le superfici vestibolari più accessibili (Mankodi et al,
1998; Van der Weijden et al, 1998). Studi condotti sui Beagle hanno dimostrato che la
spazzolatura almeno tre volte alla settimana contribuisce a mantenere sane le gengive,
mentre la stessa operazione una volta alla settimana non ci riesce (Tromp et al, 1986a).
In presenza di gengivite, soltanto una spazzolatura quotidiana permette di ripristinare la
sanità delle gengive (Tromp et al, 1986b). L’unico studio clinico pubblicato sulla spazzolatura dei denti nel cane dimostra che, durante un periodo di 13 mesi, 49 proprietari su
51 (96%) si sono ricordati della cosa dopo ricevuto istruzioni sulla spazzolatura e 34 su
51 (67%) se ne sono ricordati dopo che era stato loro mostrato come spazzolare i denti;
15 proprietari su 51 (29%) spazzolavano sempre i denti del cane più volte alla settimana
e 12 proprietari su 51 (24%) lo facevano ogni giorno o a giorni altern (Miller & Harvey,
1994).
© P. Hennet
3 - Il ruolo del cibo nell’igiene orale
A
© P. Hennet
B
Aspetto dei denti dello stesso cane
da destra (A) e da sinistra (B).
A destra tutti i denti sono presenti ed i depositi
di placca dentale e di tartaro sono molto scarsi.
A sinistra il dente ferino mascellare è assente,
il che significa che non si ha alcun effetto meccanico
con quello mandibolare, portando ad un maggior
accumulo di placca dentale e tartaro.
Pur essendo un punto di riferimento per l’igiene orale, la spazzolatura non è un compito facile da eseguire per i proprietari. L’operazione può essere integrata dall’impiego
di sostanze chimicamente attive, fra cui la clorexidina è ancora la più efficace. In uno
studio sui Beagle in cui è stato effettuato quotidianamente il massaggio dei denti e delle
gengive con un gel dentale contenente clorexidina ed altri ingredienti, la placca dentale
sulle superfici vestibolari è stata ridotta del 42-49% (Hennet, 2002). Indipendentemente dal fatto che questi prodotti vengano applicati mediante spazzolatura o massaggio,
necessitano dell’intervento del proprietario e della collaborazione dell’animale. Queste
limitazioni hanno naturalmente portato allo sviluppo di altri metodi di igiene orale che
non richiedono l’intervento diretto del proprietario. Questi mezzi indiretti comprendono le ossa da masticare a base di collagene, che possono o meno essere mangiate, e
specifici alimenti per la salute dei denti.
3 - Il ruolo del cibo nell’igiene orale
Salute orale
Influenza della composizione del cibo
Quando si modifica la composizione di un alimento, ma non la sua consistenza, non si osserva alcuna
significativa influenza sullo sviluppo della periodontopatia. La carenza proteica non sembra avere alcuna
conseguenza (Ruben et al, 1962). Una dieta proteico-lipidica (P-L) (50-50% sul peso secco) o l’aggiunta
di carboidrati (C) (60% C, 20% P, 20% L) non porta ad un aggravamento della periodontopatia (Carlsson & Egelberg, 1965; Egelberg, 1965). L’osteopenia dell’osso alveolare indotta dall’iperparatiroidismo
secondario con una causa nutrizionale (Ca/P = 0,1) non sembra influenzare l’avvio e la progressione
della periodontopatia (Svanberg & coll, 1973).
Gli agenti attivi contro la placca dentale o il tartaro possono venire incorporati in una crocchetta o in
una barra masticabile. Vengono poi rilasciati nell’ambiente orale durante la masticazione. Sono stati
studiati per primi gli agenti antitartaro come i polifosfati (Stookey et al, 1993). Questi sono polimeri dei
fosfati (pirofosfato, polifosfato, esametafosfato), alcuni dei quali presentano delle proprietà di sequestro
dei cationi bivalenti come il calcio (Figura 9).
418
L’incorporazione può riguardare anche altri composti (polifenoli, oli essenziali, sali di ioni metallici,
ecc.) che hanno mostrato un’attività in vitro o in vivo sulla formazione della placca dentale. Sono necessari degli studi per valutarne l’attività in queste condizioni, e per determinare il modo migliore per
ottimizzare il rilascio di queste sostanze nel cavo orale (nel rivestimento esterno o nella crocchetta
propriamente detta).
FIGURA 9 - MECCANISMO
DI CHELAZIONE DEL CALCIO
SALIVARE DA PARTE
DEL POLIFOSFATO DI SODIO
3 - Il ruolo del cibo nell’igiene orale
La chelazione del calcio salivare è responsabile dell’inibizione della formazione del tartaro. Per facilitarne il rilascio ed il contatto con il calcio presente nella saliva, i polifosfati devono essere incorporati
nel rivestimento della crocchetta (Stookey & coll, 1993).
Influenza della presentazione fisica del cibo
Anche se sembra logico che un alimento molle o in pezzi molto piccoli non contribuisca alla funzione
dei denti o alla manducazione dei canidi, l’interesse per il ruolo svolto dal cibo è un fenomeno relativamente recente.
