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Long Range Desert Group
LE FORZE SPECIALI BRITANNICHE NELLA GUERRA NEL DESERTO
Seconda Guerra Mondiale 1940 – 1943
“Le campagne combattute nel deserto africano dal 1940 al 1943 sono una
continuazione delle grandi gesta epiche. Sono la storia, ambientata in uno sfondo
desolato, della lotta per la vittoria combattuta da uomini di dieci Nazioni diverse in
mezzo al tumulto meccanico provocato da un genere di battaglia mai conosciuta prima. E' unica
nella Storia e si svolge come una partita di polo in un campo vuoto; non c'è una popolazione civile
su questi campi di battaglia, poca acqua e niente cibo, tutto va trasportato con costi e rischi molto
alti. La campagna del deserto del 1940-1943 non viene solo combattuta per l'occupazione di Suez
ma per il possesso del petrolio.” (Correlli Barrett - “I generali del deserto”)
Premessa
Il ruolo svolto dalle “forze speciali” britanniche impiegate nel deserto nord africano dal 1940 al 1943 è il
contenuto di queste pagine. Questo tipo di formazioni vengono coinvolte in azioni non convenzionali ad alto
rischio in missioni particolari di sabotaggio e raccolta di informazioni nel grande e semisconosciuto scenario
del deserto, teatro di continui scontri tra truppe italiane, tedesche, inglesi, canadesi e neozelandesi. Nel
secondo conflitto mondiale, in contrapposizione ai fronti statici della 1 a Guerra Mondiale, le forze motorizzate,
corazzate ed aeree supportate dalle comunicazioni radio a lunga distanza diventano la spina dorsale delle
battaglie terrestri seguendo la dottrina della guerra lampo che tanti insperati successi ha dato nei primi anni
alla Wehrmacht e comunque alle forze dell'Asse.
Rimasta sola ad affrontare i successi dell'Asse durante i primi due anni, la Gran Bretagna, per compensare i
fallimenti delle sue forze convenzionali, è costretta a organizzare dei reparti speciali di Commando per brevi
operazioni della durata massima di 48 ore e altre forze speciali per lunghe operazioni nel deserto nelle sue
estenuanti distanze e nelle sue critiche situazioni ambientali.
Un deserto ben poco esplorato, lungo circa 2.000 km da est a ovest, limitato a nord dal Mediterraneo e a sud
dalle dune del Mare di Sabbia e dalla palude salmastra della Depressione di Quattara.
Per analogia questa guerra ha le stesse caratteristiche di una guerra navale in cui grosse formazioni o
pattuglie si incontrano e si scontrano in uno scenario dagli orizzonti sterminati.
Il Long Range Desert Group, il Demolition Squadron e lo Special Air Service sono forze speciali per un
ambiente speciale, costituite per condurre la guerra con un modesto investimento in uomini e mezzi
contemporaneamente e indipendentemente dai successi - o insuccessi - delle forze convenzionali. E' una
pagina di storia interessante e ben poco esplorata, in questo breve testo parleremo delle loro azioni e degli
effetti delle stesse sugli schieramenti dell'Asse.
Le origini
“Le nuove vetture di perlustrazione ci sono valse centinaia di uomini nel deserto”
L'affermazione è del colonnello T.E.Lawrence che nei sui libri “I sette pilastri della saggezza” e “La rivolta nel
deserto” descrive il suo ruolo nella guerriglia famosa come la “Rivolta Araba” contro l'impero
turco, alleato dei tedeschi, che nel 1916 ha proclamato il Jihad contro le forze britanniche e
anche contro quelle italiane. Lawrence con questa frase intende lodare le autoblindo Rolls
Royce e le Ford modello T che si sono rivelate utilissime contro i senussi, una etnia araba
fondamentalista islamica che è stata particolarmente ricettiva verso le proposte turche di combattere gli
inglesi, aiutata con forniture di armi, munizioni e istruttori tedeschi. Nel 1916 le forze senusse si spostano
verso est mettendo in difficoltà i britannici che sono costretti a trasferire contro di loro molte delle proprie
truppe a ben 600 km. di distanza dal Sinai ove stanno combattendo quello che rimane dell'impero ottomano. Il
comandante, generale Sir Archibald Murray, organizza contingenti di Light Car Patrol con le
autoblinde Rolls Royce mod.1914 e adatta al deserto la semplice ed affidabile Ford mod.T.
Con queste forze motorizzate, appoggiate dall'aviazione e dalla cavalleria, respinge i beduini
che fanno l'errore di attestarsi nella grande Oasi di Siua circondata dal deserto, ove viene
dato loro il colpo di grazia; l'oasi viene conquistata, i guerriglieri dispersi e si conclude così la
prima operazione della storia condotta dall'esercito britannico con mezzi completamente
meccanizzati. Un'esperienza che si rivelerà estremamente utile 20 anni dopo, integrata dalla mappatura delle
distese desertiche e da nuovi strumenti di orientamento perfezionati nel frattempo.
La Rivolta Araba condotta da Feisal con la collaborazione di T.E.Lawrence - il “Lawrence d'Arabia”contribuisce alla sconfitta dei turchi nella roccaforte di Damasco nel 1918 e la fama del colonnello assume
rilevanza mondiale.
Comunque la Rivolta Araba non sortisce l'unificazione di una nazione araba come promesso da Lawrence, gli
“Accordi Sikes-Picot” invece attribuiscono a Francia e Gran Bretagna i territori conquistati: Libano e Siria alla
Francia, Palestina, Transgiordania e Iraq all'Inghilterra. Una spartizione fittizia, tracciata sulle carte con un
tratto di penna, che comprende etnie, culture, interessi, risorse, lingue diverse e che provocherà tensioni e
conflitti sanguinosi fino ad oggi.
Negli anni '20 e '30 la leggenda del piccolo colonnello suscita tale interesse da spingere molti entusiasti
esploratori provenienti da diverse Nazioni ad addentrarsi nel deserto dove Lawrence ha combattuto e che ha
descritto con enfasi nei suoi libri.
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Tra questi esploratori spicca il capitano inglese Ralph Alger Bagnold, distaccato in Egitto, che viene
influenzato dal mito di Lawrence e concentra il suo tempo libero sui misteri che possono trovarsi nel deserto
oltre le Piramidi. Organizza una “...divertente vacanza..” nel deserto insieme ad altri ufficiali tutti ammalati
della “febbre da orizzonte” provocata dalle profondità del deserto.
Nel 1933 attrezzati con automobili
da esplorazione, bussole e teodolite (da lui perfezionato) arrivano a 1.100 km. a sud del Cairo, ad Auenat
oltre la diga di Assuan, dove incontrano, molto sorpresi, i militari italiani coloniali del Reggimento Sahariano
attrezzati meglio di loro per il deserto. E' un incontro che rimarrà nella memoria del capitano Bagnold fino al
1940 quando scoppierà il conflitto, un utile scambio di informazioni e di esperienze con gli italiani che si
rivelerà fondamentale per le tattiche della guerra nel deserto che lo stesso Bagnold proporrà ai suoi
superiori. Come se fosse una predizione, il capitano Lorenzini scherzosamente anticipa a Bagnold la
possibilità di incursioni in Egitto da parte del Reggimento Sahariano italiano, una probabilità che Bagnold
prospetterà ai suoi superiori quando gli eventi precipiteranno.
Ancora vent'anni dopo la leggenda di Lawrence d'Arabia stimola centinaia di giovani volontari ad arruolarsi
per combattere nel deserto e lungo le spiagge meridionali del Mediterraneo. Il ricordo potente di questo mito
persuade il Governo inglese a creare le unità speciali per le operazioni in queste enormi distese ben poco
conosciute dagli occidentali fatte di dune di sabbia, di depressioni invalicabili, di pietraie e tempeste di
sabbia. Una monotonia di pietre, le uniche bellezze sono il silenzio, la solitudine, i mulinelli di sabbia e polvere
e il meraviglioso cielo notturno africano.
Long Range Patrols
L'invasione italiana dell'Etiopia nel 1935 cambia radicalmente l'attenzione della Gran Bretagna verso i pericoli
derivanti da una possibile futura avanzata italiana verso l'Egitto. Gli italiani sembrano ben attrezzati per il
deserto e sono in grado di allestire depositi segreti di armi e carburante e piste di atterraggio avanzate. Nel
trattato di indipendenza dell'Egitto del 1936 l'Inghilterra si impegna a difendere il canale di Suez e di assistere
il superato esercito egiziano, non senza secondi fini poiché re Faruk – che è salito al potere nel 1936 – è
sospettato di essere filonazista e filofascista.
Con la nomina di Sir Archibald Wavell quale Comandante di tutta l'area mediorientale che
comprende nove Stati viene rivisto l'intero programma di difesa degli interessi inglesi: Wavell
è un brillante ufficiale che ha sviluppato un notevole interesse verso le opere di Basil Liddel
Hart e di J.F.Fuller sulla guerra motorizzata e ne ha compreso le tattiche e le strategie.
Forse, se lui e gli altri generali inglesi e francesi avessero letto anche i manuali scritti da
Heinz Guderian e da Erwin Rommel sul medesimo argomento sarebbero stati meglio preparati
agli eventi futuri, che si sono tradotti nelle clamorose sconfitte francese e britannica nei primi
due anni di guerra, forse ... .
Ormai gli eventi precipitano, nel 1940 l'Italia è entrata in guerra e dalla Libia potrebbe
minacciare gli interessi britannici, Wavell convoca Bagnold, ormai membro della Royal
Society e famoso autore di libri di successo sulle sue esplorazioni nel deserto. Durante i
colloqui con Wavell e memore dell'incontro con Lorenzini di anni prima, l'esperto esploratore
propone – senza smentire il classico humor inglese - la creazione di unità motorizzate per....
“missioni di pirateria di vecchio stampo nel profondo deserto”. E' lo stesso principio della
guerra di corsa sul mare che la Gran Bretagna ha praticato fin dal regno di Elisabetta, che assoldava dei
capitani indipendenti contro le colonie e i mercantili spagnoli e francesi.
Forse Ralph Bagnold si sente un novello sir Francis Drake del deserto? Come vedremo effettivamente le
gesta degli incursori del deserto ricordano proprio i corsari e i pirati dell'epoca.
Wavell lo autorizza e lo sostiene a costituire la prima unità motorizzata di esplorazione e sabotaggio del
Medio Oriente, la “Long Range Patrols”
E' una unità speciale per compiti speciali in un ambiente speciale ed è la seconda unità di questo tipo
costituita ex novo, infatti a distanza di 5.000 km. il Primo Ministro Winston Churchill ha appena autorizzato
altre unità speciali, i Commando, per brevi incursioni nell'Europa occupata dall'Asse.
(vds. lo scritto dell'autore in questo stesso sito web)
Bagnold seleziona volontari per lo più provenienti dall'entroterra australiano e neozelandesi,
spesso sono agricoltori abituati a climi particolari e con dimestichezza nella manutenzione di
veicoli.
Acquisisce non senza difficoltà una trentina di robusti autocarri Chevrolet e alcune auto Ford,
vengono acquistati i teodoliti per orientarsi nel deserto, le effemeridi astronomiche e anche le
bussole solari (già brevettate da Bagnold stesso).
Tutto questo superando l'opposizione delle Forze Armate britanniche in Egitto, restie a cedere armi e mezzi a
causa della penuria delle stesse, infatti in quei momenti l'impreparazione al conflitto ha avuto pesanti
conseguenze sull'Esercito inglese che deve fare i conti con le perdite di armi e mezzi dopo la sconfitta in
Francia e il reimbarco frettoloso a
Dunkerque di tutto il Corpo di Spedizione britannico in Europa,
praticamente con i soli indumenti addosso. E' stato un successo dell'Ammiragliato, ma l'Esercito britannico ha
lasciato tutte le armi in balia dei vincitori sul continente, un gigantesco bottino che verrà riutilizzato dal nemico
in tutti i fronti.
I mezzi vengono adattati alle particolari esigenze aggiungendo affusti per le armi automatiche, guide da
sabbia, serbatoi di carburante e tutto l'occorrente per lunghi percorsi nei deserti. Dopo due mesi di
addestramento e di preparativi, finalmente le pattuglie sono pronte per le prime azioni. Vestiti con gli
indumenti tanto cari a Lawrence – kefiah e agal – ma indossando sotto le divise regolari inglesi, le pattuglie
lasciano le Piramidi in direzione sud-ovest. Sono pronte a rimanere per mesi nel deserto, senza potersi lavare
e radere, con l'acqua e il cibo razionati, spesso con la impossibilità di cuocere le razioni per non farsi
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identificare, in compagnia delle mosche e di insetti molesti che si annidano nei vestiti e
sulla pelle, vettori anche delle malattie tipiche dei posti caldi come la malaria e la
dissenteria e delle pulci della sabbia. Sabbia che penetra negli occhiali di protezione,
rende i capelli aridi e stopposi, copre tutto di uno spesso strato, si infiltra anche nei thermos con il suo
pulviscolo minuto, per non parlare delle tempeste, che i locali chiamano “ Chasmin” e gli stranieri invece
“Ghibli”, che flagellano le dune bloccando spesso i veicoli (foto).Le temperature sono così elevate di giorno
che si possono cuocere le uova usando come tegamino la corazza di un carro, ma di notte però scendono,
occorre attrezzarsi bene comunque.
