Il regime fascista Seconda parte Il progetto totalitario del fascismo Elementi del totalitarismo (secondo Friedrich-Brzezinskj): Totalitarismo fascista: 1) Ideologia (rifiuto della società esistente, edificazione di una nuova società) 1) ideologia nazionalista e bellicista, costruzione dell‟italiano nuovo, mito della romanità 2) partito unico guidato da un dittatore 2) PNF - Duce 3) violenza e terrore (esercitato dal partito e dalla polizia segreta, contro i “nemici”) 4) monopolio dei mezzi di comunicazione di massa, propaganda 5) monopolio degli strumenti di lotta armata 6) controllo centralizzato dell‟economia 3) Squadrismo, Tribunale Speciale per la difesa dello Stato, OVRA 4) Controllo della stampa, della radio, del cinema, associazioni giovanili e sportive, scuola 5) Esercito, Milizia volontaria 6) dirigismo economico, autarchia, corporativismo, statalizzazione delle industrie e banche in crisi Il fascismo, come gli altri totalitarismi, nasce nella società di massa: deve organizzare e mobilitare le masse, ottenere il consenso e l‟adesione delle masse all‟ideologia fascista. Scopo del fascismo è dare forza e grandezza alla nazione, foggiare un italiano nuovo, emendato dagli antichi “vizi” italici. Adunate e manifestazioni “oceaniche, campagne: battaglia del grano, bonifiche, oro alla patria… culto del capo Lo stato totalitario Nel regime fascista esiste un unico partito che si identifica con lo stato. La vita dell‟individuo, subordinata all‟interesse della nazione, viene organizzata dal regime in ogni aspetto. “[… ] per il fascista, tutto è nello Stato, e nulla di umano o spirituale esiste, e tanto meno ha valore, fuori dello Stato. In tal senso il fascismo è totalitario, e lo Stato fascista, sintesi e unità di ogni valore, interpreta, sviluppa e potenzia tutta la vita del popolo.” Mussolini Il fascismo: totalitarismo imperfetto I limiti del totalitarismo fascista derivano dal modo in cui il fascismo è giunto al potere: in parte con una rivoluzione, in parte con un compromesso con alcune istituzioni e forze politiche e sociali presenti in Italia: La monarchia (il re rimane la massima autorità dello Stato) e gli apparati dello Stato (incompleta fascistizzazione dello Stato – Mussolini per governare usa i prefetti piuttosto che gli organi del PNF) La Chiesa cattolica. IL REGIME E LA CHIESA ‟27 iniziano trattative per risolvere la “questione romana” 11 Febbraio ‟29 Patti Lateranensi: Trattato: Stato della Città del Vaticano, riconoscimento dello Stato italiano Concordato: regola i rapporti tra Stato e Chiesa cattolica italiana, concede privilegi e tutele alla Chiesa Convenzione: cospicuo risarcimento per la perdita dello Stato pontificio I Patti: per il Fascismo: successo propagandistico, crescita del consenso (elezioni del ‟29 a lista unica: 90% votanti, 98% voti favorevoli) Per la Chiesa: possibilità di presenza nella società; autonomia dell‟Azione Cattolica e dell‟Università Cattolica. Tensioni tra Chiesa e fascismo: nel 1931 Enciclica “Non abbiamo bisogno”, nel 1938 proteste per le leggi razziali. Il problema del consenso De Felice: il Fascismo ha goduto di vasto consenso popolare… …difficoltà di valutare il consenso in un regime totalitario (problema delle fonti) Emilio Gentile: consenso “passivo”, consenso al “Fascismo-regime”, non al “Fascismo-movimento”; Insoddisfazione di Mussolini negli anni ‟30: Italiani lontani dall‟ideale fascista, troppo borghesi e cattolici. Declino del consenso nel 1938/39, per le difficoltà economiche e l‟alleanza con la Germania Politica economica All‟iniziale liberismo segue un maggior intervento statale che si concretizza in grandi “battaglie” propagandistiche: – Battaglia della Lira: contro la svalutazione per raggiungere la “quota 90” con la Sterlina – Battaglia del grano: per ridurre le importazioni cerealicole – Campagna demografica Dopo la crisi del 1929 Si intensifica l‟intervento dello stato: – I grandi lavori pubblici consentono di assorbire la disoccupazione. Grandi bonifiche (Agro Pontino) – Si attua il contenimento di