Long Range Desert Group LE FORZE SPECIALI BRITANNICHE NELLA GUERRA NEL DESERTO Seconda Guerra Mondiale 1940 – 1943 “Le campagne combattute nel deserto africano dal 1940 al 1943 sono una continuazione delle grandi gesta epiche. Sono la storia, ambientata in uno sfondo desolato, della lotta per la vittoria combattuta da uomini di dieci Nazioni diverse in mezzo al tumulto meccanico provocato da un genere di battaglia mai conosciuta prima. E' unica nella Storia e si svolge come una partita di polo in un campo vuoto; non c'è una popolazione civile su questi campi di battaglia, poca acqua e niente cibo, tutto va trasportato con costi e rischi molto alti. La campagna del deserto del 1940-1943 non viene solo combattuta per l'occupazione di Suez ma per il possesso del petrolio.” (Correlli Barrett - “I generali del deserto”) Premessa Il ruolo svolto dalle “forze speciali” britanniche impiegate nel deserto nord africano dal 1940 al 1943 è il contenuto di queste pagine. Questo tipo di formazioni vengono coinvolte in azioni non convenzionali ad alto rischio in missioni particolari di sabotaggio e raccolta di informazioni nel grande e semisconosciuto scenario del deserto, teatro di continui scontri tra truppe italiane, tedesche, inglesi, canadesi e neozelandesi. Nel secondo conflitto mondiale, in contrapposizione ai fronti statici della 1 a Guerra Mondiale, le forze motorizzate, corazzate ed aeree supportate dalle comunicazioni radio a lunga distanza diventano la spina dorsale delle battaglie terrestri seguendo la dottrina della guerra lampo che tanti insperati successi ha dato nei primi anni alla Wehrmacht e comunque alle forze dell'Asse. Rimasta sola ad affrontare i successi dell'Asse durante i primi due anni, la Gran Bretagna, per compensare i fallimenti delle sue forze convenzionali, è costretta a organizzare dei reparti speciali di Commando per brevi operazioni della durata massima di 48 ore e altre forze speciali per lunghe operazioni nel deserto nelle sue estenuanti distanze e nelle sue critiche situazioni ambientali. Un deserto ben poco esplorato, lungo circa 2.000 km da est a ovest, limitato a nord dal Mediterraneo e a sud dalle dune del Mare di Sabbia e dalla palude salmastra della Depressione di Quattara. Per analogia questa guerra ha le stesse caratteristiche di una guerra navale in cui grosse formazioni o pattuglie si incontrano e si scontrano in uno scenario dagli orizzonti sterminati. Il Long Range Desert Group, il Demolition Squadron e lo Special Air Service sono forze speciali per un ambiente speciale, costituite per condurre la guerra con un modesto investimento in uomini e mezzi contemporaneamente e indipendentemente dai successi - o insuccessi - delle forze convenzionali. E' una pagina di storia interessante e ben poco esplorata, in questo breve testo parleremo delle loro azioni e degli effetti delle stesse sugli schieramenti dell'Asse. Le origini “Le nuove vetture di perlustrazione ci sono valse centinaia di uomini nel deserto” L'affermazione è del colonnello T.E.Lawrence che nei sui libri “I sette pilastri della saggezza” e “La rivolta nel deserto” descrive il suo ruolo nella guerriglia famosa come la “Rivolta Araba” contro l'impero turco, alleato dei tedeschi, che nel 1916 ha proclamato il Jihad contro le forze britanniche e anche contro quelle italiane. Lawrence con questa frase intende lodare le autoblindo Rolls Royce e le Ford modello T che si sono rivelate utilissime contro i senussi, una etnia araba fondamentalista islamica che è stata particolarmente ricettiva verso le proposte turche di combattere gli inglesi, aiutata con forniture di armi, munizioni e istruttori tedeschi. Nel 1916 le forze senusse si spostano verso est mettendo in difficoltà i britannici che sono costretti a trasferire contro di loro molte delle proprie truppe a ben 600 km. di distanza dal Sinai ove stanno combattendo quello che rimane dell'impero ottomano. Il comandante, generale Sir Archibald Murray, organizza contingenti di Light Car Patrol con le autoblinde Rolls Royce mod.1914 e adatta al deserto la semplice ed affidabile Ford mod.T. Con queste forze motorizzate, appoggiate dall'aviazione e dalla cavalleria, respinge i beduini che fanno l'errore di attestarsi nella grande Oasi di Siua circondata dal deserto, ove viene dato loro il colpo di grazia; l'oasi viene conquistata, i guerriglieri dispersi e si conclude così la prima operazione della storia condotta dall'esercito britannico con mezzi completamente meccanizzati. Un'esperienza che si rivelerà estremamente utile 20 anni dopo, integrata dalla mappatura delle distese desertiche e da nuovi strumenti di orientamento perfezionati nel frattempo. La Rivolta Araba condotta da Feisal con la collaborazione di T.E.Lawrence - il “Lawrence d'Arabia”contribuisce alla sconfitta dei turchi nella roccaforte di Damasco nel 1918 e la fama del colonnello assume rilevanza mondiale. Comunque la Rivolta Araba non sortisce l'unificazione di una nazione araba come promesso da Lawrence, gli “Accordi Sikes-Picot” invece attribuiscono a Francia e Gran Bretagna i territori conquistati: Libano e Siria alla Francia, Palestina, Transgiordania e Iraq all'Inghilterra. Una spartizione fittizia, tracciata sulle carte con un tratto di penna, che comprende etnie, culture, interessi, risorse, lingue diverse e che provocherà tensioni e conflitti sanguinosi fino ad oggi. Negli anni '20 e '30 la leggenda del piccolo colonnello suscita tale interesse da spingere molti entusiasti esploratori provenienti da diverse Nazioni ad addentrarsi nel deserto dove Lawrence ha combattuto e che ha descritto con enfasi nei suoi libri. 1 Tra questi esploratori spicca il capitano inglese Ralph Alger Bagnold, distaccato in Egitto, che viene influenzato dal mito di Lawrence e concentra il suo tempo libero sui misteri che possono trovarsi nel deserto oltre le Piramidi. Organizza una “...divertente vacanza..” nel deserto insieme ad altri ufficiali tutti ammalati della “febbre da orizzonte” provocata dalle profondità del deserto. Nel 1933 attrezzati con automobili da esplorazione, bussole e teodolite (da lui perfezionato) arrivano a 1.100 km. a sud del Cairo, ad Auenat oltre la diga di Assuan, dove incontrano, molto sorpresi, i militari italiani coloniali del Reggimento Sahariano attrezzati meglio di loro per il deserto. E' un incontro che rimarrà nella memoria del capitano Bagnold fino al 1940 quando scoppierà il conflitto, un utile scambio di informazioni e di esperienze con gli italiani che si rivelerà fondamentale per le tattiche della guerra nel deserto che lo stesso Bagnold proporrà ai suoi superiori. Come se fosse una predizione, il capitano Lorenzini scherzosamente anticipa a Bagnold la possibilità di incursioni in Egitto da parte del Reggimento Sahariano italiano, una probabilità che Bagnold prospetterà ai suoi superiori quando gli eventi precipiteranno. Ancora vent'anni dopo la leggenda di Lawrence d'Arabia stimola centinaia di giovani volontari ad arruolarsi per combattere nel deserto e lungo le spiagge meridionali del Mediterraneo. Il ricordo potente di questo mito persuade il Governo inglese a creare le unità speciali per le operazioni in queste enormi distese ben poco conosciute dagli occidentali fatte di dune di sabbia, di depressioni invalicabili, di pietraie e tempeste di sabbia. Una monotonia di pietre, le uniche bellezze sono il silenzio, la solitudine, i mulinelli di sabbia e polvere e il meraviglioso cielo notturno africano. Long Range Patrols L'invasione italiana dell'Etiopia nel 1935 cambia radicalmente l'attenzione della Gran Bretagna verso i pericoli derivanti da una possibile futura avanzata italiana verso l'Egitto. Gli italiani sembrano ben attrezzati per il deserto e sono in grado di allestire depositi segreti di armi e carburante e piste di atterraggio avanzate. Nel trattato di indipendenza dell'Egitto del 1936 l'Inghilterra si impegna a difendere il canale di Suez e di assistere il superato esercito egiziano, non senza secondi fini poiché re Faruk – che è salito al potere nel 1936 – è sospettato di essere filonazista e filofascista. Con la nomina di Sir Archibald Wavell quale Comandante di tutta l'area mediorientale che comprende nove Stati viene rivisto l'intero programma di difesa degli interessi inglesi: Wavell è un brillante ufficiale che ha sviluppato un notevole interesse verso le opere di Basil Liddel Hart e di J.F.Fuller sulla guerra motorizzata e ne ha compreso le tattiche e le strategie. Forse, se lui e gli altri generali inglesi e francesi avessero letto anche i manuali scritti da Heinz Guderian e da Erwin Rommel sul medesimo argomento sarebbero stati meglio preparati agli eventi futuri, che si sono tradotti nelle clamorose sconfitte francese e britannica nei primi due anni di guerra, forse ... . Ormai gli eventi precipitano, nel 1940 l'Italia è entrata in guerra e dalla Libia potrebbe minacciare gli interessi britannici, Wavell convoca Bagnold, ormai membro della Royal Society e famoso autore di libri di successo sulle sue esplorazioni nel deserto. Durante i colloqui con Wavell e memore dell'incontro con Lorenzini di anni prima, l'esperto esploratore propone – senza smentire il classico humor inglese - la creazione di unità motorizzate per.... “missioni di pirateria di vecchio stampo nel profondo deserto”. E' lo stesso principio della guerra di corsa sul mare che la Gran Bretagna ha praticato fin dal regno di Elisabetta, che assoldava dei capitani indipendenti contro le colonie e i mercantili spagnoli e francesi. Forse Ralph Bagnold si sente un novello sir Francis Drake del deserto? Come vedremo effettivamente le gesta degli incursori del deserto ricordano proprio i corsari e i pirati dell'epoca. Wavell lo autorizza e lo sostiene a costituire la prima unità motorizzata di esplorazione e sabotaggio del Medio Oriente, la “Long Range Patrols” E' una unità speciale per compiti speciali in un ambiente speciale ed è la seconda unità di questo tipo costituita ex novo, infatti a distanza di 5.000 km. il Primo Ministro Winston Churchill ha appena autorizzato altre unità speciali, i Commando, per brevi incursioni nell'Europa occupata dall'Asse. (vds. lo scritto dell'autore in questo stesso sito web) Bagnold seleziona volontari per lo più provenienti dall'entroterra australiano e neozelandesi, spesso sono agricoltori abituati a climi particolari e con dimestichezza nella manutenzione di veicoli. Acquisisce non senza difficoltà una trentina di robusti autocarri Chevrolet e alcune auto Ford, vengono acquistati i teodoliti per orientarsi nel deserto, le effemeridi astronomiche e anche le bussole solari (già brevettate da Bagnold stesso). Tutto questo superando l'opposizione delle Forze Armate britanniche in Egitto, restie a cedere armi e mezzi a causa della penuria delle stesse, infatti in quei momenti l'impreparazione al conflitto ha avuto pesanti conseguenze sull'Esercito inglese che deve fare i conti con le perdite di armi e mezzi dopo la sconfitta in Francia e il reimbarco frettoloso a Dunkerque di tutto il Corpo di Spedizione britannico in Europa, praticamente con i soli indumenti addosso. E' stato un successo dell'Ammiragliato, ma l'Esercito britannico ha lasciato tutte le armi in balia dei vincitori sul continente, un gigantesco bottino che verrà riutilizzato dal nemico in tutti i fronti. I mezzi vengono adattati alle particolari esigenze aggiungendo affusti per le armi automatiche, guide da sabbia, serbatoi di carburante e tutto l'occorrente per lunghi percorsi nei deserti. Dopo due mesi di addestramento e di preparativi, finalmente le pattuglie sono pronte per le prime azioni. Vestiti con gli indumenti tanto cari a Lawrence – kefiah e agal – ma indossando sotto le divise regolari inglesi, le pattuglie lasciano le Piramidi in direzione sud-ovest. Sono pronte a rimanere per mesi nel deserto, senza potersi lavare e radere, con l'acqua e il cibo razionati, spesso con la impossibilità di cuocere le razioni per non farsi 2 identificare, in compagnia delle mosche e di insetti molesti che si annidano nei vestiti e sulla pelle, vettori anche delle