7 -9 maggio 2014 Lezione 15: Variabili casuali discrete e continue Dott.ssa Rita Allais PhD Dipartimento di scienze economico-sociali e matematico-statistiche Università degli Studi di Torino PER USO DIDATTICO INTERNO Variabili casuali (o aleatorie) Esperimento E: lancio di una moneta per due volte consecutive. Conteggiare, per ogni esito dell’esperimento, il numero di volte che appare testa T X (⋅) T Applicazione X che ad ogni R ω1 T C evento elementare dello spazio degli eventi Ω associa uno ed un solo numero reale aleatorio 2 ω2 C T ω3 1 0 C ω4 Ω 7/05/2014 X(ω1) =2 X(ω2) =1 X(ω3) =1 X(ω4) =0 C La variabile casuale è una grandezza che, a fronte di un esperimento casuale, può assumere uno qualsiasi dei suoi valori possibili in modo non prevedibile a priori Variabili casuali 2 Variabili casuali (v.c.) Il codominio dell’applicazione X costituisce un nuovo spazio dei possibili esiti che riassume, mediante X , lo spazio Ω associato all’esperimento casuale E. X −1 (⋅) R ω1 I valori distinti assunti dalla 2 ω2 v.c. X sono detti realizzazioni o determinazioni della v. c. 1 ω3 0 ω4 Ω 7/05/2014 Variabili casuali {ω1} X-1 (2) = X-1 (1) = {ω2 , ω3 } X-1 (0) = {ω4} 3 Definire una nuova algebra… Poiché il codominio R della v.c. X costituisce un nuovo spazio dei possibili esiti, per definire su di esso una misura di probabilità occorre associargli un’algebra degli eventi. L’algebra associata ad R sarà l’algebra di Borel BR generata a partire dagli intervalli ]a,b]. In sostanza una variabile casuale permette di trasportare la modellizzazione di un esperimento casuale E in un nuovo ambiente. 7/05/2014 Variabili casuali 4 Variabile casuale Considerato un esperimento casuale E, lo spazio probabilizzato (Ω Ω, A , P) ad esso associato e lo spazio probabilizzabile (R , BR), si definisce variabile casuale l’applicazione X che ad ogni evento elementare ωα di Ω associa un numero reale X(ωα) = xα , detto realizzazione della variabile casuale e che sia tale che valga la proprietà di misurabilità ∀ B ∈BR X −1 (B ) = {ωα : X (ωα )∈ B} = A ∈ A Lo spazio probabilizzato generato dalla v.c. X è costituito dalla terna (R, BR, PX) dove ( ) ∀ B ∈BR PX (B) = P X −1(B) = P ({ωα : X (ωα ) ∈ B}) 7/05/2014 Variabili casuali 5 Funzione di ripartizione Data la v.c. X e lo spazio (R , BR , PX ), la funzione di ripartizione della variabile casuale X è l’applicazione FX : R → R , tale che ∀ x ∈ R FX (x ) = PX (] − ∞ ; x]) = P ({ωα : X (ωα ) ≤ x}) Essa esprime per ogni x la massa di probabilità cumulata nell’intervallo ] − ∞ ; x ] Inoltre: FX ( x) = 0 ٭xlim → −∞ lim FX ( x ) =1 x → +∞ FX ( x + h ) = FX ( x ) ٭continua a destra: hlim →0 + ٭monotona non decrescente: F X (a ) ≤ F X (b ) se a < b ∀٭a, b∈R a < b P(]a, b]) = P(]− ∞, b]) − P(]− ∞ , a]) = F (b) − F (a) 7/05/2014 Variabili casuali 6 Misura di probabilità indotta da X E: {Lancio di 2 monete}. X = # di teste. Calcolare PX (x) , ovvero P(X = x) , per tutti i valori di x: Distribuzione di Probabilità Probabilità 0 1/4 = 0.25 1 2/4 = 0.50 2 1/4 = 0.25 Probabilità Valori di x 7/05/2014 0.50 0.25 Variabili casuali 0 1 2 x 7 Funzione di ripartizione E: {Lancio di 2 monete} X(ωα) = # di teste. Calcolare la funzione di ripartizione FX (x) P(x) 0.25 0.50 0.25 x <0 0 0.25 0≤ x <1 FX = 0.75 1≤ x < 2 1 x ≥2 7/05/2014 Variabili casuali Funzione di ripartizione 1 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 F(X) X 0 1 2 -2 -1 0 1 2 3 4 X 8 Introduzione alle Distribuzioni di Probabilità Variabili Aleatorie Variabili Aleatorie Discrete 7/05/2014 Variabili Aleatorie Continue Variabili casuali 9 Variabili casuali discrete Una v.c. si dice discreta se la sua funzione di ripartizione è continua eccetto che nell’insieme discreto delle sue determinazioni {x1, x2, . . .