GLI STRUMENTI DI GESTIONE DEL RISPARMIO relatori Alessandro Bianchi, CFA Margonari Francesco, CAIA Corso istituzionale - Neo private banker: una prima formazione tecnico relazionale INDICE 1. Cambiamento del tradizionale approccio dell’investitore italiano 2. Soluzione: un’asset allocation coerente 3. Utilizzo adeguato dei prodotti di investimento 3.1 I fondi comuni d’investimento 3.2 Exchange Traded Product (ETP) 3.3 Hedge Fund 4. Necessità di controllo del rischio 1. Cambiamento del tradizionale approccio dell’investitore italiano Il risparmio dei clienti HNWIs italiani Una significativa porzione della ricchezza è investita in asset illiquidi • Il mercato italiano mostra un’alta percentuale di UHNWI con patrimoni complessi, costituiti principalmente da asset illiquidi. • Le ricerche di mercato evidenziano che la ricchezza illiquida delle famiglie HNWI in Italia ammonta al 56% della ricchezza totale. • La tendenza è quella di investire quasi esclusivamente su assets domestici appartenenti al “mondo conosciuto” (es: immobili, …). • Questa caratteristica del mercato è evidente sia nel segmento HNWI sia nel segmento UHNWI. Data in € mld Come sono investiti gli Assets Finanziari? Il Patrimonio finanziario degli HNWI italiani è anch’esso di natura domestica Dall’attuale Asset Allocation domestica al Portafoglio Globale Attuale Asset Allocation Asset Class Globali Asset Class Domestich e 25,4% Asset Allocation Globale Attesa Asset Class Domestiche Asset Class Globali 45,0% 55,0% 74,6% CONCLUSIONE: l’asset allocation spesso non è coerente con le esigenze dei clienti ma principalmente dettata dal “compro quello che conosco” Come fare per offrire «valore aggiunto»? Al fine di controbilanciare la presenza di assets illiquidi si rende necessario fornire servizi finanziari in grado di soddisfare le seguenti esigenze: • Gestione oculata degli assets finanziari per definire un asset allocation coerente con il patrimonio complessivo del singolo individuo • Diversificare per cogliere tutte le opportunità a livello globale e migliorare il profilo di rischio/rendimento del patrimonio • Necessità di controllare il rischio del portafoglio finanziario dato l’investimento in asset class sempre più complesse e «lontane» • Utilizzo adeguato dei prodotti di investimento «evoluti» come: fondi, etp, fondi hedge Cosa stiamo facendo in Banca Esperia? Distribuzione per tipologia di strumento degli assets finanziari dei clienti BOT e Cash Fondi Comuni Investimento 1% 28% Obbligazioni 40% Azioni 13% 18% Governativo Italia 2. Soluzione: un’asset allocation coerente Asset Allocation: competenze necessarie Per un corretto approccio al cliente sono necessarie due componenti: • la prima di natura relazionale: per recepirne le esigenze; • la seconda di natura tecnica: per fornire le opportune soluzioni di investimento. Competenze relazionali BANKER Competenze tecniche ADVISORY DESK Capire le esigenze del cliente Una relazione di successo si basa sulla corretta individuazione delle esigenze della clientela. Tipicamente all’inizio si concretizza, senza però esaurirsi, nella profilazione del livello del rischio, a cui segue una costante attività di aggiornamento delle necessità contingenti che variano nel tempo. Un “set informativo” utile per la corretta profilazione non può ignorare elementi quali: • informazioni personali: famiglia, proprietà ... • conoscenza ed esperienza generica: istruzione, occupazione... • conoscenze ed esperienze specifiche: investimenti precedenti ... • obiettivi di investimento: orizzonte temporale, finalità • situazione finanziaria: fonti entrate, ripartizione patrimonio ... Fornire le soluzioni di investimento La lettura del contesto all’interno del quale ci si trova a prendere decisioni di investimento è sempre più complessa a causa dei fenomeni di globalizzazione e, paradossalmente, dall’eccesso di informazioni di cui disponiamo. Al fine di “riordinare” tale moltitudine di informazioni e poter prendere decisioni sulla base di elementi razionali e non emozionali riteniamo utile in Banca Esperia, su base periodica, focalizzarci sull’analisi di tre aspetti per delineare uno “scenario base” di riferimento • performance dei mercati finanziari • livelli valutativi/momentum