L`altra faccia della CINA

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FESTIVAL a Milano
30-31 gennaio
e 1° febbraio
- 1° EDIZIONE -
L’ALTRA FACCIA DELLA
CINA
“… per conoscere quello che ancora non si sa
e per comprendere quello che già si conosce …”
Organizzato in collaborazione dei: The World Community of I.C.&T.D.
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EVENTO
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1° Edizione del Festival della CINA: “per conoscere quello che
ancora non si sa e per comprendere quello che già si
conosce”
Contenuto Cartella Stampa
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- Arriva “Il Festival”
- Conoscere la CINA: la sua storia:
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Gli eventi
I workshop
Le mostre
Le conferenze
Il Programma della manifestazione
Scheda della manifestazione
CD di presentazione
• Dove trovare, in 3 giorni, tutta la magia e il fascino dell’universo
Cina. Come conoscere e incontrare i protagonisti di una cultura e di
una filosofia millenaria che con le sue danze, i suoi sapori, i suoi riti
e la spiritualità, la disciplina, irresistibilmente ha affascinato dal
medioevo ai nostri giorni.
• Da Venerdì a Domenica l’appuntamento con un evento unico nel
suo genere: “L’altra faccia della CINA: per conoscere quello
che ancora non si sa e per comprendere quello che
già si conosce” la sola manifestazione in Italia interamente
dedicata alla scoperta del favoloso universo cinese, che oggi si
presenta a noi in una veste controversa e per far vivere,
l’incantesimo dell’Estremo Oriente, della Grande Muraglia, delle arti
marziali, alle persone innamorate dei misteri della mente.
• La variegata cucina, il massaggio cinese, l’artigianato, gli spettacoli,
le coinvolgenti abilità delle acrobazie, la danza e musica cinese.
• Senza dimenticare il Cinema, le festività: il capodanno cinese con
l’immancabile DRAGO simbolo di potenza, spiritualità e
rinnovamento…..
Organizzazione di …………..
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La Prima edizione è prestigiosa e ricca di colpi di scena.
Organizzata in collaborazione con Emy Blesio presidente della The World
Community of I.C.& T.D. già Direttrice Artistica del Festival dell’India
organizzato al Forum d’Assago, Milano, che ha avuto 35.000 presenze
(nelle quattro edizioni complessivamente più di 100.000 visitatori)
Gli ospiti del Festival possono inoltre ammirare le coinvolgenti esibizioni dei
ballerini della Repubblica Popolare Cinese con le loro incredibili evoluzioni,
dei monaci Shaolin che propongono le origini del kung fu, la musica classica
proposta da giovanissimi Maestri e interpreti e altrettanto giovanissimi
autori.
Durante le tre giornate della manifestazione, gli spazi espositivi ospitano
esposizioni artigianali, dove sono esposti prodotti tipici, in un’atmosfera
suggestiva di danze e musiche, di proiezioni inedite e performance artistiche, di
spazi dedicati al benessere, alla luce delle tradizionali lampade cinesi.
I visitatori sono coinvolti dagli spettacoli, concerti, esibizioni acrobatiche con
torce infuocate, workshops di massaggio e lezioni di danza e di yoga, massaggi
Degustazione rituale del Té, ecc.
Orari d’apertura
Venerdì
dalle ore 18.00 alle ore 23.00
Sabato
dalle ore 10.00 alle ore24.00
Domenica
dalle ore 10.00 alle ore
24.00.
Spazi espositivi
RIPARTIZIONE:
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SALA RECEPTION e per Itinerario n.1: “Conoscere la Cina”
SALACONFERENZE
SALE WORKSHOPS
SALE BOTTEGHE ARTIGIANALI E RISTORAZIONE
TEATRO PER SPETTACOLI E TAVOLE ROTONDE
SALE DEL BENESSERE
PICCOLE SALETTE PER MASSAGGI
SALE PER ESPOSIZIONI e Itinerario n.2: “La Cerimonia del Tè”
SALA PER ACCOGLIERE LE SCUOLE per Itinerario n.3: “La
scrittura meditativa… alla ricerca del Sé”
SALA PER PROIEZIONI
ITINERARIO n.1
CONOSCERE LA CINA
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Pannelli con scritte e fotografie illustranti la Storia
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La Cina è stata abitata dall'uomo fin da tempi antichissimi: i resti umani ritrovati e classificati come specie
ominide a sé (Sinanthropus pekinensis o uomo di Pechino) risalgono a circa 500.000 anni fa. La società
cinese passò da matriarcale (10.000 anni fa) a patriarcale (5.000 a. C.) sviluppando l'agricoltura e
l'artigianato. Di questo periodo non abbiamo fonti storiche al di fuori di miti e leggende tramandate
oralmente: le tre grandi figure di questi miti sono Huang Di, l'Imperatore Giallo, il primo a unificare la
Cina, Lei Zu, sua moglie, che introdusse il baco da seta, e Yu il Grande (2205-2197 a.C.) che introdusse
l'uso delle armi di bronzo e la dinastia Xia, la prima della storia nazionale. Successivamente ci fu l’epoca
dei regni combattenti conclusa con l’unificazione di tutta la Cina nel 221 a.C. con la fondazione della
dinastia Qin. Da qui in poi la storia cinese si identifica con l'impero Han, seguito da varie dinastie ufficiali,
fino allo scoppio della Guerra dell'oppio fra Cina e Inghilterra, aprendo il periodo delle concessioni agli
stranieri.
Dopo un secolo di rivolte e turbolenze, sedate con l'aiuto di potenze europee e del Giappone, l’autorità
imperiale si indebolì sempre di più e nel dicembre 1911, a Nanchino viene proclamata la Repubblica,
ponendo fine al Celeste Impero.
Due guerre civili fra nazionalisti e comunisti (1927-1937 e 1945-1949) e l'invasione giapponese (19371945) termineranno con la proclamazione della Repubblica Popolare Cinese di Mao Zedong il primo
ottobre 1949.
