Prospettive in Pediatria Aprile-Giugno 2015 • Vol. 45 • N. 178 • Pp. 123-130 Obesità infantile Dalle obesità “genetiche” all’epigenetica nell’obesità Laura Perrone Pierluigi Marzuillo Emanuele Miraglia del Giudice Dipartimento della Donna, del Bambino e di Chirurgia Generale e Specialistica, Seconda Università di Napoli Le obesità genetiche presentano un modello di trasmissione di tipo mendeliano, in cui si riconosce una mutazione causativa rara a carico di un singolo gene, che si può esprimere allo stato eterozigote o omozigote. Dette tipologie di obesità possono essere classificate come sindromiche e non sindromiche. Tra le non sindromiche si annoverano una serie di obesità monogeniche imputabili a mutazioni di geni coinvolti nella via ipotalamica “leptinamelanocortina” o nei segnali ipotalamici posti a valle di questa via, segnali che sono alla base della regolazione dell’appetito e della sazietà. Tra le obesità sindromiche, invece, si annoverano sia le ciliopatie, come la sindrome di Bardet-Biedl e di Alström, sia le obesità da difetto di imprinting come la sindrome di Prader-Willi. Oltre alla genetica, anche l’epigenetica, che si riferisce ai cambiamenti rinvenibili nell’espressione (e non nella sequenza) del gene, svolge un ruolo determinante nell’insorgenza dell’obesità. L’articolo si propone di approfondire le obesità monogeniche sindromiche e non, con lo scopo di fornire ai Pediatri che non si occupano di endocrinologia pediatrica, gli strumenti indispensabili per riconoscere ed inquadrare le obesità monogeniche. Si è voluto, inoltre, porre in risalto il ruolo fondamentale che l’epigenetica ricopre nello sviluppo dell’obesità. Riassunto Monogenic obesity is characterized by a rare, monogenic, causative mutation with a mendelian inheritance pattern. Monogenic obesity comprehends both syndromic and not syndromic forms. Among not syndromic forms, all the monogenic forms of obesity affecting the hypothalamic leptin-melanocortin pathway involved in the satiety control are recognized. Among the syndromic forms of obesity, the nonmotile ciliopathy (Bardet-Biedl and Alström syndromes) and the imprinting defects (Prader-Willi syndrome) are listed. Apart from genetic, also epigenetic mechanisms play a relevant role in determining obesity. The aim of this review is to give to the general Pediatricians the key elements to suspect and then to diagnose genetic forms of obesity. Moreover, we underline the importance of the epigenetic mechanisms in determining obesity. Summary Introduzione L’obesità pediatrica, in costante aumento negli ultimi anni, è il frutto dello stravolgimento del delicato equilibrio esistente tra i fattori ambientali (alto intake calorico e ridotta attività motoria) e il substrato genetico dell’individuo con un modello di ereditarietà di tipo poligenico (Miraglia del Giudice et al., 2009). Esistono forti evidenze scientifiche sul fatto che l’indice di massa corporea (BMI) sia, per la gran parte, geneticamente determinato, con un tasso di ereditabilità stimato tra il 40 ed il 70% (Barsh et al., 2000) che può raggiungere un picco del 77% nei gemelli (Haworth et al., 2008). Del tutto diverso è il modello di ereditarietà delle obesità monogeniche (che possono essere sindromiche e non). Esse sono ascrivibili, infatti, ad un modello mendeliano in cui si riconosce una mutazione causativa rara, a penetranza completa, a carico di un singolo gene che può esprimersi sia allo stato eterozigote che a quello omozigote (Morandi e Maffeis, 2014). Accanto alla genetica ed all’ambiente, un altro fattore responsabile dell’insorgenza dell’obesità è l’epigenetica, consistente, cioè, nelle modificazioni che interessano l’espressione (e non la sequenza) genica. 