delle asset class SCENARIO BASE • andamento congiunturale Definito lo “scenario base” si può elaborare un’asset allocation e delle tematiche di investimento ad esso appropriate Asset Allocation: il processo BANKER ADVISORY DESK Relazione di lungo termine Comitato investimenti Profilazione cliente: • rischio tollerato • rendimento atteso ASSET ALLOCATION MODELLO Approccio Top Down in 4 fasi: • Analisi macro • Analisi cross asset • View strategica • Asset allocation Informazioni contingenti Processo selezione fondi Personalizzazione: Analisi quantitativa e qualitativa: • Richieste specifiche • Preferenza di singoli temi di investimento, ... PORTAFOGLIO CLIENTE IN F&PA • analisi di peer groups • top recommandations L’approccio «Top Down» di Banca Esperia: il suo «DNA» 4 FASI DEL PROCESSO OUTPUT CRESCITA, LEADING INDICATORS, POLITICHE MONETARIE … VIEW MACROECONOMICA «STATUS» DEL CICLO ECONOMICO GLOBALE VALUTAZIONI E MOMENTUM SULLE ASSET CLASS ANALISI «CROSS» ASSET CLASS INPUT «ASPETTATIVE» SUGLI ASSETS E DEFINIZIONE RISCHIO SISTEMATICO RENDIMENTI «ATTESI» PER IL MODELLO DI BLACK & LITTERMAN DNA VIEW STRATEGICA ASSET ALLOC. «STATUS» DEL «CICLO» DEL CREDITO E DELL’EQUITY VIEW STRATEGICA QUALITATIVA E TEMI SPECIFICI DI INVESTIMENTO ALLOCAZIONI IN INDICI MERCATO PER PROFILO DI RISCHIO (VaR) PORTAFOGLI COERENTI CON IL CONTESTO FUTURO IN FUNZIONE DEL RISCHIO ASSUNTO 1 View Macroeconomica: un esempio 2 Analisi cross asset class: un esempio 3 View strategica: il rischio sistematico 3 View Strategica:la stima dei rendimenti 4 Asset Allocation: definizione dei rendimenti attesi per B&L 4 Asset Allocation: un esempio di portafoglio modello Portafoglio cliente: un esempio 3. Utilizzo adeguato dei prodotti di investimento: fondi comuni di investimento, etp e fondi hedge 3.1 I fondi comuni d’investimento I fondi d’investimento: Perchè usarli • Ampia gamma di mercati e strategie (copertura rischio di cambio, duration, con leverage,…) TIPOLOGIE DI SOLUZIONI • Investimento diversificato in un “one shot” • Vantaggi operativi (tagli minimi più contenuti, reinvestimento dividendi, …) EFFICIENZA Economie di scala da gestione in monte riduzione dei costi di investimento • Separazione dei patrimoni investiti senza rischio di credito (emittente) PROTEZIONE CAPITALE UTILIZZO DI INVESTITORI «QUALIFICATI» • Contesto regolamentato, protetto e controllato a più livelli (comunitario, nazionale, societario) a tutela dell’investitore (UCITS, BdI, Consob) • In grado di generare extra-performance rispetto al parametro di riferimento assegnato (alpha > costi sostenuti) • Opportunità di sviluppare un rapporto di lungo termine con per condividere idea generation, research, commento sui flussi nei diversi mercati I fondi d’investimento: Classificazione tradizionale su asset class Azionari Obbligazionari Alternativi Globale Aggregate Materie Prime Singolo mercato Governativi (Dev, Em Mkts) Immobiliari Stile Corporate (IG-HY) FX Settori Convertibili Volatilità Bilanciati/ Flessibili Monostrategia (es.: obb. flex) Multi-Strategia (es.: multiasset) I fondi d’investimento: classificazione in base all’utilizzo Building-blocks Costruzione di portafoglio secondo una determinata Asset Allocation Delega allocativa Soluzione di portafoglio completa Azionari, Obbligazionari, Alternativi Bilanciati / Flessibili Selezione Titoli quantitativa o attiva Asset Allocation tra diverse Asset Class Market Timing/Settore/Yield Enhancement Selezione Titoli quantitativa o attiva Punti di forza: controllo dell’Asset Allocation e dei gestori delegati Punti di debolezza: numero di strumenti elevato Punti di forza : max diversificazione possibile anche solo con un fondo Punti di debolezza: l’utilizzo «combinato» può «neutralizzare» le scelte dei gestori delegati I fondi d’investimento: la gestione attiva per generare extra performance La gestione attiva implica uno scostamento “controllato” da un parametro di riferimento (indice di mercato/la volatlità) per generare «alpha». Come? • Asset allocation: variare nel tempo l'esposizione del portafoglio ai diversi mercati/settori di riferimento, al fine di sfruttarne la differenza di performance • Stock/Bond picking: all’interno di ciascun mercato, selezionare le attività finanziarie