Documento dattiloscritto, conservato nell’Archivio l’Immemoriale, temporaneamente depositato presso la Casa dei Teatri di Roma, ancora non catalogato. FRAMMENTO DA CARMELO BENE, AMLETO (DA SHAKESPEARE A LAFORGUE), 1975 PROLOGO NERO LUCE VERDE SPETTRALE SUL FONDO Il vecchio re Amleto si gode la bella regina Gertrude e poi s’addormenta… Entra il fratello Claudio che lo avvelena versandogli nell’orecchio il giusquiamo… Quindi Gertrude che, pudica, si riammanta e, dimentica del crimine, si dà il rosso alle labbra, si specchia, imbelletta, fine a se stessa… CLAUDIO, sottratto al morto scettro e corona, trascina via Gertrude che, automatica, sonnambula, si lascia andare, rivolta verso AMLETO o verso il morto, via via accennando a spogliarsi… AMLETO annota il tutto in suo diario, prima di getto, e quindi, piano piano soffermandosi, cedendo alla tentazione della FORMA… Lenta, si spegne sopra lui la luce, mentre: VOCE AMLETO… F.C. Avevo cominciato con il dovere di rammentarmi l’orrido, orrido, orrido evento, per esaltare in me la pietà filiale, per far gridare l’ultimo grido al sangue di mio padre, per riscaldarmi il piatto della vendetta. Ed ecco, invece, ho preso gusto all’opera! Poco a poco mi scordai che si trattava di mio padre assassinato, di mia madre prostituita, del mio trono… Andavo avanti a braccetto con le finzioni di un bell’argomento… E l’ARGOMENTO è bello! PARTE PRIMA Dall’orrore del prologo, AMLETO si precipita nel gran salone del castello a sollecitare i guitti tutti intenti a riempire i bauli teatrali di trovarobato e costumi, imballando anche quanto trovarobato non è… POLONIO, candele alla mano, in pantofole e vestaglia da notte, si prodiga a che non si confonda trovarobato e cerimoniale… AMLETO trova KATE, la prima attrice, tra i bauli disfatti, piangente… AMLETO KATE AMLETO 1 Da J. Laforgue, Amleto. Kate che c’è? Non sono che una disgraziata, ma ho l’animo elevato, io! Sa Dio quante sublime eroine ho logorato in palcoscenico! Ma quando ho letto la mia parte, scritta così ‘da te, in quella specie di commedia … E’ proprio così il nostro misero destino, pietoso e impietoso!... Come devi essere unico e incompreso, tu! e non matto, come dice questa gente… E questo non è niente! K non è niente, ti farò leggere tutto. Andremo a vivere a Parigi! … Io ti amo, ti amo…Vestiti! Vestiti! Tu sei un angelo in scena! Un mostro sacro! Vestiti! Faremo colpo! Vestiti! Me ne fotto del mio trono! I morti son morti! Vedremo il mondo, Parigi!… vita mia a noi due! 1 [ Documento dattiloscritto, conservato nell’Archivio l’Immemoriale, temporaneamente depositato presso la Casa dei Teatri di Roma, ancora non catalogato. E qui il principe torna a controllare, assai nervoso i preparativi alla partenza della sua compagnia… WILLIAM, primo attore e capocomico, lamcia a KATE occhiatacce gelose) Poco discosto, LAERTE è anche lui intento a un suo bagablio, Si guarda attorno, circospetto, o, stordito, davanti a sé, nel vuoto, purtuttavia seguitando a stipare con molta cura nella sua valigia tutto un armamentario rivoluzionario: revolver, coltelli, macchine fotografiche, Mao, Lenin… Nero vestito, bianco in faccia più di un lenzuolo, nervosissimo- mistico, mostrando a tratti denti da vampiro, ORAZIO, coadiuvato da MARCELLO, FRANCESCO e BERNARDO , corrompe un guitto della compagnia “ELSINOR” che indossa a vista un costume da scheletro ammantato di garze bianche e strascico striato, come appena sortito dal suo sarcofago, nelle mani le armi del povero re defunto. ORAZIO gliene insegna il portamento: dovrà rappresentare il monumento del vecchio re AMLETO, un monumento che dovrà scoprirsi tra qualche minuto, proprio durante l’incoronazione del nuovo re CLAUDIO. ORAZIO non cessa un attimo di raccomandare a quell’attore la più attendibile immobilità. Una statua. E tuttavia potrà tradirsi di tanto in tanto – basterà un gesto lento del capo e del braccio – e perché no? , di tanto in tanto anche parlare. Sarà allora il fantasma del re morto che avrà lasciato il suo funebre lenzuolo per rampognare il neghittoso AMLETO e spaventare CLAUDIO. E’ un ruolo un po’ difficile, rischioso, ma ORAZIO non bada a spese… Gli raccomanda voce d’oltretomba: “RICORDATI DI ME2!”