Le prime missioni del Long Range Desert Group
Nel settembre 1940 sopportando temperature che salgono fino a 50°C e....gli scorpioni di notte, le pattuglie di
Bagnold si inoltrano verso le linee italiane in Libia. Superate faticosamente le impervie dune del Mare di
Sabbia senza incontrare gli italiani iniziano le azioni di perlustrazione, sabotaggio e attacco portate dalle varie
pattuglie in luoghi distanti molte centinaia di chilometri tra loro. L'intento è di distogliere le forze italiane,
comandate dal maresciallo Rodolfo Graziani, dando l'impressione di presenze simultanee in località tra loro
remote.
Graziani cade nel tranello e invece di concentrare le forze per l'attacco principale dirotta le sue unità mobili e
l'aviazione per proteggere l'importante e centrale Oasi di Cufra e le piste a nord.
Le pattuglie di Bagnold - diventate ormai il Long Range Desert Group per le dimensioni raggiunte dagli
organici – fanno esplodere depositi di carburante e di munizioni, aerei, posano mine sulle strade e attaccano
avamposti e convogli. Distanti anche oltre 600 km. dalle loro basi si preoccupano di seppellire
carburante e approvvigionamenti in luoghi sicuri per il loro ritorno oppure per le altre pattuglie
in movimento.
Le azioni hanno un tale successo che Wavell decide di reclutare nuovi contingenti tra le
rinomate e molto più disciplinate Guardie Scots e Coldsdtream oppure tra gli agricoltori
rhodesiani.
Le forze vengono incrementate del 60% e meritatamente Bagnold si appunta sull'uniforme il
grado di tenente colonnello; è un uomo che molti scambiano per un mite professore
universitario mentre invece è un soldato preparato, coraggioso e propositivo.
La sconfitta degli italiani
All'inizio di dicembre 1940 l'offensiva italiana – invero condotta con mezzi e mentalità inadeguati – viene
respinta dai contrattacchi ottimamente condotti dai carri armati pesanti Matilda e Cruiser con l'appoggio della
RAF sotto il comando del generale Richard O'Connor (foto sopra), l'unico ufficiale britannico veramente
esperto di guerra meccanizzata che niente ha da invidiare a Erwin Rommel; comunque lo scontro tra i due
non avverrà mai, O'Connor cadrà prigioniero prima che la “volpe del deserto” arrivi in Africa al soccorso degli
italiani. Se O'Connor non avesse passato poi tutti gli anni di guerra in prigionia gli eventi sarebbero stati
probabilmente molto diversi, è credibile che la stella di Rommel avrebbe brillato di una luce meno intensa
offuscata da un avversario degno delle sue capacità.
Anche se le forze britanniche sono in netta inferiorità numerica – 36.000 soldati - la Western Desert Force, a
fatica recentemente organizzata, interamente motorizzata, aggira e circonda gli italiani che si sono trincerati
a Bardia, Tobruk e Beda Fomm nei primi mesi del 1941 ottenendo un successo clamoroso: 130.000
prigionieri e la distruzione quasi completa degli armamenti italiani (Operazione Compass). Non soltanto, ma
anche ingenti quantitativi di “altro materiale” che include lenzuola pulite, letti comodi, camicie di seta, eleganti
divise azzurre, un assortimento di vini e liquori e... un gruppo motorizzato di “signore ad uso degli ufficiali”. Gli
italiani sono respinti per 1.200 km. Il generale O'Connor cattura una dozzina di
generali e osserva “ Non vedevo tanti generali tutti insieme dal 1911 anno della
Grande Parata Indiana”, Viene catturato finalmente anche il generale Bergonzoli, detto
“barba elettrica” che sfuggiva sistematicamente alla cattura.
Nel giugno 1940 le truppe italiane contavano 236.000 soldati per lo più appiedati e
privi di automezzi e circa 250 aerei non moderni, invero memorie della Guerra di
Spagna. I carri armati italiani - di cui il più moderno è l'M13/40 (foto) – hanno le blindature a piastre chiodate
non saldate pertanto più fragili ai colpi, l'acciaio è di qualità scadente, la motorizzazione è insufficiente, molti
sono privi di radio e comunicano con le bandierine come in marina, ma nonostante questo i carristi italiani,
ben poco addestrati nella guerra di movimento, si fanno onore contro i mezzi pesanti nemici. In tutto il periodo
bellico l'industria siderurgica italiana non riuscirà mai a produrre corazzati moderni e competitivi né a
produrne in numero sufficiente. Comunque durante la battaglia molti artiglieri rimangono al loro posto fino ad
essere travolti dai carri inglesi, il generale Pietro Maletti, già ferito, viene ucciso il 9 dicembre 1940 a Nibeiwa
mentre dalla sua tenda spara con la mitragliatrice contro i carri inglesi, non è una campagna così fortunata e
vittoriosa quella dei britannici, i soldati italiani si sono difesi in modo assolutamente non disprezzabile anche
se malamente comandati.
Graziani viene colto alla sprovvista e le sue truppe sono costrette a ripiegare fino a El Agheila,
quella che il Duce ha decantato come una grande e vittoriosa offensiva con mezzi moderni –
che moderni proprio non sono - si risolve in una ritirata fino all'interno dei confini della Libia.
Graziani, che ha dimostrato notevoli carenze di tattica e strategia, sollecita (dopo averlo più
volte rifiutato) l'intervento delle truppe meccanizzate tedesche a suo tempo proposto da Hitler
(l'Afrika Korps che arriverà nel febbraio 1941). Anche a causa di inspiegabili comportamenti
dovuti alla sua precaria salute mentale ( si ritira in una tomba romana a Cirene a venticinque
metri sotto terra ben lontano dai suoi soldati), nel febbraio 1941 viene destituito da Mussolini, lascia la Libia e
ritorna in Italia dove rimarrà senza incarichi per due anni fino alla nascita della Repubblica Sociale Italiana.
Nonostante l'uso del gas iprite in Somalia e in Abissinia non sarà processato per questo Crimine contro
l'Umanità al termine della guerra, ma solo processato per collaborazionismo con una modestissima pena
detentiva condonata poi in pochi mesi.
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Bagnold rimane stupefatto ma.. sollevato quando viene a sapere che il capitano Lorenzini, da poco promosso
colonnello, è stato trasferito in Etiopia invece che venire utilizzato al suo posto sfruttando il meglio delle sue
competenze e conoscenze del teatro desertico, una decisione dei Comandi italiani in contraddizione con
quella presa per Bagnold stesso che è stato frettolosamente richiamato per i compiti che oggi svolge.
Lorenzini molto probabilmente sarebbe stato un riferimento fondamentale per il Raggruppamento Sahariano
italiano che proprio non spicca per organizzazione e competenze... e un grattacapo per il Long Range Desert
Group. Molto meglio per Bagnold e la sua banda di scorridori, comunque, sembra una beffa degli eventi che
O'Connor, Rommel, Bagnold e Lorenzini non siano mai divenuti antagonisti diretti, forse la storia della guerra
nel deserto avrebbe subito interessanti variazioni....
Attacco all' oasi di Marzuk
I servizi segreti inglesi segnalano che il forte di Marzuk e il vicino campo di aviazione
sono presidiati da 350 italiani e questa importante guarnigione diventa il primo
obiettivo di una operazione su larga scala per le pattuglie Y-S-T e G che ora sono
distanti 2.000 km. dalle posizioni di partenza.
Nel gennaio 1941 la colonna delle pattuglie riunite raggiunge inosservata Marzuc ma
vengono scoperte da un aereo italiano e passano direttamente all'attacco: al buio e
con un vento che trasporta una tempesta di sabbia, il forte viene parzialmente distrutto, gli hangar e i depositi
di carburante vengono incendiati e tre aerei Caproni vengono dati alle fiamme.
L'azione è stata condotta dal tenente Clayton ma costa 5 feriti e la morte del tenente colonnello d' Ornano,
un esperto ufficiale della Francia Libera che si distingue per essere “alto con il turbante e il monocolo” un
personaggio interessante e abile.
Stavolta gli italiani reagiscono all'attacco e una forte unità del Raggruppamento Sahariano con autoblindo e
l'appoggio di aerei Caproni 309 tende un agguato alla pattuglia T ferma in un uadi poco occultata. Clayton
viene ferito e catturato e solo pochi uomini, dopo una lunga marcia con viveri e acqua insufficienti, vengono
salvati da una pattuglia comandata dal colonnello Philippe Leclerc, un ufficiale appartenente alla Francia
Libera che collabora con gli inglesi in base agli accordi presi in Ciad con l'appoggio del generale Charles de
Gaulle.
Mentre la Western Desert Force di O'Connor sta sconfiggendo gli italiani a Tobruk, rassicurato da queste
vittorie, il Primo Ministro Winston Churchill ordina a Wavell di “battere l'esercito italiano e cacciarlo dal
litorale africano”. Ma forse non sa ancora quello che aspetta alle armate britanniche con l'arrivo del
Deutsches Afrika Korps (DAK) e di Erwin Rommel.
Obiettivo Oasi di Cufra – Libia Orientale
Il colonnello Leclerc non si ferma e con il LRDG rinforzato da molti soldati francesi si avvia verso l'oasi di
Cufra con i migliori mezzi in dotazione, il piano è di sbilanciare gli italiani che si trovano costretti ad affrontare
un nemico che può piombare loro addosso da qualsiasi direzione.
Il fortilizio al-Tag di Cufra è difeso da almeno 450 uomini che dispongono di viveri e munizioni per settimane e
possono chiamare per radio il supporto aereo promesso da Graziani. L'aeroporto con il suo importante centro
radio e il radiogoniometro è l'unico collegamento tra i presidi coloniali italiani nell'ampia zona desertica, e
pertanto diventa un importante obiettivo per il LRDG e i francesi.
L'azione però potrebbe trasformarsi in un lungo assedio cui il LRDG non è preparato, le scorte di cibo e
benzina sono state utilizzate per raggiungere Cufra e il percorso di ritorno è lungo più di 800 km. nel deserto.
Il primo di Marzo 1941 proprio mentre Leclerc decide di dimezzare le razioni il forte issa la bandiera bianca !
Gli italiani hanno il morale intaccato perché si sono sentiti isolati dal resto delle loro truppe che si sono
spostate a nord.
La conquista della base di Cufra con l'aeroporto e le sue abbondanti scorte è il coronamento de programma
del “gigantesco bluff” progettato da Wavell per confondere gli avversari frammentando le loro forze.
Il 2 marzo Leclerc proclama il famoso “giuramento di Cufra” in cui rivendica la decisione della
Francia Libera di combattere fino alla vittoria per la rinascita della nazione senza il dominio
nazista. Terrà fede a questo giuramento il 23 novembre 1944 entrando a Strasburgo in testa
alla 2a divisione blindata francese (però equipaggiata e vestita dagli americani....).
In occasione di una conferenza stampa il LRDG viene acclamato come l' “intrepido
incursore del deserto” e Bagnold diviene una star, il “nuovo Lawrence”.
Ma proprio nel momento in cui la Western Desert Force sconfigge nove divisioni italiane e O'Connor informa
trionfante Londra che “la volpe è stata uccisa nel deserto” l' Oberkommando der Wehrmacht (OKW) emette la
direttiva di inviare forze scelte tedesche in Libia per aiutare l'alleato italiano in estrema difficoltà, è il
Deutsches Afrikakorps (DAK).
I britannici - e naturalmente W.Churchill - in questo momento commettono alcuni clamorosi errori di
valutazione strategica:
- sottraggono molte forze a O'Connor inviandole in Grecia per fare fronte all'attacco italiano, riducendo a uno
scheletro quelle rimanenti;
- non completano l'invasione della Libia spazzando via le truppe italiane;
- ritengono che Rommel attenda almeno un mese e più per il completo rischieramento delle sue forze
corazzate appena sbarcate in Libia prima di muoversi.
Ma Rommel non aspetta e dopo una sola settimana scaglia tutto il peso delle sue forze fresche contro gli
inglesi con un effetto devastante.
Erwin Rommel sbarca in Africa – il “calderone”
Il 12 febbraio 1941 Erwin Rommel arriva in Africa con la 21° Panzer Div. cui seguiranno il 5° Reggimento
Panzer e la 21° Divisione Corazzata entro pochi mesi.
