Il recettore oculare nel contesto posturale e i test visuo

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Autore: Luca Giannelli - www.visionepostura.it
Gruppo facebook interdisciplinare per professionisti in posturologia: Clinica visuo - posturale
Note su:
Il recettore oculare nel contesto posturale
e i test visuo-posturali
A cura di Luca Giannelli
Introduzione
Negli ultimi anni l’attenzione verso l’aspetto visuo-posturale ed il suo equilibrio statico e dinamico
è stato preso sempre più in considerazione da diversi specialistici che con un apprezzabile
approccio integrativo, hanno favorito un’analisi interdisciplinare dell’Utente.
Comprendere le possibili correlazioni tra visione e postura statica e dinamica, tra visione ed
evidenze odontoiatriche, logopediche, tra visione ed evidenze fisioterapiche, chinesiologiche,
chiropratiche, osteopatiche, podologiche e fattori nutrizionali, psicologici ecc, consente di
sviluppare una migliore consapevolezza del problema ed ottimizzare il servizio all’Utente anche in
collaborazione con figure professionali competenti.
Il lavoro d’equipe ha messo in evidenza la stretta relazione tra i principali sistemi di afferenza
recettoriale e regolamentazione posturale dove la disfunzione di un distretto è in grado di
alterare gli altri distretti i quali, in modo assolutamente automatico, cercheranno di adattarsi al
nuovo pattern posturale.
L’assetto posturale, oltre che rispondere ad automatismi neuromotori, esprime anche delle
compensazioni necessarie all’organismo per svolgere funzioni che altrimenti non potrebbero
avere luogo oppure verrebbero effettuate in modo gravoso. Una modificazione nell’integrazione
di queste afferenze può produrre alterazioni di tipo parafunzionale con conseguente
coinvolgimento prima disfunzionale poi patologico dei distretti anche distali dall’afferenza
interessata.
Si pensi ad esempio alle posizioni anomale del capo necessarie a compensare una visione
binoculare compromessa con la testa in ortoposizione soggettiva che coinvolgono il distretto
cranio-cervico-mandibolare, oppure alle asimmetrie del tronco assunte per evitare un dolore
ricorrente che inducono adattamenti nei distretti distali come la posizione del cingolo scapolare, i
rapporti dell’articolazione temporomandibolare, il feedback dell’apparato vestibolare, il carico
sull’appoggio podalico e il sistema visivo inducendo nuova organizzazione dei meccanismi tonicofusionali degli occhi.
In una visione più allargata rispetto a quella di una singola area scientifica, che non si limiti
all’apparato che, provocando dolore, ha richiamato l’attenzione dell’Utente, la valutazione, la
diagnosi e il trattamento vanno definiti dai diversi clinici, all’interno delle proprie competenze,
che appartengono all’area posturale. Risulta quindi indispensabile giungere ad un approccio
comune e ad una analisi delle funzioni (prove semeiologiche) che possano orientare il clinico
nell’identificare la presenza di una possibile disfunzione degli apparati correlati a quello di propria
competenza, così da suggerire l’invio allo specialista di riferimento.
L’approccio richiede di conoscere come funzionano gli altri apparati e di come essi si legano gli uni
agli altri tramite il Sistema Nervoso Centrale (SNC). Le prove semeiologiche, in questo caso divise
in un approccio anamnestico mirato ed una sequenza di test visuo-posturali, hanno lo scopo di
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fornire indicazioni sull’eventuale interessamento di altri apparati e di poter parlare un linguaggio
comune con i diversi specialisti che si occupano dell’organizzazione del sistema posturale stesso.
Di seguito sono sinteticamente descritte le componenti che il sistema visivo ha in relazione nel
contesto posturale e le possibili noxae (perturbazioni) foriere di disfunzione visuo-posturale.
Il recettore oculare nel contesto posturale
Nel sistema posturale l’occhio ha una duplice funzione recettoriale: esterocettiva propriocettiva.
La funzione esterocettiva riguarda le informazioni che arrivano dall’ambiente esterno e, a livello
oculare, la percezione è di competenza retinica attraverso i suoi recettori: i coni e bastoncelli e
loro integrazione con le cellule ganglionari, amacrine, orizzontali e loro integrazione con il Sistema
Nervoso Centrale (SNC) [6].