Nella seconda metà del Novecento, si afferma una linea economica che inizialmente segue il modello
sovietico e poi tenta un percorso alternativo che porterà al disastro del Grande balzo in avanti. La terribile
carestia, la repressione, i lavori forzati e la Rivoluzione Culturale in cui furono protagoniste le Guardie
Rosse, provocheranno decine di milioni di morti.
Dopo le diverse carestie nel Paese, gli scontri politici interni del Partito, si afferma Deng Xiaoping, che
riorganizza l'economia cinese, favorendo il riconoscimento costituzionale della proprietà privata e
l'apertura del mercato ad investimenti esteri.
Le proteste di Tien An Men, non fermano la politica del Partito Comunista, che dopo il ritorno di Hong
Kong e Macao, porta l'economia cinese ai primi posti del globo
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CONOSCERE LA CINA
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(ITINERARIO N.1).
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La prima unificazione
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La prima dinastia di imperatori cinesi è la dinastia Xia, fondata dal Grande Yu che lasciò
il trono al figlio Qin e ai suoi discendenti, nel 2200 a.C.: l'ultimo Xia fu Jie, che venne
detronizzato dai fondatori della successiva dinastia Shang nel 1766 a.C. Durante
quest'ultima nascono i primi pittogrammi, incisioni su dorsi di tartaruga a scopo augurale
e divinatorio, che in seguito divennero gli ideogrammi della scrittura cinese: questa venne
poi codificata durante il regno della dinastia successiva, gli Zhou, che regnarono dal 1122
a.C. al 770 a.C. In questo periodo il regno è sempre più diviso e iniziano le prime lotte fra
province, che si accentua durante il periodo Chunqiu (Primavere e Autunni) 770-476 a.C.,
che segna l'ingresso della cina nell’età del ferro: in questo periodo nasce e insegna
Confucio. Alla fine la litigiosità dei principi locali smembra il regno degli Zhou e si apre il
periodo dei Regni Combattenti, in cui la Cina è frammentata in una decina di regni in
perenne lotta fra di loro. In realtà, anche se queste dinastie sono incluse tra quelle
imperiali, fino al 221 a.C. l'Impero Cinese propriamente detto non esiste, poiché questi
regni non estendono il loro controllo se non che una parte della Cina. Inoltre i poteri
locali sono ancora molto forti e l'economia è basata sulla schiavitù, un po' come succede
nell'Impero Romano. Sarà lo stesso primo imperatore della dinastia Qin che unificherà la
Cina a inventare un nuovo titolo, Huangdi, per designare una forma più alta di autorità e
potere: quello dell'Imperatore di tutta la Cina.
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• La Cina nel periodo dell'impero
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Nel 221 a.c. Ying Zheng, re dello stato di Qin, nell'odierna provincia dello Shaanxi,
unifica definitivamente la Cina e nominandosi In Shihuangdi, cioè "primo augusto
imperatore di Qin", fonda la prima dinastia imperiale moderna, la dinastia Qin, che dura
solamente undici anni. In questo periodo inizia la costruzione della Grande Muraglia,
vengono unificate le unità di misura e la lunghezza dell'asse dei carri. Viene codificata per
la prima volta la scrittura cinese, ad opera del primo ministro Li Si, che pubblica il primo
catalogo ufficiale con 3.300 caratteri.
CONOSCERE LA CINA
Continua…
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Dopo un periodo di turbolenza seguito alla caduta dei Qin, si consolida il potere della
dinastia Han, che regna per circa quattro secoli, fino al 220 d.C.: sotto la dinastia
Han si apre la via della seta e inizia il commercio con le province romane d'oriente.
L'impero comincia ad espandersi nell'Asia continentale, mentre il confucianesimo si
afferma come ideologia della classe dirigente cinese. Viene inventata la carta, nel 105 a.C.
Al cadere della dinastia Han, l'impero si spezza di nuovo in tre stati
(periodo dei Tre Regni, 220-265): regno Wei a nord, regno Shu nell'attuale provincia del Sichuan e il regno Wu a sud. la
divisione è favorita dall'introduzione del Buddhismo.
Segue la dinastia Jin denominata "occidentale" nel periodo tra il 265 e il 316, durante la quale si verifica una riunificazione
per un breve periodo, e "orientale" nel periodo tra il 317 e il 420 che vede Nanchino come capitale; dal 420 al 589 circa la
Cina resta divisa tra le dinastie del Nord e del Sud, una nuova riunificazione avviene sotto la Dinastia Sui 581- 618 durante la
quale la capitale diventa Xi'an; succede la Dinastia Tang dal 618 al 907, uno dei periodi di massima fioritura della cultura
cinese, mentre il periodo dal 907 al 960, detto "delle Cinque Dinastie e Dieci Regni", porta alla Dinastia Song dal 960 al 1279.
Tra il periodo Tang e quello Song viene inventata la polvere da sparo, la stampa e la bussola.
Il periodo successivo è segnato dall'invasione dei Mongoli sotto la guida di Gengis Khan e dei suoi discendenti, i quali
liquidano la dinastia Song e fondano con Kublai Khan la dinastia Yuan dal 1279 al 1366, all'inizio della quale risalgono i
viaggi di Marco Polo in Cina. Inizialmente la Cina fa parte dello sterminato Impero Mongolo e Kublai Khan era al tempo
stesso sovrano di entrambe le entità territoriali; con la frammentazione dei vari Khanati, la dinastia Yuan si limita a governare
la Cina. Il dominio mongolo è caratterizzato da una grave crisi demografica e gli invasori faticano a integrarsi con i vinti fino
a che una rivolta popolare porta alla cacciata dei Mongoli ed alla fondazione di una nuova dinastia nazionale, la dinastia
Ming dal 1368 al 1644.