con un maggiore potenziale di rivalutazione • Market timing: aumentare o diminuire l'esposizione del portafoglio al rischio di mercato, sulla base di previsioni di scenario/ verificarsi di eventi • FACCIAMO UN ESEMPIO: 1. fondo XXX Eurozone – sempre full invested su un numero contenuto di 2. titoli, basso turnover e β = 1 stock picking fondo YYY Eurozone – esposizione flessibile tra il 100% ed 120% degli AuM attraverso derivati market timing I fondi d’investimento – Gestione attiva Fondi azionari – i diversi processi di investimento «attivi» direzionali GESTIONE ATTIVA: può assumere differenti connotati a seconda del prodotto TOP DOWN analisi di fattori macro/finanziari a livello aggregato per trovare i settori e/o mercati più attraenti da sovra/sottopesare rispetto al benchmark DIVERSIFICAZIONE: un portafoglio ben diversificato massimizza il profilo di rischio/rendimento traendo il massimo beneficio dal processo di investimento selezionato (es: profit warning) BOTTOM UP analisi di dettaglio dei singoli titoli per selezionare le società più sottovalutate rispetto al «peer» di appartenenza I fondi d’investimento – Gestione attiva Fondi azionari – come leggere il posizionamento dei gestori «attivi» A LIVELLO DI SETTORE: 1) capire la sovra/sottoesposizione settoriale per cercare di prevedere i movimenti futuri del fondo (ogni sovraesposizione corrisponde ad una sottoesposizione) 2) Individuare eventuali «bias» settoriali o di stile (small cap, growth, …) A LIVELLO DI SINGOLI TITOLI: 1) la concentrazione sulle prime 10 posizioni spesso rappresenta tra il 35% ed il 45% del portafoglio complessivo 2) Individuare titoli non coerenti con lo stile di gestione dichiarato (ad esempio titoli small caps in un portafoglio large caps) I fondi d’investimento – Gestione attiva Fondi obbligazionari – la gestione attiva del rischio di tasso • Attraverso decisioni di incremento/diminuzione di Duration Vs benchmark il gestore prende posizione direzionale per trarre vantaggio dalle variazioni attese dei tassi di interesse sulle varie scadenze • I differenti movimenti della curva dei rendimenti quali steepening, flattening e bowing sono un ulteriore driver di rischio da gestire I fondi d’investimento – Gestione attiva Fondi obbligazionari – la gestione attiva del rischio di tasso • La DURATION esprime la sensitività lineare di un’obbligazione a (piccole) traslazioni parallele della curva dei rendimenti DOMANDA: due fondi che operano sullo stesso mercato, denominati nella stessa valuta e con una duration analoga possono avere rendimenti diversi? • La CONVESSITA’ “corregge” l’approssimazione lineare della duration ed è, ad esempio, un’altra leva della gestione attiva. La relazione tra yield e prezzo non è infatti lineare I fondi d’investimento – Gestione attiva Fondi obbligazionari – Esempio: aumento di duration Un gestore ha in portafoglio una obbligazione con scadenza a due anni ma ritiene più attraenti le prospettive di rendimento di titoli a dieci anni I fondi d’investimento Come selezionare il gestore di qualità? Sfatiamo alcuni luoghi comuni: “i fondi non battono il mercato”. “Le migliaia di fondi che investono su un determinato mercato sono essi stessi una parte molto importante del mercato e, in media, non possono che ottenere risultati assai simili. Se così non fosse si dovrebbe fortemente sospettare circa l’efficienza del mercato stesso” Si rende necessario selezionare i fondi migliori Fonte: Citywire Global I fondi d’investimento Come selezionare il gestore di qualità? Recenti indagini indicano che mediamente solo il 30% dei gestori batte il benchmark. Come identificare questo 30% ? Fonte : Citywire Global Le performance del fondo: il banco di prova che fa la differenza LE PERFORMANCE: FONDIO ED ETF A CONFRONTO Processo Selezione OICR Un esempio: F&PA in Banca Esperia Le fasi della selezione DB - Esterno • Definizione dell’universo dell’analisi 1) Regolamento + 2) Classificazione anagrafica fondi & peers necessità di investimento vincoli operativi/regolamentari • Analisi quantitativa • Analisi qualitativa • Ranking finale DB – Interno ƒ (x) screenin g F&PA Punteggio quantitativo [ 1 , 10 ] Due diligence RANKING U.I. OICR U.I. U.I.OICR OICR (storicizzato) Convictions [A, B, C, D, E] Processo Selezione OICR Un esempio: F&PA in Banca Esperia La creazione di Peer Groups omogenei globale Large caps Small equity Strategie direzionali stile ... ... ... bond ... USA ... ... Estratto del Database Interno Processo Selezione OICR Un esempio: F&PA in Banca Esperia L’analisi quantitativa STEP 1 STEP 2 STEP 3 STEP 4 Ad ogni fondo del Peer viene attribuito un punteggio da 1 a 10 sulle variabili della funzione di analisi L’attribuzione di punteggio viene eseguita su diversi orizzonti temporali Ogni punteggio (variabile*orizz onte temporale) viene ponderato con i pesi indicati per determinare lo “score” quantitativo Il fondo “mediano” del Peer risulterà con punteggio pari a 5 Attribuzione del punteggio quantitativo alle variabili: un esempio Processo Selezione OICR Un esempio: F&PA in Banca Esperia Analisi qualitativa • Il processo di selezione degli OICR tiene conto di una serie di aspetti qualitativi che vengono approfonditi nel corso di incontri con i gestori dei fondi o dei product specialists. • L’analisi qualitativa si concentra in particolare sui seguenti aspetti : – Struttura del fondo: caratteristiche strategia, vantaggi competitivi, storia del gestore/team, portfolio positioning & view, risk management; – Punti di forza/debolezza della strategia; – Eventuali impressioni personali; • Al termine del meeting viene redatta una scheda sintetica che si conclude con la “conviction” che esprime il giudizio qualitativo del team F&PA. SCHEDA DUE-DILIGENCE Processo Selezione OICR Un esempio: F&PA in Banca Esperia Integrazione analisi quantitativa con due diligence qualitativa Analisi Quantitativa – i tre “pilastri” dello screening 1) Rischio rendimento 2) “Convessità” distribuzione rendimenti 3) Attività fund manager RANKING FINALE [1 – 10] Analisi Qualitativa La CONVICTION dell’analista Universo Investibile OICR storicizzato 3.2 Exchange Traded Product (ETP) - ETF - ETN ETP - Tipologie • ETP - EXCHANGE TRADED PRODUCTS: – ETF - Exchange Traded Funds – ETN - Exchange Traded Notes • Con l’acronimo ETP ci si riferisce alla macrofamiglia dei prodotti ad indice quotati, di cui fanno parte ETF ed ETN. • Gli ETF sono una particolare tipologia di fondo d’investimento. • Gli ETN sono delle note e non dei fondi. ETF – Le caratteristiche • L’ETF ha tre principali caratteristiche: – Ha un NAV ufficiale giornaliero ma al contempo è negoziato in borsa come un’azione (bid/ask); – Ha come unico obiettivo d’investimento quello di replicare l’indice al quale si riferisce attraverso una gestione totalmente passiva – Ha patrimonio segregato come i fondi comuni • NEGOZIAZIONE: gestione delle posizioni in modo “continuo” • GESTIONE PASSIVA: l’obiettivo è la replica fedele del benchmark. Questo implica che quando uno dei componenti del benchmark viene sostituito, anche la corrispondente attività finanziaria all'interno del fondo viene sostituita, senza porsi problemi di maggior o minor convenienza (eliminando il problema del ribilanciamento o ad esempio della scadenza nel caso di futures) • PATRIMONIO SEGREGATO: essendo equiparabili ai Fondi Comuni di Investimento e alle SICAV, il patrimonio degli ETF è autonomo e completamente separato da quello dell'emittente in quanto sono prodotti UCITS. ETF – Le diverse strutture Esistono due strutture principali di ETF: quelli che si basano sulla replica di titoli fisici (cash-based) e quelli swap-based. • CASH BASED: un ETF che si basa sui titoli fisici (cash-based), generalmente compra i titoli dell’indice sottostante e li detiene come attività del fondo. • In alcuni casi, quando si ritiene che acquistare tutti i titoli non sia efficiente rispetto al costo (quando per esempio l’indice non è molto liquido), si usa un processo conosciuto come ‘ottimizzazione’. Il fondo cash-based detiene solo una sotto-serie di titoli che usa per replicare al meglio il rendimento complessivo dell’indice minimizzando il TE (esempio tipico ETF su indice MSCI World mediamente con circa 700 titoli rispetto ai 1800 dell’indice). • Un ETF cash based può pertanto essere: − a replica fisica completa (full replication) − a replica fisica a campionamento (sampling) ETF – Le diverse strutture SWAP-BASED: è un ETF che utilizza gli swap (contratto