malattie tipiche dei posti caldi come la malaria e la dissenteria e delle pulci della sabbia. Sabbia che penetra negli occhiali di protezione, rende i capelli aridi e stopposi, copre tutto di uno spesso strato, si infiltra anche nei thermos con il suo pulviscolo minuto, per non parlare delle tempeste, che i locali chiamano “ Chasmin” e gli stranieri invece “Ghibli”, che flagellano le dune bloccando spesso i veicoli (foto).Le temperature sono così elevate di giorno che si possono cuocere le uova usando come tegamino la corazza di un carro, ma di notte però scendono, occorre attrezzarsi bene comunque. Le prime missioni del Long Range Desert Group Nel settembre 1940 sopportando temperature che salgono fino a 50°C e....gli scorpioni di notte, le pattuglie di Bagnold si inoltrano verso le linee italiane in Libia. Superate faticosamente le impervie dune del Mare di Sabbia senza incontrare gli italiani iniziano le azioni di perlustrazione, sabotaggio e attacco portate dalle varie pattuglie in luoghi distanti molte centinaia di chilometri tra loro. L'intento è di distogliere le forze italiane, comandate dal maresciallo Rodolfo Graziani, dando l'impressione di presenze simultanee in località tra loro remote. Graziani cade nel tranello e invece di concentrare le forze per l'attacco principale dirotta le sue unità mobili e l'aviazione per proteggere l'importante e centrale Oasi di Cufra e le piste a nord. Le pattuglie di Bagnold - diventate ormai il Long Range Desert Group per le dimensioni raggiunte dagli organici – fanno esplodere depositi di carburante e di munizioni, aerei, posano mine sulle strade e attaccano avamposti e convogli. Distanti anche oltre 600 km. dalle loro basi si preoccupano di seppellire carburante e approvvigionamenti in luoghi sicuri per il loro ritorno oppure per le altre pattuglie in movimento. Le azioni hanno un tale successo che Wavell decide di reclutare nuovi contingenti tra le rinomate e molto più disciplinate Guardie Scots e Coldsdtream oppure tra gli agricoltori rhodesiani. Le forze vengono incrementate del 60% e meritatamente Bagnold si appunta sull'uniforme il grado di tenente colonnello; è un uomo che molti scambiano per un mite professore universitario mentre invece è un soldato preparato, coraggioso e propositivo. La sconfitta degli italiani All'inizio di dicembre 1940 l'offensiva italiana – invero condotta con mezzi e mentalità inadeguati – viene respinta dai contrattacchi ottimamente condotti dai carri armati pesanti Matilda e Cruiser con l'appoggio della RAF sotto il comando del generale Richard O'Connor (foto sopra), l'unico ufficiale britannico veramente esperto di guerra meccanizzata che niente ha da invidiare a Erwin Rommel; comunque lo scontro tra i due non avverrà mai, O'Connor cadrà prigioniero prima che la “volpe del deserto” arrivi in Africa al soccorso degli italiani. Se O'Connor non avesse passato poi tutti gli anni di guerra in prigionia gli eventi sarebbero stati probabilmente molto diversi, è credibile che la stella di Rommel avrebbe brillato di una luce meno intensa offuscata da un avversario degno delle sue capacità. Anche se le forze britanniche sono in netta inferiorità numerica – 36.000 soldati - la Western Desert Force, a fatica recentemente organizzata, interamente motorizzata, aggira e circonda gli italiani che si sono trincerati a Bardia, Tobruk e Beda Fomm nei primi mesi del 1941 ottenendo un successo clamoroso: 130.000 prigionieri e la distruzione quasi completa degli armamenti italiani (Operazione Compass). Non soltanto, ma anche ingenti quantitativi di “altro materiale” che include lenzuola pulite, letti comodi, camicie di seta, eleganti divise azzurre, un assortimento di vini e liquori e... un gruppo motorizzato di “signore ad uso degli ufficiali”. Gli italiani sono respinti per 1.200 km. Il generale O'Connor cattura una dozzina di generali e osserva “ Non vedevo tanti generali tutti insieme dal 1911 anno della Grande Parata Indiana”, Viene catturato finalmente anche il generale Bergonzoli, detto “barba elettrica” che sfuggiva sistematicamente alla cattura. Nel giugno 1940 le truppe italiane contavano 236.000 soldati per lo più appiedati e privi di automezzi e circa 250 aerei non moderni, invero memorie della Guerra di Spagna. I carri armati italiani - di cui il più moderno è l'M13/40 (foto) – hanno le blindature a piastre chiodate non saldate pertanto più fragili ai colpi, l'acciaio è di qualità scadente, la motorizzazione è insufficiente, molti sono privi di radio e comunicano con le bandierine come in marina, ma nonostante questo i carristi italiani, ben poco addestrati nella guerra di movimento, si fanno onore contro i mezzi pesanti nemici. In tutto il periodo bellico l'industria siderurgica italiana non riuscirà mai a produrre corazzati moderni e competitivi né a produrne in numero sufficiente. Comunque durante la battaglia molti artiglieri rimangono al loro posto fino ad essere travolti dai carri inglesi, il generale Pietro Maletti, già ferito, viene ucciso il 9 dicembre 1940 a Nibeiwa mentre dalla sua tenda spara con la mitragliatrice contro i carri inglesi, non è una campagna così fortunata e vittoriosa quella dei britannici, i soldati italiani si sono difesi in modo assolutamente non disprezzabile anche se malamente comandati. Graziani viene colto alla sprovvista e le sue truppe sono costrette a ripiegare fino a El Agheila, quella che il Duce ha decantato come una grande e vittoriosa offensiva con mezzi moderni – che moderni proprio non sono - si risolve in una ritirata fino all'interno dei confini della Libia. Graziani, che ha dimostrato notevoli carenze di tattica e strategia, sollecita (dopo averlo più volte rifiutato) l'intervento delle truppe meccanizzate tedesche a suo tempo proposto da Hitler (l'Afrika Korps che arriverà nel febbraio 1941). Anche a causa di inspiegabili comportamenti dovuti alla sua precaria salute mentale ( si ritira in una tomba romana a Cirene a venticinque metri sotto terra ben lontano dai suoi soldati), nel febbraio 1941 viene destituito da Mussolini, lascia la Libia e ritorna in Italia dove rimarrà senza incarichi per due anni fino alla nascita della Repubblica Sociale Italiana. Nonostante l'uso del gas iprite in Somalia e in Abissinia non sarà processato per questo Crimine contro l'Umanità al termine della guerra, ma solo processato per collaborazionismo con una modestissima pena detentiva condonata poi in pochi mesi. 3 Bagnold rimane stupefatto ma.. sollevato quando viene a sapere che il capitano Lorenzini, da poco promosso colonnello, è stato trasferito in Etiopia invece che venire utilizzato al suo posto sfruttando il meglio delle sue competenze e conoscenze del teatro desertico, una decisione dei Comandi italiani in contraddizione con quella presa per Bagnold stesso che è stato frettolosamente richiamato per i compiti che oggi svolge. Lorenzini molto probabilmente sarebbe stato un riferimento fondamentale per il Raggruppamento Sahariano italiano che proprio non spicca per organizzazione e competenze... e un grattacapo per il Long Range Desert Group. Molto meglio per Bagnold e la sua banda di scorridori, comunque, sembra una beffa degli eventi che O'Connor, Rommel, Bagnold e Lorenzini non siano mai divenuti antagonisti diretti, forse la storia della guerra nel deserto avrebbe subito interessanti variazioni.... Attacco all' oasi di Marzuk I servizi segreti inglesi segnalano che il forte di Marzuk e il vicino campo di aviazione sono presidiati da 350 italiani e questa importante guarnigione diventa il primo obiettivo di una operazione su larga scala per le pattuglie Y-S-T e G che ora sono distanti 2.000 km. dalle posizioni di partenza. Nel gennaio 1941 la colonna delle pattuglie riunite raggiunge inosservata Marzuc ma vengono scoperte da un aereo italiano e passano direttamente all'attacco: al buio e con un vento che trasporta una tempesta di sabbia, il forte viene parzialmente distrutto, gli hangar e i depositi di carburante vengono incendiati e tre aerei Caproni vengono dati alle fiamme. L'azione è stata condotta dal tenente Clayton ma costa 5 feriti e la morte del tenente colonnello d' Ornano, un esperto ufficiale della Francia Libera che si distingue per essere “alto con il turbante e il monocolo” un personaggio interessante e abile. Stavolta gli italiani reagiscono all'attacco e una forte unità del Raggruppamento Sahariano con autoblindo e l'appoggio di aerei Caproni 309 tende un agguato alla pattuglia T ferma in un uadi poco occultata. Clayton viene ferito e catturato e solo pochi uomini, dopo una lunga marcia con viveri e acqua insufficienti, vengono salvati da una pattuglia comandata dal colonnello Philippe Leclerc, un ufficiale appartenente alla Francia Libera che collabora con gli inglesi in base agli accordi presi in Ciad con l'appoggio del generale Charles de Gaulle. Mentre la Western Desert Force di O'Connor sta sconfiggendo gli italiani a Tobruk, rassicurato da queste vittorie, il Primo Ministro Winston Churchill ordina a Wavell di “battere l'esercito italiano e cacciarlo dal litorale africano”. Ma forse non sa ancora quello che aspetta alle armate britanniche con l'arrivo del Deutsches Afrika Korps (DAK) e di Erwin Rommel. Obiettivo Oasi di Cufra – Libia Orientale Il colonnello Leclerc non si ferma e con il LRDG rinforzato da molti soldati francesi si avvia verso l'oasi di Cufra con i migliori mezzi in dotazione, il piano è di sbilanciare gli italiani che si trovano costretti ad affrontare un nemico che può piombare loro addosso da qualsiasi direzione. Il fortilizio al-Tag di Cufra è difeso da almeno 450 uomini che dispongono di viveri e munizioni per settimane e possono chiamare per radio il supporto aereo promesso da Graziani. L'aeroporto con il suo importante centro radio e il radiogoniometro è l'unico collegamento tra i presidi coloniali italiani nell'ampia zona desertica, e pertanto diventa un importante obiettivo per il LRDG e i francesi. L'azione però potrebbe trasformarsi in un lungo assedio cui il LRDG non è preparato, le scorte di cibo e benzina sono state utilizzate per raggiungere Cufra e il percorso di ritorno è lungo più di 800 km. nel deserto. Il primo di Marzo 1941 proprio mentre Leclerc decide di dimezzare le razioni il forte issa la bandiera bianca ! Gli italiani hanno il morale intaccato perché si sono sentiti isolati dal resto delle loro truppe che si sono spostate a nord. La conquista della base di Cufra con l'aeroporto e le sue abbondanti scorte è il coronamento de programma del “gigantesco bluff” progettato da Wavell per confondere gli avversari frammentando le loro forze. Il 2 marzo Leclerc proclama il famoso “giuramento di Cufra” in cui rivendica la decisione della Francia Libera di combattere fino alla vittoria per la rinascita della nazione senza il dominio nazista. Terrà fede a questo giuramento il 23 novembre 1944 entrando a Strasburgo in testa alla 2a divisione blindata francese (però equipaggiata e vestita dagli americani....). In occasione di una conferenza stampa il LRDG viene acclamato come l' “intrepido incursore del deserto” e Bagnold diviene una star, il “nuovo Lawrence”. Ma proprio nel momento in cui la Western Desert Force sconfigge nove divisioni italiane e O'Connor informa trionfante Londra che “la volpe è stata uccisa nel deserto” l' Oberkommando der Wehrmacht (OKW) emette la direttiva di inviare forze scelte tedesche in Libia per aiutare l'alleato italiano in estrema difficoltà, è il Deutsches Afrikakorps (DAK). I britannici - e naturalmente W.Churchill - in questo momento commettono alcuni clamorosi errori di valutazione strategica: - sottraggono molte forze a O'Connor inviandole in Grecia per fare fronte all'attacco italiano, riducendo a uno scheletro quelle rimanenti; - non completano l'invasione della Libia spazzando via le truppe italiane; - ritengono che Rommel attenda almeno un mese e più per il completo rischieramento delle sue forze corazzate appena sbarcate in Libia prima di muoversi. Ma Rommel non aspetta e dopo una sola settimana scaglia tutto il peso delle sue forze fresche contro gli inglesi con