La retina come esocettore
La retina fornisce informazioni sulla posizione del proprio corpo rispetto all'ambiente circostante
perché prende dall’esterno le informazioni sulla posizione e sulla dimensione degli oggetti esterni.
Proprio per questa caratteristica è possibile intuire che qualsiasi nuova correzione indotta
modificando la dimensione, la distanza apparente ed orientamento gli oggetti, sia in grado di
modificare il rapporto del sé con tutto ciò che si percepisce. Si pensi per esempio ai soggetti con il
difetto refrattivo dell'astigmatismo (1) non corretto (soprattutto per astigmatismi inferiori la
diottria) o parzialmente corretto con asse vicino ai meridiani orizzontale e verticale che si
presentano con il capo lievemente inclinato su una spalla per vedere meglio sull’asse di
astigmatismo e/o per orientalizzare meglio la percezione del mondo che è costruito da linee
verticali e orizzontali (ved. fig. 1) . Una volta corretti adeguatamente ovvero con una prescrizione
visiva che non si limiti alla compensazione del difetto visivo e della collaborazione dei due occhi,
bensì si estenda ad una attenzione posturale, per esempio dell’atteggiamento viziato della testa, i
soggetti che manifestano cervicalgia spesso riferiscono un miglioramento della sintomatologia
e/o della tensione muscolare. Il perché va ricercato nella nuova prescrizione visuo-posturale che
libera la posizione adattativa del collo per utilizzo visivo (Fig. 2,3,4). Una volta eliminato
l'adattamento viziato del capo indotto dalla funzione visiva è possibile trattare con maggior
facilità e migliorando il tempo di ripristino alla fisiologia attraverso l'intervento di riequilibrio
posturale.
1
L’astigmatismo promuove maggiormente un adattamento del capo di origine visiva, proprio perché la visione dell’astigmatico ha una differente
nitidezza nei diversi piani dello spazio ossia vi è un piano di maggior visione e quello perpendicolare di peggiore percezione. Questo porta spesso il
soggetto ha sostenere un atteggiamento adattivo del capo per migliorare la qualità della visione sul piano (chiamato in ottica: meridiano) di minor
ametropia. I deboli astigmatismi, generalmente inferiori la diottria, ad asse vicino ai meridiani orizzontale e verticale non o parzialmente
compensati, spesso promuovono un compenso posturale con il capo lievemente inclinato su una spalla per vedere meglio sull’asse di astigmatismo
e/o per orientalizzare meglio la percezione del mondo che è costruito da linee verticali e orizzontali (fig 2,3,4).
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Fig. 1. Astigmatismo e posizione viziata del capo
Secondo l’orientamento posturologico sono le piccole perturbazioni sul sistema
posturale ad essere in grado di provocare i maggiori adattamenti in distress per
il sistema tonico posturale
I deboli astigmatismi non corretti o parzialmente compensati ad asse vicino ai
meridiani principali, spesso promuovono un compenso posturale della testa
per vedere meglio sull’asse di astigmatismo e/o per orientalizzare meglio la
percezione del mondo che è costruito da linee verticali e orizzontali.
Fig. A in alto: soggetto con asse bipupillare parallelo all'orizzonte. Sulla sinistra
è mostrata la percezione al test della raggiera dell'astigmatismo contenuto nel
test VAD (ved. sezione test) dove il soggetto percepisce maggiormente nitide le
linee oblique corrispondenti ai numeri dell'orologio 10-4.
Fig. B in basso: l'inclinazione del capo su una spalla (in questo caso sulla spalla
destra), il soggetto può percepire maggiormente nitide le linee della raggiera
sull'asse orizzontale corrispondenti ai numeri dell’orologio 9-3.
La presenza di astigmatismo è in grado di promuovere un adattamento del
capo in Posizione Anomala del Capo (PAC).
Fig 2-3-4. Astigmatismo e prescrizione
Fig. 3
Fig. 2
Fig 4
Soggetto inclinato su spalla
destra di 20°. Vi è una
differenza di 20° tra la linea di
esplorazione visiva e il piano
orizzontale degli occhi, piano
dove avviene l’osservazione.