di scambio) di un indice per replicarne la performance. Anche in questo caso vi sono due tipologie: Replica sintetica unfunded (il collaterale non viene trasferito) Replica sintetica funded (il collaterale viene trasferito) ETF – Alcune considerazioni • Gli ETF swap based possono rappresentare un buon modo per ottenere un’esposizione a mercati a cui non si può accedere tramite i fondi cash-based, quale ad esempio il mercato delle commodities o se l’obiettivo è minimizzare il TE. • I fondi swap-based sono (comunemente) considerati un investimento leggermente più rischioso. Gli ETF swap-based sono in sostanza fondi comuni, per cui non presentano i rischi associati all’emittente ma sono esposti tuttavia al rischio della controparte, in quanto si possono comprare derivati e stipulare accordi di swap per il fondo. • Nel caso degli ETF swap-based conformi a UCITS III, l’esposizione della controparte nell’operazione di swap non può tuttavia superare il 10% del NAV (net asset value) del fondo in qualsiasi momento (alcune controparti hanno ridotto questo limite in maniera prudenziale). • Gli ETF a replica fisica spesso, per ridurre i costi, attuano il prestito titoli. Con questa pratica emerge però anche per gli ETF fisici il rischio controparte, tipicamente ridotto attraverso la costituzione di collaterali presso una banca depositaria. ETN - Exchange Traded Notes • Gli ETN hanno un comportamento simile agli ETF. Replicano un indice (esempio l'indice di volatilita VIX) o una materia prima (commodity) ed in quest'ultimo caso sono denominati ETC. • La struttura sottoforma di nota rende l'ETN/ETC simile ad un'obbligazione senza cedola a lunghissima scadenza, il cui rendimento è correlato ad un indice (possono essere anche rimborsati dalla controparte emittente). NON sono prodotti UCITS. • Gli ETN/ETC sono, a differenza degli ETF, soggetti al rischio controparte, nel caso di fallimento dell'emittente. Per ovviare a questo problema molti emittenti provvedo a collateralizzare gli ETN/ETC, cioe' ad accantonare su un conto separato e indipendente una somma di denaro o un quantitativo di materie prime a garanzia del capitale investito negli ETN. ETC su Commodities: istruzioni per l’uso • La maggior parte degli ETC sulle commodities investe nei futures sulle commodities e non sulle commodities fisiche. Solo alcuni di essi, legati all’oro, investono direttamente nel «fisico». • Vediamo tecnicamente come funzionano i futures sulle commodities: Prezzo Forward(t) = (Prezzo Spot + C(t)) * (1+rt) C:costo storage, r: risk free, t: tempo Quindi in assenza di shock di domanda/offerta il Prezzo Forward «tende» al Prezzo Spot dato che t 0 e C 0 con il passare del tempo • Per investire sulle materie prime tramite i futures è necessario però tenere presente anche degli shock di domanda/offerta nel breve termine che fanno oscillare il Prezzo Spot (t+n) e modificare la struttura a termine dei futures: Domanda > Offerta Prezzo Spot > Prezzi Forward Domanda < Offerta Prezzo Spot < Prezzi Forward BACKWARDATION CONTANGO ETC su Commodities: istruzioni per l’uso Curva dei futures sul WTI oggi (arancio) e 1 anno fa (verde) • La produzione di «shale oil» negli USA ha modificato la struttura a termine della curva dei futures; l’eccesso di offerta ha spinto il prezzi verso il basso, in particolare lo spot, più reattivo agli shock di domanda ed offerta. • Ricordando che: Prezzo Forward Prezzo Spot In caso di BACKWARDATION (curva verde) investendo nel future si ottiene un guadagno (roll yield positivo) In caso di: CONTANGO (curva arancio) investendo nel future si ottiene una perdita (roll yield negativo) ETC a leva: istruzioni per l’uso • Esistono alcuni ETC che permettono di prendere una esposizione a leva su indici finanziari, su commodities e valute pari ad esempio a 3x, 7x del valore del sottostante di riferimento sia di tipo long che short. • Tecnicamente questi strumenti prevedono che vi sia un ribilanciamento su base giornaliera, e quindi la performance può essere descritta come: Montante (t) = Capitale(t-1) * (1+R(t)) * L con L:leva finanziaria Che è differente da impiegare una leva «costante» sul capitale: Performance(t) = (NAV(t) * L) * (1+R(t)) • Il ribilanciamento giornaliero genera quindi un «delta» di performance che aumenta con l’aumentare di 3 variabili: 1) tempo 2) intensità e direzione delle variazioni percentuali del sottostante 3) grado di leva finanziaria • Per questo tali strumenti dovrebbero essere principalmente utilizzati per brevi orizzonti temporali e seguendo una logica «tattica» piuttosto che «strategica» ETC a leva: istruzioni per l’uso Il risultato degli ETC long e short 3x su un orizzonte di un anno… ETC: consigli per gli acquisti In procinto di acquistare/vendere ETC è sempre bene tenere presente i seguenti aspetti: • Se si tratta di ETC sulle commodities cercare di capire come è la struttura a termine dei futures e come «lavorano le diverse strategie» proposte in formato ETC per minimizzare l’effetto di roll yield negativo • Se si tratta di ETC a leva finanziaria capire il grado di leva appropriato e l’orizzonte su cui si vuole investire per non avere sorprese • Effettuare operazioni nel pomeriggio dopo le 15:30 quando la liquidità sui mercati è massima al fine di ridurre il costo del bid/ask spread (USA ed Europa sono aperte contemporaneamente) • Verificare se lo strumento è quotato a «premio» o a «sconto» rispetto al valore del suo NAV • Ricordarsi sempre che si è soggetti a rischio di credito dell’emittente dello strumento considerato 3.3 Hedge Fund Hedge – Definizione Sito Borsa Italiana, “Notizie e Finanza” Sotto la lente: Cosa è un fondo Hedge? 17 feb: “La definizione è molto difficile, vi è una miriade di stili e modalità....”. PROVIAMO A SEMPLIFICARE "Qualsiasi fondo che non sia un convenzionale fondo d'investimento"; in altri termini qualsiasi fondo che utilizzi una strategia o una serie di strategie diverse dal semplice acquisto di obbligazioni, azioni e titoli di credito e il cui scopo è il raggiungimento di un rendimento assoluto e non in relazione ad un benchmark. Il termine anglosassone "hedge" significa letteralmente copertura, protezione e, in effetti, questi fondi nascono per gestire portafogli eliminando in gran parte il rischio di mercato. La filosofia degli Hedge Fund è quella di ottenere risultati di gestione positivi indipendentemente dall'andamento dei mercati finanziari in cui operano. Come? Attraverso soprattutto lo short selling Hedge – Le origini Alfred Winslow Jones, padre fondatore degli Hedge fund (e della dicitura che oggi li identifica), per primo utilizzò sistematicamente la vendita allo scoperto non con finalità speculativa, ma per proteggere il portafoglio. Jones comprava titoli che riteneva sottovalutati e contemporaneamente vendeva allo scoperto quelli sopravvalutati, in modo da ridurre molto la volatilità del suo fondo. Inoltre, se prevedeva fasi di rialzo nei mercati, aumentava le posizioni lunghe, in caso contrario quelle corte, continuando comunque a proteggere il valore del capitale. Il fondo di Jones nel decennio '55-65 guadagnò al netto di spese, commissioni ed incentivi il 670%, a fronte del 358% messo a segno dal migliore mutual fund e del +225% dello S&P 500. Da allora questi fondi hanno raggiunto un grado di specializzazione molto più elevato. Hedge – L’ evoluzione • I Fondi speculativi non possono avere grandi dimensioni, né un universo composto da tanti diversi investitori. • Molte strategie vengono attuate con obiettivi di medio/lungo termine ed i gestori hanno bisogno di poter contare sulla costanza e certezza dal patrimonio da loro amministrato (i rimborsi anticipati sono un problema). • Per cercare di ovviare a questi problemi sono stati creati i fondi di fondi hedge, ovvero strumenti collettivi di raccolta del pubblico risparmio che investono in fondi hedge selezionati dai professionisti che organizzano i fondi di fondi. E’ così possibile: – liquidare le posizioni: sarà la SGR stessa ad occuparsi di ricollocare la quota oppure ad assumersi il rischio di ricomprarla in proprio; – ridurre il rischio: il fondo di fondi scommette su differenti gestori, quindi garantisce la protezione della diversificazione. Hedge – Come usarli La decisione di quale fondo inserire in portafoglio dipende sostanzialmente da quattro obiettivi: • target return: l’unico punto fermo è garantire un rendimento predeterminato (i fondi vengono selezionati in modo da garantire la minor volatilità