Un terremoto o sisma (dal latino terrae motus - movimento della terra) è una vibrazione del terreno causata da una liberazione di energia. La liberazione di energia si verifica in seguito alla frattura improvvisa di una massa rocciosa nell’interno della Terra che per un periodo di tempo più o meno lungo ha accumulato energia elastica deformandosi fino a quando per la sua fragilità non si frattura. (Vuoi saperne di più?) E così l’energia si sfoga e si libera in superficie creando una serie di vibrazioni. Ogni giorno sulla Terra si verificano migliaia di terremoti ma solo pochi di questi sono percepiti dalla popolazione. La durata media di una scossa è al di sotto dei 30 secondi, ma nel caso dei terremoti più forti può raggiungere anche alcuni minuti. I terremoti hanno fatto sempre paura agli uomini per gli effetti spesso devastanti che hanno sulle persone, le cose e gli animali. Ma i terremoti sono eventi naturali che testimoniano la vitalità del nostro pianeta. Gaia è viva! Ed è grazie al suo dinamismo che c’è la vita sulla Terra! Piuttosto l’uomo dovrebbe essere più accorto e previdente quando costruisce i suoi insediamenti e preoccuparsi di mettere in atto tutti gli accorgimenti possibili per prevenire i danni di un eventuale terremoto. Tanti episodi recenti, in Italia e nel mondo, ce lo testimoniano. Basta ricordare lo tsunami del 26 dicembre 2004. Se l’uomo per costruire tanti insediamenti umani direttamente sulla costa non avesse distrutto le mangrovie probabilmente non ci sarebbero stati così tanti morti. Se le costruzioni in Abruzzo, terra che si sa da sempre ha un elevato rischio sismico, fossero state ristrutturate o costruite secondo criteri antisimici, non avremmo avuto un costo così alto in vite umane. Ma torniamo al discorso scientifico. Come fa la frattura nell’interno della Terra a trasformarsi nelle vibrazioni che sentiamo sotto i piedi? l’energia che si libera viene trasferita attraverso onde sismiche. Queste onde sismiche si propagano dal punto preciso in cui si è verificata la frattura sotto la superficie terrestre che si chiama ipocentro. Il rispettivo punto sulla superficie terrestre viene trovato sulla perpendicolare dall’ipocentro ed è chiamato epicentro. La distanza tra epicentro e ipocentro è detta profondità focale. A seconda della profondità dell'ipocentro si distinguono: - Terremoti superficiali, profondità da 0 a 70 km. - Terremoti medi, profondità da 70 a 300 km. - Terremoti profondi oltre i 300 km. La profondità focale può raggiungere i 700 km; meno profondo è l'ipocentro e maggiori sono gli effetti del terremoto in superficie come testimonia il recente terremoto in Giappone (11 marzo 2011). L’ipocentro era a 24,4 km di profondità e il sisma ha raggiunto gli 8.9 gradi della scala Richter. Vuoi saperne di più? L’epicentro viene determinato oggi incrociando i dati di tre stazioni sismiche come si può vedere nel disegno. E le onde sismiche che cosa sono? Si originano due tipi di onde sismiche: onde di volume o di corpo e onde di superficie. Le "onde di volume" (in inglese body waves), che comprendono le onde P ed S, si chiamano così perchè si propagano proprio all’interno del volume della roccia, la quale reagisce al loro passaggio comportandosi elasticamente cioè deformandosi e ritornando subito dopo alle condizioni iniziali di equilibrio. Le “onde di superficie” (in inglese surface waves) si creano in seguito alla intersezione delle onde di volume con una superficie di discontinuità. In questo caso la superficie di separazione tra la crosta e l’atmosfera terrestre. Questo tipo di onde si genera facilmente quando il terremoto ha un ipocentro poco profondo. La loro velocità è inferiore a quella delle onde di corpo. Se ne conoscono di due tipi: onde di Love e onde di Rayleigh. Le onde di Rayleigh non possono essere udite dall'uomo, mentre molti animali (uccelli, ragni e molti mammiferi) possono avvisarne l'arrivo. E adesso vediamo nei dettagli le “onde di corpo o di volume”. Le onde P provocano nelle rocce attraversate delle compressioni e delle dilatazioni, cioè il tipico effetto a fisarmonica. Il tutto avviene nella stessa direzione di propagazione e per questo vengono anche chiamate onde longitudinali. Il loro nome deriva dall’iniziale di prime perché in effetti sono le più veloci, raggiungendo una velocità compresa tra 4 e 8 Km al secondo. Possono propagarsi sia attraverso materiali rigidi, sia attraverso l’acqua e l’aria. A proposito di quest’ultima proprietà … Il boato spesso avvertito durante un terremoto è originato appunto dalle onde P che, oltrepassando il suolo e propagandosi nell’atmosfera, possono assumere una frequenza tale da venire percepita dall’orecchio umano. Le onde S provocano nelle rocce attraversate delle deformazioni in direzione perpendicolare a quella della loro propagazione e per tale motivo vengono chiamate anche onde trasversali o di taglio. Nelle registrazioni sismiche le onde S seguono sempre alle onde P perché la loro velocità è minore (da 2,3 a 4,5 Km. al secondo). Infatti il loro nome deriva da seconde. La loro proprietà fondamentale è che non si possono propagare all’interno di fluidi. E’ per questo che il loro passaggio è ostacolato dalle grandi masse di acqua degli oceani e all’interno della terra attraverso la porzione di nucleo liquido.