In seguito alla crisi dei Ming, i Manciù invadono la Cina e la conquistano fondando la Dinastia Oing dal 1644 al 1911, la
quale porta l'Impero alla massima estensione territoriale ma lentamente entra in crisi. Ad aggravare la crisi è l'intrusione
delle potenze imperialistiche europee, in particolare dell'Inghilterra, la quale scatena le Guerre dell'Oppio. Interi territori
finiscono sotto l'influenza degli europei e dei giapponesi e la crisi dell'Impero si fa irreversibile. Tutto ciò si conclude con
l'abdicazione del giovane Pu Yi[5], il 12 febbraio 1912.
Diversi furono i tentativi di modernizzazione in questo periodo: mentre in Giappone questo aveva successo, in Cina fu represso
dopo la morte dell'imperatore Kuang-Hsiü, padre dell'ultimo imperatore. Anche l'occidentalizzazione della Cina, tentata più
volte dagli europei a partire dal XVII secolo e culminata con l'irruzione coloniale dalla seconda metà del secolo XIX, è stata
assorbita e trasformata nel corso del XX secolo in una singolare forma di comunismo nazionale, uno dei fattori dominanti
nella scena internazionale del secondo dopoguerra, facendo dell'antico "Impero di Mezzo" uno dei poli della politica
mondiale anche nell'era post-comunista.
2° itinerario: La STORIA del Té
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Qualunque ne sia la varietà, l’origine del tè è in Cina e, se la leggenda la
attribuisce a una casuale scoperta del divino Shen Nong, sovrano mitico
e padre dell’agricoltura (2737-2697 a.C.), i buddhisti preferiscono
raccontare che sia stato Bodhidharma, il monaco indiano che
introdusse la forma del buddhismo zen in Cina, a dare origine alla
prima piantina di tè. Si narra che egli si asportò un giorno le palpebre
per punirsi di essersi addormentato durante la meditazione: nel punto
in cui le palpebre caddero in terra, vi nacque la prima pianticella del tè
, le cui foglie hanno infatti la forma di una palpebra e il cui infuso
rappresenta da allora un aiuto ai monaci per vegliare nelle lunghe ore
notturne della meditazione.Per quanto suggestivi possano essere le
leggende sulla nascita del tè e associati allo spirito di degustazione
dell’infuso, più fondate appaiono le teorie basate sullo studio
dell’onomastica del tè nel corso della storia.
Il più antico termine attribuito al tè è il carattere tu, assai simile al
carattere cha, in adozione oggi, ma con un trattino orizzontale in più
nella forma grafica. Il carattere tu risale già ai tempi di Confucio (VI
secolo circa a.C.) e nelle fonti indica un’erba offerta in occasione di
cerimonie funebri.
Nel periodo delle Dinastie del Nord e del Sud (386-589 d.C.), l’abitudine
di bere il tè si diffuse poi rapidamente nella Cina meridionale e,
successivamente e più lentamente, anche nelle regioni settentrionali.
Fu soltanto in epoca Tang (618-906 d.C.), però, che l’abitudine del
consumo del tè si diffuse in tutto il paese, entrando a far parte dei
costumi del popolo cinese e potendosi annoverare tra le sue arti,
insieme alla pittura, calligrafia, poesia o weiqi (scacchi).
Fu in questo periodo infatti, a cavallo dell’VIII secolo, che Lu Yu
scrisse il "Canone del tè", il più antico e il più importante trattato al
mondo sulla coltivazione, preparazione e degustazione del tè.
Continua…
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La STORIA del Té
Durante la dinastia Tang, si stimava che il tè migliore provenisse
dai giardini di Yangxian, un’area montuosa situata tra le attuali
province costiere dello Zhejiang e dello Jiangsu: con la definizione
di "giardini da tè" non si indicano per l’appunto luoghi all’aperto
riservati alla degustazione del tè, ma i luoghi di coltivazione e così
gran parte di questa regione fu in quel periodo destinata alla
piantagioni da tè.
Quando verso la fine dell’VIII secolo un messo imperiale,
incaricato di ispezionare quelle zone, ne spedì a corte una quantità
di mille once, questa, per tutta risposta, ne richiese una fornitura
annuale.
Nacque così la pratica del "tributo del tè", che ebbe per molti
secoli fondamentale importanza nella economia agricola cinese.
Oltre trentamila persone, entro la fine dell’VIII secolo, erano
impegnate, per un periodo di trenta giorni all’anno, nella raccolta
e nella essiccazione del tè destinato al tributo imperiale.
Scelto un giorno propizio della terza luna del calendario lunare
(approssimativamente nel mese di aprile), i funzionari addetti al
controllo del tributo del tè offrivano sacrifici alle divinità di
montagna, riunendosi sulle pendici del monte Meiling; quindi, alle
prime luci dell’alba, iniziava la raccolta. Il tè infatti avrebbe
conservato la sua fragranza solo se raccolto quando fosse stato
ancora ricoperto di rugiada del mattino: migliaia di raccoglitrici,
guidate dal suono dei tamburi e dei piatti, indossando ben visibili
contrassegni di riconoscimento perché nessun ladro potesse
confondersi in mezzo a questo esercito, lavoravano nelle ore gelate
del mattino, spigolando con le unghie i teneri germogli, in modo da
evitare qualsiasi contaminazione delle foglie con il calore o il
sudore delle dita.
Continua…
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La STORIA del Té
La raccolta si interrompeva a mezzogiorno, mentre la restante parte del giorno sarebbe
stata interamente dedicata alle operazioni di essiccazione in un forno speciale e alla
polverizzazione delle foglie, dalle quali infatti si otteneva una pasta che, collocata negli
appositi stampi, sarebbe divenuta quindi dura e compatta come una focaccetta, forma nella
quale il tè veniva allora impacchettato e spedito.
Fiorita così in epoca Tang, l’arte del tè raggiunse nuove glorie con l’imperatore Huizong dei
Song settentrionali (960-1127), al quale si deve una delle opere letterarie sul tè, il Daguan
Chalun o Trattato del tè.