un effetto devastante. Erwin Rommel sbarca in Africa – il “calderone” Il 12 febbraio 1941 Erwin Rommel arriva in Africa con la 21° Panzer Div. cui seguiranno il 5° Reggimento Panzer e la 21° Divisione Corazzata entro pochi mesi. 4 Sfortunatamente per gli inglesi Rommel non ha bisogno di strumenti sofisticati per orientarsi, possiede il Fronterfuhrung (percezione esatta del fronte) e il Sechsten Sinn Fur Lagen (sesto senso tattico) che gli permettono di trovare l'orientamento e di percepire con immediatezza e chiarezza la situazione. E' capace di pensare e agire con chiarezza e rapidità, possiede una raffinata sensibilità che gli permette di reagire alle opportunità positivamente durante le confuse battaglie nel deserto. Lo storico inglese David Fraser (”Rommel”) scrive di lui “.. rinnova lo spirito degli uomini con la sua presenza improvvisa, emana direttive perentorie, ha lingua tagliente, esprime energia. Le sue apparizioni non si dimenticano, il volto e l'atteggiamento diventano familiari, gli occhi grigio azzurri, i pugni serrati e le braccia flesse all'altezza dei gomiti, la mimica facciale, la scrupolosa attenzione ai dettagli più piccoli, i modi bruschi e rigorosi, la voce forte e incisiva. Sa essere molto affascinante ma ha la lingua tagliente eppure in ogni circostanza ha sempre qualcosa da insegnare a qualcuno. Giudica gli alleati italiani come soldati che hanno la insuperabile capacità di crearsi una situazione agiata anche nel deserto, mentre invece Rommel disprezza le comodità preferendo un regime spartano, condivide le stesse razioni dei suoi soldati, dorme poco, è austero per sua stessa natura.” A causa del suo completo sprezzo del pericolo diviene famoso nei suoi soldati il detto: “ il proiettile per il vecchio non è stato ancora forgiato”. Rommel non appartiene alla casta militare prussiana degli Junker, è figlio di insegnanti, si è distinto sul fronte italiano partecipando alla nostra sconfitta a Caporetto, poi ha insegnato alla scuola militare, è stato il comandante della Guardia personale di Hitler e quando è scoppiato il secondo conflitto mondiale ha chiesto e ottenuto dal Fuhrer il comando di una divisione corazzata. Qui la sua arte militare ha trovato come esprimersi al meglio, in Francia la sua “divisione fantasma” ha sconfitto e umiliato in ogni frangente i francesi e gli inglesi, ormai è diventato una leggenda. Il DAK ha in dotazione inizialmente i carri armati modello III e IV, autoblindo 6x6 e il potente cannone da 88 mm. Flak antiaereo che Rommel utilizza come anticarro, forte della sua esperienza nella Campagna di Francia in cui queste batterie hanno distrutto qualsiasi tipo di carro alla distanza tripla di ingaggio dei carri stessi, forse il miglior cannone di tutto il conflitto, che rimane la nemesi dei carri Alleati e sovietici. Una batteria di alcuni cannoni posizionati al contorno del raggruppamento dei carri e della fanteria meccanizzata, detta “il calderone”, è in grado di arrestare e dissuadere a lunga distanza una brigata corazzata, una azione che gli inglesi e gli americani non impareranno mai pur possedendo cannoni anticarro all'incirca equivalenti. Rommel predica e pratica costantemente questo principio: “durante la battaglia apri il fuoco con qualsiasi mezzo disponibile, cerca di sbilanciare e confondere i nemico. Sii te stesso e comanda dal fronte”. I corazzati tedeschi non sono superiori per qualità a quelli inglesi e a quelli forniti dagli americani ma l'addestramento, l'esperienza in campo e l'affiatamento degli equipaggi e degli ufficiali indubbiamente lo sono, fattori che peseranno per tutto il conflitto nel deserto....e anche dopo nel teatro europeo. Due soli esempi denotano l' iniziativa e il coraggio personale di Rommel: - un giorno vengono visti ben lontani nel deserto degli ufficiali inglesi che stanno facendo il punto sulle carte, Rommel ordina “prendiamoli !” e visto che i suoi soldati hanno un momento di incertezza salta su una macchina, butta la pistola sul sedile e parte da solo come un razzo verso gli inglesi che visto il polverone in avvicinamento si dileguano velocemente; - visita l'ospedale da campo dove sono ricoverati i suoi soldati – come fa molto spesso perché si preoccupa dei suoi subalterni – e si accorge troppo tardi che l'ospedale ora è in mano agli inglesi, comunque passa inosservato nella corsia distribuendo parole di conforto ai feriti, poi esce indifferente e saluta beffardo la sentinella inglese che risponde impettita al suo saluto ! (stemma del DAK) Episodi che accadono solo nel deserto dove i contendenti, in fin dei conti, indossano le stesse divise africane e usano molto spesso gli automezzi catturati al nemico a causa della cronica penuria di rifornimenti. In questo teatro i soldati sono costantemente a caccia di approvvigionamenti, acqua, carburante, divise fresche e calzature adatte, un bottino del genere sottratto al nemico diviene quasi più importante e prioritario di un combattimento. Inoltre, e paradossalmente, l'oggetto più agognato è la tanica tedesca della benzina, ben costruita e robusta, mentre quelle inglesi, prodotte in India, hanno la deplorevole tendenza di rompersi dissipando il preziosissimo contenuto: un rifornimento di benzina o la sua penuria nel deserto sono assolutamente vitali per tutti questi uomini, sono in gioco la prigionia o la morte. Il solo nome di Rommel e le leggende fiorite intorno a lui costituiscono un grave pericolo psicologico per il morale delle forze armate britanniche operanti in Africa: un generale britannico, poi caduto in prigionia dei tedeschi, scrive di lui: “Ultimo vero condottiero nel senso classico del termine, Rommel ha incarnato nel XX secolo la più genuina attitudine al comando, la fulminea genialità tattica e la lungimirante intelligenza strategica. Capace di rovesciare a proprio favore le situazioni più disperate, la “Volpe del deserto” rimane nella Storia come un combattente leale, su di lui non è mai pesata la condanna morale che ha marchiato la Germania nazista e i suoi uomini.” (generale Desmond Young nel suo libro “Rommel”. Young conoscerà personalmente Rommel quando cadrà suo prigioniero). Rommel ha ben poca simpatia per gli ufficiali italiani che considera con disprezzo come classe. Osservando gli italiani afferma: “fa raddrizzare i capelli in testa vedere con quale equipaggiamento il Duce ha mandato le sue truppe in battaglia !”.Rimane allibito quando si accorge che gli italiani hanno tre tipi di razioni: una per gli ufficiali, una per i sottufficiali e una per i soldati; proprio lui che condivide senza privilegi il rancio con i suoi soldati (foto), dorme poche ore, è sempre in prima linea ove troppo spesso rischia la vita. Viaggia e vive a bordo di un autocarro blindato preda bellica britannico che chiama il suo “mammuth” (foto sotto)) con gli occhiali antisabbia e la sciarpa a scacchi diventa il simbolo della propaganda tedesca. 5 E' sempre in movimento con il suo Comando composto da tre veicoli oppure pilota personalmente un aereo a decollo corto Storch (cicogna) per sorvolare i campi di battaglia. L'uomo non ha un carattere facile, è brusco e direttivo negli ordini, accetta malvolentieri le critiche, non sopporta i soldati e gli ufficiali titubanti, tende a interferire nelle operazioni; quando gli viene assegnato un giovane ufficiale di collegamento delle SS se ne libera immediatamente. Le priorità espresse nei suoi ordini sono: 1) benzina e lubrificanti - 2) acqua - 3) viveri - 4) i prigionieri evasi. Il DAK all'attacco Il 24 febbraio un ufficiale inglese delle Guardie in pattuglia nel deserto si vede sfilare davanti “uno strano veicolo che ha 4 ruote per ogni lato e si presume altrettante sull'altro lato”, è una potente autoblindo tedesca Sdkfz232 a 8 ruote motrici. (foto). I prossimi incontri non saranno né casuali né così indolori. L'equilibrio delle forze si è incrinato. Il giorno 31 marzo 1941 alle ore 9.44 i tedeschi attaccano un gruppo esplorante inglese a Mrsa el Brega, la porta della Cirenaica, alle ore 17.30 iniziano i continui e devastanti attacchi aerei degli Stukas, poi le truppe britanniche sono respinte in Egitto, rimane solo il porto di Tobruk difeso da una divisione australiana isolata dal resto dell'esercito inglese in ritirata. Wavell prepara l'offensiva Operazione “Battleaxe” ma viene respinto perdendo 1.000 uomini e circa 100 carri armati. Wavell ordina il ritiro nel deserto delle pattuglie del LRDG, nella gran confusione il generale O'Connor e il generale Neame cadono prigionieri. Attaccati dalle autoblindo Sdkf 234 a sei ruote armate con cannone da 77 mm. e dagli Stukas le pattuglie ripiegano grazie a una tempesta di sabbia però perdendo uomini e automezzi. Loro malgrado, i britannici devono rassegnarsi sul fatto che l'organizzazione tattica e l'addestramento tedesco nella guerra del deserto non è da principianti ma ha raggiunto livelli ben superiori ai loro, sono dei veterani contrariamente agli inglesi. Le divisioni corazzate, la fanteria motorizzata e l'appoggio della Luftwaffe (con gli Stukas che diventano la nemesi degli inglesi) sono un insieme ben organizzato che agisce all'unisono padroneggiando tattiche che gli inglesi e gli americani impiegheranno un bel po' di tempo ad applicare. Il maggior generale Fuller (il teorico inglese della guerra di movimento) è categorico “per rapidità di decisione e velocità i tedeschi sono nettamente superiori al nemico” cioè ai suoi stessi compatrioti. I tedeschi inoltre eccellono nella capacità di combinare efficacemente diversi tipi di armi fornendo il supporto adeguato nel momento cruciale e imparano dall'esperienza più rapidamente dei britannici. L'importante storico inglese Basil Liddell Hart (il capitano che insegnava ai generali) ammette che Rommel ha “il dono di arrivare nei punti vitali della lotta e di esprimere un impulso decisivo all'azione nel momento cruciale” Churchill è furioso e sostituisce Wavell con il generale Sir Claude Achinleck, un ufficiale poco conosciuto che ha prestato servizio in India e che conosce ben poco della guerra dei mezzi corazzati. Per ordini di Achinleck, Bagnold e le LRDG si ritrovano isolati a presidiare Cufra, la carenza di benzina – un viaggio tremendo per le autocisterne che devono percorrere 1.200 km. nel deserto – e le incomprensioni con Achinleck costringono le pattuglie nell'estate del 1941 a un momento di stasi che non è consono alla loro missione e alle loro esperienze. Ma presto Bagnold reagisce cercando nuove alleanze nei Comandi al Cairo. Insieme con il maggiore Guy Lenox Prendergast (che è anche pilota) si procurano da uno sceicco due piccoli e antiquati aerei Wacos, praticamente senza strumentazione, per recarsi al Cairo per ripristinare gli appoggi essenziali. E' un volo di oltre dieci ore “..da fare rizzare i capelli in testa...” fermandosi spesso a fare rifornimento nei depositi occultati nel deserto. I contatti danno i loro buoni risultati e finalmente le LRDG riprendono le loro tipiche attività di incursori. Il quarantaseienne Bagnold però è stanco, decide di partire per altri incarichi e segnala direttamente il nome del trentaseienne Guy Prendergast, esperto esploratore del deserto e commissario reale dei reggimenti carri, come suo successore. (foto). Dopo alcuni scontri con le autoblindo tedesche Prendergast decide di frazionare le pattuglie, si è accorto che venti automezzi e tanti soldati risultano troppo evidenti nel deserto per gli aerei nemici, pertanto moltiplica il numero delle pattuglie da cinque a dieci, ciascuna però ridotta a 20 uomini e cinque o sei automezzi aggiungendo, su modello tedesco, anche le sezioni di manutenzione campale, logistica e topografia. Questa organizzazione opererà per tutta la durata della campagna nel deserto. Come già attuato da Bagnold, Guy Prendergast recluta giovani e brillanti ufficiali tramite la rete dei compagni di scuola tipicamente britannica per l'intreccio del legame reggimentale, universitario e familiare; il che vuol dire, per intenderci, tra i colleghi e gli amici dei College frequentati dai molti “sangue blu”. La Western Desert Force viene rafforzata fino a impiegare 118.000 uomini e 700 carri armati e Achinleck ne affida il comando a Sir Alan Cunningham, un brillante generale di “bell'aspetto” distintosi per aver partecipato a sconfiggere gli italiani poco tempo prima. Achinleck e Cunningham preparano meticolosamente l' offensiva “Crusader” per aggirare Rommel e congiungersi con gli australiani intrappolati a Tobruk. E' un piano ambizioso che prevede l'utilizzo del LRDG come osservatori delle reazioni del nemico, non più come unità speciali per compiti speciali ma una forza tattica di supporto all'offensiva, compito che comunque limita le azioni di uomini abituati all'iniziativa e all'improvvisazione in un ambiente che ben conoscono. Vengono pianificate due azioni, una è quella di eliminare Rommel per gettare nel panico il Quartier Generale nemico e l'altra di paracadutare dei sabotatori con il supporto del LRDG sui campi di aviazione del nemico. 