Cosa bisogna sapere sul carcinoma mammario

Cosa bisogna
sapere sul
carcinoma
mammario.
Brochure completamente rielaborata secondo
le conoscenze più recenti.
Indice
Cosa bisogna sapere sul carcinoma mammario
Informazioni generali
Anatomia del seno
Cancro al seno
Rischio di cancro al seno
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Riconoscimento e diagnosi
Diagnosi precoce
Screening mammografico
Ecografia mammaria
Esame del seno eseguito dal medico
Autoesame del seno
Sintomi
Diagnosi
Esame clinico del seno
Mammografia diagnostica
Ecografia mammaria
Tomografia a risonanza magnetica
Biopsia
Altri esami
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Stadiazione
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Trattamento e decorso successivo
Metodi di trattamento
Intervento chirurgico
Radioterapia
Chemioterapia
Terapia ormonale
Immunoterapia
Possibilità terapeutiche nei singoli stadi della malattia
Carcinoma mammario metastatizzato
Carcinoma mammario recidivante
Effetti indesiderati del trattamento antitumorale
Medicina complementare
Ricostruzione mammaria
Impianti
Ricostruzione del seno
Decorso post-trattamento
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Sostegno delle donne colpite da carcinoma mammario
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Le promesse della ricerca sul cancro
Ricerca sul riconoscimento e la diagnosi
Ricerca sulle terapie
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39
40
Glossario
41
Indirizzi importanti
46
Links
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51
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Domande della paziente al medico:
Annotazioni
Cosa bisogna sapere sul
carcinoma mammario.
Il carcinoma mammario (cancro al seno) è il tipo di cancro
più diffuso fra la popolazione femminile in Svizzera.
Le statistiche parlano di circa 5000 casi all’anno tra le
donne (e circa 34 tra gli uomini!). Questa brochure si
propone di offrire importanti e utili informazioni su questa
patologia a tutte le pazienti colpite dal cancro al seno,
nonché ai loro familiari e amici. Non si rivolge unicamente
alle pazienti malate, ma a tutte le persone che desiderano
maggiori informazioni su questo tipo di cancro.
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Nella brochure vengono descritti la diagnosi precoce, i segni iniziali, i metodi
diagnostici, i trattamenti e il decorso successivo, nonché le possibilità di
riabilitazione.
Informazioni generali
Anatomia del seno
Il seno femminile è composto prevalentemente da ghiandole in grado di
produrre latte. Ciascuna mammella è sostenuta dai muscoli pettorali che
ricoprono le costole.
Il seno è composto da 15 – 20 sezioni chiamate lobi, ciascuna delle quali
contiene più lobuli, formati da grappoli di minuscole ghiandole deputate alla
produzione di latte. Il latte fuoriesce dai lobuli attraverso condotti sottili, i dotti
galattofori, affluendo al capezzolo, che si trova al centro di un’area di cute
più scura, detta areola. Lo spazio tra i lobuli e i dotti galattofori è occupato
da tessuto adiposo.
Le mammelle contengono anche vasi linfatici che trasportano un liquido chiaro,
la linfa, e che collegano piccoli organi di forma circolare, i linfonodi.
Grappoli di linfonodi sono situati in prossimità della mammella, nella cavità
ascellare (sotto il braccio), sopra la clavicola, nella cassa toracica, dietro allo
sterno e in molte altre parti del corpo. I linfonodi hanno la funzione di
combattere i batteri, le cellule tumorali o altre sostanze nocive che possono
essere presenti nel sistema linfatico.
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In queste immagini
sono illustrate le
parti anatomiche
della mammella, i
linfonodi e i vasi
linfatici adiacenti.
Cancro al seno
Il cancro ha origine nelle cellule somatiche, i «mattoni» che costituiscono i
tessuti, i quali a loro volta formano gli organi. Normalmente le cellule
crescono e si dividono, dando origine a nuove cellule, nella misura in cui
l’organismo lo richiede. Quando le cellule invecchiano, muoiono e vengono
sostituite da cellule nuove. Talvolta, questo processo regolare sfugge al
controllo dell’organismo: si formano nuove cellule di cui il corpo non ha affatto
bisogno e le cellule vecchie non muoiono, al contrario di quanto dovrebbe
accadere. Queste cellule in eccesso possono formare una massa di tessuto
che viene definita neoplasia o tumore. Non sempre un tumore è un cancro.
I tumori possono essere benigni o maligni.
Il tumore benigno non è un cancro. Raramente ha una prognosi infausta.
In genere, i tumori benigni possono essere asportati e raramente si riformano.
Le cellule dei tumori benigni non si diffondono ai tessuti adiacenti o ad altre
parti del corpo.
Il tumore maligno è un cancro. Nel complesso è più grave del tumore benigno
e può avere una prognosi infausta. Spesso i tumori maligni possono essere
asportati, ma è possibile che si ripresentino.
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Le cellule dei tumori maligni possono invadere i tessuti e gli organi adiacenti
e danneggiarli. Può anche accadere che alcune cellule si stacchino da un
tumore maligno e riescano a penetrare nel circolo sanguigno o nel sistema
linfatico. In questo modo le cellule tumorali si diffondono dal tumore originario (tumore primario) e formano nuovi tumori in altri organi; questa diffusione
del cancro viene definita metastatizzazione. Se le cellule del carcinoma
mammario penetrano nel sistema linfatico, possono essere individuate nei
linfonodi situati in prossimità della mammella.
Attraverso il sistema linfatico o il circolo sanguigno le cellule tumorali possono
raggiungere anche altri organi. Quando il cancro si diffonde (metastatizza),
il nuovo tumore presenta cellule anomale dello stesso tipo e viene chiamato
con lo stesso nome del tumore primario. Se, per esempio, un carcinoma mammario si diffonde alle ossa, le cellule tumorali presenti nelle ossa sono cellule
di carcinoma mammario. La patologia è quindi un carcinoma mammario
metastatizzato e il trattamento da seguire sarà quello del carcinoma mammario, non del cancro osseo. Questo tipo di tumore viene definito anche
metastasi a distanza.
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Rischio di cancro al seno
Le cause precise del cancro al seno sono sconosciute; è certo, tuttavia, che
traumi, contusioni o pressioni del seno non possono provocare il carcinoma
mammario. Inoltre il cancro al seno non è contagioso. Nessuno può prendere
questa malattia da un’altra persona.
La ricerca ha dimostrato che le donne che presentano, tra l’altro, i seguenti
fattori di rischio sono colpite più frequentemente da questa malattia:
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• Età: la probabilità di ammalarsi di
cancro al seno aumenta con l’età.
Le donne sopra i 60 anni sono
quelle più a rischio.
• Cancro pregresso: il cancro a una
mammella aumenta il rischio per
l’altra mammella.
• Familiarità: se la madre, una sorella
o una figlia sono state colpite da
cancro al seno, il rischio di ammalarsi aumenta.
• Alterazioni genetiche: le alterazioni
di particolari geni (BRCA1, BRCA2,
ecc.) aumentano il rischio di cancro
al seno.
• Fumo: il consumo di tabacco
aumenta il rischio di cancro.
• Anamnesi ginecologica: altri fattori
di rischio sono l’età avanzata al
primo figlio, il menarca precoce
(prima dei 12 anni), la menopausa
tardiva (dopo i 55 anni) o la nulliparità. Le donne che assumono
solo estrogeni nell’ambito di una
terapia ormonale presentano un
rischio lievemente superiore di
sviluppare un cancro al seno; le
donne che assumono estrogeni e
gestageni presentano un rischio
notevolmente più elevato. Studi
recenti hanno dimostrato che, nell’
ambito di una terapia ormonale
combinata (estrogeni e gestageni),
i casi di cancro al seno aumentavano di circa 8 su 10000; gli
studi, tuttavia, hanno dimostrato
anche che la terapia ormonale
riduce la probabilità di ammalarsi di cancro all’intestino (6 casi
in meno su 10000). L’aspettativa
di vita per le donne sottoposte a
terapia ormonale rimane comunque invariata.
• Tessuto mammario denso:
le donne in età più avanzata con
tessuto mammario denso (non
tessuto adiposo) presentano un
rischio di cancro al seno più
elevato.
• Sovrappeso patologico dopo la
menopausa: dopo la menopausa
le donne obese hanno un rischio
più elevato di sviluppare il cancro
al seno. Possono essere ritenute
obese le donne con una percentuale patologicamente elevata di
tessuto adiposo (Body Mass
Index > 30).
Conoscere i fattori di rischio è
utile, tuttavia è anche importante
sapere che la maggior parte delle
donne cosiddette «a rischio» non
si ammala di cancro al seno.
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Riconoscimento e diagnosi.
Diagnosi precoce. Gli esami di diagnosi precoce (screening)
vengono eseguiti prima che compaiano i sintomi e
possono aiutare il medico a riconoscere e a trattare tempestivamente il cancro. Un trattamento è tanto più efficace
quanto più precoce è stata la diagnosi.
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Screening mammografico
La mammografia è una radiografia
del seno, ma la dose di raggi X
impiegata è molto limitata. Un volo
Zurigo–New York espone il corpo a
una quantità di radiazioni molto superiore a quella di una mammografia.
Lo screening mammografico permette
spesso di scoprire un nodulo al seno
prima che questo sia riconoscibile
alla palpazione e di individuare
minuscoli depositi di calcio (microcalcificazioni). Noduli o calcificazioni
possono essere indice di cancro. Se
la mammografia evidenzia un settore
anomalo, è necessario eseguire altre
radiografie o eventualmente una
biopsia. La biopsia è l’unico modo
per stabilire con certezza l’eventuale
presenza del cancro.
La mammografia è uno strumento
estremamente efficace perché consente
al medico di riconoscere tempestivamente il cancro al seno. (Attualmente
è l’unico sistema per scoprire microcalcificazioni sospette, che possono
indicare la presenza di un cancro nei
dotti galattofori in uno stadio molto
precoce.) Può tuttavia accadere che:
• Sul mammogramma non siano
visibili tumori già presenti (risultato
falso negativo).
• Sul mammogramma siano visibili
alterazioni sospette che in seguito
non risultano essere maligne
(risultato falso positivo).
• Alcuni tumori a rapida crescita si
siano già diffusi in altre parti
del corpo prima di essere scoperti
dalla mammografia.