La varietà più pregiata fu chiamata in questo periodo beiyuan, dal nome del più celebre dei
quarantasei giardini imperiali riservati alla coltivazione e lavorazione del tè, dotato
ciascuno dei propri forni e delle proprie attrezzature per l’essiccazione e il trattamento
termico delle foglie.
Le case da tè avevano allargato intanto la loro popolarità, e non solo tra i ceti benestanti,
così andavano differenziandosi per la qualità
e il numero di servizi, a seconda della località nella
quale sorgevano o della clientela cui si rivolgevano:
le più lussuose si distinguevano per il pregio degli
arredi, per la presenza di pini e cipressi nani
(allora particolarmente in voga), per l’esposizione
di preziose opere di calligrafi, per il tè servito nella
porcellana più trasparente su vassoi di lacca pregiata.
Nelle città, anche al di fuori delle case da tè, l’infuso
campeggiava sovrano nelle abitudini dei Cinesi: se ne
bevevano enormi quantità e il tè sostituiva l’acqua, anche
al di fuori del pasto, come d’altronde avviene ancor oggi
nel costume nazionale.
Continua…
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La STORIA del Té
Dopo gli anni del periodo mongolo, designato con il nome cinese di Yuan (1277-1367), a
partire dall’epoca della dinastia Ming (1368-1644) si diffuse l’uso della conservazione del tè
sfuso, in foglie piuttosto che in panetti compressi, e tale abitudine si è di fatto mantenuta fino
ai giorni nostri.
Intanto, la richiesta di tè da parte delle popolazioni di confine, già forte e pressante in epoca
Song, si era fatta addirittura massiccia: l’Ufficio responsabile del baratto del tè con i cavalli
mongoli era stato posto sotto il controllo delle più importanti gerarchie dell’esercito.
Fu in questo periodo che il tè giunse in Europa.
A partire dalla seconda metà del XVI secolo, i Portoghesi, ottenuta in concessione la penisola
di Macao, intrapresero fiorenti traffici e portarono alla corte di Giovanni IV, tra le altre
preziose mercanzie, anche le prime modeste quantità di tè.
Fu però la Compagnia olandese delle Indie orientali a dare avvio nell’anno 1610 alla prima
vera e propria attività di importazione del tè.
Solo un secolo più tardi la Compagnia britannica delle Indie orientali ne seguì le orme, per
soddisfare la richiesta del mercato inglese e nel XIX secolo anche quello francese e tedesco.
Nel Seicento insieme ai pionieri olandesi, gli zar di Russia avevano mostrato un equivalente
interesse commerciale per il tè: fu con il regno di Pietro il Grande (1672-1725) che le preziose
foglioline giunsero nei paesi scandinavi e nell’impero asburgico.
Il carattere cinese usato per il tè si pronuncia chà , ma in alcuni dialetti delle aree costiere
cambia in tei: da ciò proviene la differente denominazione di cha o chai assunta in Russia,
nell’Asia centrale e in India, dove il tè giungeva infatti via terra, rispetto alla denominazione
di tè o tea nell’Europa occidentale, dove le spedizioni di tè giungevano attraverso porti della
Cina sud-orientale.
In Cina intanto veniva abolita la vecchia tassa sul tè: esso era diventato tanto necessario alla
popolazione quanto altri generi di prima necessità e si annoverava ormai tra questi insieme
all’olio, sale, legna, riso, salsa di soia e aceto.
Se dunque la Cina ha dettato per prima le regole di degustazione, tuttavia il tè, diffondendosi
nel mondo, ha vissuto la sua storia originale e indipendente, assumendo il gusto che popoli
differenti gli hanno di volta in volta conferito seguendo le proprie preferenze. Parte del blog "Insieme a tè" ~
Scritto da Acilia | PERMALINK |
ITINERARIO N.3: La scrittura
meditativa… alla ricerca del Sé
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Secondo la leggenda, nell’antichità un tale chiamato Cang Jie,
guardando in alto il sole, la luna e le stelle e in basso i monti, i
fiumi, gli uccelli e gli animali, prese a raffigurarli, creando
diverse forme: così nacquero i caratteri Han ed infine l’arte della
calligrafia cinese.
Nella sua lunga evoluzione, la calligrafia cinese si è sviluppata
gradualmente da forme pittografiche a linee e strutture astratte.
Anche la forma degli ideogrammi ha conosciuto numerosi
cambiamenti: dai "Jia Gu Wen", iscrizioni su ossa o corazze di
tartaruga, ai "Jin Wen", incisioni su bronzo, al "Da Zhuan",
grandi caratteri da sigillo, al "Xiao Zhuan", piccoli caratteri da
sigillo, al "Li Shu", scrittura ufficiale, al "Kai Shu", scrittura
standard, e al "Xing Shu" e " Cao Shu", corsivo.
I Jia Gu Wen, iscrizioni su ossa o corazze di tartaruga, la più
antica forma di calligrafia cinese conservata fino ad oggi,
risalgono ad oltre 3700 anni fa.
I Jin Wen sono iscrizioni incise sulle campane e su recipienti di
bronzo risalenti al tardo periodo Shang e all’epoca Zhou (dall’11°
secolo al 256 a.C.). Si chiamano anche "Zhong Ding Wen", ossia
"caratteri delle campane e dei tripodi". Il "Da Zhuan" nacque in
epoca Zhou.
Dopo l’unificazione della Cina nel 221 a.C. il primo imperatore
Qin Shihuang unificò anche i caratteri, sostituendo i "Da Zhuan",
grandi caratteri da sigillo, con i "Xiao Zhuan", piccoli caratteri
da sigillo. La scrittura "Xiao Zhuan" derivata da "Da Zhuan" è
squadrata, regolare e chiara.
Li Shu, o scrittura ufficiale, nacque in epoca Qin. In epoca Han
(206 a.C.– 220 d.C.) diventò la scrittura ufficiale del paese. Poichè
allora la calligrafia era uno dei criteri di scelta dei funzionari, il
suo studio diventò molto comune in tutta la società. La
maturazione del Li Shu arrecò per la prima volta un
cambiamento sostanziale degli ideogrammi cinesi, ponendo fine
alla scrittura verticale e rettangolare e creando la scrittura
orizzontale piatto-quadrangolare di oggi.