Studi condotti dai fisiologici hanno dimostrato che cani gastrectomizzati alimentati con un cibo molle
sviluppavano una maggior quantità di tartaro (Ivy et al, 1931). In uno studio in cui un gruppo di cani
è stato alimentato con fette di manzo intere, esofago, muscoli e un’integrazione minerale e vitaminica
e un altro gruppo è stato alimentato con lo stesso cibo macinato, i cani del secondo gruppo hanno
presentato un maggior accumulo di placca dentale rispetto a quelli del primo (Egelberg, 1965). Molti
altri studi hanno confermato questo fatto (Krasse & Brill, 1960; Kaplan et al, 1978). Oltre all’assenza
dell’azione meccanica, un alimento molle può provocare una riduzione del flusso di saliva, una diminuzione delle secrezioni enzimatiche ed un’atrofia funzionale (Sreebny, 1972).
Tuttavia, non si può semplicemente giungere alla conclusione che un alimento sotto forma di crocchetta oppure duro sia generalmente più efficace di uno molle. Nello studio di Egelberg (1965) il fattore
principale è il carattere fibroso del cibo piuttosto che la sua durezza. Uno studio multicentrico su 1350
cani del Nord America ha dimostrato che non esiste alcuna differenza significativa fra gli animali di
questa specie alimentati esclusivamente con un cibo secco e gli altri. D’altro canto, i cani che dispongono
di un certo numero di oggetti da masticare presentano meno tartaro, meno casi di gengivite e meno
alveolite di quelli che non ne hanno o ne hanno pochi (Harvey & coll, 1996).
50
Crocchetta che si sfalda
Crocchetta elastica
40
30
20
10
0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
Una crocchetta elastica
che resista alla pressione
esercitata su di essa per un
periodo di tempo più lungo
prima di spezzarsi consente
al dente di penetrare più in
profondità e quindi determina un effetto “pulente”
più pronunciato.
Distanza di penetrazione (mm)
419
Salute orale
FIGURA 10 - FORZA NECESSARIA PER SPEZZARE LA CROCCHETTA:
CONFRONTO FRA DUE DIFFERENTI TIPI DI CROCCHETTE PER CANI DI PICCOLA TAGLIA
(Royal Canin, 2003)
Forza (N)
Un alimento secco è potenzialmente
utile per l’igiene dentale se la forma e
la consistenza delle crocchette sono
specificamente studiate per una particolare taglia o razza di cane in modo
da contribuire al meccanismo di spazzolatura passiva dei denti. Perché si
eserciti un’azione abrasiva sulla superficie del dente quando il cane mangia,
la masticazione deve avvenire in modo
tale che il dente penetri in profondità
attraverso la crocchetta prima che questa si rompa. La taglia e la razza sono
due parametri che influiscono sulla
pressione esercitata sulla crocchetta al
momento della prensione. Sono stati
studiati dei dispositivi per valutare la
soglia di penetrazione nella crocchetta
prima che questa si frammenti. Ciò
consente di confrontare vari tipi di
prodotti di questo tipo (Figura 10).
Il calcio libero (Ca2+) nella saliva
viene intrappolato da due molecole
di polifosfato di sodio. Prende
il posto di due ioni sodici (Na+)
ed è essenziale per la formazione
del tartaro.
Conclusione
Il controllo dell’igiene dentale con il cibo
La possibilità di controllare la placca dentale e lo sviluppo della periodontopatia attraverso l’azione meccanica di un osso da masticare o di specifici alimenti
è stata recepita dall’industria degli alimenti per animali da compagnia all’inizio degli anni ’90 del XX
secolo. Sono stati condotti vari studi sul cane relativi
a placca dentale, tartaro, colorazione e gengivite.
Solo la placca dentale e la gengivite presentano un
interesse di tipo medico. La colorazione dei denti,
importante nell’uomo per ragioni estetiche, non riveste interesse nel cane.
Texturometro di laboratorio Royal Canin.
Il texturometro viene utilizzato
per misurare la resistenza della crocchetta
alla forza delle fauci e dei denti del cane.
Moduli intercambiabili simulano la forma
e le dimensioni dei denti di cani
di varie età e taglie.
Dimensioni reali : 9 cm
Dopo una settimana di alimentazione con una crocchetta specificamente studiata per l’igiene orale, si è ottenuta una significativa riduzione del 19% della
placca dentale in confronto al gruppo di controllo (Jensen et al, 1995). Più recentemente, si sono avute
significative riduzioni del 39% della placca dentale e del 36% dell’infiammazione gengivale dopo 6 mesi
di alimentazione con lo stesso cibo fra cani di peso compreso fra 9 e 25 kg (Logan et al, 2002). In un
altro studio sull’effetto preventivo della somministrazione giornaliera di un osso alimentare nei cani del
peso medio di 23 kg, è stata osservata una significativa riduzione della placca dentale all’età di 12 e 21
mesi (ma non di 18 mesi) e della gengivite a 12, 18 e 21 mesi (Gorrel & Bierer, 1999). Sfortunatamente, le percentuali di riduzione non sono fornite in questo studio, ma un’estrapolazione basata sui
grafici dimostra una riduzione massima della placca dentale e della gengivite del 15-20%.
