Le poleis più famose: Atene e Sparta Atene La posizione geografica di Atene era molto favorevole ad uno sviluppo agricolo, commerciale e industriale. Atene era situata nelle vicinanze del porto del Pireo e del Falero, era la città capitale di una regione, l'Attica, ricca di miniere di argento e di piombo, dotata di fertili pianure e di rigogliose foreste da cui ricavare legname per le costruzioni, ricca di cave di pietra e marmo. La città di Atene e la regione dell'Attica costituirono sempre una sola entità politica. La posizione geografica dell'Attica era felice anche dal punto di vista della difesa, essendo protetta da una corona di catene montuose. Nel nostro immaginario Atene è legata alla nascita e all'esercizio della più antica democrazia della Storia. Si trattava comunque di una democrazia diversa da quella che noi conosciamo, e che il risultato di un lungo e doloroso processo fatto di contrasti molto duri fra le esigenze di gruppi sociali diversi: gli aristocratici, i mercanti, gli artigiani, i piccoli proprietari terrieri e i proletari La repubblica aristocratica Dopo essersi sbarazzati della monarchia, i nobili si impadronirono del potere. Con l'istituzione della repubblica il governo passò a un collegio di nove arconti ( capi), scelti fra i nobili, che dapprima furono eletti a vita, poi ogni dieci anni, e infine ogni anno. I primi tre arconti, che avevano maggiore autorità, erano: a. l'arconte epònimo (cosiddetto perché col suo nome si designavano gli anni), il quale presiedeva l'intero collegio. b. l'arconte basilèus ( arconte re), il quale attendeva al culto. c. l'arconte polemàrco, che aveva il comando dell'esercito in pace e in guerra. Gli altri sei arconti erano i custodi delle leggi e amministravano la giustizia. I nove arconti, quando finivano l'anno di carica, andavano a far parte dell'Areopàgo che, essendo formato da gente anziana e pratica degli affari, sorvegliava la condotta dei magistrati, e fungeva da tribunale per quei reati di sangue per i quali era comminata la pena capitale. L'Areopago era così denominato dal colle di Ares (o Marte), presso l'Acropoli, sul quale teneva le sue sedute. Il codice di Dracone Ma l'illimitato potere dei nobili suscitò un forte malcontento nel resto della popolazione, e particolarmente nei piccoli proprietari, che, per la scarsità dei prodotti del suolo e per la concorrenza dei prodotti stranieri, erano costretti a contrarre debiti, e, nel caso di insolvenza, venivano spogliati della loro terra, o addirittura ridotti in schiavitù; e nei molti cittadini che si erano arricchiti nell’industria e nel commercio, e che, esclusi dal governo, aspiravano a farne parte. Nel 621 i nobili credettero opportuno scendere a qualche concessione, e, perciò, affidarono all'arconte Dracone l'incarico di compilare un codice scritto, in modo che i magistrati non potessero più perpetrare arbitri e soprusi a danno del popolo; ma tale codice, che registrava le norme consuetudinarie esistenti, apparve severissimo verso la plebe, e insufficiente a risolvere i più vitali problemi di quel tempo. La Riforma timocratica di Solone Il merito di aver operato una vasta e profonda riforma, che nella storia di Atene ha la stessa importanza di quella attribuita a Licurgo in Sparta, spetta all'arconte Solone, nato ad Atene verso il 640 a. C. Solone(640-560 a.c.) In un contesto di forte disgregazione sociale, attuò nel 594a.c. una vasta opera riformatrice, volta a superare i contrasti tra aristocrazia e ceti medio bassi. Fu promotore di una riforma che sostituiva, per ricoprire le alte cariche di governo, il criterio della ricchezza a quello della nobiltà di sangue (timocrazia), assicurando cosi il ricambio della classe dirigente. Ciò comportò la divisione della popolazione in quattro categorie (pentacosiomedimni, cavalieri , zeugiti , teti ) classificate a seconda della rispettiva produttività. Inoltre decretò lo "scuotimento dei pesi" che annullò le ipoteche sulle persone abolendo così la schiavitù per debiti. Egli divise i cittadini in quattro classi: 1) i pentacosiomedimni, cioè coloro che possedevano una rendita annua di almeno 500 medimni di cereali; oppure, se non erano proprietari, una rendita di almeno 500 dramme 2) i cavalieri, cioè coloro che possedevano una rendita annuale di almeno 300 medimni; oppure una rendita di almeno 300 dramme. I cavalieri erano così chiamati perché potevano mantenersi un cavallo da guerra. 3) gli zeugìti, cioè coloro che possedevano una rendita annuale di almeno 200 medimni, oppure una rendita di almeno 200 dramme. Gli zeugiti erano così chiamati da « zèugos », o coppia di buoi, perché avevano bisogno di una coppia di buoi per arare le loro terre. 