prezzi e salari. – Lo Stato sostiene le aziende in difficoltà attraverso l‟ Istituto Mobiliare Italiano (IMI) e l‟Istituto per la ricostruzione industriale (IRI): lo Stato italiano diventa azionista di industrie e banche (dopo l‟URSS è lo Stato con la maggior quantità di industrie statalizzate). Ma i maggiori gruppi privati si rafforzano. Successo degli interventi economici affidati a “tecnici”, non a fascisti. Sacrifici per i ceti popolari: calo dei salari, riduzione dei consumi alimentari. Superamento della crisi Dal ‟35 dispendiose imprese militari, economia di guerra. Autarchia La propaganda fascista Fascistizzazione del Paese attraverso la propaganda e la mobilitazione delle masse: adunate “oceaniche”, campagne, enti e associazioni collegate al PNF (Opera Nazionale Dopolavoro, circoli di fabbrica e di quartiere, Op.Naz.Maternità e Infanzia, CONI). particolare attenzione fu dedicata ai giovani: Figli della Lupa, Balilla, Avanguardisti, Gioventù italiana del Littorio IL FASCISMO E LA CULTURA Utilizzo dei mass media per la propaganda: stampa, cinema, radio, informazione ‟25: Manifesto degli Intellettuali fascisti (Gentile, Pirandello, Ungaretti, Volpe ecc.) ‟26: Accademia di Italia (presidente Marconi) Cinematografia: ‟25: istituto Luce, Cinecittà nel ‟37 Censura (veline) Ripresa in chiave attualizzata di temi della tradizione romana in ogni campo IL FASCISMO E LA CULTURA Controllo della scuola e della educazione nel „‟30 viene introdotto il “testo unico” per le elementari nel ‟32 obbligo del giuramento di fedeltà al regime per i docenti universitari. ‟37: Min Cul Pop > L‟obiettivo è la “nazionalizzazione” delle masse ‟38: seguendo l‟alleato tedesco l‟Italia vara le Leggi razziali, discriminatorie nei confronti degli Ebrei. Le leggi razziali furono preparate da una intensa campagna propagandistica e dal Manifesto degli scienziati razzisti per la difesa della razza. Tuttavia non furono accolte con favore dalla popolazione e furono condannate dalla Chiesa. La repressione degli antifascisti Nei primi anni del regime fascista la violenza squadristica colpì gli oppositori del fascismo uccidendoli o costringendoli all‟esilio. Successivamente oppositori e dissidenti furono condannati a lunghe pene detentive (o al confino) dal Tribunale Speciale. Piero Gobetti, giornalista, autore di “Rivoluzione liberale”, morì in Francia nel 1926 per le conseguenze di un‟aggressione fascista subita nel ‟24; Giovanni Amendola, deputato liberale, “aventiniano”, fu picchiato nel ‟25 e morì l‟anno dopo. Antifascisti al confino a Lipari 1927 Antonio Gramsci morì nel 1937, dopo 11 anni di prigionia. Umberto Terracini fu condannato a 22 anni di carcere I Popolari Sturzo e De Gasperi, i socialisti Turati e Salvemini, il comunista Togliatti, furono costretti ad espatriare. Carlo e Nello Rosselli, esuli in Francia, furono assassinati da sicari fascisti nel 1937 Benedetto Croce Poté invece rimanere in Italia, protetto dalla sua fama internazionale, ma isolato, il filosofo liberale Benedetto Croce, che nel 1925 scrisse il Manifesto degli intellettuali antifascisti, in risposta al Manifesto degli intellettuali fascisti. Croce continuò a scrivere difendendo apertamente gli ideali liberali, senza però attaccare direttamente il regime. L‟antifascismo 1 Una parte dei politici e degli intellettuali antifascisti sceglie l‟opposizione silenziosa. Molti antifascisti emigrano in Francia o in URSS (i comunisti italiani rifugiati in URSS saranno sterminati nelle purghe staliniane). Comunisti: agitazione clandestina in Italia, migliaia di condannati dal Tribunale speciale. Socialisti, repubblicani e liberaldemocratici esuli in Francia formano la Concentrazione antifascista nel ‟27 > dibattito politico, propaganda,, testimonianza dell‟Italia antifascista. Nel „‟29 nasce Giustizia e Libertà fondata da Carlo Rosselli e Emilio Lussu; obiettivi: superare la frattura tra liberalismo e marxismo, attivare nuclei clandestini in Italia. L‟antifascismo 2 Fino al ‟35 il PCI, guidato da Mosca da Palmiro Togliatti, è ostile agli