È consigliabile discutere con il proprio
medico l’opportunità di una mammografia in occasione dei controlli di
routine. In alcuni cantoni (FR, GE, JU,
VD, VS, situazione al 2005), le donne
sopra i 50 anni vengono invitate ogni
due anni a sottoporsi a una mammografia praticamente gratuita. La decisione di approfittare di questa offerta
rimane comunque del tutto personale.
Ecografia mammaria
Si tratta di un esame che prevede
l’utilizzo di ultrasuoni ad alta frequenza. Un medico esperto, con un’apparecchiatura di qualità adeguata, è in
grado di scoprire noduli con dimensioni a partire da circa 0,1 cm. Studi
recenti hanno dimostrato che il tasso
di scoperta è quasi pari a quello della
mammografia. In caso di seni voluminosi e densi, l’ecografia è il metodo
migliore per individuare la presenza
di noduli. Se l’ecografia viene affiancata alla mammografia, il tasso di
scoperta aumenta di circa il 30 %.
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Esame del seno eseguito dal medico
Durante l’esame clinico, il medico
esegue la palpazione del seno e
controlla eventuali differenze (per
esempio di forma o dimensioni) tra
le mammelle. Con i polpastrelli il
medico esamina ciascuna mammella
per individuare l’eventuale presenza
di noduli, senza tralasciare il cavo
ascellare e la clavicola. In genere, un
nodulo deve avere le dimensioni di
un pisello per poter essere individuato
alla palpazione; una diagnosi sicura,
tuttavia, non è possibile.
Autoesame del seno
Tutte le donne dovrebbero eseguire
l’autoesame del seno almeno una
volta al mese, per riconoscere possibili alterazioni delle mammelle. Eventuali cambiamenti, tuttavia, possono
dipendere anche dall’avanzare
dell’età, dal ciclo mestruale, da una
gravidanza, dalla menopausa o dall’
assunzione della pillola anticoncezionale o di altri ormoni. Spesso il seno
è gonfio e sensibile alla pressione
anche direttamente prima o durante
il ciclo mestruale.
È consigliabile rivolgersi al medico
qualora si notino alterazioni insolite
durante l’autoesame del seno o in
qualsiasi altro momento.
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Sintomi
Il carcinoma mammario può causare
le seguenti alterazioni:
• alterazioni della mammella o del
capezzolo percepibili al tatto
(noduli o indurimenti del seno o
della zona adiacente o nel cavo
ascellare; capezzoli dolenti al tatto);
• alterazioni dell’aspetto della mammella o del capezzolo (cambiamenti
di forma o dimensioni; ritrazione
del capezzolo; pelle screpolata,
arrossata o edematosa; ulcerazioni
o infossamenti);
• secrezione di liquido (secreto) dai
capezzoli.
Sebbene il carcinoma mammario in
uno stadio iniziale sia di norma asintomatico, è importante che la donna
consulti il proprio medico qualora
compaiano dolori al seno o altri
sintomi sospetti e persistenti. In genere, tali sintomi non sono indicativi di
un carcinoma, ma è importante sottoporsi a un esame medico per poter
riconoscere e trattare tempestivamente
eventuali problemi.
Diagnosi
Se il medico conferma la presenza di un’alterazione della mammella, è necessario scoprire se questa è dovuta a un carcinoma mammario o se ha una
causa diversa. Viene quindi eseguito un esame clinico; il medico pone anche
alcune domande alla paziente per raccogliere l’anamnesi medica, familiare e
personale. Generalmente viene prescritta una mammografia o un’altra tecnica
di imaging, come per esempio un’ecografia mammaria o una tomografia a
risonanza magnetica (MRT). In caso di formazione di tessuto sospetta, viene
eseguita una biopsia per ricercare eventuali cellule tumorali.
Esame clinico del seno
Quando una donna scopre un nodulo al seno, il medico può ricavare molte
informazioni dalla palpazione della parte interessata: i noduli di natura
benigna spesso hanno caratteristiche diverse da quelli maligni. Tramite la palpazione il medico determina le dimensioni, la forma e la struttura del nodulo
e ne verifica la mobilità. I noduli morbidi, lisci, rotondi e mobili sono generalmente benigni. Se il nodulo è duro, di forma irregolare e aderente al seno, si
tratta con grande probabilità di cancro. Tuttavia, la sola palpazione non può
fornire una diagnosi certa.
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Mammografia diagnostica
La mammografia diagnostica consiste
in una serie di radiografie della
mammella che consentono di ottenere
immagini più chiare e dettagliate dei
settori risultati anomali allo screening
mammografico. Questo esame fornisce anche informazioni su alterazioni anomale come noduli, dolori,
indurimenti, secrezione di liquido
dai capezzoli o modifiche delle
dimensioni o della forma delle mammelle. Durante la mammografia
diagnostica è possibile esaminare in
modo mirato un preciso settore del
seno; a questo scopo vengono impiegate anche tecniche speciali e
vengono eseguite più radiografie
rispetto al normale screening
mammografico.
Ecografia mammaria
Con l’ecografia è possibile stabilire
se un nodulo è costituito da una cisti
piena di liquido (e quindi non è un
cancro) o da una massa solida (che
potrebbe essere un cancro, ma non
necessariamente). Le immagini
vengono visualizzate dal medico su
un monitor e dopo l’esame possono
essere memorizzate e stampate.
L’ecografia può essere associata
alla mammografia.
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Tomografia a risonanza magnetica
La tomografia a risonanza magnetica
(MRT) consente di ottenere immagini
dettagliate del tessuto mammario.
La MRT viene eseguita dopo la somministrazione di un mezzo di contrasto; può essere associata alla
mammografia.
Biopsia
La biopsia consiste nel prelievo di
liquido o di tessuto per stabilire con
certezza la presenza o meno di carcinoma. In genere, per la biopsia la
paziente viene indirizzata al chirurgo.
Talvolta, la mammografia evidenzia
un’area sospetta che non era stata
individuata tramite la palpazione
clinica. In questo caso, è possibile
utilizzare tecniche diagnostiche di
imaging per visualizzare l’area interessata e prelevare un campione di
tessuto, come la biopsia ecoguidata
con ago sottile o stereotassica.
Il tessuto può essere prelevato dal
seno con diversi sistemi:
• Aspirazione con: Un campione di
liquido e/o cellule viene prelevato
da un nodulo ago sottile del seno
per mezzo di un ago sottile. Se si
sospetta che il liquido contenga cellule degenerate, il campione viene
inviato in laboratorio dove sarà
analizzato al microscopio da un
patologo per verificare l’eventuale
presenza di cellule tumorali. Se il
liquido è chiaro, l’analisi in laboratorio non è necessaria.
• Biopsia incisionale: Il prelievo di
tessuto mammario viene eseguito
con un ago di (punch) grosso calibro; un patologo esamina il campione di tessuto alla ricerca di cellule
tumorali. Questo procedimento,
definito anche agobiopsia, non
provoca la diffusione di cellule
tumorali nel corpo.
• Biopsia chirurgica: Nella biopsia
incisionale, il campione viene prelevato chirurgicamente da un nodulo
o da un settore anomalo. Nella
biopsia escissionale vengono asportati l’intero nodulo o l’intero settore
sospetto. Successivamente, un patologo esamina il tessuto per individuare eventuali cellule tumorali.
Se la presenza di cellule tumorali
viene confermata, il patologo è in
grado di stabilire di quale tipo di
cancro si tratta: il cancro al seno più
frequente è il carcinoma duttale che
si sviluppa nelle pareti interne dei
dotti galattofori. Un altro tipo di
cancro, il carcinoma lobulare, si
forma nei lobuli ghiandolari.
Altri esami:
Una volta formulata la diagnosi di
cancro, sul tessuto prelevato vengono
eseguiti speciali esami di laboratorio.
I risultati di questi esami forniscono
informazioni sulla malattia e consentono di pianificare un trattamento
adeguato.
Molte donne ammalate di cancro al
seno vengono sottoposte a un test di
determinazione dei recettori ormonali
per stabilire se la crescita del cancro
dipende dagli ormoni (estrogeno o
progesterone). Il risultato è importante
per la pianificazione del trattamento.
In alcuni casi, si procede ad analizzare un campione di tessuto mammario per rilevare la presenza del
recettore 2 per il fattore di crescita
dell’epidermide umana (HER2) o del
gene HER2/neu; se la presenza del
recettore o del gene HER2 è confermata, aumenta la probabilità
che il cancro possa ripresentarsi. In
tal caso, però, è possibile proporre
un trattamento con l’anticorpo
trastuzumab.
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Stadiazione.
Per pianificare il trattamento, il medico deve conoscere
l’estensione (lo stadio) della malattia. Lo stadio viene stabilito
in base alle dimensioni del tumore e alla sua eventuale
diffusione. Per determinare lo stadio del carcinoma
(stadiazione) si eseguono radiografie ed esami di laboratorio in modo da stabilire se il cancro si è diffuso ad altre
parti del corpo e, in caso affermativo, a quali. Quando il
carcinoma mammario si diffonde all’esterno del seno,
spesso le cellule tumorali si infiltrano nei linfonodi del cavo
ascellare (linfonodi ascellari). L’estensione del carcinoma
spesso è determinabile solo dopo l’asportazione chirurgica
del tumore mammario e dei linfonodi del cavo ascellare.
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In Europa, il carcinoma mammario
viene classificato principalmente in
base al sistema TNM:
• Stadio Tis: Tumore in situ (anche
carcinoma in situ). Un carcinoma
lobulare in situ (LCIS) indica la presenza, nella parete interna di un
lobulo, di cellule anomale che sono
marcatori di rischio aumentato.
Questo significa che una donna
con LCIS è maggiormente a rischio
di sviluppare in futuro un cancro
invasivo in una delle mammelle
(il rischio sussiste per entrambe le
mammelle).
Il carcinoma duttale in situ (DCIS)
è una malattia precancerosa che
colpisce la parete interna di un
dotto galattoforo; viene definito
anche carcinoma intraduttale. In
questo caso, le cellule anomale non
si sono diffuse all’esterno del dotto
galattoforo e non si sono infiltrate
nel tessuto mammario circostante.
