Allium triquetrum - Piante spontanee in cucina

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Allium species
Allium species
Famiglia: La classificazione tradizionale poneva il genere Allium nella grande
famiglia delle Liliaceae. La spartizione di questa inserisce nella classificazione
APG III le piante nella famiglia delle Amaryllidaceae.
Etimologia: il termine usato per il genere riprende il comune latino Allium, la
cui radice si fa derivare dalla parola celtica all, che ha il significato di acre,
pungente, ma sembra che anche i persiani usassero un termine simile per
indicare i bulbi mangerecci.
Nomi comuni in Italiano: si indicano generalmente, un po’ dappertutto, le
specie e varietà mangerecce dell’affollato genere dell’Allium con il termine di
aglio selvatico (talvolta porro selvatico) e i corrispondenti dialettali. In qualche
caso si aggiunge qualche apposizione o aggettivo che fa riferimento alla forma o
al colore dei fiori o all’habitat.
Somiglianze e varietà: Diverse specie di Allium presentano sottospecie che
si differenziano in modo evidente ma non sempre la distinzione è agevole,
neppure tra specie diverse, per chi non è un botanico e pratico delle chiavi di
riconoscimento.
Gli agli selvatici
Gli Allium sono piante erbacee
perennanti definite geofite bulbifere, dal
momento che dai bulbi sotterranei
crescono ogni anno fiori e foglie. Le
specie qui sotto citate – in Italia si contano
oltre una settantina tra specie e sottospecie
- presentano sia bulbi singoli che bulbi
coronati da bulbilli, foglie, fusti, spate e
ombrella di diversa foggia. I fiori sono
racchiusi in valve e poi portati a ombrella,
stellati
ma
anche
campanulati,
peduncolati, a volte prima dritti e poi
penduli, e sono di colore assai variabile,
Allium schoenoprasum
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dal bianco al rosa al porpora. I frutti sono
capsule, a volte a loculi. In qualche caso
insieme ai fiori la spata racchiude anche
bulbilli.
Uso degli agli selvatici
L’uso alimentare e terapeutico e le
conoscenze
intorno
all’aglio
sono
antichissime, a partire almeno dagli Egizi,
che ne stimavano le virtù. Nel Medioevo e
fino a non tanto tempo fa si attribuiva
all’aglio ogni possibile buona proprietà,
dalla condivisa capacità di cacciar “fuor del
corpo i vermi larghi” a quella di far
“rinascere i capelli cascati per pelagione”
Allium carinatum
(Mattioli, 1544).
Oggi comunque le funzioni svolte
dall’allicina sono ben noti e molti degli agli selvatici sono in grado di svolgere le
stesse funzioni del comune aglio da cucina, Allium sativum L. L’allicina, un
antibiotico, è efficace per regolare la pressione sanguigna ma anche nella
prevenzione e nella cura dell'arteriosclerosi, come disinfettante e ipoglicemizzante.
Le incessanti ricerche provano benefici non solo per una serie di malattie
cardiovascolari, ma anche per diverse altre, per cui il lettore troverà modo di
reperire facilmente in Rete e in letteratura molte preziose informazioni. Diversi
sono d’altronde i principi attivi utili oltre a vitamine e sali minerali.
Comune a molte culture tradizionali è stata, e in forma residuale lo è ancora,
l’azione antielmintica di questo bulbo. In molte zone d’Italia era consuetudine
diffusa dare da mangiare aglio ai bambini con questo scopo, ma gli si facevano
portare anche collane di spicchi di aglio al collo, per l’inevitabile connessione di
proprietà terapeutiche, credenze varie e magia, connessione affievolita a residuo
solo da qualche decennio. D’altronde l’aglio è stato usato ampiamente contro il
“maldocchi” ma anche contro le streghe e nei secoli ha svolto forse più funzioni
rituali, simboliche, ecc. che gastronomiche.
Gli agli selvatici in cucina
Gli agli selvatici sono in genere utilizzabili in cucina in funzione aromatica,
pressoché allo stesso modo dell’aglio comune, ma sapore e odore sono quasi
sempre meno intensi (il che, per un certo aspetto, non guasta).
Ancorché ritenuti commestibili, la tradizione alimentare privilegia alcune
specie e ne tralascia completamente altre e l’utilizzo di agli selvatici si presenta in
Italia un po’ a macchie di leopardo, con utilizzi a volte precisi, tipici di aree
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ristrette, ma a volte anche generici, di una specie per un’altra senza per questo
cambiare nulla nella cucina quotidiana.