Durante l'esame della vista con attenzione visuo-posturale
bisogna portare attenzione all'atteggiamento spontaneo
del capo dell'utente a visita. Per esempio, i deboli
astigmatismi non corretti o parzialmente compensati ad
asse vicino ai meridiani principali, spesso promuovono un
compenso posturale della testa che, se mantenuta
inclinata durante l’esame della vista perché in
atteggiamento spontaneo (fig 2), altera l’asse finale di
prescrizione favorendone l’atteggiamento viziato del capo.
Una volta accertato che la natura della posizione anomala
del capo è di origine visiva, l’esame va effettuato con il
capo e occhialino dritti e con i centri ottici delle lenti
coassiali ai riflessi pupillari (fig. 3). In presenza di un
atteggiamento del capo di origine multifattoriale, è il
lavoro interdisciplinare l'unico modus operandi per il
corretto trattamento e ripristino, quando possibile, della
fisiologia posturale dell'individuo.
Muscoli extraoculari come informatori propriocettivi
La funzione propriocettiva riguarda le informazioni che provengono dal corpo ed in questo
contesto è relativa ad informazioni che sono collegate all’attività tonico muscolare extraoculare e
alle vie dell’oculocefalogira che si riflettono sui muscoli del collo e delle spalle fino ai piedi
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attraverso le vie autonome oculo-spinali, cervico-spinali, vestibolo-spinali ecc. Il Sistema Tonico
Posturale prende quindi le informazioni dai muscoli estrinseci dell’occhio (MOE) che, possedendo
particolari recettori (Fusi neuromuscolari, cilindri mio-tendinei), sono in grado di stabilire la loro
posizione rispetto la testa e il collo, il vestibolo, l’apparato stomatognatico, il tronco e l’appoggio
podalico [1,2,4,6].
La sensibilità propriocettiva della MOE è in grado quindi di informare il STP sulla posizione degli
occhi rispetto ai vari distretti corporei e questo serve al sistema per capire se gli occhi stanno
guardando dritto in avanti piuttosto che ruotati in altra direzione rispetto all’asse del corpo, come
ad esempio ruotati a sinistra per osservare una macchina mentre la testa volge altrove. Sono
inoltre una informazione a feedback sullo stato tonico della sostanza reticolare, centro di
afferenza sensoriale e propriocettiva che, tra le diverse competenze, partecipa alla modulazione
dei motoneuroni gamma dei muscoli del corpo [2,3,4,5,6].
La visione come entrata per il SNC
La funzione visiva deve possedere dei requisiti
essenziali per poter rimanere integrata e in coerenza
con il Sistema Tonico Posturale, così da permettere,
da un punto di vista motorio, un movimento prassico
e con il miglior dispendio energetico.
Compito della specialista della visione con attenzione
visuo-posturale è quello di approfondire le differenti
funzioni visive, compito del professionista che si
occupa di posturologia è quello di valutare,
attraverso la propria esperienza clinica e i test visuoposturali standardizzati, se il soggetto che è venuto
alla Sua attenzione, ha un sistema visivo integrato,
ovvero necessita di un inquadramento
interdisciplinare.
I disturbi del sistema visivo
I disturbi del recettore visivo che possono perturbare il sistema posturale sono principalmente:
- Da esterocezione (retina) derivanti da: alterazioni dell’organo occhio (retinopatie, glaucoma,
chertocono ecc), difetti della refrazione e loro adeguata correzione, anomalie della funzione
accomodativa (della messa a fuoco), da condizioni refrattive particolari come l’anisometropia
(differenza di potere nei due occhi), dalla qualità delle lenti di correzione e dalla qualità della
funzione binoculare nella sua componente sensoriale (per es. la soppressione di un occhio), da
alterazioni organiche, dalla tipologia della montatura (curvatura e campo visivo), ecc.