Può accadere, tuttavia, che un DCIS
non trattato degeneri in un carcinoma invasivo.
• Stadio I: Lo stadio I è uno stadio
iniziale; questo significa che il
tumore ha un diametro massimo
di 2 cm.
• Stadio II: Nello stadio II il diametro
del tumore è maggiore di 2 cm,
ma non supera i 5 cm nella dimensione massima.
• Stadio III: Nello stadio III il tumore
ha un diametro superiore a 5 cm.
• Stadio IV: Lo stadio IV indica un
cancro con estensione diretta alla
parete toracica o alla cute, indipendentemente dalle dimensioni.
• Cancro recidivante: Il cancro recidivante è un cancro che si ripresenta (recidiva) dopo un trattamento.
Questo può verificarsi a livello
locale (nella mammella o nella
parete toracica) o in un’altra parte
del corpo (per esempio nelle ossa,
nel fegato o nei polmoni)
17
Trattamento e decorso successivo.
Molte donne ammalate di cancro desiderano informarsi il
più possibile sulla propria malattia e sulle opzioni di trattamento e partecipare attivamente alle decisioni sulle cure
mediche a cui dovranno sottoporsi. Conoscere meglio la
malattia aiuta molte pazienti a superarla, ma quante
informazioni ricevere e come gestirle è una decisione del
tutto personale.
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Dopo lo shock provocato da una diagnosi di cancro è difficile fare mente
locale su tutte le domande che si vorrebbero porre al medico. Come memorandum può essere utile preparare un elenco di domande da portare con sé
in occasione della visita (vedere la pagina 51).
In genere, il medico indirizza la paziente ammalata di cancro a uno specialista o è la paziente stessa a richiederlo. Durante il trattamento in genere
la paziente è seguita da specialisti – ginecologo, oncologo, cardiologo e
chirurgo plastico – che solitamente operano in collaborazione.
In genere, il trattamento viene iniziato il più tempestivamente possibile, subito
dopo la diagnosi. La maggior parte delle pazienti ha comunque tempo sufficiente per discutere con il proprio medico le possibilità di trattamento, per
richiedere una seconda opinione o per informarsi meglio sul cancro al seno,
prima di prendere qualsiasi decisione sul trattamento.
La paziente che desideri una seconda opinione sulla diagnosi e sulle possibilità
di trattamento dovrebbe consultare il proprio medico al riguardo.
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Metodi di trattamento
Esistono varie opzioni di trattamento del carcinoma mammario, dall’intervento
chirurgico alla chemioterapia, dalla radioterapia alla terapia ormonale e
all’immunoterapia. Nella maggior parte dei casi il fattore determinante nella
scelta della terapia è lo stadio della malattia.
In molti casi, il trattamento prevede la combinazione di più terapie; inoltre, in
tutti gli stadi della malattia, le pazienti possono richiedere una terapia per
combattere il dolore e altri sintomi, nonché gli effetti collaterali del trattamento
e per alleviare i problemi emozionali. Queste terapie vengono definite terapie
di sostegno o terapie palliative.
Nel trattamento del cancro vengono impiegate terapie locali e/o sistemiche.
• Terapia locale: L’intervento chirurgico e la radioterapia sono terapie locali,
mirate cioè ad asportare (o distruggere) il tumore dalla mammella. In caso
di cancro metastatizzato, la terapia locale può combattere la malattia solo
nelle aree specifiche in cui viene applicata, non in altre parti del corpo.
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• Terapia sistemica: Chemioterapia, terapia ormonale e immunoterapia sono
metodi di trattamento sistemici, ovvero che penetrano nel circolo sanguigno
e distruggono o combattono il cancro in tutto l’organismo. Alcune pazienti
affette da carcinoma mammario vengono sottoposte a terapia sistemica
per ridurre il tumore prima dell’intervento chirurgico o della radioterapia.
In altre, la terapia sistemica viene praticata dopo l’intervento chirurgico
e/o la radioterapia per impedire che il cancro si ripresenti. I trattamenti
sistemici vengono effettuati anche nel caso in cui il cancro si sia diffuso
ad altre parti del corpo.
La maggior parte delle donne desidera sapere in che modo il trattamento
influenzerà la vita di ogni giorno e quale sarà l’aspetto del seno durante e
dopo il trattamento. Il medico è la persona più indicata per descrivere le
possibilità di trattamento, gli effetti collaterali e i risultati previsti. Ogni donna
può mettere a punto con il proprio medico un piano di trattamento che
tenga conto di esigenze e valori individuali.
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Nell’intervento conservativo
vengono asportati dalla mammella il tumore e una parte del
tessuto adiacente (a volte una
biopsia escissionale, durante la
quale viene asportato l’intero
tumore, equivale a una nodulectomia. La biopsia è descritta
nel paragrafo «Diagnosi»).
In alcuni casi, viene asportata
anche una parte del tessuto che
riveste il muscolo pettorale sotto
il tumore; è possibile che vengano asportati anche alcuni
linfonodi ascellari.
Intervento chirurgico
L’intervento chirurgico è il metodo di trattamento più frequente in caso di cancro al seno. Esistono vari tipi di intervento.
• Intervento conservativo: Viene asportato il cancro, ma non la mammella;
detto anche tumorectomia, mastectomia segmentale o mastectomia parziale.
Spesso, praticando un’incisione a parte, il chirurgo asporta anche i linfonodi
del cavo ascellare, per stabilire se le cellule tumorali si sono infiltrate nel
sistema linfatico. Questo intervento viene definito dissezione dei linfonodi
ascellari. Dopo un intervento conservativo, la maggior parte delle pazienti
viene sottoposta a radioterapia, per distruggere le cellule tumorali che
potrebbero ancora essere presenti nella mammella.
• Mastectomia: Prevede l’asportazione della mammella (o della maggior
parte di tessuto mammario possibile); nella maggior parte dei casi vengono
asportati anche i linfonodi ascellari. L’intervento può essere seguito da
radioterapia.
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Nella mastectomia totale (semplice) viene
asportata l’intera mammella; se necessario,
possono essere asportati anche alcuni
linfonodi ascellari.
Nella mastectomia radicale modificata
vengono asportati l’intera mammella, la
maggior parte o la totalità dei linfonodi
ascellari e spesso anche il tessuto che riveste il muscolo pettorale. Se necessario,
viene asportato anche il più piccolo dei
due muscoli pettorali, in modo da poter
accedere più facilmente ai linfonodi.
Studi scientifici hanno stabilito che i tassi di sopravvivenza in caso di cancro
al seno di stadio I e II dopo un intervento conservativo (con radioterapia) e
dopo una mastectomia sono identici.
Un nuovo metodo per la ricerca di cellule tumorali nei linfonodi viene definito
biopsia del linfonodo sentinella. Durante l’intervento, un chirurgo specializzato
asporta solo uno o alcuni linfonodi (i cosiddetti linfonodi sentinella) anziché
tutti i linfonodi ascellari.
Le pazienti possono anche decidere di sottoporsi a un’operazione plastica
per ripristinare la forma del seno (ricostruzione del seno), un intervento che
può essere eseguito contemporaneamente alla mastectomia o in un momento
successivo. Le pazienti che decidono a favore di una ricostruzione dovrebbero
consultare un chirurgo plastico prima della mastectomia. Per informazioni
più dettagliate, vedere il paragrafo «Ricostruzione mammaria» sulla pagina 33.
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Radioterapia
La radioterapia utilizza radiazioni ad alta energia per uccidere le cellule
tumorali. In genere, questa terapia viene eseguita dopo un intervento conservativo, ma in alcuni casi, a seconda delle dimensioni del tumore e di altri
fattori, può essere eseguita anche dopo una mastectomia. Le radiazioni
distruggono le cellule tumorali che possono essere ancora presenti nella
mammella. Spesso sul letto tumorale viene erogata una dose di radiazioni
supplementari, la cosiddetta «dose booster».
In alcune pazienti, la radioterapia (talvolta anche associata a chemioterapia
o terapia ormonale) viene eseguita prima dell’intervento chirurgico, per
distruggere le cellule tumorali e ridurre l’estensione del carcinoma. Questo
approccio terapeutico viene utilizzato in genere in caso di tumori molto
estesi o difficili da asportare chirurgicamente.
Per il trattamento del carcinoma mammario sono previsti 2 tipi di radioterapia
(in alcuni casi vengono impiegati entrambi).
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• Radiazione esterna: Le radiazioni
vengono emesse da un apparecchio.
Il trattamento di radioterapia esterna
viene eseguito 5 giorni alla settimana, per più settimane, e richiede
che la paziente si rechi in ospedale
o in ambulatorio.
• Radiazione interna (Radioterapia
da impianto): Le radiazioni vengono
emesse da materiale radioattivo
contenuto in sottili tubicini di plastica,
che vengono impiantati direttamente
nella mammella. Per la radioterapia
da impianto è necessario il ricovero
in ospedale; gli impianti vengono
lasciati nella mammella per alcuni
giorni e rimossi prima della dimissione della paziente.
Chemioterapia
La chemioterapia utilizza farmaci per
uccidere le cellule tumorali; nel caso
di carcinoma mammario, questa terapia prevede in genere l’impiego di
una combinazione di farmaci che
vengono somministrati sotto forma di
compresse o iniezioni/infusioni in
vena (endovena). In entrambi i casi, i
farmaci entrano nel circolo sanguigno
e vengono trasportati a tutto il corpo.
La chemioterapia può essere eseguita
ambulatorialmente in ospedale, presso
uno studio medico o a casa. Per alcune pazienti, tuttavia, è necessario il
ricovero in ospedale.
Terapia ormonale
La terapia ormonale impedisce alle
cellule tumorali di ricevere gli ormoni
naturali (estrogeno e progesterone)
indispensabili per la crescita del carcinoma. Se gli esami di laboratorio
indicano che il carcinoma mammario
presenta recettori ormonali, la paziente
può essere sottoposta a una terapia
ormonale. Come la chemioterapia, la
terapia ormonale agisce sulle cellule
di tutto il corpo.