Oltre ai bulbi si utilizzano però spesso anche le altre parti aeree, anzi nel caso
ad esempio dell’Allium ursinum L. e dell’Allium schoenoprasum L. (erba
cipollina) la preferenza degli utilizzatori va soprattutto alle foglie. Oltre a bulbi e
bulbilli si possono quindi usare anche foglie e fiori, e tutte le parti sia fresche che
in cottura, avendo ovviamente riguardo ai sapori e agli effetti che si vogliono
ottenere - non trascurabile anche la funzione ornamentale - e alle trasformazioni
che la cottura comporta. Non è quindi il caso di dilungarsi qui sui possibili utilizzi
gastronomici, lasciati solo alla libera fantasia degli utilizzatori.
Prendiamo qui in considerazione gli agli
selvatici che la letteratura riporta con
maggiore frequenza per gli utilizzi alimentari.
Ad alcuni di questi abbiamo dedicato
specifiche schede -Allium ampeloprasum L.,
Allium schoenoprasum L. e sottospecie,
Allium ursinum L. - e ovviamente è ad esse
che rimandiamo i lettori interessati a queste
specie, anche se qui riportiamo qualche
immagine per sottolineare la loro maggiore
notorietà e consumo.
Allium
neapolitanum
Cyr.
Aglio
napoletano. Erbacea diffusa nella regione
Allium vineale
mediterranea, con areale circoscritto soprattutto
alle coste, anche se in Italia sembra che manchi
solo nell’estremo Nord-Ovest. Vegeta in habitat diversi, con prevalenza di terreni
ombrosi e umidi fino all’alta collina.
Ha steli fiorali a sezione triangolare alti anche fino a mezzo metro, privi di
foglie. Queste ultime sono nastriformi e carenate nella pagina inferiore e
inguainano le stelo solo alla base. L’infiorescenza è una fitta ombrella,
inizialmente avvolta da una spata che mostra alla fioritura fiori bianchi peduncolati
e profumati. Il frutto è una capsula e il bulbo è contornato da bulbilli rossastri.
In cucina si utilizzano essenzialmente i bulbi cotti per insaporire minestre e
altre preparazioni, ma anche crudi nelle insalate. Viene utilizzato anche per
repellenti contro insetti e tarme e non è difficile trovarlo nei giardini o in vendita
come pianta ornamentale.
Allium carinatum L. (Sin.: Allium carinatum ssp pulchellum Bonnier &
Layens, Allium pulchellum G. Don, Allium cirrhosum Vandelli). Aglio grazioso.
Erbacea alta intorno al mezzo metro, presente in Italia nelle regioni centrosettentrionali, dal piano al monte, in terreni calcarei, aridi e incolti.
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Presenta foglie lineari allungate,
larghe qualche millimetro e rugose al
margine, che inguainano il fusto fino a
metà. L’infiorescenza è prima avvolta da
una spata con valve diseguali, e porta poi
fiori irregolarmente peduncolati (quasi
penduli gli esterni), di un delicato color
rosa o lilla. Il frutto è una capsula a loculi
e il piccolo bulbo si presenta bianco e con
tuniche scure.
In cucina si possono utilizzare tutte le
sue parti.
Allium triquetrum L. Aglio trigono,
aglio angolare. Pianta abbastanza comune
in Italia a partire dalla Liguria verso le
regioni centro-meridionali, da piano alla
Allium ursinum
collina, tipica dei luoghi umidi e ombrosi.
Il nome specifico triquetrum fa riferimento allo stelo trigono che la
caratterizza, alto 30-40 centimetri e inguainato alla base da poche ma lunghe foglie
nastriformi, carenate sulla pagina inferiore. I fiori bianchi e campanulati, prima
eretti e poi penduli da un solo lato, sono di numero variabile e portati prima in una
spata verdognola e poi in ombrelle asimmetriche.
Tutta la pianta ha un intenso odore di cipolla. È segnalato il consumo dei
bianchi bulbi, cotti e sottolio, in particolare in Sardegna e Calabria [6], ma anche
qui e là in altre zone della Penisola. Si utilizzano i bulbi e lo scapo a scopo
alimentare anche in altre aree del Mediterraneo, e non mancano segnalazioni
dell’utilizzo delle varie parti in minestre di legumi o in insalate o per
accompagnare olive e formaggio o per insaporire conserve.
Allium vineale L. Aglio delle vigne. Pianta che vegeta in tutta Italia, con
habitat privilegiato che si deduce dal nome ma presente dal piano alla collina in
habitat anche assai diversi, dai terreni ruderali alle boscaglie.
