Cosa bisogna sapere sul carcinoma mammario. Brochure completamente rielaborata secondo le conoscenze più recenti. Indice Cosa bisogna sapere sul carcinoma mammario Informazioni generali Anatomia del seno Cancro al seno Rischio di cancro al seno 4 5 5 6 8 Riconoscimento e diagnosi Diagnosi precoce Screening mammografico Ecografia mammaria Esame del seno eseguito dal medico Autoesame del seno Sintomi Diagnosi Esame clinico del seno Mammografia diagnostica Ecografia mammaria Tomografia a risonanza magnetica Biopsia Altri esami 10 10 11 11 12 12 12 13 13 14 14 14 14 15 Stadiazione 16 Trattamento e decorso successivo Metodi di trattamento Intervento chirurgico Radioterapia Chemioterapia Terapia ormonale Immunoterapia Possibilità terapeutiche nei singoli stadi della malattia Carcinoma mammario metastatizzato Carcinoma mammario recidivante Effetti indesiderati del trattamento antitumorale Medicina complementare Ricostruzione mammaria Impianti Ricostruzione del seno Decorso post-trattamento 18 20 22 24 25 25 26 26 28 29 30 33 33 33 34 34 Sostegno delle donne colpite da carcinoma mammario 36 Le promesse della ricerca sul cancro Ricerca sul riconoscimento e la diagnosi Ricerca sulle terapie 38 39 40 Glossario 41 Indirizzi importanti 46 Links 49 51 55 Domande della paziente al medico: Annotazioni Cosa bisogna sapere sul carcinoma mammario. Il carcinoma mammario (cancro al seno) è il tipo di cancro più diffuso fra la popolazione femminile in Svizzera. Le statistiche parlano di circa 5000 casi all’anno tra le donne (e circa 34 tra gli uomini!). Questa brochure si propone di offrire importanti e utili informazioni su questa patologia a tutte le pazienti colpite dal cancro al seno, nonché ai loro familiari e amici. Non si rivolge unicamente alle pazienti malate, ma a tutte le persone che desiderano maggiori informazioni su questo tipo di cancro. 4 Nella brochure vengono descritti la diagnosi precoce, i segni iniziali, i metodi diagnostici, i trattamenti e il decorso successivo, nonché le possibilità di riabilitazione. Informazioni generali Anatomia del seno Il seno femminile è composto prevalentemente da ghiandole in grado di produrre latte. Ciascuna mammella è sostenuta dai muscoli pettorali che ricoprono le costole. Il seno è composto da 15 – 20 sezioni chiamate lobi, ciascuna delle quali contiene più lobuli, formati da grappoli di minuscole ghiandole deputate alla produzione di latte. Il latte fuoriesce dai lobuli attraverso condotti sottili, i dotti galattofori, affluendo al capezzolo, che si trova al centro di un’area di cute più scura, detta areola. Lo spazio tra i lobuli e i dotti galattofori è occupato da tessuto adiposo. Le mammelle contengono anche vasi linfatici che trasportano un liquido chiaro, la linfa, e che collegano piccoli organi di forma circolare, i linfonodi. Grappoli di linfonodi sono situati in prossimità della mammella, nella cavità ascellare (sotto il braccio), sopra la clavicola, nella cassa toracica, dietro allo sterno e in molte altre parti del corpo. I linfonodi hanno la funzione di combattere i batteri, le cellule tumorali o altre sostanze nocive che possono essere presenti nel sistema linfatico. 5 In queste immagini sono illustrate le parti anatomiche della mammella, i linfonodi e i vasi linfatici adiacenti. Cancro al seno Il cancro ha origine nelle cellule somatiche, i «mattoni» che costituiscono i tessuti, i quali a loro volta formano gli organi. Normalmente le cellule crescono e si dividono, dando origine a nuove cellule, nella misura in cui l’organismo lo richiede. Quando le cellule invecchiano, muoiono e vengono sostituite da cellule nuove. Talvolta, questo processo regolare sfugge al controllo dell’organismo: si formano nuove cellule di cui il corpo non ha affatto bisogno e le cellule vecchie non muoiono, al contrario di quanto dovrebbe accadere. Queste cellule in eccesso possono formare una massa di tessuto che viene definita neoplasia o tumore. Non sempre un tumore è un cancro. I tumori possono essere benigni o maligni. Il tumore benigno non è un cancro. Raramente ha una prognosi infausta. In genere, i tumori benigni possono essere asportati e raramente si riformano. Le cellule dei tumori benigni non si diffondono ai tessuti adiacenti o ad altre parti del corpo. Il tumore maligno è un cancro. Nel complesso è più grave del tumore benigno e può avere una prognosi infausta. Spesso i tumori maligni possono essere asportati, ma è possibile che si ripresentino. 6 Le cellule dei tumori maligni possono invadere i tessuti e gli organi adiacenti e danneggiarli. Può anche accadere che alcune cellule si stacchino da un tumore maligno e riescano a penetrare nel circolo sanguigno o nel sistema linfatico. In questo modo le cellule tumorali si diffondono dal tumore originario (tumore primario) e formano nuovi tumori in altri organi; questa diffusione del cancro viene definita metastatizzazione. Se le cellule del carcinoma mammario penetrano nel sistema linfatico, possono essere individuate nei linfonodi situati in prossimità della mammella. Attraverso il sistema linfatico o il circolo sanguigno le cellule tumorali possono raggiungere anche altri organi. Quando il cancro si diffonde (metastatizza), il nuovo tumore presenta cellule anomale dello stesso tipo e viene chiamato con lo stesso nome del tumore primario. Se, per esempio, un carcinoma mammario si diffonde alle ossa, le cellule tumorali presenti nelle ossa sono cellule di carcinoma mammario. La patologia è quindi un carcinoma mammario metastatizzato e il trattamento da seguire sarà quello del carcinoma mammario, non del cancro osseo. Questo tipo di tumore viene definito anche metastasi a distanza. 7 Rischio di cancro al seno Le cause precise del cancro al seno sono sconosciute; è certo, tuttavia, che traumi, contusioni o pressioni del seno non possono provocare il carcinoma mammario. Inoltre il cancro al seno non è contagioso. Nessuno può prendere questa malattia da un’altra persona. La ricerca ha dimostrato che le donne che presentano, tra l’altro, i seguenti fattori di rischio sono colpite più frequentemente da questa malattia: 8 • Età: la probabilità di ammalarsi di cancro al seno aumenta con l’età. Le donne sopra i 60 anni sono quelle più a rischio. • Cancro pregresso: il cancro a una mammella aumenta il rischio per l’altra mammella. • Familiarità: se la madre, una sorella o una figlia sono state colpite da cancro al seno, il rischio di ammalarsi aumenta. • Alterazioni genetiche: le alterazioni di particolari geni (BRCA1, BRCA2, ecc.) aumentano il rischio di cancro al seno. • Fumo: il consumo di tabacco aumenta il rischio di cancro. • Anamnesi ginecologica: altri fattori di rischio sono l’età avanzata al primo figlio, il menarca precoce (prima dei 12 anni), la menopausa tardiva (dopo i 55 anni) o la nulliparità. Le donne che assumono solo estrogeni nell’ambito di una terapia ormonale presentano un rischio lievemente superiore di sviluppare un cancro al seno; le donne che assumono estrogeni e gestageni presentano un rischio notevolmente più elevato. Studi recenti hanno dimostrato che, nell’ ambito di una terapia ormonale combinata (estrogeni e gestageni), i casi di cancro al seno aumentavano di circa 8 su 10000; gli studi, tuttavia, hanno dimostrato anche che la terapia ormonale riduce la probabilità di ammalarsi di cancro all’intestino (6 casi in meno su 10000). L’aspettativa di vita per le donne sottoposte a terapia ormonale rimane comunque invariata. • Tessuto mammario denso: le donne in età più avanzata con tessuto mammario denso (non tessuto adiposo) presentano un rischio di cancro al seno più elevato. • Sovrappeso patologico dopo la menopausa: dopo la menopausa le donne obese hanno un rischio più elevato di sviluppare il cancro al seno. Possono essere ritenute obese le donne con una percentuale patologicamente elevata di tessuto adiposo (Body Mass Index > 30). Conoscere i fattori di rischio è utile, tuttavia è anche importante sapere che la maggior parte delle donne cosiddette «a rischio» non si ammala di cancro al seno. 9 Riconoscimento e diagnosi. Diagnosi precoce. Gli esami di diagnosi precoce (screening) vengono eseguiti prima che compaiano i sintomi e possono aiutare il medico a riconoscere e a trattare tempestivamente il cancro. Un trattamento è tanto più efficace quanto più precoce è stata la diagnosi. 10 Screening mammografico La mammografia è una radiografia del seno, ma la dose di raggi X impiegata è molto limitata. Un volo Zurigo–New York espone il corpo a una quantità di radiazioni molto superiore a quella di una mammografia. Lo screening mammografico permette spesso di scoprire un nodulo al seno prima che questo sia riconoscibile alla palpazione e di individuare minuscoli depositi di calcio (microcalcificazioni). Noduli o calcificazioni possono essere indice di cancro. Se la mammografia evidenzia un settore anomalo, è necessario eseguire altre radiografie o eventualmente una biopsia. La biopsia è l’unico modo per stabilire con certezza l’eventuale presenza del cancro. La mammografia è uno strumento estremamente efficace perché consente al medico di riconoscere tempestivamente il cancro al seno. (Attualmente è l’unico sistema per scoprire microcalcificazioni sospette, che possono indicare la presenza di un cancro nei dotti galattofori in uno stadio molto precoce.) Può tuttavia accadere che: • Sul mammogramma non siano visibili tumori già presenti (risultato falso negativo). • Sul mammogramma siano visibili alterazioni sospette che in seguito non risultano essere maligne (risultato falso positivo). • Alcuni tumori a rapida crescita si siano già diffusi in altre parti del corpo prima di essere scoperti dalla mammografia. È consigliabile discutere con il proprio medico l’opportunità di una mammografia in occasione dei controlli di routine. In alcuni cantoni (FR, GE, JU, VD, VS, situazione al 2005), le donne sopra i 50 anni vengono invitate ogni due anni a sottoporsi a una mammografia praticamente gratuita. La decisione di approfittare di questa offerta rimane comunque del tutto personale. Ecografia mammaria Si tratta di un esame che prevede l’utilizzo di ultrasuoni ad alta frequenza. Un medico esperto, con un’apparecchiatura di qualità adeguata, è in grado di scoprire noduli con dimensioni a partire da circa 0,1 cm. Studi recenti hanno dimostrato che il tasso di scoperta è quasi pari a quello della mammografia. In caso di seni voluminosi e densi, l’ecografia è il metodo migliore per individuare la presenza di noduli. Se l’ecografia viene affiancata alla mammografia, il tasso di scoperta aumenta di circa il 30 %. 