} per le quali si ha F(xi) - F(xi-h) = p(xi) >0 con h→0+ Le coppie {xi ; p(xi) } definiscono allora la funzione di distribuzione di probabilità della v. c. discreta X, p: R → [0,1] con la seguente interpretazione: p(xi) = P(X = xi) per i = 1, 2, . . . FX ( x ) = PX (] − ∞ ; x ]) = ∑ p (x ) = 1 ∑ p (x ) xi ≤ x i i i 7/05/2014 Variabili casuali 10 Valore medio di una v.c. discreta Valore medio o media µ X = E[ X ] = ∑ xi p( xi ) i Esempio: Lancio 2 monete, X = # di teste, calcoliamo il valore atteso di X: x E[ X ] = 0 ⋅ 0,25 +1⋅ 0,50 + 2 ⋅ 0,25 = 1 7/05/2014 Variabili casuali P(x) 0 0.25 1 0.50 2 0.25 11 Valore Atteso di una v.c. discreta Funzione di variabile casuale: Data la v.c. X: Ω → R e la funzione reale continua g(.): R → R , la trasformata Y = g(X): Ω → R è a sua volta una v.c. con una propria misura di probabilità PY. Valore atteso (o speranza matematica) di una v.c. discreta Data una v.c. X ed una funzione continua g(.), si definisce valore atteso della v.c. g(X) il numero reale, se esiste finito E sta per Expected value E [g ( X )] = ∑ g (x ) p (x ) i i i Se g(X) = X allora il valore atteso coincide con il valor medio 7/05/2014 Variabili casuali 12 Varianza e Scarto Quadratico Medio Varianza di una variabile aleatoria discreta X Se si pone g(X) = (X – E (X) )2 allora E [g(X)] [ ] Var [X ] = σ = E (X - µX ) = ∑ ( xi − µ X ) p ( xi ) 2 X 2 2 i Scarto Quadratico Medio di una v. c. discreta X σ = σ = ∑ ( xi − µ X ) p ( xi ) 2 2 i 7/05/2014 Variabili casuali 13 Esempio Scarto Quadratico Medio Esempio: Lancio 2 monete, X = # di teste (E(x) = 1) x 0 1 2 P(x) 0.25 0.50 0.25 σ = (0 −1)2 (0.25)+ (1−1)2 (0.50)+ (2 − 1)2 (0.25) = 0.50 = 0.707 7/05/2014 Variabili casuali 14 Momenti di una v.c. discreta Data la v.c. X e la trasformata g(X) = Xr , con r∈ N, si dicono momenti di ordine r i corrispondenti valori attesi di g(X). µXr = E [X r ] Altro modo di calcolare la varianza: [ ] [ ] E ( X − E[X ]) = E X − 2 X E[X ] + E[X ] = 2 [ ] = E[X ] − E[X ] 2 2 = E X − 2 E[X ] + E[ X ] = 2 2 7/05/2014 2 2 2 = µ − (µ X ) 2 X Variabili casuali 2 15 Funzione lineare di v.c. Sia X una variabile aleatoria con media µ x e varianza σ2x Siano a e b due costanti. La quantità Y = g(X) = a + b X è ancora una v.c. ; allora la media e la varianza di Y sono: µY = E (a + bX) = a + b µ X σ 2 Y = Var(a + bX) = b 2 σ 2X Lo scarto quadratico medio di Y è allora σY = b σ X 7/05/2014 Variabili casuali 16 Variabili casuali continue In una gara di bocce, sia X la variabile casuale che misura la distanza in cm fra il boccino e la boccia lanciata dal giocatore entro un raggio di 4 cm. Consideriamo due giocatori: Esperto Non sbaglia mai un lancio Neofita Dove va, va! 7/05/2014 Come possiamo rappresentare i loro rispettivi lanci delle bocce? Variabili casuali 17 Esempi di v.c. continue Neofita Densità d i pro