28° corso Aspiranti VdS CRI – Trento www.critrentino.it/volontari CROCE ROSSA ITALIANA GRUPPO DI TRENTO L’APPARATO TEGUMENTARIO LE LESIONI DA AGENTI FISICI E CHIMICI E LE LESIONI TRAUMATICHE CORSO PER ASPIRANTI VOLONTARI DEL SOCCORSO V.d.S. I.P. FRANCO ONERE ANATOMIA E FISIOLOGIA L‘apparato tegumentario è costituito dalla pelle che è un involucro che ricopre la superficie esterna del corpo. Essa è costituita (procedendo dall‘esterno verso l‘interno) dall‘EPIDERMIDE, dal DERMA e dal tessuto SOTTOCUTANEO o ipoderma. La pelle protegge il corpo dalla penetrazione di oggetti estranei o di micro organismi ed evita la perdita di liquidi organici. Alla superficie dell‘epidermide vi è uno strato corneo, umettato dal grasso secreto dalle ghiandole sebacee: le larghe ustioni cutenee alterano tale involucro e determinano una sensibile disidratazione dell‘organismo. La pelle svolge inoltre un notevole ruolo nella termo regolazione: i capillari supeficiali, quando si dilatano, operano una forte dispersione di calore attarverso l‘epidermide, dispersione che è agevolata dall‘evaporazione del liquido secreto dalle ghiandole sudoripare. La pelle è anche un importante organo di senso perché contiene i recettori destinati ad accogliere le sensazioni del tatto, dolorifiche e termiche. Il colore della pelle è fortemente influenzato dalla presenza o meno di MELANINA. La costrizione dei capillari superficiali causa pallore, la loro dilatazione arrossamento. La presenza nel sangue di bile, a causa di cattiva funzionalità del fegato, determina l‘ingiallimento della cute. La cute varia nei diversi distretti dell‘organismo: la cute spessa è caratteristica del palmo della mano e della pianta del piede, la cute sottile è propria del rimanente mantello cutaneo. La cute spessa è priva di peli e di ghiandole sebacee mentre è ricca di ghiandole sudoripare. Prendono il nome di ANNESSI CUTANEI tutte quelle strutture che hanno stretta relazione con la pelle. Essi sono: le ghiandole sudoripare che hanno la funzione di facilitarte l‘espulsione del sudore le ghiandole sebacee che secernono il grasso 2 i peli che costituiscono, nei mammiferi più in basso nella scala zoologica, la pelliccia che serve a limitare la dispersione del calore e quindi a difendere l‘animale dai rigori del clima. Nell‘uomo hanno la funzione di assicurare, mediante la loro radice, una buona sensibilità tattile. A seconda della regione corporea nella quale si trovano, i peli prendono il nome di capelli, sopra ciglia, baffi, barba ecc. l‘unghia è una placca di strato corneo duro che riveste la superficie dorsale dei polpastrelli delle dita. LE LESIONI DA AGENTI FISICI LESIONI DA CALDO Il caldo può determinare sindromi generali e lesioni locali. Tra le sindromi generali distinguiamo: COLPO DI CALORE che è causato dall‘esposizione dell‘organismo ad alte temperature ( spesso con elevata percentuale di umidità): i sintomi sono: l‘innalzamento della temperatura corporea (determinato dal mal funzionamento, o addirittura dalla paralisi, dei centri nervosi che regolano la termodispersione cutanea), la diminuizione della pressione arteriosa ( determinata dalla vasodilatazione), dall‘aumento della frequenza cardiaca( in funzione compensatoria), da una generale insufficienza circolatoria. Il soccorso consiste nel trasportare il paziente in ambiente fresco e ventilato e nell‘abbassamento della temperatura corporea mediante l‘applicazione di borse di ghiaccio in regione inguinale ed ascellare ( dove arterie di grosso calibro scorrono superficialmente). COLPO DI SOLE che è causato dall‘azione diretta dei raggi solari sul capo e sulla colonna vertebrale con conseguente lesione dei centri nervosi qui localizzati. I sintomi sono la cefalea, il delirio che può sfociare in perdita della coscienza e, a volte insufficienza respiratoria determinata da lesione del 3 centro nervoso del respiro. Il soccorso consiste nella sorveglianza e nel sostegno delle funzioni vitali eventualmente compromesse, nel trasportare il paziente all‘ombra e nell‘applicazione di ghiaccio o acqua fresca sul capo. Le lesioni locali sono rappresentate dalle USTIONI, delle quali si riconoscono quattro gradi di gravità: I° grado: eritema cutaneo o arrossamento che dopo alcuni giorni si attenua lasciando il posto alla pigmentazionee, a volte, alla desquamazione II° grado: formazione di vescicole ripiene di liquido incolore; quando è causata da liquidi o vapori bollenti può lasciare dolore anche per 5-6 giorni. III° grado: si ha la necrosi del tessuto, con formazione di cicatrice deturpante.Può estendersi anche al tessuto ipodermico ed è caratterizzata dalla mancanza di sensibilità a causa della lesione delle terminazioni nervose periferiche. Se l‘ustione è casuata da un corpo