LINFOGRAFIA ASCELLARE A FLUORESCENZA CON VERDE INDOCIANINA Cos’è? Presso il nostro Centro la ricerca del linfonodo sentinella da qualche mese è effettuata anche con la metodica della linfografia ascellare a fluorescenza. Questa tecnica innovativa, già validata in letteratura ma ancora poco utilizzata, prevede l’iniezione locale di un colorante fluorescente già ampiamente utilizzato in altri ambiti medici, il verde indocianina (ICG) privo di tossicità. Questo colorante viene iniettato nel derma sottoareolare ad una concentrazione di 5 mg/mL, per un volume di iniezione totale che può variare da 1 mL fino a 2 mL in casi particolari (ad es. in mammelle voluminose). Come funziona? L’iniezione avviene durante o subito dopo l’induzione dell’anestesia generale, e non procura alcun dolore o fastidio alla paziente. Appena dopo l’iniezione, il chirurgo visualizza in tempo reale la colorazione fluorescente dei vasi linfatici dal sito di iniezione fino al primo linfonodo ascellare che incontra: il linfonodo sentinella. La visualizzazione del colorante viene effettuata attraverso una telecamera con filtro apposito per rilevare la fluorescenza vicina all’infrarosso, emessa dal verde indocianina. La telecamera è gestita direttamente dai chirurghi, che così possono rendersi conto esattamente della posizione e della profondità del linfonodo sentinella durante tutte le fasi dell’asportazione chirurgica del linfonodo. Quali rischi si corrono? Questa tecnica non comporta alcun rischio per le pazienti, se non quelli eventualmente correlati con l’utilizzo del colorante, come ad esempio reazioni allergiche al verde indocianina o allo iodio. Perché la linfografia ascellare a fluorescenza rispetto alle altre tecniche? La tecnica della linfografia ascellare a fluorescenza si è dimostrata molto efficace ed accurata, come le altre metodiche più comunemente utilizzate (iniezione del blu di metilene, linfoscintigrafia con radioisotopo), e può quindi essere utilizzata con sicurezza. La tecnica con blu di metilene, però, richiede un’esplorazione ascellare più indaginosa per ricercare il linfonodo colorato, talvolta con la necessità di effettuare incisioni chirurgiche più ampie e invasive. In alcuni casi, inoltre, sono state descritte reazioni allergiche al blu di metilene o reazioni cutanee infiammatorie o ischemiche, per lo più in associazione a chirurgia ricostruttiva. La tecnica con linfoscintigrafia è più semplice rispetto al blu di metilene, perché consente di individuare il linfonodo sentinella comodamente con un segnale acustico. Questa tecnica però è molto più costosa e prevede l’iniezione, il giorno prima, di un farmaco radioattivo (anche se innocuo) con necessità di una linfoscintigrafia e maggior durata del ricovero. La linfografia a fluorescenza invece unisce i vantaggi delle due metodiche: la comodità di un’iniezione di colorante in sala operatoria, e l’elevata accuratezza nell’identificazione del linfonodo sentinella anche prima dell’incisione, visualizzando in tempo reale la fluorescenza delle vie linfatiche e del linfonodo sentinella, anche attraverso la pelle e il sottocute, e consentendo così un’incisione ascellare più piccola e un’esplorazione meno invasiva.