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Sfortunatamente per gli inglesi Rommel non ha bisogno di strumenti sofisticati per orientarsi,
possiede il Fronterfuhrung (percezione esatta del fronte) e il Sechsten Sinn Fur Lagen (sesto
senso tattico) che gli permettono di trovare l'orientamento e di percepire con immediatezza e
chiarezza la situazione. E' capace di pensare e agire con chiarezza e rapidità, possiede una
raffinata sensibilità che gli permette di reagire alle opportunità positivamente durante le
confuse battaglie nel deserto.
Lo storico inglese David Fraser (”Rommel”) scrive di lui “.. rinnova lo spirito degli uomini con
la sua presenza improvvisa, emana direttive perentorie, ha lingua tagliente, esprime energia. Le sue
apparizioni non si dimenticano, il volto e l'atteggiamento diventano familiari, gli occhi grigio azzurri, i pugni
serrati e le braccia flesse all'altezza dei gomiti, la mimica facciale, la scrupolosa attenzione ai dettagli più
piccoli, i modi bruschi e rigorosi, la voce forte e incisiva. Sa essere molto affascinante ma ha la lingua
tagliente eppure in ogni circostanza ha sempre qualcosa da insegnare a qualcuno. Giudica gli alleati italiani
come soldati che hanno la insuperabile capacità di crearsi una situazione agiata anche nel deserto, mentre
invece Rommel disprezza le comodità preferendo un regime spartano, condivide le stesse razioni dei suoi
soldati, dorme poco, è austero per sua stessa natura.”
A causa del suo completo sprezzo del pericolo diviene famoso nei suoi soldati il detto: “ il proiettile per il
vecchio non è stato ancora forgiato”.
Rommel non appartiene alla casta militare prussiana degli Junker, è figlio di insegnanti, si è distinto sul fronte
italiano partecipando alla nostra sconfitta a Caporetto, poi ha insegnato alla scuola militare, è stato il
comandante della Guardia personale di Hitler e quando è scoppiato il secondo conflitto mondiale ha chiesto e
ottenuto dal Fuhrer il comando di una divisione corazzata.
Qui la sua arte militare ha trovato come esprimersi al meglio, in Francia la sua
“divisione fantasma” ha sconfitto e umiliato in ogni frangente i francesi e gli inglesi,
ormai è diventato una leggenda.
Il DAK ha in dotazione inizialmente i carri armati modello III e IV, autoblindo 6x6 e il
potente cannone da 88 mm. Flak antiaereo che Rommel utilizza come anticarro, forte
della sua esperienza nella Campagna di Francia in cui queste batterie hanno distrutto qualsiasi tipo di carro
alla distanza tripla di ingaggio dei carri stessi, forse il miglior cannone di tutto il conflitto, che rimane la nemesi
dei carri Alleati e sovietici. Una batteria di alcuni cannoni posizionati al contorno del raggruppamento dei carri
e della fanteria meccanizzata, detta “il calderone”, è in grado di arrestare e dissuadere a lunga distanza una
brigata corazzata, una azione che gli inglesi e gli americani non impareranno mai pur possedendo cannoni
anticarro all'incirca equivalenti. Rommel predica e pratica costantemente questo principio:
“durante la battaglia apri il fuoco con qualsiasi mezzo disponibile, cerca di sbilanciare e confondere i nemico.
Sii te stesso e comanda dal fronte”.
I corazzati tedeschi non sono superiori per qualità a quelli inglesi e a quelli forniti dagli americani ma
l'addestramento, l'esperienza in campo e l'affiatamento degli equipaggi e degli ufficiali indubbiamente lo
sono, fattori che peseranno per tutto il conflitto nel deserto....e anche dopo nel teatro europeo.
Due soli esempi denotano l' iniziativa e il coraggio personale di Rommel:
- un giorno vengono visti ben lontani nel deserto degli ufficiali inglesi che stanno facendo il punto sulle carte,
Rommel ordina “prendiamoli !” e visto che i suoi soldati hanno un momento di incertezza salta su una
macchina, butta la pistola sul sedile e parte da solo come un razzo verso gli inglesi che visto il polverone in
avvicinamento si dileguano velocemente;
- visita l'ospedale da campo dove sono ricoverati i suoi soldati – come fa molto spesso perché si preoccupa
dei suoi subalterni – e si accorge troppo tardi che l'ospedale ora è in mano agli inglesi, comunque
passa inosservato nella corsia distribuendo parole di conforto ai feriti, poi esce indifferente e saluta
beffardo la sentinella inglese che risponde impettita al suo saluto ! (stemma del DAK)
Episodi che accadono solo nel deserto dove i contendenti, in fin dei conti, indossano le stesse
divise africane e usano molto spesso gli automezzi catturati al nemico a causa della cronica penuria di
rifornimenti. In questo teatro i soldati sono costantemente a caccia di approvvigionamenti, acqua, carburante,
divise fresche e calzature adatte, un bottino del genere sottratto al nemico diviene quasi più importante e
prioritario di un combattimento.
Inoltre, e paradossalmente, l'oggetto più agognato è la tanica tedesca della benzina, ben
costruita e robusta, mentre quelle inglesi, prodotte in India, hanno la deplorevole tendenza di
rompersi dissipando il preziosissimo contenuto: un rifornimento di benzina o la sua penuria nel
deserto sono assolutamente vitali per tutti questi uomini, sono in gioco la prigionia o la morte.
Il solo nome di Rommel e le leggende fiorite intorno a lui costituiscono un grave pericolo
psicologico per il morale delle forze armate britanniche operanti in Africa: un generale britannico, poi caduto
in prigionia dei tedeschi, scrive di lui:
“Ultimo vero condottiero nel senso classico del termine, Rommel ha incarnato nel XX secolo la più genuina
attitudine al comando, la fulminea genialità tattica e la lungimirante intelligenza strategica. Capace di
rovesciare a proprio favore le situazioni più disperate, la “Volpe del deserto” rimane nella Storia come un
combattente leale, su di lui non è mai pesata la condanna morale che ha marchiato la
Germania nazista e i suoi uomini.” (generale Desmond Young nel suo libro “Rommel”.
Young conoscerà personalmente Rommel quando cadrà suo prigioniero).
Rommel ha ben poca simpatia per gli ufficiali italiani che considera con disprezzo come
classe. Osservando gli italiani afferma: “fa raddrizzare i capelli in testa vedere con quale
equipaggiamento il Duce ha mandato le sue truppe in battaglia !”.Rimane allibito quando si
accorge che gli italiani hanno tre tipi di razioni: una per gli ufficiali, una per i sottufficiali e
una per i soldati; proprio lui che condivide senza privilegi il rancio con i suoi soldati (foto),
dorme poche ore, è sempre in prima linea ove troppo spesso rischia la vita. Viaggia e vive
a bordo di un autocarro blindato preda bellica britannico che chiama il suo “mammuth” (foto sotto)) con gli
occhiali antisabbia e la sciarpa a scacchi diventa il simbolo della propaganda tedesca.
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E' sempre in movimento con il suo Comando composto da tre veicoli oppure pilota
personalmente un aereo a decollo corto Storch (cicogna) per sorvolare i campi di
battaglia.
L'uomo non ha un carattere facile, è brusco e direttivo negli ordini, accetta malvolentieri
le critiche, non sopporta i soldati e gli ufficiali titubanti, tende a interferire nelle
operazioni; quando gli viene assegnato un giovane ufficiale di collegamento delle SS se
ne libera immediatamente. Le priorità espresse nei suoi ordini sono: 1) benzina e
lubrificanti - 2) acqua - 3) viveri - 4) i prigionieri evasi.
Il DAK all'attacco
Il 24 febbraio un ufficiale inglese delle Guardie in pattuglia nel deserto si vede
sfilare davanti “uno strano veicolo che ha 4 ruote per ogni lato e si presume
altrettante sull'altro lato”, è una potente autoblindo tedesca Sdkfz232 a 8 ruote
motrici. (foto). I prossimi incontri non saranno né casuali né così indolori.
L'equilibrio delle forze si è incrinato.
Il giorno 31 marzo 1941 alle ore 9.44 i tedeschi attaccano un gruppo esplorante
inglese a Mrsa el Brega, la porta della Cirenaica, alle ore 17.30 iniziano i continui
e devastanti attacchi aerei degli Stukas, poi le truppe britanniche sono respinte in Egitto, rimane solo il porto
di Tobruk difeso da una divisione australiana isolata dal resto dell'esercito inglese in ritirata. Wavell prepara
l'offensiva Operazione “Battleaxe” ma viene respinto perdendo 1.000 uomini e circa 100 carri armati.
Wavell ordina il ritiro nel deserto delle pattuglie del LRDG, nella gran confusione il generale O'Connor e il
generale Neame cadono prigionieri.
Attaccati dalle autoblindo Sdkf 234 a sei ruote armate con cannone da 77 mm. e dagli Stukas le pattuglie
ripiegano grazie a una tempesta di sabbia però perdendo uomini e automezzi.
Loro malgrado, i britannici devono rassegnarsi sul fatto che l'organizzazione tattica e l'addestramento tedesco
nella guerra del deserto non è da principianti ma ha raggiunto livelli ben superiori ai loro, sono dei veterani
contrariamente agli inglesi. Le divisioni corazzate, la fanteria motorizzata e l'appoggio della Luftwaffe (con gli
Stukas che diventano la nemesi degli inglesi) sono un insieme ben organizzato che agisce all'unisono
padroneggiando tattiche che gli inglesi e gli americani impiegheranno un bel po' di tempo ad applicare.
Il maggior generale Fuller (il teorico inglese della guerra di movimento) è categorico “per rapidità di decisione
e velocità i tedeschi sono nettamente superiori al nemico” cioè ai suoi stessi compatrioti.
I tedeschi inoltre eccellono nella capacità di combinare efficacemente diversi tipi di armi fornendo il supporto
adeguato nel momento cruciale e imparano dall'esperienza più rapidamente dei britannici.
L'importante storico inglese Basil Liddell Hart (il capitano che insegnava ai generali) ammette che Rommel ha
“il dono di arrivare nei punti vitali della lotta e di esprimere un impulso decisivo all'azione nel momento
cruciale”
Churchill è furioso e sostituisce Wavell con il generale Sir Claude Achinleck, un ufficiale poco
conosciuto che ha prestato servizio in India e che conosce ben poco della guerra dei mezzi
corazzati.
Per ordini di Achinleck, Bagnold e le LRDG si ritrovano isolati a presidiare Cufra, la carenza di
benzina – un viaggio tremendo per le autocisterne che devono percorrere 1.200 km. nel deserto –
e le incomprensioni con Achinleck costringono le pattuglie nell'estate del 1941 a un momento di
stasi che non è consono alla loro missione e alle loro esperienze.
Ma presto Bagnold reagisce cercando
nuove alleanze nei Comandi al Cairo.
Insieme con il maggiore Guy Lenox Prendergast (che è anche pilota) si procurano da uno sceicco due piccoli
e antiquati aerei Wacos, praticamente senza strumentazione, per recarsi al Cairo per ripristinare gli appoggi
essenziali. E' un volo di oltre dieci ore “..da fare rizzare i capelli in testa...” fermandosi spesso a fare
rifornimento nei depositi occultati nel deserto. I contatti danno i loro buoni risultati e finalmente
le LRDG riprendono le loro tipiche attività di incursori. Il quarantaseienne Bagnold però è stanco,
decide di partire per altri incarichi e segnala direttamente il nome del trentaseienne Guy
Prendergast, esperto esploratore del deserto e commissario reale dei reggimenti carri, come suo
successore. (foto).
Dopo alcuni scontri con le autoblindo tedesche Prendergast decide di frazionare le pattuglie, si è
accorto che venti automezzi e tanti soldati risultano troppo evidenti nel deserto per gli aerei
nemici, pertanto moltiplica il numero delle pattuglie da cinque a dieci, ciascuna però ridotta a 20 uomini e
cinque o sei automezzi aggiungendo, su modello tedesco, anche le sezioni di manutenzione campale,
logistica e topografia. Questa organizzazione opererà per tutta la durata della campagna nel deserto.
Come già attuato da Bagnold, Guy Prendergast recluta giovani e brillanti ufficiali tramite la rete dei compagni
di scuola tipicamente britannica per l'intreccio del legame reggimentale, universitario e familiare; il che vuol
dire, per intenderci, tra i colleghi e gli amici dei College frequentati dai molti “sangue blu”.
La Western Desert Force viene rafforzata fino a impiegare 118.000 uomini e 700 carri armati e Achinleck ne
affida il comando a Sir Alan Cunningham, un brillante generale di “bell'aspetto” distintosi per aver partecipato
a sconfiggere gli italiani poco tempo prima.