altri gruppi antifascisti. Dal ‟35 al ‟39 svolta dei Fronti popolari, collaborazione nelle Brigate internazionali in Spagna… ma … divisioni e fallimento del Fronte popolare spagnolo, patto Ribbentrop-Molotov… L‟antifascismo non ottiene risultati, tuttavia getta le basi per il movimento della Resistenza e per la costruzione dell‟Italia democratica dopo la guerra Palmiro Togliatti Politica estera Nonostante le “tendenze revisionistiche” del Fascismo, l‟aggressività italiana fu inizialmente moderata. Mussolini godette della stima di Francia, Inghilterra e USA per aver salvato l‟Italia dal bolscevismo. Anche la conclusione della questione romana con la firma dei Patti Lateranensi (11 febbraio 1929) diede prestigio al Fascismo. Nel 1934 opposizione italiana all‟Anschluss Nel 1935 l‟Italia partecipa alla Conferenza di Stresa contro il riarmo tedesco La guerra d‟Etiopia Forte di questo consenso, Mussolini tenta l‟impresa coloniale attaccando l‟Etiopia. Motivazioni: presunti benefici economici, fare dell‟Italia una grande potenza coloniale, mobilitare la popolazione (campagna “oro alla patria”). L‟Etiopia (1935) si appella alla Società delle Nazioni che decreta le sanzioni economiche (blande) contro l‟Italia. Polemica di Mussolini contro le nazioni plutocratiche L‟Italia conquista l‟Etiopia: il 9 maggio 1936 si celebra “il ritorno dell’Impero sui fatali colli di Roma”. Conseguenze All‟interno, la guerra consolida il consenso attorno al regime: le sanzioni rafforzano il nazionalismo italiano. L‟embargo spinge la politica economica sulla via dell‟autarchia. L‟Italia, isolata sul piano internazionale, è attratta nell‟orbita della Germania (anche per l‟affinità ideologica). L‟alleanza con la Germania nazista 1936-39: l‟Italia partecipa, con largo impiego di mezzi e uomini, alla guerra civile in Spagna, e dà un contributo determinante alla vittoria di Franco – diventa alleata di fatto della Germania. Ottobre 1936: asse Roma-Berlino (patto di amicizia) 1937: adesione al Patto antiComintern (Germania Giappone e Italia, uniti contro un eventuale attacco sovietico) Con la Germania, verso la guerra... Marzo 1938: La Germania annette l‟Austria Settembre 1938: Conferenza di Monaco proposta da Mussolini: la Germania ottiene i Sudeti. L‟Italia adotta Leggi razziali imitando la Germania Marzo 1939: la Germania occupa la Cecoslovacchia Aprile 1939: l‟Italia occupa l‟Albania Maggio 1939: Patto d‟acciaio Italia Germania (alleanza militare: l‟Italia impegnata a combattere a fianco della Germania, che però s‟impegna a non scatenare la guerra prima di un anno) L‟Italia in guerra Settembre 1939: dopo il patto Ribbentropp – Molotov, Hitler attacca la Polonia, inizia la Seconda guerra mondiale; l‟Italia è “alleato non belligerante” Giugno 1940: l‟Italia dichiara guerra alla Francia e all‟Inghilterra. "L'Italia mussoliniana poteva aspirare a diventare una grande potenza solo alleandosi con la Germania. Malgrado che dalla metà degli anni Trenta quasi un terzo delle entrate pubbliche fosse stato destinato agli armamenti, l'apparato militare italiano, nel 1939, era logorato dalla guerra di Spagna e di Etiopia, e di gran lunga inferiore alle stime sia del governo italiano che degli stranieri. Ma soprattutto l'Italia continuava a dipendere , in misura elevata, dalle importazioni di carbone, di ferro, di petrolio, che per l'80% transita-vano per Gibilterra o per Suez. Senza né moderni carri armati, né cannoni antiaerei, né caccia veloci, né decenti bombardieri, né portaerei, né radar, né valuta estera, né adeguato supporto logistico, solo grazie ai Tedeschi l'Italia avrebbero potuto ottenere la vittoria nel conflitto che stava per divampare". Roma Piazza Venezia 10 giugno 1940 Combattenti di terra, di mare e dell'aria! Camicie nere della rivoluzione e delle legioni! Uomini e donne d'Italia, dell'Impero e del regno d'Albania! Ascoltate! Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L'ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia. Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell'Occidente…