Lezione 1 Il re medievale - Università degli studi di Bergamo

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a.a. 2011-2012
Corso di Storia moderna
Modulo 2
Re e regalità
nell’età moderna
1
Il re medievale
Ugo Capeto
941- 956 -996
re dei
Franchi,
capostipite
della dinastia
capetingia
miniatura
XIV secolo
Incoronazione di Ugo
Capeto
Bibliothèque nationale de France
miniatura
primo quarto XIV secolo
Français 2615, fol. 148v
http://visualiseur.bnf.fr/Visualiseur
?Destination=Mandragore&O=078
05694&E=1&I=41824&M=imagese
ule
Segni di regalità
Corona
Soglio (trono / dai Merovingi, VII e VIII secolo)
Mano di giustizia (scettro / da Luigi IX il
Santo, XIII secolo)
Manto (qui simile al piviale episcopale)
azzurro con seminato di gigli d’oro
CATEGORIE
antropologiche e sociologiche
Max Weber
Wirtschaft und Gesellschaft
Tubingen 1922
[trad. it. Economia e società,
Edizioni di comunità, Milano
1961]
Parte I:
Teoria delle categorie sociologiche
Capitolo 3: I tipi di potere
§ 1 – La validità della legittimità
Max Weber (Erfurt 1864 – Monaco di Baviera 1920) / foto 1894
Potere
Per POTERE si deve intendere … la possibilità per
specifici comandi (o per qualsiasi comando) di
trovare obbedienza da parte di un determinato
gruppo di uomini, e non già qualsiasi possibilità di
esercitare “potenza” o “influenza” su altri uomini.
Inteso in questo senso il POTERE (autorità) può
fondarsi, nel caso singolo, sui più diversi motivi di
disposizione a obbedire, cominciando dalla cieca
abitudine fino a considerazioni puramente razionali
rispetto allo scopo. Ad ogni autentico rapporto di
potere inerisce un minimo di volontà di obbedire,
cioè un interesse (interno o esterno) all’obbedienza.
(M. Weber, Economia e società, I, p. 207)
Obbedienza
L’OBBEDIENZA indica che l’agire di colui che
obbedisce si svolge essenzialmente come se
egli, per suo stesso volere, avesse assunto il
contenuto del comando per massima del
proprio atteggiamento – e ciò semplicemente
a causa del rapporto formale di obbedienza,
senza riguardo alla propria opinione sul valore
o sul non-valore del comando in quanto tale.
(M. Weber, Economia e società, I, p. 209)
Autorità
Etimologia: latino auctoritas,-atis, da augeo =
accrescere
ZINGARELLI: “Ragione, diritto, facoltà, podestà
legittima di comandare”
Autorità (2)
ENCICLOPEDIA ITALIANA TRECCANI: “Si dice autorità il principio dell’azione di una
volontà su di un’altra. Questa azione suppone da un lato la forza determinante,
dall’altro il riconoscimento di essa. La forza determinante non può essere fondata
che sulla sintesi del volere con la legge. Fuori di questa sintesi non esiste l’autorità,
ma solo gli elementi astratti di essa, e cioè o la legge che può attuarsi o non attuarsi
… o il volere senza legge, che è il volere che non sa quello che vuole, ossia vuole e
disvuole e perciò non possiede autorità. L’autorità non riconosciuta poi è un
concetto che da se stesso si annulla …
Nell’ambito giuridico e politico la parola “autorità” indica la posizione di chi sia
investito di uno ius imperii, ossia poteri e funzioni di comandi: una preminenza,
una superiorità in senso politico o giuridico … Al concetto di autorità si ricollega
quello di gerarchia, quasi come misura, possiamo dire, dell’autorità.
La determinazione del fondamento razionale dell’autorità costituisce il problema più
importante della filosofia della politica, soprattutto quando al concetto di autorità
si ricolleghi e si contrapponga il concetto di libertà; si tratta in vero non di due
problemi e di due concetti, ma di unico problema e unico concetto.