Achinleck e Cunningham preparano meticolosamente l' offensiva “Crusader” per aggirare Rommel e
congiungersi con gli australiani intrappolati a Tobruk.
E' un piano ambizioso che prevede l'utilizzo del LRDG come osservatori delle reazioni del nemico, non più
come unità speciali per compiti speciali ma una forza tattica di supporto all'offensiva, compito che comunque
limita le azioni di uomini abituati all'iniziativa e all'improvvisazione in un ambiente che ben conoscono.
Vengono pianificate due azioni, una è quella di eliminare Rommel per gettare nel panico il Quartier Generale
nemico e l'altra di paracadutare dei sabotatori con il supporto del LRDG sui campi di aviazione del nemico.
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Uccidere o catturare Rommel – Operazione Flipper
A Londra si pensa di eliminare Rommel o di prenderlo prigioniero. Non è certamente un progetto cavalleresco
ma il mito del generale impensierisce gravemente il Governo britannico, di fatto è la prima volta in tutta la
Storia che l'immagine di un generale sia appesa in bella vista nei Centri di Comando del nemico, perfino il
Primo Ministro Winston Churchill è costretto a emanare un'ordinanza per eliminare questa abitudine.
ll 17 novembre, 50 ore prima dell'offensiva britannica, piove a dirotto nella zona di Beda
Littoria in Cirenaica nella Libia italiana, la sede della Prefettura è occupata dallo Stato
Maggiore del responsabile dei rifornimenti delle truppe corazzate tedesche. Causa il
maltempo tutto è tranquillo in questo importante presidio, ci sono soltanto due sentinelle
distanti tra loro, gli ufficiali stanno cenando o lavorando sulle carte dei approvvigionamenti. Il controspionaggio
britannico è certo che Rommel si sia insediato proprio in questa palazzina, ma l'informazione è errata,
Rommel si è spostato, come gli è uso comune, o per visitare il fronte oppure è al matrimonio di uno sceicco.
Tra gli alberi intorno alla palazzina si aggirano veloci e silenziosi degli spettri con le scarpe di gomma, con i
visi anneriti e la divisa da combattimento inglese, sono i Commando e gli uomini del Long Range Desert
Group venuti per imprigionare o uccidere Rommel.
Due sommergibili inglesi il “Torbay” e il “Talisman” hanno cercato di sbarcare 50 incursori sui battelli di
gomma, ma le tremende ondate della tempesta spazzano via gli uomini e i battelli, due annegano e solo 29
uomini riescono a raggiungere a nuoto la terraferma dividendosi in due piccoli gruppi. Guidati dal colonnello
John Haselden del Long Range Desert Group intorno alle ore 24.00 finalmente raggiungono la Prefettura
dopo essersi nascosti nelle piantagioni. Sfortunatamente per loro l'unica sentinella sulla porta è come un orso
molto robusto che reagisce con prontezza all'aggressione scatenando una rumorosa colluttazione che sveglia
gli ufficiali nelle stanze. I Commando entrano nella palazzina sparando a bruciapelo con i
mitragliatori, ma vengono accolti da un acceso fuoco di risposta, è una concitata e veloce
sparatoria nel buio dentro e fuori la Prefettura. Poi tutto tace, gli incursori sopravvissuti
spariscono nell'oscurità e contrariamente agli ordini, per non rivelare la presenza dei
sommergibili, decidono di nascondersi nei villaggi arabi ma vengono presto scovati dai
tedeschi e dai carabinieri grazie alle segnalazioni dei beduini; il prezzo pagato per ogni
incursore catturato è 80 libbre di farina e 20 libbre di zucchero. Le guide del LRDG si
sono dileguate nel deserto a bordo dei loro mezzi.
Contravvenendo agli ordini di Hitler che prevedono di fucilare immediatamente ogni Commando, Rommel
tratta i sopravvissuti come prigionieri di guerra. I caduti vengono seppelliti nel cimitero cattolico e il medico
tedesco, che parla inglese, provvede alle cure dei feriti.
Nell'incursione viene ucciso il giovane tenente colonnello Goffrey Keyes (foto) figlio del contrammiraglio Sir
Roger Keyes, che perde la vita durante un corpo a corpo nelle stanze buie. Rommel provvede alla sua
sepoltura con gli onori militari insieme agli altri caduti, successivamente Keyes sarà decorato con la Victoria
Cross (VC) postuma. Si conclude così un raid condotto e pianificato confusamente, fuori dalle norme di diritto
internazionale, fallito clamorosamente a causa di un errore di valutazione del controspionaggio inglese e
condotto contro un generale che ha sempre dimostrato di rispettare il nemico e che non merita
tali...attenzioni.
Anche Churchill nelle sue “Memorie” rimane prudentemente vago sull'episodio.
Poco prima dell'inizio dell'Operazione “Crusader” Achinleck è doppiamente determinato e convinto di vincere
il suo avversario, forte della consapevolezza che l'attacco dell'Asse contro l'Unione Sovietica – l'operazione
militare più colossale di tutta la Storia con 142 divisioni e migliaia di blindati e di aerei – abbia ridotto i
rifornimenti destinati al Nord Africa, diventato improvvisamente un fronte secondario, ma sottovaluta le
capacità di reazione della “volpe del deserto”
Lo Special Air Service (SAS) – la sua prima operazione
La seconda operazione riguarda l'attacco notturno ai campi di aviazione tedeschi condotto da Commando di
paracadutisti che poi godranno dell'appoggio del LRDG per ripiegare nel deserto.
Il comando viene affidato al capitano A.David Stirling, educato nelle migliori scuole britanniche,
coetaneo di Keyes, è figlio del brigadier generale Archibald Stirling e parente di Lord Lovat;
Stirling è un uomo atletico, alto 1,90 m. scalatore esperto che prima della guerra si stava
apprestando a scalare niente meno che l'Everest.
Il capitano ha esercitato il paracadutismo in modo...amatoriale e presenta in modo ben bizzarro
e fin troppo disinvolto il suo piano a Achinleck ottenendo il pieno consenso e appoggio (infatti
zoppicante per una frattura si è intrufolato malamente nei reticolati della sede di Achinleck pur di essere
ascoltato). Si tratta anche di ingannare il nemico facendogli credere di possedere una potente forza
aviotrasportata – che invece in quel momento è solo “all'alba” in Gran Bretagna – per importanti azioni
diversive e di sabotaggio. L'intenzione è di dimostrare la capacità di reazione inglese alla improvvisa,
vittoriosa e massiccia invasione di Creta effettuata dai paracadutisti della Luftwaffe e dalle truppe d'assalto
aviotrasportate, questa iniziativa deve rimanere un bluff ad effetto propagandistico che comunque, al
momento, non produrrà risultati accettabili, come vedremo, anzi.
L'unità – delle dimensioni di una piccola brigata – viene battezzata Special Air Service (SAS).
Stirling riesce a organizzare velocemente il reparto, gli uomini subiscono una dura selezione e un pesante
addestramento nelle tecniche di sopravvivenza nel deserto che comprende naturalmente il lancio con il
paracadute; per questo tipo di missioni di sabotaggio un ufficiale inventa le “bombe adesive” al plastico con
miccia corta che si possono applicare sotto le fusoliere degli aerei oppure sotto le ali.
Mentre l'offensiva “Crusader” è in corso, il 17 novembre 1941 Stirling e i suoi si lanciano nel vuoto proprio
nel bel mezzo di una tempesta – nonostante la giusta opposizione dei piloti della RAF – con il risultato di
disperdere i paracadutisti. Due interi gruppi di incursori sono perduti nel deserto e le loro tracce non si
ritroveranno mai. Un aereo da trasporto viene abbattuto da un Me 109 tedesco con gravi perdite degli uomini
a bordo, i contenitori con le armi e le cariche vanno perduti e i 24 uomini sopravvissuti sui 62 che si sono
lanciati con Stirling vengono poi recuperati faticosamente a bordo dei veicoli del LRDG.
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Missione fallita sotto ogni aspetto, gli aeroporti dell'Asse di Tmisi e Ain el Gazala non soffrono danni.
Nel frattempo Rommel è tornato in Africa e contrattacca riducendo a mal partito le forze corazzate britanniche
del “Crusader” che perdono un'altra volta 100 carri armati, poi si lancia verso l'Egitto.
Gli scontri diretti
Il 31 marzo 1941 a Marsa el Brega i cingoli dei carri armati tedeschi frantumano le conchiglie disseminate da
millenni sulla pianura di argilla, il DAK conquista Agedabia con le sue sorgenti di acqua dolce, in 24 ore con la
sua solita determinazione Rommel riesce a rifornire di tutto la sua divisione mentre tra gli inglesi regna il caos
tra i comandi e l'incredulità sulla velocità di spostamento dei tedeschi. Wavell crede che il nemico procederà
sulla comoda Via Balbia ma si sbaglia, Rommel procede attraverso il deserto, la “volpe” trucca molti veicoli
per farli sembrare dei carri armati e fa sollevare molta polvere per ingannare gli osservatori al fine di
moltiplicare l'impressione dei mezzi in movimento.
Le due sconfitte di Beda Littorio e quella più grave dei paracadutisti del SAS sono soltanto il preludio del
fallimento dell'Operazione “Crusader”, l' 8a Armata britannica sta avanzando cercando di ricongiungersi con
la guarnigione di 30.000 australiani malridotti a Tobruk ma Rommel temporeggia qualche giorno per capire le
intenzioni del nemico, poi sferra un attacco che distrugge in un solo giorno 100 carri armati Mathilda e Mark
II, poi muove veloce verso l'Egitto costringendo quello che resta dell' 8 a Armata a ritirarsi dalla Libia. Il 17
giugno una azione disastrosa dei carri armati della 4 a Brigata viene respinta, come 90 anni prima a Balaklava
in Crimea, con i gagliardetti della cavalleria sventolanti al vento, i carri vanno all'attacco dei panzer, ma
vengono persi altri 32 carri e l'8a Armata si ritira verso l'Egitto.
Le pattuglie del LRDG inviate su uno schieramento troppo ampio per spiare le reazioni dell'Asse ricevono
l'ordine di cambiare nuovamente missione e di attaccare ad ogni costo le linee di comunicazione e di
rifornimento; è la scelta più adeguata per il LRDG anche perché gli inglesi sono vicini alla disperazione,
nonostante l'arrivo di nuovi mezzi non riescono a percepire e a prevedere i movimenti della “ volpe” che
troppo spesso risulta vittorioso negli scontri.
Prendergast decide il grande azzardo: condurre gli attacchi contro la Via Balbia e contro le Case Cantoniere
costruite dagli italiani, edifici di ristoro e di sosta, distanti tra loro mediamente 25 km.
Anche se di notte si incrociano sulla Via Balbia – detta “la pista dei barili” per i barili dipinti a colori vivaci con i convogli nemici, le pattuglie non vengono notate perché le divise sono molto simili tra loro oppure sono
proprio gli stessi mezzi preda di guerra cui vengono cambiate solo le insegne.
La pattuglia G1 di sorpresa apre il fuoco con le mitragliatrici a pochi metri contro i
soldati e i mezzi che stanno sostando di notte in una Casa Cantoniera, poi la notte
successiva la stessa G1 distrugge un convoglio di autocisterne del DAK.
Le pattuglie R2 neozelandese, la S2 e la Y2 insieme attaccano i convogli in diversi
punti tra loro distanti e conquistano anche un fortilizio italiano facendo dei
prigionieri. Sono azioni estreme che provocano feroci ritorsioni dei caccia dell'Asse
che seguono come segugi dall'alto le tracce lasciate dagli autoveicoli, infatti le pattuglie perdono uomini e
mezzi.
Tornati finalmente alle basi apprendono dalle radio che il nemico è convinto di essere stato attaccato da
autoblindo e non da mezzi più leggeri e che il traffico dei rifornimenti è stato interrotto per alcuni giorni per
permettere la scorta di autoblindo e carri armati leggeri italiani.
La distruzione di molte autocisterne costringe Rommel a una sosta prima di penetrare in Egitto, è la conferma
dell'efficacia delle sparute pattuglie del LRDG contro la “volpe del deserto” quando questi veterani seguono
la vera missione per la quale sono stati reclutati e addestrati.
Il carburante sarà sempre l'assillo di Rommel a causa del duro contrasto eseguito dalla Royal Mediterranean
Fleet e dagli aerei provenienti da Malta contro i convogli italiani e tedeschi scortati dalla Regia Marina; è una
lotta durissima quella in Mediterraneo, durante la quale l' Italia sconta amaramente la decisione di aver
rinunciato alla costruzione delle portaerei – per scelta di Mussolini ! - e di quella di non essersi dotata di una
aviazione navale moderna a largo raggio in grado di scortare il proprio naviglio.