6 Uccidere o catturare Rommel – Operazione Flipper A Londra si pensa di eliminare Rommel o di prenderlo prigioniero. Non è certamente un progetto cavalleresco ma il mito del generale impensierisce gravemente il Governo britannico, di fatto è la prima volta in tutta la Storia che l'immagine di un generale sia appesa in bella vista nei Centri di Comando del nemico, perfino il Primo Ministro Winston Churchill è costretto a emanare un'ordinanza per eliminare questa abitudine. ll 17 novembre, 50 ore prima dell'offensiva britannica, piove a dirotto nella zona di Beda Littoria in Cirenaica nella Libia italiana, la sede della Prefettura è occupata dallo Stato Maggiore del responsabile dei rifornimenti delle truppe corazzate tedesche. Causa il maltempo tutto è tranquillo in questo importante presidio, ci sono soltanto due sentinelle distanti tra loro, gli ufficiali stanno cenando o lavorando sulle carte dei approvvigionamenti. Il controspionaggio britannico è certo che Rommel si sia insediato proprio in questa palazzina, ma l'informazione è errata, Rommel si è spostato, come gli è uso comune, o per visitare il fronte oppure è al matrimonio di uno sceicco. Tra gli alberi intorno alla palazzina si aggirano veloci e silenziosi degli spettri con le scarpe di gomma, con i visi anneriti e la divisa da combattimento inglese, sono i Commando e gli uomini del Long Range Desert Group venuti per imprigionare o uccidere Rommel. Due sommergibili inglesi il “Torbay” e il “Talisman” hanno cercato di sbarcare 50 incursori sui battelli di gomma, ma le tremende ondate della tempesta spazzano via gli uomini e i battelli, due annegano e solo 29 uomini riescono a raggiungere a nuoto la terraferma dividendosi in due piccoli gruppi. Guidati dal colonnello John Haselden del Long Range Desert Group intorno alle ore 24.00 finalmente raggiungono la Prefettura dopo essersi nascosti nelle piantagioni. Sfortunatamente per loro l'unica sentinella sulla porta è come un orso molto robusto che reagisce con prontezza all'aggressione scatenando una rumorosa colluttazione che sveglia gli ufficiali nelle stanze. I Commando entrano nella palazzina sparando a bruciapelo con i mitragliatori, ma vengono accolti da un acceso fuoco di risposta, è una concitata e veloce sparatoria nel buio dentro e fuori la Prefettura. Poi tutto tace, gli incursori sopravvissuti spariscono nell'oscurità e contrariamente agli ordini, per non rivelare la presenza dei sommergibili, decidono di nascondersi nei villaggi arabi ma vengono presto scovati dai tedeschi e dai carabinieri grazie alle segnalazioni dei beduini; il prezzo pagato per ogni incursore catturato è 80 libbre di farina e 20 libbre di zucchero. Le guide del LRDG si sono dileguate nel deserto a bordo dei loro mezzi. Contravvenendo agli ordini di Hitler che prevedono di fucilare immediatamente ogni Commando, Rommel tratta i sopravvissuti come prigionieri di guerra. I caduti vengono seppelliti nel cimitero cattolico e il medico tedesco, che parla inglese, provvede alle cure dei feriti. Nell'incursione viene ucciso il giovane tenente colonnello Goffrey Keyes (foto) figlio del contrammiraglio Sir Roger Keyes, che perde la vita durante un corpo a corpo nelle stanze buie. Rommel provvede alla sua sepoltura con gli onori militari insieme agli altri caduti, successivamente Keyes sarà decorato con la Victoria Cross (VC) postuma. Si conclude così un raid condotto e pianificato confusamente, fuori dalle norme di diritto internazionale, fallito clamorosamente a causa di un errore di valutazione del controspionaggio inglese e condotto contro un generale che ha sempre dimostrato di rispettare il nemico e che non merita tali...attenzioni. Anche Churchill nelle sue “Memorie” rimane prudentemente vago sull'episodio. Poco prima dell'inizio dell'Operazione “Crusader” Achinleck è doppiamente determinato e convinto di vincere il suo avversario, forte della consapevolezza che l'attacco dell'Asse contro l'Unione Sovietica – l'operazione militare più colossale di tutta la Storia con 142 divisioni e migliaia di blindati e di aerei – abbia ridotto i rifornimenti destinati al Nord Africa, diventato improvvisamente un fronte secondario, ma sottovaluta le capacità di reazione della “volpe del deserto” Lo Special Air Service (SAS) – la sua prima operazione La seconda operazione riguarda l'attacco notturno ai campi di aviazione tedeschi condotto da Commando di paracadutisti che poi godranno dell'appoggio del LRDG per ripiegare nel deserto. Il comando viene affidato al capitano A.David Stirling, educato nelle migliori scuole britanniche, coetaneo di Keyes, è figlio del brigadier generale Archibald Stirling e parente di Lord Lovat; Stirling è un uomo atletico, alto 1,90 m. scalatore esperto che prima della guerra si stava apprestando a scalare niente meno che l'Everest. Il capitano ha esercitato il paracadutismo in modo...amatoriale e presenta in modo ben bizzarro e fin troppo disinvolto il suo piano a Achinleck ottenendo il pieno consenso e appoggio (infatti zoppicante per una frattura si è intrufolato malamente nei reticolati della sede di Achinleck pur di essere ascoltato). Si tratta anche di ingannare il nemico facendogli credere di possedere una potente forza aviotrasportata – che invece in quel momento è solo “all'alba” in Gran Bretagna – per importanti azioni diversive e di sabotaggio. L'intenzione è di dimostrare la capacità di reazione inglese alla improvvisa, vittoriosa e massiccia invasione di Creta effettuata dai paracadutisti della Luftwaffe e dalle truppe d'assalto aviotrasportate, questa iniziativa deve rimanere un bluff ad effetto propagandistico che comunque, al momento, non produrrà risultati accettabili, come vedremo, anzi. L'unità – delle dimensioni di una piccola brigata – viene battezzata Special Air Service (SAS). Stirling riesce a organizzare velocemente il reparto, gli uomini subiscono una dura selezione e un pesante addestramento nelle tecniche di sopravvivenza nel deserto che comprende naturalmente il lancio con il paracadute; per questo tipo di missioni di sabotaggio un ufficiale inventa le “bombe adesive” al plastico con miccia corta che si possono applicare sotto le fusoliere degli aerei oppure sotto le ali. Mentre l'offensiva “Crusader” è in corso, il 17 novembre 1941 Stirling e i suoi si lanciano nel vuoto proprio nel bel mezzo di una tempesta – nonostante la giusta opposizione dei piloti della RAF – con il risultato di disperdere i paracadutisti. Due interi gruppi di incursori sono perduti nel deserto e le loro tracce non si ritroveranno mai. Un aereo da trasporto viene abbattuto da un Me 109 tedesco con gravi perdite degli uomini a bordo, i contenitori con le armi e le cariche vanno perduti e i 24 uomini sopravvissuti sui 62 che si sono lanciati con Stirling vengono poi recuperati faticosamente a bordo dei veicoli del LRDG. 7 Missione fallita sotto ogni aspetto, gli aeroporti dell'Asse di Tmisi e Ain el Gazala non soffrono danni. Nel frattempo Rommel è tornato in Africa e contrattacca riducendo a mal partito le forze corazzate britanniche del “Crusader” che perdono un'altra volta 100 carri armati, poi si lancia verso l'Egitto. Gli scontri diretti Il 31 marzo 1941 a Marsa el Brega i cingoli dei carri armati tedeschi frantumano le conchiglie disseminate da millenni sulla pianura di argilla, il DAK conquista Agedabia con le sue sorgenti di acqua dolce, in 24 ore con la sua solita determinazione Rommel riesce a rifornire di tutto la sua divisione mentre tra gli inglesi regna il caos tra i comandi e l'incredulità sulla velocità di spostamento dei tedeschi. Wavell crede che il nemico procederà sulla comoda Via Balbia ma si sbaglia, Rommel procede attraverso il deserto, la “volpe” trucca molti veicoli per farli sembrare dei carri armati e fa sollevare molta polvere per ingannare gli osservatori al fine di moltiplicare l'impressione dei mezzi in movimento. Le due sconfitte di Beda Littorio e quella più grave dei paracadutisti del SAS sono soltanto il preludio del fallimento dell'Operazione “Crusader”, l' 8a Armata britannica sta avanzando cercando di ricongiungersi con la guarnigione di 30.000 australiani malridotti a Tobruk ma Rommel temporeggia qualche giorno per capire le intenzioni del nemico, poi sferra un attacco che distrugge in un solo giorno 100 carri armati Mathilda e Mark II, poi muove veloce verso l'Egitto costringendo quello che resta dell' 8 a Armata a ritirarsi dalla Libia. Il 17 giugno una azione disastrosa dei carri armati della 4 a Brigata viene respinta, come 90 anni prima a Balaklava in Crimea, con i gagliardetti della cavalleria sventolanti al vento, i carri vanno all'attacco dei panzer, ma vengono persi altri 32 carri e l'8a Armata si ritira verso l'Egitto. Le pattuglie del LRDG inviate su uno schieramento troppo ampio per spiare le reazioni dell'Asse ricevono l'ordine di cambiare nuovamente missione e di attaccare ad ogni costo le linee di comunicazione e di rifornimento; è la scelta più adeguata per il LRDG anche perché gli inglesi sono vicini alla disperazione, nonostante l'arrivo di nuovi mezzi non riescono a percepire e a prevedere i movimenti della “ volpe” che troppo spesso risulta vittorioso negli scontri. Prendergast decide il grande azzardo: condurre gli attacchi contro la Via Balbia e contro le Case Cantoniere costruite dagli italiani, edifici di ristoro e di sosta, distanti tra loro mediamente 25 km. Anche se di notte si incrociano sulla Via Balbia – detta “la pista dei barili” per i barili dipinti a colori vivaci con i convogli nemici, le pattuglie non vengono notate perché le divise sono molto simili tra loro oppure sono proprio gli stessi mezzi preda di guerra cui vengono cambiate solo le insegne. La pattuglia G1 di sorpresa apre il fuoco con le mitragliatrici a pochi metri contro i soldati e i mezzi che stanno sostando di notte in una Casa Cantoniera, poi la notte successiva la stessa G1 distrugge un convoglio di autocisterne del DAK. Le pattuglie R2 neozelandese, la S2 e la Y2 insieme attaccano i convogli in diversi punti tra loro distanti e conquistano anche un fortilizio italiano facendo dei prigionieri. Sono azioni estreme che provocano feroci ritorsioni dei caccia dell'Asse che seguono come segugi dall'alto le tracce lasciate dagli autoveicoli, infatti le pattuglie perdono uomini e mezzi. Tornati finalmente alle basi apprendono dalle radio che il nemico è convinto di essere stato attaccato da autoblindo e non da mezzi più leggeri e che il traffico dei rifornimenti è stato interrotto per alcuni giorni per permettere la scorta di autoblindo e carri armati leggeri italiani. La distruzione di molte autocisterne costringe Rommel a una sosta prima di penetrare in Egitto, è la conferma dell'efficacia delle sparute pattuglie del LRDG contro la “volpe del deserto” quando questi veterani seguono la vera missione per la quale sono stati reclutati e addestrati. Il carburante sarà sempre l'assillo di Rommel a causa del duro contrasto eseguito dalla Royal Mediterranean Fleet e dagli aerei provenienti da Malta contro i convogli italiani e tedeschi scortati dalla Regia Marina; è una lotta durissima quella in Mediterraneo, durante la quale