La terapia ormonale può essere eseguita mediante la somministrazione
di un farmaco o tramite intervento
chirurgico:
• Farmaco: Il medico prescrive un
farmaco in grado di influenzare
l’azione o la produzione endogena
di ormoni naturali. Il Tamoxifen,
per esempio, blocca l’attività dell’
estrogeno naturale; un altro tipo di
farmaco (inibitore dell’aromatasi)
impedisce all’organismo di produrre l’ormone femminile estradiolo,
un tipo di estrogeno. Un’ulteriore
opzione consiste nei cosiddetti
ormoni di rilascio ipotalamici
(GnRH analoghi) che provocano
nella paziente un blocco temporaneo della produzione di ormoni
femminili, come in menopausa.
25
• Intervento: Se la paziente non è
ancora in menopausa, è possibile
eseguire un intervento chirurgico
per l’asportazione delle ovaie.
Le ovaie sono il principale organo
produttore dell’estrogeno endogeno.
Dopo la menopausa la produzione
di ormoni delle ovaie si interrompe
in modo naturale, quindi non è
necessario l’intervento chirurgico.
Immunoterapia
L’immunoterapia (detta anche terapia
biologica) sfrutta il sistema immunitario
endogeno per combattere il cancro.
Alcune donne con carcinoma mammario metastatizzato ricevono un’immunoterapia con un anticorpo monoclonale (trastuzumab), una sostanza
prodotta in laboratorio in grado di
legarsi alle cellule tumorali.
Il trastuzumab viene somministrato
alle pazienti in cui i risultati degli
esami di laboratorio indicano che il
carcinoma mammario contiene e produce una quantità eccessiva di una
determinata proteina chiamata HER2.
ll trastuzumab può rallentare o
bloccare la crescita delle cellule tumorali, soprattutto quelle delle metastasi.
Il trastuzumab viene iniettato in vena;
può essere somministrato da solo o in
associazione a chemioterapia. Come
la chemioterapia e la terapia
26
ormonale, l’immunoterapia può
agire sulle cellule tumorali di tutto
l’organismo.
Possibilità terapeutiche nei singoli
stadi della malattia
Stadio Tis
Viene definito carcinoma mammario
di stadio Tis un carcinoma lobulare
in situ (LCIS) o un carcinoma duttale
in situ (DCIS) (vedere anche pag. 17)
• LCIS
La maggior parte delle pazienti con
LCIS non viene sottoposta a trattamento. Il medico può consigliare
controlli regolari per riconoscere
tempestivamente segni di carcinoma
mammario. Alcune pazienti assumono il Tamoxifen, per ridurre il
rischio di sviluppare un carcinoma
mammario. Altre prendono parte a
studi clinici su nuove terapie preventive molto promettenti. La presenza di
un LCIS in una mammella aumenta
il rischio di cancro in entrambi i seni,
per questo alcune pazienti (una minoranza) con LCIS decidono di sottoporsi a un intervento di asportazione
di entrambe le mammelle (mastectomia bilaterale profilattica). Questo
dovrebbe evitare che il cancro si
sviluppi; l’intervento non prevede
normalmente l’asportazione dei linfonodi ascellari.
• DCIS
La maggior parte delle pazienti con
DCIS viene sottoposta a un intervento
conservativo seguito da radioterapia;
in genere, i linfonodi ascellari non
vengono asportati. Nelle donne con
DCIS può essere indicato anche un
trattamento con Tamoxifen, per ridurre
il rischio di sviluppare un carcinoma
mammario invasivo.
• Stadi da I a IV:
Le pazienti con carcinoma mammario
negli stadi da I a IV vengono sottoposte a diverse combinazioni di trattamento. Alcune donne (soprattutto quelle
con carcinoma mammario nello stadio
I o II) optano per un intervento conservativo seguito da radioterapia, altre
decidono di sottoporsi a mastectomia.
27
In entrambi i casi è frequente anche
l’asportazione dei linfonodi ascellari.
Il medico può consigliare una radioterapia dopo la mastectomia, qualora
siano state rilevate cellule tumorali in
più di 3 linfonodi ascellari o quando
il tumore è esteso a gran parte della
mammella.
La decisione tra un intervento conservativo (seguito da radioterapia) e una
mastectomia dipende da molti fattori:
estensione, localizzazione e stadio del
tumore; dimensioni della mammella;
determinate caratteristiche del tumore;
l’importanza per la paziente di conservare il seno; le condizioni della
paziente rispetto a una radioterapia;
la disponibilità di un radiologo per la
paziente.
In alcune donne (soprattutto in quelle
con tumori negli stadi II, III o IV),
l’intervento chirurgico viene fatto
precedere da una radioterapia. Una
chemioterapia prima dell’intervento
può ridurre un tumore di grandi
dimensioni, in modo da consentire un
intervento conservativo. In molti casi,
dopo l’intervento la paziente viene
sottoposta a una terapia adiuvante
(chemioterapia, terapia ormonale o
entrambe). La terapia adiuvante serve
a distruggere eventuali cellule tumorali residue e a impedire che il cancro
si ripresenti nella mammella o in altre
parti del corpo. La chemioterapia è
28
consigliata in caso di tumori recettorenegativi (scarsamente influenzabili
dagli ormoni); se il rischio è elevato
(numero di linfonodi colpiti, grado di
malignità del tessuto) è indicata anche
in caso di tumori recettorepositivi.
Se la chemioterapia riduce le dimensioni del tumore, il medico può consigliare un trattamento supplementare.
• Mastectomia: vengono asportati
chirurgicamente la mammella e di
solito i linfonodi ascellari. Dopo l’intervento può essere necessaria una
radioterapia del torace e del cavo
ascellare.
• Intervento conservativo: viene asportato chirurgicamente il tumore,
ma non la mammella. In genere,
vengono asportati anche i linfonodi
ascellari. In alcuni casi, l’intervento
può essere seguito da una radioterapia del torace e del cavo
ascellare.
• Radioterapia in sostituzione
dell’intervento: alcune pazienti
vengono sottoposte a radioterapia
senza essere operate.
Carcinoma mammario metastatizzato
Nella maggior parte dei casi di
carcinoma mammario metastatizzato,
l’intervento chirurgico viene eseguito
nonostante la presenza di metastasi,
in associazione a una terapia
ormonale e/o chemioterapia. In alcuni casi viene eseguita anche un’immunoterapia. La radioterapia può servire
a tenere sotto controllo il tumore in
determinate parti del corpo. Questi
trattamenti raramente riescono a
guarire la malattia, ma possono prolungare la sopravvivenza. In molte
pazienti, il trattamento del cancro è
associato a una terapia palliativa
(di sostegno), che dovrebbe rallentare
il progredire della malattia. In alcuni
casi, per il trattamento dei sintomi
viene eseguita solo una terapia
palliativa, che può contribuire a migliorare il benessere fisico e psichico
della paziente. L’obiettivo di questo
tipo di trattamento consiste nel tenere
sotto controllo il dolore e altri sintomi
e nell’alleviare gli effetti collaterali del
trattamento (per esempio la nausea),
più che prolungare la sopravvivenza.
Carcinoma mammario recidivante
Il carcinoma mammario recidivante
è un cancro al seno che si ripresenta
dopo un trattamento. Il trattamento
del carcinoma mammario recidivante
dipende in gran parte dalla localizzazione e dall’estensione del cancro,
nonché dal tipo di trattamento a cui
era stata sottoposta la paziente in
precedenza. Se il cancro si ripresenta
nella mammella (e non in un’altra
parte del corpo) dopo un intervento
conservativo, è possibile procedere a
mastectomia. Esistono buone possibilità che la malattia non si ripresenti in
un’altra regione del corpo.
Se il carcinoma mammario si ripresenta in un altro organo, il trattamento
può consistere in una chemioterapia,
una terapia ormonale o un’immunoterapia. La radioterapia può essere
utile per controllare il cancro che si
ripresenta nei muscoli pettorali o in
determinate altre regioni del corpo.
Raramente i trattamenti possono
curare il cancro che ricompare al di
fuori della mammella. Spesso, la
terapia palliativa è una parte importante del piano di trattamento. Molte
pazienti vengono sottoposte a terapia
palliativa per alleviare i sintomi e
contemporaneamente a trattamento
del cancro per rallentare la progressione della malattia. In altri casi,
l’unico trattamento consiste nella
terapia palliativa, per migliorare la
qualità della vita alleviando il dolore,
la nausea e altri sintomi.
29
Effetti indesiderati del trattamento antitumorale
Dal momento che il trattamento del cancro può danneggiare anche le cellule
e i tessuti sani, gli effetti indesiderati sono frequenti. Gli effetti collaterali
specifici dipendono dal tipo e dall’intensità del trattamento; variano da
paziente a paziente, anche tra quelle sottoposte allo stesso trattamento.
Inoltre, gli effetti collaterali in una stessa paziente possono risultare di volta
in volta diversi.
• Intervento: L’intervento causa dolori e sensibilità alla pressione nel breve
periodo, circoscritti al campo operatorio. Prima dell’intervento, la paziente
può richiedere una terapia antalgica. Come per tutti gli interventi chirurgici,
esiste anche il rischio che subentrino infezioni, emorragie o altri problemi.
L’asportazione di una o di entrambe le mammelle può causare disturbi
dell’equilibrio che a loro volta possono provocare problemi alla schiena e
alla nuca. La paziente può avvertire tensione cutanea nella regione interessata dall’intervento, nonché rigidità e debolezza dei muscoli del braccio e
della spalla. Il medico, le infermiere o il fisioterapista possono consigliare
esercizi per recuperare la mobilità e la forza del braccio e della spalla.
30
Qualora durante l’intervento fossero stati danneggiati o recisi dei
nervi, la paziente può accusare
mancanza di sensibilità e formicolio a livello del seno, del cavo
ascellare, della spalla e del braccio.
Generalmente, queste parestesie
scompaiono nel giro di qualche
settimana o mese; può accadere,
tuttavia, che la mancanza di sensibilità non regredisca.
della pressione sanguigna;
• indossare sempre i guanti per
proteggere le mani quando si pratica
il giardinaggio o si utilizzano
prodotti aggressivi per la pulizia
della casa;
• fare molta attenzione durante la
manicure: evitare di tagliare la
cuticola delle unghie;
• evitare bruciature o scottature solari
sul braccio e sulla mano interessati.