123 L. Perrone et al. Obiettivo della revisione e metodologia della ricerca bibliografica L’articolo si propone di approfondire le conoscenze sulle obesità monogeniche sindromiche e non, con lo scopo di fornire ai Pediatri, che non si occupano di endocrinologia pediatrica, gli elementi chiave per riconoscere ed inquadrare le obesità monogeniche. Si è voluta sottolineare l’importanza dell’epigenetica nello sviluppo di obesità. La ricerca di articoli rilevanti su tali argomenti è stata effettuata utilizzando PubMed come motore di ricerca. Le parole chiave, utilizzate quali filtri della ricerca, sono le seguenti: monogenic, syndromic, obesity, children, epigenetic, ciliopathies, imprinting. Obesità monogeniche senza quadri malformativi Tutte le forme di obesità presenti in questo gruppo (Tab. I) sono determinate da mutazioni di geni coinvolti nella via ipotalamica “leptina-melanocortina” o nei segnali ipotalamici a valle di questa via, segnali che sono alla base della regolazione del senso dell’appetito e della sazietà (Fig. 1). L’obesità monogenica, derivante da mutazione (omozigote o eterozigote composto) della leptina o del suo recettore, presenta un quadro fenotipico molto simile (Montague et al., 1997). I livelli indosabili di leptina o il malfunzionamento del suo recettore, con conseguente mancanza di un tassello fondamentale sul controllo dell’appetito, spiegano il quadro clinico di un individuo che si presenta come normopeso alla nascita, che registra un rapido incremento ponderale nei primi mesi di vita e che è potenzialmente in grado di giungere ad obesità se- vera, associata ad iperfagia notevole ed aggressività, qualora il cibo gli venga negato (Licinio et al., 2004). In questo caso, l’individuo presenta anche ipogonadismo ipogonadotropo: la leptina, infatti, stimola la produzione ipotalamica di GnRH (Ramachandrappa e Farooqi, 2011). Inoltre, poiché la leptina stimola anche la risposta infiammatoria e la proliferazione dei linfociti T e delle citochine Th1 mediate, i pazienti con deficit di leptina presentano aumentata frequenza di infezioni (Matarese et al., 2005). A valle del recettore della leptina, agisce l’Src-homology-2 B adaptor protein 1 (SH2B1), un intermediario chiave nell’attivazione del segnale intracellulare del recettore della leptina. I pazienti con mutazioni o delezioni a carico di tale gene presentano, a parte l’obesità, severa insulino-resistenza e lieve ritardo dello sviluppo (Perrone et al., 2010). L’obesità monogenica da deficit della Proopiomelanocortina (POMC) si manifesta quando sono presenti mutazioni null in omozigosi. Il POMC, grazie alla proconvertasi 1 (PCSK1), è il precursore del peptide anoressizzante a-melanocyte-stimulating-hormone (a-MSH) (Kim e Choi, 2013). L’a-MSH agisce sul melanocotin 4 receptor (MC4R) dei neuroni anoressizzanti e riduce l’appetito e l’assunzione di cibo. A valle dell’MC4R sembrerebbe agire come fattore di trascrizione single-minded homolog1 (SIM1) che presenta target non completamente noti. Le mutazioni del POMC, dunque, determinano iperfagia, obesità ad esordio precoce, deficit di adrenocorticotropina (ACTH) ed ipopigmentazione di cute e capelli (Krude et al., 1998). Gli eterozigoti portatori di mutazioni null presentano più elevato rischio di obesità o sovrappeso (Farooqi et al., 2003). Il cocaine-and amphetamine-regulated transcript (CART) è un peptide prodotto da specifici neuroni ipotalamici in risposta allo stimolo della leptina. Esso sembrerebbe mediare gli effetti termogenetici e di Tabella I. Le obesità monogeniche senza quadri malformativi “a colpo d’occhio”. Elementi clinici oltre ad obesità iperfagica Pensa a… Ipogenitalismo, ritardo/assenza dello sviluppo puberale, infezioni frequenti Deficit di Leptina Ipogenitalismo, ritardo/assenza dello sviluppo puberale Deficit del recettore di Leptina Ansia e depressione Deficit di CART Ipogenitalismo, ritardo/assenza