Il miglioramento dell’igiene orale ottenuto con il cibo o un’integrazione della dieta è perciò un campodi
ricerca in pieno sviluppo, che oltre all’azione sul tartaro, deve anche esser rivolto alla placca dentale
ed all’infiammazione gengivale. Benché siano molto interessanti, i risultati sopracitati sono stati ottimizzati su cani di media taglia, che non rappresentano affatto il gruppo più gravemente colpito dalla
periodontopatia. Quelli che pesano meno di 8 chili sono colpiti più gravemente dalla malattia. Gli
studi devono essere condotti su razze specifiche (Yorkshire Terrier, Barbone, Bassotto, ecc..) per verificare
se si possono ottenere gli stessi risultati. L’autore ha condotto un’indagine su 18 cani di piccola taglia
(peso medio 7 kg) appartenenti ad uno di due gruppi a secondo della loro relazione genetica. Il gruppo
di prova al quale è stata somministrata una barra masticabile per la cura dei denti ha presentato
significative riduzione statistiche del 17% della placca dentale e del 45% del tartaro al termine di un
periodo di valutazione di 4 mesi (Hennet, 2004).
La metodologia di questi studi è stata messa in discussione, principalmente per quanto riguarda
la valutazione della placca dentale (Hennet, 1999; Harvey 2002). Si potrebbe prendere in
considerazione un miglioramento della metodologia per ottenere risultati che siano non solo
statisticamente significativi, ma cosa più importante, biologicamente più significativi.
Salute orale
Conclusione
Esistono vari modi per controllare la formazione della placca dentale e del tartaro attraverso la
manducazione e tutti sono stati ampiamente studiati. La forma, la consistenza e l’appetibilità del
prodotto hanno ricevuto la massima attenzione, così come la possibilità di incorporare agenti chimici
che agiscano sulla placca dentale, sul tartaro o sulla reazione infiammatoria. Queste innovazioni hanno
indubbiamente determinato dei progressi nella prevenzione della periodontopatia.
Esempio di barra dentale per cani di piccola
taglia che contribuisce a limitare l’accumulo
di placca dentale e tartaro.
Si raccomanda di offrire per la prima volta
questo tipo di integrazione dopo un trattamento
di ablazione. La consistenza resistente,
ma elastica, di questo tipo di barra richiede
che il cane impieghi i propri denti
per masticarla prima di inghiottirla.
420
Stiamo assistendo ad una nuova era in nutrizione veterinaria. Dopo aver padroneggiato il cibo a
livello dietetico, è necessario prendere in considerazione le specifiche caratteristiche di specie e delle
varie razze. Oltre ad offrire un buon equilibrio nutrizionale, il cibo può anche svolgere un ruolo
nella prevenzione di problemi di natura medica. Gli alimenti con un valore aggiunto nell’igiene orale
e le barre masticabili che favoriscono la masticazione ed hanno una consistenza che consente di
sfruttare al massimo l’effetto di autopulizia contribuiscono a ridurre l’accumulo di depositi dentali
e, forse, a prevenire la gengivite. Anche se la spazzolatura quotidiana resta il miglior modo per prevenire la periodontopatia, si raccomanda l’impiego complementare di alimenti per la cura dei denti.
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Informazioni Nutrizionali Royal Canin
© Renner
Il cibo rappresenta un mezzo utile per
la prevenzione della periodontopatia, dato che
contribuisce a rallentare lo sviluppo della placca
dentale e del tartaro. L’approccio più efficiente
associa un effetto meccanico a ingredienti attivi.
Punti chiave
nell’analisi di:
Ingredienti che svolgono un ruolo nella prevenzione
della periodontopatia
Le crocchette destinate a svolgere
una funzione di cura dei denti hanno
una forma ed una consistenza speciali che costringono il cane a masticarle in modo da determinare una
lieve abrasione dei denti. Tuttavia, le
crocchette sono meno efficaci della
spazzolatura.
Per quanto riguarda l’igiene orale, la
crocchetta può supportare l’azione
Salute orale
Crocchetta
con funzione
di cura dentale
degli agenti attivi che vengono rilasciati nel cavo orale durante la masticazione. Al momento del rilascio, tali
agenti attivi vengono incorporati
nella saliva. Fino ad ora, l’obiettivo di
varie soluzioni è stato quello di limitare la proliferazione batterica attraverso sostanze dotate di un effetto
batteriostatico o persino battericida.
L’inconveniente di questi prodotti è
che distruggono il normale equili-
brio della flora, perché la loro azione
è diretta contro tutti i microrganismi,
anche quelli benefici.
Le nuove linee di ricerca si vanno
focalizzando su molecole che limitino
l’adesione dei batteri alla superficie
dei denti.
