Le basi del principato di Augusto e dei suoi successori -Augusto ricevette ampi poteri dal Senato nel 27 e nel 23 a.C.: con la tribunicia potestas aveva diritto di veto su qualunque iniziativa di assemblea popolare o Senato e diritto di iniziativa legislativa; il suo imperium proconsulare infinitum maius era superiore a quello di ogni altro magistrato della repubblica, in pace e in guerra. -Tuttavia il suo potere si basava essenzialmente sull’auctoritas, intesa come prestigio e influenza del suo volere: auctoritate omnibus praestiti (“ho superato tutti in prestigio”), scriveva nelle Res Gestae (34). In particolare, nei confronti degli altri magistrati formalmente si limitava a dare consigli, che però dovevano essere eseguiti come ordini. Così in un decreto relativo alla provincia di Creta e Cirene, che era provincia senatoria, mentre ai semplici cittadini della provincia dà ordini, ai governatori, di rango senatorio, suggerisce quale comportamento debbano adottare. -Agli occhi dei romani, Augusto non era tanto il supremo magistrato, quanto la personalità più autorevole dello Stato, che aveva salvato Roma dalle guerre civili e instaurato un sistema che le avrebbe tenute lontane, guadagnando così il rispetto di tutti. Nessuno gli si voleva opporre perché si era convinti che il suo volere si identificasse con l’interesse dello Stato. -L’auctoritas di Augusto, però, passata ai successori, non era più la stessa cosa, perché nessuno si era guadagnato il prestigio sul campo: ognuno di loro, per mantenere il potere, dovette far leva sul timore (come Tiberio) o sulla propaganda, cercando di sottolineare la discendenza da Augusto, da un lato, e la propria valenza sovrumana dall’altro (come Caligola e Nerone). Res Gestae Divi Augusti ("gli atti del divino Augusto«): resoconto redatto dallo stesso Augusto, relativo alle opere compiute durante il suo principato, di cui rimane una redazione integrale sulle pareti del tempio di Roma e Augusto ad Ancyra (Ankara), copiata negli anni ‘30 presso il padiglione costruito per ospitare l’Ara Pacis restaurata (qui sopra). Il documento riportava anche le costruzioni e restauri a templi ed edifici antichi curati da Augusto direttamente o per mezzo di personaggi del suo gruppo. Notiamo in questo frammento: «(aedem)…divi Iuli, Quirini, Minervae, Iunonis Reginae… Matris Magnae, Lupercal… basilicam Iuliam, theatrum Marcelli…». La concentrazione del potere conduce a unificare la committenza dei programmi architettonici nelle mani di Augusto, che inizia con un ambizioso programma di restauro degli edifici sacri, corrispondente alla sua politica di rinnovo delle tradizioni repubblicane: il tempio della Concordia e il tempio di Saturno nel Foro, collegati però al nuovo tempio del Divo Giulio e alla sistemazione del Comizio, del Lapis Niger e della Curia, già iniziata da Cesare. Roma – arco Partico di Augusto al foro Romano, tra il tempio di Castore e del Divo Giulio. Arco a tre passaggi, con alto attico su quello centrale sormontato da una quadriga con Augusto trionfatore. Nei passaggi laterali erano incisi i Fasti Consolari e Trionfali. Sostituì nel 19 a.C. quello eretto nel 29 a.C. per la vittoria di Azio. Il tipo dell’arco onorario, nato alla metà del II secolo con un solo fornice, si arricchisce qui di due passaggi laterali ornati con edicole sormontate da timpani, un motivo che avrà fortuna in seguito. Lavori di Augusto in Campo Marzio: nuova zona monumentale di Roma, non più periferia ma centrale. Impresa affidata ad Agrippa: requisizioni di terreni privati, costruzioni, giardini. Euripo: architettura di paesaggio ellenistica (Alessandria). Mausoleo di Augusto Solarium Augusti e Ara Pacis Anfiteatro di Statilio Tauro Pantheon e basilica Neptuni Terme di Agrippa Eurypus Saepta Iulia (svuotati di senso politico: solo portici) stagno di Agrippa Crypta Balbi Aqua Virgo Villa della Farnesina (di Agrippa e Giulia) Porticus Philippi, Octaviae (restauri) Templi di Apollo Sosiano (in circo) e di Bellona (restauri) Campo Marzio Augusteo: theatrum Marcelli, theatrum et crypta Balbi, porticus Octaviae (ricostruzione della porticus Metelli), tempio di Apollo Sosiano. Augusto agiva anche attraverso persone della sua cerchia (Vipsanio Agrippa, Cornelio Balbo, C. Sosio, la sorella