dello sviluppo puberale, ipopigmentazione cute e capelli, deficit ACTH Deficit di POMC Ipogenitalismo, ritardo/assenza dello sviluppo puberale, alterazione del metabolismo glucidico, elevata proinsulina plasmatica, malassorbimento grave nel periodo neonatale Deficit di PCSK1 Crescita staturale accelerata, altezza definitiva aumentata Deficit di MC4R Insulino-resistenza severa e sproporzionata per il grado di obesità, in alcuni casi lieve ritardo dello sviluppo Deficit di SH2B1 Ritardo dello sviluppo, iperattività, deficit di memoria, ridotta sensibilità al dolore Deficit di BDNF o di TrkB Ritardo dello sviluppo Deficit di SIM1 124 Obesità genetiche ed epigenetica spesa energetica caratteristici della leptina. È stato dimostrato che mutazioni a carico del gene CART sono associate a ridotti livelli del peptide da esso codificato (Miraglia del Giudice et al., 2001). Pazienti con queste mutazioni possono presentare obesità severa associata ad ansia e depressione (Miraglia del Giudice et al., 2006). Il Prohormone convertase 1 (PCSK1) è un enzima che taglia la proopiomelanocortina in ACTH ed in aMSH (Fig. 1). I pazienti con deficit di PCSK1 sono affetti da obesità di grado severo e presentano deficit di glucocorticoidi, ipogonadismo ipogonadotropo ed alterata omeostasi glicemica, correlata ad alterato processamento di numerosi proormoni (Jackson et al., 1997). Utili nella diagnosi di questo disordine sono gli elevati livelli di proinsulina e i bassi livelli di insulina sierica. Una caratteristica tipica di questi pazienti è una storia di malassorbimento intestinale grave nel periodo neonatale, probabilmente legato ad alterato clivaggio dei propeptidi intestinali nelle cellule enteroendocrine e nei nervi esprimenti il PCSK1 all’interno del tenue (Jackson et al., 1997). Tra tutte le forme di obesità monogenica la più frequente è quella cagionata da deficit di MC4R. Questa mutazione è presente nel 5-6% dei casi di obesità precoce e severa (Farooqi et al., 2003). Le mutazioni del gene MC4R sono ereditate in modo codominante con espressività e penetranza variabili nei portatori eterozigoti (Stutzmann et al., 2008). I pazienti affetti da questa forma di obesità monogenica presentano iperfagia, alta statura ed anche incremento della massa magra (Santoro et al., 2009). L’aumentata crescita lineare potrebbe essere dettata dall’iperinsulinemia che tali pazienti presentano sin dalle prime epoche di vita (Farooqi et al., 2003). Un’altra causa dell’incrementata crescita lineare potrebbe essere l’assenza di soppressione della secrezione di GH, frequente nei soggetti affetti da obesità primaria (Martinelli et al., 2011). Mutazioni del brain-derived neurotrophic factor (BDNF) and tyrosin kinase B receptor (TrKb), sono cause rarissime di obesità monogenica e determinerebbero obesità agendo a valle della cascata del segnale dell’MC4R, bloccandone la trasduzione (Xu et al., 2003.). Un’altra molecola che agirebbe a valle della cascata del segnale dell’MC4R è il SIM1, un fattore di trascrizione coinvolto nello sviluppo dei nuclei sopraottico e paraventricolare dell’ipotalamo (Fig. 1). Sinora è stato evidenziato un deficit eterozigote di SIM1 che, oltre Figura 1. La regolazione dell’appetito (frecce rosse: inibizione; frecce verdi: stimolo). 