Lili Marleen – la canzone di tutti
Una canzone accompagna e accompagnerà per anni tutte queste vicende belliche: dalla
emittente militare di Radio Belgrado viene trasmessa “Lili Marleen” che provoca nostalgia e
commozione in tutti i soldati su tutti i fronti. Poemetto antibellico scritto nel 1915 da Hans
Leip e musicato nel 1938 da Norbert Schultze, “la ragazza sotto il lampione” viene
inizialmente osteggiato dal dott. Joseph Goebbels che ne proibisce la diffusione, poi le
lettere dei soldati e anche dello stesso Rommel ne fanno riprendere la trasmissione tutte le
sere alle 21.55. Cantata inizialmente da Lale Andersen, sarà poi ripresa da Marlene
Dietrich, fervente antinazista, esule negli Stati Uniti.
L'integrazione con il SAS
Quando Stirling torna alla base trova un inaspettato appoggio nel generale Neil Ritchie che
ha sostituito lo stanco Cunningham, Ritchie si dimostra comprensivo verso i fallimento delle
due operazioni del LRDG e del SAS anzi, appoggia l'idea di uniformare i due gruppi, il SAS
come incursori paracadutisti e il LRDG per il recupero degli stessi, visto che una volta
paracadutati nel deserto non avrebbero alcuna speranza di andare lontano.
Ritchie (foto) intende aggirare l'Asse e annientare Rommel con un “gancio sinistro”
costringendolo ad un arretramento di 500 km. a ovest; le pattuglie di Prendergast devono
diventare le guide esperte delle formazioni attraverso il deserto. Il 20 dicembre le pattuglie guidano i carri
armati e le autoblindo a sud di Bengasi ma si scontrano con la 15 a Panzer Divisione che spazza via
velocemente tutti i mezzi corazzati inglesi.
Il “gancio sinistro” è fallito, Rommel si è messo al sicuro vicino
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a Tripoli da cui riceve agevolmente i rifornimenti, mentre al contrario
si sono troppo allungate le linee dei convogli inglesi che provengono
dall'Egitto.
Il SAS e il LRDG si sono attestati vicino alla grande Oasi di Siua (foto
dell'autore del 2008) dove certamente non manca l'acqua (si dice che Cleopatra si bagnò nella “piscina” ma la
Regina non è mai stata a Siua) e ove le fitte piantagioni di palme da dattero e gli uliveti occultano benissimo i
veicoli e gli accampamenti.
Le pattuglie del SAS di notte applicano le “bombe adesive” con gli inneschi a tempo sui
caccia italiani e sui trasporti e uccidono con i mitra Thomson molti italiani sorpresi nel
sonno, poi vengono raccolte dal LRDG proprio nel momento in cui trenta aeroplani e i
depositi di carburante minati da loro saltano in aria.
Poco tempo dopo gli uomini della T2 e del SAS assaltano di notte una Casa
Cantoniera, uccidono una ventina di tedeschi e distruggono alcuni veicoli; non contenti i
rhodesiani della S2 penetrano nel campo di Agedabia e fanno saltare con le “bombe
adesive” 37 aerei tra cui alcuni Stukas e gli obsoleti caccia biplani italiani CR-42.
Entro il gennaio 1942 le incursioni combinate distruggono 90 apparecchi, ma queste
azioni “mordi e fuggi” provocano la risposta della Luftwaffe che riduce a mal partito alcune pattuglie. I caccia
tedeschi, come segugi, seguono le tracce lasciate dai pneumatici e mitragliano tutto quello che non è stato
ben mimetizzato.
Questi successi – e i colloqui di Stirling con Achinleck al Quartier Generale – fruttano il rafforzamento delle
due organizzazioni con l'inserimento di contingenti di paracadutisti, di altri 50 ufficiali e soldati e di un
contingente della Francia Libera.
Il SAS di Stirling diviene una organizzazione ufficialmente riconosciuta con il motto “chi osa,
vince” riceve uno stemma (disegno) e..la promozione di Stirling al grado di maggiore.
Le incursioni continuano con successo mentre Rommel nel gennaio 1942 sconfigge l'8 a Armata
e si apre la strada verso Bengasi. Le LRDG intanto evacuano Gialo lasciando “terra bruciata” o
meglio “palma bruciata” facendo esplodere le munizioni e i rifornimenti non trasportabili.
Ritchie perde circa 40 carri armati, autoveicoli e 1.400 uomini, ora i contendenti stremati si
fermano per consolidare le posizioni e rifornirsi.
Tra i “vecchi allievi del college di Eton” si aggiunge il tenente Randolph Spencer Churchill figlio del Primo
Ministro e pertanto... anche il partito Tory “partecipa alle incursioni...”contro Bengasi; i vecchi compagni di
scuola, oggi ufficiali, se la ridono immaginando la faccia di Mussolini se sapesse che il figlio di Churchill ha
dormito nella capitale della colonia preferita dal Duce !
Per gli attacchi contro i veicoli sulla Via Balbia vengono sperimentate le “cariche penzolanti magnetiche” e le
“cariche a cartella” nascoste negli zaini italiani da lanciare al passaggio dei mezzi sulla Via Balbia, ma senza
grande successo; il comandante della G1 rincorre a lungo i camion sulla Balbia ma senza riuscire ad attivare
le cariche. L'idea viene accantonata.
Spie al Cairo - complotti
Dal settembre 1941 Rommel riceve regolarmente preziose informazioni sui movimenti britannici grazie
all'inconsapevole colonnello Bonner Fellers attachè militare U.S.A. al Cairo: Fellers ignora che agenti italiani si
sono introdotti nell'Ambasciata americana a Roma e hanno fotografato ogni pagina del “Codice Nero” che lui
utilizza nei suoi rapporti segreti.
L'attività di spionaggio introduce in scena due agenti tedeschi, Johan Eppler e Peter Sanstede, che
vengono trasportati al Cairo muniti di documenti falsi, radio portatile e una ingente somma di denaro per
raccogliere informazioni. Nonostante l'aiuto della splendida e famosa danzatrice del
ventre Mehkmet Fahmi, spia dell'Abwer, i due agenti commettono diversi errori da
principianti e vengono scoperti dal controspionaggio britannico. La bella Mehkemt (foto)
sfida il dominio inglese con una danza intitolata “il valzer di Tobruk” che inneggia alla
avvenuta conquista del porto e all'arrivo di Rommel provocando una gigantesca rissa
tra egiziani e militari britannici nel Night Club “Kit Kat”.Naturalmente alcuni frequentatori
del Club sono membri del LRDG che riferiscono tutto alla loro base.
I principali contatti dei due agenti, il tenente Anwar el Sadat e i capitano Abdel Nasser –
sono proprio loro, che da tempo tramano per liberare l'Egitto dal giogo britannico – vengono arrestati assieme
alla ballerina e poi la stessa sorte tocca ai due agenti tedeschi. Fellers ne viene informato e continua le sue
comunicazioni stavolta contenenti false informazioni, poi finalmente anche Rommel si accorge dell'inganno e
questa storia di spionaggio ha la sua fine.
Le informazioni che pervengono alla “volpe” sul nemico comunque non sono completamente esaustive, fino
al termine della campagna Rommel definirà genericamente “Commando” gli uomini del SAS e del LRDG
senza comprendere che sono due unità distinte con compiti diversi, ma provvede giustamente a distribuire ai
soldati un rapporto ciclostilato sulle “attività di sabotaggio delle forze guerrigliere”.
Sono le stesse forze che hanno reclutato e addestrato un nutrito gruppo di incursori composto da ebrei
tedeschi bilingue per missioni quasi suicide, sono uomini che indossano uniformi tedesche e si comportano
come soldati del DAK per infiltrarsi. La loro unica sortita a Tobruk si conclude drammaticamente con una
sparatoria e quasi tutti non faranno più ritorno.
In sette mesi di collaborazione il SAS e il LRDG – comandati da ufficiali aventi provenienze, stile di
comando e personalità molto diverse - hanno costretto l'Asse a distogliere aeroplani e mezzi blindati dal
teatro principale e, collaborando strettamente tra loro, hanno distrutto 143 aeroplani.
Ma ora si apre il capitolo centrale della campagna, quello più interessante e movimentato.
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Il mercoledì delle ceneri - Hannibal ad portas
Informato dell'imminente attacco di Rommel, Ritchie schiera l'8 a Armata trincerata con fortini, campi minati e
capisaldi difesi da una forte artiglieria intorno a Bir Acheim. Pare poco probabile che Rommel riesca a
penetrare tra queste fortificazioni, infatti il generale simula un attacco diretto poi volge a nord e dopo duri
combattimenti conquista la piazzaforte di Tobruk il 26 giugno 1942 imprigionando l'intera guarnigione
australiana.
E' un durissimo colpo per il Governo inglese e per il suo Primo Ministro. Grazie alle abbondanti scorte della
guarnigione conquistata Rommel si avvia verso Alessandria, poco distante dal Cairo e pertanto anche dal
Canale di Suez. In preda al panico, la flotta inglese molla gli ormeggi e si allontana da Alessandria mentre, in
quello che passa alla Storia come “il mercoledì delle ceneri” di mezzo giugno 1942, il Quartier Generale
inglese brucia freneticamente nei cortili i documenti segreti. Convinti dell'imminente arrivo del DAK e degli
italiani i negozianti e gli albergatori egiziani già espongono i prezzi con la valuta tedesca e con stentate
traduzioni sui prodotti e sui servizi in onore di.. “Rommel Pascià”.
Così come risuonava il grido di angoscia dei romani con Annibale che minacciava Roma dopo la battaglia di
Canne nel 216 a. C., così risuona ad Alessandria la notizia che Rommel è alle porte. Al Cairo è proclamato lo
stato di assedio, lunghe colonne di camion sono dirette in Palestina, le ausiliarie vengono trasferite a sud. Il
panico regna sovrano.
Il corrispondente di guerra Alan Moorehead calcola le conseguenze di un collasso britannico: “..sarebbe la
perdita del controllo delle zone petrolifere di Mossul e Kirkuk e dell'Arabia Saudita, proprio dopo che il Re Ibn
Saud ha inaugurato il carico della prima petroliera nel suo regno; giunti in Palestina e Siria, poi a
Gerusalemme e a Damasco e ai pozzi petroliferi i tedeschi avrebbero l'accesso a tutte le risorse petrolifere e
sarebbero inarrestabili fino a congiungersi con le loro Armate che combattono in Unione Sovietica..il Medio
Oriente è la fonte di quasi tutto il petrolio inglese, se il Canale di Suez fosse dominato da forze ostili qualsiasi
viaggio dovrebbe prendere la molto più costosa via del Capo di Buona Speranza”.
Non va dimenticato che nei primi due anni di guerra la Gran Bretagna è sola a combattere contro l'Asse e che
l'unico teatro di scontri sulla terraferma è proprio l'Africa del Nord, dopo la perdita di Creta e della Grecia. Gli
aiuti certo non mancheranno dopo l'entrata nel conflitto degli Stati Uniti attaccati dal Giappone, ma nei primi
anni tutte le risorse belliche dell'Impero britannico si concentrano sulle terre che si affacciano sul
Mediterraneo.
Il galoppo di Gazala
Ritchie afferma di Rommel “Ah, l'abbiamo in pugno !” ma dal suo comando a Gibuti a 100 km. dal campo di
battaglia non è in grado di percepire le mosse del generale che invece è sempre in testa alle sue truppe.
Ritchie ordina a una divisione corazzata di attaccare ma ignora che essa non esiste più,
il 6 giugno perde 230 carri armati e quel giorno inizia il “galoppo di Gazala” verso est che
dura un mese nel caos più completo; oltrepassata la frontiera egiziana Ritchie si sistema
a Maaten Baggush con le formazioni a “scatole “ da lui create stipate di artiglieria e
fanteria lungo un fronte di 100 km. che invece sono un regalo per Rommel.
Sul finire di giugno Auchinleck solleva dall'incarico Ritchie e assume direttamente il
comando dell'8a Armata; con Rommel già in territorio egiziano Auchinleck ripiega ad El
Alamein distante appena 100 km. da Alessandria. Intanto Mussolini arriva in Libia il 29
giugno sicuro di entrare trionfalmente ad Alessandria sopra un cavallo bianco ma questa esibizione tipica del
dittatore proprio non avverrà. Mussolini si tiene ben distante dai combattimenti, ignorato da Rommel che non
va nemmeno a salutarlo, poi, deluso, il 20 luglio riparte per l'Italia.
Gli incursori del LRDG – muniti di jeep americane che sono i primi veicoli a completa trazione integrale
comparsi nel deserto – iniziano concitati attacchi contro gli autoveicoli del DAK provocando la reazione degli
aerei nemici “come calabroni molestati”.