babilità Giocatore neofita 0,3 0,25 0,2 0,15 0,1 0,05 0 0 1 2 3 4 5 4 5 Distanza in cm dal boccino Giocatore esperto 1,2 d e n s i tà d i p r o b a b i l i tà Esperto 1 0,8 0,6 0,4 0,2 0 0 1 2 3 Distanza in cm dal boccino 7/05/2014 Variabili casuali 18 Variabili casuali continue Una v. c. X si dice continua se la sua funzione di ripartizione FX(x) non presenta punti di discontinuità, al variare di x da − ∞ a + ∞ e se esiste la funzione di densità di probabilità fX(x): R → R per cui vale la relazione FX (x ) = PX (] − ∞ ; x ]) = ∫ x −∞ f X (t ) dt La funzione di densità di probabilità fX(x) è la derivata della funzione di ripartizione FX(x) 7/05/2014 Variabili casuali 19 Funzione di Densità di Probabilità La funzione di densità di probabilità f(x), di una v.c. X continua, possiede le seguenti proprietà: 1. f(x) ≥ 0 per qualunque valore di x 2. L’area sottesa alla funzione di densità di probabilità f(x) su tutto l’intervallo dei valori ammissibili di X , vale 1 3. La probabilità che X assuma valori in un intervallo (a,b] è l’area sottesa alla funzione di densità sull’intervallo (a,b] b P (a < X ≤ b ) = ∫ f ( x ) dx = F X (b ) − F X (a ) a 7/05/2014 Variabili casuali 20 Valore medio di una v.c. continua La media della v.c. X (simbolo µX) è: +∞ µ X = ∫ x f X ( x ) dx −∞ La varianza della v.c. X (simbolo σX2 ) , è definita come il valore medio del quadrato degli scarti della variabile dalla propria media σ 2 X 7/05/2014 +∞ = E[(X − µ X ) ] = ∫ (x - µ x ) f X ( x ) dx 2 2 −∞ Variabili casuali 21 Valore Atteso di una v.c. continua Funzione di variabile casuale: Data la v.c. X: Ω → R e la funzione reale continua g(.): R → R , la trasformata Y = g(X): Ω → R è a sua volta una v.c. con una propria misura di probabilità. Valore atteso (o speranza matematica) di una v.c. discreta Data una v.c. X ed una funzione continua g(.), si definisce valore atteso della v.c. g(X) il numero reale, se esiste finito E sta per Expected value E [g ( X )] = ∫ +∞ −∞ g ( x ) f X ( x ) dx Se g(X) = X allora il valore atteso coincide con il valor medio 7/05/2014 Variabili casuali 22 Momenti di una v.c. continua Data la v.c. X e la trasformata g(X) = Xr , con r∈ N, si dicono momenti di ordine r i corrispondenti valori attesi di g(X). µXr = E [X r ] Altro modo di calcolare la varianza: [ ] [ ] E ( X − E[X ]) = E X − 2 X E[X ] + E[X ] = 2 [ ] = E[X ] − E[X ] 2 2 = E X − 2 E[X ] + E[ X ] = 2 2 7/05/2014 2 2 2 = µ − (µ X ) 2 X Variabili casuali 2 23 Funzione lineare di v.c. Sia Y = a + bX , dove X ha media µX e varianza σX2 , e a e b sono costanti Allora la media di Y è µ Y = E(a + bX) = a + bµ X la varianza di Y è σ 2 Y = Var(a + bX) = b σ 2 2 X lo scarto quadratico medio di Y è σY = b σX 7/05/2014 Variabili casuali 24 Variabili standardizzate Un importante caso speciale dei precedenti risultati è la variabile aleatoria standardizzata X − µX Z= σX la quale ha media 0 e varianza 1 Z = E [Z V 7/05/2014 X − µ σ ]= [Z ] = − = − X µ σ 1 σ X 2 X X + X σ 2 X µ σ µ σ X + X X 1 σ X X = 0 X = 1 Variabili casuali 25 Momenti di una v.c. Data la v.c. X e la trasformata g(X) = Xr , con r∈ N, si dicono momenti di ordine r i corrispondenti valori attesi di g(X). µXr = E [X r ] Ovvero per le v.c. discrete: EX r = ∑ ( ) xir p xi i Per le v.c. continue: r EX = 7/05/2014 ∫ +∞ −∞ () x r f X x dx Variabili casuali 26 Variabile casuale di Bernoulli Esperimento con due soli esiti possibili (prove dicotomiche): s = insuccesso s = successo e cui associamo i valori X = 1 se successo X = 0 se insuccesso Le probabilità associate agli eventi elementari P(s) = π P( s ) = 1-π Allora la Funzione di Probabilità di Bernoulli è 1 X ≡ π 7/05/2014 0 1−π Variabili casuali 27 Media e Varianza di una v.c. di Bernoulli La media è µ = π µ = E(X) = ∑ x i p(x i ) = (0)(1 − π ) + (1)π = π i La varianza è σ2 = π (1 – π) σ 2 = E[(X − µ) 2 ] = ∑ (x i − µ) 2 p(x i ) i = (0 − π ) 2 (1 − π ) + (1 − π ) 2 π [ ] = (1 − π ) π 2 + π (1 - π ) = π (1 − π ) 7/05/2014 Variabili casuali 28 Esempio v.c. Bernoulli Da indagini precedenti è noto che la percentuale dei clienti soddisfatti, utenti di un certo servizio, è pari al 70%. Per descrivere la soddisfazione X di un qualsiasi abbonato al suddetto servizio, possiamo far ricorso alla v.c. di Bernoulli: E[X] = 0.7 V[X] = 0.21 7/05/2014 0 1 X ≡ 0 .7 0 .3 percentuale clienti soddisfatti = 70% σ = 0.46 Variabili casuali 29 Prove ripetute indipendenti e non Può capitare di dover affrontare situazioni nelle quali l’interesse è rivolto all’esito di ripetizioni successive di uno stesso esperimento casuale. Per descrivere esperimenti che consistono in prove ripetute ci serviamo degli esempi semplici ed intuitivi di estrazioni casuali di palline da un’urna. Molti casi reali di prove ripetute sono riconducibili a modelli di estrazione dall’urna, si pensi ad esempio al sorteggio di nominativi da un database, all’estrazione casuale di pezzi prodotti da un processo produttivo o a quella di fatture emesse da un ufficio contabile. Consideriamo dunque un’urna composta da m = 4 palline indistinguibili al tatto e numerate da 1 a 4 e definiamo due esperimenti casuali: E1 : estrazione successiva di due palline rimettendo la prima nell’urna prima di estrarre la seconda, estrazione con rimessa PROVE RIPETUTE INDIPENDENTI E2 : estrazione successiva di due palline senza rimettere la prima nell’urna prima di estrarre la seconda, estrazione senza rimessa PROVE RIPETUTE DIPENDENTI Si tratta in entrambi i casi dell’esperimento E = estrazione di una pallina da un’urna ripetuto due volte. Tuttavia se nel caso di estrazione con rimessa l’esperimento E viene ripetuto due volte nelle stesse condizioni, nel caso di estrazione senza rimessa, essendo il contenuto dell’urna modificato alla seconda estrazione, l’esperimento E alla seconda ripetizione è soggetto a condizioni differenti. 7/05/2014 Variabili casuali 30 Lo spazio dei possibili esiti nel caso di prove ripetute La prima sostanziale differenza tra prove ripetute indipendenti e dipendenti si ha nei loro rispettivi insiemi dei possibili esiti i cui elementi, pur essendo per entrambi coppie di possibili esiti dell’esperimento E, differiranno in numerosità. Se S={e1, e2, e3, e4} è l’insieme dei possibili esiti dell’esperimento E, gli insiemi dei possibili esiti degli esperimenti E1 ed E2 sono rispettivamente: Schematicamente possiamo visualizzare gli elementi dei due insiemi: i puntini indicano la presenza della coppia nell’insieme. 