Ciò … risulta evidente quando si pensi che l’autorità non esiste all’infuori del
riconoscimento e della partecipazione dell’attività spirituale di coloro su cui si
esercita”.
Potere politico - caratteri
Il POTERE POLITICO organizza la società nel suo complesso
(la sua specificità rispetto ad altre determinazioni del
potere è la sintesi).
Esso opera:
- dando regole
- applicando sanzioni
- dirimendo conflitti
- prelevando risorse
- destinando risorse a atti/opere di interesse generale
- rappresentando e agendo per conto dell’intera
comunità verso l’esterno.
Potere politico - strumenti
Il potere politico ottiene obbedienza
avvalendosi di strumenti e di processi:
1) l’influenza tramite la comunicazione e la
persuasione
2) il dominio tramite l’impiego della forza
3) la legittimità
4) la sovranità
LEGITTIMITA’
L’esperienza mostra che nessun potere può accontentarsi
per sua volontà di fondare la propria permanenza su motivi
esclusivamente affettivi o razionali rispetto al valore. Ogni
potere cerca piuttosto di suscitare e di coltivare la fede nella
propria legittimità. A seconda della specie di legittimità a cui
pretende, è però fondamentalmente diverso anche il tipo
dell’obbedienza, dell’apparato amministrativo determinato a
sua garanzia, del carattere dell’esercizio del potere – e quindi
anche la sua efficacia. Di conseguenza è opportuno
distinguere i tipi del potere a seconda della loro tipica
PRETESA DI LEGITTIMITA’.
(M. Weber, Economia e società, I, p. 208)
LEGITTIMITA’: definizione
Qualità di legittimo. Conformità al diritto e alla
legge
LEGITTIMO: che è secondo la legge, che ha le
condizioni richieste dalla legge e perciò valido,
regolare; che è tale in virtù o per volontà della
legge; lecito, giustificato.
(cfr. Lessico Universale Italiano, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani,
Roma 1972)
LEGITTIMITA’ e tipi di potere
a. razionale
b. tradizionale
c. carismatica
(cfr. M. Weber, Economia e società, I, p. 210 ss.)
1. Legittimità su base razionale
Poggia sulla credenza della legalità di ordinamenti
statuiti [es. una costituzione] e del diritto di comando
di coloro che sono chiamati ad esercitare il potere
(potere legale) in base ad essi.
Caratteri:
- conformità alla ragione
- finalizzazione
- impersonalità
- formalità.
2. Legittimità su base tradizionale
Poggia sulla credenza quotidiana nel carattere sacro
delle tradizioni valide da sempre e nella legittimità di
coloro che sono chiamati a rivestire una autorità.
Caratteri:
- storicità
- consuetudine
- anzianità
- continuità.
3. Legittimità su base carismatica
Poggia sulla dedizione straordinaria al carattere sacro
o alla forza eroica o al valore esemplare di una
persona e degli ordinamenti rivelati o creati da essa.
Caratteri:
- personalità
- straordinarietà
- precarietà.
SOVRANITA’
E’ la qualità per cui il potere oltrepassa i
gruppi particolari che compongono la
società, ponendosi al di sopra di tutti e
rivolgendosi a tutti.
Verso l’esterno sovranità significa autonomia
e indipendenza
(Claude Rivière, Introduzione all’antropologia, il Mulino,
Bologna 1995)
La monarchia
La monarchia medievale si legittima
prevalentemente su base TRADIZIONALE.
In essa sono presenti anche elementi razionali e
carismatici. I tipi weberiani infatti non si
manifestano puri ma coesistono in tutte le
forme di autorità, in dose varia.
RITI DI PASSAGGIO
Arnold VAN GENNEP
Les rites de passage
Paris, E. Nourry 1909
(tr. it., Torino, Boringhieri, 1981)
Status del monarca
La condizione del re è speciale al massimo grado, poiché massima è
la sua autorità.
Tale condizione non è consustanziale alla persona, ma è acquisita
attraverso un processo complesso e minutamente formalizzato, a
cui partecipa simbolicamente tutto il Regno.