- Da propriocezione (muscolare extraoculare) le anomalie della visione binoculare: gli strabismi, i
deficit di convergenza, insufficienza di divergenza, eteroforie e disparità di fissazione orizzontale /
verticale (con delle particolari caratteristiche quindi non tutte le ipoconvergenze, le eteroforie o
le disparità di fissazione sono disfunzionali), i deficit della oculomotricità, geometrie di lenti non
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adeguate al contesto visivo occupazionale del soggetto o in rapporto con adattamenti posturali
preesistenti, da occhiali non correttamente centrati, dalla geometria delle lenti, prismi ecc.
Le terminazioni nervose sensoriali retiniche, le propriocettive oculari muscolari attraverso i fusi
neuromuscolari e le palisade Endings, assicurano quindi afferenze specifiche sulla percezione e
sulla posizione dei globi oculari nelle orbite, per mezzo di vie riflesse sensorio-propriocettiveposturali. La pratica quotidiana suggerisce che le due categorie si fondono una nell’altra dato che
in un problema visivo risultano più o meno interessate le diverse componenti del sistema,
compresi i rapporti tra accomodazione (messa a fuoco) e convergenza.
Le figure di seguito descrivono sommariamente le noxae e i quadri clinici in grado di produrre un
adattamento in distress ovvero disfunzionale.
Occhio posturale
L’occhio posturale nelle sue due
componenti: esocettiva e
propriocettiva.
Le modifiche della percezione
visiva come la variazione
dell'acutezza visiva e occhiale
richiedono un adattamento della
componente esocettoriale
dell’occhio, mentre le variazioni
indotte della muscolatura
extraoculare come le forie, le
ipoconvergenze, disturbi nella
collaborazione binoculare (dei due
occhi) le richiedono per la
componente propriocettiva.
Occhio posturale
Sono elencate le principali
condizioni cliniche e cause in grado
di produrre un adattamento in
distress (disfunzionale) sia pe la
componente di esocezione sia di
propriocezione.
Solo una adeguata valutazione
della funzione visiva che si integri
con le conoscenze del sistema
posturale, è in grado di orientare il
clinico verso un trattamento
integrato con la funzione
posturale.
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L’esterocezione e la propriocezione si collocano quindi nello spazio-tempo circostante; le
strutture nervose modulano, a partire da queste informazioni, gli adattamenti posturali in tempo
reale. Il SNC utilizza le informazioni dei recettori per rilevare le perturbazioni e variazioni nel
movimento e gesto motorio e mettere in atto, prima dell'inizio del movimento, specifiche
strategie basate sull'integrazione dei riflessi primitivi e sull'esperienza pregressa. Gli
aggiustamenti posturali vengono compiuti per mezzo di due principali tipi di meccanismi: i
movimenti anticipatori chiamati feedforward e i movimenti di retroazione dal nome feedback.
Gli occhi guidano il corpo
La visione è la principale sorgente della sensazione cinestesica e dà il contributo maggiore nella
pianificazione del movimento. Per esempio, la visione può compensare la mancanza di
informazioni propriocettive attraverso i meccanismi di feedforward e feedback. Se un soggetto è
in grado di vedere prima il
braccio prima di compiere il
movimento, si ha una notevole
riduzione degli errori di direzione
e ampiezza del movimento,
anche quando il soggetto non ha
la possibilità di osservare l’arto
durante la sua esecuzione
(Kandel E. et Al 1994). Di contro,
i deficit di regolazione a feedback
e feedforward alterano la
capacità
di
utilizzare
correttamente la visione anche
nel caso del controllo dei
movimenti lenti degli arti
(Ibidem).
Solo una adeguata valutazione della funzione visiva che si integri con le conoscenze del
sistema posturale, è in grado di orientare il clinico verso un trattamento integrato con la
funzione posturale. Avere poi un linguaggio comune con gli altri professionisti che si
occupano di posturologia, offre la possibilità semplice e concreta di vero lavoro
interdisciplinare. I test visuo-posturali sono il mezzo per comunicare in modo preciso,
efficace e standardizzato.
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Nota sulla relazione: movimento oculare, muscoli del capo e apparato vestibolare
Occhi e movimento del capo
Il legame neurofisiologico che lega gli occhi ai movimenti del capo si esplica attraverso diversi riflessi. Il riflesso
cervico-oculare (COR) coopera alla stabilizzazione dello sguardo durante i movimenti di rotazione del collo,
producendo una deviazione compensatoria degli occhi uguale a di segno contrario alla rotazione del collo. In questa
circostanza, il COR ha una funzione sinergica con il riflesso vestibolo-oculomotorio VOR, ma con un guadagno
decisamente più basso.