possibile sato l’obiettivo); • maximum return: in questo caso si parte da un’analisi di scenario macroeconomico per selezionare le tipologie di fondi che performano meglio in determinati contesti; • dedicated strategy: in portafoglio vengono inseriti hedge fund con la medesima specializzazione in modo da garantire effetto diversificazione non nell’ambito delle strategie utilizzate, ma dei singoli gestori; • combination: in questo caso invece viene creato un cocktail di fondi molto aggressivi (che aumentano il rendimento) e fondi estremamente conservativi (che aiutano a ridurre la volatilità del portafoglio). Hedge – Le strategie • I primi hedge operavano con strategia relative value, effettuavano arbitraggi privi di rischio per sfruttare le inefficienze di mercato (risk free arbitrage). Oggi l’integrazione nei mercati, la velocità di circolazione delle informazioni ed i progressi tecnologici tendono a rendere praticamente nulli questi profitti. • Una classificazione esaustiva delle strategie risulta difficile data l’attuale numerosità. Una prima suddivisione potrebbe partire da hedge fund che adottano strategie non direzionali, cioè non legate a oscillazioni di qualche specifico mercato (arbitraggio, equity market neutral, merger arbitrage ...) e gli hedge fund che sono legati ai movimenti dei differenti mercati con strategie Macro direzionali (macro, long/short...). 4,9 0,11,38 4,58 2,84 19,08 15,03 1,7 4,71 2,16 8,13 Fonte : Hedge Fund Research (HFR) 8,36 Relative Value Equity Hedge Event Driven Fixed Income 2,03 Distressed Secur. Equity Market Neutral Merger Arbitrage Equity Non-Hedge Convertible Arbitrage Emerging Markets 24,44 Sector Short Selling Altri Hedge – Le strategie • Risk arbitrage: prendono posizioni opposte su titoli simili (stessa tipologia di strumento, stesso settore merceologico, stesso mercato servito, dimensioni e struttura societaria simile). • Arbitraggio su titoli a reddito fisso: le obbligazioni hanno una forte correlazione, ma possono aversi rendimenti molto diversi fra bond con la medesima rischiosità. • Arbitraggio statistico: attraverso un mix di posizioni lunghe e corte viene creato un portafoglio assolutamente insensibile al rischio di mercato. • Arbitraggio su convertibili: si cerca qui di sfruttare le differenze tra il valore di mercato ed il valore teorico di conversione azionaria di un titolo obbligazionario o di concambio in caso di acquisizioni (tipo Opa) con pagamento mediante titoli. Hedge – Le strategie • Event driven: i gestori scommettono sul verificarsi di un determinato evento in grado di cambiare più o meno radicalmente la valorizzazione di una società (tipicamente fusione o riorganizzazione). • Opportunistic: tendono a seguire il mercato per cavalcarne i trend. Tra questi molto utilizzate sono le strategie global macro che sfruttano le inefficienze estreme a livello globale generate da distorsioni macroeconomiche. Queste strategie sono il modo migliore per gestire fondi di grosse dimensioni e sono quelli che consentono la maggior discrezionalità ai gestori. La strategia "opportunistica" include anche i fondi long/short equity, che aprono posizioni lunghe o corte sul mercato non anticipandolo, ma seguendo il trend, come faceva Alfred Jones. • Altra categoria di fondi che tuttavia si pone a cavallo tra gli hedge fund e i fondi tradizionali è quella specializzata sui mercati emergenti. Generalmente la leva è contenuta e prevedono forti coperture contro i rischi di cambio (hedging nel senso più genuino del termine). Hedge – La storia La fiducia tradita: leva e redemptions le principali cause Effetto diversificazione Fonte: Centre for Hedge Fund Research 4. Necessità di controllo del rischio Valori di sintesi: parametri di rischio Asset Class Monetario 13.2% Azionario 18.0% Obbligazionario 68.8% Il VaR (Value at Risk) è una misura che aiuta a comprendere la perdita potenziale di un portafoglio in caso avvengano eventi di mercato “estremi” (ad es. default Lehman Brothers, crisi debito italiano, ecc.). E’ quindi una misura complementare alla Volatilità, che invece descrive movimenti nella performance di un portafoglio in condizioni di mercato “normali”. Nel nostro caso, un VaR pari a 12.72% (52,470 Eur) su un orizzonte