L'EPOCA DELLA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE I movimenti rivoluzionari Il filosofo tedesco Karl Marx, riflettendo sulle dure condizioni di vita del proletariato (la cosiddetta "questione sociale"), fondò nel 1848 la teoria comunista basata sulla contrapposizione di due classi sociali, la borghesia e il proletariato. Secondo Marx, la lotta tra le due classi era inevitabile perchè gli operai non possedevano i mezzi di produzione, cioè le macchine, le fabbriche e le materie prime che appartenevano alla borghesia. Se i mezzi di produzione fossero appartenuti a tutti e fossero stati amministrati in comune la società ne avrebbe tratto beneficio. Gli operai dovevano unirsi e, attraverso la lotta armata contro la borghesia, instaurare la dittatura del proletariato, fino a giungere a una società senza classi. Nel 1864 venne fondata a Londra la Prima Internazionale, un'associazione di cui facevano parte i rappresentanti dei movimenti operai di tutta Europa, al fine di difendere, uniti, gli interessi dei lavoratori. Ne furono esclusi gli anarchici guidati dal russo Michail Bakunin che si dichiaravano contrari ad ogni forma di potere imposta, Stato, Chiesa e proletariato. Mentre in Europa nascevano i primi partiti operai e nel 1889 si formava la Seconda Internazionale, il marxismo esprimeva la volontà di affrontare la questione sociale attraverso riforme parlamentari, non più attraverso la lotta violenta. Anche il mondo cattolico manifestava un interesse per il miglioramento delle condizioni di vita dei poveri. In particolare si distinse il piemontese don Giovanni Bosco, fondatore dell'ordine salesiano: egli sottrasse molti giovani alla vita di strada, organizzando oratori, collegi e scuole professionali per i più poveri. In tal senso si pronunciava anche il papa Leone XIII nell'enciclica Rerum novarum (delle cose nuove) con la quale difese il diritto alla proprietà privata e sostenne la necessità che tra datori di lavoro e lavoratori si stabilisse un legame di solidarietà per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori. In Italia con l'enciclica Rerum novarum terminò la proibizione per i cattolici di partecipare alla vita politica. La Seconda rivoluzione industriale Dal 1870 al 1910 l'Europa conobbe un periodo di sviluppo economico che prende il nome di Seconda rivoluzione industriale. Fu definita l'età dell'acciaio perchè vide la produzione di questo materiale, più duro, elastico e perciò più resistente del ferro, che diede un enorme sviluppo alle industrie siderurgiche. Protagoniste furono la Germania e gli Stati Uniti, in quanto le industrie tedesche e statunitensi utilizzavano tecnologie più avanzate. La famiglia Krupp in Germania deteneva un vasto impero nel campo dell'industria siderurgica. La produzione industriale fu favorita anche dai progressi compiuti dalla chimica che fornì nuovi materiali, come l'alluminio (metallo leggero e resistente che non arruginisce), la gomma, i prodotti farmaceutici, i profumi, i coloranti artificiali, le vernici, la celluloide (la prima plastica moderna). Scoperte fondamentali si fecero anche nel settore della conservazione dei cibi come il latte in polvere, il latte condensato, il cibo in scatola, il frigorifero industriale. Altra protagonista fu l'elettricità. Nel 1878 l'americano Thomas Alva Edison realizza la lampadina elettrica (a incandescenza). L'elettricità fu presto applicata alle industrie in sostituzione del vapore. Nacque l'energia idroelettrica, che sfrutta la corrente dei fiumi e dei bacini idrici naturali. In quest'epoca cambiarono anche i trasporti. Comparvero i tram elettrici, le prime metropolitane a Londra, Parigi e New York. Un'altra novità fu il motore a scoppio, inventato dagli italiani Niccolò Barsanti e Felice Matteucci nel 1853. Esso cominciò ad essere impiegato nel 1890 nella produzione industriale di automobili. Per presentare al pubblico i progressi dell'industria furono organizzate le Esposizioni universali. Il Palazzo di Cristallo fu costruito a Londra per ospitare l'esposizione di Londra; la sua costruzione segnò il trionfo del vetro e del ferro. La Tour Eiffel, costruita in occasione dell'Esposizione universale del 1889 è interamente in ferro ed è alta 300 metri. La Statua della Libertà, donata dalla Francia agli americani per celebrare il centenario della nascita degli Stati Uniti, era costituita da 350 pezzi di bronzo poggianti su un'armatura in acciaio. Grazie alle nuove tecniche di costruzione, si realizzarono i primi grattacieli. Quando le merci vennero prodotte in serie, cioè in grandi quantità e a basso costo, fu necessario venderle con buoni profitti. Sorsero i grandi magazzini, dove i prezzi dei prodotti erano convenienti. Per convincere le persone ad acquistare un prodotto nacque la pubblicità che allora si serviva di manifesti con disegni e slogan. L'aumento della produzione di oro e di argento che i cercatori trovavano nei giacimenti americani e russi ebbe l'effetto di far sparire tali metalli preziosi dalla circolazione, per raccoglierli nelle casseforti delle banche. Perciò si diffuse l'uso della moneta di carta, il cui valore si basa sulla fiducia: la banca che stampava la moneta, infatti, si impegnava a tenere nelle sue casseforti una quantità d'oro di valore equivalente. Ben presto l'emissione dalla moneta di carta fu affidata a una sola banca che divenne la Banca di Stato: la Banca d'Inghilterra, di Francia, d'Italia (1893). Anche i piccoli risparmiatori impararono a depositare in banca i loro risparmi. La necessità di accumulare capitali maggiori determinò la nascita della società per azioni: azienda controllata non da un solo imprenditore, ma la cui proprietà è suddivisa in quote (azioni); chi ha acquistato una o più quote è un azionista, cioè un socio dell'azienda. Il mercato dove si comprano e si vendono le azioni delle società più importanti si chiama Borsa valori.