Domande frequenti su crocchette
con una funzione di cura dei denti
D
R
Si devono prescrivere delle crocchette
con una funzione di cura dei denti ad
un cane che è già colpito dal tartaro?
È essenziale un trattamento odontoiatrico preventivo, perché un cane affetto da periodontite può
percepire una sensazione di disagio o di dolore quando mangia e rifiutarsi di consumare le crocchette.
La prescrizione di un alimento specifico con una funzione di cura dei denti ritarda l’accumulo
del tartaro, ma non lo rimuove.
Cosa è preferibile, una barra masticabile
o le crocchette con funzione di cura
dentale?
La scelta dipende dall’età (le crocchette con una funzione di cura dei denti sono destinate ai cani
adulti) e dalla taglia del cane, nonché dalla motivazione e dal budget del proprietario.
La soluzione ideale per il cane è l’associazione delle due.
Le crocchette con una funzione dentale
contengono ingredienti contro la placca?
No, ma possono contenere principi nutritivi che limitano significativamente lo sviluppo
della placca dentale.
422
Informazioni Nutrizionali Royal Canin
1 • Valutazione dell’indice di placca di Logan & Boyce
per uno studio dell’accumulo della placca dentale nel cane
Per valutare l’accumulo della placca
sulla superficie dei denti sono stati
sviluppati molti sistemi di indici.
Quello di Silness & Loë (1964) è focalizzato sullo spessore della placca che
si accumula sul dente lungo la linea
gengivale, mentre la maggior parte
dei metodi valuta la diffusione della
placca sulla superficie dentale dopo
l’azione di un colorante (ad es.
Quigley & Hein (1962), Turesky et al
(1970).
• Una modificazione dell’indice di
Turesky è stata introdotta in odontoiatria veterinaria da Logan & Boyce
(1994). Questo indice da allora è stato
usato in parecchi studi per valutare
l’influenza di giochi masticabili, ossa
o alimenti specifici sulla formazione
della placca dentale (Gorrel, 1999;
Logan et al, 2002). Dal momento che
questo nuovo metodo di valutazione
differisce significativamente dall’indice
originale di Turesky, è stato proposto
il nome di indice di Logan & Boyce
(Hennet, 1999). Nella descrizione originale di questo sistema di valutazione,
è stata suggerita una divisione orizzontale della superficie della corona
in due parti (coronale e gengivale),
senza che questa fosse descritta con
precisione (Logan & Boyce, 1994). Altri
sistemi utilizzati in odontoiatria
umana, come l’indice di placca Navy,
si servono di una divisione orizzontale
della superficie della corona, basata
su criteri anatomici (Fischman, 1986,
1988). In contrasto con il metodo di
Turesky, l’indice di Logan & Boyce
valuta la superficie e lo spessore della
placca su ciascuna metà della corona
del dente. Per valutare lo spessore
della placca viene utilizzata l’intensità
della colorazione (lieve, media o
accentuata). L’indice di Logan &
Boyce è stato validato per l’impiego
in odontoiatria veterinaria (Gorrel,
1999). Tuttavia, per quanto è a nostra
conoscenza, non è stato pubblicato
alcuno studio per documentarne l’attendibilità nel cane (ripetibilità intraosservatori e riproducibilità interosservatori).
• Lo scopo di questo studio era quello
di valutare la ripetibilità dei punteggi
forniti da un osservatore esperto
(ripetibilità inter-osservatore) e confrontare quelli forniti da un osservatore esperto e da uno inesperto
(riproducibilità inter-osservatore) utilizzando l’indice di Logan & Boyce.
Gli autori erano anche interessati
all’influenza di un indice modificato
di Logan & Boyce, basato su una divisione orizzontale del dente fondata
su determinati punti anatomici e sull’uso di un gradiente di intensità per
valutare l’intensità della colorazione,
in modo da migliorare la ripetibilità
delle misurazioni.
Terzo incisivo: linea orizzontale parallela alla linea gengivale
a livello del tubercolo distale del secondo incisivo.
Canino: linea orizzontale parallela alla linea gengivale a livello
della cuspide del primo premolare.
Secondo e terzo premolare: linea orizzontale parallela alla linea
gengivale a livello del tubercolo distale del primo incisivo.
Quarto premolare: linea orizzontale parallela alla linea gengivale
in corrispondenza del tubercolo distale.
Primo molare: linea orizzontale parallela alla linea
gengivale in corrispondenza del tubercolo orale del dente.
Salute orale
© Hennet
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423
Informazioni Nutrizionali Royal Canin
2 • Prevenzione della periodontopatia: complementarietà
dell’azione meccanica con quella dei principi attivi
19,5%), davanti ad otite esterna,
dermatosi ed infestazioni da pulci
(Lund, 1999). Grazie ad uno spettacolare progresso nel campo dell’odontoiatria veterinaria, possiamo oggi
offrire agli animali da compagnia
Un’indagine condotta negli Stati
Uniti su più di 30.000 cani portati alla
visita presso i loro veterinari ha
dimostrato che il tartaro e la gengivite sono i più comuni motivi di richiesta di una prestazione (con una prevalenza rispettiva del 20,5% e del
efficaci cure di trattamento e prevenzione. Quest’ultima continua ad
essere il miglior approccio alla lotta
contro lo sviluppo di questa malattia,
tuttavia spesso viene trascurata
rispetto a quanto si fa per altre condizioni patologiche.
