Note metodologiche survey sulla percezione del rischio

Tecniche di campionamento: calcolo della numerosità campionaria
1. Criteri generali
Nell’ambito dei metodi di indagine di tipo quantitativo, tradizionalmente la teoria campionaria
distingue e raggruppa l’ampia e complessa tematica del campionamento in due parti:
•
•
il campionamento di tipo probabilistico
il campionamento di tipo non probabilistico
La distinzione si basa fondamentalmente sul concetto di probabilità: mentre nel primo caso la
probabilità di estrazione di un caso da una popolazione finita (dove n=caso, P=popolazione e
n<P) è nota e compresa tra 0 e 1, nel secondo caso questa probabilità è sconosciuta perché
ignota è la numerosità dell’universo dal quale si vogliono estrarre i casi.
2. Tecniche campionarie
Sulla base di questa prima distinzione si differenziano le tecniche campionarie di costruzione
dei campioni e di determinazione della loro numerosità. Sostanzialmente nel primo caso il
criterio fondamentale per l’estrazione dei casi dalla popolazione di riferimento è quello della
casualità, mentre nel secondo risponde a quello della fattibilità.
•
A partire da questa prima ed ampia distinzione, all’interno del primo raggruppamento si
distinguono tecniche di estrazione dei casi a livelli differenti di finezza e complessità
statistica.
A livello generale il criterio fondamentale per l’estrazione di un campione
statisticamente rappresentativo è, lo si ripete, il caso. La casualità rappresenta cioè la
modalità corretta per poter affermare, con margini differenti di confidenza a seconda
della sua numerosità, che il campione rappresenta una quota parte che rispecchia
fedelmente le caratteristiche dell’universo dal quale è stato estratto.
Il tipo di campionamento più comune e facile da eseguire è quello casuale semplice, nel
quale ogni caso viene estratto con la stessa probabilità da un unico universo di
riferimento. Campionamento più complesso è quello a strati, dove la popolazione di
partenza è suddivisa in sottogruppi il più omogenei possibili rispetto ad una o più
variabili di stratificazione (ad esempio per zona altimetrica, dimensioni di comuni, titolo
di studio, professione, sesso ed età…) e poi il campione è estratto in modo causale
semplice all’interno di ogni strato.
•
Fanno riferimento invece al secondo gruppo, campionamenti, ad esempio, per quote
(dove all’interno di ogni gruppo individuato i soggetti vanno scelti liberamente
dall’intervistatore), a scelta ragionata (dove le unità campionarie vengono scelte sulla
base di alcune caratteristiche peculiari) o a valanga (dove i soggetti da inserire nel
campione sono individuati a partire dai primi soggetti intervistati che vengono utilizzati
per fornire altri individui con caratteristiche simili).
3. Numerosità campionaria
Essendo nota la popolazione dalla quale si vuole estrarre il campione, la numerosità
campionaria per il campionamento causale semplice si calcola seguendo i criteri del
campionamento di tipo probabilistico e utilizzando la nota formula di determinazione
dell’ampiezza del campione:
n=z2*(p*q)/e2
Documento a cura di Alessandro Migliardi
Aggiornamento: luglio 2004
http://www.dors.it
dove:
n è la numerosità campionaria
z è il livello di fiducia
e è l’errore della stima
p è la probabilità favorevole al verificarsi dell’evento
q è la probabilità contraria al verificarsi dell’evento
Z assume il valore di 1,96 (coefficiente utilizzato quando si utilizza un livello di fiducia del 95%
e quando si ipotizza che gli eventi si distribuiscono secondo una curva di tipo normale), e
assume il valore di 0,05 (cioè si scelto di stabilire l’errore della stima effettuata al 5%) mentre
p e q, possono assumere valori variabili tra 0 e 1 a seconda dell’ipotesi che viene effettuata
sull’accadimento dell’evento o sulla conoscenza del problema che si vuole studiare. Più precisa
è l’ipotesi che si fa sul verificarsi dell’evento di analisi (ad esempio sulla base di conoscenze
pregresse ricavabili da dati di letteratura o attraverso informazioni ottenibili dalla consultazione
di esperti di settore), più è possibile dimensionare con precisione il campione. Nel caso in cui
non si abbia alcuna conoscenza in merito al tema che si vuole esplorare, è conveniente
adottare la scelta conservativa dello 0,5 (50% di probabilità favorevoli e 50% di probabilità
contrarie al verificarsi dell’evento).
La tabella 1 riporta alcuni valori di numerosità campionaria per il livello di fiducia del 95% .
Tabella 1 - Numerosità campionaria per un livello di fiducia del 95% e valori variabili
di probabilità
P 0,05 0,10 0,15 0,20 0,25 0,30 0,35 0,40 0,45 0,50 0,55 0,60 0,65 0,70 0,75 0,80 0,85 0,90 0.95
N
73
138
196
246
288
323
350
369
380 384 380
369
350
323
288
246
196
138
4. Riferimenti bibliografici
K. D. Bailey, Metodi della ricerca sociale, Il Mulino, 1985.
P. Corbetta, Metodologia e tecniche della ricerca sociale, Il Mulino, 1999.
A. Fink, The Survey Kit, Sage Publications Inc., 1995.
Documento a cura di Alessandro Migliardi
Aggiornamento: luglio 2004
http://www.dors.it
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