L’asportazione dei linfonodi
ascellari rallenta il drenaggio linfatico. Il ristagno di linfa nel braccio
e nella mano può causare gonfiore
(linfoedema); questo problema può
presentarsi subito dopo l’intervento
o a distanza di mesi o anni. Il
braccio e la mano del lato del
corpo interessato avranno bisogno
di attenzioni particolari per il resto
della vita.
Esistono esercizi speciali della mano
e del braccio che aiutano a prevenire
il linfoedema; anche indossare abiti
con maniche elastiche migliora la circolazione linfatica. Altre misure consistono in farmaci, massaggi (linfodrenaggio manuale) o nell’utilizzo di
un’apparecchiatura che comprime
delicatamente il braccio. Potrebbe
essere utile anche consultare un fisioterapista o un altro specialista.
A questo scopo è necessario
prendere alcune precauzioni:
• evitare di indossare abiti o gioielli
che stringano eccessivamente il
braccio;
• portare borse o pacchi con l’altro
braccio;
• depilare il cavo ascellare con un
rasoio elettrico per evitare ferite
da taglio;
• eseguire sull’altro braccio iniezioni,
prelievi di sangue e misurazione
• Radioterapia: durante la radioterapia può subentrare un forte affaticamento, soprattutto verso la fine del
trattamento, che può protrarsi per
qualche tempo anche a trattamento
concluso. Anche se il riposo è
importante, in genere si consiglia
di rimanere il più possibile attivi.
Spesso compaiono anche irritazioni
cutanee. Nell’area del trattamento
la pelle appare arrossata, secca e
31
prude. Può accadere che la paziente
avverta anche una sensazione di
pesantezza e tensione al seno. Verso
la fine del trattamento la pelle può
apparire umida e sudata. Esporre il
più possibile all’aria la zona cutanea
sottoposta al trattamento può favorirne
la guarigione.
Dal momento che reggiseni e indumenti simili sfregano la pelle e possono
provocare irritazioni, in questa fase
alcune pazienti preferiscono indossare
abiti comodi. Anche l’impiego di prodotti delicati per la cura della pelle
può essere importante; prima di utilizzare deodoranti, lozioni o creme
sulla parte del corpo sottoposta a
trattamento sarebbe opportuno consultare il medico.
In genere, i farmaci antitumorali agiscono soprattutto sulle cellule che si
dividono rapidamente. Si tratta
soprattutto di cellule ematiche, cellule
della radice pilifera e cellule della
mucosa del tubo digerente.
Alcuni farmaci antitumorali possono
danneggiare le ovaie. Se queste
smettono di produrre ormoni, si
possono manifestare i sintomi della
menopausa (per esempio vampate
di calore e secchezza nella regione
vaginale). Le mestruazioni possono
diventare irregolari o interrompersi e
può subentrare una condizione di sterilità; nelle donne oltre i 35 anni la
sterilità può diventare permanente.
Gli effetti della radioterapia sulla
pelle sono manifestazioni temporanee
e la parte interessata guarisce gradualmente non appena il trattamento
è concluso. Tuttavia, la pelle può
apparire più scura o arrossata anche
molto tempo dopo la radioterapia.
Se, tuttavia, la paziente durante la
chemioterapia è fertile, potrebbe
rimanere incinta. Dal momento che
gli effetti della chemioterapia su un
feto sono difficilmente valutabili,
prima di iniziare il trattamento la
paziente dovrebbe discutere con il
proprio medico l’opportunità di
utilizzare un metodo anticoncezionale.
• Chemioterapia: come la radioterapia, anche la chemioterapia agisce sulle cellule sane oltre che su
quelle tumorali. Gli effetti collaterali
della chemioterapia dipendono
soprattutto dal tipo di farmaco
utilizzato e dalla dose somministrata.
Benché gli effetti collaterali permanenti
siano molto rari, in alcuni casi è stato
riscontrato lo sviluppo di insufficienza
cardiaca. Tra le pazienti sottoposte a
chemioterapia si sono verificati casi
di cancro secondario, come la leucemia (cancro del sangue).
32
La chemioterapia può danneggiare
anche i nervi, per esempio il nervo
uditivo, nonché fegato e reni. Per la
maggior parte delle sostanze chemioterapiche sono previste dosi totali che
non devono essere superate (dose
massima).
Medicina complementare
Le terapie complementari (o terapie
alternative) vengono talvolta impiegate
come trattamento coadiuvante per
ridurre gli effetti collaterali e i sintomi
delle terapie antitumorali. Fra le terapie alternative più conosciute si annoverano: digitopressione, agopuntura,
massoterapia, fitoterapia, diete speciali, visualizzazione, meditazione e
guarigione spirituale. Le terapie alternative possono interagire con il trattamento medico prescritto o risultare
addirittura dannose. Spesso, la loro
efficacia non è confermata da studi
scientifici e a volte i metodi utilizzati
sono estremamente costosi. Prima di
sperimentare una di queste terapie,
la paziente dovrebbe consultare il
proprio medico riguardo l’utilità di
questi metodi e gli eventuali effetti
collaterali.
Ricostruzione mammaria
Dopo una mastectomia, alcune
pazienti optano per una ricostruzione
del seno, che può essere eseguita
contemporaneamente all’intervento
chirurgico o in una fase successiva.
Altre donne preferiscono indossare
una protesi mammaria, altre ancora
rifiutano entrambe le possibilità.
Esistono diverse procedure di ricostruzione del seno; la scelta della più
adatta dipende dall’età e dalla costituzione della donna, ma anche dal
tipo di intervento a cui la paziente è
stata sottoposta. Il chirurgo plastico
potrà chiarire i rischi e i vantaggi di
ciascun tipo di ricostruzione.
• Impianti: La questione dei rischi per
la salute comportati dagli impianti
(soluzione salina o silicone) è
controversa. È importante che la
paziente si informi adeguatamente,
perché non sono da escludersi
effetti collaterali indesiderati. Gli
impianti, per esempio, hanno una
durata limitata, devono essere sostituiti dopo circa 10 anni; inoltre, la
presenza di un impianto può ostacolare la diagnosi precoce di
cancro. Per nessuno degli impianti
attualmente in commercio è possibile
escludere la possibilità di una
fuoriuscita del materiale di riempimento; non è chiaro, però, quali
possano essere le conseguenze
sulla salute di tale evenienza.
• Ricostruzione del seno: La ricostruzione del seno può essere effettuata anche con tessuti provenienti
33
da altre regioni del corpo. Pelle,
muscoli e tessuto adiposo possono
essere prelevati dal basso addome,
dalla schiena o dai glutei e reimpiantati nel seno. Il chirurgo plastico
utilizza il tessuto prelevato per
plasmare la mammella.
Decorso post-trattamento
La convalescenza è diversa da
paziente a paziente e dipende dal
tipo di trattamento seguito, nonché
dalla presenza o meno di metastasi.
Gli esercizi di ginnastica per il braccio
e per la spalla possono aiutare la
donna a recuperare mobilità e forza
in questi arti dopo l’operazione;
possono anche ridurre il dolore e la
rigidità alla nuca e alla schiena.
Gli esercizi speciali possono essere
eseguiti fin dal primo giorno successivo
all’intervento, lentamente e con cautela, se necessario rimanendo a letto,
spesso sotto la guida di un fisioterapista. Dopo qualche tempo gli esercizi
possono essere eseguiti con maggior
vigore e in seguito l’esercizio regolare
diventerà una parte integrante della
quotidianità della paziente. (Le donne
che si sottopongono a una mastectomia con contemporanea ricostruzione
del seno devono eseguire esercizi
speciali che saranno illustrati dal
medico.) Spesso alcuni accorgimenti,
come per esempio tenere sollevato il
braccio con un cuscino quando ci si
34
sdraia, possono evitare o perlomeno
attenuare la formazione di un
linfoedema (vedere pagina 31).
Dopo un trattamento per carcinoma
mammario è importante eseguire
esami di controllo regolari. Anche
quando il cancro è stato asportato o
distrutto completamente, la malattia
può ripresentarsi perché dopo il trattamento nell’organismo possono essere
ancora presenti cellule tumorali non
individuate. Il medico controlla l’andamento della convalescenza verificando eventuali recidive. Gli esami
di controllo contribuiscono a garantire
che le eventuali alterazioni dello stato
di salute siano riconosciute tempestivamente.
Una donna che è stata colpita da
carcinoma mammario dovrebbe
comunicare immediatamente al
proprio medico qualsiasi alterazione
nella regione colpita o nell’altra mammella. Dovrebbe inoltre segnalare
eventuali problemi fisici (dolore,
perdita di appetito o di peso, alterazioni del ciclo mestruale, emorragie
vaginali anomale o disturbi della
vista), ma anche cefalee, vertigini,
dispnea, tosse o raucedine, dolori
alla schiena o problemi digestivi di
cui non aveva mai sofferto in
precedenza e che non scompaiono.
Alcuni disturbi possono manifestarsi anche a distanza di mesi o anni dal trattamento e potrebbero indicare una recidiva del cancro, ma non è escluso che
siano invece sintomi di altri problemi di salute. È importante comunicarli al
proprio medico in modo da poter diagnosticare al più presto le cause dei
problemi e poterle trattare.
Gli esami di controllo comprendono in genere anche un esame delle mammelle, della cassa toracica, del collo e del cavo ascellare. Una donna che è
stata colpita da carcinoma mammario è maggiormente a rischio di ammalarsi
nuovamente di cancro al seno, di conseguenza è opportuno eseguire una
mammografia della mammella operata e/o dell’altra. In caso di seno
ricostruito, in genere non è necessaria una mammografia. A volte il medico
prescrive altre tecniche di imaging o esami di laboratorio.
Anche l’ecografia ha una grande importanza come esame di controllo; se la
mammella è stata asportata (ablazione), l’ecografia consente di riconoscere
tempestivamente eventuali recidive sulla parete toracica, meglio della
palpazione.
35
Sostegno delle donne colpite da
carcinoma mammario.
La diagnosi di cancro al seno cambia la vita di una donna
e di chi le vive accanto. Si tratta di cambiamenti difficili da
superare e spesso la donna, i familiari e gli amici hanno
sentimenti diversi e talvolta contrastanti. Molte riescono ad
affrontare più facilmente la malattia se possono contare
su una buona offerta informativa e di supporto.