Continua.... LA SCRITTURA
MEDITATIVA… “alla ricerca del Sé”
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Kai Shu, o scrittura standard, chiamata anche Zhen Shu, nacque
nell’epoca Han Occidentale e maturò negli ultimi tempi degli Han
Orientali. Ha già 2100 anni di storia. Ancora oggi il Li Shu è la
scrittura standard degli ideogrammi cinesi Han.
Il corsivo Xing Shu nacque nel tardo periodo degli Han Orientali. E’
una scrittura a metà strada tra il Kai Shu e il corsivo Jin Cao e ha
assorbito i punti migliori del Kai Shu e del corsivo. I caratteri di questa
scrittura sono chiari, facilmente comprensibili e si scrivono
leggermente.
Il corsivo Cao Shu, in genere, sin dalla nascita degli ideogrammi Han,
venne compreso nei diversi tipi di scrittura. In epoca Han, il Cao Shu
diventò un tipo speciale di scrittura. Esistono tre tipi di Cao Shu:
Zhang Cao, Jin Cao e Kuang Cao.
La scrittura cinese appare come un sistema di scrittura pienamente
sviluppato nella seconda parte della dinastia Shang (14°-11° sec.
a.C.). Da questo periodo abbiamo numerosi esempi di scrittura su
ossa e gusci di tartaruga, per la maggior parte in forma di brevi testi
divinatori. Dello stesso periodo esiste anche un certo numero di
iscrizioni su recipienti di bronzo di vario tipo. Il primo tipo di scrittura è
conosciuto come scrittura su ossa oracolari, il secondo come scrittura
su bronzi. La scrittura di questo periodo è già pienamente sviluppata,
capace di testimoniare la lingua cinese ….
La scrittura cinese venne adottata dalla Corea nel IV secolo d.C. e
dal Giappone,dall'Annam nel VII secoloCome la pittura, la calligragia
cinese è riconosciuta in tutto il mondo come una vera e propria forma
d'arte, conuna indiscutibile qualità estetica... Un libro di grande valore
che nasce dalla passione e dalla esperienza artistica di un famoso
pittore e calligrafo e che ci permette di avvicinarci all'affascinante
mistero degli ideogrammi della lingua cinese. Secondo la tradizione la
scrittura cinese è strettamente legata al mondo naturale, da cui
avrebbe avuto origine. Al di là delle leggende sulla sua genesi, si può
considerare che la scrittura abbia alla propria base la formula
principale della filosofia cinese, che può essere individuata
nell'armonia tra il Cielo e l'Uomo: (in cinese Tian ren he yi).
Il Buddhismo
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Al pari del Cristianesimo e dell'Islam, il Buddismo, nato come una
grande "eresia" del Brahmanesimo, si è sviluppato come dottrina
universale del riscatto dal dolore e della salvezza, nel lungo periodo di
tempo che ha visto sorgere, affermarsi e decadere il sistema sociale
basato sulla schiavitù, tra il sec. VI a.C. e l'VII d.C.
Oggi è praticamente la quarta comunità religiosa mondiale, dopo
Cristianesimo, Islam e Induismo, e conta almeno 3-400 milioni di
seguaci.
Il periodo storico che ha caratterizzato questa prima religione veramente
universale è stato ricchissimo di fermenti culturali mondiali. Fra l'VIII e
il VI sec. a.C. sono accaduti dei veri terremoti spirituali in tutte le
civiltà superiori, dal bacino del Mediterraneo alla Cina.
Prendendo come punto di riferimento l'Illuminazione di Siddartha
Gotama (circa 523 a.C.), abbiamo che in Grecia tramontano le antiche
monarchie di origine sacrale e si sviluppa la filosofia di Pitagora da
Samo, Eraclito da Efeso e quella degli Eleati. In Cina, ove insegnano
Confucio e Lao Tsu, si estingue l'idealizzato periodo di "Primavere e
Autunni". In Persia domina la religione di Zarathustra. A Roma crolla la
monarchia. Nel Vicino Oriente declinano le civiltà teocratiche come
quella egizia e assiro-babilonese.
In pratica gli uomini abbandonano progressivamente il primato
dell'intelligenza intuitiva e ispirativa, e tendono a sviluppare
l'intelligenza logico-discorsiva. Lo schiavismo ha bisogno di basi più
solide per essere giustificato o, quanto meno, tollerato.
Questa nuova intelligenza delle cose cerca la verità delle cose
nell'interiorità dell'essere umano o in un mondo visto con occhi più
disincantati, con una mente meno disponibile a credere in spiegazioni
mistiche o in tradizioni arcane.
Più in particolare si deve dire che il Buddismo conseguì un immediato
successo perché nell'India del VI a.C. la religione brahmanica non solo
esprimeva interessi meramente di casta, ma anche perché i sacerdoti, da
mediatori tra uomini e divinità, avevano esaltato l'atto di mediazione, il
rito, come atto assoluto, facendo dipendere la salvezza da un ritualismo
alquanto formale e complicato.
Mostre: Le arti visive
• Pittura Mitologica Cinese:
Dipinti tradizionali
• Itinerario culturale:
Marco Polo
• Mostra fotografica:
Atmosfere antiche e moderne
Le ARTI ESPRESSIVE
• RITUALI
• LE DANZE
(classiche,
moderne, folk)
• MOSTRE
• FILM DOCUMENTARI
Le ARTI ESPRESSIVE:
IL TEATRO
• Il teatro cinese ha origini
antichissime. Fino
all'introduzione in Cina dei
generi teatrali occidentali, alla
fine del XIX secolo, il teatro
cinese ha in gran parte coinciso
con la cosiddetta opera cinese,
che si è sviluppata in una
miriade di generi diffusi nelle
varie province della Cina. Altre
forme tradizionali di spettacolo
sono le ombre cinesi e il teatro di
marionette e burattini.