incandescente che disidrata i tessuti, può determinare la gangrena secca. Malattia da ustione:ustioni diffuse a più della metà della superficie corporea che possono rappresentare un pericolo per la vita: a tale scopo ricordiamo i valori percentuali delle varie parti del corpo: 9% testa, collo e ogni arto superiore,18% ogni arto inferiore e ogni faccia del tronco. I soccorso nel paziente ustionato consiste nell‘abbassare la temperatura cutanea con acqua o suluzione fisiologica( meglio se sterile) e con una medicazione semplice consistente nella copertura dell‘area offesa con garze o teli sterili ( o almeno puliti). E‘ importante ricordare di non applicare unguenti o pomate sulle ustioni superiori al primo grado e a non forare le vescicole per non causare infezioni. Se l‘ustione è causata da una vampa di fuoco o da un corpo incandescente, gli abiti ( specialmete quelli sintetici) si attaccano alla cute: non vanno rimossi ma solo tagliati attorno all‘area dell‘ustione per non strappare la pelle. 4 LESIONI DA FREDDO Analogamente alle lesioni da caldo distinguiamo sindromi generali e lesioni locali. La sindrome generale è: L‘ASSIDERAMENTO che consiste nell‘esposizione prolungata dell‘organismo a temperature ambientali molto basse: in esso dominano le lesioni funzionali. I sintomi sono inizialmente l‘eccitazione nervosa, quindi l‘astenia, il bisogno di dormire, l‘obnubilamento del sensorio; si nota l‘abbassamento della pressione arteriosa alla quale segue la diminuzione anche della frequenza cardiaca e respiratoria: tali fenomeni detreminano ipossia cerebrale e quindi morte per arresto respiratorio e cardiaco. Il soccorso consiste nel portare il paziente in luogo riparato ( non esporlo a calore diretto) ed alla sua copertura termica, devono essere sorvegliate e sostenute le funzioni vitali. NON somministrare bevande alcooliche, che determinerebbero a loro volta vaso dilatazione con esposizione al freddo di una quantità maggiore di sangue e conseguente ulteriore raffreddamento dell‘organismo.La leggenda del cane S.Bernardo con il barilotto di brandy è appunto una leggenda………….. La lesione locale è IL CONGELAMENTO che consiste nell‘effetto del freddo sulle zone corporee periferiche meno vascolarizzate ( mani, piedi, orecchie, punta del naso): Analogamente alle ustioni, si riconoscono diversi gadi di gravità: I° GRADO: si ha la vaso costrizione di capillarie di arteriole e, se l‘esposizione al freddo è di breve durata, il loro rilasciamento con arrossamento cutaneo. 5 II° GRADO: se l‘esposizione al freddo è più lunga si ha un contrazione più lunga delle arteriole. All‘arrossamento si possono accompagnare le FLITTENE (analogamente alle vescicole nelle ustioni). III° GRADO: alla stasi capillare si accompagnano lesioni cutenee con trombosie necrosi, a causa della prolungata vaso costrizione delle arteriole. I sintomi sono il prurito ingravescente e, nel congelamento di III° grado, la gangrena ed il pericolo di infezioni. Il soccorso è simile a quello portato al paziente vittima dell‘assideramento con in più la possibilità di praticare frizioni cutanee per ristabilire la circolazione periferica con acqua tiepida. In presenza di fliettene, queste vanno coperte con una medicazione sterile, così come nel caso di necrosi cutanea. LESIONI DA STIMOLI ELETTRICI ( corrente elettrica o fulmine) Sono causati dall‘attraversamento del corpo da parte di una scarica elettrica, che può determinare un effetto termico a livello del punto di entrata e di uscita della corrente simile ad un‘ustione, il fulmine può determinare anche carbonizzazione. L‘elettricità può causare paralisi del sistema nervoso centrale, eccitamento della muscolatura liscia, fibrillazione ventricolare fino ad arresto cardiaco. La gravità delle lesioni dipendono anche dalla direzione dell'attraversamento del corpo, dall‘isolamento e dalle resistenze dell‘individuo, dall‘intensità, dal voltaggio e dal tipo di corrente ( quella continua è meno pericolosa).Per quanto riguarda il soccorso, è opportuno premettere che l‘attenzione maggiore andrà portata all‘aspetto dell‘autoprotezione: prima di soccorrere il paziente si deve staccare l‘interrutore generale o allontanare la fonte della corrente con materiale isolante( bastone di legno). Ciò premesso andranno sorvegliate e sostenute le funzioni vitali e medicate le eventuali ustioni prodotte. LESIONI DA STIMOLI RADIANTI Si riconosce una sindrome generale chiamata malattia da raggi caratterizzata da alterazioni del numero e delle caratteristiche degli elementi corpusolati del sangue (a causa di lesioni agli organi produttori dei globuli rossi)e a possibili 6 mutazioni del corredo cromosomico dell‘individuo. E‘ tipica la sindrome causata dalle radiazioni atomiche. Le lesioni locali sono