Zudy, la gatta con disuria: allora e’ un timoma ! Pintaldi P.(1), Bettini G.(2), Scarpa F.(2), Barilli M.(3), Vignoli M.(4) Indirizzo per la corrispondenza: [email protected] Descrizione del caso Un gatto europeo femmina di 15 anni e 4.5 kg di peso veniva portata alla visita in regime di pronto soccorso per disuria insorta da circa 24 ore. L’anamnesi remota non riferiva alcun disturbo e alla visita clinica il soggetto si presentava in buone condizioni generali; all’auscultazione del torace si rilevava tuttavia la presenza di un soffio sistolico di 4/6 d’intensità e leggero spostamento a destra dell’itto cardiaco. Venivano proposti ed eseguiti i seguenti esami d’approfondimento: profilo emato-biochimico, test FeLV, esame delle urine, studio radiografico del torace ed ecografia dell’addome e del torace. L’esame emato-biochimico forniva valori nella norma ed il test FeLV risultava negativo, mentre l’esame delle urine dimostrava la presenza di un’infezione urinaria sostenuta da abbondanti batteri coccoidi e filamentosi, pur in assenza di un corrispondente reperto infiammatorio. L’esame ecografico dell’addome non evidenziava alterazioni. Il quadro radiografico del torace era invece decisamente alterato per la presenza di una massa radiopaca a carico del mediastino cranio-ventrale determinante lo spostamento dorsale della trachea. L’esame ecografico del torace confermava la presenza di una massa ad ecogenicità mista di ragguardevoli dimensioni, in continuità/contiguità con le strutture cardiache. Le valutazioni ecocardiografiche rilevavano segni d’ipertensione atriale destra, mentre risultavano normali cinetica e contrattilità ventricolare. Sulla base di questi primi riscontri venivano posti in diagnosi differenziale linfoma timico, timoma, chemodectoma, cisti branchiale, tiroide ectopica, tumori delle paratiroidi, granuloma e ascesso. In accordo con i proprietari, si procedeva, oltre all’esame colturale delle urine e relativo antibiogramma, allo studio TC del torace, finalizzato anche al prelievo di eventuali biopsie, e alla valutazione del profilo coagulativo. L’esame colturale delle urine dimostrava la presenza di E. coli sensibile a numerosi antibiotici. Il paziente veniva pertanto sottoposto ad antibiotico terapia con enrofloxacin per os alla dose di 5 mg/kg ogni 24 ore per 15 giorni, al termine dei quali un nuovo esame delle urine dimostrava l’assenza d’infezione urinaria. Lo studio TC del torace evidenziava una massa di 3 cm di diametro nel mediastino craniale che improntava il bordo craniale del cuore comprimendo atrio e ventricolo destro. La lesione appariva eterogenea prima e dopo la somministrazione di MDC iodato non ionico a 800 mg/kg e.v. Alcune aree ipodense centrali avevano densità del fluido cellulare (30 HU). Si rilevava la deviazione degli organi mediastinici viciniori, di vasi e bronchi polmonari dei lobi craniali, mentre non si rilevavano lesioni nelle restanti parti dei polmoni. Venivano eseguite biopsie TC guidate con ago sottile 22 G e con tru-cut da sottoporre ad esame citologico ed istopatologico. L’esame citologico (colorazione May Grünwald-Giemsa) evidenziava scarsa cellularità del campione e discreta componente ematica. La popolazione cellulare prevalente era rappresentata da piccoli e medi linfociti, accanto ai quali erano osservabili rari mastociti, macrofagi ed eosinofili, che, pur nell’assenza di una evidente componente epiteliale, orientavano la diagnosi verso il timoma piuttosto che verso una neoplasia linfoide. L’esame istopatologico delle biopsie (colorazione ematossilina – eosina) metteva in evidenza un tessuto discretamente vascolarizzato costituito dalla proliferazione diffusa di piccoli-medi linfociti di aspetto maturo, nel cui contesto si rilevavano occasionali aggregati di cellule irregolarmente poligonali con abbondante citoplasma eosinofilo e granulazioni bluastre, tendenti alla cheratinizzazione e disposte concentricamente a formare strutture simili ai corpuscoli timici di Hassal. Veniva formulata la diagnosi di timoma prevalentemente linfocitico, supportata dalla conferma immunoistochimica della natura epiteliale degli aggregati concentrici (CKAE1/AE3 +) e dal fenotipo T della componente linfoide (CD3 +). Sul riscontro di tale diagnosi, pur in assenza di segni clinici riferibili a myasthenia gravis (debolezza, rigurgito), si procedeva, in vista del probabile intervento chirurgico, a completare la stadiazione con la determinazione del titolo sierico di anticorpi anti-recettori postsinaptici per l’acetilcolina (AChRAb); il titolo anticorpale ottenuto (< 0.30 nmol/L ) permetteva di escludere le complicazioni relative alla sindrome paraneoplastica mioastenica Gli accertamenti finora condotti permettevano pertanto una diagnosi definitiva di timoma linfocitico, con stadiazione clinica II, sottostadio P0. A distanza di 30 gg dal momento della presentazione si procedeva all’intervento di escissione chirurgica della massa mediastinica. L’intervento chirurgico prevedeva l’accesso laterale sinistro nel 3° e 4° spazio intercostale con osteotomia prossimale della 4° costola; asportazione della massa per via smussa con legatura dell’arteria toracica interna di sx e parziale pericardiectomia dovuta alla presenza di aderenze con la massa stessa (stadio clinico II – III); osteosintesi della costa con filo di nylon; posizionamento di drenaggio toracico. Il paziente veniva trattenuto in ricovero per 3 giorni dopo la chirurgia, fino al momento della rimozione del drenaggio toracico, e sottoposto alle opportune terapie (analgesici, fluidi, antibiotico). Alla dimissione in 4°giornata il soggetto dimostrava un eccellente recupero. A 2 mesi di distanza veniva effettuato un monitoraggio completo (profilo ematobiochimico, esame urine, radiogramma del torace, esame ecocardiografico) che escludeva qualsiasi complicazione successiva all’intervento. Discussione L’interesse del caso presentato risiede nella coesistenza di elementi di tipicità e atipicità. Tra gli ultimi il motivo di presentazione (disuria per infezione urinaria), verosimilmente in relazione allo stato di immunodepressione indotto dalla interferenza tumorale con la funzionalità dei linfociti. Tra i primi, assai più numerosi, l’età avanzata, il decorso cronico e con scarso corredo di sintomi, la struttura macroscopica della massa (capsulata / cavitata), il tipo istologico. Si enfatizza il ruolo della citologia nel fornire un orientamento diagnostico (anche se a mosaico), la correlazione con il sempre necessario esame istopatologico e la notevole utilità delle metodiche avanzate di diagnostica per immagini (TC) ai fini della stadiazione clinica e per la pianificazione della terapia chirurgica. Bibliografia - Gores BR, Berg J, Carpenter JL, Aronsohn MG: Surgical treatment of thymoma in cats: 12 cases (1987-1992). JAVMA 204:1782-1785, 1994. - Ogilvie GK, Moore AS: Feline Oncology. 389-393, VLS 2001