Tale processo produce un passaggio di stato, in seguito al quale colui
che è diventato re è essenzialmente diverso dall’uomo che era
prima.
Tutta la comunità, in seguito a tale processo può riconoscere nella
persona il proprio re e integrarlo nella propria struttura come tale.
Questo processo può pertanto essere qualificato come un RITO DI
PASSAGGIO nel senso di Van Gennep.
INCORONAZIONE
- L’incoronazione è il centro del rito di passaggio.
- Essa perfeziona la legittimazione del nuovo monarca,
garantendo la presenza di tutti i requisiti
- Tramite questo rituale il re ottiene i poteri legittimi che
gli sono propri
Ciascuna monarchia elabora uno specifico rituale.
Specificità del re medievale
Bibliografia elementare
Marc Bloch, I re taumaturghi. Studi sul carattere
sovrannaturale attribuito alla potenza dei re
particolarmente in Francia e in Inghilterra [1924],
Einaudi, Torino 1973
Jean Barbey, Etre roi: le roi et son gouvernement en
France de Clovis a Louis XVIe, Fayard, Paris 1992
Jacques Krynen, L’empire du roi. Idées et croyances
politiques en France XIIIe-XVe siècle, Gallimard, Paris
1993
Jacques Le Goff, Il re nell’occidente medievale
[Gallimard 2004], Laterza, Roma-Bari 2006
Le Goff
Aspetti tipici della regalità medievale:
-
unicità (indivisibilità) del potere regale;
carattere cristiano del re
carattere nobile del re
carattere originario della figura del re (non
subordinato a papa o imperatore)
- legittimazione di tipo simbolico e sacrale
Re cristiano
Sul carattere cristiano del re, la specificità maggiore con
riferimento al medioevo:
- il re è figura di Dio [rex imago Dei];
- analogia dei re medievali con quelli dell’Antico
Testamento [Davide] o del Nuovo [re magi]
- analogia del re con Cristo [le gioiose entrate come
rievocazione della domenica delle palme]
- Il re che deve a Dio il suo ministero [rex a Deo
coronatus]
Ma il re non è autosufficiente, non è autocrate: necessita
della mediazione della Chiesa, oltre che del
riconoscimento della comunità.
Re nobile
Sul carattere nobile del re, sulla sua appartenenza
alla nobiltà del regno:
- re come König, o king, dal gotico kuni = stirpe
- è concetto di derivazione germanica, non latina –
il latino deriva la parola dal verbo regĕre
- da qui il rilievo dell’elemento dinastico, della
parentela, del tema del sangue, che accomuna il
re ai nobili
- re come primus inter pares
Re, non papa e non imperatore
Relazione concettuale del re con papa e imperatore:
secondo Le Goff nella cultura medievale è il re che incarna il
potere
- la regalità ha un vantaggio notevole su papato e impero:
ha cessato di essere elettiva, diventando ereditaria
- l’elettività è fattore di debolezza per il papato, ma
soprattutto per l’impero
- l’ereditarietà, la formazione di dinastie è fattore di durata
e quindi di forza;
Nondimeno i re derivano rituali e segni del loro potere dalla
sfera papale e da quella imperiale
[soglio, mano di giustizia, più avanti la corona chiusa e il
globo crocifero]
Diritto alla corona
Derivante da:
- Vittoria militare
- Elezione da parte dei Grandi e manifestazione di
consenso da parte del Popolo
- Designazione del successore da parte del re
vivente
- Principio dinastico pienamente affermato (XIIIXIV secolo), con successione del primogenito
maschio (di norma)
Legittimazione sacrale (Francia)
In Francia il fattore più efficace di legittimazione
è di tipo sacrale, cioè che chiama in causa la
potenza simbolica della religione
Cerimonia di consacrazione [sacre in francese].
- Investitura
- Unzione
- Consegna dei regalia [oggetti emblematici
della regalità e dei suoi poteri e ministeri]
- Incoronazione
- Intronizzazione
Unzione
La consacrazione culmina nel rito dell’UNZIONE con
olio santo [crisma]:
- l’unzione istituisce analogia con i re d’Israele,
- quindi con Cristo;
- Il rito è celebrato in un luogo deputato, la
cattedrale di Reims, dove si conserva l’ampolla
dell’olio santo.