Le DIMOSTRAZIONI
per BAMBINI e ADULTI
Per rendere ancor più unica e
speciale l’esperienza
dell’universo cinese, si propone
al pubblico una dimostrazione di
arti marziali, di danza e di
abilità, tradizioni ricche di
fascino di questo Paese.
Un’esperienza preziosa per chi
vuole avvicinarsi a un mondo
fatto di antica saggezza e
spiritualità.
Lo YOGA
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Lo Yoga (dalla radice sanscrita Yuj, "aggiogare, unire")
è un antichissimo e complesso sistema di conoscenze,
frutto prezioso della plurimillenaria cultura indiana e
che è stata la base delle arti marziali cinesi.
Servendosi di una vasta scelta di tecniche, lo Yoga
promuove e rende possibile l'integrazione dei vari
piani dell'esistenza umana,
Gli esercizi Yoga hanno dunque il compito di
equilibrare e dominare le forze contrapposte del nostro
organismo.
Con la pratica regolare e costante sentiamo affiorare in
noi benessere, calma e lucidita mentale. Si sviluppa un
atteggiamento di maggiore responsabilità e centratura,
per affrontare al meglio le prove e le sfide della vita
quotidiana.
Lavorando sul piano psico-emozionale, il praticante di
Yoga riesce a definire meglio il proprio cammino
esistenziale, servendosi di insegnamenti spirituali
universali e divenuti nel tempo patrimonio comune
dell'umanità. Le TECNICHE DELLO YOGA servono ad
armonizzare il sistema corpo-energia-mente, e
lasciano scaturire nel praticante forza, determinazione,
chiarezza di idee.
L'esecuzione di asana si accompagna a un senso di
benessere e di stabilità
.
Spazio BENESSERE
• TRATTAMENTI
• MASSAGGI
• NUOVE
RICERCHE
• LA CUCINA
La medicina
e il massaggio in Cina
Il Massaggio Cinese è una delle pratiche più diffuse
in Cina e le numerosissime indicazioni che
permettono di curare senza ricorrere agli aghi o ai
rimedi farmacologici sono il motivo della
larghissima diffusione nel tessuto popolare cinese.
Tuttavia, in Occidente, solo da qualche anno
questa pratica terapeutica ha conosciuto la giusta
enfatizzazione probabilmente perché è
maggiormente sentita, nella popolazione
occidentale, la necessità di essere curati con
sistemi non invasivi che si occupino dell'intera
persona, anche laddove le mani sembrano non
andare (psiche, sentimenti).
Di massaggio si parla già nella prima opera di
Medicina Cinese universalmente conosciuta, il
Huang Di Nei Jing, successivamente molte altre
opere trattano estesamente di Massaggio.
Il massaggio cinese fonda le sue radici nell’antica
medicina ayurvedica indiana
La Lettura dei Ching (i King)
Libro dei Mutamenti
con Yuko Tamei
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Sacre Scritture Taoiste
Canone taoista - La Via e la Virtù - Il Vuoto Perfetto
Il libro di Zhuang - I Mutamenti
I CHING o KING è il Libro dei mutamenti, conosciuto
anche come Zhou o I Mutamenti (della dinastia)
Zhou è ritenuto il primo dei testi classici cinesi sin dalla
nascita dell‘impero cinese (II secolo a.C.). È
sopravissuto alla distruzione delle biblioteche operata
dal "primo imperatore", Qin Shi Huang Di .
Lo Yi Jing è diviso in due porzioni, jing o 'classico' e
zhuan o 'commentario', composti in momenti differenti
ma tramandati come testo unico da due millenni circa.
La porzione jing è composta da sessantaquattro unità,
ognuna basata su un esagramma (gua) composto di
sei linee che sono o continue (---) rappresentanti il
principio yang o interrotte (- -) rappresentanti il principio
yin.
Considerato da Confucio libro di saggezza è utilizzato
principalmente a scopo divinatorio.
I Workshops
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SHIATSU
YOGA
TAI CHI
DANZA
MUSICA
CUCINA CINESE
SHAOLIN
La Musica classica cinese
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La musica indiana è il più complicato sistema armonico
del mondo con una struttura melodica e ritmica assai
sviluppata.
Un sistema che comprende elaborati ritmi, dalle
sfaccettature delicatissime e microtoni insoliti che sono
caratteristici della musica indiana.
Originariamente era tramandata di generazione in
generazione per trasmissione orale e solo più tardi si
giunse alla trascrizione.
La musica indiana è strettamente legata alla tradizione
vedica: già nell’epoca del SamaVeda (uno dei quattro
Veda, le sacre scritture più antiche) si menziona una
scala di otto note.
Mentre nel nord la musica indiana avvertì
contaminazioni persiane e arabe (il canto hindustano
utilizza le lingue hindi, urdu o sanscrito), nel sud rimase
fedele alla tradizione senza influenze esterne e fu
chiamata carnatica (il canto carnatico è prevalentemente
di lingua tamil).Carnatico in tamil significa antico,
tradizionale.
1- SPETTACOLI COMPLETI - FESTA DI
CAPODANNO CINESE
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LA FESTA DI PRIMAVERA O CAPODANNO
CINESE
La festa di primavera o capodanno cinese coincide
con l'inizio del calendario lunare. E' il giorno della
seconda luna nuova dopo il solstizio d'inverno. Nel
calendario occidentale cade tra il 21 gennaio e il 20
febbraio. In questo giorno i cinesi vogliono
esprimere il ringraziamento per l'anno trascorso e il
desiderio di vivere un anno felice. Ringraziano i loro
antenati per tutto ciò che hanno avuto di buono
nell'anno passato. E' il giorno delle riunioni familiari
e dei grandi banchetti. Nei giorni precedenti, nelle
case cinesi, c'è un gran daffare per preparare la festa.