chiamate radiodermiti e sono determinate da sovradosaggio di radiazioni sulla cute ( come ad esempio quella che colpiva le mani dei medici e dei tecnici radiologi). Anche in questo caso si riconoscono diversi gradi di gravità con diversa sintomatologia: I° GRADO : eritema cutaneo con bruciore, perdita dei peli, pigmentazione cutanea e successiva desquamazione II° GRADO : si ha la presenza di flittene alle quali subentrano piaghe III° GRADO : si ha la presenza di necrosi cutanea Non trattandosi di manifestazioni acute, è improprio parlare di soccorso, bensì di terapia che è di competenza medica. LE LESIONI DA AGENTI CHIMICI Anche in questo caso distinguiamo le lesioni locali dalla sindrome generale. Le lesioni locali sono simili alle ustioni, sono dette causticazioni e sono causate da sostanze caustiche solide o liquide. I solidi sono abitualmente usati per scopi terapeutici ( ad esmpio il nitrato di argento). I liquidi sono acidi forti ( solforico, cloridrico) o basi forti ( soda o potassa caustica) che determinano sui tessuti una azione lesiva. Il soccorso consiste nell‘identificazione dell‘agente caustico e nella medicazione semplice della lesione con garze sterili. La sindrome generale è caratterizzata da un avvelenamento per ingestione (vedi capitolo GLI AVVELENAMENTI) e per inalazione. Questo secondo caso comprende gli effetti dei gas utilizzati a scopo bellico che possono essere asfissianti, vescicatori, irritanti ( lacrimogeni), tossici. Essi determinano effetti generali al sistema nervoso centrale, alle mucose o possono determinare la rottura dei globuli rossi nel sangue. Per quanto riguarda il soccorso, si rimanda al capitolo concernente gli avvelenamenti. 7 LE LESIONI TRAUMATICHE Le lesioni traumatiche a carico dell‘apparato tegumentario consistono nelle FERITE. Esse si definiscono come soluzioni di continuo della cute e dei tessuti molli e si distinguono, in base alla natura dell‘agente lesivo, in: da taglio: causati da corpi taglienti, più o meno sottili. I margini sono in genere regolari. da punta : da penetrazione di un oggetto acuminato. L‘estensione è limitata ma la profondità può essere notevole. lacere : soluzione di continuo recente della cute e dei tessui sottostanti determinata da trazione o distensione violenta. I margini sono irregolari e favoriscono l‘impianto di germi. contuse : soluzione di continuo recente causata da un corpo contundente. I margini sono irregolari e sono accompagnate da ematomi. lacero – contuse : assommano le caratteristiche dei due tipi precedenti da arma da fuoco : soluzione di continuo da proiettile. Il foro di entrata ha diametro minore di quello di uscita, il proiettile può essere ritenuto. I rischi connessi alle ferite sono di tipo infettivo ( per penetrazione di germi) ed emorragico; alcuni tipi di ferite penetranti possono raggiungere organi contenuti in cavità (polmoni, cuore, stomaco ecc.) determinando lesioni a carico di questi organi con alterazioni delle funzioni vitali. Il soccorso da attuare in presenza di ferite, sarà commisurato alla gravità ed all‘estensione della ferita stessa e sarà finalizzato, innanzi tutto, al mantenimento della funzione vitale prioritariamente minacciata: quella cardio circolatoria. Il primo compito del soccorritore sarà perciò il controllo delle emorragie attraverso 8 le manovre di EMOSTASI. Elenchiamo le manovre emostatiche, considerandole una per una: la compressione manuale „in situ“ consiste nell‘appoggiare sulla ferita una garza sterile e nell‘esercitare una compressione fino a quando si ottiene l‘emostasi il bendaggio compressivo si attua appoggiando un „pacchetto“ di garze sterili sulla ferita e fissandolo poi con un bendaggio teso, possibilmente con una fascia elastica. E‘ indicato quando la compressione manuale non è sufficiente ad ottenere l‘emostasi. la compressione a distanza consiste nel comprimere manualmente il vaso sanguigno che determina il sanguinamento: la compressione dovrà essere mantenuta fino all‘ottenimento dell‘emostasi. l‘applicazione del laccio emostatico ( o meglio della fascia emostatica) è riservato nei casi di emorragie copiose, non altrimenti arrestabili, in genere di tipo arterioso ed ai casi di amputazione di arto. Sulla fronte del paziente sarà bene applicare un cerotto sul quale andrà scritto „LACCIO“ ed indicante l‘orario di applicazione di questo. Dopo aver ottenuto l‘emostasi, il soccorritore dovrà preoccuparsi di evitare le complicanze infettive: la ferita dovrà essere detersa con acqua ossigenata e si applicherà un antisettico in soluzione acquosa, possibilmente di tipo incolore. La ferita andrà poi protetta con garze sterili ed il paziente trasportato in ospedale per eseguire la vaccino profilassi o la siero profilassi antitetanica. 9