Timectomia videotoracoscopica robotica per miastenia gravis
con Intuitive Da Vinci Surgical System
Lo studio di imaging
Posta la diagnosi di miastenia gravis si deve procedere ad una valutazione di imaging
del mediastino per individuare l’eventuale presenza di una patologia timica.
La radiografia del torace standard può essere normale (assenza di patologia timica,
iperplasia timica, piccoli timomi) oppure può individuare allargamenti del profilo
mediastinico, come pure segni di diffusione neoplasica (paralisi frenica, segni
occupazionali dello spazio pleurico, lesioni polmonari) nel caso di patologia
neoplastica.
La tomografia assiale computerizzata (TAC) e la risonanza magnetica nucleare (RMN)
rappresentano le indagini di elezione nello studio del mediastino.
Il principale obbiettivo dello studio radiologico nel paziente con MG è quello di
individuare un timoma: tale ricerca è di basilare importanza nella successiva
pianificazione
terapeutica.
Non
vi
sono
molti
studi
che
abbiano
valutato
l’accuratezza di tali indagini verificando l’aspetto istopatologico: non vi sono inoltre
concordi risultati riguardo al confronto delle due metodiche, TAC e RMN. Tuttavia va
segnalato che la TAC, soprattutto del tipo spirale, consente con una buona specificità
e sensibilità l’individuazione di un timoma. Nell’iperplasia l’interpretazione della TAC
risulta meno agevole. I principali criteri TAC nella diagnosi differenziale tra timoma
ed iperplasia
•
Dimensione:
nel
timoma
timo
di
dimensioni
normali
o
aumentate;
nell’iperplasia > 18 mm prima dei 20 anni di età, > 13 mm dopo i 20 anni
•
Nodularità:
nel
timoma
nodulazione
>
1
cm
con
enhancement
contrastografico, assenza di nodulazione o micronodularità nell’iperplasia
Timectomia videotoracoscopica robotica per miastenia gravis
con Intuitive Da Vinci Surgical System
•
Morfologia e forma: disomogenea e irregolare nel timoma, omogenea e
regolare nell’iperplasia
Nel giovane paziente dove il timo si presenta ipercellulare un piccolo timoma può
risultare non ben individuabile; nell’adulto la disomogeneità dell’organo (dovuta alla
parziale involuzione grassa con persistenza di isole parenchimali) può nascondere o
mimare il timoma; nell’anziano la tipica diffusa involuzione grassa consente in teoria
di poter disporre di un miglior contrasto radiologico per individuare un timoma.
La RMN rappresenta l’indagine di elezione nella valutazione dell’invasività di un
timoma, risultando in tal senso più sensibile rispetto alla TAC. Conseguentemente la
sua utilità è soprattutto sfruttabile nell’individuazione di infiltrazioni del mediastino,
pericardio, polmone, pleura, infiltrazioni che possono indurre a trattamenti chemio
e/o radioterapici prima della chirurgia. Inoltre la RMN sembra idonea allo studio di
imaging postchirurgico nell’ambito del follow-up di questi pazienti, dove sarebbe più
efficace della TAC nell’individuazione delle eventuali recidive.
Più recentemente l’introduzione della scintigrafia con octreotide (analogo della
somatostatina che viene captato dalle masse timiche maligne ma non dalle lesioni
iperplastiche)
ha
consentito
di
disporre
di
un’ulteriore
indagine
nella
differenziazione e caratterizzazione delle masse timiche. Consente inoltre di
differenziare, nel follow-up chirurgico, gli esiti cicatriziali dalle recidive. Tuttavia
non
sembra
avere
una
migliore
nell’individuazione del tumore.
accuratezza
della
TAC
o
della
RMN