Tutta la casa viene pulita e riordinata, ma particolare
attenzione si ha per la cucina. Scope, coltelli e cose
acuminate vengono tenute nascoste fino al giorno
successivo al capodanno, perché si crede che questi
oggetti portino sfortuna. Strisce di carta o di seta
rossa sono appese alle porte sia all'interno sia
all'esterno. I fiori sono disposti in tutta la casa perché
simboleggiano prosperità e felicità. Alla veglia del
capodanno le famiglie si riuniscono. Gli adulti e i
bambini stanno alzati tutta la notte perché è credenza
che stare in piedi a lungo porti lunga vita ai genitori.
A mezzanotte si offre il cibo agli antenati e si fanno
scoppiare petardi e fuochi d'artificio per spaventare e
far fuggire gli spiriti maligni. E' tradizione portare
per le strade il drago. Il drago appartiene alla
mitologia cinese. E' una creatura benevola che
simboleggia la longevità, la prosperità e la pioggia.
2- SPETTACOLO SERALE
“Dall’India alla
Cina sui passi di
Bodhidharma
Con i Cavalieri
del Vento”
Yoga, Arte marziale
indiana e Shaolin. Il
monaco Bodhidharma porta la
scienza dello Yoga e dell’arte
marziale antica indiana
(Kalaripayattu) al tempio
cinese di Shaolin e qui si
evolve nello Shaolin Kung fu
dei “cavaliei del vento”
3 - SPETTACOLI COMPLETI
LE DANZE e LE ABILITÀ
Gli antichi cinesi scelsero la danza come forma d’arte per esprimere la devozione verso il Cielo e il
divino, per esprimere il valore della vita e dell’universo e per lodare la virtù e la gentilezza.
Introduzione alla Danza Classica Cinese
La danza classica cinese può essere divisa in due categorie generali: la danza classica e la danza
popolare. La danza classica cinese è particolarmente ricca nel suo vocabolario. Avendo assunto
forme diverse in ciascuna delle dinastie storiche, la danza classica cinese ha assorbito elementi
da ogni area della cultura cinese, includendo anche le arti marziali e la spiritualità.
Storia della Danza Classica Cinese
La danza cinese risale a più di 5.000 anni fa, alle danze delle corti imperiali della cultura semidivina delle dinastie Zhou, Tang e Song. In ciascun periodo, i caratteri nazionali furono espressi
attraverso la danza, incorporando anche movimenti influenzati da storie popolari, da figure storiche
e da leggende e miti classici e esprimendo il rispetto della società verso la moralità, la
compassione, la lealtà, la saggezza e la fiducia.
Per secoli, la danza classica cinese si è trasmessa soprattutto tra le persone comuni. Dopo il 1919
tuttavia, alcuni artisti sentirono di avere la responsabilità di documentare sistematicamente la
danza cinese, e così cominciarono l’insegnamento formale della danza classica cinese.
Caratteristiche della Danza Classica Cinese
• Enfasi sullo spirito: perché la cultura cinese è generalmente considerata “semi-divina”? E in che
cosa la danza classica cinese è differente dal balletto occidentale? Ciò che contraddistingue la
danza classica cinese è il fatto che, invece di focalizzarsi sulla bellezza del lato della superficie
umana, enfatizza lo spirito del soggetto, il suo fascino, i suoi significati interiori. Ogni danza e ogni
ballerino ha per questo un fascino differente. Due ballerini che eseguono gli stessi movimenti
risulteranno essere completamente differenti, perché ogni movimento riflette il carattere interiore
del ballerino.
• Tecniche molto ricche: essendosi sviluppata in migliaia di anni, la danza classica cinese ha
incorporato elementi della danza e tecniche del balletto, delle rappresentazioni cinesi e popolari e
delle arti marziali. Per questo il sistema della danza classica cinese è insieme vario e
estremamente rigoroso. Espressiva: un ballerino classico cinese che è padrone delle tecniche e
delle forme di base sarà capace di ritrarre qualunque soggetto, con una ampia gamma di
emozioni, personalità e azioni. La danza classica cinese può risvegliare un grande senso di
creatività e di significato per i ballerini e i coreografi, e naturalmente per gli spettatori.
Il Valore della Danza Classica Cinese
La danza cinese richiede ai ballerini di sottoporsi ad un severo addestramento fisico. Azioni e
movimenti chiamati “tecniche del corpo” devono essere accurati e precisi, e ogni azione,
movimento e sguardo deve seguire le regole della danza cinese. Ad esempio un singolo
movimento di una parte del corpo dovrebbe guidare il movimento dell’intero corpo, così come tutti i
movimenti connessi. Allo stesso modo qualsiasi movimento delle mani, degli occhi e dei piedi deve
seguire il movimento dell’intero corpo. Questo richiede grande precisione e controllo.
La cosa più importante è che il regno spirituale del ballerino si rifletterà nella sua esibizione e per
questo il ballerino deve essere capace di una buona coltivazione della mente per essere in grado
di “lasciare che i movimenti siano guidati dallo spirito”. Perciò gli artisti non devono soltanto
padroneggiare saldamente le tecniche della danza cinese, ma devono anche migliorare il loro
carattere morale e la loro forza di volontà, per essere in grado di ritrarre il fondamentale significato
interiore di una cultura trasmessa dalle divinità
Rassegne cinematografiche
e FILM –DOCUMENTARI vari
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Film impegnati
Film mitologici
Film musicali
Documentari
ARTIGIANATO
• Spazio riservato
al raffinato
artigianato
cinese
• Stands libri,
prodotti tipici,
cineserie
TEA TIME
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Qualunque ne sia la varietà, l’origine del tè è in Cina e, se la leggenda la
attribuisce a una casuale scoperta del divino Shen Nong, sovrano mitico e
padre dell’agricoltura (2737-2697 a.C.), i buddhisti preferiscono raccontare
che sia stato Bodhidharma, il monaco indiano che introdusse la forma del
buddhismo zen in Cina, a dare origine alla prima piantina di tè. Si narra che
egli si asportò un giorno le palpebre per punirsi di essersi addormentato
durante la meditazione: nel punto in cui le palpebre caddero in terra, vi
nacque la prima pianticella del tè , le cui foglie hanno infatti la forma di una
palpebra e il cui infuso rappresenta da allora un aiuto ai monaci per vegliare
nelle lunghe ore notturne della meditazione.