CONFRONTO DI PLACCA E TARTARO 28 GIORNI DOPO L’ABLAZIONE
(Fonti Royal Canin, 2004)
M2
M1
PM4 PM3
PM2
PM1
Mascellare
I3 : incisivo 3
C : canino
PM3: premolare 3
PM4: premolare 4
M1: molare 1
Mandibola
I
M3
M1
M2
PM4
PM3 PM1
PM2
C
Mascellare
Mascellare
Salute orale
Indice 0
di placca 2
M1
PM4 PM3
C
I3 globale
4
6
8
10
12
10
8
6
4
Indice 2
di placca 0
10
8
6
4
Indice 2
di calcolo 0
PM4 PM3
C
globale
Mandibola
M1
PM4 PM3
M1
PM4 PM3
C
C
I3 globale
globale
Mandibola
Dieta di controllo
Dieta di controllo
Alimento secco che associa l’azione
degli effetti meccanici e chimici
Alimento secco che associa l’azione
degli effetti meccanici e chimici
Bibliografia
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characteristics of dogs and cats examined at private veterinary practices in
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424
Indice 0
di calcolo 2
4
6
8
10
12
M1
Dopo la spazzolatura dei denti,
che viene riconosciuta come
il metodo più efficace per prevenire
la periodontopatia, possono essere
molto utili le integrazioni nutrizionali
e/o gli alimenti specifici.
Informations
Informazioni
nutritionnelles
Nutrizionali Royal Canin
3 • Significato di specifici fosfati per la salute orale
L’impiego di sali polifosfati è significativo, perché questi composti possono chelare il calcio della saliva. La chelazione varia in funzione del tipo di
polifosfato. Per facilitare il rilascio ed
il contatto con il calcio salivare, i polifosfati devono essere incorporati nel
rivestimento esterno della crocchetta.
forma ionica, limitandone così l’integrazione nella matrice del tartaro
dentale. Il calcio viene poi rilasciato
come tale nell’apparato digerente
ed assorbito nell’organismo secondo
le proprie necessità.
AZIONE
DEL TRIPOLIFOSFATO SODICO
Senza polifosfato sodico
Studi scientifici
I vari tipi di fosfati
I fosfati costituiscono una famiglia
molto ampia di più di 150 molecole
differenti (che comprendono ortofosfati, pirofosfati, polifosfati e metafosfati). Alcuni presentano proprietà
di sequestro di cationi bivalenti come
il calcio (ad es. Ca2+). Queste proprietà dipendono dalla lunghezza della
catena del fosfato (tanto più questa
è lunga, tanto maggiore è la sua
capacità di chelare cationi bivalenti)
e dal pH locale. Questi tipi di composti
vengono utilizzati in molti dentifrici
per uso umano (Sowinski & coll, 1998).
Fosfati: tipo di azione
I cationi Ca2+ della saliva svolgono un
ruolo diretto nella calcificazione
della placca dentale (deposito di tartaro). I fosfati che sono in grado di
chelare
i
cationi
polivalenti
riusciranno a catturare i cationi Ca2+
della saliva. Se vengono rilasciati
nella cavità orale, i polifosfati chelano naturalmente il calcio salivare in
Calcio
disponibile
L’effetto anticalcificazione dell’esametafosfato (HMP) sul biofilm dentale è stato verificato in vitro, dove è
stata dimostrata una significativa
riduzione della formazione di cristalli
di idrossiapatite di calcio (White & coll,
2002).
Con tripolifosfato sodico
Beagle alimentati per un mese con
crocchette rivestite di HMP presentano
una significativa riduzione della
deposizione di tartaro (- 58%) in confronto ai cani alimentati con la stessa
dieta, ma con i polifosfati incorporati
all’interno della crocchetta (Cox &
coll, 2002).
L’effetto chelante varia in funzione
del tipo di polifosfato utilizzato,
anche quando la dose è identica. In
confronto ad un gruppo di controllo,
la riduzione del deposito di tartaro
dopo un mese fra beagle alimentati
con crocchette rivestite di polifosfati
era la seguente:
- 36% con l’esametafosfato
- 55% con il tripolifosfato sodico
(Centre de Recherche Royal Canin,
2001-2002).
Calcio
catturato
Gli ioni calcio chelati
non sono disponibili
per la formazione del tartaro.
MOLECOLA
DI TRIPOLIFOSFATO
SODICO
O
+
Na
O
P
O
O
P
O
O
P
O
O
O
Na+
Na+
Na+
O
Na+
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Salute orale
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425
Informazioni Nutrizionali Royal Canin
4 • Significato dei sali di zinco per la salute orale
PLACCA DENTALE
Polisaccaridi
Glicoproteine
Streptococchi
I sali di zinco hanno effetti potenzialmente utili nell’ambito della salute orale. Possono agire da antisettici
orali che tendono a limitare la proliferazione batterica all’interno della
bocca e possono ridurre la formazione di placca dentale e tartaro.