11 Esame del seno eseguito dal medico Durante l’esame clinico, il medico esegue la palpazione del seno e controlla eventuali differenze (per esempio di forma o dimensioni) tra le mammelle. Con i polpastrelli il medico esamina ciascuna mammella per individuare l’eventuale presenza di noduli, senza tralasciare il cavo ascellare e la clavicola. In genere, un nodulo deve avere le dimensioni di un pisello per poter essere individuato alla palpazione; una diagnosi sicura, tuttavia, non è possibile. Autoesame del seno Tutte le donne dovrebbero eseguire l’autoesame del seno almeno una volta al mese, per riconoscere possibili alterazioni delle mammelle. Eventuali cambiamenti, tuttavia, possono dipendere anche dall’avanzare dell’età, dal ciclo mestruale, da una gravidanza, dalla menopausa o dall’ assunzione della pillola anticoncezionale o di altri ormoni. Spesso il seno è gonfio e sensibile alla pressione anche direttamente prima o durante il ciclo mestruale. È consigliabile rivolgersi al medico qualora si notino alterazioni insolite durante l’autoesame del seno o in qualsiasi altro momento. 12 Sintomi Il carcinoma mammario può causare le seguenti alterazioni: • alterazioni della mammella o del capezzolo percepibili al tatto (noduli o indurimenti del seno o della zona adiacente o nel cavo ascellare; capezzoli dolenti al tatto); • alterazioni dell’aspetto della mammella o del capezzolo (cambiamenti di forma o dimensioni; ritrazione del capezzolo; pelle screpolata, arrossata o edematosa; ulcerazioni o infossamenti); • secrezione di liquido (secreto) dai capezzoli. Sebbene il carcinoma mammario in uno stadio iniziale sia di norma asintomatico, è importante che la donna consulti il proprio medico qualora compaiano dolori al seno o altri sintomi sospetti e persistenti. In genere, tali sintomi non sono indicativi di un carcinoma, ma è importante sottoporsi a un esame medico per poter riconoscere e trattare tempestivamente eventuali problemi. Diagnosi Se il medico conferma la presenza di un’alterazione della mammella, è necessario scoprire se questa è dovuta a un carcinoma mammario o se ha una causa diversa. Viene quindi eseguito un esame clinico; il medico pone anche alcune domande alla paziente per raccogliere l’anamnesi medica, familiare e personale. Generalmente viene prescritta una mammografia o un’altra tecnica di imaging, come per esempio un’ecografia mammaria o una tomografia a risonanza magnetica (MRT). In caso di formazione di tessuto sospetta, viene eseguita una biopsia per ricercare eventuali cellule tumorali. Esame clinico del seno Quando una donna scopre un nodulo al seno, il medico può ricavare molte informazioni dalla palpazione della parte interessata: i noduli di natura benigna spesso hanno caratteristiche diverse da quelli maligni. Tramite la palpazione il medico determina le dimensioni, la forma e la struttura del nodulo e ne verifica la mobilità. I noduli morbidi, lisci, rotondi e mobili sono generalmente benigni. Se il nodulo è duro, di forma irregolare e aderente al seno, si tratta con grande probabilità di cancro. Tuttavia, la sola palpazione non può fornire una diagnosi certa. 13 Mammografia diagnostica La mammografia diagnostica consiste in una serie di radiografie della mammella che consentono di ottenere immagini più chiare e dettagliate dei settori risultati anomali allo screening mammografico. Questo esame fornisce anche informazioni su alterazioni anomale come noduli, dolori, indurimenti, secrezione di liquido dai capezzoli o modifiche delle dimensioni o della forma delle mammelle. Durante la mammografia diagnostica è possibile esaminare in modo mirato un preciso settore del seno; a questo scopo vengono impiegate anche tecniche speciali e vengono eseguite più radiografie rispetto al normale screening mammografico. Ecografia mammaria Con l’ecografia è possibile stabilire se un nodulo è costituito da una cisti piena di liquido (e quindi non è un cancro) o da una massa solida (che potrebbe essere un cancro, ma non necessariamente). Le immagini vengono visualizzate dal medico su un monitor e dopo l’esame possono essere memorizzate e stampate. L’ecografia può essere associata alla mammografia. 14 Tomografia a risonanza magnetica La tomografia a risonanza magnetica (MRT) consente di ottenere immagini dettagliate del tessuto mammario. La MRT viene eseguita dopo la somministrazione di un mezzo di contrasto; può essere associata alla mammografia. Biopsia La biopsia consiste nel prelievo di liquido o di tessuto per stabilire con certezza la presenza o meno di carcinoma. In genere, per la biopsia la paziente viene indirizzata al chirurgo. Talvolta, la mammografia evidenzia un’area sospetta che non era stata individuata tramite la palpazione clinica. In questo caso, è possibile utilizzare tecniche diagnostiche di imaging per visualizzare l’area interessata e prelevare un campione di tessuto, come la biopsia ecoguidata con ago sottile o stereotassica. Il tessuto può essere prelevato dal seno con diversi sistemi: • Aspirazione con: Un campione di liquido e/o cellule viene prelevato da un nodulo ago sottile del seno per mezzo di un ago sottile. Se si sospetta che il liquido contenga cellule degenerate, il campione viene inviato in laboratorio dove sarà analizzato al microscopio da un patologo per verificare l’eventuale presenza di cellule tumorali. Se il liquido è chiaro, l’analisi in laboratorio non è necessaria. • Biopsia incisionale: Il prelievo di tessuto mammario viene eseguito con un ago di (punch) grosso calibro; un patologo esamina il campione di tessuto alla ricerca di cellule tumorali. Questo procedimento, definito anche agobiopsia, non provoca la diffusione di cellule tumorali nel corpo. • Biopsia chirurgica: Nella biopsia incisionale, il campione viene prelevato chirurgicamente da un nodulo o da un settore anomalo. Nella biopsia escissionale vengono asportati l’intero nodulo o l’intero settore sospetto. Successivamente, un patologo esamina il tessuto per individuare eventuali cellule tumorali. Se la presenza di cellule tumorali viene confermata, il patologo è in grado di stabilire di quale tipo di cancro si tratta: il cancro al seno più frequente è il carcinoma duttale che si sviluppa nelle pareti interne dei dotti galattofori. Un altro tipo di cancro, il carcinoma lobulare, si forma nei lobuli ghiandolari. Altri esami: Una volta formulata la diagnosi di cancro, sul tessuto prelevato vengono eseguiti speciali esami di laboratorio. I risultati di questi esami forniscono informazioni sulla malattia e consentono di pianificare un trattamento adeguato. Molte donne ammalate di cancro al seno vengono sottoposte a un test di determinazione dei recettori ormonali per stabilire se la crescita del cancro dipende dagli ormoni (estrogeno o progesterone). Il risultato è importante per la pianificazione del trattamento. In alcuni casi, si procede ad analizzare un campione di tessuto mammario per rilevare la presenza del recettore 2 per il fattore di crescita dell’epidermide umana (HER2) o del gene HER2/neu; se la presenza del recettore o del gene HER2 è confermata, aumenta la probabilità che il cancro possa ripresentarsi. In tal caso, però, è possibile proporre un trattamento con l’anticorpo trastuzumab. 15 Stadiazione. Per pianificare il trattamento, il medico deve conoscere l’estensione (lo stadio) della malattia. Lo stadio viene stabilito in base alle dimensioni del tumore e alla sua eventuale diffusione. Per determinare lo stadio del carcinoma (stadiazione) si eseguono radiografie ed esami di laboratorio in modo da stabilire se il cancro si è diffuso ad altre parti del corpo e, in caso affermativo, a quali. Quando il carcinoma mammario si diffonde all’esterno del seno, spesso le cellule tumorali si infiltrano nei linfonodi del cavo ascellare (linfonodi ascellari). L’estensione del carcinoma spesso è determinabile solo dopo l’asportazione chirurgica del tumore mammario e dei linfonodi del cavo ascellare. 