Per quanto suggestivi possano essere racconti e leggende sulla nascita del tè e
per quanto associati allo spirito di degustazione dell’infuso, più fondate
appaiono le teorie basate sullo studio dell’onomastica del tè nel corso della
sua storia.
Il più antico termine attribuito al tè è il carattere tu, assai simile al carattere
cha, in adozione oggi, ma con un trattino orizzontale in più nella forma
grafica. Il carattere tu risale già ai tempi di Confucio (VI secolo circa a.C.) e
nelle fonti indica un’erba offerta in occasione di cerimonie funebri.
Nel periodo delle Dinastie del Nord e del Sud (386-589 d.C.), l’abitudine di
bere il tè si diffuse poi rapidamente nella Cina meridionale e,
successivamente e più lentamente, anche nelle regioni settentrionali.
Fu soltanto in epoca Tang (618-906 d.C.), però, che l’abitudine del consumo
del tè si diffuse in tutto il paese, entrando a far parte dei costumi del popolo
cinese e potendosi annoverare tra le sue arti, insieme alla pittura, alla
calligrafia, alla poesia o al weiqi, un complesso gioco di scacchi.
Fu in questo periodo infatti, a cavallo dell’VIII secolo, che Lu Yu scrisse il
"Canone del tè", il più antico e il più importante trattato al mondo sulla
coltivazione, preparazione e degustazione del tè.
La Cucina Cinese
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Mangiare non sazia solo il palato, ma fa bene a tutto il corpo: è questo uno
dei più “gustosi” segreti della raffinata cucina cinese con i suoi profumi
speziati ed i suoi sapori complessi è molto presente e conosciuta nel
nostro paese, chi non è mai stato a pranzo o a cena in un ristorante
cinese. Ogni quartiere delle nostre città, anche le più piccole, ne conta più
d’uno. Cerchiamo di approfondirne la conoscenza insieme.
In Cina ha un’estensione di territorio dei più vasti con un numero enorme
di abitanti. Un territorio così vasto è inevitabilmente vario dal punto di
vista climatico e morfologico, e le popolazioni vivono in condizioni assai
differenti a seconda che risiedano nelle zone fredde settentrionali, zone di
alta quota, o zone più temperate. Questa varietà di climi e di territori si
riflette inevitabilmente sulle etnie che li abitano, sullo sviluppo delle loro
culture ed ovviamente delle loro cucine.
La cucina cinese è una delle più varia del mondo oltre che una delle più
ricche di condimenti particolari, portatori di gustosi sapori ed
inconfondibili profumi.
PROGRAMMA dell’EVENTO
Venerdi :
18.00 Apertura evento
con le autorità
18.30 conferenza e
rito buddhista
19.30 Cena cinese
21.00 La Leggenda di
Bodhidarma e le arti
marziali cinesi e festa
di Capodanno cinese
con il dragone negli
spazi espositivi come
augurio per il buon
esito della
manifestazione
23.00 chiusura
• Sabato
Domenica
•
10.00 Apertura
11.00 Congresso
12.30 Pranzo I
13.00 Congresso
17.00 Tea Time
18.00 Spettacolo Teatrale
con Esibizioni di Abilità
19.30 Cena
20.30 SPETTACOLO DI
DANZE e ABILITÀ
22.00 Concerto Musica di
•
•
•
•
•
•
10.00 Apertura
spazi espositivi con
proiezioni film
documentari
12.30 Pranzo
15.30 Conferenze
e tavole rotonde
18.00 Spettacolo
concerto
19.30 Cena 20.30
21.00 SHAOLIN: i
Cavalieri del Vento
(Dall’India alla Cina
sui passi di
Bodhidharma con i
Cavalieri del
Vento)
23.00 Esibizioni di
abiltà
24.30 chiusura
musica classica e bel
canto
24.00 chiusura e
ringraziamenti
TARGET
Lo scopo deI“Festival” è prima di tutto far conoscere, in un momento di grande crisi
politica, il volto, per ora volutamente nascosto in una sorta di oblio culturale e di
informazione, della Cina e proporlo a un ampio target che va dai 5-6 anni ai 70 .
In particolare è rivolto a:
•
Persone che sono affascinate dall’Estremo Oriente e da tutto il mondo sudasiatico in
generale
•
Chi è interessato a discipline tradizionali orientali come le arti marziali, il Buddhismo, lo
Zen, lo Yoga, la Meditazione, tutte le discipline olistiche e chi segue la New age o Era
dell’Aquario, etc…
•
Coloro che amano la musica classica e gli autori moderni. Le atmosfere dei peschi e
mandorli in fiore.
•
I membri di Associazioni culturali, che sono in qualche modo legati alla Cina (dojo e
palestre) o che sono impegnati socialmente e in azioni benefiche.
•
Studenti di licei o università che intendono allargare le loro conoscenze
•
Amanti di viaggi, sportivi, Artisti…
Scheda della manifestazione
Denominazione
•
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L’ALTRA FACCIA DELLA CINA
“… per conoscere quello che ancora non si sa
e per comprendere quello che già si conosce …”
Edizione
Periodo
Direzione culturale artistica:
Direzione commerciale
1° Festival della CINA
30-31 gennaio e 1 febbraio 2009
Emy Blesio
Gianni Cuman
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Con il Patrocinio di:
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Orario di apertura ai visitatori:
Venerdi dalle 18.00 alle 23.00
Sabato dalle 10.00 alle 24.00
Domenica dalle 10.00 alle 24.00
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Superficie espositiva:
circa 2.000 mq
The world Community of Indian Culture & Traditional Disciplines
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