Officium del re e poteri
-
auctoritas
potestas o imperium
dignitas
majestas [dal XIII secolo]
sovranità [rex est imperator in regno suo / dalla
fine del XIII secolo]
Limiti del potere regio
Aspetto controverso, perché spesso non
giuridicamente definito nei vari ordinamenti.
Secondo Le Goff il potere del re medievale non è
legibus solutus, ma è limitato dal diritto del
regno.
Re e religione
Rex sacer. Il re deve soprattutto all’elemento religioso la sua
legittimazione / egli è consacrato / quindi sacro
Rex sacerdos. Il re è simile al sacerdote: come questo è consacrato
(unzione, pianeta retta sul braccio, comunione sotto le due
specie durante la cerimonia) ed esercita un ufficio e un ministero
Rex sanctus. Il re può essere considerato santo dal popolo o anche
canonizzato (San Luigi, Santo Stefano); egli può manifestare
poteri miracolosi
Tuttavia egli resta un laico, non è ordinato come il sacerdote: la sua
sacralità deriva dalla Chiesa e dalla cerimonia religiosa.
Marc Bloch
I re taumaturghi
1924
(Bloch) - 2
Studio di storia della cultura e della mentalità
collettiva
Bloch insiste sulla distanza che separa l’idea
moderna del potere politico e della regalità
con quella medievale: quest’ultima collocava
questi concetti nella sfera del sacro e del
meraviglioso
→ NOVITA’ STORIOGRAFICA
(Bloch) - 3
Di che cosa si tratta ?
• il potere taumaturgico del re medievale nasce come
generale
• nel tempo diventa specifico: man mano è sempre più
strettamente connesso alla guarigione della scrofolosi,
cioè da tutte le forme di gonfiore e infiammazione
purulenta dei linfonodi (sintomo di molte patologie
diffuse fra medioevo ed età moderna, come la
tubercolosi);
• come avviene la guarigione: il re tocca le “scrofole”,
cioè i rigonfiamenti, e fa il segno della croce.
• il potere è del re solo, non anche dei suoi famigliari
Enrico II di Francia cura
gli scrofolosi
(miniatura secolo XVI,
Biblioteca Nazionale di
Parigi)
(Bloch) - 4
In quali contesti?
• I poteri taumaturgici dei re si riscontrano in
Francia e in Inghilterra
• Francia: a partire dall’anno 1000 circa
• Inghilterra: dal 1100
→ l’Inghilterra imita il modello francese
altri contesti europei presentano qualche traccia o
tentativo, che però non si consolida in una
TRADIZIONE
(Bloch) - 5
Francia :
• per merovingi e carolingi non ci sono testimonianze di questa attività. Sono i
capetingi a adottare questa tradizione
• Bloch individua l’origine della tradizione del potere taumaturgico del re in
ROBERTO II il Pio
(996-1031, secondo re della dinastia capetingia, ma già dal 987 associato al
trono del padre Ugo)
A Roberto fu riconosciuto il potere di guarire i malati, in via personale, in
virtù della sua pietà
→ i successori rivendicano lo stesso potere di guarigione come dote ereditaria
→ il potere taumaturgico si lega alla dinastia capetingia, da Roberto fino a
Luigi XVI
(Bloch) - 6
Francia :
Fonte principale sul consolidamento della tradizione:
Gilberto, abate di Nogent-sous-Coucy, Traité des reliques des Saints (inizio
secolo XII
«Che dico? Non abbiamo visto il nostro signore, il re Luigi, far uso di un
prodigio consuetudinario? Ho veduto con i miei occhi dei malati sofferenti
di scrofole nel collo o in altre parti del corpo, accorrere in gran folla per farsi
toccare da lui, - al quale tocco aggiungeva un segno della croce. Io ero là,
vicinissimo a lui, e lo difendevo persino contro la loro importunità. Il re però
mostrava verso di essi la sua generosità innata; avvicinandoli con la mano
serena faceva umilmente su di essi il segno della croce. Anche suo padre,
Filippo, aveva esercitato con ardore questo stesso potere miracoloso e
glorioso; non so quali errori. Da lui commessi, glielo fecero perdere».