16 In Europa, il carcinoma mammario viene classificato principalmente in base al sistema TNM: • Stadio Tis: Tumore in situ (anche carcinoma in situ). Un carcinoma lobulare in situ (LCIS) indica la presenza, nella parete interna di un lobulo, di cellule anomale che sono marcatori di rischio aumentato. Questo significa che una donna con LCIS è maggiormente a rischio di sviluppare in futuro un cancro invasivo in una delle mammelle (il rischio sussiste per entrambe le mammelle). Il carcinoma duttale in situ (DCIS) è una malattia precancerosa che colpisce la parete interna di un dotto galattoforo; viene definito anche carcinoma intraduttale. In questo caso, le cellule anomale non si sono diffuse all’esterno del dotto galattoforo e non si sono infiltrate nel tessuto mammario circostante. Può accadere, tuttavia, che un DCIS non trattato degeneri in un carcinoma invasivo. • Stadio I: Lo stadio I è uno stadio iniziale; questo significa che il tumore ha un diametro massimo di 2 cm. • Stadio II: Nello stadio II il diametro del tumore è maggiore di 2 cm, ma non supera i 5 cm nella dimensione massima. • Stadio III: Nello stadio III il tumore ha un diametro superiore a 5 cm. • Stadio IV: Lo stadio IV indica un cancro con estensione diretta alla parete toracica o alla cute, indipendentemente dalle dimensioni. • Cancro recidivante: Il cancro recidivante è un cancro che si ripresenta (recidiva) dopo un trattamento. Questo può verificarsi a livello locale (nella mammella o nella parete toracica) o in un’altra parte del corpo (per esempio nelle ossa, nel fegato o nei polmoni) 17 Trattamento e decorso successivo. Molte donne ammalate di cancro desiderano informarsi il più possibile sulla propria malattia e sulle opzioni di trattamento e partecipare attivamente alle decisioni sulle cure mediche a cui dovranno sottoporsi. Conoscere meglio la malattia aiuta molte pazienti a superarla, ma quante informazioni ricevere e come gestirle è una decisione del tutto personale. 18 Dopo lo shock provocato da una diagnosi di cancro è difficile fare mente locale su tutte le domande che si vorrebbero porre al medico. Come memorandum può essere utile preparare un elenco di domande da portare con sé in occasione della visita (vedere la pagina 51). In genere, il medico indirizza la paziente ammalata di cancro a uno specialista o è la paziente stessa a richiederlo. Durante il trattamento in genere la paziente è seguita da specialisti – ginecologo, oncologo, cardiologo e chirurgo plastico – che solitamente operano in collaborazione. In genere, il trattamento viene iniziato il più tempestivamente possibile, subito dopo la diagnosi. La maggior parte delle pazienti ha comunque tempo sufficiente per discutere con il proprio medico le possibilità di trattamento, per richiedere una seconda opinione o per informarsi meglio sul cancro al seno, prima di prendere qualsiasi decisione sul trattamento. La paziente che desideri una seconda opinione sulla diagnosi e sulle possibilità di trattamento dovrebbe consultare il proprio medico al riguardo. 19 Metodi di trattamento Esistono varie opzioni di trattamento del carcinoma mammario, dall’intervento chirurgico alla chemioterapia, dalla radioterapia alla terapia ormonale e all’immunoterapia. Nella maggior parte dei casi il fattore determinante nella scelta della terapia è lo stadio della malattia. In molti casi, il trattamento prevede la combinazione di più terapie; inoltre, in tutti gli stadi della malattia, le pazienti possono richiedere una terapia per combattere il dolore e altri sintomi, nonché gli effetti collaterali del trattamento e per alleviare i problemi emozionali. Queste terapie vengono definite terapie di sostegno o terapie palliative. Nel trattamento del cancro vengono impiegate terapie locali e/o sistemiche. • Terapia locale: L’intervento chirurgico e la radioterapia sono terapie locali, mirate cioè ad asportare (o distruggere) il tumore dalla mammella. In caso di cancro metastatizzato, la terapia locale può combattere la malattia solo nelle aree specifiche in cui viene applicata, non in altre parti del corpo. 20 • Terapia sistemica: Chemioterapia, terapia ormonale e immunoterapia sono metodi di trattamento sistemici, ovvero che penetrano nel circolo sanguigno e distruggono o combattono il cancro in tutto l’organismo. Alcune pazienti affette da carcinoma mammario vengono sottoposte a terapia sistemica per ridurre il tumore prima dell’intervento chirurgico o della radioterapia. In altre, la terapia sistemica viene praticata dopo l’intervento chirurgico e/o la radioterapia per impedire che il cancro si ripresenti. I trattamenti sistemici vengono effettuati anche nel caso in cui il cancro si sia diffuso ad altre parti del corpo. La maggior parte delle donne desidera sapere in che modo il trattamento influenzerà la vita di ogni giorno e quale sarà l’aspetto del seno durante e dopo il trattamento. Il medico è la persona più indicata per descrivere le possibilità di trattamento, gli effetti collaterali e i risultati previsti. Ogni donna può mettere a punto con il proprio medico un piano di trattamento che tenga conto di esigenze e valori individuali. 21 Nell’intervento conservativo vengono asportati dalla mammella il tumore e una parte del tessuto adiacente (a volte una biopsia escissionale, durante la quale viene asportato l’intero tumore, equivale a una nodulectomia. La biopsia è descritta nel paragrafo «Diagnosi»). In alcuni casi, viene asportata anche una parte del tessuto che riveste il muscolo pettorale sotto il tumore; è possibile che vengano asportati anche alcuni linfonodi ascellari. Intervento chirurgico L’intervento chirurgico è il metodo di trattamento più frequente in caso di cancro al seno. Esistono vari tipi di intervento. • Intervento conservativo: Viene asportato il cancro, ma non la mammella; detto anche tumorectomia, mastectomia segmentale o mastectomia parziale. Spesso, praticando un’incisione a parte, il chirurgo asporta anche i linfonodi del cavo ascellare, per stabilire se le cellule tumorali si sono infiltrate nel sistema linfatico. Questo intervento viene definito dissezione dei linfonodi ascellari. Dopo un intervento conservativo, la maggior parte delle pazienti viene sottoposta a radioterapia, per distruggere le cellule tumorali che potrebbero ancora essere presenti nella mammella. • Mastectomia: Prevede l’asportazione della mammella (o della maggior parte di tessuto mammario possibile); nella maggior parte dei casi vengono asportati anche i linfonodi ascellari. L’intervento può essere seguito da radioterapia. 22 Nella mastectomia totale (semplice) viene asportata l’intera mammella; se necessario, possono essere asportati anche alcuni linfonodi ascellari. Nella mastectomia radicale modificata vengono asportati l’intera mammella, la maggior parte o la totalità dei linfonodi ascellari e spesso anche il tessuto che riveste il muscolo pettorale. Se necessario, viene asportato anche il più piccolo dei due muscoli pettorali, in modo da poter accedere più facilmente ai linfonodi. Studi scientifici hanno stabilito che i tassi di sopravvivenza in caso di cancro al seno di stadio I e II dopo un intervento conservativo (con radioterapia) e dopo una mastectomia sono identici. Un nuovo metodo per la ricerca di cellule tumorali nei linfonodi viene definito biopsia del linfonodo sentinella. Durante l’intervento, un chirurgo specializzato asporta solo uno o alcuni linfonodi (i cosiddetti linfonodi sentinella) anziché tutti i linfonodi ascellari. Le pazienti possono anche decidere di sottoporsi a un’operazione plastica per ripristinare la forma del seno (ricostruzione del seno), un intervento che può essere eseguito contemporaneamente alla mastectomia o in un momento successivo. Le pazienti che decidono a favore di una ricostruzione dovrebbero consultare un chirurgo plastico prima della mastectomia. Per informazioni più dettagliate, vedere il paragrafo «Ricostruzione mammaria» sulla pagina 33. 23 Radioterapia La radioterapia utilizza radiazioni ad alta energia per uccidere le cellule tumorali. In genere, questa terapia viene eseguita dopo un intervento conservativo, ma in alcuni casi, a seconda delle dimensioni del tumore e di altri fattori, può essere eseguita anche dopo una mastectomia. Le radiazioni distruggono le cellule tumorali che possono essere ancora presenti nella mammella. Spesso sul letto tumorale viene erogata una dose di radiazioni supplementari, la cosiddetta «dose booster». In alcune pazienti, la radioterapia (talvolta anche associata a chemioterapia o terapia ormonale) viene eseguita prima dell’intervento chirurgico, per distruggere le cellule tumorali e ridurre l’estensione del carcinoma. Questo approccio terapeutico viene utilizzato in genere in caso di tumori molto estesi o difficili da asportare chirurgicamente. Per il trattamento del carcinoma mammario sono previsti 2 tipi di radioterapia (in alcuni casi vengono impiegati entrambi). 