temporale di 1 anno indica che esiste l’1% di probabilità che la perdita sia maggiore del 12.72% (52,470 Eur) qualora accadano eventi “choc” sul mercato.VaR, volatilità e cono di Ibbotson danno una misura del trade-off tra rischio-rendimento che ci si può attendere da un portafoglio. La diversificazione consiste nella riduzione della rischiosità alla presenza in portafoglio di più attività finanziarie, caratterizzate da rendimenti non perfettamente correlati (positivamente) tra loro. L’indice varia tra 0% (nessuna diversificazione) e 100% (massima diversificazione possibile): più l’indice è alto, maggiore è la riduzione del rischio e di conseguenza sono maggiori i benefici della diversificazione. Esposizione valutaria 61.7% 36.8% 1.6% EUR USD Altro Valori di sintesi: cono di Ibbotson a 1 anno 110% 108% 8.5% 106% 104% 102% 100% 98% 96% -2.4% 94% Il cono di Ibbotson è uno strumento di natura quantitativa che permette di valutare la probabilità di raggiungere certi obiettivi di investimento sotto determinate ipotesi. In particolare, si considera una distribuzione normale/gaussiana dei rendimenti a scadenza, quindi si escludono eventi estremi e imprevedibili (c.d. “di coda” o “Black Swan”). Sotto la suddetta ipotesi ci si attende che il montante a scadenza si “muova” all’interno del cono con il 66% di probabilità. La presente analisi ha puro valore indicativo, quindi non è da intendersi come garanzia di rendimento futuro. Nota: Il portafoglio è approssimato mediante una style analysis da un “portafoglio proxy” in asset class/indici di mercato. Ad ogni asset class/indice di mercato è associato un rendimento atteso stimato mediante il modello interno di Black-Litterman. Stress Test (1/2) Analisi shock di mercato * P&L Scenario Shift Tassi EUR Shift Tassi USD Spread BTP-Bund Equity Portafoglio 1 +0.50% - - - 0.57% 2 - +0.50% - - 1.77% 3 +0.50% +0.50% - - 1.83% 4 - - +0.50% - -0.42% 5 - - - -10.00% -2.80% * In ciascuno scenario si ipotizza la correlazione tra le variabili di mercato, quindi gli shock influenzano anche fattori/variabili non modificate esplicitamente Lo stress testing viene utilizzato come approccio complementare al VaR per dare un quadro più completo del profilo di rischio di portafoglio in caso di condizioni “estreme” di mercato, che si realizzano in un’unica giornata, e che quindi nell’arco della stessa vanno a modificare il valore di portafoglio. Vengono forniti 5 scenari all’interno dei quali sono sottoposte a stress le seguenti variabili di mercato: • Shift Tassi: viene ipotizzato uno spostamento (shift) parallelo della curva dei rendimenti governativa EURO e/o USD, • Spread BTP-BUND: il differenziale di rendimento tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi aumenta, anche qui nell’ipotesi di uno shift parallelo su tutte le scadenze della curva; • Equity: MSCI World, indice azionario mondiale in USD di Morgan Stanley Capital International La tabella riporta i risultati dell’analisi di stress test condotta sul portafoglio aggregato al 6 Marzo 2013. In corrispondenza degli scenari di stress, sono riportati gli effetti (in percentuale) sul controvalore di portafoglio. Disclaimer Grazie per l’attenzione “I dati e le informazioni contenuti nel presente documento sono stati specificamente selezionati per il soggetto cui la presentazione viene illustrata e non possono essere utilizzati o scorporati dal presente documento che non può pertanto i) essere riprodotto, fotocopiato o duplicato, né integralmente né parzialmente, in alcuna forma o maniera ii) nè essere in alcun modo oggetto di distribuzione o divulgazione a terzi in qualsiasi forma. La Banca non assume alcuna responsabilità circa un eventuale utilizzo dei dati, informazioni e valutazioni contenuti nel presente documento che, in ogni caso, non costituisce in alcun modo un’offerta di stipula di un contratto di investimento, una sollecitazione all'acquisto o alla vendita di qualsiasi strumento finanziario nè attività di consulenza o ricerca in materia di investimenti. Alcuni dati e informazioni contenute nel presente documenti sono stati elaborati e ricevuti da fonti esterne - puntualmente indicate – ritenute accurate ed attendibili sulla base delle informazioni attualmente disponibili”