… “IO SONO L’ANIMA DI TUO PADRE!...”, etc… ORAZIO (ammirando il MONUMENTO-FANTASMA) Guardate! Tale e quale il re morto!... Tale quale!... Mi gela di raccapriccio e di stupore!... SCENA BIANCA IMPROVVISA (SEMPRE LA STESSA) Dentro il bianco accecante è tutto un piovere di costumi variopinti… AMLETO è intento a scegliere i suoi libri preferiti… Mimetizzata tra i bauli, KATE lancia in aria la infinità dei suoi indumenti, intimi e no che AMLETO cerca ahimè grottescamente di nascondere agli occhi di ORAZIO che lo scruta con aria di rimprovero, quasi fosse il fantasma in persona del re assassinato. ORAZIO AMLETO Salute a vostra altezza Orazio!!! se non sbaglio ORAZIO AMLETO Si monsignore il vostro umilissimo servo! Padrone, amico, padrone, è il buon nome che scambierò con te (come una iena) Qual buon vento ti mena a Wittemberg, qual buon vento Amor di svago, monsignore! Tu non sei uno svagato! E allora che sei venuto a fare? Sono venuto altezza ai funerali di vostro padre! (drammatizzando) Alle nozze di mia madre, vorrai dire! Sono seguite, infatti, quasi subito (sinceramente) Economia, Orazio, economia.! L’arrosto del banchetto funebre è servito freddo a quello nuziale! Vorrei piuttosto avere incontrato in cielo il mio peggior nemico che aver visto quel giorno! Mio PADRE! Mi par di vederlo! Dove, altezza? ORAZIO AMLETO ORAZIO AMLETO ORAZIO AMLETO ORAZIO Documento dattiloscritto, conservato nell’Archivio l’Immemoriale, temporaneamente depositato presso la Casa dei Teatri di Roma, ancora non catalogato. AMLETO ORAZIO AMLETO ORAZIO AMLETO ORAZIO AMLETO ORAZIO AMLETO ORAZIO AMLETO ORAZIO AMLETO ORAZIO AMLETO ORAZIO AMLETO ORAZIO AMLETO ORAZIO AMLETO ORAZIO AMLETO ORAZIO AMLETO ORAZIO AMLETO ORAZIO AMLETO ORAZIO AMLETO ORAZIO AMLETO (seguitando sempre a mimetizzare gli indumenti di KATE che continuano a piovere come dal cielo) … Con gli occhi della mente, Orazio… Io l’ho veduto! Un giorno! Era un bel re! segnandosi d’una croce sbrigativa) Un uomo era in tutto e per tutto, non vedrò l’uguale mai più Monsignore, io credo di averlo visto questa notte! Visto chi!? Il re vostro padre! Il re mio padre?! Due sere consecutive, Bernardo e Marcello, durante la guardia, nel morto silenzio della mezzanotte, si son trovati di fronte una figura in tutto somigliante a vostro padre, chiuso da capo a piè nell’armatura… E come, tremanti e in gran segreto mi confidano la cosa, la terza notte volli io montare la guardia con loro. E così, esattamente nell’ora e nell’aspetto che mi avevano annunciato, ecco il fantasma a confermare e accreditare tutto quanto mi avevano detto. VOSTRO PADRE! Subito l’ho riconosciuto! Non sono così simili queste due mani! E dov’è stato? Sulla piattaforma del castello! Nessuno gli ha parlato?! Io, monsignore! Senza aver risposta! A un certo punto parve che levasse il capo come per disporsi a parlare, ma in quello stesso istante cantò forte il gallo dell’alba, e a quel grido la “cosa” svanì! E’ molto strano! Ma vero! Com’è vero che io sono qui vivo! Cero, sì, ma mi turba…Armato, hai detto?! Armato, altezza! Da capo a piedi? Da capo a piedi! Trionfante) Allora non gli hai visto la faccia! Sì, monsignore, aveva la visiera alzata! Crucciato in volto? Più di pena mi parve che di collera! Pallido o acceso?! Pallido! Pallidissimo!!! Gli occhi fissi su voi?! Sempre! Avrei voluto esserci! Vi avrebbe sbigottito! Probabile, molto probabile! La barba, la barba, com’era la barba? Brizzolata, no? Nero e argento, com’era da vivo! (enfatico) Stanotte stessa veglierò con voi! Forse riapparirà! Potrei giurarlo! (grande istrione e sbrigativo) Se prenderà la nobile figura di mio padre, gli parlerò, quand’anche il diavolo me lo impedisse!... (e qui spostando involontariamente un baule, scopre OFELIA, Documento dattiloscritto, conservato nell’Archivio l’Immemoriale, temporaneamente depositato presso la Casa dei Teatri di Roma, ancora non catalogato. bianchissima, in