Presenta uno scapo gracile, inguainato da foglie fino alla metà. L’ombrella
porta dalla tarda primavera all’estate numerosi bulbilli e pochi fiori di colore
variabile dal verdognolo al porpora, a volte mancanti del tutto. Presenta un bulbo
semplice, dalle guaine scure. Molto simile all’Allium scorodoprasum L., si
distingue per via delle foglie cilindriche.
Il sapore agliaceo è delicato. Vengono consumati sia i bulbi che le foglie
fresche per aromatizzare. Queste ultime non solo in insalata ma in risotti, zuppe,
minestre, ecc. I bulbi raccolti alla fine dell'estate si possono conservare come
l’aglio.
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Allium pendulinum Ten. Aglio
pendulo. Erbacea alta intorno a una
ventina di centimetri, presente in Italia
dalla Sicilia fino alla linea del Po, in
boschi e ambienti freschi e ombrosi, dal
piano fino alla bassa montagna.
Ha uno stelo trigono e foglie lineari
sovrastanti i fiori, carenate, larghe meno
di un cm. Alla fioritura primaverile
presenta pochi fiori bianchi peduncolati,
prima eretti e poi penduli. Il piccolo
bulbo è bianco e privo di bulbilli.
Si utilizzano bulbi e foglie, sia crudi
che cotti.
Allium roseum L. Aglio roseo.
Pianta mediterranea presente in tutta
Allium ampeloprasum
Italia con eccezione di Piemonte e
Trentino, dalla pianura alla collina nelle
garighe e nei luoghi incolti e soleggiati.
Alta ben oltre il mezzo metro, presenta un fusto eretto glabro e cilindrico,
inguainato alla base da due o quattro foglie lineari, lucide, lunghe e larghe. Porta
nella fioritura primaverile un’infiorescenza ad ombrella emisferica prima avvolta
da una spata e poi fiori campanulati di color rosa e variabili nel numero. Il frutto è
una piccola capsula e il bulbo ovoidale è circondato da bulbilli.
Nel consumo in cucina occorre tenere conto del profumo intenso e duraturo.
Allium rotundum L. (Sin.: Allium cambiasii De Not.) Porro selvatico o aglio
arrotondato. Presente in Italia al Centro-Nord, in terreni comunemente aridi o nei
vigneti e negli oliveti, fino alla media montagna.
Presenta uno stelo cilindrico, inguainato da foglie lineari carenate fino a metà.
Nella fioritura primaverile mostra una infiorescenza ad ombrella con molti fiori di
un rosa più o meno intenso. Il bulbo presenta numerosi bulbilli laterali.
In cucina si usano già in inverno la parte biancastra interrata delle foglie e i
bulbi, che in questa stagione hanno ancora di un sapore delicato. Si usano crudi in
insalata ma anche in frittate e in preparazioni cotte come zuppe di erbe e torte
salate.
Allium commutatum Guss. (Sin.: Allium ampeloprasum L. var. lussinense
Haracic., Allium bimetrale Gandoger e altri). Aglio delle Isole. Pianta che si ritrova
lungo le coste delle isole maggiori, del Meridione, di Marche e Toscana, fino ai
300-400 m. di altitudine. È caratterizzata da una tipica e fitta infiorescenza rosso
violacea che viene fuori da un’altrettanto tipica spata, sottile e appuntita.
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L'aglio delle isole è molto apprezzato in aree ristrette, dove si consuma
l’interno bianco della pianta, soprattutto in inverno, prima che lo stelo emerga
dalle foglie. Ha un sapore dolciastro, non lontano da quello della cipolla, e come
questa si può consumare lessato e condito, o aggiunto nelle minestre o come base
per frittate. A La Maddalena – è riportato da Giovanna Sotgiu – “costituiva
l'ingrediente di base della frittata di uova di gabbiano o di berta maggiore”. I fiori
secchi entrano a far parte di composizioni ornamentali.
Allium scorodoprasum L. (Sin.: Allium ophioscorodon Don.). Aglio romano.
A dispetto del nome è dato presente solo in Toscana, Emilia, Piemonte e
Triveneto, dal piano alla bassa collina.
Si può confondere con l’aglio delle vigne, perché le infiorescenze accomunano
pochi fiori a bulbilli, ma le foglie sono nastriformi anziché cilindriche. Il Mattirolo
[2] riporta l’utilizzo delle foglie tritate nelle frittate, similmente all’erba cipollina e
all’aglio ursino.
Sono infine variamente segnalate, seppure sporadicamente, gli utilizzi
alimentari delle seguenti specie: Allium montanum Schmidt., Allium nigrum L.,
Allium oleraceum L., Allium subhirsutum L., Allium sphaerocephalon L.
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