7/05/2014 Variabili casuali 31 La probabilità nel caso di prove ripetute La seconda differenza è nel modo di attribuire la probabilità ai loro rispettivi eventi elementari Se P(ei ) = pi (i = 1,...,4) sono le probabilità degli eventi elementari dell’esperimento E Nel caso E1 di prove ripetute indipendenti: per ciascuna coppia dell’insieme dei possibili esiti definiamo la probabilità degli eventi elementari come il prodotto delle probabilità degli elementi che la compongono: ) ( P (( ei , e j )) = P ei ∩ e j = P ( ei ) ⋅ P ( e j ) = pi ⋅ p j Nel caso E2 di prove ripetute dipendenti: per ciascuna coppia dell’insieme dei possibili esiti definiamo la probabilità degli eventi elementari come: ( ) P (( e i , e j )) = P e i ∩ e j = P ( e i ) P ( e j | e i ) 7/05/2014 Variabili casuali 32 Esempio prove ripetute P(rosso) = 3/10 P(giallo) = 2/10 P(blu) = 5/10 Estrazione dall’urna di due palline con reimmissione. Qual è la probabilità di estrarre due palline rosse? P(1° estratta rossa, 2° estratta rossa) = 3/10 * 3/10 = 9/100 = 0,09 Estrazione dall’urna di due palline senza reimmissione. Qual è la probabilità di estrarre due palline rosse? P(1° estratta rossa, 2° estratta rossa) = 3/10 * 2/9= 1/15 = 0,067 7/05/2014 Variabili casuali 33 Prove ripetute indipendenti di tipo Benoulliano Quando le prove consistono nel ripetere in condizioni identiche un esperimento che ha solo due possibili esiti si parla di prove ripetute bernoulliane. Molti dei casi reali di prove ripetute bernoulliane sono paragonabili all’esperimento del lancio ripetuto di una moneta che ha come eventi elementari le sequenze dei due possibili esiti Testa e Croce. Esempio: un esperimento casuale consiste nel ripetere m = 3 volte il lancio di una moneta. Si vuole conoscere la probabilità di ottenere due teste nelle due situazioni di: 1.“moneta regolare” 2. “moneta truccata” in modo che la Testa abbia probabilità pari al doppio di quella croce. diagramma ad albero che fornisce in modo schematico le 8 sequenze dell’insieme dei possibili esiti S. L’evento di interesse consiste nel sottoinsieme A = {TTC,TCT,CTT} 7/05/2014 Variabili casuali 34 Esempio: determinazione della probabilità per le prove Bernoulliane Nel caso di “moneta regolare”:P(T) = P(C) = 1/2 P(A) = P(TTC) + P(TCT) + P(CTT) = = P(T)⋅ P(T)⋅ P(C) + P(T)⋅ P(C)⋅ P(T) + P(C)⋅ P(T)⋅ P(T) = 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 3 = ⋅ ⋅ + ⋅ ⋅ + ⋅ ⋅ = 3 3 = = 0.375 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 8 Nel caso di “moneta truccata”, sapendo che P(T) = 2 · P(C ) = 2 · p, imponendo il terzo assioma abbiamo: 1=P(T)+P(C)=2·p+p → p=1/3 → P(T)=2/3, P(C)=1/3 P( A) = P(TTC ) + P(TCT ) + P(CTT ) = = P(T)⋅ P(T)⋅ P(C) + P(T)⋅ P(C)⋅ P(T) + P(C)⋅ P(T)⋅ P(T) = 2 2 1 4 2 2 1 2 1 2 1 2 2 = ⋅ ⋅ + ⋅ ⋅ + ⋅ ⋅ = 3 = = 0.44 3 3 9 3 3 3 3 3 3 3 3 3 7/05/2014 Variabili casuali 35 Introduzione alla binomiale: prove ripetute Bernoulliane Posto che la percentuale dei clienti soddisfatti abbonati ad un dato servizio è pari al 70%, se si contattano a caso 5 di questi clienti, qual è la probabilità che: siano tutti soddisfatti (0.7)5 0.7 0.7 0.7 0.7 0.7 0.3 0.3 0.3 0.3 0.3 0.7 0.7 0.3 0.3 0.3 siano tutti insoddisfatti (0.3)5 i primi due siano soddisfatti (0.7)2 (0.3)3 due clienti su cinque siano soddisfatti 10 (0.7)2 (0.3)3 5 5! = = 10 2 2! 3! 7/05/2014 … ... Variabili casuali 36 Sequenze di x Successi in n Prove Il numero di sequenze con x successi in n prove ripetute indipendenti è: C nx n n! = = x x!