“NEL DESERTO… LA PAROLA DI DIO SCESE!”(II dom.Avvento – Lc 3,1-6) “Apparve un uomo inviato da Dio e il suo nome era Giovanni”. Così leggiamo nel prologo di Giovanni l’ingresso nella storia di Giovanni il battista, che ci accompagna in questa seconda domenica di Avvento. Nel vangelo di questa domenica Luca chiama a confronto storia e profezia. La grande storia è riassunta nell'elenco iniziale di sette nomi propri che tracciano la mappa del potere politico e religioso. Caliamoci nell’ambiente culturale dell’epoca: appare un inviato da Dio. Chi? Un inviato da Dio deve essere senz’altro un sommo sacerdote, un santo: niente di tutto questo! La laicità è la caratteristica dei Vangeli. Non esiste nei Vangeli un profeta, un inviato da Dio, che appartenga alla gerarchia religiosa. Dio, quando deve intervenire nell’umanità, evita accuratamente luoghi sacri e persone religiose. L’unica volta che ci prova è un fiasco completo: ci ha provato con il prete Zaccaria (padre di Giovanni Battista) e questi non gli ha creduto. Dio evita accuratamente queste categorie di persone e sceglie gente qualunque. “Nell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa…”. Il sommo sacerdote era Caifa (Luca mette anche Anna perché gli interessa raggiungere il numero sette, che nel mondo e nella mentalità ebraica, significa la totalità). Con questo elenco viene presentata la totalità del potere creando suspense e interrogativi. Incominciando dall’imperatore e arrivando al sacerdote… la parola del Signore si diresse… e qui c’è l’aspettativa da parte della gente. Si pensava che, essendo Dio potente, parlasse soltanto attraverso i potenti: l’imperatore (che veniva considerato il figlio di Dio) o il sommo sacerdote, il suo diretto rappresentante, quindi uno tra questi. E invece a chi si rivolgerà la parola di Dio? “La parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto” (Lc 3,1-2). Dopo aver presentato i grandi della terra, con una virata fenomenale, la Parola di Dio, quando si rivolge, sceglie una persona normale… e qui è stata inviata a un uomo di nome Giovanni (Giovanni in ebraico significa “misericordia di Dio”) e “costui venne per essere testimone, per testimoniare riguardo alla luce” ci ricorda ancora l’evangelista Giovanni nel suo prologo. La Parola di Dio, dunque, dribbla elegantemente tutti i signori dell'epoca e si posa su un macerato trentenne consumato dal vento del deserto e dal digiuno… un folle di Dio scontroso e rabbioso che si consuma sulle rive del Giordano, Giovanni il battezzatore. Già Baruc, segretario di Geremia, nella prima lettura si rivolge al popolo disperso e vede un ritorno in grande stile. Parla a degli straccioni senza speranza, a dei deportati che si trascinano come schiavi in attesa di morire. E sogna. Così… la Storia di Dio si sovrappone alla piccola e violenta storia degli uomini e la trasfigura. Alla geografia dei potenti sfugge qualcosa… sfugge un deserto, un uomo, una parola… quanto basta per mutare la direzione della storia. Mentre a Roma si decidevano le sorti dei popoli… mentre Pilato, Erode, Anna e Caifa si spartivano il potere su quella terra assolata e passionale… cade un granello di sabbia del deserto, un granello di profezia: la Parola discese, a volo d'aquila, sopra la sua preda, Giovanni, figlio di Zaccaria e figlio del miracolo, nel deserto! La nuova capitale del mondo è il deserto di Giuda. 1 Lontano dalle capitali e dagli imperi, da templi e da palazzi… nel deserto, dove un uomo vale quanto vale il suo cuore, dove l’uomo è senza maschere e senza paure… solo nel deserto il fuoco della profezia può dare il suo frutto. “La Parola fu su Giovanni”. Con cinque semplicissimi termini si racchiude la nostra vocazione. Chiamati ad essere profeti: metto il mio nome al posto di quello del profeta, e so che molte volte ormai la Parola è venuta sopra di me, e non mi ha trovato! Ma so che deve venire… verrà… perché di me non è stanca! Ha bisogno non di grandi profeti, ma di uomini e donne che, là dove vivono, incarnino un progetto senza inganno o violenza, facciano risuonare parole più profonde, orizzonti chiari, lealtà, coerenza, giustizia. Questa è la misteriosa scelta di Dio: fare storia con chi non ha storia, scegliere la via della periferia, entrare nel mondo dal punto più basso, da dove l'uomo vive e soffre. La liturgia dell'Avvento ogni anno ci propone la testimonianza di Giovanni come un passaggio necessario per giungere ad una più profonda conoscenza di Gesù. Per David Maria Turoldo “ogni uomo è un profeta, nel quale si condensa in sillabe il Verbo e traspaiono le risposte di Dio. Ciascuno di noi può diventare voce di una Parola, di una sillaba di Dio”. Ma prima deve essere raggiunto, afferrato, conquistato da Cristo. Per questo: «Preparate le vie del Signore», inventate vie attraverso le quali la Parola giunga fino al cuore; moltiplicate le strade della seduzione di Dio, date ogni giorno un po’ di tempo e un po’ di cuore alla lettura del Vangelo… lasciatevi affascinare. L'avvento non aggiunge degli impegni alla nostra scarsa fede e alla nostra poca disponibilità alla preghiera, ma un tempo in cui ci è chiesto di accorgerci, di preparare la strada, di spalancare il cuore. Citando Isaia, il Battista è molto preciso sulle cose da fare: raddrizzare i sentieri, riempire i burroni, spianare le montagne. Raddrizzare i sentieri, cioè avere un pensiero semplice, lineare, senza troppi giri di testa. La fede va interrogata, nutrita… ma ad un certo punto diventa salto… ragionevole salto tra le braccia di questo Dio. Abbiamo bisogno di pensieri veri nella nostra vita, di pensieri positivi e buoni per poter accogliere la luce. Riempire i burroni delle nostre fragilità. Tutti noi portiamo nel cuore dei crateri più o meno grandi, più o meno insidiosi, delle fatiche più o meno superate. Ebbene: occorre stare attenti a non lasciarci travolgere dalle nostre fragilità o, peggio, mascherarle. Ognuno di noi porta delle tenebre nel cuore: l'importante è che non ci parlino, l'importante è non dar loro retta. Spianare le montagne. In un mondo basato sull'immagine conta più l'apparenza della sostanza. Bene il fitness, ottimo il bodybuilding per stare in forma. È bene curare il proprio modo di vestire. Ma occorre aprire qualche palestra di spirit-building, qualche estetista del cuore e dell'anima! Animo dunque… su di noi piccoli, fragili e dispersi, Dio fa scendere la sua Parola! Alziamo lo sguardo e mettiamoci all’opera… c’è da lavorare in questa settimana! 2