l' Italia sconta amaramente la decisione di aver rinunciato alla costruzione delle portaerei – per scelta di Mussolini ! - e di quella di non essersi dotata di una aviazione navale moderna a largo raggio in grado di scortare il proprio naviglio. Lili Marleen – la canzone di tutti Una canzone accompagna e accompagnerà per anni tutte queste vicende belliche: dalla emittente militare di Radio Belgrado viene trasmessa “Lili Marleen” che provoca nostalgia e commozione in tutti i soldati su tutti i fronti. Poemetto antibellico scritto nel 1915 da Hans Leip e musicato nel 1938 da Norbert Schultze, “la ragazza sotto il lampione” viene inizialmente osteggiato dal dott. Joseph Goebbels che ne proibisce la diffusione, poi le lettere dei soldati e anche dello stesso Rommel ne fanno riprendere la trasmissione tutte le sere alle 21.55. Cantata inizialmente da Lale Andersen, sarà poi ripresa da Marlene Dietrich, fervente antinazista, esule negli Stati Uniti. L'integrazione con il SAS Quando Stirling torna alla base trova un inaspettato appoggio nel generale Neil Ritchie che ha sostituito lo stanco Cunningham, Ritchie si dimostra comprensivo verso i fallimento delle due operazioni del LRDG e del SAS anzi, appoggia l'idea di uniformare i due gruppi, il SAS come incursori paracadutisti e il LRDG per il recupero degli stessi, visto che una volta paracadutati nel deserto non avrebbero alcuna speranza di andare lontano. Ritchie (foto) intende aggirare l'Asse e annientare Rommel con un “gancio sinistro” costringendolo ad un arretramento di 500 km. a ovest; le pattuglie di Prendergast devono diventare le guide esperte delle formazioni attraverso il deserto. Il 20 dicembre le pattuglie guidano i carri armati e le autoblindo a sud di Bengasi ma si scontrano con la 15 a Panzer Divisione che spazza via velocemente tutti i mezzi corazzati inglesi. Il “gancio sinistro” è fallito, Rommel si è messo al sicuro vicino 8 a Tripoli da cui riceve agevolmente i rifornimenti, mentre al contrario si sono troppo allungate le linee dei convogli inglesi che provengono dall'Egitto. Il SAS e il LRDG si sono attestati vicino alla grande Oasi di Siua (foto dell'autore del 2008) dove certamente non manca l'acqua (si dice che Cleopatra si bagnò nella “piscina” ma la Regina non è mai stata a Siua) e ove le fitte piantagioni di palme da dattero e gli uliveti occultano benissimo i veicoli e gli accampamenti. Le pattuglie del SAS di notte applicano le “bombe adesive” con gli inneschi a tempo sui caccia italiani e sui trasporti e uccidono con i mitra Thomson molti italiani sorpresi nel sonno, poi vengono raccolte dal LRDG proprio nel momento in cui trenta aeroplani e i depositi di carburante minati da loro saltano in aria. Poco tempo dopo gli uomini della T2 e del SAS assaltano di notte una Casa Cantoniera, uccidono una ventina di tedeschi e distruggono alcuni veicoli; non contenti i rhodesiani della S2 penetrano nel campo di Agedabia e fanno saltare con le “bombe adesive” 37 aerei tra cui alcuni Stukas e gli obsoleti caccia biplani italiani CR-42. Entro il gennaio 1942 le incursioni combinate distruggono 90 apparecchi, ma queste azioni “mordi e fuggi” provocano la risposta della Luftwaffe che riduce a mal partito alcune pattuglie. I caccia tedeschi, come segugi, seguono le tracce lasciate dai pneumatici e mitragliano tutto quello che non è stato ben mimetizzato. Questi successi – e i colloqui di Stirling con Achinleck al Quartier Generale – fruttano il rafforzamento delle due organizzazioni con l'inserimento di contingenti di paracadutisti, di altri 50 ufficiali e soldati e di un contingente della Francia Libera. Il SAS di Stirling diviene una organizzazione ufficialmente riconosciuta con il motto “chi osa, vince” riceve uno stemma (disegno) e..la promozione di Stirling al grado di maggiore. Le incursioni continuano con successo mentre Rommel nel gennaio 1942 sconfigge l'8 a Armata e si apre la strada verso Bengasi. Le LRDG intanto evacuano Gialo lasciando “terra bruciata” o meglio “palma bruciata” facendo esplodere le munizioni e i rifornimenti non trasportabili. Ritchie perde circa 40 carri armati, autoveicoli e 1.400 uomini, ora i contendenti stremati si fermano per consolidare le posizioni e rifornirsi. Tra i “vecchi allievi del college di Eton” si aggiunge il tenente Randolph Spencer Churchill figlio del Primo Ministro e pertanto... anche il partito Tory “partecipa alle incursioni...”contro Bengasi; i vecchi compagni di scuola, oggi ufficiali, se la ridono immaginando la faccia di Mussolini se sapesse che il figlio di Churchill ha dormito nella capitale della colonia preferita dal Duce ! Per gli attacchi contro i veicoli sulla Via Balbia vengono sperimentate le “cariche penzolanti magnetiche” e le “cariche a cartella” nascoste negli zaini italiani da lanciare al passaggio dei mezzi sulla Via Balbia, ma senza grande successo; il comandante della G1 rincorre a lungo i camion sulla Balbia ma senza riuscire ad attivare le cariche. L'idea viene accantonata. Spie al Cairo - complotti Dal settembre 1941 Rommel riceve regolarmente preziose informazioni sui movimenti britannici grazie all'inconsapevole colonnello Bonner Fellers attachè militare U.S.A. al Cairo: Fellers ignora che agenti italiani si sono introdotti nell'Ambasciata americana a Roma e hanno fotografato ogni pagina del “Codice Nero” che lui utilizza nei suoi rapporti segreti. L'attività di spionaggio introduce in scena due agenti tedeschi, Johan Eppler e Peter Sanstede, che vengono trasportati al Cairo muniti di documenti falsi, radio portatile e una ingente somma di denaro per raccogliere informazioni. Nonostante l'aiuto della splendida e famosa danzatrice del ventre Mehkmet Fahmi, spia dell'Abwer, i due agenti commettono diversi errori da principianti e vengono scoperti dal controspionaggio britannico. La bella Mehkemt (foto) sfida il dominio inglese con una danza intitolata “il valzer di Tobruk” che inneggia alla avvenuta conquista del porto e all'arrivo di Rommel provocando una gigantesca rissa tra egiziani e militari britannici nel Night Club “Kit Kat”.Naturalmente alcuni frequentatori del Club sono membri del LRDG che riferiscono tutto alla loro base. I principali contatti dei due agenti, il tenente Anwar el Sadat e i capitano Abdel Nasser – sono proprio loro, che da tempo tramano per liberare l'Egitto dal giogo britannico – vengono arrestati assieme alla ballerina e poi la stessa sorte tocca ai due agenti tedeschi. Fellers ne viene informato e continua le sue comunicazioni stavolta contenenti false informazioni, poi finalmente anche Rommel si accorge dell'inganno e questa storia di spionaggio ha la sua fine. Le informazioni che pervengono alla “volpe” sul nemico comunque non sono completamente esaustive, fino al termine della campagna Rommel definirà genericamente “Commando” gli uomini del SAS e del LRDG senza comprendere che sono due unità distinte con compiti diversi, ma provvede giustamente a distribuire ai soldati un rapporto ciclostilato sulle “attività di sabotaggio delle forze guerrigliere”. Sono le stesse forze che hanno reclutato e addestrato un nutrito gruppo di incursori composto da ebrei tedeschi bilingue per missioni quasi suicide, sono uomini che indossano uniformi tedesche e si comportano come soldati del DAK per infiltrarsi. La loro unica sortita a Tobruk si conclude drammaticamente con una sparatoria e quasi tutti non faranno più ritorno. In sette mesi di collaborazione il SAS e il LRDG – comandati da ufficiali aventi provenienze, stile di comando e personalità molto diverse - hanno costretto l'Asse a distogliere aeroplani e mezzi blindati dal teatro principale e, collaborando strettamente tra loro, hanno distrutto 143 aeroplani. Ma ora si apre il capitolo centrale della campagna, quello più interessante e movimentato. 9 Il mercoledì delle ceneri - Hannibal ad portas Informato dell'imminente attacco di Rommel, Ritchie schiera l'8 a Armata trincerata con fortini, campi minati e capisaldi difesi da una forte artiglieria intorno a Bir Acheim. Pare poco probabile che Rommel riesca a penetrare tra queste fortificazioni, infatti il generale simula un attacco diretto poi volge a nord e dopo duri combattimenti conquista la piazzaforte di Tobruk il 26 giugno 1942 imprigionando l'intera guarnigione australiana. E' un durissimo colpo per il Governo inglese e per il suo Primo Ministro. Grazie alle abbondanti scorte della guarnigione conquistata Rommel si avvia verso Alessandria, poco distante dal Cairo e pertanto anche dal Canale di Suez. In preda al panico, la flotta inglese molla gli ormeggi e si allontana da Alessandria mentre, in quello che passa alla Storia come “il mercoledì delle ceneri” di mezzo giugno 1942, il Quartier Generale inglese brucia freneticamente nei cortili i documenti segreti. Convinti dell'imminente arrivo del DAK e degli italiani i negozianti e gli albergatori egiziani già espongono i prezzi con la valuta tedesca e con stentate traduzioni sui prodotti e sui servizi in onore di.. “Rommel Pascià”. Così come risuonava il grido di angoscia dei romani con Annibale che minacciava Roma dopo la battaglia di Canne nel 216 a. C., così risuona ad Alessandria la notizia che Rommel è alle porte. Al Cairo è proclamato lo stato di assedio, lunghe colonne di camion sono dirette in Palestina, le ausiliarie vengono trasferite a sud. Il panico regna sovrano. Il corrispondente di guerra Alan Moorehead calcola le conseguenze di un collasso britannico: “..sarebbe la perdita del controllo delle zone petrolifere di Mossul e Kirkuk e dell'Arabia Saudita, proprio dopo che il Re Ibn Saud ha inaugurato il carico della prima petroliera nel suo regno; giunti in Palestina e Siria, poi a Gerusalemme e a Damasco e ai pozzi petroliferi i tedeschi avrebbero l'accesso a tutte le risorse petrolifere e sarebbero inarrestabili fino a congiungersi con le loro Armate che combattono in Unione Sovietica..il Medio Oriente è la fonte di quasi tutto il petrolio inglese, se il Canale di Suez fosse dominato da forze ostili qualsiasi viaggio dovrebbe prendere la molto più costosa via del Capo di Buona Speranza”. Non va dimenticato che nei primi due anni di guerra la Gran Bretagna è sola a combattere contro l'Asse e che l'unico teatro di scontri sulla terraferma è proprio l'Africa del Nord, dopo la perdita di Creta e della Grecia. Gli aiuti certo non mancheranno dopo l'entrata nel conflitto degli Stati Uniti attaccati dal Giappone, ma nei primi anni tutte le risorse belliche dell'Impero britannico si concentrano sulle terre che si affacciano sul Mediterraneo. Il galoppo di Gazala Ritchie afferma di Rommel “Ah, l'abbiamo in pugno !” ma dal suo comando a Gibuti a 100 km. dal campo di battaglia non è in grado di percepire le mosse del generale che invece è sempre in testa alle sue truppe. Ritchie ordina a una divisione corazzata di attaccare ma ignora che essa non esiste più, il 6 giugno perde 230 carri armati e quel giorno inizia il “galoppo di Gazala” verso est che dura un mese nel caos più completo; oltrepassata la frontiera egiziana Ritchie si sistema a Maaten Baggush con le formazioni a “scatole “ da lui create stipate di artiglieria e fanteria lungo un fronte di 100 km. che invece sono un regalo per Rommel. Sul finire di giugno Auchinleck solleva dall'incarico Ritchie e assume direttamente il comando dell'8a Armata; con Rommel già in territorio egiziano Auchinleck ripiega ad El Alamein distante appena 100 km. da Alessandria. Intanto Mussolini arriva in Libia il 29 giugno sicuro di entrare trionfalmente ad Alessandria sopra un cavallo bianco ma questa esibizione tipica del dittatore proprio non avverrà. Mussolini si tiene ben distante dai combattimenti, ignorato da Rommel che non va nemmeno a salutarlo, poi, deluso, il 20 luglio riparte per l'Italia. Gli incursori del LRDG – muniti di jeep americane che sono i primi veicoli a completa trazione integrale comparsi nel deserto – iniziano concitati attacchi contro gli autoveicoli del DAK provocando la reazione degli aerei nemici “come calabroni molestati”. Stirling ha dei problemi con gli inneschi delle cariche al