I vari sali di zinco
Lo zinco può essere organico (ad es.,
citrato di zinco) ed inorganico (ad es.
solfato di zinco, ZnSO42 -).
Questo riscontro è stato confermato
nell’uomo (Sowinski & coll, 2001 ; Barrea
& coll, 2001).
Inibizione della produzione
di acidi grassi volatili solforati
In vitro, i sali di zinco contribuiscono
a controllare la produzione di molecole maleodoranti responsabili dell’alitosi (Weesner, 2003).
Uno studio condotto nell’uomo ha
dimostrato che i sali di zinco inibiscono la produzione di acidi grassi volatili maleodoranti a partire dal 14Cglucosio (Harrap & coll, 1984).
Studi scientifici
Inibizione della crescita batterica
Actinomyces
Salute orale
Nella cavità orale sono presenti più
di 300 ceppi di batteri. Streptococchi
ed Actinomyces, che sono dotati
di proprietà aderenti, sono i primi
a colonizzare il biofilm dentale.
La placca sopragengivale primaria
raggiunge l’area sottogengivale,
dove viene favorito lo sviluppo
di una flora anaerobica.
Questa transizione da una flora
commensale ad una popolazione
batterica patogena è responsabile
dello sviluppo di una periodontopatia.
Inibizione della formazione
del tartaro
In vitro, i sali di zinco possono contribuire a limitare il deposito di tartaro
dentale inibendo la formazione del
complesso della calcio idrossiapatite
e promuovendo la formazione di
complessi calcarei più solubili come il
fosfato tricalcico.
Uno studio condotto sui ratti ha
dimostrato che gli animali ai quali i
denti vengono spazzolati con un
dentifricio formulato con sali di zinco
presentano depositi di tartaro significativamente inferiori a quelli dei
gruppi di controllo (Putt et al., 2002).
I sali di zinco presentano proprietà
batteriostatiche che sono state dimostrate in vitro, in particolare un’elevata attività antimicrobica contro
Streptococcus mutans (Belcastro & coll,
1994).
Questa attività antimicrobica è stata
confermata nel gatto. In un gruppo
di felini trattati con un gel contenente sali di zinco, è stata osservata una
significativa riduzione della deposizione di placca e del carico di batteri
patogeni anaerobi coinvolti nella
periodontopatia (Clarke, 2001).
Bibliografia
Barrea RA, Perez CA, Ramos AY - Zinc
incorporation in human dental calculus.
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Belcastro S, Staffolani N, Pugliese M et al. An in vitro study of the antimicrobial activity
of copper and zinc salts on pure and mixed
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Harrap GJ, Best JS, Saxton CA - Human
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Sowinski J, Petrone DM, Battista G et al. Clinical efficacy of a dentifrice containing zinc
citrate: a 12-week calculus clinical study in
adults. Compend Contin Educ Dent 1998;
19(2 Suppl): 16-9.
Putt MS, Yu D, Kohut BE - Inhibition of
calculus formation by dentifrice formulations
containing essential oils and zinc. Am J Dent
2002; 15(5): 335-8.
Weesner BW Jr - Curing halitosis: the sweet
smell of success. J Tenn Dent Assoc 2003;
83(4): 20.
Informazioni Nutrizionali Royal Canin
5 • Significato degli specifici polifenoli per la salute orale
Alcune fonti di polifenoli possono
venire incorporate nel cibo per evitare la formazione del biofilm dentale.
Il tè verde, che è ricco di polifenoli
attivi (ad es., epigallocatechina gallato o EGCg), viene considerato utile
per la prevenzione della periodontopatia.
I vari tipi di polifenoli
Sono stati identificati più di 8000 tipi
di polifenoli. Alcuni sono dotati di
una struttura chimica altamente
complessa. Questo gruppo decisamente vario comprende molecole
contenenti un semplice nucleo fenolico e composti altamente polimerizzati (tannini). Naturalmente presenti
in tutti gli esseri viventi, i polifenoli
svolgono un ruolo antiossidante
essenziale.
Polifenoli: tipo di azione
L’azione batteriostatica di certi polifenoli è legata alle loro proprietà
antiossidanti, in particolare alla presenza del gruppo idrossilico (OH-)
nella configurazione orto, nonché
alla presenza della funzione gallato
nell’anello fenolico.
Studi scientifici
Inibizione della crescita dei batteri
nella placca dentale
Nel cane, la flora delle tasche periodontali è caratterizzata dalla presenza di specifici batteri, quali
Porphyromonas endodontalis, gingivalis et circumdentaria.
• In vitro
Certi composti fenolici, in particolare
quelli della famiglia delle catechine,
presentano un effetto antibatterico
contro i microrganismi della placca
dentale, come Porphyromonas gingivalis e Prevotella spp. (Hirasawa et al,
2002), Escherichia coli, Streptococcus
salivarius e Streptococcus mutans
(Rasheed & coll, 1998).