Stirling ha dei problemi con gli inneschi delle cariche al plastico e ricorre ad azioni che rasentano il suicidio:
due colonne di jeep armate con mitragliatrici abbinate entrano di notte negli aeroporti e sparano
all'impazzata contro gli aerei parcheggiati.
Tirando le somme delle incursioni sono stati distrutti 200 aeroplani e l'unica conduttura d'acqua che rifornisce i
tedeschi, in fin dei conti un risultato migliore da quanto condotto dalla Royal Air Force.
Alexander e Montgomery
Al rientro da Mosca dopo un incontro con Stalin, che è molto preoccupato per l'avanzata
tedesca sul Don davanti a Stalingrado, Churchill si ferma in Egitto e visita l'8 a Armata. Il
Premier ha espresso da tempo insoddisfazione sul comportamento dei generali;
nonostante siano stati riforniti di materiali moderni non sono riusciti a sconfiggere
Rommel, perennemente in condizioni di inferiorità per numeri e risorse, “si deve fare
qualcosa” brontola tra sé il Primo Ministro e licenzia Achinleck. Il ruolo di Comandante
in Capo viene assegnato al generale Sir Harold Alexander mentre il tenente generale
Bernard Law Montgomery (foto) il giorno 12 agosto 1942 assume il comando della ottava Armata.
”Monty” assume il comando dell'8a Armata a causa della morte del comandante designato dal Primo Ministro,
generale William Gott, abbattuto in aereo.
Montgomery viene definito “una granata nuova” e riesce ad attirare su di sé prima curiosità, poi interesse e
poi ammirazione.
Alexander proviene da Harrow, la stessa scuola di Churchill, mentre Montgomery proviene da St.Paul's;
Alexander è un cattolico irlandese raffinato ed elegante,ha comandato due ritirate, quella a
Dunkerque (si dice che fu l'ultimo a lasciare le spiagge) e quella dalla Birmania, mentre
Montgomery è un anticonformista pignolo e prudente, vicino alla grande tradizione
dell'esercito britannico, cioè i valorosi puritani che hanno servito fedelmente secoli prima
Oliver Cromwell, il generale che ha rafforzato il potere del Parlamento su quello della
monarchia. Montgomery si atteggia a divo, è di un egocentrismo esasperante, flirta con i
giornalisti e i fotografi, si atteggia a nuovo Messia della guerra nel deserto, ha idee poco ortodosse, ha perfino
osato contraddire e indispettire Churchill durante la disastrosa Campagna di Francia.
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Ma Gott è deceduto e il Primo Ministro ha ben poche alternative.
Montgomery prepara l'attacco rafforzato dall'arrivo di ben 400 nuovi carri armati Sherman forniti dagli
americani e 40.000 uomini. Lo Sherman (foto sopra) è un carro moderno, costruito in grandi serie nelle catene
di montaggio con criteri automobilistici, ben armato e affidabile, sarà il protagonista durante tutto il conflitto in
Occidente; il suo punto debole è la deprecabile tendenza ad incendiarsi facilmente quando viene colpito..e la
carenza di affiatamento e addestramento degli equipaggi, come si vedrà sia in Africa che in Continente. Nella
seconda battaglia di El Alamein, Montgomery schiera 220.000 soldati contro 96.000 tedeschi e italiani, 1.300
carri armati contro 500 con inoltre il vantaggio della supremazia aerea; il carburante non manca
assolutamente, mentre per l'Asse il rifornimento è un dramma, i Reggimenti motorizzati sono costretti a
lunghe soste in attesa della benzina senza potersi schierare o rischierare. Nell'agosto 1942 poco o nulla del
materiale spedito dall'Italia verso la Libia riesce a passare, i sommergibili inglesi sulle rotte delle navi italiane
affondano le petroliere, tutto a vantaggio di Montgomery che si vanterà del successo nelle sue “ Memorie”
senza però approfondire le vere cause della progressiva sconfitta dell'Asse.
El Alamein è rimasta il simbolo della gloria britannica, ma è l'ultima vittoria terrestre unicamente inglese,
l'ultimo atto dell'Impero Britannico come grande potenza coesa e indipendente, poi tutto sarà condiviso con le
enormi risorse fornite dagli Stati Uniti....e a caro prezzo.
The Band of Brother
I due nuovi comandanti ereditano il SAS e il LRDG che sono diretti da due uomini diametralmente diversi:
Stirling ha uno stile per niente convenzionale, è semplice e sbrigativo, Prendergast è flemmatico e riservato
con una mente lucida e lungimiranti capacità progettuali.
Churchill, come sempre incline all'enfasi e alla propaganda, incontra Stirling in Egitto e lo definisce
pubblicamente “l'uomo più garbato che abbia mai affondato una nave o tagliato una gola” !
Con Alexander e Montgomery come nuovi protagonisti e i nuovi mezzi la Campagna d'Africa diventa ancora
più concitata: nel deserto soldati, cingolati, mezzi ruotati, aerei iniziano un continuo movimento inseguendosi
da ovest verso est e viceversa dalla Tunisia all'Egitto, come se fossero degli scontri navali in un tratto di
mare lungo più di 2.000 km e largo poche centinaia delimitato a nord dal Mediterraneo e a sud dai Grandi
Mari di sabbia e dalla Depressione di Qattara.
Le unità speciali britanniche operano con
successo perché hanno alle spalle
una
logistica efficiente che le rifornisce con gli
autocarri dalle loro basi di partenza fino alla
terra di nessuno, prima di iniziare le loro
incursioni dietro le linee dell'Asse. La cartina
qui di fianco è esaustiva per capire le distanze
e le difficoltà affrontate dal LRDG e dal SAS e
da tutti i contendenti..E' una guerra basata
sulla motorizzazione (di cui le truppe italiane
sono sempre
troppo scarse) senza
infrastrutture facilmente raggiungibili, che
favorisce l'impiego d'emergenza di tutti i
mezzi e di tutte le armi disponibili comprese quelle sottratte al nemico, ricorrendo molto spesso alla
“cannibalizzazione” di tutto quello che si trova in giro. Anche la consegna della posta diventa un impegno
importante – e non facile – per ogni comunità militare, i duri veterani del deserto di ogni nazionalità pensano
a casa continuamente e tra loro il più triste è quello che non riceve né una cartolina né una lettera . C'è ansia
per i propri cari che sono a casa, la guerra ha coinvolto tutti i fronti e tutti i territori in
Europa senza pietà e senza rispetto per alcuno, anche i civili ormai sono a rischio sotto i
bombardamenti tanto quanto i militari, è un massacro spietato su larga scala mai visto
nella Storia, che passa sopra molte città tra cui Dresda, Stalingrado, Tokyo e che si
conclude nel '45 con la detonazione di due ordigni nucleari.
Il grande fotografo Cecil Beaton coglie l'essenza dello spirito che anima questi scorridori,
soldati volontari atipici e innovativi, dotati di notevoli capacità di sopravvivenza e di
adattamento, tra i quali la gerarchia militare viene ignorata dovendo forzatamente
vivere insieme, in pochi, in ogni frangente. In questa sua famosa fotografia viene colta con efficacia l'essenza
della prima e vera “band of brothers” (foto).
Naturalmente anche la rivista militare tedesca “Signal” si preoccupa di dare un cliché romantico ai soldati del
DAK, l'abile propaganda del dottor J. Goebbels cerca di far sembrare questa guerra atipica come una
avventura affascinante per uomini vestiti sportivamente, braccia e gambe scoperte, occhiali da sole... ma non
è una sorta di vacanza, in realtà la guerra nel deserto è fatta di mezzi bruciati e
sventrati, rottami fumanti abbandonati per sempre sulle distese di pietrisco e
sabbia, portelli spalancati di carri armati colpiti, acciaio che si sta scolorendo sotto il
sole implacabile e l'abrasione delle tempeste di sabbia (foto) sotto lo sguardo
indifferente degli arabi che non capiscono questo conflitto così costoso e feroce
combattuto da stranieri in terra straniera ...e dal quale traggono ben scarsi profitti,
senza contare la distruzione dei loro poveri beni.
L'Osservatorio stradale – la macchina “Enigma” - il sistema “Ultra Secret”
A capo del Raggruppamento viene nominato il colonnello John Winthrop Hackett che arriva alla conclusione
che il ruolo principale del LRDG sia quello di effettuare ricognizioni in profondità mentre il SAS si deve
incaricare del sabotaggio dietro le linee nemiche, la situazione sembra cambiata e per l'ennesima volta vanno
ridistribuiti i compiti delle forze speciali.
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L'attività del LRDG – benché nessun membro ne sia al corrente né lo saprà per anni –
adesso è di verificare l'attendibilità delle intercettazioni e decrittazioni dei messaggi del
nemico trasmessi con la macchina cifratrice “Enigma” e decodificati con il sistema “Ultra”
e “Colossus” - l'antesignano dei primi computer.
“Enigma” è una meraviglia di tecnologia, grande come una macchina
da scrivere elettrica, nel suo interno rotelle,tamburi e rotori consentono
milioni di differenti combinazioni, impossibili da decifrare, veloce ed
efficiente, viene ritenuto dai tedeschi estremamente affidabile.
All'insaputa dei tedeschi e degli italiani, però, una piccola squadra di crittografi e
matematici – tra cui spicca Alan Turing – nella segretissima residenza di Bletchley Park è
riuscita a decifrare “Enigma” costruendo “Colossus” e regalando agli Alleati un sostanziale vantaggio su tutti i
movimenti dell'Asse, ma il traffico militare radio decodificato non premia dal punto di vista tattico nel deserto:
Rommel rimane una variabile imponderabile a causa del suo genio.
Gli arrivi dei rifornimenti italiani e tedeschi a Tripoli – anche se la Royal Navy e la RAF affondano molte navi
– devono essere registrati accuratamente perché sono la correlazione diretta delle possibilità di manovra da
parte dell'Asse.
Prendergast sceglie come punto di osservazione nientemeno che l' “Arco dei Fileni” al confine tra Tripolitania
e Cirenaica, un migliaio di chilometri dietro le linee nemiche, proprio sulla Via Balbia: l'” Arco dei Fileni”, voluto
da Italo Balbo, è un gigantesco e abbagliante arco di marmo bianco che sovrasta la Via con
due colossi di bronzo in memoria dei fratelli Fileni mitici eroi cartaginesi. Tutto o quasi
tutto scorre lì sotto. (foto)
Poi negli anni '70 Gheddafi lo farà abbattere in quanto simbolo del colonialismo italiano....
però non va dimenticato che gli italiani vi hanno lasciato acquedotti, ferrovie, strade, scuole
risultato di tanto lavoro dei poveri coloni italiani illusi, plagiati e poi gabbati in Libia, in
Abissinia e in Eritrea, tutte Colonie costose e inutili facenti parte dell'Impero del Grande
Nulla volute da un regime e da una monarchia corrotti. Al fine di favorire le industrie belliche
e gli interessi personali dei gerarchi sono stati spesi decine di miliardi di vecchie lire
dell'epoca, ci si domanda se non fosse stato meglio costruire queste infrastrutture qui, in una Italia povera e
semianalfabeta. Nemmeno in Libia l'avventura coloniale italiana ha successo, il Paese viene lasciato
impoverito e semidistrutto, solo il ritrovamento dei primi pozzi di petrolio nel 1959 contribuisce alla sua ripresa.
Tornando al LRDG, tre squadre si avvicendano con brevi turni di poche settimane appostate vicino all'Arco
per tutta la primavera del 1942, è un lavoro noioso ma stressante per il pericolo di essere scoperti, hanno in
dotazione dei taccuini ciclostilati con i dati tecnici e le sagome di tutti i mezzi del nemico, periodicamente tutto
il traffico, con l' estrema pedanteria tipicamente britannica, viene trasmesso alle basi.
L'Osservatorio si dimostra uno strumento molto valido per verificare l'esattezza delle intercettazioni di Ultra a
prescindere da quanto inviato per radio da Rommel e dagli italiani, ma, come detto, le intercettazioni servono
a poco durante le zuffe confuse e mutevoli nel deserto, l' Osservatorio si dimostra molto più utile nel
conteggio dei mezzi in arrivo, in ritirata o in manutenzione, ma anche qui vi sono troppe variabili, infatti la
manutenzione e il veloce ripristino dei veicoli da parte dei tedeschi è uno degli argomenti che fanno
imbestialire il Primo Ministro britannico.
E' proprio la capacità delle officine da campo tedesche di riparare e rimettere velocemente in campo i mezzi
danneggiati – una caratteristica organizzativa vincente nelle Divisioni Panzer progettate dal generale Heinz
Guderian ben prima dell'invasione della Polonia – diventa un rebus per i britannici: il conteggio dei mezzi
nemici distrutti, riparati, rimessi in efficienza e pertanto schierati un'altra volta in battaglia influenza le loro
stesse decisioni sugli schieramenti con cui contrastarli. Anche i mezzi di preda bellica vengono velocemente
“cannibalizzati” dai meccanici tedeschi e riverniciati con le insegne del DAK tornando a combattere.