plastico e ricorre ad azioni che rasentano il suicidio: due colonne di jeep armate con mitragliatrici abbinate entrano di notte negli aeroporti e sparano all'impazzata contro gli aerei parcheggiati. Tirando le somme delle incursioni sono stati distrutti 200 aeroplani e l'unica conduttura d'acqua che rifornisce i tedeschi, in fin dei conti un risultato migliore da quanto condotto dalla Royal Air Force. Alexander e Montgomery Al rientro da Mosca dopo un incontro con Stalin, che è molto preoccupato per l'avanzata tedesca sul Don davanti a Stalingrado, Churchill si ferma in Egitto e visita l'8 a Armata. Il Premier ha espresso da tempo insoddisfazione sul comportamento dei generali; nonostante siano stati riforniti di materiali moderni non sono riusciti a sconfiggere Rommel, perennemente in condizioni di inferiorità per numeri e risorse, “si deve fare qualcosa” brontola tra sé il Primo Ministro e licenzia Achinleck. Il ruolo di Comandante in Capo viene assegnato al generale Sir Harold Alexander mentre il tenente generale Bernard Law Montgomery (foto) il giorno 12 agosto 1942 assume il comando della ottava Armata. ”Monty” assume il comando dell'8a Armata a causa della morte del comandante designato dal Primo Ministro, generale William Gott, abbattuto in aereo. Montgomery viene definito “una granata nuova” e riesce ad attirare su di sé prima curiosità, poi interesse e poi ammirazione. Alexander proviene da Harrow, la stessa scuola di Churchill, mentre Montgomery proviene da St.Paul's; Alexander è un cattolico irlandese raffinato ed elegante,ha comandato due ritirate, quella a Dunkerque (si dice che fu l'ultimo a lasciare le spiagge) e quella dalla Birmania, mentre Montgomery è un anticonformista pignolo e prudente, vicino alla grande tradizione dell'esercito britannico, cioè i valorosi puritani che hanno servito fedelmente secoli prima Oliver Cromwell, il generale che ha rafforzato il potere del Parlamento su quello della monarchia. Montgomery si atteggia a divo, è di un egocentrismo esasperante, flirta con i giornalisti e i fotografi, si atteggia a nuovo Messia della guerra nel deserto, ha idee poco ortodosse, ha perfino osato contraddire e indispettire Churchill durante la disastrosa Campagna di Francia. 10 Ma Gott è deceduto e il Primo Ministro ha ben poche alternative. Montgomery prepara l'attacco rafforzato dall'arrivo di ben 400 nuovi carri armati Sherman forniti dagli americani e 40.000 uomini. Lo Sherman (foto sopra) è un carro moderno, costruito in grandi serie nelle catene di montaggio con criteri automobilistici, ben armato e affidabile, sarà il protagonista durante tutto il conflitto in Occidente; il suo punto debole è la deprecabile tendenza ad incendiarsi facilmente quando viene colpito..e la carenza di affiatamento e addestramento degli equipaggi, come si vedrà sia in Africa che in Continente. Nella seconda battaglia di El Alamein, Montgomery schiera 220.000 soldati contro 96.000 tedeschi e italiani, 1.300 carri armati contro 500 con inoltre il vantaggio della supremazia aerea; il carburante non manca assolutamente, mentre per l'Asse il rifornimento è un dramma, i Reggimenti motorizzati sono costretti a lunghe soste in attesa della benzina senza potersi schierare o rischierare. Nell'agosto 1942 poco o nulla del materiale spedito dall'Italia verso la Libia riesce a passare, i sommergibili inglesi sulle rotte delle navi italiane affondano le petroliere, tutto a vantaggio di Montgomery che si vanterà del successo nelle sue “ Memorie” senza però approfondire le vere cause della progressiva sconfitta dell'Asse. El Alamein è rimasta il simbolo della gloria britannica, ma è l'ultima vittoria terrestre unicamente inglese, l'ultimo atto dell'Impero Britannico come grande potenza coesa e indipendente, poi tutto sarà condiviso con le enormi risorse fornite dagli Stati Uniti....e a caro prezzo. The Band of Brother I due nuovi comandanti ereditano il SAS e il LRDG che sono diretti da due uomini diametralmente diversi: Stirling ha uno stile per niente convenzionale, è semplice e sbrigativo, Prendergast è flemmatico e riservato con una mente lucida e lungimiranti capacità progettuali. Churchill, come sempre incline all'enfasi e alla propaganda, incontra Stirling in Egitto e lo definisce pubblicamente “l'uomo più garbato che abbia mai affondato una nave o tagliato una gola” ! Con Alexander e Montgomery come nuovi protagonisti e i nuovi mezzi la Campagna d'Africa diventa ancora più concitata: nel deserto soldati, cingolati, mezzi ruotati, aerei iniziano un continuo movimento inseguendosi da ovest verso est e viceversa dalla Tunisia all'Egitto, come se fossero degli scontri navali in un tratto di mare lungo più di 2.000 km e largo poche centinaia delimitato a nord dal Mediterraneo e a sud dai Grandi Mari di sabbia e dalla Depressione di Qattara. Le unità speciali britanniche operano con successo perché hanno alle spalle una logistica efficiente che le rifornisce con gli autocarri dalle loro basi di partenza fino alla terra di nessuno, prima di iniziare le loro incursioni dietro le linee dell'Asse. La cartina qui di fianco è esaustiva per capire le distanze e le difficoltà affrontate dal LRDG e dal SAS e da tutti i contendenti..E' una guerra basata sulla motorizzazione (di cui le truppe italiane sono sempre troppo scarse) senza infrastrutture facilmente raggiungibili, che favorisce l'impiego d'emergenza di tutti i mezzi e di tutte le armi disponibili comprese quelle sottratte al nemico, ricorrendo molto spesso alla “cannibalizzazione” di tutto quello che si trova in giro. Anche la consegna della posta diventa un impegno importante – e non facile – per ogni comunità militare, i duri veterani del deserto di ogni nazionalità pensano a casa continuamente e tra loro il più triste è quello che non riceve né una cartolina né una lettera . C'è ansia per i propri cari che sono a casa, la guerra ha coinvolto tutti i fronti e tutti i territori in Europa senza pietà e senza rispetto per alcuno, anche i civili ormai sono a rischio sotto i bombardamenti tanto quanto i militari, è un massacro spietato su larga scala mai visto nella Storia, che passa sopra molte città tra cui Dresda, Stalingrado, Tokyo e che si conclude nel '45 con la detonazione di due ordigni nucleari. Il grande fotografo Cecil Beaton coglie l'essenza dello spirito che anima questi scorridori, soldati volontari atipici e innovativi, dotati di notevoli capacità di sopravvivenza e di adattamento, tra i quali la gerarchia militare viene ignorata dovendo forzatamente vivere insieme, in pochi, in ogni frangente. In questa sua famosa fotografia viene colta con efficacia l'essenza della prima e vera “band of brothers” (foto). Naturalmente anche la rivista militare tedesca “Signal” si preoccupa di dare un cliché romantico ai soldati del DAK, l'abile propaganda del dottor J. Goebbels cerca di far sembrare questa guerra atipica come una avventura affascinante per uomini vestiti sportivamente, braccia e gambe scoperte, occhiali da sole... ma non è una sorta di vacanza, in realtà la guerra nel deserto è fatta di mezzi bruciati e sventrati, rottami fumanti abbandonati per sempre sulle distese di pietrisco e sabbia, portelli spalancati di carri armati colpiti, acciaio che si sta scolorendo sotto il sole implacabile e l'abrasione delle tempeste di sabbia (foto) sotto lo sguardo indifferente degli arabi che non capiscono questo conflitto così costoso e feroce combattuto da stranieri in terra straniera ...e dal quale traggono ben scarsi profitti, senza contare la distruzione dei loro poveri beni. L'Osservatorio stradale – la macchina “Enigma” - il sistema “Ultra Secret” A capo del Raggruppamento viene nominato il colonnello John Winthrop Hackett che arriva alla conclusione che il ruolo principale del LRDG sia quello di effettuare ricognizioni in profondità mentre il SAS si deve incaricare del sabotaggio dietro le linee nemiche, la situazione sembra cambiata e per l'ennesima volta vanno ridistribuiti i compiti delle forze speciali. 11 L'attività del LRDG – benché nessun membro ne sia al corrente né lo saprà per anni – adesso è di verificare l'attendibilità delle intercettazioni e decrittazioni dei messaggi del nemico trasmessi con la macchina cifratrice “Enigma” e decodificati con il sistema “Ultra” e “Colossus” - l'antesignano dei primi computer. “Enigma” è una meraviglia di tecnologia, grande come una macchina da scrivere elettrica, nel suo interno rotelle,tamburi e rotori consentono milioni di differenti combinazioni, impossibili da decifrare, veloce ed efficiente, viene ritenuto dai tedeschi estremamente affidabile. All'insaputa dei tedeschi e degli italiani, però, una piccola squadra di crittografi e matematici – tra cui spicca Alan Turing – nella segretissima residenza di Bletchley Park è riuscita a decifrare “Enigma” costruendo “Colossus” e regalando agli Alleati un sostanziale vantaggio su tutti i movimenti dell'Asse, ma il traffico militare radio decodificato non premia dal punto di vista tattico nel deserto: Rommel rimane una variabile imponderabile a causa del suo genio. Gli arrivi dei rifornimenti italiani e tedeschi a Tripoli – anche se la Royal Navy e la RAF affondano molte navi – devono essere registrati accuratamente perché sono la correlazione diretta delle possibilità di manovra da parte dell'Asse. Prendergast sceglie come punto di osservazione nientemeno che l' “Arco dei Fileni” al confine tra Tripolitania e Cirenaica, un migliaio di chilometri dietro le linee nemiche, proprio sulla Via Balbia: l'” Arco dei Fileni”, voluto da Italo Balbo, è un gigantesco e abbagliante arco di marmo bianco che sovrasta la Via con due colossi di bronzo in memoria dei fratelli Fileni mitici eroi cartaginesi. Tutto o quasi tutto scorre lì sotto. (foto) Poi negli anni '70 Gheddafi lo farà abbattere in quanto simbolo del colonialismo italiano.... però non va dimenticato che gli italiani vi hanno lasciato acquedotti, ferrovie, strade, scuole risultato di tanto lavoro dei poveri coloni italiani illusi, plagiati e poi gabbati in Libia, in Abissinia e in Eritrea, tutte Colonie costose e inutili facenti parte dell'Impero del Grande Nulla volute da un regime e da una monarchia corrotti. Al fine di favorire le industrie belliche e gli interessi personali dei gerarchi sono stati spesi decine di miliardi di vecchie lire dell'epoca, ci si domanda se non fosse stato meglio costruire queste infrastrutture qui, in una Italia povera e semianalfabeta. Nemmeno in Libia l'avventura coloniale italiana ha successo, il Paese viene lasciato impoverito e semidistrutto, solo il ritrovamento dei primi pozzi di petrolio nel 1959 contribuisce alla sua ripresa. Tornando al LRDG, tre squadre si avvicendano con brevi turni di poche settimane appostate vicino all'Arco per tutta la primavera del 1942, è un lavoro noioso ma stressante per il pericolo di essere scoperti, hanno in dotazione dei taccuini ciclostilati con i dati tecnici e le sagome di tutti i mezzi del nemico, periodicamente tutto il traffico, con l' estrema pedanteria tipicamente britannica, viene trasmesso alle basi. L'Osservatorio si dimostra uno strumento molto valido per verificare l'esattezza delle intercettazioni di Ultra a prescindere da quanto inviato per radio da Rommel e dagli italiani, ma, come detto, le intercettazioni servono a poco durante le zuffe confuse e mutevoli nel deserto, l' Osservatorio si dimostra molto più utile nel conteggio dei mezzi in arrivo, in ritirata o in manutenzione, ma anche qui vi sono troppe variabili, infatti la manutenzione e il veloce ripristino dei veicoli da parte dei tedeschi è uno degli argomenti che fanno imbestialire il Primo Ministro britannico. E' proprio la capacità delle officine da campo tedesche di riparare e rimettere velocemente in campo i mezzi danneggiati – una caratteristica organizzativa vincente nelle Divisioni Panzer progettate dal generale Heinz Guderian ben prima dell'invasione della Polonia – diventa un rebus per i britannici: il conteggio dei mezzi nemici distrutti, riparati, rimessi in efficienza e pertanto schierati un'altra volta in battaglia