Fra i polifenoli presenti nel tè verde,
l’epigallocatechina gallato (EGCg) ha
la più forte attività battericida. La
sua concentrazione minima inibente
è compresa fra 250 e 500 mg/ml a
seconda dei vari ceppi di Porphyromonas gingivalis (Sakanaka & coll,
1996).
• In vivo
Nel cane, una dieta formulata con té
verde, che è naturalmente ricco di
catechine, ha contribuito ad inibire
la crescita dei batteri, e dopo due
mesi a ridurre significativamente la
percentuale di Porphyromonas nella
popolazione microbica della placca
dentale (Isogai & coll; 1995, 1992).
Inibizione della capacità dei batteri
di aderire alle cellule epiteliali della
bocca
In vitro, i polifenoli contengono una
funzione gallato (epigallocatechina
gallato o EGCg; gallocatechina gallato o GCg; catechina gallato o Cg),
che
riduce
la
capacità
di
Porphyromonas gingivalis di aderire
alla superficie delle cellule epiteliali
(Sakanaka & coll, 1996).
LA FAMIGLIA DELLE CATECHINE
Epicatechina (EC)
Epigallocatechina (EGC)
Salute orale
Catechina (C)
Epigallocatechina - 3 - gallate (EGCG)
Epicatechina - 3 - gallate (ECG)
H
O
Il tè verde è una significativa
fonte di catechine
C
427
Informazioni Nutrizionali Royal Canin
In media, ogni cellula epiteliale può
catturare 300 P. gingivalis. Alla dose
di 250 mg/ml di polifenoli puri (che
possiedono una funzione gallato), l’inibizione dell’adesione è quasi completa, ma a 7,8 mg/ml, il numero di P.
gingivalis che aderiscono viene ridotto del 30% (Sakanaka et al, 1996).
Secondo questi autori, la capacità di
adesione dei polifenoli risulta mirata
ai microrganismi piuttosto che alle
cellule epiteliali.
Anche l’adesione di altri batteri
viene limitata dai polifenoli che possiedono una funzione gallato. A concentrazioni comprese fra 125 e
250 mg/ml, l’adesione di Porphyromonas
melaninogenicus
e
Streptococcus sanguis viene ridotta
del 50%. Streptococcus sanguis è
uno dei primi batteri che portano
alla formazione della placca (Sakanaka
& coll, 1996).
ne di questi metaboliti acidi generati
dai batteri della placca (ad es.
Porphyromonas gingivalis). Questo
effetto di inibizione è dovuto alla
presenza della funzione gallato di
certi composti fenolici, in particolare
EGCg, GCg e Cg, che si riscontrano
nel tè verde (Sakanaka & coll, 2004).
Inibizione della produzione
di metaboliti acidi da parte
dei batteri della placca dentale
I batteri della placca (come
Porphyromonas gingivalis) generano
acidi: n-butirrico, fenilacetico o propionico. In vitro, alcuni polifenoli
sono in grado di inibire la produzio-
RUOLO DEI POLIFENOLI
Igiene orale
Fonte: I polifenoli possono essere estratti
dal tè verde e dall’uva.
Effetto ipolipemico
Attività antiossidante
Attività antimutagena
Salute orale
I polifenoli sono noti nell’uomo per le loro qualità protettrici nei confronti delle malattie cardiovascolari
(effetto ipolipemico). Nel cane, sono utili per la loro principale azione antiossidante e per il ruolo antisettico
nei confronti di certi batteri della placca dentale.
Bibliografia
Hirasawa M, Takada K, Makimura M et al. Improvement of periodontal status by green tea
catechin using a local delivery system: a clinical
pilot study. J Periodontal Res 2002; 37(6):
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Isogai E, Isogai H, Kimura K et al. - Effect
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periodontal diseases. Microbial Ecology in
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Isogai E, Isogai H, Fujii N et al. - Inhibitory
428
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Isogai H, Kosako Y, Benno Y et al. - Ecology
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Rasheed A, Haider M - Antibacterial activity of
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Sakanaka S, Aizawa M, Kim M et al. Inhibitory effects of green tea polyphenols on
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Sakanaka S, Okada Y - Inhibitory effects of
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anaerobic bacterium Porphyromonas gingivalis.
J Agric Food Che 2004; 52(6): 1688-92.
Informazioni Nutrizionali Royal Canin
6 • Significato di specifici oli essenziali
per la salute orale
Alcuni oli essenziali (ad es., olio di
eucalipto) agiscono in modo da
ridurre l’alito cattivo e l’infiammazione gengivale, mentre limitano la
proliferazione batterica.
Quali oli essenziali?
L’olio di manuka, l’olio di tè, di eucalipto, di lavanda e di rosmarino
Gli oli ricchi di molecole antiossidanti hanno un’azione batteriostatica o
battericida.
Studi scientifici
In uno studio, volto a valutare i composti solforati volatili (VSC), biscotti
contenenti lo 0,1% di eucalipto
hanno significativamente ridotto l’alito cattivo nel cane in confronto ai
gruppi di controllo (Centre de Recherche
Waltham, 2001).