Ottavia) per finanziare gli edifici che voleva costruire o restaurare. Rinnovamento espresso dalla celebre frase (Svetonio): trovò Roma di mattoni (crudi), la lasciò di marmo. Mausoleo di Augusto nel Campo Marzio Horologium Augusti: obelisco usato come gnomone di una gigantesca meridiana, portato a Roma dopo la conquista dell’Egitto e collegato all’Ara Pacis. Nuove costruzioni di Agrippa : Pantheon, basilica Neptuni, Saepta Iulia (F. Castagnoli, Influenze alessandrine nell’urbanistica della Roma augustea).Il Pantheon di Agrippa è qui ricostruito con pianta a cella trasversale. Pantheon di Agrippa, nel Campo Marzio: recente proposta ricostruzione con cella circolare come nella ricostruzione adrianea, ma orientato a nord, di E. La Rocca e A. Viscogliosi (plastico nel nuovo padiglione dell’Ara Pacis a Roma). A fianco del tempio, parte dei Saepta Iulia. Teatro di Marcello: costruito da Augusto e dedicato al defunto Gaio Marcello, che doveva essere suo erede. Si affianca al Teatro di Pompeo come nuovo teatro permanente a Roma. Teatro di Marcello: offerta ai cittadini di svaghi pubblici in una cornice di magnificenza (colonne in marmo colorato nella scena). Foro di Cesare: già iniziato dal padre per aumentare lo spazio del Foro, fu completato da Augusto con l’annessa Curia Iulia, che spostava la sede del Senato. Foro di Augusto: completato nel 2 a.C., costituiva la nuova sede celebrativa della dinastia Iulia. Foro di Augusto e Foro di Cesare: aree porticate chiuse con un singolo tempio in posizione dominante AULA DEL COLOSSO DI AUGUSTO Foro di Augusto: concezione provvidenziale della storia di Roma che da Enea e da Romolo conduce ad Augusto come colui che porta a compimento i disegni divini sulla grandezza della città. Classicismo (Cariatidi ateniesi): Roma come continuatrice della missione civilizzatrice di Atene. Utilizzo del marmo lunense e del pentelico per i capitelli corinzi, dei marmi colorati per i rivestimenti: materiali di lusso dedicati all’architettura pubblica . Foro di Augusto – tempio di Marte Ultore Marmo numidico, cipollino e «africano» per i fusti di colonna e per i pavimenti; lunense per gli elementi architettonici. Foro di Augusto – decorazione dell’attico sopra i portici Tempio di Marte Ultore: trabeazione Tempio di Marte Ultore: capitello corinzio e base La casa di Augusto univa la dimora privata al tempio di Apollo Palatino e al tempio di Vesta, mediante la costruzione di un’ampia «area Apollinis» sorta su un terrazzamento che sistemava le pendici del Palatino dove sorgeva anche un ninfeo nel luogo del Lupercale: area da utilizzare anche come giardino visitabile dal pubblico. Casa di Augusto sul Palatino: portico dorico in marmo numidico (“giallo antico”), piano superiore decorato dalle Danaidi in marmo nero, e fregio in “lastre Campana” di terracotta a rilievo. le “lastre Campana” erano decorate con quadri di argomento religioso tradizionale e apollineo, con uno stile arcaizzante e classicista. Lastra Campana dalla trabeazione della Casa di Augusto. Antiquarium del Palatino. Apollo e Minerva che sostengono un gorgoneion. L’atteggiamento delle figure è tipico del gusto arcaizzante di età augustea. Casa di Augusto sul Palatino – Danaidi in marmo nero, usate come supporti architettonici Casa di Augusto sul Palatino – capitello dorico in marmo numidico dei portici Roma , villa della Farnesina: scoperta nel 1880 durante lavori di arginatura del Tevere, restituì un grandioso ciclo di affreschi e stucchi decorativi. E’ stata identificata con una villa suburbana appartenente ad Agrippa e a Giulia, sua sposa e figlia di Augusto. Scavata solo in parte, si articola su una grande esedra centrale affacciata sul fiume e su un lungo criptoportico voltato con cellette alle spalle. Tra i due corpi edilizi si sviluppano le stanze di abitazione. Pompei, terme Stabiane: II sec. a.C., esempio di piccolo edificio termale di età repubblicana munito di palestra (a), parte maschile (in rosso) e parte femminile (in giallo), ognuna munita di calidarium e tepidarium, mentre il frigidarium fu ricavato nell’ala maschile (h), trasformando un sudatorio. Aosta, pianta urbana Aosta, muro posteriore del teatro Aosta, teatro Aosta, arco di ingresso in città Susa, arco di Augusto Torino, porta Palatina