24 • Radiazione esterna: Le radiazioni vengono emesse da un apparecchio. Il trattamento di radioterapia esterna viene eseguito 5 giorni alla settimana, per più settimane, e richiede che la paziente si rechi in ospedale o in ambulatorio. • Radiazione interna (Radioterapia da impianto): Le radiazioni vengono emesse da materiale radioattivo contenuto in sottili tubicini di plastica, che vengono impiantati direttamente nella mammella. Per la radioterapia da impianto è necessario il ricovero in ospedale; gli impianti vengono lasciati nella mammella per alcuni giorni e rimossi prima della dimissione della paziente. Chemioterapia La chemioterapia utilizza farmaci per uccidere le cellule tumorali; nel caso di carcinoma mammario, questa terapia prevede in genere l’impiego di una combinazione di farmaci che vengono somministrati sotto forma di compresse o iniezioni/infusioni in vena (endovena). In entrambi i casi, i farmaci entrano nel circolo sanguigno e vengono trasportati a tutto il corpo. La chemioterapia può essere eseguita ambulatorialmente in ospedale, presso uno studio medico o a casa. Per alcune pazienti, tuttavia, è necessario il ricovero in ospedale. Terapia ormonale La terapia ormonale impedisce alle cellule tumorali di ricevere gli ormoni naturali (estrogeno e progesterone) indispensabili per la crescita del carcinoma. Se gli esami di laboratorio indicano che il carcinoma mammario presenta recettori ormonali, la paziente può essere sottoposta a una terapia ormonale. Come la chemioterapia, la terapia ormonale agisce sulle cellule di tutto il corpo. La terapia ormonale può essere eseguita mediante la somministrazione di un farmaco o tramite intervento chirurgico: • Farmaco: Il medico prescrive un farmaco in grado di influenzare l’azione o la produzione endogena di ormoni naturali. Il Tamoxifen, per esempio, blocca l’attività dell’ estrogeno naturale; un altro tipo di farmaco (inibitore dell’aromatasi) impedisce all’organismo di produrre l’ormone femminile estradiolo, un tipo di estrogeno. Un’ulteriore opzione consiste nei cosiddetti ormoni di rilascio ipotalamici (GnRH analoghi) che provocano nella paziente un blocco temporaneo della produzione di ormoni femminili, come in menopausa. 25 • Intervento: Se la paziente non è ancora in menopausa, è possibile eseguire un intervento chirurgico per l’asportazione delle ovaie. Le ovaie sono il principale organo produttore dell’estrogeno endogeno. Dopo la menopausa la produzione di ormoni delle ovaie si interrompe in modo naturale, quindi non è necessario l’intervento chirurgico. Immunoterapia L’immunoterapia (detta anche terapia biologica) sfrutta il sistema immunitario endogeno per combattere il cancro. Alcune donne con carcinoma mammario metastatizzato ricevono un’immunoterapia con un anticorpo monoclonale (trastuzumab), una sostanza prodotta in laboratorio in grado di legarsi alle cellule tumorali. Il trastuzumab viene somministrato alle pazienti in cui i risultati degli esami di laboratorio indicano che il carcinoma mammario contiene e produce una quantità eccessiva di una determinata proteina chiamata HER2. ll trastuzumab può rallentare o bloccare la crescita delle cellule tumorali, soprattutto quelle delle metastasi. Il trastuzumab viene iniettato in vena; può essere somministrato da solo o in associazione a chemioterapia. Come la chemioterapia e la terapia 26 ormonale, l’immunoterapia può agire sulle cellule tumorali di tutto l’organismo. Possibilità terapeutiche nei singoli stadi della malattia Stadio Tis Viene definito carcinoma mammario di stadio Tis un carcinoma lobulare in situ (LCIS) o un carcinoma duttale in situ (DCIS) (vedere anche pag. 17) • LCIS La maggior parte delle pazienti con LCIS non viene sottoposta a trattamento. Il medico può consigliare controlli regolari per riconoscere tempestivamente segni di carcinoma mammario. Alcune pazienti assumono il Tamoxifen, per ridurre il rischio di sviluppare un carcinoma mammario. Altre prendono parte a studi clinici su nuove terapie preventive molto promettenti. La presenza di un LCIS in una mammella aumenta il rischio di cancro in entrambi i seni, per questo alcune pazienti (una minoranza) con LCIS decidono di sottoporsi a un intervento di asportazione di entrambe le mammelle (mastectomia bilaterale profilattica). Questo dovrebbe evitare che il cancro si sviluppi; l’intervento non prevede normalmente l’asportazione dei linfonodi ascellari. • DCIS La maggior parte delle pazienti con DCIS viene sottoposta a un intervento conservativo seguito da radioterapia; in genere, i linfonodi ascellari non vengono asportati. Nelle donne con DCIS può essere indicato anche un trattamento con Tamoxifen, per ridurre il rischio di sviluppare un carcinoma mammario invasivo. • Stadi da I a IV: Le pazienti con carcinoma mammario negli stadi da I a IV vengono sottoposte a diverse combinazioni di trattamento. Alcune donne (soprattutto quelle con carcinoma mammario nello stadio I o II) optano per un intervento conservativo seguito da radioterapia, altre decidono di sottoporsi a mastectomia. 27 In entrambi i casi è frequente anche l’asportazione dei linfonodi ascellari. Il medico può consigliare una radioterapia dopo la mastectomia, qualora siano state rilevate cellule tumorali in più di 3 linfonodi ascellari o quando il tumore è esteso a gran parte della mammella. La decisione tra un intervento conservativo (seguito da radioterapia) e una mastectomia dipende da molti fattori: estensione, localizzazione e stadio del tumore; dimensioni della mammella; determinate caratteristiche del tumore; l’importanza per la paziente di conservare il seno; le condizioni della paziente rispetto a una radioterapia; la disponibilità di un radiologo per la paziente. In alcune donne (soprattutto in quelle con tumori negli stadi II, III o IV), l’intervento chirurgico viene fatto precedere da una radioterapia. Una chemioterapia prima dell’intervento può ridurre un tumore di grandi dimensioni, in modo da consentire un intervento conservativo. In molti casi, dopo l’intervento la paziente viene sottoposta a una terapia adiuvante (chemioterapia, terapia ormonale o entrambe). La terapia adiuvante serve a distruggere eventuali cellule tumorali residue e a impedire che il cancro si ripresenti nella mammella o in altre parti del corpo. La chemioterapia è 28 consigliata in caso di tumori recettorenegativi (scarsamente influenzabili dagli ormoni); se il rischio è elevato (numero di linfonodi colpiti, grado di malignità del tessuto) è indicata anche in caso di tumori recettorepositivi. Se la chemioterapia riduce le dimensioni del tumore, il medico può consigliare un trattamento supplementare. • Mastectomia: vengono asportati chirurgicamente la mammella e di solito i linfonodi ascellari. Dopo l’intervento può essere necessaria una radioterapia del torace e del cavo ascellare. • Intervento conservativo: viene asportato chirurgicamente il tumore, ma non la mammella. In genere, vengono asportati anche i linfonodi ascellari. In alcuni casi, l’intervento può essere seguito da una radioterapia del torace e del cavo ascellare. • Radioterapia in sostituzione dell’intervento: alcune pazienti vengono sottoposte a radioterapia senza essere operate. Carcinoma mammario metastatizzato Nella maggior parte dei casi di carcinoma mammario metastatizzato, l’intervento chirurgico viene eseguito nonostante la presenza di metastasi, in associazione a una terapia ormonale e/o chemioterapia. In alcuni casi viene eseguita anche un’immunoterapia. La radioterapia può servire a tenere sotto controllo il tumore in determinate parti del corpo. Questi trattamenti raramente riescono a guarire la malattia, ma possono prolungare la sopravvivenza. In molte pazienti, il trattamento del cancro è associato a una terapia palliativa (di sostegno), che dovrebbe rallentare il progredire della malattia. In alcuni casi, per il trattamento dei sintomi viene eseguita solo una terapia palliativa, che può contribuire a migliorare il benessere fisico e psichico della paziente. L’obiettivo di questo tipo di trattamento consiste nel tenere sotto controllo il dolore e altri sintomi e nell’alleviare gli effetti collaterali del trattamento (per esempio la nausea), più che prolungare la sopravvivenza. Carcinoma mammario recidivante Il carcinoma mammario recidivante è un cancro al seno che si ripresenta dopo un trattamento. Il trattamento del carcinoma mammario recidivante dipende in gran parte dalla localizzazione e dall’estensione del cancro, nonché dal tipo di trattamento a cui era stata sottoposta la paziente in precedenza. Se il cancro si ripresenta nella mammella (e non in un’altra parte del corpo) dopo un intervento conservativo, è possibile procedere a mastectomia. Esistono buone possibilità che la malattia non si ripresenti in un’altra regione del corpo. Se il carcinoma mammario si ripresenta in un altro organo, il trattamento può consistere in una chemioterapia, una terapia ormonale o un’immunoterapia. La radioterapia può essere utile per controllare il cancro che si ripresenta nei muscoli pettorali o in determinate altre regioni del corpo. Raramente i trattamenti possono curare il cancro che ricompare al di fuori della mammella. Spesso, la terapia palliativa è una parte importante del piano di trattamento. Molte pazienti vengono sottoposte a terapia palliativa per alleviare i sintomi e contemporaneamente a trattamento del cancro per rallentare la progressione della malattia. In altri casi, l’unico trattamento consiste nella terapia palliativa, per migliorare la qualità della vita alleviando il dolore, la nausea e altri sintomi. 29 Effetti indesiderati del trattamento antitumorale Dal momento che il trattamento del cancro può danneggiare anche le cellule e i tessuti sani, gli effetti indesiderati sono frequenti. Gli effetti collaterali specifici dipendono dal tipo e dall’intensità del trattamento; variano da paziente a paziente, anche tra quelle sottoposte allo stesso trattamento. Inoltre, gli effetti collaterali in una stessa paziente possono risultare di volta in volta diversi. • Intervento: L’intervento causa dolori e sensibilità alla pressione nel breve periodo, circoscritti al campo operatorio. Prima dell’intervento, la paziente può richiedere una terapia antalgica. Come per tutti gli interventi chirurgici, esiste anche il rischio che subentrino infezioni, emorragie o altri problemi. L’asportazione di una o di entrambe le mammelle può causare disturbi dell’equilibrio che a loro volta possono provocare problemi alla schiena e alla nuca. La paziente può avvertire tensione cutanea nella regione interessata dall’intervento, nonché rigidità e debolezza dei muscoli del braccio e della spalla. Il medico, le infermiere o il fisioterapista possono consigliare esercizi per recuperare la mobilità e la forza del braccio e della spalla. 