Inibizione dell’attività infiammatoria
In vitro, l’1,8-cineolo (o eucaliptolo),
il principale monoterpene dell’eucalipto, inibisce il metabolismo dell’acido arachidonico che produce molecole proinfiammatorie (prostaglandine E2 e B4) e citochine nei monociti dell’uomo. Questo meccanismo è
promettente per limitare lo sviluppo
della gengivite nascente (Juergens &
coll, 2003).
Inibizione dell’alito cattivo
Inibizione dell’attività batterica
L’olio di eucalipto inibisce la crescita
di certi batteri coinvolti nella periodontopatia quali Porphyromonas
gingivalis, Fusobacterium nucleatum,
Streptococcus mutans e Streptococcus sobrinus. Questi batteri periodontogeni vengono distrutti da un’esposizione di 30 minuti a una soluzione contenente lo 0,2% di olio di
eucalipto o di rosmarino. L’olio di
eucalipto inibisce l’adesione di
Streptococcus mutan (Takarada & coll,
2004).
La periodontopatia si
sviluppa sempre a
partire dal biofilm
batterico che forma
la placca dentale.
Qualsiasi fattore che
possa limitare tale formazione è potenzialmente significativo. La
spazzolatura dei denti con
un dentifricio adatto al cane
rimane il metodo migliore per prevenire la formazione della placca dentale. Le crocchette possono essere
complementari alla spazzolatura grazie alle loro azioni meccaniche
(schiacciamento-frizione) e chimiche
(antiplacca-tartaro). Per determinare
come ottimizzare la liberazione di
queste sostanze attive nel cavo orale
(nel rivestimento o all’interno della
crocchetta) saranno necessari ulteriori studi.
Salute orale
Alcuni oli, e in particolare quelli di
eucalipto o di rosmarino, contribuiscono a limitare l’alito cattivo (alitosi). L’importanza dell’olio di eucalipto è dovuto al fatto che non solo
maschera i cattivi odori, ma partecipa attivamente alla riduzione della
produzione di acidi grassi volatili solforati.
Conclusione
Bibliografia
Juergens UR, Dethlefsen U, Steinkamp G et
al. - Anti-inflammatory activity of 1.8-cineol
(eucalyptol) in bronchial asthma:
a double-blind placebo-controlled trial.
Respir Med 2003; 97(3): 250-6.
Takarada K, Kimizuka R, Takahashi N et al. A comparison of the antibacterial efficacies of
essential oils against oral pathogens. Oral
Microbiol Immunol 2004; 19(1): 61-4.
Waltham Centre for Pet Nutrition - Efficacy
of the active ingredients of the Breath
Freshening Biscuit in Reducing VSC levels
in Canine Oral Malodour. Unpublished
internal results, 2001.
429
Informazioni Nutrizionali Royal Canin
7 • Effetto a breve o medio termine di una barra masticabile
sui depositi dentali nel cane
Nell’arco di un breve periodo
(28 giorni)
Nell’arco di un breve periodo
(28 giorni)
Nell’arco di un lungo periodo
(4 mesi)
L’associazione delle crocchette tradizionali ad una barra masticabile per
uso quotidiano è stata associata ad
una significativa riduzione della
deposizione di placca (-27%;
p < 0,005) e della formazione del tartaro (-53%; p < 0,005), in confronto
ad una dieta costituita unicamente
da crocchette tradizionali.
L’associazione di crocchette tradizionali e una barra masticabile per uso
quotidiano è più efficace delle crocchette disponibili in commercio che
sono specificamente studiate per l’igiene orale, sia in termini di riduzione della placca (-12%; p < 0,084) che
del tartaro (-37%; p < 0,0077).
L’associazione di crocchette tradizionali e una barra masticabile per uso
quotidiano è associata ad una significativa riduzione del deposito di
placca (-17%; p < 0,05), e dell’accumulo di tartaro (-45%; p < 0,05), in
confronto ad un alimento unicamente costituito da crocchette.
PUNTEGGI COMPLESSIVI DI PLACCA
(4 MESI DOPO L’ABLAZIONE)
10
8
10,62
8,78
2
6
5
4
3
2
6,48
3,51
0
Alimento secco normale Alimento secco normale
+ barra masticabile
(uso quotidiano)
Salute orale
7
1
0
-45,83 %
8
Indice di Warrick & Gorrel
Indice di Logan & Boyce
12
4
9
-17,33 %
14
6
VALUTAZIONE DEL TARTARO DENTALE
(4 MESI DOPO L’ABLAZIONE)
Alimento secco normale Alimento secco normale
+ barra masticabile
(uso quotidiano)
Cavalier King Charles
Una barra masticabile
specificamente studiata
(formula, struttura,
forme e dimensioni)
è un mezzo efficace
per la prevenzione della
periodontopatia perché
limita i depositi dentali.
Si raccomanda l’impiego
di questo prodotto subito
dopo le eruzioni della
dentizione finale del cane.
430