I riflessi cervicali sono maggiormente implicati nella stabilizzazione dello sguardo durante i movimenti coordinati
della testa e del collo controllando la muscolatura cervicale e la postura più che la posizione degli occhi.
Il Fascicolo Longitudinale Mediale (FLM) è la via di connessione tra i nuclei motori dei muscoli oculari (3,4,6 nc), il
nervo vestibolare (8n.c.) e il nucleo motore del nervo accessorio (11 nc) che innerva lo sternocleidomastoideo e il
trapezio, principali attori del movimento del capo. Le relazioni neurologiche sono omesse.
La postura influenza la visione
Se si assume che il sistema visivo è uno dei principali informatori del cervello per
l’aggiustamento posturale e che qualsiasi variazione dell’entrata visiva (problema di
convergenza oculare, eteroforie posturalmente significative, problematiche di messa a fuoco,
variazione del difetto visivo, nuovo occhiale ecc.) può influenzare l’assetto posturale in termini
di distribuzione del peso, della posizione della colonna vertebrale, quindi di una modifica tonica
muscolare in tutto il corpo, si può anche affermare che un atteggiamento posturale, dovuto a
diversi fattori, che influenza, per esempio, la posizione della testa e la mobilità del collo, è in
grado di modificare la posizione degli occhi rispetto al cranio e, quindi, l’equilibrio tonico e
percettivo degli occhi con riduzione delle performance visuo-cognitive e visuo-motorie.
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Funzione dei test visivi in campo posturale [6]
Nella clinica posturale si è evidenziato che problemi posturali, stati muscolari-tensivi anomali e/o
asimmetrici possono comparire a distanza rispetto al disturbo visivo che li ha provocati, come ad
esempio il torcicollo di origine oculare se protratto nel tempo provoca un’asimmetria tensiogena
con ripercussioni su tutto il sistema posturale e, più frequentemente sull’equilibrio rachideo la cui
evoluzione può determinare un processo disfunzionale che si cronicizza nel tempo.
Diventa quindi necessario avere una batteria di test visivi con attenzione posturale sia per
valutare eventuali interrelazioni tra i due sistemi sia per poter comunicare in modo idoneo con i
professionisti del settore posturale.
Test visuo-posturali
I test Visuo-posturali identificano come il sistema visivo, nelle sue due componenti
esocettoriale e propriocettivo, è integrato nel sistema Tonico Posturale ovvero se è
disturbante per la funzione posturale e stomatognatica.
Sono una sequenza standardizzata che disciplinano la terminologia descrittiva e la
nomenclatura utili a scrivere i risultati dei test, sviluppando in tal modo l’adozione di un
linguaggio posturale interdisciplinare comune.
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Protocollo di test visuo-posturali
Che cos’è
Il protocollo dei test visuo-posturali (VP) identifica come il sistema visivo, nelle sue due
componenti esocettoriale (a partenza retinica) e propriocettivo (a partenza muscolare oculare), è
integrato nel sistema Tonico Posturale ovvero se è disturbante per la funzione posturale e
stomatognatica [6].
I test VP sono una sequenza standardizzata, veloci e di semplice esecuzione che disciplinano la
terminologia descrittiva e la nomenclatura utili a scrivere i risultati dei test, sviluppando in tal
modo l’adozione di un linguaggio posturale multidisciplinare comune. Ogni test è corredato da un
manuale completo che chiarisce come eseguire il test, come interpretare i dati e cosa fare.
Cosa serve
Utilizzare i test visuo-posturali consente di avere uno strumento d’indagine per valutare il grado
di relazione tra il sistema visivo, quello posturale e stomatognatico. Il confronto dei valori prima e
dopo aver inserito una variabile (per esempio in reset position occlusale Vs. posizione di massima
intercuspidazione, prima e dopo un trattamento riabilitativo, prima e dopo un bite, con e senza
appoggio podalico, ecc), è interpretabile come riduzione o aumento, equilibrio o
disorganizzazione dello stato tonico neuro-visuo-posturale e/o percettivo, indici che danno
stabilità al snc. I dati di confronto sono necessari e da prendere in considerazione nella fase
diagnostica e come orientamento al trattamento ovvero indicazione di intervento
interdisciplinare. I test valutano l’impatto del trattamento sulla funzione visiva.