4) i teti, cioè coloro che possedevano una rendita annuale inferiore a 200 medimni e che perciò erano esenti dalle imposte. I pentacosiomedimni e i cavalieri potevano aspirare all'arcontato e alle cariche maggiori; gli zeugìti potevano spirare alle cariche minori; i teti erano esclusi da ogni carica, ma potevano partecipare all'assemblea popolare e giudicare nei tribunali. Sparta La tradizione racconta che la voce dell’oracolo di Delfi dettò a Licurgo, legislatore spartano, la costituzione di Sparta. In realtà, si trattò di un lungo processo politico, economico e militare, durato presumibilmente tutto l’VIII secolo a.C., a dare forma a quell’insieme di leggi che regolò la vita della città-stato greca durante l’antichità. Fu un insieme di elementi democratici (assemblea del popolo o apella), aristocratici (consiglio degli anziani o gherusía) e monarchici (diarchia), che formò la costituzione lacedemone La polis spartana tra l' VIII e VI secolo conquistò la Laconia, una zona ricca di vallate e la Messenia, una delle pianure più fertili e vaste di tutta la Grecia, tuttavia queste due conquiste portarono immediatamente una difficoltà organizzativa: coloro che governavano (gli spartiati) erano di gran lunga superiori ai governati (i sudditi). Per questo motivo, l’ordinamento aristocratico della città assegnava grande importanza alla formazione dei nobili, fin dalla giovane età. La divisione sociale La società spartana era rigidamente divisa, dunque, in tre rigide classi sociali: gli spartiati, i perieci e gli iloti. Solo i primi, discendenti dagli antichi Dori che avevano conquistato e sottomesso il Peloponneso, godevano di pieni diritti civili e politici. Dediti esclusivamente all'arte militare, alla quale venivano educati fin da bambini, vivevano delle rendite delle proprietà terriere, nelle quali gli iloti lavoravano in condizioni di semischiavitù. Gli spartiati non si fusero mai con le popolazioni indigene e il loro numero decrebbe costantemente; dalle 9000 unità del VII secolo, si arrivò a contarne non più di 700 nel IV secolo a.C.. Gli Spartiati vivevano nel mito dell'efficienza fisica, che coinvolgeva anche le donne, perché ad esse spettava il compito di partorire figli forti. L'educazione di questi giovani era diventata compito della polis e così i genitori provvedevano ai figli, solo per i primi anni di vita. In ogni caso, era sempre la polis a decidere la sorte del neonato: qualora avesse avuto qualche malformazione fisica, sarebbe stato destinato irrimediabilmente alla morte. Dal settimo anno di età, i figli maschi erano sottratti alla madre per ricevere un durissimo allenamento che avrebbe fatto di loro abilissimi guerrieri. Curavano minuziosamente l’aspetto estetico: ogni soldato doveva avere barba e capelli molto lunghi e il corpo uniformemente ricoperto d’'olio, per dare maggior risalto alla muscolatura. Furono molto attivi anche nell’ambito della musica e dell'arte, tuttavia la guerra rimase sempre l’attività primaria: alcune fonti archeologiche sostengono di non aver rinvenuto tracce di mura difensive perché a Sparta le mura erano costituite dagli uomini stessi. Per l'intero periodo di addestramento gli spartiati conducevano una vita comunitaria a sé. Dovevano inoltre sottostare ai doveri e agli obblighi militari fino sessanta anni. I perieci erano i cittadini liberi di Sparta, pur non possedendo alcun diritto politico. Erano i discendenti degli abitanti delle poleis che avevano stipulato in passato patti di alleanza con Sparta. (perieci: “quelli che vivono intorno”). Potevano esercitare attività produttive o commerciali e possedere denaro. Tuttavia, a differenza degli spartiati, i perieci non potevano partecipare in alcun modo alla vita politica della società. Si trattava prevalentemente di mercanti. Gli iloti era l'ultima classe sociale della società spartana. Come i perieci, non avevano alcun diritto politico. Erano i discendenti dei villaggi e delle città sottomesse con la guerra dagli antichi Spartiati. Costituivano la maggioranza della popolazione e la forza-lavoro. Pur essendo l'ultima classe sociale, non sono da considerarsi veri e propri schiavi, in quanto non potevano essere oggetto di vendita. La loro posizione sociale era simile a quella dei servi. Erano tenuti a lavorare le terre degli spartiati rendendo loro i 2/3 del raccolto. Sparta viveva nel terrore della loro ribellione. Per questo esercitava nei loro confronti una politica di repressione violenta. Analizza e studia approfonditamente i DUE SISTEMI SOCIALI di Atene e Sparta e, in uno scritto di almeno 20 righe, poni a confronto l’organizzazione delle due città, cercando di ipotizzare i motivi culturali della loro differente struttura e le conseguenze successive.