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Hamlet
L’Amleto, come personaggio creato dalla mente di William Shakespeare, è segno concretissimo che rimanda alla libertà
dell’uomo: la sottile lama della libertà attraverso la quale si può essere o non essere, è ciò che più affascina e provoca l’uomo
in azione, da sempre. Ma il dramma di Amleto non si riduce e non può ridursi soltanto ad un’opzione tra il vivere e il morire,
tra la vendetta e il perdono, tra l’odio e l’amore. Sono le sue parole a colpirci, o meglio le sue “questioni”. Le domande di
Amleto gridano un senso e un significato sul Mistero che fa tutta la realtà. Ad Ofelia che lo guarda attonita, grida: “Sono
pieno di superbia, vendicativo, ambizioso, con più peccati pronti ai miei ordini che pensieri in cui metterli, fantasia per
plasmarli o tempo per tradurli in atto. Gente come me che striscia fra terra e cielo, che sta a farci al mondo?” O quando,
appena svanito lo spettro di suo padre, in un soffio dice: “Vi sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante non ne
sogni la tua filosofia.” Oppure, come un torrente in piena, la serie di domande che a raffica riversa sulla madre impietrita,
fino a dirle: “Quale diavolo ti ha ingannato giocando a mosca cieca?” Il dramma di Amleto è la vita con tutte le sue
implicazioni; è il rapporto di un uomo di fronte al dramma della realtà; è il desiderio inconsapevole di rispondere alle
esigenze elementari: bene, felicità, verità, giustizia: “Cos'è un uomo se tutto ciò che cava dal suo tempo non è che dormire e
nutrirsi?” L’Amleto di William Shakespeare oltre ad essere il testo più rappresentato è anche il soggetto più rivisitato per il
cinema. Con questa messa in scena desideriamo offrire un piccolo contributo alle migliaia di interpretazioni e ai possibili
significati dell’opera del Bardo. Perché è così amato Amleto? Forse perché le sue domande e le sue esigenze sono
quelle di ogni uomo, da sempre: qual è il senso ultimo dell’esistenza? Questa rilettura vuole mettere in contrapposizione il
vorticoso susseguirsi degli avvenimenti della tragedia con i famosi monologhi, immaginati e rappresentati qui come
“pensiero indicibile” di Amleto. La parola si cristallizza in azione con i gesti rituali e misurati dei personaggi. Attraverso il
rinnovarsi del rito si cerca di comunicare il senso più vero e profondo del dramma dell’uomo moderno. Lo spettatore,
come di fronte ad uno specchio, potrà scegliere dove collocare la verità e dove la menzogna. “Benvenuti a Elsinor, cari
signori!” Con questo spettacolo la corte del re è in ogni luogo. Elsinor è qui, oggi.
con
Paolo Sartori ......................................... Amleto
Daniela Zorzini ..................................... Gertrude
Tommaso Brocca ................................. Re Claudio
Enrico Riga ........................................... Orazio
Gianluca Buiatti .................................... Laerte, un attore
Livio Rieppi ........................................... Polonio, un becchino
Giulia Battaino ...................................... Ofelia, un’attrice
Cristina Sartori ..................................... Rosencrantz, un’attrice, un prete
Marc Taverna ........................................Bernardo, Guildestern
Stella Stirpe............................................lo Spettro
musiche scelte da Daniele D’Arrigo
costumi Dina Chiarandini
oggetti di scena forniti da Bottega del Mondo via Treppo Udine
kimoni originali giapponesi forniti da J-Studio Casa Zen Treviso
regia Paolo Sartori
http://www.magazzinodeiteatranti.it
Realizzata con Joomla!
Generata: 10 June, 2017, 06:41
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