Nome Vincenza Papa Corso di dottorato in attività fisica e ricerca 26°ciclo Progetto di ricerca Caratterizzazione del metabolismo cellulare degli osteoblasti in soggetti adulti obesi con o senza osteoporosi: studio in vivo e in vitro. Sommario L’obesità e l’osteoporosi sono due patologie croniche che hanno avuto negli ultimi decenni un notevole incremento nei paesi industrializzati per il miglioramento delle condizioni di vita. Se è ben noto che l’obesità è un fattore di rischio per molteplici patologie metaboliche (diabete mellito, ipertensione, malattie cardiovascolari) è sempre stata considerata un fattore protettivo per la patologia osteoporotica. Infatti sono state sempre descritte correlazioni positive tra peso corporeo (BMI) e massa ossea. Tuttavia, negli ultimi anni un numero crescente di osservazioni suggerisce come l’obesità non sempre possa essere considerata un fattore protettivo per il tessuto scheletrico e che quindi non protegga da una bassa densità minerale ossea e dal rischio di sviluppare fratture, sia nel genere femminile che maschile. Sebbene molti studi descrivono una correlazione positiva tra BMI e massa ossea, ancora non sono state completamente caratterizzate le correlazioni tra obesità e composizione corporea (massa grassa e massa muscolare) del soggetto obeso e i meccanismi molecolari attraverso il quale tessuto osseo e adiposo interagiscono. Lo scopo del nostro studio è quello di caratterizzare il fenotipo del soggetto obeso con e senza alterazioni del tessuto scheletrico ed individuare eventuali alterazioni dei meccanismi molecolari indotte dall’obesità sull’omeostasi degli osteoblasti. In questo studio sono stati selezionati 398 pazienti (291 donne e 107 uomini; età media 41 + 14 anni; BMI medio 35,8 + 5,9 Kg/m2) tutti firmatari del Consenso informato relativo al trattamento dei dati personali a scopo di ricerca. Dallo studio sono stati esclusi soggetti affetti da patologie croniche o in terapia con farmaci in grado di interferire con il metabolismo osseo, e soggetti sottoposti ad interventi di chirurgia bariatrica, per evitare interferenze di queste problematiche con l’omeostasi scheletrica. Ciascun paziente arruolato è stato sottoposto a prelievo venoso per il dosaggio di parametri ematochimici di routine, markers del rimodellamento osseo e alla valutazione della composizione corporea (densità minerale ossea, massa muscolare, massa adiposa) mediante Dual Energy X-Ray Absorptiometry (DXA). L’analisi dei soggetti ha messo in evidenza che il 37% (n=146) della popolazione totale mostra alterazioni scheletriche. In particolare è stato riscontrato che il 29% della popolazione esaminata presenta una BMD compatibile con la condizione di osteopenia, mentre l’8% con una condizione di osteoporosi. Analizzando i dati in base al genere non sono state riscontrate differenze significative tra popolazioni femminile e maschile. La popolazione è stata divisa in tre gruppi in base al BMI: soggetti in sovrappeso BMI (2529.9)Kg/m2; soggetti obesi BMI ( 30-40)Kg/m2; soggetti con obesità severa BMI (> 40) Kg/m2. Questa suddivisione ha permesso di individuare la distribuzione dei differenti valori di BMD tra i tre gruppi. In particolare, i nostri dati mostrano che nel gruppo di soggetti affetti da obesità severa è presente un’elevata percentuale di soggetti affetti da una condizione di osteopenia/osteoporosi con livelli di BMD alterati, suggerendo così un ruolo inverso dell’obesità nei confronti dello scheletro. Analizzando i dati sulla densità scheletrica e considerando la percentuale di massa grassa e magra, emerge che la massa ossea correla positivamente con la massa magra e negativamente con la massa grassa. Questo suggerirebbe il ruolo protettivo della massa muscolare nei confronti del tessuto scheletrico. Infatti, la massa muscolare è una delle principali fonti di IGF-1, di cui è nota la sua importanza sullo sviluppo e accrescimento dell’osso. Inoltre, da ulteriori analisi è emerso che i soggetti affetti da obesità mostrano basse concentrazioni plasmatiche di IGF-1 che correlano in modo significativo con quantità elevate di tessuto adiposo FM% (p<0.0014). Non sono state riscontrate differenze significative nei parametri ormonali e metabolici. Per caratterizzare le potenziali alterazioni molecolari sull’omeostasi degli osteoblasti, cellule di osteosarcoma umano (SAOS-2) sono state esposte al siero di quattro gruppi di pazienti: obesi con normale BMD (O), obesi con bassi livelli di BMD (OO), obesi con sarcopenia (OS), obesi con sarcopenia e bassi livelli di BMD (OOS). Per ogni gruppo sperimentale i valori sono stati confrontati con quelli provenienti dal trattamento di cellule osteoblastiche (SAOS-2) con siero di soggetti normopeso e con normale densità minerale ossea. I risultati mostrano un incremento significativo del rapporto RANK-L/OPG nelle cellule osteoblastiche esposte per 24h ai sieri del gruppo OS e ai sieri del gruppo OOS, rispetto ai relativi controlli trattati rispettivamente con sieri di soggetti O o sieri di soggetti OS, evidenziando in tal modo come la condizione di osteopenia possa indurre gli osteoblasti a produrre fattori capaci di alterare l’attività osteoclastogenica. Inoltre, l’esposizione delle cellule al siero dei gruppi OS, OO e OOS determina una significativa diminuzione dei livelli della fosfatasi alcalina ALP, di osteopontina e di BMP4 rispetto ai sieri del gruppo O e CTL, indicando una modulazione negativa del differenziamento osteoblastico. Le alterazioni riscontrate negli osteoblasti esposti ai sieri dei diversi gruppi di obesi sono indotte da un meccanismo molecolare Wnt/-catenina dipendente. A supporto di tale evidenza i nostri dati mostrano significative alterazioni: nell’espressione dei geni target di -catenina (c-Myc, TCF1, LEF1 ed axin2), nella compartimentalizzazione di -catenina e nei livelli di fosforilazione di GSK3. Il pathway di Wnt può interagire anche con altri segnali presenti nel microambiente cellulare dell’osso. Uno di questi è IGF-1, che stabilizza la β-catenina determinando un incremento del differenziamento e dell’attività degli osteoblasti. E’ interessante sapere che dati preliminari suggeriscono che l’esercizio fisico possa modulare il metabolismo scheletrico per mezzo di una modulazione del sistema Wnt/b-catenina . In conclusione i nostri dati mostrano che il tessuto adiposo viscerale influisce negativamente sul metabolismo osseo attraverso un meccanismo Wnt/-catenina dipendente. Inoltre la presenza di basse concentrazioni di IGF-1 che si riscontrano nei soggetti obesi, potrebbe essere un possibile link tra obesità e alterazione della massa ossea.