influenza le loro stesse decisioni sugli schieramenti con cui contrastarli. Anche i mezzi di preda bellica vengono velocemente “cannibalizzati” dai meccanici tedeschi e riverniciati con le insegne del DAK tornando a combattere. Nemmeno il cauto Montgomery, che si muove solo quando dispone di una proporzione di forze di tre a uno, sa quanti mezzi “la volpe” gli farà trovare di fronte e nemmeno dove; soltanto la cronica carenza di carburante è capace di rallentare Rommel e sarà la nemesi del DAK e delle forze italiane, fino alla fine del conflitto in Africa. Anche durante la ritirata di Rommel durante l'ottobre 1942 – nonostante l'ordine folle e perentorio di Hitler di “resistere e di non cedere di un passo” che Rommel ignora ostentatamente - il flusso di carri armati, veicoli, artiglieria e soldati di giorno e di notte è così imponente che il conteggio delle forze risulta impossibile. Poi le truppe dell'Asse diventano sempre più aggressive e vigili e l'Osservatorio viene abbandonato dopo mesi di intensa attività non senza pesanti perdite di mezzi e uomini. Lo smacco inglese a Tobruk – Operazione Daffodils (Narcisi) 13-14 settembre 1942 Il piano di attacco a Tobruk presidiato dagli italiani prevede una operazione anfibia e terrestre cui partecipano 180 bombardieri “Wellington” e 28 navi tra cui un incrociatore contraereo e due cacciatorpediniere trasformati in modo da sembrare navi italiane. Sotto la guida del LRDG che ha percorso 2.500 km. nel deserto, gli elementi d'assalto, tra cui un nutrito gruppo di ebrei di madrelingua tedesca travestiti da soldati del DAK che fingono di scortare dei prigionieri inglesi sporchi e malandati, devono forzare gli ingressi dal deserto. Contemporaneamente un reggimento da sbarco di 650 Royal Marines ha il compito di sbarcare dai navigli leggeri e di demolire le principali installazioni portuali, i depositi di carburante e le officine meccaniche dove vengono riparati i mezzi. Tutti poi devono ritirarsi sulle navi oppure dileguarsi nel deserto. Il presupposto dell'operazione, che si rivela completamente errato, è la scarsa combattività delle truppe di presidio italiane. Dopo un attacco notturno di copertura di bombardieri della RAF, alle ore 00.00 del 14 settembre le batterie italiane scoprono gli sbarchi in corso e insieme alle motozattere armate affondano quasi tutte le barche e i mezzi anfibi degli incursori. A causa dei ritardi nelle segnalazioni e ad errori nella identificazione dei luoghi di sbarco le azioni preventivamente programmate diventano fuori controllo. 12 E' un disastro mal programmato e peggio eseguito. Alle 7.00 del mattino la situazione è sotto il controllo degli italiani e dei tedeschi che recuperano molti naufraghi inglesi caduti in mare dalle navi affondate. La Royal Navy perde tutte le navi principali, l' incrociatore e i due cacciatorpediniere, sei navi minori, 780 marinai e Marines cadono in combattimento, altre centinaia sono feriti, 576 cadono prigionieri. Perde la vita anche il tenente colonnello John Haselden - che da civile era un commerciante di cotone al Cairo - comandante in capo del LRDG e che è stato il principale promotore dell'azione, insieme a molti uomini delle pattuglie di incursori del LRDG che si sono perdute per sempre nel deserto, forse predate dai beduini o uccise dai caccia dell'Asse. Il tenente colonnello Haselden viene seppellito con il suo mitra sul quale ha appoggiato il capo morendo. Tutti i soldati caduti ricevono l'onore delle armi dagli italiani, anche se i britannici hanno violato le norme di diritto internazionale utilizzando travestimenti per infiltrarsi nella base e che il gruppo di ebrei abbia sparato a raffica entrando nelle tende dell'ospedale italiano. Molti uomini, vivi o morti, vengono ritrovati seminudi per la fretta di liberarsi delle divise tedesche. Tutta la guarnigione italiana ha reagito prontamente contro i veterani inglesi, non ultimi i militari impiegati nei servizi ausiliari (meccanici, amministrativi, portuali) improvvisando le difese durante il breve e concitato combattimento notturno perché i piani di difesa predisposti sono rimasti chiusi nelle casseforti a causa dell'attacco improvviso. Un piano troppo ambizioso e.. che ha poco da condividere con la poesia di William Wordsworth da cui ha preso la denominazione. La stampa L'autorevole corrispondente di guerra australiano Alan Moorehead incontra a Tozeur in Tunisia - un avamposto sahariano stile “Beau Geste” - alcune pattuglie del LRDG che stanno recuperando le forze in questa località popolata da spie, donne velate, faccendieri, zuavi, legionari francesi, gravitanti tutti intorno all'Hotel Trans-Atlantique gremito di giornalisti. Corrispondente del ”Daily Express” in Africa Settentrionale, in Italia e poi Francia, Alan scrive nella sua triologia “La guerra nel deserto” che “questi uomini altamente selezionati da due anni stanno compiendo fantastiche incursioni nel deserto dietro le linee nemiche ..sono irriconoscibili come soldati con le loro barbe fino alle sopracciglia, i sandali e i tipici copricapi locali....è straordinario come il deserto sia riuscito a trasformare questi uomini bianchi rendendoli tenaci come pochi altri...” Operazione “Torch” – lo sbarco degli Alleati in Nord Africa – il cambio della marea Gli americani e gli inglesi sbarcano in forze (foto) con oltre 500 navi tra l'8 e il 16 novembre 1942 ad Algeri, in Marocco e a Casablanca e, consolidata la testa di ponte, si dirigono verso est al fine di stringere in mezzo le forze dell' Asse, superando combattendo le resistenze dei francesi di Vichy. L'intento è di colpire il “ventre molle dell'Italia” che denuncia pesanti sintomi di stanchezza e di abbandono dal conflitto. Il comando interforze è stato assegnato al generale Dwight Eisenhower. Per evitare di rimanere coinvolte nel flusso di ritiro dell'Asse, ormai stretta da est e da ovest, alcune pattuglie del LRDG in esplorazione a corto di benzina scivolano a fatica per centinaia di km. ad ovest e raggiungono i campi di aviazione da dove partono i grandi bombardieri americani B17 e B24. L'improvvisa apparizione dal nulla del deserto delle pattuglie a bordo dei loro veicoli mimetizzati suscita un bel po' di stupore e fa sembrare ai giovani e inesperti avieri americani, appena sbarcati in Tunisia durante l' “Operazione Torch”, come se tutto sembri il frutto di un film di Hollywood ! Ma non è un canovaccio tipico di Hollywood, quello americano è un “esercito all'alba” dotato di grandi mezzi ma di ben poca esperienza, non ultimi anche i suoi stessi comandanti come George Patton. Sono dei principianti che pagheranno molto cara l'impreparazione contro un esercito di veterani che combattono duramente fino all'ultimo, ben organizzati e motivati, pur disponendo di risorse molto più limitate. Vedremo tra poco, negli ultimi atti di questa “guerra speciale” in Nord Africa, l'efficacia devastante degli ultimi colpi di coda sferrati da Rommel – che si è ritirato nel ridotto del Mareth – al passo di Kasserine dove la 1a Divisione corazzata americana appena costituita, ma non coesa, verrà pesantemente umiliata. David Stirling cade prigioniero I tedeschi catturano il “Maggiore Fantasma” fondatore del 1° Reggimento SAS mentre dorme con la pattuglia in una uadi a 60 km. dal Mareth. L'ambizioso comandante è uscito in ricognizione su disposizione di Montgomery anche allo scopo personale di mettere in maggior luce il suo SAS visto che suo fratello William Joseph Stirling è appena giunto in Africa con l'intento di fondare il 2° Reggimento SAS (infatti si ironizza su SAS eguale..Special Air Service...eguale la Ditta Stirling And Stirling). Commette l'errore di spingersi ben oltre i confini previsti e una grossa pattuglia tedesca in esplorazione, per caso, li coglie durante il sonno. Le radio dell'Asse annunciano trionfanti che il famoso ufficiale Stirling è caduto in mano al nemico, ma Stirling non si arrende e subito fugge di notte per essere poi tradito da un pastore beduino. Trasferito in Italia tenta continuamente di evadere, come da tradizione degli ufficiali britannici maestri di evasione, finché i tedeschi, esauriti dai suoi continui tentativi, lo internano a Colditz, il più sicuro e famoso campo di prigionia. Dopo la sua cattura il SAS riduce le sue azioni, gli ufficiali che sono subentrati hanno meno motivazione e attitudine ad individuare i bersagli. Comunque Rommel ammette onestamente che Stirling è un “abilissimo e versatile comandante dei gruppi del deserto che ci ha recato danni maggiori di altre forze britanniche di eguale dimensione”. La concorrenza tra il SAS e il LRDG Le azioni di disturbo e di sabotaggio del SAS surriscaldano la zona, il SAS ormai conta su otto squadroni ciascuno composto da otto pattuglie indipendenti dotate di fuoristrada e jeep, ma la mancanza di coordinazione tra i due corpi provoca la reazione tedesca e italiana che colpisce sia il SAS - ormai dedicato a “bersagli appetibili” cui non riesce proprio a rinunciare – che le pattuglie di Prendergast dedicate all'osservazione e all'avanscoperta. 13 Le pattuglie del LRDG sono in difficoltà perché il territorio tunisino permette a Rommel di occultare e spiegare le sue forze senza destare sospetti, inoltre sono sostanzialmente impegnate altrove nella ricerca di un percorso per l'8a Armata intorno alle fortificazioni del Mareth per sferrare il gancio sinistro contro l'Asse. Rommel è esasperato per le “nefandezze” dei commando e reagisce con le autoblindo e con gli aerei, di conseguenza le perdite dei gruppi aumentano. Kasserine - Rommel si ritira – cala il sipario Ormai l'Asse è stretto sia da est che da ovest, nonostante l'arrivo di una Seconda Panzerarmee al comando del generale Jurgen von Arnim, si aggiunge la pressione esercitata dalle forze della Francia Libera provenienti dal Ciad verso nord. La 4 a Brigata corazzata guidata dalle pattuglie del LRDG non riesce ancora ad esercitare il “gancio sinistro” a causa del terreno sconnesso pieno di scarpate con il risultato che Rommel abbandona le posizioni più esposte e si trincera sulla Linea del Mareth protetta da laghi salati, piane di fango e il Mare di Sabbia. Sono posizioni fortificate costruite dai francesi, è da sconsigliare assolutamente un attacco frontale. Ormai, molto tardivamente, Hitler ha inviato truppe fresche, nuovi aerei come il FW 190 e un reggimento di potenti carri “Tiger” (foto) che sono la nemesi dei carristi alleati e sovietici. Il dittatore teme che il “ventre molle” dell'Asse sia vicino al collasso e che l'invasione dell'Italia sia il prossimo passo con la conseguente caduta del regime fascista, ma ormai è tutto inutile. Rommel non può chiedere la benzina agli italiani che non ce l'hanno, può solo chiedere e protestare, il generale Franz Halder alle sue richieste di aiuto “non sa trattenere un sorriso vagamente scortese”; viene ingannato anche da Kesserling e da Cavallero che gli dicono “combattete pure senza preoccupazioni, i rifornimenti sono in viaggio” ma proprio non è vero. Le navi trasporto italiane vengono sistematicamente affondate. Intanto i rifornimenti non mancano assolutamente agli Alleati, il generale Heisenhower, “un po' a corto di trasporti” combatte una breve battaglia a Washington e ottiene in tre giorni un convoglio speciale con a bordo ben 5.400 autocarri che vengono presto imbarcati nei porti americani. Una...disinvolta e immediata fornitura che tedeschi e italiani mai hanno ottenuto ma nemmeno mai sognato. Mentre la Panzerarmee di von Arnim è impegnata sul fronte nord, Rommel rivive la sua migliore gloria nel deserto. Nascosti da una tempesta di sabbia e sostenuti dalla Luftwaffe i corazzati tedeschi il 20 febbraio 1943 si scagliano a Sbiba e poi nel passo di Kasserine, in Tunisia, contro la 1 a divisione corazzata americana appena organizzata, cogliendo di sorpresa i comandanti americani, che ancora sono convinti dalle rivelazioni di Ultra che al passo di Kasserine ci sarebbe stato solo un attacco simulato, cioè una finta. Emergono i limiti del sistema che proprio non riesce a svelare le reali intenzioni del nemico cui si somma