Nemmeno il cauto Montgomery, che si muove solo quando dispone di una proporzione di forze di tre a uno,
sa quanti mezzi “la volpe” gli farà trovare di fronte e nemmeno dove; soltanto la cronica carenza di
carburante è capace di rallentare Rommel e sarà la nemesi del DAK e delle forze italiane, fino alla fine del
conflitto in Africa.
Anche durante la ritirata di Rommel durante l'ottobre 1942 – nonostante l'ordine folle e perentorio di Hitler di
“resistere e di non cedere di un passo” che Rommel ignora ostentatamente - il flusso di carri armati, veicoli,
artiglieria e soldati di giorno e di notte è così imponente che il conteggio delle forze risulta impossibile.
Poi le truppe dell'Asse diventano sempre più aggressive e vigili e l'Osservatorio viene abbandonato dopo mesi
di intensa attività non senza pesanti perdite di mezzi e uomini.
Lo smacco inglese a Tobruk – Operazione Daffodils (Narcisi) 13-14 settembre 1942
Il piano di attacco a Tobruk presidiato dagli italiani prevede una operazione anfibia e terrestre cui partecipano
180 bombardieri “Wellington” e 28 navi tra cui un incrociatore contraereo e due cacciatorpediniere
trasformati in modo da sembrare navi italiane.
Sotto la guida del LRDG che ha percorso 2.500 km. nel deserto, gli elementi d'assalto, tra cui un nutrito
gruppo di ebrei di madrelingua tedesca travestiti da soldati del DAK che fingono di scortare dei prigionieri
inglesi sporchi e malandati, devono forzare gli ingressi
dal deserto.
Contemporaneamente un reggimento da sbarco di 650 Royal Marines ha il compito di
sbarcare dai navigli leggeri e di demolire le principali installazioni portuali, i depositi di
carburante e le officine meccaniche dove vengono riparati i mezzi. Tutti poi devono
ritirarsi sulle navi oppure dileguarsi nel deserto. Il presupposto dell'operazione, che si
rivela completamente errato, è la scarsa combattività delle truppe di presidio italiane.
Dopo un attacco notturno di copertura di bombardieri della RAF, alle ore 00.00 del 14 settembre le batterie
italiane scoprono gli sbarchi in corso e insieme alle motozattere armate affondano quasi tutte le barche e i
mezzi anfibi degli incursori. A causa dei ritardi nelle segnalazioni e ad errori nella identificazione dei luoghi di
sbarco le azioni preventivamente programmate diventano fuori controllo.
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E' un disastro mal programmato e peggio eseguito. Alle 7.00 del mattino la situazione è sotto il controllo degli
italiani e dei tedeschi che recuperano molti naufraghi inglesi caduti in mare dalle navi affondate. La Royal
Navy perde tutte le navi principali, l' incrociatore e i due cacciatorpediniere, sei navi minori, 780 marinai e
Marines cadono in combattimento, altre centinaia sono feriti, 576 cadono prigionieri.
Perde la vita anche il tenente colonnello John Haselden - che da civile era un commerciante di cotone al
Cairo - comandante in capo del LRDG e che è stato il principale promotore dell'azione, insieme a molti
uomini delle pattuglie di incursori del LRDG che si sono perdute per sempre nel deserto, forse predate dai
beduini o uccise dai caccia dell'Asse. Il tenente colonnello Haselden viene seppellito con il suo mitra sul quale
ha appoggiato il capo morendo.
Tutti i soldati caduti ricevono l'onore delle armi dagli italiani, anche se i britannici hanno violato le norme di
diritto internazionale utilizzando travestimenti per infiltrarsi nella base e che il gruppo di ebrei abbia sparato
a raffica entrando nelle tende dell'ospedale italiano. Molti uomini, vivi o morti, vengono ritrovati seminudi per
la fretta di liberarsi delle divise tedesche.
Tutta la guarnigione italiana ha reagito prontamente contro i veterani inglesi, non ultimi i militari impiegati nei
servizi ausiliari (meccanici, amministrativi, portuali) improvvisando le difese durante il breve e concitato
combattimento notturno perché i piani di difesa predisposti sono rimasti chiusi nelle casseforti a causa
dell'attacco improvviso. Un piano troppo ambizioso e.. che ha poco da condividere con la poesia di William
Wordsworth da cui ha preso la denominazione.
La stampa
L'autorevole corrispondente di guerra australiano Alan Moorehead incontra a Tozeur in
Tunisia - un avamposto sahariano stile “Beau Geste” - alcune pattuglie del LRDG che
stanno recuperando le forze in questa località popolata da spie, donne velate, faccendieri,
zuavi, legionari francesi, gravitanti tutti intorno all'Hotel Trans-Atlantique gremito di giornalisti.
Corrispondente del ”Daily Express” in Africa Settentrionale, in Italia e poi Francia, Alan scrive
nella sua triologia “La guerra nel deserto” che “questi uomini altamente selezionati da due
anni stanno compiendo fantastiche incursioni nel deserto dietro le linee nemiche ..sono
irriconoscibili come soldati con le loro barbe fino alle sopracciglia, i sandali e i tipici copricapi locali....è
straordinario come il deserto sia riuscito a trasformare questi uomini bianchi rendendoli tenaci come pochi
altri...”
Operazione “Torch” – lo sbarco degli Alleati in Nord Africa – il cambio della marea
Gli americani e gli inglesi sbarcano in forze (foto) con oltre 500 navi tra l'8 e il 16
novembre 1942 ad Algeri, in Marocco e a Casablanca e, consolidata la testa di
ponte, si dirigono verso est al fine di stringere in mezzo le forze dell' Asse,
superando combattendo le resistenze dei francesi di Vichy. L'intento è di colpire il
“ventre molle dell'Italia” che denuncia pesanti sintomi di stanchezza e di abbandono
dal conflitto. Il comando interforze è stato assegnato al generale Dwight
Eisenhower. Per evitare di rimanere coinvolte nel flusso di ritiro dell'Asse, ormai
stretta da est e da ovest, alcune pattuglie del LRDG in esplorazione a corto di
benzina scivolano a fatica per centinaia di km. ad ovest e raggiungono i campi di aviazione da dove partono i
grandi bombardieri americani B17 e B24.
L'improvvisa apparizione dal nulla del deserto delle pattuglie
a bordo dei loro veicoli mimetizzati suscita un bel po' di stupore e fa sembrare ai giovani e inesperti avieri
americani, appena sbarcati in Tunisia durante l' “Operazione Torch”, come se tutto sembri il frutto di un film
di Hollywood !
Ma non è un canovaccio tipico di Hollywood, quello americano è un “esercito all'alba” dotato di grandi mezzi
ma di ben poca esperienza, non ultimi anche i suoi stessi comandanti come George Patton. Sono dei
principianti che pagheranno molto cara l'impreparazione contro un esercito di veterani che combattono
duramente fino all'ultimo, ben organizzati e motivati, pur disponendo di risorse molto più limitate.
Vedremo tra poco, negli ultimi atti di questa “guerra speciale” in Nord Africa, l'efficacia devastante degli
ultimi colpi di coda sferrati da Rommel – che si è ritirato nel ridotto del Mareth – al passo di Kasserine dove
la 1a Divisione corazzata americana appena costituita, ma non coesa, verrà pesantemente umiliata.
David Stirling cade prigioniero
I tedeschi catturano il “Maggiore Fantasma” fondatore del 1° Reggimento SAS mentre dorme con la pattuglia
in una uadi a 60 km. dal Mareth. L'ambizioso comandante è uscito in ricognizione su disposizione di
Montgomery anche allo scopo personale di mettere in maggior luce il suo SAS
visto che suo fratello
William Joseph Stirling è appena giunto in Africa con l'intento di fondare il 2° Reggimento SAS (infatti si
ironizza su SAS eguale..Special Air Service...eguale la Ditta Stirling And Stirling). Commette l'errore di
spingersi ben oltre i confini previsti e una grossa pattuglia tedesca in esplorazione, per caso, li coglie durante
il sonno. Le radio dell'Asse annunciano trionfanti che il famoso ufficiale Stirling è caduto in mano al nemico,
ma Stirling non si arrende e subito fugge di notte per essere poi tradito da un pastore beduino. Trasferito in
Italia tenta continuamente di evadere, come da tradizione degli ufficiali britannici maestri di evasione, finché i
tedeschi, esauriti dai suoi continui tentativi, lo internano a Colditz, il più sicuro e famoso campo di prigionia.
Dopo la sua cattura il SAS riduce le sue azioni, gli ufficiali che sono subentrati hanno meno motivazione e
attitudine ad individuare i bersagli.
Comunque Rommel ammette onestamente che Stirling è un “abilissimo e versatile comandante dei gruppi del
deserto che ci ha recato danni maggiori di altre forze britanniche di eguale dimensione”.
La concorrenza tra il SAS e il LRDG
Le azioni di disturbo e di sabotaggio del SAS surriscaldano la zona, il SAS ormai conta su otto squadroni
ciascuno composto da otto pattuglie indipendenti dotate di fuoristrada e jeep, ma la mancanza di
coordinazione tra i due corpi provoca la reazione tedesca e italiana che colpisce sia il SAS - ormai dedicato
a “bersagli appetibili” cui non riesce proprio a rinunciare – che le pattuglie di Prendergast dedicate
all'osservazione e all'avanscoperta.
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Le pattuglie del LRDG sono in difficoltà perché il territorio tunisino permette a Rommel di occultare e spiegare
le sue forze senza destare sospetti, inoltre sono sostanzialmente impegnate altrove nella ricerca di un
percorso per l'8a Armata intorno alle fortificazioni del Mareth per sferrare il gancio sinistro contro l'Asse.
Rommel è esasperato per le “nefandezze” dei commando e reagisce con le autoblindo e con gli aerei, di
conseguenza le perdite dei gruppi aumentano.
Kasserine - Rommel si ritira – cala il sipario
Ormai l'Asse è stretto sia da est che da ovest, nonostante l'arrivo di una Seconda Panzerarmee al comando
del generale Jurgen von Arnim, si aggiunge la pressione esercitata dalle forze della Francia Libera
provenienti dal Ciad verso nord. La 4 a Brigata corazzata guidata dalle pattuglie del LRDG
non riesce ancora ad esercitare il “gancio sinistro” a causa del terreno sconnesso pieno di
scarpate con il risultato che Rommel abbandona le posizioni più esposte e si trincera sulla
Linea del Mareth protetta da laghi salati, piane di fango e il Mare di Sabbia. Sono posizioni
fortificate costruite dai francesi, è da sconsigliare assolutamente un attacco frontale.
Ormai, molto tardivamente, Hitler ha inviato truppe fresche, nuovi aerei come il FW 190 e
un reggimento di potenti carri “Tiger” (foto) che sono la nemesi dei carristi alleati e
sovietici. Il dittatore teme che il “ventre molle” dell'Asse sia vicino al collasso e che l'invasione dell'Italia sia il
prossimo passo con la conseguente caduta del regime fascista, ma ormai è tutto inutile.
Rommel non può chiedere la benzina agli italiani che non ce l'hanno, può solo chiedere e protestare, il
generale Franz Halder alle sue richieste di aiuto “non sa trattenere un sorriso vagamente scortese”; viene
ingannato anche da Kesserling e da Cavallero che gli dicono “combattete pure senza preoccupazioni, i
rifornimenti sono in viaggio” ma proprio non è vero. Le navi trasporto italiane vengono sistematicamente
affondate.
Intanto i rifornimenti non mancano assolutamente agli Alleati, il generale Heisenhower, “un po' a corto di
trasporti” combatte una breve battaglia a Washington e ottiene in tre giorni un convoglio speciale con a bordo
ben 5.400 autocarri che vengono presto imbarcati nei porti americani. Una...disinvolta e immediata fornitura
che tedeschi e italiani mai hanno ottenuto ma nemmeno mai sognato.
Mentre la Panzerarmee di von Arnim è impegnata sul fronte nord, Rommel rivive la sua migliore gloria nel
deserto. Nascosti da una tempesta di sabbia e sostenuti dalla Luftwaffe i corazzati tedeschi il 20 febbraio
1943 si scagliano a Sbiba e poi nel passo di Kasserine, in Tunisia, contro la 1 a divisione corazzata
americana appena organizzata, cogliendo di sorpresa i comandanti americani, che ancora sono convinti
dalle rivelazioni di Ultra che al passo di Kasserine ci sarebbe stato solo un attacco simulato, cioè una
finta. Emergono i limiti del sistema che proprio non riesce a svelare le reali intenzioni del nemico cui si somma
l'inesperienza e l'inferiorità tattico- operativa degli ufficiali comandanti americani. Di fatto e precedentemente a
Sidi Bou Zid avevano già perso 100 carri armati.