125 L. Perrone et al. ad obesità grave precoce, era in grado di determinare un disordine neuro-comportamentale (Ramachandrappa et al., 2013). Altre recenti forme di obesità monogenica, ancora in corso di definizione, sono l’obesità da mutazione di melanocortin 2 receptor accessory protein 2 (MRAP2) che codifica per un co-recettore di MC4R (Asai et al., 2013) e da mutazione di Kinase suppressor of Ras 2 (KSR2) proteina coinvolta nel segnale intracellulare (Pearce et al., 2013). dini con la BBS. Essa è caratterizzata da distrofia retinica, ipoacusia neurosensoriale, obesità ad esordio precoce ed insulino-resistenza che conduce a diabete di tipo 2 (Tab. II). Altre manifestazioni cliniche sono la cardiomiopatia dilatativa, la disfunzione epatica e renale, la bassa statura e l’ipogonadismo maschile (Tobin e Beales, 2009). Sindromi monogeniche da disfunzione ciliare: la sindrome di Bardet-Biedl e la sindrome di Alström Con il termine di “imprinting” si vuole indicare l’espressione differenziata di geni a seconda dell’origine parentale. Un classico esempio di disordine di imprinting è la sindrome di Prader-Willi (PWS). Tale sindrome è associata ad una delezione del braccio lungo del cromosoma 15 (regione q11-q13) di origine paterna o alla presenza di disomia uniparentale materna. Anche se la copia derivante dalla madre è intatta o presente in duplice copia come nella disomia uniparentale materna, essa non può sopperire alla delezione o alla completa mancanza del cromosoma 15 paterno, perché tali geni materni sono normalmente silenziati. La PWS è la forma più comune di obesità sindromica (prevalenza di circa 1 su 25.000). Caratteristiche chiave sono rappresentate da ipotonia e difetto di crescita nelle prime epoche di vita, ritardo mentale, bassa statura, iperfagia, obesità severa ed ipogonadismo ipogonadotropo. I bambini con PWS hanno una massa magra ridotta con aumento di quella grassa. La terapia con GH che si può effettuare in questi pazienti è quindi utile sia per migliorare la statura che la composizione corporea (O’Rahilly e Farooqi, 2006). La prima tappa nella diagnostica molecolare della PWS, che permette di ottenere una diagnosi nel 99% dei casi, è il test di metilazione di 15q11-q13. Il test risulta patologico, sia in caso di delezione sia in caso di disomia uniparentale materna, poiché in entrambi i casi manca la copia demetilata della regione 15q11-q13 (Morandi e Maffeis, 2014). L’osteodistrofia ereditaria di Albright (AHO) è un disordine autosomico dominante derivante da una mutazione nella linea germinale nel gene guanine nucleotide binding protein, alpha stimulatin 1 (GNAS1) che riduce l’espressione o la funzione della proteina Gsa. La trasmissione materna di mutazione nel gene GNAS1 porta ad AHO, che è caratterizzata da bassa statura, obesità, difetti scheletrici ed iposomia. È presente, inoltre, anche una resistenza a diversi ormoni (ad esempio il paratormone) che attivano le proteine Gs nei tessuti target. È interessante notare, invece, che se la trasmissione della mutazione è di origine paterna, è presente solo il quadro fenotipico caratteristico di AHO senza resistenze ormonali. Le cilia sono degli organelli intracellulari formati da microtubuli, fondamentali nella trasduzione del segnale intercellulare. Le ciliopatie sono delle malattie geneticamente determinate, la cui eziologia è rappresentata da una disfunzione di questi organelli. L’integrità delle cilia è fondamentale per la trasduzione del segnale del recettore della leptina attivato, presente sui neuroni POMC. Il malfunzionamento ciliare spiegherebbe perché tanto la sindrome di Bardet-Biedl (BBS) che la sindrome di Alström (ALMS), due ciliopatie monogeniche, siano accomunate dalla presenza di obesità (Tobin e Beales, 2009). I pazienti affetti da BBS presentano tutte le caratteristiche tipiche delle ciliopatie: polidattilia, reni policistici, retinite pigmentosa e situs inversus. Quasi tutti i pazienti (circa il 98%) affetti da BBS sono, inoltre, obesi. Benché il meccanismo patogenetico posto alla base del sovrappeso non sia ancora del tutto chiaro, sembra che esso possa dipendere da uno scorretto funzionamento del centro di sazietà ipotalamico. I pazienti con BBS soffrono, inoltre, di polidattilia post-assiale e di ipogenitalismo. Nei primi anni di vita essi passano rapidamente dall’essere sovrappeso