l'inesperienza e l'inferiorità tattico- operativa degli ufficiali comandanti americani. Di fatto e precedentemente a Sidi Bou Zid avevano già perso 100 carri armati. La divisione corazzata americana viene disgregata, 6.300 soldati sono uccisi o feriti, 4.000 fatti prigionieri, vengono distrutti 235 nuovi carri armati e altri 1.000 mezzi, gli americani sono respinti per 140 km. E' la sconfitta più grave per gli Stati Uniti subita in una sola settimana durante tutto il secondo conflitto mondiale. Rommel è ormai perfettamente consapevole che le pattuglie di esploratori trovate ai suoi fianchi fanno presagire l'attacco sinistro britannico e colpisce per l'ultima volta gli elementi avanzati di Montgomery, ma viene respinto con la perdita di circa 40 carri armati. Il Feldmaresciallo intende evacuare i 150.000 soldati tedeschi e italiani lasciando alle spalle i materiali, che sono per la maggioranza preda bellica, e propone a Kesserling di combattere con questi veterani le prossime battaglie in Italia e in Francia, ma a Rastenburg nella Wolfschanze (la tana del lupo) la guerra in Africa è sempre stata considerata una guerra coloniale e non un teatro in cui si decidono le sorti dell'Europa. Le risposte sono sempre negative. Il conte Galeazzo Ciano commenta amaramente così la situazione drammatica in Nord Africa: “ la Vittoria trova sempre cento padri mentre la Sconfitta è orfana”. Con questa prossima e certa sconfitta termina l'esperienza di Rommel nel deserto, ormai non nasconde più a nessuno di essere convinto che questa guerra sia perduta e che occorra salvare più uomini possibile, per ordine diretto di Hitler viene fatto rientrare con la disposizione di “mettersi in cura”.L'ordine non è completamente improprio, infatti l'infezione al naso e la malattia al fegato, conseguenza di una itterizia trascurata, hanno peggiorato le sue condizioni di salute. Gli subentra a tutti gli effetti il generale Jurgen von Arnim. Rommel si era già recato precedentemente a colloquio con Hitler per illustrare personalmente la situazione drammatica, ma il dittatore si era mostrato molto irritato e contrariato per ogni proposito di ritirata in una atmosfera molto tesa - presente anche Hermann Goring che gli dava del disfattista e del codardo - a causa della tragica situazione in corso a Stalingrado. Anche in quella occasione Hitler non nasconde il profondo disprezzo e l' indifferenza che nutre verso tutto il popolo tedesco. In un altro incontro Hitler ammette che “ la vittoria finale non è più possibile, occorre fare la pace con una parte o con l'altra, ma nessuno farà la pace con me”.E' una grave ammissione di colpa che farà riflettere alcuni alti ufficiali sulla necessità di esautorarlo o di eliminarlo. Dopo otto giorni il generale Patton con i 2° Corpo degli Stati Uniti colpisce da un lato mentre l'8° Armata nella notte del 20 marzo effettua l' attacco sulle linee del Mareth. 26.000 uomini dotati di autoblindo, carri armati e semoventi attraversano un varco trovato dalle pattuglie esploranti del LRDG e nonostante guasti e insabbiamenti ben 1.200 carri armati si congiungono con i neozelandesi chiudendo l'Asse in una sacca. Hitler ha ordinato ai tedeschi di “resistere fino all'ultima pallottola” ma il generale von Arnim, ormai privo di rifornimenti e in schiacciante inferiorità numerica, si arrende con tutti i soldati tedeschi e italiani e gli armamenti rimasti. Ammette che “anche senza l'offensiva alleata avremmo dovuto capitolare, non avevamo più niente da mangiare”. 14 E' il 13 maggio 1943 (foto della resa) Dopo pochi mesi, come previsto, anche l' Italia si arrende e il Duce viene arrestato. Anche se i dati finali sono contraddittori, questa guerra è costata: circa 33.000 morti, 12.000 dispersi e più di 300.000 prigionieri all'Italia e alla Germania - 220.000 tra morti, dispersi e prigionieri al Regno Unito e Commonwealth dei quali 35.000 morti - 2.700 morti con 6.500 dispersi e prigionieri agli Stati Uniti - circa 10.000 tra morti e dispersi alla Francia Libera. In totale circa 100.000 soldati sono morti sui campi di battaglia e molti altri sono dispersi per sempre nel deserto. I destini paralleli di Klaus von Stauffenberg e di Erwin Rommel - sfortuna imperatrix mundi Non si può chiudere questo scritto sul conflitto in Nord Africa senza citare le sorti del colonnello conte Klaus von Stauffenberg e del feldmaresciallo Rommel, ambedue coinvolti in tempi diversi nel tentativo di destabilizzare il dittatore. Von Stauffenberg (foto) partecipa alla guerra in Africa come ufficiale di Stato Maggiore della 10a Panzer, molto apprezzato per le sue capacità organizzative e il suo coraggio, viene mitragliato in auto da un caccia inglese il 7 aprile 1943 e perde un occhio e la mano destra. Rientrato in Germania, il 20 luglio 1944 è il principale artefice del fallito attentato contro Hitler. Viene giustiziato il giorno dopo. Anche Rommel viene mitragliato da un caccia a Livarot, in Normandia, sulla sua auto il 17 luglio 1944, riporta gravi ferite al cranio con lesioni che avrebbero ucciso un uomo meno robusto. In convalescenza non nasconde a nessuno la sua intenzione di proporsi come protagonista per esautorare Hitler e trattare la pace con gli Alleati occidentali per poi rivolgersi contro i Sovietici, il nemico di sempre. Nonostante non abbia partecipato direttamente al complotto perché in ospedale, si è esposto troppo e dopo pochi mesi, il 14 ottobre 1944, viene costretto al suicidio. E' il drammatico destino comune di due alti ufficiali tedeschi, disillusi dal regime, il cui solo pensiero era la fedeltà verso il loro Paese e l'onore. EPILOGO Il 2 aprile Montgomery congeda le pattuglie del LRDG che rientrano percorrendo 2.000 km. sulla Via Balbia fino al Quartier Generale. E' per loro un triste ma glorioso percorso su queste piste sulle quali hanno perso dozzine di uomini del LRDG e del SAS, dei quali alcuni sono sepolti da qualche parte sotto le dune. Gran parte delle pattuglie viene sciolta per essere riassegnata ai reparti iniziali, sopratutto i neozelandesi e gli australiani (ANZAC – Australian and New Zeland Army Corps) che hanno avuto molte perdite e i cui Governi hanno protestato a causa dell'utilizzo dei loro soldati nelle missioni più pericolose. Alan Moorehead nella sua triologia “La Guerra nel deserto” definisce gli uomini dei reparti neozelandesi e quelli della Divisione Panzer leggera “la élite degli eserciti britannici e tedeschi”. Riluttanti ad abbandonare il deserto, alcuni sperano di essere inviati nel deserto del Gobi o in Cina contro i giapponesi, ma ormai dopo questi anni il loro “essere speciali per una guerra speciale” non è più necessario. Ma non finisce ancora qui. Il prestigio raggiunto dalle “forze speciali” convince i generali ad utilizzarle in una serie di operazioni secondarie di appoggio in Mediterraneo con sbarchi nelle isole greche a bordo di gommoni e sommergibili, tra cui la tentata difesa dell'isola di Lero, nel Dodecanneso, che si conclude in un disastro. L'isola strenuamente difesa dagli anglo-italiani viene conquistata dalla Divisione Brandenburg, gli omologhi tedeschi dei Commando. Lo stesso Prendergast sfugge fortunosamente alla morte, pur riuscendo a rallentare le truppe aviotrasportate tedesche. Infine le pattuglie del LRDG e del SAS dopo aver subito l'addestramento di aviolancio partecipano ad operazioni dietro il fronte durante gli sbarchi in Normandia e successivamente di appoggio alle forze della Resistenza in Europa. Nel dopoguerra solo il SAS viene ricostituito e negli anni seguenti viene utilizzato in tutti i conflitti “ ovunque ci fosse un fianco scoperto”, come per esempio nella guerra delle Falklands, in una specie di idealismo avventuroso, forse conseguenza della lunga tradizione corsara che fa parte della cultura britannica fin dai tempi della regina Elisabetta. NOTA FINALE Una delle spiegazioni delle continue sconfitte britanniche in questi tre anni di guerra del deserto è che un esercito rappresenta, o meglio, riflette la società: pur essendo l'esercito di una monarchia parlamentare moderna, l'esercito britannico è classista, in realtà è un'insieme di gente di campagna agli ordini dell'aristocrazia e dell'alta borghesia. Molti britannici scelgono la carriera militare perché è tradizione della loro casta, pertanto inevitabilmente molti ufficiali superiori sono gentiluomini ma dilettanti. L'ufficiale britannico ha poco in comune con i mondo tecnologico del 20° secolo e poca simpatia per esso, essendo emotivamente vincolato al suo College, al suo Reggimento, ai gloriosi ricordi nonché alla venerazione del cavallo, la sua mentalità è ancora quella della 1 a Guerra Mondiale: il fronte fisso. Molti reggimenti di cavalleria hanno da poco abbandonato le salmerie e il loro senso di aristocratica superiorità, alimentata dalle tradizioni, soffoca le idee innovative e la collaborazione tra le diverse Armi. A questi ufficiali e soldati viene improvvisamente affidato il prodotto di una società tecnologica, il rumoroso, complicato, prepotente e maleodorante carro armato sul quale, solo nelle loro menti, aleggia ancora il sacro odore del cavallo. Come avversario hanno un corpo corazzato composto da uomini, spesso veterani, unici nel 20° secolo, che si intendono di cingoli e di motori ma non di zoccoli e di carrube. Il DAK e Rommel sono “una bevanda troppo forte per un astemio” scrive con lucida obiettività l'inglese Correlli Barnett nel suo libro. 15 I soldati del DAK sono un normale prodotto dell'esercito germanico, il loro fisico non si presta alla vita nel deserto, i più giovani e biondi non reggono il caldo e non si adattano alle condizioni del deserto contrariamente agli australiani, neozelandesi, sudafricani e indiani. I britannici non tardano ad accorgersi che il soldato tedesco combatte secondo le regole, fortunatamente non sono presenti forze consistenti delle SS, e si adeguano a questi comportamenti. “La guerra in Africa fu una guerra di gentleman” afferma il generale tedesco Johann Crame a un corrispondente del “Times” forse perché i combattimenti corpo a corpo sono rari, forse perché gli ufficiali sono forzatamente in migliori e stretti rapporti con i loro soldati, o perché il comportamento leale di Rommel è stato di esempio per tutti; per tutto il tempo trascorso in Africa non ha mai firmato un deferimento alla corte marziale. Il Feldmaresciallo ama definire questa guerra “Krieg ohne Hass” “guerra senza odio”. Senza odio certamente, ciò non toglie che alcune azioni dei sabotatori del SAS e del LRDG, per esempio le uccisioni a freddo, di notte, nei presidi dell'Asse, le sparatorie effettuate dagli ebrei tedeschi travestiti da soldati del DAK nonché il tentativo di uccidere Rommel non si possono definire... molto coerenti con le migliori regole di guerra. Comunque, a parte alcuni episodi di maltrattamenti, tutti i prigionieri vengono, quando è possibile,rispettati, rifocillati e curati Nel vasto teatro di questa guerra rimangono migliaia di rottami di mezzi di ogni genere, inutilizzabili o troppo costosi da recuperare, mostri di acciaio erosi dalle tempeste di sabbia e dal sole, testimonianze di battaglie condotte da stranieri in terra straniera per il possesso delle primarie ricchezze come il petrolio e di questi territori contesi tra le potenze occidentali e, in seguito, tra le popolazioni locali. La Storia beffarda poi si è rivoltata contro tutti provocando una lunga serie di ripetuti conflitti, o meglio “neoguerre”, per le stesse ragioni e gli stessi interessi, che sino ad oggi non sono ancora conclusi. La vera e unica differenza sta nelle perdite e nelle sofferenze tra i civili dei molti popoli coinvolti in quegli stessi territori, oggi le perdite tra i civili sono il 90% del totale mentre in passato questa proporzione coinvolgeva solo i militari. Valter Barretta febbraio 2015 Per approndimenti: - John W. Gordon - Correlli Barnett - David Fraser - Desmond Youg - Alan Moorehead - T.E. Lawrence - Paul Carell 16 “Dietro le linee di Rommel” “I generali del deserto” “Rommel” “Rommel” “The Desert War” “La rivolta del deserto” “Le volpi del deserto”