La testimonianza fa riferimento a:
1) Filippo I (1060-1108 / quarto re della dinastia capetingia, dopo Ugo
Capeto, Roberto II il Pio, Enrico I)
2) Luigi VI (1108-1137)
(Bloch) - 7
Inghilterra
fonte Pietro di Blois, chierico francese alla corte di Enrico
II Plantageneto:
«Confesso che assistere il re equivale a compiere una
cosa santa; perché il re è santo; egli è l’Unto del
Signore; non invano ha ricevuto il sacramento
dell’unzione, la cui efficacia, se per caso qualcuno
l’ignorasse o la mettesse in dubbio, sarebbe
ampiamente dimostrata dalla scomparsa di quella
peste che colpisce l’inguine e dalla guarigione delle
scrofole»
(Bloch) - 8
Inghilterra
- per gli anglosassoni non c’è testimonianza coeva attendibile
potere..
- Bloch ipotizza che già il predecessore, Enrico I, abbia
toccato gli scrofolosi
Quindi il primo re taumaturgo inglese sarebbe:
ENRICO I, detto Beauclerc, figlio del duca di Normandia
Guglielmo (detto “il Conquistatore” dopo la vittoria di
Hastings, 1066)
→ Il rito inizia attorno al 1100, con i re normanni
Enrico I d’Inghilterra
detto Beauclerc
(miniatura del XIII secolo, dalla
Illuminated Chronicle di Matthew Paris,
British Library, MS Cotton Claudius D. VI,
F.9)
(Bloch) - 9
Presupposto del potere taumaturgico:
il carattere sacro della regalità
«sanctus enim et christus Domini est»
(Pietro di Blois su Enrico II Plantageneto)
(Bloch) - 10
Da dove viene questa sacralità?
• dalla tradizione germanica precristiana, che attribuisce
virtù sacrali ad alcune stirpi e da esse trae i re [Tacito]
• dalla tradizione romano-orientale, che considerava sacri gli
imperatori [interrotta con le invasioni, poi recuperata]
• dalla tradizione ebraico-cristiana [religione come principio
di legittimazione utilizzata da Carlo Magno
i re carolingi, usurpatori della corona merovingia, devono
inventarsi una nuova sacralità: essi diventano sacri
attraverso una cerimonia religiosa di nuova elaborazione:
• la CONSACRAZIONE ecclesiastica attraverso l’UNZIONE
Clodoveo I riceve
dalla Colomba la
Santa Ampolla
(miniatura, secolo
XV)
(Bloch) - 11
“Nella santa chiesa dell’illustre città di Reims, Clodoveo, allora re
di Francia, udì la predica del gloriosissimo confessore il beato
Remigio, vescovo di quella città famosa; là, mentre questi
battezzava il predetto re con il suo popolo, lo Spirito Santo, o
un angelo, apparve sotto forma di una colomba discendente
dal cielo e recante un’ampolla colma del liquore del sacro
crisma; da quel crisma questo stesso re, e dopo di lui tutti i re
di Francia nostri predecessori e io stesso a mia volta, nei
giorni della consacrazione e dell’incoronazione, col favore di
Dio, ricevemmo l’unzione, con la quale, sotto l’influsso della
clemenza divina, nei re di Francia discendono una virtù e una
grazia tali che essi, con il solo contatto delle loro mani,
salvano i malati dal male delle scrofole: cosa dimostrata
chiaramente dall’evidenza dei fatti, sperimentata su
innumerevoli persone”.