30 Qualora durante l’intervento fossero stati danneggiati o recisi dei nervi, la paziente può accusare mancanza di sensibilità e formicolio a livello del seno, del cavo ascellare, della spalla e del braccio. Generalmente, queste parestesie scompaiono nel giro di qualche settimana o mese; può accadere, tuttavia, che la mancanza di sensibilità non regredisca. della pressione sanguigna; • indossare sempre i guanti per proteggere le mani quando si pratica il giardinaggio o si utilizzano prodotti aggressivi per la pulizia della casa; • fare molta attenzione durante la manicure: evitare di tagliare la cuticola delle unghie; • evitare bruciature o scottature solari sul braccio e sulla mano interessati. L’asportazione dei linfonodi ascellari rallenta il drenaggio linfatico. Il ristagno di linfa nel braccio e nella mano può causare gonfiore (linfoedema); questo problema può presentarsi subito dopo l’intervento o a distanza di mesi o anni. Il braccio e la mano del lato del corpo interessato avranno bisogno di attenzioni particolari per il resto della vita. Esistono esercizi speciali della mano e del braccio che aiutano a prevenire il linfoedema; anche indossare abiti con maniche elastiche migliora la circolazione linfatica. Altre misure consistono in farmaci, massaggi (linfodrenaggio manuale) o nell’utilizzo di un’apparecchiatura che comprime delicatamente il braccio. Potrebbe essere utile anche consultare un fisioterapista o un altro specialista. A questo scopo è necessario prendere alcune precauzioni: • evitare di indossare abiti o gioielli che stringano eccessivamente il braccio; • portare borse o pacchi con l’altro braccio; • depilare il cavo ascellare con un rasoio elettrico per evitare ferite da taglio; • eseguire sull’altro braccio iniezioni, prelievi di sangue e misurazione • Radioterapia: durante la radioterapia può subentrare un forte affaticamento, soprattutto verso la fine del trattamento, che può protrarsi per qualche tempo anche a trattamento concluso. Anche se il riposo è importante, in genere si consiglia di rimanere il più possibile attivi. Spesso compaiono anche irritazioni cutanee. Nell’area del trattamento la pelle appare arrossata, secca e 31 prude. Può accadere che la paziente avverta anche una sensazione di pesantezza e tensione al seno. Verso la fine del trattamento la pelle può apparire umida e sudata. Esporre il più possibile all’aria la zona cutanea sottoposta al trattamento può favorirne la guarigione. Dal momento che reggiseni e indumenti simili sfregano la pelle e possono provocare irritazioni, in questa fase alcune pazienti preferiscono indossare abiti comodi. Anche l’impiego di prodotti delicati per la cura della pelle può essere importante; prima di utilizzare deodoranti, lozioni o creme sulla parte del corpo sottoposta a trattamento sarebbe opportuno consultare il medico. In genere, i farmaci antitumorali agiscono soprattutto sulle cellule che si dividono rapidamente. Si tratta soprattutto di cellule ematiche, cellule della radice pilifera e cellule della mucosa del tubo digerente. Alcuni farmaci antitumorali possono danneggiare le ovaie. Se queste smettono di produrre ormoni, si possono manifestare i sintomi della menopausa (per esempio vampate di calore e secchezza nella regione vaginale). Le mestruazioni possono diventare irregolari o interrompersi e può subentrare una condizione di sterilità; nelle donne oltre i 35 anni la sterilità può diventare permanente. Gli effetti della radioterapia sulla pelle sono manifestazioni temporanee e la parte interessata guarisce gradualmente non appena il trattamento è concluso. Tuttavia, la pelle può apparire più scura o arrossata anche molto tempo dopo la radioterapia. Se, tuttavia, la paziente durante la chemioterapia è fertile, potrebbe rimanere incinta. Dal momento che gli effetti della chemioterapia su un feto sono difficilmente valutabili, prima di iniziare il trattamento la paziente dovrebbe discutere con il proprio medico l’opportunità di utilizzare un metodo anticoncezionale. • Chemioterapia: come la radioterapia, anche la chemioterapia agisce sulle cellule sane oltre che su quelle tumorali. Gli effetti collaterali della chemioterapia dipendono soprattutto dal tipo di farmaco utilizzato e dalla dose somministrata. Benché gli effetti collaterali permanenti siano molto rari, in alcuni casi è stato riscontrato lo sviluppo di insufficienza cardiaca. Tra le pazienti sottoposte a chemioterapia si sono verificati casi di cancro secondario, come la leucemia (cancro del sangue). 32 La chemioterapia può danneggiare anche i nervi, per esempio il nervo uditivo, nonché fegato e reni. Per la maggior parte delle sostanze chemioterapiche sono previste dosi totali che non devono essere superate (dose massima). Medicina complementare Le terapie complementari (o terapie alternative) vengono talvolta impiegate come trattamento coadiuvante per ridurre gli effetti collaterali e i sintomi delle terapie antitumorali. Fra le terapie alternative più conosciute si annoverano: digitopressione, agopuntura, massoterapia, fitoterapia, diete speciali, visualizzazione, meditazione e guarigione spirituale. Le terapie alternative possono interagire con il trattamento medico prescritto o risultare addirittura dannose. Spesso, la loro efficacia non è confermata da studi scientifici e a volte i metodi utilizzati sono estremamente costosi. Prima di sperimentare una di queste terapie, la paziente dovrebbe consultare il proprio medico riguardo l’utilità di questi metodi e gli eventuali effetti collaterali. Ricostruzione mammaria Dopo una mastectomia, alcune pazienti optano per una ricostruzione del seno, che può essere eseguita contemporaneamente all’intervento chirurgico o in una fase successiva. Altre donne preferiscono indossare una protesi mammaria, altre ancora rifiutano entrambe le possibilità. Esistono diverse procedure di ricostruzione del seno; la scelta della più adatta dipende dall’età e dalla costituzione della donna, ma anche dal tipo di intervento a cui la paziente è stata sottoposta. Il chirurgo plastico potrà chiarire i rischi e i vantaggi di ciascun tipo di ricostruzione. • Impianti: La questione dei rischi per la salute comportati dagli impianti (soluzione salina o silicone) è controversa. È importante che la paziente si informi adeguatamente, perché non sono da escludersi effetti collaterali indesiderati. Gli impianti, per esempio, hanno una durata limitata, devono essere sostituiti dopo circa 10 anni; inoltre, la presenza di un impianto può ostacolare la diagnosi precoce di cancro. Per nessuno degli impianti attualmente in commercio è possibile escludere la possibilità di una fuoriuscita del materiale di riempimento; non è chiaro, però, quali possano essere le conseguenze sulla salute di tale evenienza. • Ricostruzione del seno: La ricostruzione del seno può essere effettuata anche con tessuti provenienti 33 da altre regioni del corpo. Pelle, muscoli e tessuto adiposo possono essere prelevati dal basso addome, dalla schiena o dai glutei e reimpiantati nel seno. Il chirurgo plastico utilizza il tessuto prelevato per plasmare la mammella. Decorso post-trattamento La convalescenza è diversa da paziente a paziente e dipende dal tipo di trattamento seguito, nonché dalla presenza o meno di metastasi. Gli esercizi di ginnastica per il braccio e per la spalla possono aiutare la donna a recuperare mobilità e forza in questi arti dopo l’operazione; possono anche ridurre il dolore e la rigidità alla nuca e alla schiena. Gli esercizi speciali possono essere eseguiti fin dal primo giorno successivo all’intervento, lentamente e con cautela, se necessario rimanendo a letto, spesso sotto la guida di un fisioterapista. Dopo qualche tempo gli esercizi possono essere eseguiti con maggior vigore e in seguito l’esercizio regolare diventerà una parte integrante della quotidianità della paziente. (Le donne che si sottopongono a una mastectomia con contemporanea ricostruzione del seno devono eseguire esercizi speciali che saranno illustrati dal medico.) Spesso alcuni accorgimenti, come per esempio tenere sollevato il braccio con un cuscino quando ci si 34 sdraia, possono evitare o perlomeno attenuare la formazione di un linfoedema (vedere pagina 31). Dopo un trattamento per carcinoma mammario è importante eseguire esami di controllo regolari. Anche quando il cancro è stato asportato o distrutto completamente, la malattia può ripresentarsi perché dopo il trattamento nell’organismo possono essere ancora presenti cellule tumorali non individuate. Il medico controlla l’andamento della convalescenza verificando eventuali recidive. Gli esami di controllo contribuiscono a garantire che le eventuali alterazioni dello stato di salute siano riconosciute tempestivamente. Una donna che è stata colpita da carcinoma mammario dovrebbe comunicare immediatamente al proprio medico qualsiasi alterazione nella regione colpita o nell’altra mammella. Dovrebbe inoltre segnalare eventuali problemi fisici (dolore, perdita di appetito o di peso, alterazioni del ciclo mestruale, emorragie vaginali anomale o disturbi della vista), ma anche cefalee, vertigini, dispnea, tosse o raucedine, dolori alla schiena o problemi digestivi di cui non aveva mai sofferto in precedenza e che non scompaiono. Alcuni disturbi possono manifestarsi anche a distanza di mesi o anni dal trattamento e potrebbero indicare una recidiva del cancro, ma non è escluso che siano invece sintomi di altri problemi di salute. È importante comunicarli al proprio medico in modo da poter diagnosticare al più presto le cause dei problemi e poterle trattare. Gli esami di controllo comprendono in genere anche un esame delle mammelle, della cassa toracica, del collo e del cavo ascellare. Una donna che è stata colpita da carcinoma mammario è maggiormente a rischio di ammalarsi nuovamente di cancro al seno, di conseguenza è opportuno eseguire una mammografia della mammella operata e/o dell’altra. In caso di seno ricostruito, in genere non è necessaria una mammografia. A volte il medico prescrive altre tecniche di imaging o esami di laboratorio. Anche l’ecografia ha una grande importanza come esame di controllo; se la mammella è stata asportata (ablazione), l’ecografia consente di riconoscere tempestivamente eventuali recidive sulla parete toracica, meglio della palpazione. 