all’essere obesi e, dunque, all’essere esposti alle complicanze legate al caso. Ad 8 anni questi pazienti iniziano a soffrire di cecità notturna, che diviene poi cecità completa con buona approssimazione al raggiungimento del quindicesimo anno di vita. Le cisti renali si manifestano sin dalla prima infanzia e alcuni pazienti potrebbero aver bisogno, nelle epoche successive della loro vita, di dialisi e trapianto renale. L’insufficienza renale rappresenta la principale causa di morte dei pazienti affetti da BBS (nel 30% dei casi) (Tobin e Beales, 2009). Ad oggi sono noti ben 19 geni correlati alla BBS, elemento, questo, che rende complessa la diagnosi molecolare effettuata con metodologie classiche. In ogni caso la diagnosi di questi pazienti è principalmente clinica (Tab. II). La sindrome di Alström, dovuta a mutazione del gene ALMS1, è una sindrome rara, con incidenza stimata di 1/500.000-1/1.000.000, che mostra molte similitu126 Obesità sindromiche da difetti di imprinting Epigenetica nell’obesità Come già anticipato nell’introduzione di questo lavo- Obesità genetiche ed epigenetica Tabella II. Criteri diagnostici per la diagnosi delle due più comuni sindromi monogeniche da disfunzione ciliare (da Milani et al., 2014, mod.). Sindrome di Alström Sindrome di Bardet-Biedl La diagnosi è fatta quando sono presenti i seguenti criteri: La diagnosi è fatta quando sono presenti: 4 criteri maggiori o 3 maggiori + 2 minori 2 maggiori o 1 maggiore + 2 minori 2 maggiori o 1 maggiore + 3 minori 2 maggiori + 2 minori o 1 maggiore + 4 minori Età Criteri Maggiori Criteri Minori Criteri Maggiori Criteri Minori < 2 anni • Mutazione dell’ALMS 1 in un allele e/o storia familiare di ALMS • Nistagmo/fotofobia • Obesità • Cardiomiopatia dilatativa con scompenso cardiaco congestizio • Distrofia dei conibastoncelli • Ritardo/disordine del linguaggio • Strabismo/cataratta/ astigmatismo 3-14 anni • Mutazione dell’ALMS 1 in un allele e/o storia familiare di ALMS • Nistagmo/fotofobia, ridotta acuità visiva, distrofia dei coni valutata all’elettroretinogramma • Obesità e/o insulinoresistenza • (Storia di) cardiomiopatia dilatativa con scompenso cardiaco congestizio • Perdita dell’udito • Età ossea avanzata • Disfunzione epatica • Insufficienza renale • Polidattilia • Obesità • Ritardo dell’apprendimento • Ipogonadismo nei maschi • Anomalie renali • Brachidattilia/sindattilia • Ritardo dello sviluppo • Poliuria/polidipsia (diabete insipido nefrogenico) • Atassia/instabilità/ scarsa coordinazione • Lieve spasticità (soprattutto arti inferiori) • Diabete melito > 14 anni • Mutazione dell’ALMS 1 in un allele e/o storia familiare di ALMS • Cecità, storia di nistagmo, distrofia di coni e bastoncelli evidenziata all’elettroretinogramma • Obesità e/o insulinoresistenza e/o diabete di tipo 2 • (Storia di) cardiomiopatia dilatativa con scompenso cardiaco congestizio • Perdita di udito • Disfunzione epatica • Insufficienza renale • Bassa statura • Ipogonadismo maschile • Irregolarità mestruale e/o iperandrogenismo femminile ro, l’ereditabilità del BMI gioca un ruolo fondamentale nella determinazione del peso corporeo, registrando una soglia di incidenza con un valore che può superare il 70% (Haworth et al., 2008). Questo ultimo dato appare però in aperta contraddizione con l’evidenza di un aumento epidemico dell’obesità pediatrica registrato negli ultimi venti anni, lasso di tempo, questo, assolutamente insufficiente perché si possano registrare modifiche permanenti nel genoma. Solo la riprogrammazione dell’espressione genica, manifestatasi attraverso quelle che si definiscono modificazioni epigenetiche conseguenti a rilevanti modifiche ambientali avvenute in massima parte nelle prime epoche della vita, potrebbe parzialmente giustificare questo fenomeno. I due meccanismi principali