(n − x)! Dove n! = n·(n – 1)·(n – 2)· . . . ·1 e 0! = 1 Queste sequenze sono mutuamente esclusive, poichè non se ne possono verificare due contemporaneamente 7/05/2014 Variabili casuali 37 Caratteristiche della v.c. Binomiale Consideriamo una sequenza di n prove aleatorie, del tipo: lancio di un dado ....., estrazione di una carta…, ispezione di un prodotto industriale …, spedizione di un preventivo ad un cliente, …………. che supponiamo possano dare solo uno dei due possibili esiti S = Successo o S = Insuccesso con probabilità, costanti, di verificarsi P(S) = π e P( S ) = 1 - π Si tratta di prove (dicotomiche) ripetute e indipendenti, con le quali è possibile definire una nuova grandezza X : X = ( N° di volte che appare l’evento S su n prove) 7/05/2014 Variabili casuali 38 Variabile casuale Binomiale Funzione di probabilità Binomiale n! x n−x PX (x) = π (1- π) x ! (n − x )! X è la v.c. che esprime il numero di successi in una serie di n prove bernoulliane indipendenti: p(x) = probabilità di x successi in n prove, con probabilità di successo π in ogni singola prova x = numero di ‘successi’ nella serie di n prove, (x = 0, 1, 2, ..., n) n = numero complessivo della serie di prove o di osservazioni π = probabilità di “successo” in ogni singola prova 7/05/2014 Variabili casuali 39 Media e Varianza della v.c. Binomiale Media µ = E(X) = nπ Varianza e Scarto Quadratico Medio σ = nπ (1 - π ) 2 σ= 7/05/2014 n π (1 - π ) Variabili casuali 40 Variabile casualeNormale (di Gauss) 2 ‘Forma campanulare’ X ~ N(µ,σ ) Simmetrica rispetto a x=µ µ Funzione di densità di probabilità Presenta un massimo assoluto in corrispondenza di x=µ µ f(x) Media, Mediana e Moda coincidono Presenta due flessi in corrispondenza a x=µ µ−σ e x=µ+σ µ+σ La tendenza centrale è determinata dal valor medio µ La variabilità è determinata dallo scarto quadratico medio σ µ e σ sono i due parametri che individuano completamente una v.c. Normale 7/05/2014 Variabili casuali σ µ x Media = Mediana = Moda 41 Densità di Probabilità Normale La formula per la funzione di densità di probabilità normale è 1 − (x − µ) f(x) = e σ 2π Dove 2 /2σ 2 e = la costante matematica approssimata da 2.71828 π = la costante matematica approssimata da 3.14159 µ = la media della v.c. X σ = lo scarto quadratico medio della v.c. X x = qualunque valore assunto dalla variabile continua, −∞ < x < ∞ 7/05/2014 Variabili casuali 42 La Forma della Distribuzione Normale f(x) Cambiando µ la distribuzione si sposta verso sinistra o destra σ Cambiando σ aumenta o diminuisce la dispersione. x µ Date la media µ e la varianza σ identifichiamo la distribuzione normale con la notazione X ~ N(µ,σ 2 ) 7/05/2014 Variabili casuali 43 Distribuzioni Normali Variando i parametri µ e σ, otteniamo diverse distribuzioni normali 7/05/2014 Variabili casuali 44 Funzione di Ripartizione Normale Per una v.c. normale X~N(µ, σ2), la funzione di ripartizione è x 1 FX ( x ) = P( X ≤ x ) = ∫ e − ∞ σ 2π f(x) 1 (x− µ ) − 2 σ2 2 dx ( ) FX x0 = P(X ≤ x0 ) 0 7/05/2014 Variabili casuali x0 x 45 Calcolo delle Probabilità per la v.c. Normale La probabilità relativa ad un intervallo di valori (a,b) è misurata dall’area sottesa alla curva P(a < X < b) = F(b) − F(a) Infatti… a 