Ghiandole salivari maggiori (parotide, sottomandibolare e

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Ghiandole salivari maggiori
(parotide, sottomandibolare e sottolinguale)
C07.9 Ghiandola parotide
C08.0 Ghiandola sottomandibolare
C08.1 Ghiandola sottolinguale
C08.8 Lesione sovrapposta delle
ghiandole salivari maggiori
C08.9 Ghiandola salivare
maggiore, NAS
RIASSUNTO DELLE MODIFICHE
• È stata rivista la descrizione per T3 per mantenere inalterata la coerenza della
stadiazione per tutte le sedi. Vengono considerate T3 tutte le neoplasie maggiori
di cm 4, oltre a quelle che mostrano estensione extraparenchimale.
• Le lesioni T4 sono state suddivise in T4a (resecabili) e T4b (non resecabili), da
cui deriva la suddivisione dello Stadio IV in Stadio IVA, Stadio IVB e Stadio IVC.
INTRODUZIONE
Il sistema di stadiazione si basa su di un’approfondita analisi retrospettiva della
letteratura mondiale riguardo alle neoplasie maligne delle ghiandole salivari.
Numerosi sono i fattori che influenzano la sopravvivenza e tra questi sono
inclusi la diagnosi istologica, il grado di differenziazione della neoplasia, la sede,
la dimensione, l’eventuale fissità ed estensione locale, il coinvolgimento del
nervo facciale, lo stato dei linfonodi regionali e l’eventuale presenza di metastasi
a distanza. La classificazione riguarda le quattro principali variabili cliniche: la
dimensione della neoplasia, la sua estensione locale, le metastasi linfonodali e
quelle a distanza. La categoria T4 è stata suddivisa in T4a e T4b: T4a indica una
lesione avanzata che è resecabile con margini macroscopicamente liberi, mentre
T4b indica il coinvolgimento di aree per le quali è preclusa una resezione con
margini liberi. Il grado istologico, l’età del paziente e la sede della neoplasia sono
altri importanti fattori che dovrebbero essere considerati per analisi successive
e per una potenziale inclusione nel sistema di stadiazione.
ANATOMIA
Sede primitiva. Le ghiandole salivari comprendono la ghiandola parotide, la
sottomandibolare e la sottolinguale. Le neoplasie che originano dalle ghiandole
salivari minori (le ghiandole mucosecernenti della mucosa delle vie aerodigestive superiori) vengono stadiate in base alla loro sede anatomica d’origine (ad
esempio la cavità orale, i seni, ecc.).
Le neoplasie primitive della parotide costituiscono la maggior parte dei
tumori delle ghiandole salivari. I carcinomi primitivi della sottolinguale sono
rari ed a volte sono difficili da distinguere con certezza dalle neoplasie che originano dalle ghiandole salivari minori del pavimento anteriore della bocca.
Linfonodi regionali. La diffusione ai linfonodi regionali da parte dei carcinomi
delle ghiandole salivari è meno frequente di quella dei carcinomi epidermoidi
della testa e del collo, e varia in base all’istotipo ed alla dimensione del tumore
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primitivo. La maggior parte delle metastasi linfonodali sono clinicamente evidenti al momento della valutazione clinica iniziale.
Le neoplasie a basso grado metastatizzano raramente ai linfonodi regionali,
mentre il rischio di diffusione regionale è sostanzialmente maggiore per i carcinomi ad alto grado. La diffusione metastatica segue un percorso prevedibile,
progredendo dai linfonodi intraghiandolari a quelli adiacenti (periparotidei,
sottomandibolari) ed in seguito ai giugulari superiori e medi, ed occasionalmente a quelli retrofaringei. Le metastasi linfonodali bilaterali sono rare.
Per il pN, una dissezione selettiva del collo generalmente include almeno sei
linfonodi ed una dissezione radicale o radicale modificata ne include almeno 10.
L’esame istologico negativo per un numero inferiore di linfonodi è comunque
da considerarsi pN0.
Sedi di metastasi. Le metastasi a distanza più frequenti sono nei polmoni.