Per ogni test è presente una scheda di compilazione per l’inserimento veloce dei dati utile a
confrontarli dopo aver inserito la variabile scelta.
Test VAD
Il test Visual Acuity Difference (VAD) è stato creato per determinare se l’eventuale differenza di
qualità visiva tra i due occhi favorisce l’adattamento del capo in una posizione viziata, in grado
quindi di modificare l’equilibrio mio-tonico posturale (come per l’ipoacusico monolaterale che
presenta un adattamento del capo verso l’orecchio normoacusico).
Confronta inoltre la percezione monoculare (di un occhio) Vs. binoculare (di entrambi gli occhi
contemporaneamente) per determinare se il soggetto ha un possibile problema di
collaborazione binoculare meritevole di approfondimento specialistico; ed è un test che
Test VAD - Visual Acuity Difference and Mono Vs. Bino
Perception
Funzioni del test VAD:
1. Identificare se la componente esocettoriale della
funzione visiva non è correttamente integrata nel
Sistema Tonico Posturale ovvero è potenzialmente
disfunzionale
2. Identificare la presenza del vizio refrattivo di
astigmatismo e una differenza significativa di acutezza
visiva tra i due occhi. Tali fattori, se presenti,
favoriscono una Posizione Anomala del Capo (PAC) in
grado di modificare l’equilibrio mio-fasciale.
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identifica la presenza di astigmatismo e la relazione che esso ha con la Posizione Anomala del
Capo (PAC).
Il test VAD è un test visuo-posturale che non valuta i decimi di visus, bensì indaga come la
componente esocettoriale del sistema visivo è integrata con il sistema tonico posturale.
Presenza di astigmatismo e PAC
Esempio di risposta positiva al test VAD – orologio
astigmatico: presenza di astigmatismo non
compensato
Con il capo in PAC abituale, nell’esempio con
inclinazione su spalla dx (flessione laterale dx), il
soggetto percepisce più nitide le linee del
quadrante orizzontale, nella direzione 9-3, mentre
in ortoposizione il soggetto percepisce più nitide le
linee del quadrante nella direzione 4-10. Se vi è una
variazione di percezione delle linee, la PAC è anche
legata al sistema visivo.
Test della convergenza oculare Visuo-Posturale
Valuta e quantifica la capacità volontaria di
convergenza oculare e consente di verificare se la
postura abitualmente assunta dal soggetto è foriera di
problemi di binocularità e di riduzione del rendimento
cognitivo. Nella pratica clinica posturologica è
regolarmente utilizzato per la rilevazione e
monitoraggio di variazioni conseguenti a modificazioni
dell’assetto posturale e/o ortodontico. Il movimento
della convergenza è attivato da più centri cerebrali per
cui non esiste il centro della convergenza bensì una loro
integrazione, in funzione del movimento da compiere,
che coinvolge: la corteccia, il talamo, i nuclei della base,
il cervelletto, il sistema trigeminale, e la sostanza
reticolare, quest'ultima regolatrice del tono dei muscoli
extraoculari.
In ambito visuo-posturale la valutazione del test della
convergenza V-P rappresenta un importante dato clinico
che descrive l’eventuale asimmetria di tono dei muscoli
oculari dovuta ad una perturbazione centrale (SNC).
Risulta utile confrontare i risultati clinici del test in
rapporto all’occhio dominante, alla posizione dei cingoli
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Mira del test di convergenza visuo-posturale VPTC
Ipoconvergenza e adattamento del capo
L’ipoconvergenza oculare è foriera di un
adattamento posturale del capo (PAC) la
cui posizione sarà in funzione della
disponibilità tonico-mio-artro-fasciale del
sistema e non seguendo schemi lineari di
adattamento. I test sono eseguiti con una
mira morfoscopica codificata per un
linguaggio
posturale multidisciplinare
comune.