36
I pazienti ammalati di cancro spesso
si preoccupano per la propria famiglia, si chiedono se riusciranno a
mantenere il proprio posto di lavoro
e come potranno gestire la vita di
ogni giorno. Inoltre, gli esami, i trattamenti, i ricoveri in ospedale, i costi
delle cure generano ansia. Il medico
può fornire una risposta alle domande
relative al trattamento, al lavoro e ad
altri settori, ma anche parlare con
assistenti sociali, consulenti o preti
può essere d’aiuto. È molto importante
avere un interlocutore al quale poter
comunicare i propri sentimenti e le
proprie paure.
Amici e parenti sono un sostegno fondamentale, ma non devono esitare a
chiedere aiuto a loro volta in caso
di necessità. Esistono gruppi di autoaiuto in cui le donne ammalate di
cancro al seno trovano la possibilità
di confrontarsi con altre pazienti; in
questo caso va comunque ricordato
che ogni donna è un caso a sé:
il modo in cui una paziente affronta
il cancro può risultare inadatto per
un’altra donna. La paziente potrà discutere con il proprio medico i consigli
ricevuti da altre pazienti ammalate di
cancro al seno.
Volontarie preparate, che spesso
hanno vissuto in prima persona la
malattia, sono disponibili a parlare
con le pazienti colpite dal cancro, a
fare loro visita, a fornire informazioni
e supporto emotivo. Spesso condividono la propria esperienza relativa
al trattamento e alla riabilitazione o
alla ricostruzione del seno.
Talvolta, le donne colpite da carcinoma
mammario temono che i cambiamenti
subiti non influenzeranno solo il loro
aspetto fisico, ma anche l’opinione
degli altri nei loro confronti. Temono
che il cancro al seno e il suo trattamento possano interferire con la loro
vita sessuale. Molte coppie trovano
utile discutere delle proprie paure,
insieme o anche nell’ambito di un
gruppo di autoaiuto per coppie.
Esistono numerose organizzazioni
che offrono programmi speciali per le
donne colpite da questa malattia.
37
Le promesse della ricerca sul
cancro.
La ricerca sul carcinoma mammario ha fatto enormi
progressi. Nell’ambito degli studi clinici si esaminano nuove
possibilità di prevenire, riconoscere, diagnosticare e trattare
il cancro al seno, oltre a studiare le conseguenze psichiche
di questa malattia e le possibilità di migliorare il benessere
e la qualità della vita delle pazienti.
38
La sperimentazione e gli studi clinici
servono a trovare una risposta a
domande importanti e a determinare
la sicurezza e l’efficacia delle nuove
terapie. Spesso, nella sperimentazione clinica vengono messi a confronto
un metodo nuovo e un metodo generalmente accettato. I pazienti che
prendono parte alle sperimentazioni
cliniche sono i primi ad avere
l’opportunità di beneficiare delle
nuove terapie, ma offrono anche un
importante contributo alla medicina,
perché consentono agli studiosi di
ottenere nuove informazioni riguardo
alla malattia. Le donne interessate a
partecipare a una sperimentazione
clinica dovrebbero consultare il
proprio medico o informarsi presso
un gruppo di autoaiuto.
Ricerca sul riconoscimento e la
diagnosi
Perlomeno nelle donne sopra i
50 anni, la mammografia sembra
attualmente il mezzo più efficace
per diagnosticare precocemente un
cancro al seno. L’ecografia mammaria
è la seconda colonna portante della
diagnosi precoce: nelle pazienti più
giovani, ma anche nelle pazienti di
una certa età con tessuto mammario
molto denso, ha un’efficacia pari a
quella della mammografia ed è comunque indispensabile al completamento della diagnosi. La mammo-
grafia digitale, nella quale i raggi X
non vanno a colpire una pellicola, è
già in grado di fornire ottimi risultati;
tuttavia, nella rappresentazione di
strutture minuscole, la tecnica convenzionale con pellicola è più sicura,
grazie alla più elevata risoluzione
di dettaglio. Gli scienziati stanno
studiando anche altre tecniche, come
la tomografia a risonanza magnetica
(MRT) e la tomografia a emissione di
positroni (PET) per ottenere immagini
più dettagliate del tessuto mammario.
Altro oggetto di studio sono i marcatori tumorali, ovvero sostanze che
possono essere presenti in quantità
anomale nelle pazienti ammalate.
I marcatori tumorali possono essere
individuati nel sangue, nelle urine o
nel liquido secreto dalla mammella
(aspirato dal capezzolo). Alcuni marcatori possono essere utilizzati per
ricercare segni patologici in pazienti
colpite da carcinoma mammario
dopo un trattamento. Tuttavia, finora
nessun test di dosaggio dei marcatori
tumorali si è dimostrato sufficientemente affidabile da poter essere
utilizzato di routine per la diagnosi
precoce del carcinoma mammario.
39
Allo studio si trova anche il lavaggio
dei dotti, una tecnica che prevede il
prelievo di campioni cellulari dai dotti
galattofori della mammella. A questo
scopo un tubicino flessibile e sottilissimo (catetere) viene inserito
nell’apertura di uno dei dotti sul
capezzolo. Attraverso il catetere
viene introdotta una soluzione salina
che, una volta aspirata, conterrà
cellule del dotto galattoforo. Queste
cellule vengono esaminate al microscopio alla ricerca di cellule tumorali
o di alterazioni che potrebbero indicare un aumentato rischio di carcinoma mammario.
Ricerca sulle terapie
La ricerca si occupa anche di
interventi chirurgici, radioterapia,
chemioterapia, terapia ormonale e
associazione di questi trattamenti.
• Intervento chirurgico: vari tipi di
interventi vengono associati ad altri
trattamenti.
• Radioterapia: i medici sperimentano il trattamento con e senza
radioterapia.
• Chemioterapia: vengono sperimentati nuovi farmaci antitumorali e
nuovi dosaggi. Gli scienziati studiano i vari farmaci, le associazioni
farmacologiche e i tipi di associazioni indicate prima dell’intervento,
nonché le nuove possibilità di asso40
ciare una chemioterapia a
una terapia ormonale o una radioterapia.
• Terapia ormonale: in fase sperimentale si trovano diversi tipi di
terapie ormonali, fra cui gli inibitori
dell’aromatasi.
• Immunoterapia: sono in fase di
studio anche nuove immunoterapie.
Per esempio, vengono studiati vaccini in grado di aiutare il sistema
immunitario a distruggere le cellule
tumorali.
Vengono inoltre studiate le possibilità
di ridurre gli effetti collaterali del
trattamento (per es. linfoedema dopo
l’intervento chirurgico), alleviare il
dolore e migliorare la qualità di vita
delle pazienti.
Glossario.
Di seguito abbiamo riportato in ordine alfabetico i concetti
più importanti e le corrispondenti definizioni relativi al
carcinoma mammario, poiché chi meglio comprende la
malattia, la vive meglio.
• Areola: regione di pelle pigmentata
controllo radiografico
attorno al capezzolo
• Biopsia: prelievo di un campione di
• Ascella: cavo ascellare
tessuto da esaminare al microscopio
• Aspirazione: prelievo di liquido
per individuare la presenza di cellule
stagnante tramite aspirazione per
tumorali; la biopsia escissionale è
mezzo di un ago da una cavità,
un intervento chirurgico per l’asportazione totale del tumore e di un’area
spesso da una cisti
di tessuto sano circostante. La biop• Benigno: che non intacca i tessuti
sia incisionale prevede l’asportaadiacenti e non si diffonde ad altre
zione chirurgica solo di parte del
parti del corpo
• Biopsia chirurgica: vedere biopsia
tumore. Il prelievo di tessuto con
• Biopsia con ago sottile: biopsia ecol’aiuto di un ago viene definito
guidata eseguita con un ago; il
biopsia ad ago
tumore viene localizzato esattamente • Body-mass-index (BMI): indice di
tramite gli ultrasuoni, quindi con un
massa corporea; viene calcolato
ago da biopsia viene prelevato un
secondo la formula peso corporeo
in chili/altezza in metri elevata al
campione di tessuto
quadrato e fornisce indicazioni
• Biopsia stereotassica: in genere
sulla quantità di tessuto adiposo
biopsia con aspirazione forzata,
del corpo. Il valore normale è
eseguita con più aghi e sotto
41
•
•
•
•
•
•
•
•
•
compreso tra 20 e 25; BMI > 25 =
sovrappeso; BMI < 20 = sottopeso
Cancro invasivo: carcinoma che si diffonde al di fuori dello strato tissutale
in cui si è sviluppato; viene definito
anche carcinoma infiltrante
Cancro recidivante: cancro che si
ripresenta
Carcinoma duttale (carcinoma duttale
in situ, DCIS, o carcinoma
intraduttale): cellule atipiche che si sviluppano solo nella membrana di rivestimento dei dotti; queste cellule non si
diffondono al di fuori del dotto galattoforo e non intaccano altri tessuti
mammari
Carcinoma lobulare in situ (LCIS):
cellule atipiche nei lobuli mammari;
raramente degenera in un carcinoma
invasivo; la presenza di un LCIS indica
un rischio aumentato di carcinoma
mammario
Carcinoma: termine generico per oltre
100 patologie nelle quali cellule atipiche (cellule tumorali) si dividono e
prolificano in modo incontrollato
Chemioterapia: trattamento con farmaci antitumorali
Chirurgo plastico: medico specializzato
in interventi chirurgici estetici o ricostruttivi
Cisti: rigonfiamento sacciforme, provvisto di capsula, con contenuto liquido
Dissezione ascellare: intervento chirurgico per lo svuotamento dei linfonodi
ascellari
42
• Dotto galattoforo: vedere dotto
• Dotto: piccolo canale nel seno,
attraverso il quale il latte fluisce dal
lobulo (corpo ghiandolare) al capezzolo; un processo canceroso che ha
origine in un dotto (galattoforo) viene
definito carcinoma duttale
• Ecografia mammaria: tecnica diagnostica di imaging che utilizza onde
sonore ad alta frequenza (ultrasuoni)
non percepibili dall’uomo; le onde
vengono riflesse dai tessuti e i segnali
eco vengono trasformati in immagini
(sonogrammi) visualizzate su un monitor simile a uno schermo televisivo.