che portano alle modificazioni epigenetiche sono la metilazione del DNA ed il rimodellamento della cromatina, cioè del complesso del DNA e degli istoni ad esso associati (Waterland, 2014). • Affollamento dentale/ ipodontia/radici piccole/ palato arcuato • Ipertrofia del ventricolo sinistro/cardiopatia congenita • Fibrosi epatica Variazioni interindividuali nelle modificazioni epigenetiche, come la metilazione CpG, sono potenzialmente in grado di alterare la funzione genica e di predisporre ad obesità. La variazione del grado di metilazione, infatti, è in grado di modulare l’espressione di geni coinvolti nel controllo ipotalamico dell’appetito (Kuehnen, 2012). Già in utero si può verificare una riprogrammazione del bilancio energetico derivante dall’esposizione a peculiari fattori ambientali, con conseguenti modificazioni epigenetiche che possono colpire il potenziale adipogenetico della prole (Waterland, 2014). Tobi et al., hanno, infatti, dimostrato che l’esposizione prenatale di feti umani a carestia, è in grado di determinare alterazione della metilazione del DNA, con conseguenti modificazioni epigenetiche che persistono per l’intera esistenza e che predispongono ad obesità e ad aumentato rischio metabolico e cardiovascolare nel corso della vita (Tobi et al., 2014). 127 L. Perrone et al. Abbiamo prima sottolineato il ruolo del gene POMC nello sviluppo delle obesità monogeniche. Un recente lavoro dimostra come anche l’epigenetica, attraverso la modificazione dell’espressione del POMC, possa giocare un ruolo importante nel predisporre all’obesità (Kuehnen, 2012). Kuehnen et al., infatti, hanno dimostrato che i pazienti obesi presentano un incremento significativo dello score di metilazione del gene POMC (Kuehnen, 2012). L’ipermetilazione del POMC determina riduzione dell’espressione del POMC con conseguente sviluppo di obesità (Kuehnen, 2012). Conclusioni e prospettive per il futuro L’obesità, considerata quale esempio di patologia poligenica per eccellenza, può, in una piccola percentuale di casi, configurarsi come l’espressione di una mutazione monogenica causativa o, in altri casi, inquadrarsi nell’ambito di una sindrome. Riconoscere le obesità monogeniche, sindromiche e non, è davvero molto importante per almeno due ragioni che si andranno di seguito ad enunciare. In primis, perché si auspica Anamnesi familiare, personale ed esame obiettivo Segni o sintomi concomitanti o iperfagia tali da far sospettare obesità sindromica? SÌ È presente ritardo dello sviluppo o sono chiaramente evidenti dismorfismi? SÌ No Positivo Sindrome di Prader-Willi Cariotipo Studio di metilazione del DNA Negativo SÌ È presente fotofobia o nistagmo? Sindrome di Alström No Positivo Sindrome di Bardet-Biedl SÌ È presente distrofia retinica? No Dosaggio di leptina, insulina e proinsulina Obesità monogenica da deficit congenito di leptina o PCSK1 Negativo Osteodistrofia ereditaria di Albright, obesità monogenica da deficit di BDNF, TrkB, SIM1 Studio genetico molecolare Obesità monogenica da deficit congenito del recettore della leptina, POMC, MC4R Figura 2. Inquadramento diagnostico delle obesità monogeniche (da Farooqi e O’Rahilly, 2014, mod.). 128 Obesità genetiche ed epigenetica che, nell’immediato futuro, avvalendosi anche dei risultati di altre ricerche condotte nel campo dell’obesità, i pazienti obesi possano beneficiare di una terapia specifica (come ad esempio della somministrazione di leptina ed agonisti del recettore MC4R). In secondo luogo perché si auspica che, se inquadrati nell’ambito di una sindrome ben definita, essi potranno avvalersi di un approccio multidisciplinare per la gestione dell’intero quadro sintomatologico. L’obesità ha raggiunto, ad oggi, proporzioni epidemiche. Spesso, però, i quadri clinici dei soggetti colpiti da questa patologia