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scapolari e pelvico, ai piedi, alle interferenze stomatognatiche, ovvero alle alterazioni occlusali e
all’articolazione temporo-mandibolare (ATM) o alla posizione dello sportivo che assume durante
l’attività, per esempio mentre tira a canestro, mentre colpisce la palla ecc.. Il test della
convergenza V-P valuta la componente propriocettiva del sistema visivo.
Test della foria visuo-posturale
La foria VP è un test che interrompe il riflesso di fusione
quindi dissocia la visione binoculare portando un occhio
nella posizione di riposo tonico neuro-muscolare che viene
denominata: eteroforia.
In ambito posturale la foria è definita come organizzazione
funzionale del sistema visivo e fornisce informazioni su
come l’individuo ha organizzato la propria relazione con
l’ambiente che percepisce. In ambito posturale la foria è
quindi vista come la descrizione dell’allineamento
dell’intero corpo in relazione all’oggetto osservato, con ciò
che vede. Valutarla serve ad identificare come il corpo
risponde alla percezione visiva dell’ambiente, dato
fondamentale perché ci muoviamo nell’ambiente e ci
adattiamo ad esso attraverso la visione!
Quantifica le variazioni di tono dei
muscoli oculari. Tempo di esecuzione:
meno di un minuto mantenendo una
ottima affidabilità.
In clinica visuo-posturale la valutazione della foria da
lontano dà inoltre indicazioni sullo stato ed equilibrio
Risposte al test della foria verticale.
tonico della funzione visiva che è il precursore Immagine contenuta nel manuale che
dell’organizzazione del movimento. Eventuali variazioni pre chiarisce come eseguire il test, come
e post trattamento, sono interpretabili come riduzione o interpretare i dati e cosa fare.
aumento dello stato tonico neuro-visivo-posturale per cui da prendere in considerazione come
orientamento al successivo trattamento ovvero indicazione di intervento interdisciplinare.
Il test è specifico in campo posturologico e identifica la presenza, direzione e valore di eteroforia
orizzontale, verticale e torsionale. Valuta la posizione di riposo neuro-muscolare dei muscoli
dell’occhio ossia il tono che il snc manifesta sui muscoli oculari in assenza di fissazione binoculare
senza e con l’introduzione di variabili posturali.
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Test di Allineamento Oculocefalogiro
Cosa valuta il TAO test
Il TAO test ha una doppia valenza, serve a:
1. Valutare il grado di integrazione tra i sistemi funzionali:
visione, gravicettori vestibolari e propriocettori muscolari del
rachide cervicale. Se vi è coerenza tra le diverse afferenze
recettoriali, si ha maggiore prevedibilità di organizzazione e di
risposta in eustress verso il trattamento (visivo, posturale,
odontoiatrico ecc) che il clinico ha deciso di intraprendere;
mentre in caso di incongruenza, in funzione del contesto
ambientale che richiede una primarietà di informazione di un
sistema sugli altri, si potrà avere una riduzione della performance
visiva se essa sarà compensatrice, ovvero un aumento della
probabilità di tensione, dolore cervicale o senso di instabilità
qualora fossero questi ultimi ad adattarsi ad una richiesta visiva
primaria. In ogni caso si assiste ad una riduzione del range di Riepilogo sequenza base test TAO
tolleranza biologico.
Il manuale di istruzioni descrive ogni
2. Valutare l’occhio preferenziale di sguardo come dominanza passaggio e dettaglia le differenti
risposte ottenute al test TAO
oculare di fissazione. Valutare la dominanza oculare di fissazione
è un utile dato visuo-posturale perché la dominanza oculare dirige lo sguardo sul bersaglio di
interesse adattando testa e collo per cui contestualizza l'atteggiamento posturale valutato
durante gli altri test, per esempio sullo scoliosometro. Inoltre rapportare l'occhio dominante con i
risultati ottenuti attraverso il test di percezione VAD e il test
propriocettivo della convergenza oculare visuo-posturale, precisa il
“peso” del sistema visivo sulla causa che promuove l’atteggiamento del
capo anomalo. Per esempio, quando l’occhio dominante di fissazione
vede meno del subdominante, o in presenza di dominanza crociata tra
occhio e mano (per es. occhio destro dominante, mano sinistra
dominante), si hanno maggiori probabilità che il soggetto si adatti in
torsione.