I tessuti producono immagini diverse
a seconda della densità perché gli
ultrasuoni vengono riflessi in modo
diverso. Un sonogramma permette
spesso di stabilire se un tumore mammario è solo una cisti piena di liquido
o se è costituito da una massa solida
• Estrogeno: ormone sessuale femminile
• Fattore di rischio: condizione (marginale) che aumenta la probabilità di
sviluppare una malattia
• Gestagene: ormone sessuale femminile
• Ginecologo: medico specialista dei disturbi dell’apparato genitale femminile
• Immunoterapia: trattamento per la
stimolazione o il ripristino della capacità del sistema immunitario di combattere infezioni e altre patologie;
detta anche terapia biologica
• Intervento chirurgico: intervento
operatorio
• Letto tumorale: concetto utilizzato in
chirurgia per indicare il punto del
corpo in cui è situato il tumore
• Linfa: liquido quasi incolore che scorre
nei vasi del sistema linfatico e trasporta cellule con funzione difensiva
• Linfoedema: gonfiore della mano e del
braccio causato dal ristagno di liquido
nel tessuto quando i linfonodi ascellari
sono stati eliminati o bloccati
• Linfonodi ascellari: linfonodi situati nel
cavo ascellare
• Linfonodi: ghiandole linfatiche; piccoli
organi a forma di fagiolo localizzati
lungo i vasi del sistema linfatico; le cellule tumorali che penetrano nel sistema
linfatico possono essere individuate
nei linfonodi
• Lobo: lobo mammario; porzione di
mammella; ogni mammella è composta
da 6 a 9 lobi
• Malattia precancerosa: malattia che
rappresenta uno stadio potenzialmente
precanceroso dal quale potrebbe
svilupparsi un cancro
• Maligno: in grado di diffondersi ad
altre parti del corpo
• Mammografia: utilizzo di una speciale
tecnica radiografica per ottenere immagini del seno femminile
• Mammogramma: speciale radiografia
del seno femminile
• Marcatori tumorali: indicatori di
tumore; sostanze endogene che
possono trovarsi con una concentrazione elevata nel sangue e nelle
urine in presenza di un tumore
• Mastectomia: asportazione chirurgica
(amputazione) del seno femminile
• Menopausa: interruzione del ciclo
mestruale dovuta alla diminuita funzionalità delle ovaie; si verifica in genere
tra i 45 e i 55 anni
• Metastatizzazione: diffusione del carcinoma ad altre parti del corpo: le cellule delle metastasi (tumore secondario)
sono simili da un punto di vista istologico a quelle del tumore primario
• Microcalcificazioni: minuscoli depositi
di calcio nella mammella non
riconoscibili alla palpazione, ma visibili sul mammogramma; una concentrazione di questi minuscoli granuli
di calcio può indicare la presenza di
un carcinoma
• Misure di sostegno: trattamento di
sostegno; comprende misure mediche
(terapia palliativa e terapia del
dolore), nonché assistenza psicooncologica, fisioterapia e sport, consulenza
psicosociale, ecc.
• Nodulectomia: tipo di intervento
conservativo
• Oncologo: medico specializzato nel
trattamento del cancro
• Ormoni: messaggeri chimici prodotti
dalle ghiandole endocrine, che regolano la funzione di determinate
cellule/organi
• Patologo: medico che esamina al
microscopio cellule e tessuti a scopo
diagnostico
43
• Progesterone: ormone sessuale femminile
• Prognosi: probabile esito o decorso di
una malattia; possibilità di guarigione
• Protesi: sostituto artificiale di una parte
del corpo; una protesi mammaria ha
la forma della mammella e viene
portata sotto gli abiti
• Radiologo: medico specializzato in
radiologia; la radiologia comprende
l’applicazione a fini diagnostici e
terapeutici di radiazioni, onde sonore
o altri tipi di energia
• Radioterapia: trattamento con radiazioni ad alta energia per uccidere le
cellule tumorali; quando viene utilizzato un apparecchio per erogare le
radiazioni ad alta energia in modo
mirato sul carcinoma, questo tipo di
trattamento viene definito radioterapia esterna; quando il materiale
radioattivo contenuto in sottili tubicini
di plastica viene impiantato nella
mammella, questo tipo di trattamento
viene definito radioterapia interstiziale
• Raggi X: radiazioni ad alta energia
utilizzate a piccole dosi a scopo diagnostico e a dosi elevate per il trattamento del cancro
• Recidiva: ricomparsa della malattia,
dopo la conclusione del trattamento
del cancro
• Remissione: scomparsa dei sintomi
del carcinoma; può essere temporanea o permanente
• Screening: esame di routine al fine di
44
•
•
•
•
•
•
•
•
scoprire una malattia quando non
sono presenti i sintomi, ma esiste una
predisposizione
Sistema linfatico: comprende tessuti e
organi come midollo osseo, milza,
timo e linfonodi, che producono e
immagazzinano le cellule deputate a
combattere infezioni e malattie;
anche i vasi che trasportano la linfa
fanno parte di questo sistema
Stadiazione: determinazione dello
stadio in base alle dimensioni e alla
diffusione del tumore
Stadio: fase di un cancro: lo stadio
di un carcinoma mammario dipende
dalle dimensioni e dal grado di diffusione del carcinoma
Studi clinici: studi scientifici su gruppi
di pazienti: ogni studio ha lo scopo
di rispondere a domande scientifiche
e di trovare metodi migliori per
la prevenzione o il trattamento del
cancro
Tamoxifen: antiestrogeno; viene
impiegato nell’ambito della terapia
ormonale del carcinoma mammario
Terapia adiuvante: trattamento
associato alla terapia primaria o
eseguito in aggiunta a quest’ultima
Terapia locale: trattamento delle cellule
tumorali nella zona del tumore primario e nei tessuti adiacenti
Terapia ormonale: trattamento del
carcinoma tramite asportazione di
una ghiandola endocrina, blocco
della produzione ormonale
•
•
•
•
•
endogena o somministrazione di
ormoni con effetto antagonista
Terapia palliativa: trattamento atto
ad alleviare i sintomi del cancro:
comprende anche il sostegno psicologico e spirituale del paziente e
dei familiari. Una terapia palliativa
può richiedere il ricovero in ospedale
o essere eseguita ambulatorialmente
(negli ambulatori ospedalieri, in uno
studio medico o a casa con l’assistenza di un medico)
Terapia sistemica: trattamento che
ha l’obiettivo di raggiungere e
distruggere le cellule tumorali in
tutto il corpo
Test di determinazione del recettore
ormonale: esame che consente di
stabilire la quantità di determinate
proteine (recettori ormonali) presenti
nel tessuto colpito da carcinoma
mammario, che possono legarsi agli
ormoni. Un’elevata concentrazione
di recettori ormonali può quindi
significare che gli ormoni favoriscono la crescita delle cellule tumorali
Tomografia a risonanza magnetica
(MRT): tomografia a risonanza
magnetica nucleare; tecnica diagnostica computerizzata che produce
immagini dell’interno del corpo
Tomografia ad emissione di positroni
(PET): metodo diagnostico di medicina nucleare per la rappresentazione
dei processi metabolici e dei flussi
ematici locali del corpo
• Trastuzumab: anticorpo; viene
impiegato nell’ambito dell’immunoterapia del carcinoma mammario
metastatizzato
• Tumore primario: tumore originario
sviluppatosi inizialmente; le cellule che
si diffondono nell’organismo (metastatizzano) separandosi da questo tumore
formano metastasi a distanza che contengono le cellule tumorali del tumore
primario. Quando il carcinoma
mammario forma ad esempio una
metastasi ossea, il cancro viene
comunque definito carcinoma mammario e non cancro osseo
• Tumore: neoplasia; massa tissutale
degenerata, in genere solida
• Tumorectomia: intervento chirurgico
per l’asportazione di un tumore;
in genere è seguito da radioterapia
45
Indirizzi.
Oltre al medico esiste una serie di altre istituzioni che si
occupano in maniera approfondita di carcinoma mammario
e dalle quali può ricevere diversi aiuti.
