Sparta e Atene: due modelli politici
Sparta: un'oligarchia aristocratica
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La costituzione spartana, decisa da Licurgo nel
IX sec. a.c.
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Il valore fondamentale a Sparta è la guerra:
i bambini lasciano la famiglia a sette anni per allenarsi
alla lotta e le bambine sono obbligate a fare esercizi
ginnici per partorire figli sani e forti.
Raggiunta la giovinezza i ragazzi sono sottoposti al
rito della Crypteia: una dimostrazione di forza nel
sopravvivere nei boschi senza aiuti e nell'uccidere tutti
gli iloti che incontravano. Le ragazze partecipavano a
giochi ginnici e danze insieme agli uomini per
aumentare la promiscuità.
Si lasciava l'esercito, se si era sopravvissuti, solo a 60
anni.
L'istruzione era minima.
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Nel VI sec. a.c Sparta raggiunse il suo momento di massima
espansione territoriale, costituenedo la lega Peloponnesica a
cui erano assoggettate tutte le sue poleis satelliti.
L'unica colonia fondata fu Taranto, in Italia.
La decadenza di Sparta fu causata da Sparta stessa: il
razzismo degli spartiati verso iloti e perieci fece si che nei secoli
il loro numero diminuisse sempre più e il loro patrimonio
genetico fosse sempre più povero e soggetto a malattie
A Sparta era inoltre in uso di
uccidere
bambini malati o deformi
gettandoli dalla rupe Tarpea
Atene e le riforme democratiche di
Solone e Clistene
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Mitico fondatore di Atene è Teseo, l'uccisore del
minotauro.
Anche ad Atene come a Sparta il potere del re andò
nei secoli diminuendo, ma a differenza di Sparta non
si formò una società oligarchica ma democratica.
Il potere ad Atene:
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9 ARCONTI (potere esecutivo, giudiziario, militare e
religioso). Il loro incarico dura un solo anno.
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Aeropago: assemblea degli ex arconti (potere
giudiziario, controllo arconti)
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Ecclesìa: assemblea di tutti i cittadini maschi.
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La società ateniese era divisa in (aristòs) nobili
e demos (coltivatori, artigiani, mercanti) che
non avevano diritto di cittadinanza e non
potevano quindi partecipare alla vita politica
Questo causava forti tensioni politiche che
portarono a una serie di innovazioni istituzionali.
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Costituzione di Dracone (624 a.c): prime leggi
scritte ad Atene, eliminano la vendetta privata e
rendono la giustizia un affare pubblico. Tuttavia
era estremamente severa e le tensioni tra i
cittadini aumentarono
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Costituzione di Solone (594 a.c.): è Timocratica perché divide la
popolazione per classi di reddito e non per nascita. In questo modi
inserisce il demos nella vita pubblica.
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Tuttavia le tensioni tra le due classi non si
risolsero e Pisistrato riuscì ad essere tiranno
dal 560 a.c. Al 528. a.c.
Molto amato dal popolo, sotto di lui fiorirono le
arti e la città si abbellì di monumenti. Alla sua
morte i figli, non all'altezza del compito furono
uccisi da una congiura.
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La costituzione di Clistene (508 a.c): è
democratica perché divide la cittadinanza per
luoghi geografici e non per censo o per nascita.
Così tutti possono partecipare alla vita politica
(sempre esclusi stranieri, donne e gli schiavi).
Tuttavia non essendo previsto alcun salario per
i politici in realtà solo i ricchi potevano
assumere cariche importanti.
La società delle poleis greche
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I cittadini greci facevano una vita politica molto attiva.
Partecipavano alle discussioni nell'agorà, ai banchetti
(simposi) alle decisioni politiche. Tutto questo era
possibile perché numerosi uomini vivevano in
schiavitù e svolgevano al posto loro i lavori manuali
(considerati umilianti e disprezzati).
Le donne ateniesi erano confinate nei ginecei, non
godevano di alcuna istruzione e non potevano uscire
di casa se non per particolari cerimonie religiose,
venivano educate al silenzio e alla fedeltà al marito
(gli veniva assegnato all'età di circa 15 anni). Le
donne spartane godevano di maggiori libertà ma se
non superavano le prove fisiche a 18 anni perdevano
la cittadinanza e diventavano perieci.
Il disprezzo per le donne era tale che nella Grecia
antica l'omosessualità era vista come la vera forma di
amore tra due persone e le donne avevano solo un
ruolo riproduttivo.
Il noto filosofo Aristotele arrivò a teorizzare che la
donna e i bambini fino ai sette anni in quanto non
dotati di pensiero razionale come i maschi adulti, non
fossero esseri umani.