costume monacale, mezza sepolta da libri e fogli sparsi, occhialuta… un libro in mano a mo di specchio: in quel tomo contempla ella il candore delle sue belle magroline spalle… Soffia un gran vento e i fogli sparsi volano per tutto, bianco su bianco e per un attimo la scena è tutta bianca di merletti… AMLETO, assai villano, le strappa di mano quel libro proibitivo e chiude quel quadretto con un bel siparietto di merletto bianco. E il vento cessa… AMLETO (tornando a Orazio) Orazio! Orazio, non parlarne in giro! Te ne scongiuro, non parlarne in giro… Qualunque cosa accada, non parlarne… LA SCENA è tutta NERA ORAZIO AMLETO (indignato) Omaggi vostra altezza! Affetto! Affetto…Addio… E qui, a un cenno di ORAZIO, il monumento SI ANIMA. AMLETO, pazzo d’orrore se la dà a gambe, inseguito dal fantasma… VOCE AMPLIFICATO DEL FANTASMA F.C. Ricordati di me!... Ricordati di me!... Ricordati di me!... AMLETO (in ginocchio, accende un lumino da morto) Oh, perdono, perdono, TU mi perdoni, padre mio, non è vero? In fondo mi conosci… (dopo questa sbrigativa giustificazione, spegne il lume d’un soffio)… A tutta la situazione fin qui descritta bisognerà sovrapporre: la regina GERTRUDE che, accudita da due ancelle a metà vestite e cappello monacale, (queste due figliole andranno piano piano a loro volta travestendosi da GUILDESTERN e ROSENCRANTZ)… si sta spogliando per l’incoronazione… E il re CLAUDIO che passeggia tra le vuote armature medievali dei suoi sudditi guerrieri e a lui devoti – pure ogni tanto una di queste armature si anima, inquieta e sofferente (il futuro FORTEBRACCIO spaventando i guitti-)… Passeggia, tallonato dal vecchio POLONIO che gli imposta il fatidico, difficilissimo discorso che di lì a poco dovrà pronunciare davanti a tutta la corte: costumi assai fastosi, sparsi un po’ dappertutto, cortigiani impagliati, spaventapasseri… CALUDIO (ripasssando la sua parte) … Benché abbia ancora il suo color verde la memoria di nostro fratello Amleto re, e a noi bene si addica di vestire a lutto i nostri cuori, e all’interno il nostro reame di mostrare una unanime fronte di cordoglio, ciononostante natura e ragione hanno talmente combattuto in noi che infine noi, con un più ragionevole corruccio, possiamo ora pensare a lui senza pur scordarci di noi stessi… Ond’è!... (Qui lo zio Claudio scorge suo nipote, gli si accosta e, sommesso, gli chiede che cosa stesse brontolando mentre lui, suo zio, era intento a imparare la sua parte di re… Niente – gli dice AMLETO, pure lui sommesso – Niente: stava provando anch’egli un bel monologo del suo copione destinato alle scene parigine… Zio CLAUDIO crede molto (e gli conviene!) nel talento teatrale di suo nipote e lo prega così di recitarlo per lui quel monologo, a voce un po’ più alta…) AMLETO (Compiacente) … Ricordarmi di te?! Sì, tu, tu, povero fantasma! Finché segga memoria in questo nostro globo impazzito! Ricordarmi di te?! Sì, dalla Documento dattiloscritto, conservato nell’Archivio l’Immemoriale, temporaneamente depositato presso la Casa dei Teatri di Roma, ancora non catalogato. tavola della mia memoria, voglio i ricordi tutti cancellare, tutti i ricordi frivoli e triviali, tutti i detti dei libri, voglio lasciare il tuo comandamento, tutto solo nel libro del mio pensiero!... Perniciosissima donna! O scellerato, scellerato, sorridente e dannato, dannato e sorridente!... Io voglio metterlo per scritto: che uno può sorridere, sorridere, ed essere un furfante….In Danimarca! Ecco il vostro ritratto, caro zio! (E qui CLAUDIO applaude e getta la borsa di monete d’oro al nipote talentato. AMLETO passa la borsa a WILLIAM e torna più frenetico e ispirato al suo bagaglio. Ma sì, sarà un successo)! (Squilli di tromba- scene dell’incoronazione) LUCE BIANCA ACCECANTE I personaggi fin qui descritti – animati o no- sono tutti di scena. Fatta eccezione per i cortigiani, i guerrieri d’acciaio e il trepidante POLONIO, è in tutti gli altri una svogliata e maldissimulata attenzione: WILLIAM conta denaro, in carta e in oro. LAERTE non vede l’ora di