Il Test di Allineamento Oculocefalogiro (TAO) è uno dei test visuo-posturali inserito nel libro:
“Esame visuo-posturale”: procedure, interpretazione e standardizzazione per un una clinica e
linguaggio condivisi. Contiene inoltre un protocollo e una scheda di inserimento unificata. In fase
di stampa.
La dominanza oculare di fissazione dirige lo sguardo sul
bersaglio di interesse adattando testa e collo
La figura di sinistra evidenzia un adattamento posturale con
il capo ruotato verso l’occhio dominante con posizione
dell’occhio in abduzione (verso l’esterno), la figura di destra
mostra una rotazione del capo verso l’occhio dominante ma
in adduzione (vero il naso)
In funzione quindi della dominanza oculare di fissazione, il
capo si adatta per offrire il miglior angolo visuale durante il
compito visivo. Le strutture collegate al rachide cervicale e
al cingolo scapolare, si adatteranno di conseguenza.
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Autore: Luca Giannelli - www.visionepostura.it
Gruppo facebook interdisciplinare per professionisti in posturologia: Clinica visuo - posturale
Conclusione
La funzione visiva, rappresentando uno dei principali recettori per la strategia di assetto
posturale, è anch’essa soggetta a regolare l’engramma posturale quindi a far adattare altri sistemi
ad essa correlata. Ogni qualvolta vi sia una variazione percettiva di come si vede, una adozione o
modifica della prescrizione di lenti, cambio di occhiale in termini di modifica della forma
dell'occhiale, geometria lenti e modalità di centratura o di variazioni dell’equilibrio binoculare è
utile indagare le eventuali modifiche nella strategia di assetto posturale e relativo equilibrio e
coerenza con gli altri sistemi recettoriali. Come sistema integrato anche una disfunzione posturale
è altresì in grado di influenzare l’equilibrio percettivo e tonico della visione; l’approccio
interdisciplinare rappresenta quindi il presente dell’attività clinica e i test visuo-posturali sono il
mezzo di comunicazione tra le diverse discipline che si occupano dell’assetto posturale.
informazioni: www.visionepostura.it
Bibliografia
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Guyton A.: “Trattato di fisiologia medica”. Piccin, 1987
Baldissera F.: “Fisiologia e Biofisica Medica” III ed. Poletto (2005).
Saraux H.; Biais B.: Manuale di fisiologia oculare. Masson Italia Edizioni. Milano 1986
Giannelli L.: “Esame visuo-posturale”. Procedure, interpretazione e standardizzazione per un una clinica e linguaggio condivisi.
In fase di stampa.
L’autore
Dr. Luca Giannelli
Dottore in Ortottica, perito ottico, Ottico Optometrista, Massoterapista mcb
Direttore della prima scuola italiana di Clinica Neuro - Visuo -Posturale - Milano
Clinica ortottica, optometrica e visuo-posturale presso il Polispecialistico Euromedica - Milano
Clinica visuo-posturale presso il Polispecialistico Take care. - Milano
Docente al corso di perfezionamento: Posturologia Clinica integrata in età evolutiva - Università degli
studi di Brescia (per medici e odontoiatri)
Docente al Master in Posturologia clinica - Università degli Studi di Napoli Federico II
Docente al corso di perfezionamento: Occlusione e Postura – Seconda Università degli studi di Napoli –
Scuola di specializzazione in ortognatodonzia
Docente al Master in Posturologia clinica - Università degli Studi di Genova
Docente per la scuola di Osteopatia TCIO - Milano
Coordinatore dell’Equipe di Ergoftalmologia - Medicina del Lavoro di Istituto Scientifico Intervision
Coautore del libro: “La consegna delle lenti progressive ed esercizi di adattamento” Fabiano Ed. 2009
Coautore del Libro Coautore del libro: “L’esame visivo efficace” Medical Books 2012.
Scrive per le riviste del settore.
Facebook: amministratore del gruppo: clinica visuo - posturale
Riferimenti: www.visionepostura.it
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