[carta di concessione di privilegi da parte del re Carlo V di Francia al capitolo
della cattedrale di Reims, secolo XIV, Bloch p. 101]
(Bloch) - 12
CONSACRAZIONE
• richiede la mediazione ecclesiastica
• non è sacralità = santità (esempio di Melchisedec) ma il divenire sacri per la
forza del rito
• Unzione: nel cerimoniale ebraico essa costituiva la procedura normale per
trasferire un uomo o un oggetto dalla categoria del profano alla categoria
del sacro / è un rito di passaggio / in Europa essa arriva con l’antico
testamento, utilizzata per i catecumeni, per l’ordinazione dei preti e dei
vescovi (a partire dal regno visigotico)
• Pipino il breve per legittimarsi è il primo re di Francia a farsi ungere non per
ricevere battesimo, come Clodoveo, ma per consacrarsi come re;
• Nel VIII anche i re inglesi adottano il rito, pare per imitazione dei francesi;
poi esso si diffonde in tutta Europa occidentale.
• Poi associata alla INCORONAZIONE (Introdotta da Carlo Magno, Roma, San
Pietro, 25 dicembre 800, Leone III; il cerchio d’oro ricorda il diadema
imperiale, mutuato dagli imperatori romani dalle monarchie orientali)
(Bloch) - 13
PRIMA CERIMONIA UNIFICATA:
sovrano: Ludovico il Pio
816
Reims
officiante: Papa Stefano IV
Elevazione alla dignità imperiale
Unzione + incoronazione
(Bloch) - 14
La sacralità è condizione del POTERE TAUMATURGICO.
Questo non compare subito, ma in seguito a esigenza specifica di legittimazione da
parte di nuova stirpe regia:
Francia: i Capetingi hanno eliminato gli ultimi carolingi. Così indebolito il principio
dinastico / rischio che torni a prevalere il principio elettivo, adottato ora per le
cariche ecclesiastiche
→ Utilizzano le virtù guaritrici come strumento di legittimazione agli occhi del
popolo.
Con Roberto, noto per essere uomo pio, si verifica anche la condizione specifica
per introdurre il rito, perché la santità era spontaneamente associata al
miracolo
Inghilterra.
• Enrico I, figlio di Guglielmo, ha anche lui problemi di legittimazione e di
consolidamento della dinastia. Mutua il rituale taumaturgico dall’esempio dei
re dei Franchi, essendo vissuto in Francia
• Egli non ammette il plagio e fa attribuire dal suo storico di corte (Guglielmo di
Malmesbury, Historia regum, 1124 circa) l’origine non ai re francesi, ma al re
anglosassone e santo Edoardo il Confessore.
(Bloch) - 15
• Francia e Inghilterra sviluppano poi due rituali
arricchiti di particolari diversi: in Inghilterra si
include il lavaggio delle mani da parte del re e la
distribuzione dell’acqua, bevuta dai malati come
un medicinale; in Francia si pronuncia una
formula etc
• La guarigione si fa dapprima saltuariamente e a
richiesta, poi su base regolare, quotidiana,
settimanale e simili, dopo la messa. I malati
vengono sottoposti prima a diagnosi; si
raccolgono nella residenza reale e si presentano
al re; ricevono un’elemosina.
(Bloch) - 16
La durata del rito nell’età moderna:
- nonostante la Riforma (v. Elisabetta I, che abbandona il rito degli
anelli contro l’epilessia, ma conserva l’imposizione delle mani
agli scrofolosi; Giacomo I teme di peccare di magia o di idolatria,
ma continua, modificando solo la formula);
- nonostante la volontà della Chiesa di affermare il proprio
monopolio del sacro;
- nonostante il modificarsi della concezione della regalità nel
senso del razionalismo e della secolarizzazione (v. in Francia con
Luigi XIV, dove si continua anche la pratica integrativa del
pellegrinaggio alle reliquie di San Marcolfo, patrono della
guarigione delle scrofole). L’ostacolo maggiore è posto dalla
condotta immorale del re Luigi XV, e poi dall’avvento della
Rivoluzione, che sopprime la sacralità della figura regia e poi la
monarchia tout court.
→ il rituale è compiuto per l’ulYma volta in Inghilterra dalla regina
Anna nel 1714 e in Francia da Carlo X nel 1825.
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