squagliarsi. AMLETO è sul chi vive, spazientito per quel bagaglio lasciato a metà, a causa della cerimonia regale. Documento dattiloscritto, conservato nell’Archivio l’Immemoriale, temporaneamente depositato presso la Casa dei Teatri di Roma, ancora non catalogato. [… dopo la scena della corte] (Trombe e cannoni - Escono tutti tranne AMLETO e ORAZIO) AMLETO Tempi schiodati! E che?, forse son nato a riordinare?!... (Vuole andarsene, ma ORAZIO gli sbarra la strada, col suo nero, insistente peso del ‘dovere’) AMLETO (Non riuscendo a evadere, sfiora Orazio, strappa una mezza pagina dal primo copione che gli capita, l’appallottola: un bigliettino che mette in mano a quel suo controllore… Quindi esce, lasciando l’amico intento alla lettura…) ORAZIO (Leggendo nel biglietto, via via più disgustato) “Lo spettro che ho veduto potrebbe essere il diavolo. Se vuole, un diavolo può assumere gli aspetti anche più cari… Un diavolo, potentissimo com’è, può cogliermi in quest’attimo di spleen e malinconia, e menarmi a perdizione! No, Non mancheranno altre e più serie occasioni al mio intento… La regina GERTRUDE sta spogliandosi, aspettando una visita di AMLETO – che non avrà mai luogo - … POLONIO le parla, asmatico, da dietro un paravento… e GERTRUDE si eccita, giocando alla FEMMINAMADRE, a farsi bella per il ‘senso di colpa’ POLONIO Secondo le mie ormai numerose esperienze, i genitori hanno la parte principale nella vita psichica e infantile di tutti i futuri paranevrotici…. Amore per l’uno, odio per l’altro dei genitori, fanno parte di quella riserva inalienabile di impulsi psichici che i forma in quel periodo ed è così significativa per la semiologia della futura nevrosi… Intendo le leggende del re Edipo e l’omonimo dramma di Sofocle. Edipo, figlio di Maio re di Tebe e di Giocasta, viene esposto lattante perché un oracolo ha predetto al padre che il figlio non ancora nato sarà il suo assassino. Edipo viene salvato e cresce come figlio di re in una corte straniera sinché, incerto della propria origine, interroga egli stesso l’oracolo e ne ottiene il consiglio di star lontano dalla patria, perché sarebbe costretto a divenire l’assassinio di suo padre e lo sposo di sua madre… (Le due figliole, ancelle di Gertrude, hanno finito – è ora!- di vestirsi, Sono due ‘donne-ragazzo) shakespeariane. Sono GUILDESTERN e ROSENCRATZ… CLAUDIO e GERTRUDE offrono loro due cioccolatini…) CLAUDIO GERTRUDE Grazie, Rosencrantz e Guildestern! Grazie, Rosencrantz e Guildestern! (Re e Regina svaniscono. GUILDESTERN e ROSENCRATZ circondano AMLETO, gli fanno festa. Vorrebbero sapere tante cose…) AMLETO Due frizioni di vita corrente: sarò in un attimo esorcizzato! Documento dattiloscritto, conservato nell’Archivio l’Immemoriale, temporaneamente depositato presso la Casa dei Teatri di Roma, ancora non catalogato. (Quei due starebbero per parlare. AMLETO se li stringe al petto entrambi: chiude ad uno la bocca con la mano; tributa all’altro un lungo bacio in bocca… SI stacca e chiude anche quest’altra bocca con l’altra mano. Poi, misteriosissimo, soffiando…) AMLETO Ebbene, dopo aver pianto sulla storia, io voglio vivere un tantino felice… Domando troppo, è vero?, e a quanto pare… (e seguitando a vaneggiare, prende la mano d’uno dei suoi amici e gliele porta alle labbra, togliendo la propria. […] AMLETO Elena, vago per la mia stanza e mentre tu stai prendendo il tè in fondo all’oro di un bel settembre rabbrividisco per la tua salute. Ah, la luna! La luna m’ossessiona! Ahimè, non me la sento di sposarmi: sono troppo spregevole per questo, voi non siete abbastanza intrattabili! Sempre così a estasiarsi… E vivacchio! Vivacchio! Sono troppo numeroso per dire sì e no Mi sento troppo pazzo! Da sposato Maciullerei la bocca alla mia bella E, caduto in ginocchio, le direi queste parole losche: è troppo! E’ troppo I l mio cuore è troppo centrale. E tu non sei che carne umana: non puoi, non puoi trovarmi tanto ingiusto se ti faccio del male! In verità più ci si estasia insieme e meno si è d’accordo… In verità la vita è troppo breve. BUIO