La divisione corazzata americana viene disgregata, 6.300 soldati sono uccisi o feriti, 4.000 fatti prigionieri,
vengono distrutti 235 nuovi carri armati e altri 1.000 mezzi, gli americani sono respinti per 140 km. E' la
sconfitta più grave per gli Stati Uniti subita in una sola settimana durante tutto il secondo conflitto mondiale.
Rommel è ormai perfettamente consapevole che le pattuglie di esploratori trovate ai
suoi fianchi fanno presagire l'attacco sinistro britannico e colpisce per l'ultima volta gli
elementi avanzati di Montgomery, ma viene respinto con la perdita di circa 40 carri
armati.
Il Feldmaresciallo intende evacuare i 150.000 soldati tedeschi e italiani lasciando alle
spalle i materiali, che sono per la maggioranza preda bellica, e propone a Kesserling di
combattere con questi veterani le prossime battaglie in Italia e in Francia, ma a Rastenburg nella
Wolfschanze (la tana del lupo) la guerra in Africa è sempre stata considerata una guerra coloniale e non un
teatro in cui si decidono le sorti dell'Europa.
Le risposte sono sempre negative.
Il conte Galeazzo Ciano commenta amaramente così la situazione drammatica in Nord Africa: “ la Vittoria
trova sempre cento padri mentre la Sconfitta è orfana”.
Con questa prossima e certa sconfitta termina l'esperienza di Rommel nel deserto, ormai non nasconde più a
nessuno di essere convinto che questa guerra sia perduta e che occorra salvare più uomini possibile, per
ordine diretto di Hitler viene fatto rientrare con la disposizione di “mettersi in cura”.L'ordine non è
completamente improprio, infatti l'infezione al naso e la malattia al fegato, conseguenza di una itterizia
trascurata, hanno peggiorato le sue condizioni di salute. Gli subentra a tutti gli effetti il generale Jurgen von
Arnim.
Rommel si era già recato precedentemente a colloquio con Hitler per illustrare personalmente la situazione
drammatica, ma il dittatore si era mostrato molto irritato e contrariato per ogni proposito di ritirata in una
atmosfera molto tesa - presente anche Hermann Goring che gli dava del disfattista e del codardo - a causa
della tragica situazione in corso a Stalingrado.
Anche in quella occasione Hitler non nasconde il profondo disprezzo e l' indifferenza che nutre verso tutto il
popolo tedesco.
In un altro incontro Hitler ammette che “ la vittoria finale non è più possibile, occorre fare la pace con una
parte o con l'altra, ma nessuno farà la pace con me”.E' una grave ammissione di colpa che farà riflettere
alcuni alti ufficiali sulla necessità di esautorarlo o di eliminarlo.
Dopo otto giorni il generale Patton con i 2° Corpo degli Stati Uniti colpisce da un lato mentre l'8° Armata nella
notte del 20 marzo effettua l' attacco sulle linee del Mareth. 26.000 uomini dotati di autoblindo, carri armati e
semoventi attraversano un varco trovato dalle pattuglie esploranti del LRDG e nonostante guasti e
insabbiamenti ben 1.200 carri armati si congiungono con i neozelandesi chiudendo l'Asse in una sacca.
Hitler ha ordinato ai tedeschi di “resistere fino all'ultima pallottola” ma il generale von Arnim, ormai privo di
rifornimenti e in schiacciante inferiorità numerica, si arrende con tutti i soldati tedeschi e italiani e gli
armamenti rimasti. Ammette che “anche senza l'offensiva alleata avremmo dovuto capitolare, non avevamo
più niente da mangiare”.
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E' il 13 maggio 1943 (foto della resa)
Dopo pochi mesi, come previsto, anche l' Italia si arrende e il Duce viene arrestato.
Anche se i dati finali sono contraddittori, questa guerra è costata: circa 33.000 morti,
12.000 dispersi e più di 300.000 prigionieri all'Italia e alla Germania - 220.000 tra morti,
dispersi e prigionieri al Regno Unito e Commonwealth dei quali 35.000 morti - 2.700
morti con 6.500 dispersi e prigionieri agli Stati Uniti - circa 10.000 tra morti e dispersi alla
Francia Libera.
In totale circa 100.000 soldati sono morti sui campi di battaglia e molti altri sono dispersi
per sempre nel deserto.
I destini paralleli di Klaus von Stauffenberg e di Erwin Rommel - sfortuna imperatrix mundi
Non si può chiudere questo scritto sul conflitto in Nord Africa senza citare le sorti del colonnello conte Klaus
von Stauffenberg e del feldmaresciallo Rommel, ambedue coinvolti in tempi diversi nel tentativo di
destabilizzare il dittatore.
Von Stauffenberg (foto) partecipa alla guerra in Africa come ufficiale di Stato Maggiore della
10a Panzer, molto apprezzato per le sue capacità organizzative e il suo coraggio, viene
mitragliato in auto da un caccia inglese il 7 aprile 1943 e perde un occhio e la mano destra.
Rientrato in Germania, il 20 luglio 1944 è il principale artefice del fallito attentato contro Hitler.
Viene giustiziato il giorno dopo.
Anche Rommel viene mitragliato da un caccia a Livarot, in Normandia, sulla sua auto il 17
luglio 1944, riporta gravi ferite al cranio con lesioni che avrebbero ucciso un uomo meno
robusto. In convalescenza non nasconde a nessuno la sua intenzione di proporsi come protagonista per
esautorare Hitler e trattare la pace con gli Alleati occidentali per poi rivolgersi contro i Sovietici, il nemico di
sempre. Nonostante non abbia partecipato direttamente al complotto perché in ospedale, si è esposto troppo
e dopo pochi mesi, il 14 ottobre 1944, viene costretto al suicidio.
E' il drammatico destino comune di due alti ufficiali tedeschi, disillusi dal regime, il cui solo pensiero era la
fedeltà verso il loro Paese e l'onore.
EPILOGO
Il 2 aprile Montgomery congeda le pattuglie del LRDG che rientrano percorrendo 2.000 km. sulla Via Balbia
fino al Quartier Generale. E' per loro un triste ma glorioso percorso su queste piste sulle quali hanno perso
dozzine di uomini del LRDG e del SAS, dei quali alcuni sono sepolti da qualche parte sotto le dune.
Gran parte delle pattuglie viene sciolta per essere riassegnata ai reparti iniziali, sopratutto i neozelandesi e gli
australiani (ANZAC – Australian and New Zeland Army Corps) che hanno avuto molte perdite e i cui Governi
hanno protestato a causa dell'utilizzo dei loro soldati nelle missioni più pericolose.
Alan Moorehead nella sua triologia “La Guerra nel deserto” definisce gli uomini dei reparti
neozelandesi e quelli della Divisione Panzer leggera “la élite degli eserciti britannici e
tedeschi”.
Riluttanti ad abbandonare il deserto, alcuni sperano di essere inviati nel deserto del Gobi o
in Cina contro i giapponesi, ma ormai dopo questi anni il loro “essere speciali per una
guerra speciale” non è più necessario. Ma non finisce ancora qui.
Il prestigio raggiunto dalle “forze speciali” convince i generali ad utilizzarle in una serie di
operazioni secondarie di appoggio in Mediterraneo con sbarchi nelle isole greche a bordo di gommoni e
sommergibili, tra cui la tentata difesa dell'isola di Lero, nel Dodecanneso, che si conclude in un disastro.
L'isola strenuamente difesa dagli anglo-italiani viene conquistata dalla Divisione Brandenburg, gli omologhi
tedeschi dei Commando. Lo stesso Prendergast sfugge fortunosamente alla morte, pur riuscendo a rallentare
le truppe aviotrasportate tedesche.
Infine le pattuglie del LRDG e del SAS dopo aver subito l'addestramento di aviolancio partecipano ad
operazioni dietro il fronte durante gli sbarchi in Normandia e successivamente di appoggio alle forze della
Resistenza in Europa.
Nel dopoguerra solo il SAS viene ricostituito e negli anni seguenti viene utilizzato in tutti i conflitti “ ovunque ci
fosse un fianco scoperto”, come per esempio nella guerra delle Falklands, in una specie di idealismo
avventuroso, forse conseguenza della lunga tradizione corsara che fa parte della cultura britannica fin dai
tempi della regina Elisabetta.
NOTA FINALE
Una delle spiegazioni delle continue sconfitte britanniche in questi tre anni di guerra del deserto è che un
esercito rappresenta, o meglio, riflette la società: pur essendo l'esercito di una monarchia parlamentare
moderna, l'esercito britannico è classista, in realtà è un'insieme di gente di campagna agli ordini
dell'aristocrazia e dell'alta borghesia. Molti britannici scelgono la carriera militare perché è tradizione della loro
casta, pertanto inevitabilmente molti ufficiali superiori sono gentiluomini ma dilettanti. L'ufficiale britannico ha
poco in comune con i mondo tecnologico del 20° secolo e poca simpatia per esso, essendo emotivamente
vincolato al suo College, al suo Reggimento, ai gloriosi ricordi nonché alla venerazione del cavallo, la sua
mentalità è ancora quella della 1 a Guerra Mondiale: il fronte fisso. Molti reggimenti di cavalleria hanno da
poco abbandonato le salmerie e il loro senso di aristocratica superiorità, alimentata dalle tradizioni, soffoca le
idee innovative e la collaborazione tra le diverse Armi.
A questi ufficiali e soldati viene improvvisamente affidato il prodotto di una società tecnologica, il rumoroso,
complicato, prepotente e maleodorante carro armato sul quale, solo nelle loro menti, aleggia ancora il sacro
odore del cavallo. Come avversario hanno un corpo corazzato composto da uomini, spesso veterani, unici nel
20° secolo, che si intendono di cingoli e di motori ma non di zoccoli e di carrube.
Il DAK e Rommel sono “una bevanda troppo forte per un astemio” scrive con lucida obiettività l'inglese
Correlli Barnett nel suo libro.
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I soldati del DAK sono un normale prodotto dell'esercito germanico, il loro fisico non si presta alla vita nel
deserto, i più giovani e biondi non reggono il caldo e non si adattano alle condizioni del deserto contrariamente
agli australiani, neozelandesi, sudafricani e indiani. I britannici non tardano ad accorgersi che il soldato
tedesco combatte secondo le regole, fortunatamente non sono presenti forze consistenti delle SS, e si
adeguano a questi comportamenti. “La guerra in Africa fu una guerra di gentleman” afferma il generale
tedesco Johann Crame a un corrispondente del “Times” forse perché i combattimenti corpo a corpo sono rari,
forse perché gli ufficiali sono forzatamente in migliori e stretti rapporti con i loro soldati, o perché il
comportamento leale di Rommel è stato di esempio per tutti; per tutto il tempo trascorso in Africa non ha mai
firmato un deferimento alla corte marziale.
Il Feldmaresciallo ama definire questa guerra “Krieg ohne Hass” “guerra senza odio”.
Senza odio certamente, ciò non toglie che alcune azioni dei sabotatori del SAS e del LRDG, per esempio le
uccisioni a freddo, di notte, nei presidi dell'Asse, le sparatorie effettuate dagli ebrei tedeschi travestiti da soldati
del DAK nonché il tentativo di uccidere Rommel non si possono definire... molto coerenti con le migliori
regole di guerra.
Comunque, a parte alcuni episodi di maltrattamenti, tutti i prigionieri vengono, quando è possibile,rispettati,
rifocillati e curati Nel vasto teatro di questa guerra rimangono migliaia di rottami di mezzi di ogni genere,
inutilizzabili o troppo costosi da recuperare, mostri di acciaio erosi dalle tempeste di sabbia e dal sole,
testimonianze di battaglie condotte da stranieri in terra straniera per il possesso delle primarie ricchezze come
il petrolio e di questi territori contesi tra le potenze occidentali e, in seguito, tra le popolazioni locali.
La Storia beffarda poi si è rivoltata contro tutti provocando una lunga serie di ripetuti conflitti, o meglio
“neoguerre”, per le stesse ragioni e gli stessi interessi, che sino ad oggi non sono ancora conclusi. La vera e
unica differenza sta nelle perdite e nelle sofferenze tra i civili dei molti popoli coinvolti in quegli stessi territori,
oggi le perdite tra i civili sono il 90% del totale mentre in passato questa proporzione coinvolgeva solo i militari.
Valter Barretta
febbraio 2015
Per approndimenti:
- John W. Gordon
- Correlli Barnett
- David Fraser
- Desmond Youg
- Alan Moorehead
- T.E. Lawrence
- Paul Carell
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“Dietro le linee di Rommel”
“I generali del deserto”
“Rommel”
“Rommel”
“The Desert War”
“La rivolta del deserto”
“Le volpi del deserto”
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