35 Sostegno delle donne colpite da carcinoma mammario. La diagnosi di cancro al seno cambia la vita di una donna e di chi le vive accanto. Si tratta di cambiamenti difficili da superare e spesso la donna, i familiari e gli amici hanno sentimenti diversi e talvolta contrastanti. Molte riescono ad affrontare più facilmente la malattia se possono contare su una buona offerta informativa e di supporto. 36 I pazienti ammalati di cancro spesso si preoccupano per la propria famiglia, si chiedono se riusciranno a mantenere il proprio posto di lavoro e come potranno gestire la vita di ogni giorno. Inoltre, gli esami, i trattamenti, i ricoveri in ospedale, i costi delle cure generano ansia. Il medico può fornire una risposta alle domande relative al trattamento, al lavoro e ad altri settori, ma anche parlare con assistenti sociali, consulenti o preti può essere d’aiuto. È molto importante avere un interlocutore al quale poter comunicare i propri sentimenti e le proprie paure. Amici e parenti sono un sostegno fondamentale, ma non devono esitare a chiedere aiuto a loro volta in caso di necessità. Esistono gruppi di autoaiuto in cui le donne ammalate di cancro al seno trovano la possibilità di confrontarsi con altre pazienti; in questo caso va comunque ricordato che ogni donna è un caso a sé: il modo in cui una paziente affronta il cancro può risultare inadatto per un’altra donna. La paziente potrà discutere con il proprio medico i consigli ricevuti da altre pazienti ammalate di cancro al seno. Volontarie preparate, che spesso hanno vissuto in prima persona la malattia, sono disponibili a parlare con le pazienti colpite dal cancro, a fare loro visita, a fornire informazioni e supporto emotivo. Spesso condividono la propria esperienza relativa al trattamento e alla riabilitazione o alla ricostruzione del seno. Talvolta, le donne colpite da carcinoma mammario temono che i cambiamenti subiti non influenzeranno solo il loro aspetto fisico, ma anche l’opinione degli altri nei loro confronti. Temono che il cancro al seno e il suo trattamento possano interferire con la loro vita sessuale. Molte coppie trovano utile discutere delle proprie paure, insieme o anche nell’ambito di un gruppo di autoaiuto per coppie. Esistono numerose organizzazioni che offrono programmi speciali per le donne colpite da questa malattia. 37 Le promesse della ricerca sul cancro. La ricerca sul carcinoma mammario ha fatto enormi progressi. Nell’ambito degli studi clinici si esaminano nuove possibilità di prevenire, riconoscere, diagnosticare e trattare il cancro al seno, oltre a studiare le conseguenze psichiche di questa malattia e le possibilità di migliorare il benessere e la qualità della vita delle pazienti. 38 La sperimentazione e gli studi clinici servono a trovare una risposta a domande importanti e a determinare la sicurezza e l’efficacia delle nuove terapie. Spesso, nella sperimentazione clinica vengono messi a confronto un metodo nuovo e un metodo generalmente accettato. I pazienti che prendono parte alle sperimentazioni cliniche sono i primi ad avere l’opportunità di beneficiare delle nuove terapie, ma offrono anche un importante contributo alla medicina, perché consentono agli studiosi di ottenere nuove informazioni riguardo alla malattia. Le donne interessate a partecipare a una sperimentazione clinica dovrebbero consultare il proprio medico o informarsi presso un gruppo di autoaiuto. Ricerca sul riconoscimento e la diagnosi Perlomeno nelle donne sopra i 50 anni, la mammografia sembra attualmente il mezzo più efficace per diagnosticare precocemente un cancro al seno. L’ecografia mammaria è la seconda colonna portante della diagnosi precoce: nelle pazienti più giovani, ma anche nelle pazienti di una certa età con tessuto mammario molto denso, ha un’efficacia pari a quella della mammografia ed è comunque indispensabile al completamento della diagnosi. La mammo- grafia digitale, nella quale i raggi X non vanno a colpire una pellicola, è già in grado di fornire ottimi risultati; tuttavia, nella rappresentazione di strutture minuscole, la tecnica convenzionale con pellicola è più sicura, grazie alla più elevata risoluzione di dettaglio. Gli scienziati stanno studiando anche altre tecniche, come la tomografia a risonanza magnetica (MRT) e la tomografia a emissione di positroni (PET) per ottenere immagini più dettagliate del tessuto mammario. Altro oggetto di studio sono i marcatori tumorali, ovvero sostanze che possono essere presenti in quantità anomale nelle pazienti ammalate. I marcatori tumorali possono essere individuati nel sangue, nelle urine o nel liquido secreto dalla mammella (aspirato dal capezzolo). Alcuni marcatori possono essere utilizzati per ricercare segni patologici in pazienti colpite da carcinoma mammario dopo un trattamento. Tuttavia, finora nessun test di dosaggio dei marcatori tumorali si è dimostrato sufficientemente affidabile da poter essere utilizzato di routine per la diagnosi precoce del carcinoma mammario. 39 Allo studio si trova anche il lavaggio dei dotti, una tecnica che prevede il prelievo di campioni cellulari dai dotti galattofori della mammella. A questo scopo un tubicino flessibile e sottilissimo (catetere) viene inserito nell’apertura di uno dei dotti sul capezzolo. Attraverso il catetere viene introdotta una soluzione salina che, una volta aspirata, conterrà cellule del dotto galattoforo. Queste cellule vengono esaminate al microscopio alla ricerca di cellule tumorali o di alterazioni che potrebbero indicare un aumentato rischio di carcinoma mammario. Ricerca sulle terapie La ricerca si occupa anche di interventi chirurgici, radioterapia, chemioterapia, terapia ormonale e associazione di questi trattamenti. • Intervento chirurgico: vari tipi di interventi vengono associati ad altri trattamenti. • Radioterapia: i medici sperimentano il trattamento con e senza radioterapia. • Chemioterapia: vengono sperimentati nuovi farmaci antitumorali e nuovi dosaggi. Gli scienziati studiano i vari farmaci, le associazioni farmacologiche e i tipi di associazioni indicate prima dell’intervento, nonché le nuove possibilità di asso40 ciare una chemioterapia a una terapia ormonale o una radioterapia. • Terapia ormonale: in fase sperimentale si trovano diversi tipi di terapie ormonali, fra cui gli inibitori dell’aromatasi. • Immunoterapia: sono in fase di studio anche nuove immunoterapie. Per esempio, vengono studiati vaccini in grado di aiutare il sistema immunitario a distruggere le cellule tumorali. Vengono inoltre studiate le possibilità di ridurre gli effetti collaterali del trattamento (per es. linfoedema dopo l’intervento chirurgico), alleviare il dolore e migliorare la qualità di vita delle pazienti. Glossario. Di seguito abbiamo riportato in ordine alfabetico i concetti più importanti e le corrispondenti definizioni relativi al carcinoma mammario, poiché chi meglio comprende la malattia, la vive meglio. • Areola: regione di pelle pigmentata controllo radiografico attorno al capezzolo • Biopsia: prelievo di un campione di • Ascella: cavo ascellare tessuto da esaminare al microscopio • Aspirazione: prelievo di liquido per individuare la presenza di cellule stagnante tramite aspirazione per tumorali; la biopsia escissionale è mezzo di un ago da una cavità, un intervento chirurgico per l’asportazione totale del tumore e di un’area spesso da una cisti di tessuto sano circostante. La biop• Benigno: che non intacca i tessuti sia incisionale prevede l’asportaadiacenti e non si diffonde ad altre zione chirurgica solo di parte del parti del corpo • Biopsia chirurgica: vedere biopsia tumore. Il prelievo di tessuto con • Biopsia con ago sottile: biopsia ecol’aiuto di un ago viene definito guidata eseguita con un ago; il biopsia ad ago tumore viene localizzato esattamente • Body-mass-index (BMI): indice di tramite gli ultrasuoni, quindi con un massa corporea; viene calcolato ago da biopsia viene prelevato un secondo la formula peso corporeo in chili/altezza in metri elevata al campione di tessuto quadrato e fornisce indicazioni • Biopsia stereotassica: in genere sulla quantità di tessuto adiposo biopsia con aspirazione forzata, del corpo. Il valore normale è eseguita con più aghi e sotto 41 • • • • • • • • • compreso tra 20 e 25; BMI > 25 = sovrappeso; BMI < 20 = sottopeso Cancro invasivo: carcinoma che si diffonde al di fuori dello strato tissutale in cui si è sviluppato; viene definito anche carcinoma infiltrante Cancro recidivante: cancro che si ripresenta Carcinoma