sono assai sfumati, tanto che capita di frequente che i pazienti obesi necessitino di ulteriore attenzione diagnostica. Nella Figura 2 è rappresentato un algoritmo di inquadramento diagnostico che può rivelarsi assai utile nella pediatria territoriale, per sospettare un’obesità monogenica, e nel secondo e nel terzo livello per orientarsi nell’esecuzione di tutte le indagini diagnostiche atte a confermare la diagnosi finale. In futuro, con il continuo affinarsi delle tecniche di diagnostica genetico-molecolare, la diagnosi di tutte queste forme potrebbe divenire più semplice. Le recenti evidenze sul ruolo dell’epigenetica, confermano, inoltre, l’improrogabile necessità di orientare l’azione sulla prevenzione dell’obesità, prevenzione che può iniziare sin dall’epoca prenatale. Box di orientamento • Cosa sapevamo prima L’obesità deriva dall’interazione fra predisposizione genetica ed ambiente. Era noto solo un limitato numero di obesità monogeniche con ridotte possibilità diagnostiche. • Cosa sappiamo adesso L’obesità è legata all’interazione fra predisposizione genetica, epigenetica ed ambiente. Il campo di studio delle obesità monogeniche si è enormemente allargato così come le possibilità diagnostiche. Per alcune tipologie di obesità si auspica che si possa, in tempi rapidi, giungere all’applicazione di una specifica terapia. • Per la pratica clinica Aumentate capacità di riconoscere il paziente con obesità monogenica tra i numerosissimi pazienti con obesità semplice. La prevenzione dell’obesità pediatrica va attuata già in epoca prenatale. Bibliografia Asai M, Ramachandrappa S, Joachim M, et al. Loss of function of the melanocortin 2 receptor accessory protein 2 is associated with mammalian obesity. Science 2013;341:275-8. Barsh GS, Farooqi IS, O’Rahilly S. Genetics of body-weight regulation. Nature 2000;404:644-51. Ottima, anche se datata, revisione sull’influenza genetica nella regolazione del peso corporeo. * Farooqi IS, Drop S, Clements A, et al. Heterozygosity for a POMC-null mutation and increased obesity risk in humans. Diabetes 2006;55:2549-53. Farooqi IS, Keogh JM, Yeo GS, et al. Clinical spectrum of obesity and mutations in the melanocortin 4 receptor gene. N Engl J Med 2003;348:1085-95. ** Articolo eccellente che ha chiarito le modalità di trasmissione e lo spettro clinico delle mutazioni dell’MC4R. Farooqi IS, O’Rahilly S. The Genetics of Obesity. S.F.A. Grant edition. New York: Springer Science+Business 2014. Haworth CM, Plomin R, Carnell S, et al. Childhood obesity: genetic and environmental overlap with normal-range BMI. Obesity 2008;16:1585-90. Jackson RS, Creemers JW, Farooqi IS, et al. Small-intestinal dysfunction accompanies the complex endocrinopathy of human proprotein convertase 1 deficiency. J Clin Invest 2003;112:1550-60. Jackson RS, Creemers JW, Ohagi S, et al. 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Tobi EW, Goeman JJ, Monajemi R, et al. DNA methylation signatures link prenatal famine exposure to growth and metabolism. Nat Commun 2014;5:5592. Bella dimostrazione di come l’esposizione a fattori ambientali già in utero sia in grado di interferire con la crescita ed il metabolismo post-natale. ** Tobin JL, Beales PL. The nonmotile ciliopathies. Genet Med 2009;11:386-402. Waterland RA. Epigenetic mechanisms affecting regulation of energy balance: many questions, few answers. Annu Rev Nutr 2014;34:337-55. ** Ottima revisione delle attuali conoscenze sull’epigenetica dell’obesità. Xu B, Goulding EH, Zang K, et al. Brainderived neurotrophic factor regulates energy balance downstream of melanocortin-4 receptor. Nat Neurosci 2003;6:736-42. Corrispondenza Laura Perrone Dipartimento della Donna, del Bambino e di Chirurgia Generale e Specialistica. Seconda Università degli Studi di Napoli E-mail: [email protected] 130