7/05/2014 µ b Variabili casuali x 46 Calcolo delle Probabilità per la Distribuzione Normale F(b) = P(X < b) a µ b a µ b a µ x F(a) = P(X < a) x P(a < X < b) = F(b) − F(a) 7/05/2014 Variabili casuali b x 47 La v.c. Normale Standard Qualunque distribuzione normale (con qualunque combinazione di media e varianza) può essere trasformata nella distribuzione normale standard (Z), con media 0 e varianza 1 Z ~ N(0,1) Dobbiamo trasformare la variabile X nella variabile Z sottraendo la media di X e dividendo per il suo scarto quadratico medio φ ( z) X − µ Z = σ Φ (z) 1 0,75 0,5 0,25 0 z 0 z 7/05/2014 Variabili casuali 48 Esempio Se X ha una distribuzione normale con media 100 e scarto quadratico medio 50, il valore di Z corrispondente a X = 200 è X − µ 200 − 100 Z= = = 2.0 σ 50 Ciò significa che X = 200 è due scarti quadratici medi (2 incrementi di 50 unità) al di sopra del valore medio 100. 7/05/2014 Variabili casuali 49 Tavola della normale standard La tavola della Normale Standard fornisce i valori della funzione di ripartizione della distribuzione normale con media 0 e varianza 1. Per un dato valore a di Z, la tavola fornisce Φ(a) (ovvero l’area sottesa alla curva da meno infinito al valore a) Z ~ N (0,1) Φ(a) = P(Z ≤ a) 0 7/05/2014 a Variabili casuali Z 50 Calcolo delle Probabilità Normali a −µ b − µ P(a < X < b) = P <Z< σ σ a −µ b−µ =Φ − Φ σ σ f(x) a a −µ σ 7/05/2014 µ b x 0 b −µ σ Z Variabili casuali 51 La Tavola della Normale Standard Per valori negativi di Z, usiamo il fatto che la distribuzione è simmetrica per trovare la probabilità desiderata: .9772 Esempio: P(Z < -2.00) = Φ (-2) = = 1 - Φ (2) = 1 – 0.9772 = = 0.0228 .0228 0 Z .9772 .0228 -2.00 7/05/2014 2.00 Variabili casuali 0 Z 52 La regola del 3 σ P (-1 ≤ Z ≤ 1) = 0,6827 P (-2 ≤ Z ≤ 2) = 0,9545 P (-3 ≤ Z ≤ 3) = 0,9973 7/05/2014 Variabili casuali 53 Trovare il Valore di X Corrispondente ad una Nota Probabilità I passi per trovare il valore di X corrispondente ad una nota probabilità: 1. Trovare il valore di Z corrispondente alla probabilità nota α, ovvero il quantile zα 2. Convertire nelle unità di X usando la formula: X = µ + Zσ 7/05/2014 Variabili casuali 54 Trovare il valore di X corrispondente ad un preassegnato quantile Esempio: Assumiamo che X abbia una distribuzione normale con media 8 e scarto quadratico medio 5. Adesso troviamo il valore di X tale che solo il 20% dei valori siano al di sotto di tale X 0.200 P (X ≤ x) = 0,2 7/05/2014 ? Variabili casuali 8.0 X 55 Trovare il valore di Z corrispondente a un noto percentile, ad esempio il 20-mo Tavola della Funzione di Ripartizione Normale (Porzione) z Φ(z) .82 .7939 Il valore del quantile z0,20 che lascia il 20% di area nella coda di sinistra corrisponde al valore cambiato di segno del quantile z0,80 che lascia nella coda di destra il 20% dell’area Φ(z) = 0.80 ⇒ z = 0.84 ⇒ z0,20 = -0.84 .80 .83 .20 .7967 .20 .84 .85 7/05/2014 .7995 ? 8.0 -0.84 0 .8023 Variabili casuali X Z 0.84 56 Trovare il valore percentile di X 2. Convertire in unità di X usando la formula: X = µ + Zσ = 8 + (−0.84)5 = 3 .8 Ne consegue che una v.c. Normale con µ = 8 e σ = 5 3.8 , possiede una probabilità del 20% di non superare il valore 3.8, ovvero possiede una probabilità dell’ 80% di superare il valore 3.8 7/05/2014 Variabili casuali 57