duttale (carcinoma duttale in situ, DCIS, o carcinoma intraduttale): cellule atipiche che si sviluppano solo nella membrana di rivestimento dei dotti; queste cellule non si diffondono al di fuori del dotto galattoforo e non intaccano altri tessuti mammari Carcinoma lobulare in situ (LCIS): cellule atipiche nei lobuli mammari; raramente degenera in un carcinoma invasivo; la presenza di un LCIS indica un rischio aumentato di carcinoma mammario Carcinoma: termine generico per oltre 100 patologie nelle quali cellule atipiche (cellule tumorali) si dividono e prolificano in modo incontrollato Chemioterapia: trattamento con farmaci antitumorali Chirurgo plastico: medico specializzato in interventi chirurgici estetici o ricostruttivi Cisti: rigonfiamento sacciforme, provvisto di capsula, con contenuto liquido Dissezione ascellare: intervento chirurgico per lo svuotamento dei linfonodi ascellari 42 • Dotto galattoforo: vedere dotto • Dotto: piccolo canale nel seno, attraverso il quale il latte fluisce dal lobulo (corpo ghiandolare) al capezzolo; un processo canceroso che ha origine in un dotto (galattoforo) viene definito carcinoma duttale • Ecografia mammaria: tecnica diagnostica di imaging che utilizza onde sonore ad alta frequenza (ultrasuoni) non percepibili dall’uomo; le onde vengono riflesse dai tessuti e i segnali eco vengono trasformati in immagini (sonogrammi) visualizzate su un monitor simile a uno schermo televisivo. I tessuti producono immagini diverse a seconda della densità perché gli ultrasuoni vengono riflessi in modo diverso. Un sonogramma permette spesso di stabilire se un tumore mammario è solo una cisti piena di liquido o se è costituito da una massa solida • Estrogeno: ormone sessuale femminile • Fattore di rischio: condizione (marginale) che aumenta la probabilità di sviluppare una malattia • Gestagene: ormone sessuale femminile • Ginecologo: medico specialista dei disturbi dell’apparato genitale femminile • Immunoterapia: trattamento per la stimolazione o il ripristino della capacità del sistema immunitario di combattere infezioni e altre patologie; detta anche terapia biologica • Intervento chirurgico: intervento operatorio • Letto tumorale: concetto utilizzato in chirurgia per indicare il punto del corpo in cui è situato il tumore • Linfa: liquido quasi incolore che scorre nei vasi del sistema linfatico e trasporta cellule con funzione difensiva • Linfoedema: gonfiore della mano e del braccio causato dal ristagno di liquido nel tessuto quando i linfonodi ascellari sono stati eliminati o bloccati • Linfonodi ascellari: linfonodi situati nel cavo ascellare • Linfonodi: ghiandole linfatiche; piccoli organi a forma di fagiolo localizzati lungo i vasi del sistema linfatico; le cellule tumorali che penetrano nel sistema linfatico possono essere individuate nei linfonodi • Lobo: lobo mammario; porzione di mammella; ogni mammella è composta da 6 a 9 lobi • Malattia precancerosa: malattia che rappresenta uno stadio potenzialmente precanceroso dal quale potrebbe svilupparsi un cancro • Maligno: in grado di diffondersi ad altre parti del corpo • Mammografia: utilizzo di una speciale tecnica radiografica per ottenere immagini del seno femminile • Mammogramma: speciale radiografia del seno femminile • Marcatori tumorali: indicatori di tumore; sostanze endogene che possono trovarsi con una concentrazione elevata nel sangue e nelle urine in presenza di un tumore • Mastectomia: asportazione chirurgica (amputazione) del seno femminile • Menopausa: interruzione del ciclo mestruale dovuta alla diminuita funzionalità delle ovaie; si verifica in genere tra i 45 e i 55 anni • Metastatizzazione: diffusione del carcinoma ad altre parti del corpo: le cellule delle metastasi (tumore secondario) sono simili da un punto di vista istologico a quelle del tumore primario • Microcalcificazioni: minuscoli depositi di calcio nella mammella non riconoscibili alla palpazione, ma visibili sul mammogramma; una concentrazione di questi minuscoli granuli di calcio può indicare la presenza di un carcinoma • Misure di sostegno: trattamento di sostegno; comprende misure mediche (terapia palliativa e terapia del dolore), nonché assistenza psicooncologica, fisioterapia e sport, consulenza psicosociale, ecc. • Nodulectomia: tipo di intervento conservativo • Oncologo: medico specializzato nel trattamento del cancro • Ormoni: messaggeri chimici prodotti dalle ghiandole endocrine, che regolano la funzione di determinate cellule/organi • Patologo: medico che esamina al microscopio cellule e tessuti a scopo diagnostico 43 • Progesterone: ormone sessuale femminile • Prognosi: probabile esito o decorso di una malattia; possibilità di guarigione • Protesi: sostituto artificiale di una parte del corpo; una protesi mammaria ha la forma della mammella e viene portata sotto gli abiti • Radiologo: medico specializzato in radiologia; la radiologia comprende l’applicazione a fini diagnostici e terapeutici di radiazioni, onde sonore o altri tipi di energia • Radioterapia: trattamento con radiazioni ad alta energia per uccidere le cellule tumorali; quando viene utilizzato un apparecchio per erogare le radiazioni ad alta energia in modo mirato sul carcinoma, questo tipo di trattamento viene definito radioterapia esterna; quando il materiale radioattivo contenuto in sottili tubicini di plastica viene impiantato nella mammella, questo tipo di trattamento viene definito radioterapia interstiziale • Raggi X: radiazioni ad alta energia utilizzate a piccole dosi a scopo diagnostico e a dosi elevate per il trattamento del cancro • Recidiva: ricomparsa della malattia, dopo la conclusione del trattamento del cancro • Remissione: scomparsa dei sintomi del carcinoma; può essere temporanea o permanente • Screening: esame di routine al fine di 44 • • • • • • • • scoprire una malattia quando non sono presenti i sintomi, ma esiste una predisposizione Sistema linfatico: comprende tessuti e organi come midollo osseo, milza, timo e linfonodi, che producono e immagazzinano le cellule deputate a combattere infezioni e malattie; anche i vasi che trasportano la linfa fanno parte di questo sistema Stadiazione: determinazione dello stadio in base alle dimensioni e alla diffusione del tumore Stadio: fase di un cancro: lo stadio di un carcinoma mammario dipende dalle dimensioni e dal grado di diffusione del carcinoma Studi clinici: studi scientifici su gruppi di pazienti: ogni studio ha lo scopo di rispondere a domande scientifiche e di trovare metodi migliori per la prevenzione o il trattamento del cancro Tamoxifen: antiestrogeno; viene impiegato nell’ambito della terapia ormonale del carcinoma mammario Terapia adiuvante: trattamento associato alla terapia primaria o eseguito in aggiunta a quest’ultima Terapia locale: trattamento delle cellule tumorali nella zona del tumore primario e nei tessuti adiacenti Terapia ormonale: trattamento del carcinoma tramite asportazione di una ghiandola endocrina, blocco della produzione ormonale • • • • • endogena o somministrazione di ormoni con effetto antagonista Terapia palliativa: trattamento atto ad alleviare i sintomi del cancro: comprende anche il sostegno psicologico e spirituale del paziente e dei familiari. Una terapia palliativa può richiedere il ricovero in ospedale o essere eseguita ambulatorialmente (negli ambulatori ospedalieri, in uno studio medico o a casa con l’assistenza di un medico) Terapia sistemica: trattamento che ha l’obiettivo di raggiungere e distruggere le cellule tumorali in tutto il corpo Test di determinazione del recettore ormonale: esame che consente di stabilire la quantità di determinate proteine (recettori ormonali) presenti nel tessuto colpito da carcinoma mammario, che possono legarsi agli ormoni. Un’elevata concentrazione di recettori ormonali può quindi significare che gli ormoni favoriscono la crescita delle cellule tumorali Tomografia a risonanza magnetica (MRT): tomografia a risonanza magnetica nucleare; tecnica diagnostica computerizzata che produce immagini dell’interno del corpo Tomografia ad emissione di positroni (PET): metodo diagnostico di medicina nucleare per la rappresentazione dei processi metabolici e dei flussi ematici locali del corpo • Trastuzumab: anticorpo; viene impiegato nell’ambito dell’immunoterapia del carcinoma mammario metastatizzato • Tumore primario: tumore originario sviluppatosi inizialmente; le cellule che si diffondono nell’organismo (metastatizzano) separandosi da questo tumore formano metastasi a distanza che contengono le cellule tumorali del tumore primario. Quando il carcinoma mammario forma ad esempio una metastasi ossea, il cancro viene comunque definito carcinoma mammario e non cancro osseo • Tumore: neoplasia; massa tissutale degenerata, in genere solida • Tumorectomia: intervento chirurgico per l’asportazione di un tumore; in genere è seguito da radioterapia 45 Indirizzi. Oltre al medico esiste una serie di altre istituzioni che si occupano in maniera approfondita di carcinoma mammario e dalle quali può ricevere diversi aiuti. Lega Svizzera contra il cancro Casella postale 8219 3001 Bern Tel. 031 389 91 00 Fax 031 389 91 60 E-Mail [email protected] www.breastcancer.ch www.swisscancer.ch 46 Telefono cancro Tel. (tedesco) 0800 55 88 38 Tel. (francese) 0800 55 42 48 Tel. (italiano) 0800 55 62 68 E-Mail [email protected] Krebsliga Aargau Ligue genevoise contre le Ligue neuchâteloise contre le Milchgasse 41 cancer cancer 5000 Aarau Boulevard des Faubourg du Lac 17, Tel. 062 824 08 86 Philosophes 17 case postale