Lega Svizzera contra il cancro
Casella postale 8219
3001 Bern
Tel. 031 389 91 00
Fax 031 389 91 60
E-Mail [email protected]
www.breastcancer.ch
www.swisscancer.ch
46
Telefono cancro
Tel. (tedesco) 0800 55 88 38
Tel. (francese) 0800 55 42 48
Tel. (italiano) 0800 55 62 68
E-Mail [email protected]
Krebsliga Aargau
Ligue genevoise contre le
Ligue neuchâteloise contre le
Milchgasse 41
cancer
cancer
5000 Aarau
Boulevard des
Faubourg du Lac 17,
Tel. 062 824 08 86
Philosophes 17
case postale
Fax 062 824 80 50
1205 Genève
2001 Neuchâtel
E-Mail
Tél. 022 322 13 33
Tél. 032 721 23 25
[email protected]
Fax 022 322 13 39
E-mail [email protected]
www.krebsliga-aargau.ch
E-mail
www.lncc.ch
[email protected]
Krebsliga beider Basel
www.lgc.ch
Mittlere Strasse 35
Krebsliga Schaffhausen
Kantonsspital
4056 Basel
Krebsliga Glarus
8208 Schaffhausen
Tel. 061 319 99 88
Kantonsspital
Tel. 052 634 29 33
Fax 061 319 99 89
8750 Glarus
Fax 052 634 29 34
E-Mail [email protected]
Tel. 055 646 32 47
E-Mail [email protected]
www.krebsliga-basel.ch
Fax 055 646 43 00
Bernische Krebsliga
E-Mail
Krebsliga Solothurn
[email protected]
Dornacherstrasse 33
4500 Solothurn
Marktgasse 55
Postfach 184
Bündner Krebsliga
Tel. 032 628 68 10
3000 Bern 7
Alexanderstrasse 38
Fax 032 628 68 11
Tel. 031 313 24 24
7000 Chur
E-Mail [email protected]
Fax 031 313 24 20
Tel. 081 252 50 90
www.krebsliga-so.ch
E-Mail
Fax 081 253 76 08
[email protected]
E-Mail [email protected]
Krebsliga St. Gallen-
www.bernischekrebsliga.ch
www.krebsliga-gr.ch
Appenzell
Flurhofstrasse 7
Ligue fribourgeoise contre le
Ligue jurassienne contre le
9000 St. Gallen
cancer/Krebsliga Freiburg
cancer
Tel. 071 242 70 00
Route des Daillettes 1
Rue de l‘Hôpital 40,
Fax 071 242 70 30
case postale 181
case postale 2210
E-Mail
1709 Fribourg
2800 Delémont
[email protected]
Tél. 026 426 02 90
Tél. 032 422 20 30
www.krebsliga-sg.ch
Fax 026 426 02 88
Fax 032 422 26 10
E-mail [email protected]
E-mail
www.liguecancer-fr.ch
[email protected]
47
Thurgauische Krebsliga
Ligue vaudoise contre le
Krebsliga Zürich
Bahnhofstrasse 5
cancer
Klosbachstrasse 2,
8570 Weinfelden
Av. de Gratta-Paille 2
Postfach
Tel. 071 626 70 00
1000 Lausanne 30 Grey
8032 Zürich
Fax 071 626 70 01
Tél. 021 641 15 15
Tel. 044 388 55 00
E-Mail [email protected]
Fax 021 641 15 40
Fax 044 388 55 11
www.tgkl.ch
E-mail [email protected]
E-Mail [email protected]
www.lvc.ch
www.krebsliga-zh.ch
Lega ticinese contro il cancro
Bibliothek
Via L. Colombi 1
Krebsliga Zentralschweiz
Tel. 044 388 55 07
6500 Bellinzona 4
Hirschmattstrasse 29
E-Mail
Tel. 091 820 64 20
6003 Luzern
[email protected]
Fax 091 826 32 68
Tel. 041 210 25 50
E-mail [email protected]
Fax 041 210 26 50
Krebshilfe Liechtenstein
www.legacancro.ch
www.krebsliga.info
Im Malarsch 4
Richieste generiche e-mail:
FL-9494 Schaan
[email protected]
Tel. 00423 233 18 45
Ligue valaisanne contre le
Direzione:
Fax 00423 233 18 55
cancer/Walliser Liga für
yasmina.petermann@krebsli-
E-Mail [email protected]
Krebsbekämpfung
ga.info
www.krebshilfe.li
Rue de la Dixence 19
Centri consulenza a Lucerna,
1950 Sion
Stans, Schwyz, Lachen
Tél. 027 322 99 74
[email protected]
Fax 027 322 99 75
E-mail [email protected]
Krebsliga Zug
Alpenstrasse 14
Beratungsbüro
6300 Zug
Spitalstrasse 5, 3900 Brig
Tel. 041 720 20 45
Tel. 027 922 93 21
Fax 041 720 20 46
079 644 80 18
E-Mail [email protected]
Fax 027 922 93 25
www.krebsliga-zug.ch
E-Mail [email protected]
48
Link.
Più si conosce e più ci si sente sicuri. Internet è una buona
fonte d’informazioni sull’argomento.
49
Svizzero
www.breastcancer.ch
www.swisscancer.ch
www.europadonna.ch
EUROPA DONNA è un’organizzazione indipendente, no profit, che si
prefigge di rafforzare tra la popolazione la consapevolezza della molteplicità dei problemi legati al carcinoma
mammario e di aiutare tutte le donne
a ottenere un trattamento psichico e
fisico ottimale. L’organizzazione lavora
attivamente per promuovere una diagnosi precoce qualitativamente sicura,
rafforzare la ricerca sul cancro e
potenziare i centri interdisciplinari
per il trattamento del cancro al seno
in grado di soddisfare standard minimi
chiaramente definiti.
www.leben-wie-zuvor.ch
All’associazione svizzera LEBEN WIE
ZUVOR (vivere come prima) fanno
capo 68 gruppi di autoaiuto per
donne operate di cancro al seno della
Svizzera tedesca.
Mammasprechstunde DRK-Kliniken
Berlin-Westend. Vi si trovano informazioni scientifiche sul seno, sul carcinoma mammario e altre malattie del
seno.
www.ebreastctr.com
www.krebsinformation.de/krebsarten.html
Servizio di informazione sul cancro
del Centro tedesco di ricerca sul
cancro di Heidelberg
www.krebskompass.de/brustkrebs.shtml
Ottima pagina, non solo sul cancro
al seno
Francese
www.msss.gouv.qc.ca/PQDCS
Programme québécois de dépistage
du cancer du sein
www.rendezvoussanteplus.net
Le site du dépistage organisé du
cancer du sein
www.cancerdusein.org
www.bag.admin.ch/md/d/abc.html
L’ABC degli impianti mammari; un’informazione del Ministero della sanità.
Tedesco
www.brustkrebs.de
Brustkrebs-Info è l’offerta congiunta
del professore Barth, Mammazentrum
Esslingen e del professore Koubenec,
50
Italiano
www.europadonna-italia.it
www.alts.it
www.mammo.it
www.legatumori.it
www.aimac.it
Ultimo aggiornamento: luglio 2006
Domande della paziente al
proprio medico.
Chi si trova ad affrontare il tema del carcinoma mammario,
ha sicuramente molte domande. Abbiamo stilato di
seguito l’elenco di quelle più importanti, in modo che non
ne possa dimenticare alcuna.
51
Domande sulla biopsia
• Che tipo di biopsia mi verrà
praticata? Perché?
• Quanto durerà? Sarò cosciente?
Sentirò dolore?
• Mi verrà praticata un’anestesia?
Che tipo di anestesia?
• Dopo quanto tempo avrò l’esito?
• Ci sono dei rischi? Quanto è elevato il rischio di infezione o
emorragia dopo una biopsia?
• Se l’esito sarà positivo, con chi
potrò discutere il trattamento?
Quando?
Domande sulla stadiazione
• Che tipo di carcinoma mammario
ho?
• Qual è stato il risultato del test di
determinazione del recettore ormonale? Quali altri esami di laboratorio sono stati eseguiti sul tessuto
tumorale e che risultati hanno dato?
• A che stadio è la malattia? Il
cancro si è diffuso?
• In che modo queste informazioni
influenzano la decisione del tipo di
trattamento e quali altri esami
saranno necessari?
Domande prima dell’inizio del
trattamento
• Quali sono le possibilità di
trattamento nel mio caso? Quali mi
consiglierebbe? Perché?
• Quali sono i vantaggi dei vari tipi
52
di trattamento?
• Quali sono i rischi e i possibili
effetti collaterali di ogni
trattamento?
• Quali costi sono mutuabili? In che
modo il trattamento influenzerà le
mie attività quotidiane?
Domande prima dell’intervento
• Quali tipi di intervento sono indicati nel mio caso? È possibile un intervento conservativo? Che tipo di
intervento mi consiglia? Quali sono
i rischi operatori?
• Mi saranno asportati i linfonodi?
Quanti? Perché?
• Come starò dopo l’operazione? Per
quanto tempo dovrò rimanere in
ospedale?
• Dovrò imparare a medicarmi o a
curare le cicatrici una volta a casa?
• Dove saranno le cicatrici? Che
aspetto avranno? Se decido di sottopormi a un intervento plastico per
la ricostruzione del seno, come e
quando potrò eseguirlo? Mi può
consigliare un chirurgo plastico?
• Devo fare esercizi speciali per recuperare la mobilità e la forza del
braccio e della spalla? Il modo in
cui eseguire gli esercizi mi sarà
mostrato da un fisioterapista o
un’infermiera?
• Quando potrò riprendere le mie
attività quotidiane? Quali attività
dovrò evitare?
Domande sulla radioterapia
• Perché è necessario che mi
sottoponga a questo trattamento?
• Quali sono i vantaggi, i rischi e gli
effetti collaterali di questo
trattamento? Provoca danni alla
pelle?
• Può avere effetti collaterali a lungo
termine?
• Quando comincerà il trattamento?
Come potremo sapere che sta
avendo effetto? Quando terminerà
il trattamento?
• Come mi sentirò durante la
terapia? Sarò in grado di guidare
fino all’ospedale e di ritornare a
casa da sola?
• Come mi dovrò curare prima,
durante e dopo la radioterapia?
• Potrò continuare le mie normali
attività?
• Quale sarà l’aspetto del mio seno
dopo la radioterapia?
• Che probabilità ci sono che il tumore si ripresenti?
• Con quale frequenza dovrò
sottopormi agli esami di controllo?
Domande sulla terapia sistemica
(chemioterapia, terapia ormonale o
immunoterapia)
• Perché ho bisogno di questo trattamento?
• Quali farmaci mi verranno
somministrati? Come agiscono?
• Quando comincerà il trattamento?
•
•
•
•
•
•
•
Quando finirà?
Quali benefici ci si può aspettare
dal trattamento? Come sapremo se
funziona?
Quali sono i rischi e i possibili
effetti collaterali del trattamento?
Cosa posso fare per contrastarli?
Ci sono effetti collaterali nel lungo
periodo?
Dove devo recarmi per il trattamento? Dopo il trattamento posso tornare a casa guidando l’auto o devo
rimanere in ospedale?
Quali conseguenze avrà il
trattamento sulle mie normali attività quotidiane?
Devo considerare la possibilità di
partecipare a uno studio clinico?
Che tipo di esami di controllo
dovrò eseguire?
Domande sulla ricostruzione del seno
• Quali sono le conoscenze più
recenti sulla sicurezza degli impianti mammari in silicone?
• Quale tipo di operazione darebbe
i risultati migliori nel mio caso?
Che aspetto avrò dopo l’intervento?
• Quando è possibile cominciare la
ricostruzione del seno?
• A quante operazioni dovrò
sottopormi?
• Quali sono i rischi al momento dell’operazione? E successivamente?
• Avrò cicatrici? Dove? Che aspetto
avranno?
53
• In caso di utilizzo di pelle, muscoli
e tessuto adiposo di altre parti del
mio corpo, i cambiamenti nel punto
di prelievo dei tessuti saranno permanenti?
• Quali sono le attività da evitare?
Quando potrò riprendere a svolgere le mie attività normali?
• Saranno necessari esami di
controllo?
• Quanto costerà la ricostruzione?
L’intervento è mutuabile?
54
Annotazioni.
55
Sandoz Pharmaceuticals S.A.
Hinterbergstrasse 24
6330 Cham 2
Tel. 041 748 30 80
Fax 041 748 30 81
www.generici.ch
a Novartis company