DEFINIZIONI
Tumore primitivo (T)
TX Tumore primitivo non definibile
T0 Tumore primitivo non evidenziabile
T1 Tumore di dimensione massima inferiore o uguale a cm 2, senza estensione
extraparenchimale (1) (Figura 7.1)
T2 Tumore di dimensione massima compresa tra cm 2 e cm 4, senza estensione extraparenchimale (1) (Figura 7.2)
T3 Tumore di dimensione > cm 4 e/o con estensione extraparenchimale (1)
(Figure 7.3A,B)
T4a Tumore che invade la cute, la mandibola, il condotto uditivo e/o il nervo
facciale (Figure 7.4A-D)
Nervo linguale
Nervo
ipoglosso
Muscolo
miloioideo
FIGURA 7.1. Si definisce T1 un tumore di dimensione massima inferiore o uguale
a cm 2, senza estensione extraparenchimale (è mostrata una sezione coronale del
pavimento della bocca con una neoplasia della ghiandola sottomandibolare).
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FIGURA 7.2. Si definisce T2
un tumore di dimensione
massima compresa tra cm 2 e
cm 4, senza estensione
extraparenchimale (è mostrata
una sezione assiale con una
neoplasia del lobo profondo
della ghiandola parotide).
Processo
mastoideo
Nervo facciale
Istmo della
ghiandola
parotide
Nervo
facciale
Muscolo
massetere
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Muscolo pterigoideo
mediale
Muscolo massetere
Tumore
Ghiandola parotide
FIGURA 7.3. A. Si definisce T3 un tumore di dimensione massima > cm 4 e/o con
estensione extraparenchimale (è mostrata una neoplasia del lobo superiore della
ghiandola parotide). B. Sezione trasversale di un tumore T3 della ghiandola
parotide con estensione extraparenchimale.
Nervo facciale
Mandibola
Muscolo massetere
Muscolo pterigoideo
mediale
Cute
Ghiandola parotide
Mandibola
Muscolo
pterigoideo
mediale
Muscolo massetere
Cute
Condotto
uditivo
FIGURA 7.4. A. Si definisce T4a un tumore che
invade la cute, la mandibola, il condotto uditivo
e/o il nervo facciale (come illustrato
nell’immagine). B. Sezione trasversale di un
tumore T4a che infiltra la cute. C. Sezione
trasversale di un tumore T4a che infiltra la
mandibola. D. Sezione coronale di un tumore T4a che infiltra il condotto uditivo.
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Arteria
carotide
Base
cranica
FIGURA 7.5. A. Si definisce T4b un tumore che invade la base cranica e/o le
lamine pterigoidee e/o ingloba l’arteria carotide (in questa sezione il tumore
ingloba l’arteria carotide). B. Sezione coronale di un tumore T4b che invade la base
cranica.
T4b Tumore che invade la base cranica e/o le lamine pterigoidee e/o ingloba
l’arteria carotide (Figure 7.5A,B)
Linfonodi regionali (N) (vedi Figura 2.4)
NX I linfonodi regionali non sono valutabili
N0 Linfonodi regionali liberi da metastasi
N1 Metastasi in un solo linfonodo omolaterale di dimensione massima inferiore a cm 3
N2 Metastasi in un solo linfonodo omolaterale di dimensione massima tra cm
3 e cm 6; in più linfonodi omolaterali, nessuno di cm 6 di dimensione
massima; in linfonodi bilaterali o controlaterali, nessuno di cm 6 di dimensione massima
N2a Metastasi in un solo linfonodo omolaterale di dimensione massima tra cm
3 e cm 6
N2b Metastasi in linfonodi omolaterali, nessuno dei quali abbia dimensione
massima superiore a cm 6
N2c Metastasi in linfonodi bilaterali o controlaterali, nessuno dei quali abbia
dimensione massima superiore a cm 6
N3 Metastasi in un linfonodo qualsiasi di dimensione superiore a cm 6
Metastasi a distanza (M)
MX Metastasi a distanza non accertabili
M0 Metastasi a distanza assenti
M1 Metastasi a distanza presenti
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RAGGRUPPAMENTO IN STADI
I
II
III
IVA
IVB
IVC
T1
T2
T3
T1
T2
T3
T4a
T4a
T1
T2
T3
T4a
T4b
Qualsiasi T
Qualsiasi T
N0
N0
N0
N1
N1
N1
N0
N1
N2
N2
N2
N2
Qualsiasi N
N3
Qualsiasi N
M0
M0
M0
M0
M0
M0
M0
M0
M0
M0
M0
M0
M0
M0
M1
NOTA
1. Per estensione extraparenchimale si intende evidenza clinica o macroscopica di
invasione dei tessuti molli. Ai fini classificativi l’evidenza microscopica da sola non
costituisce estensione extraparenchimale.
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