Fax 062 824 80 50 1205 Genève 2001 Neuchâtel E-Mail Tél. 022 322 13 33 Tél. 032 721 23 25 [email protected] Fax 022 322 13 39 E-mail [email protected] www.krebsliga-aargau.ch E-mail www.lncc.ch [email protected] Krebsliga beider Basel www.lgc.ch Mittlere Strasse 35 Krebsliga Schaffhausen Kantonsspital 4056 Basel Krebsliga Glarus 8208 Schaffhausen Tel. 061 319 99 88 Kantonsspital Tel. 052 634 29 33 Fax 061 319 99 89 8750 Glarus Fax 052 634 29 34 E-Mail [email protected] Tel. 055 646 32 47 E-Mail [email protected] www.krebsliga-basel.ch Fax 055 646 43 00 Bernische Krebsliga E-Mail Krebsliga Solothurn [email protected] Dornacherstrasse 33 4500 Solothurn Marktgasse 55 Postfach 184 Bündner Krebsliga Tel. 032 628 68 10 3000 Bern 7 Alexanderstrasse 38 Fax 032 628 68 11 Tel. 031 313 24 24 7000 Chur E-Mail [email protected] Fax 031 313 24 20 Tel. 081 252 50 90 www.krebsliga-so.ch E-Mail Fax 081 253 76 08 [email protected] E-Mail [email protected] Krebsliga St. Gallen- www.bernischekrebsliga.ch www.krebsliga-gr.ch Appenzell Flurhofstrasse 7 Ligue fribourgeoise contre le Ligue jurassienne contre le 9000 St. Gallen cancer/Krebsliga Freiburg cancer Tel. 071 242 70 00 Route des Daillettes 1 Rue de l‘Hôpital 40, Fax 071 242 70 30 case postale 181 case postale 2210 E-Mail 1709 Fribourg 2800 Delémont [email protected] Tél. 026 426 02 90 Tél. 032 422 20 30 www.krebsliga-sg.ch Fax 026 426 02 88 Fax 032 422 26 10 E-mail [email protected] E-mail www.liguecancer-fr.ch [email protected] 47 Thurgauische Krebsliga Ligue vaudoise contre le Krebsliga Zürich Bahnhofstrasse 5 cancer Klosbachstrasse 2, 8570 Weinfelden Av. de Gratta-Paille 2 Postfach Tel. 071 626 70 00 1000 Lausanne 30 Grey 8032 Zürich Fax 071 626 70 01 Tél. 021 641 15 15 Tel. 044 388 55 00 E-Mail [email protected] Fax 021 641 15 40 Fax 044 388 55 11 www.tgkl.ch E-mail [email protected] E-Mail [email protected] www.lvc.ch www.krebsliga-zh.ch Lega ticinese contro il cancro Bibliothek Via L. Colombi 1 Krebsliga Zentralschweiz Tel. 044 388 55 07 6500 Bellinzona 4 Hirschmattstrasse 29 E-Mail Tel. 091 820 64 20 6003 Luzern [email protected] Fax 091 826 32 68 Tel. 041 210 25 50 E-mail [email protected] Fax 041 210 26 50 Krebshilfe Liechtenstein www.legacancro.ch www.krebsliga.info Im Malarsch 4 Richieste generiche e-mail: FL-9494 Schaan [email protected] Tel. 00423 233 18 45 Ligue valaisanne contre le Direzione: Fax 00423 233 18 55 cancer/Walliser Liga für yasmina.petermann@krebsli- E-Mail [email protected] Krebsbekämpfung ga.info www.krebshilfe.li Rue de la Dixence 19 Centri consulenza a Lucerna, 1950 Sion Stans, Schwyz, Lachen Tél. 027 322 99 74 [email protected] Fax 027 322 99 75 E-mail [email protected] Krebsliga Zug Alpenstrasse 14 Beratungsbüro 6300 Zug Spitalstrasse 5, 3900 Brig Tel. 041 720 20 45 Tel. 027 922 93 21 Fax 041 720 20 46 079 644 80 18 E-Mail [email protected] Fax 027 922 93 25 www.krebsliga-zug.ch E-Mail [email protected] 48 Link. Più si conosce e più ci si sente sicuri. Internet è una buona fonte d’informazioni sull’argomento. 49 Svizzero www.breastcancer.ch www.swisscancer.ch www.europadonna.ch EUROPA DONNA è un’organizzazione indipendente, no profit, che si prefigge di rafforzare tra la popolazione la consapevolezza della molteplicità dei problemi legati al carcinoma mammario e di aiutare tutte le donne a ottenere un trattamento psichico e fisico ottimale. L’organizzazione lavora attivamente per promuovere una diagnosi precoce qualitativamente sicura, rafforzare la ricerca sul cancro e potenziare i centri interdisciplinari per il trattamento del cancro al seno in grado di soddisfare standard minimi chiaramente definiti. www.leben-wie-zuvor.ch All’associazione svizzera LEBEN WIE ZUVOR (vivere come prima) fanno capo 68 gruppi di autoaiuto per donne operate di cancro al seno della Svizzera tedesca. Mammasprechstunde DRK-Kliniken Berlin-Westend. Vi si trovano informazioni scientifiche sul seno, sul carcinoma mammario e altre malattie del seno. www.ebreastctr.com www.krebsinformation.de/krebsarten.html Servizio di informazione sul cancro del Centro tedesco di ricerca sul cancro di Heidelberg www.krebskompass.de/brustkrebs.shtml Ottima pagina, non solo sul cancro al seno Francese www.msss.gouv.qc.ca/PQDCS Programme québécois de dépistage du cancer du sein www.rendezvoussanteplus.net Le site du dépistage organisé du cancer du sein www.cancerdusein.org www.bag.admin.ch/md/d/abc.html L’ABC degli impianti mammari; un’informazione del Ministero della sanità. Tedesco www.brustkrebs.de Brustkrebs-Info è l’offerta congiunta del professore Barth, Mammazentrum Esslingen e del professore Koubenec, 50 Italiano www.europadonna-italia.it www.alts.it www.mammo.it www.legatumori.it www.aimac.it Ultimo aggiornamento: luglio 2006 Domande della paziente al proprio medico. Chi si trova ad affrontare il tema del carcinoma mammario, ha sicuramente molte domande. Abbiamo stilato di seguito l’elenco di quelle più importanti, in modo che non ne possa dimenticare alcuna. 51 Domande sulla biopsia • Che tipo di biopsia mi verrà praticata? Perché? • Quanto durerà? Sarò cosciente? Sentirò dolore? • Mi verrà praticata un’anestesia? Che tipo di anestesia? • Dopo quanto tempo avrò l’esito? • Ci sono dei rischi? Quanto è elevato il rischio di infezione o emorragia dopo una biopsia? • Se l’esito sarà positivo, con chi potrò discutere il trattamento? Quando? Domande sulla stadiazione • Che tipo di carcinoma mammario ho? • Qual è stato il risultato del test di determinazione del recettore ormonale? Quali altri esami di laboratorio sono stati eseguiti sul tessuto tumorale e che risultati hanno dato? • A che stadio è la malattia? Il cancro si è diffuso? • In che modo queste informazioni influenzano la decisione del tipo di trattamento e quali altri esami saranno necessari? Domande prima dell’inizio del trattamento • Quali sono le possibilità di trattamento nel mio caso? Quali mi consiglierebbe? Perché? • Quali sono i vantaggi dei vari tipi 52 di trattamento? • Quali sono i rischi e i possibili effetti collaterali di ogni trattamento? • Quali costi sono mutuabili? In che modo il trattamento influenzerà le mie attività quotidiane? Domande prima dell’intervento • Quali tipi di intervento sono indicati nel mio caso? È possibile un intervento conservativo? Che tipo di intervento mi consiglia? Quali sono i rischi operatori? • Mi saranno asportati i linfonodi? Quanti? Perché? • Come starò dopo l’operazione? Per quanto tempo dovrò rimanere in ospedale? • Dovrò imparare a medicarmi o a curare le cicatrici una volta a casa? • Dove saranno le cicatrici? Che aspetto avranno? Se decido di sottopormi a un intervento plastico per la ricostruzione del seno, come e quando potrò eseguirlo? Mi può consigliare un chirurgo plastico? • Devo fare esercizi speciali per recuperare la mobilità e la forza del braccio e della spalla? Il modo in cui eseguire gli esercizi mi sarà mostrato da un fisioterapista o un’infermiera? • Quando potrò riprendere le mie attività quotidiane? Quali attività dovrò evitare? Domande sulla radioterapia • Perché è necessario che mi sottoponga a questo trattamento? • Quali sono i vantaggi, i rischi e gli effetti collaterali di questo trattamento? Provoca danni alla pelle? • Può avere effetti collaterali a lungo termine? • Quando comincerà il trattamento? Come potremo sapere che sta avendo effetto? Quando terminerà il trattamento? • Come mi sentirò durante la terapia? Sarò in grado di guidare fino all’ospedale e di ritornare a casa da sola? • Come mi dovrò curare prima, durante e dopo la radioterapia? • Potrò continuare le mie normali attività? • Quale sarà l’aspetto del mio seno dopo la radioterapia? • Che probabilità ci sono che il tumore si ripresenti? • Con quale frequenza dovrò sottopormi agli esami di controllo? Domande sulla terapia sistemica (chemioterapia, terapia ormonale o immunoterapia) • Perché ho bisogno di questo trattamento? • Quali farmaci mi verranno somministrati? Come agiscono? • Quando comincerà il trattamento? • • • • • • • Quando finirà? Quali benefici ci si può aspettare dal trattamento? Come sapremo se funziona? Quali sono i rischi e i possibili effetti collaterali del trattamento? Cosa posso fare per contrastarli? Ci sono effetti collaterali nel lungo periodo? Dove devo recarmi per il trattamento? Dopo il trattamento posso tornare a casa guidando l’auto o devo rimanere in ospedale? Quali conseguenze avrà il trattamento sulle mie normali attività quotidiane? Devo considerare la possibilità di partecipare a uno studio clinico? Che tipo di esami di controllo dovrò eseguire? Domande sulla ricostruzione del seno • Quali sono le conoscenze più recenti sulla sicurezza degli impianti mammari in silicone? • Quale tipo di operazione darebbe i risultati migliori nel mio caso? Che aspetto avrò dopo l’intervento? • Quando è possibile cominciare la ricostruzione del seno? • A quante operazioni dovrò sottopormi? • Quali sono i rischi al momento dell’operazione? E successivamente? • Avrò cicatrici? Dove? Che aspetto avranno? 53 • In caso di utilizzo di pelle, muscoli e tessuto adiposo di altre parti del mio corpo, i cambiamenti nel punto di prelievo dei tessuti saranno permanenti? • Quali sono le attività da evitare? Quando potrò riprendere a svolgere le mie attività normali? • Saranno necessari esami di controllo? • Quanto costerà la ricostruzione? L’intervento è mutuabile? 54 Annotazioni. 55 Sandoz Pharmaceuticals S.A. Hinterbergstrasse 24 6330 Cham 2 Tel. 041 748 30 80 Fax 041 748 30 81 www.generici.ch a Novartis company