1 redazione Charles Robert Darwin nacque in Inghilterra il 12 febbraio 1809. Nello stesso anno venne pubblicata l’opera di Lamarck intitolata “Filosofia zoologica”che conteneva la prima teoria organica dell’evoluzione. Suo nonno Erasmus Darwin (1731‐1802), oltre ad esercitare la professione di medico, fondò un’associazione di medici che si occupava dello studio delle scienze naturali. Il padre di Darwin, anch’egli medico, lo iscrisse a sedici anni, per rispetto alla tradizione familiare, all’Università di Edimburgo per farlo divenire medico nonostante i suoi scarsi risultati scolastici. A Charles però tali studi non piacevano, così all’età di 18 anni li interruppe, ma il padre non si arrese e lo iscrisse all’Università di Cambridge. Nel periodo in cui soggiornò a Edimburgo si iscrisse ad un’associazione studentesca che si interessava di storia naturale. Approfondì i suoi studi di zoologia e imparò ad impagliare animali. Qui conobbe il medico e zoologo Robert Grant che per primo gli parlò della teoria dell’evoluzione di Lamarck.Quando andò a Cambridge divenne amico del geologo Adam Sedgwich che nel 1831 lo condusse con sé in un viaggio in Galles durante il quale Darwin imparò a effettuare rilevamenti geologici. Sempre a Cambridge divenne grande amico del botanico John S. Henslow che cambiò la sua vita. Henslow infatti lo convinse nel 1831 a partecipare come naturalista non pagato, ad un viaggio di ricognizione scientifica intorno al mondo. Inizialmente il padre si oppose a quest’idea giudicandola l’ennesima occasione per sottrarsi ai propri doveri, ma il provvidenziale intervento dello zio, fece cambiare opinione al padre. A soli 22 anni, il 27 dicembre 1831, Darwin partì a bordo del brigantino Beagle per il viaggio che gli avrebbe cambiato la vita e che avrebbe dovuto durare due anni ma che in realtà ne durò quasi cinque. Durante il suo viaggio attorno al mondo il brigantino approdò alle Canarie, fece alcune soste lungo le coste 2 dell’America del Sud, la risalì dalla parte del Pacifico fino alle isole Galapagos, un gruppo di isole al largo dell’Ecuador, sostò in Australia, in Indonesia, in Africa e, dopo essersi fermato nell’America del Sud, fece ritorno in Inghilterra. Per tutta la durata del viaggio Darwin lavorò incessantemente raccogliendo ad ogni sosta campioni di specie sia animale che vegetale: ne osservava le abitudini, li descriveva e li confrontava con le specie simili, li impagliava ecc. Egli fece anche molte osservazioni geologiche e scoprì interessati fossili ignoti (scheletri di armadilli e di roditori giganti). Durante la sosta alle isole Galapagos, Darwin osservò che specie simili ma non uguali di fringuelli, vivevano su isole diverse. Esse si differenziavano tra di loro per la forma del becco, il colore delle piume e le dimensioni del corpo. Ipotizzò che fossero specie differenti, ma, non essendo sicuro di ciò, prese alcuni campioni che impagliò e inviò agli ornitologi del British Museum affinché li analizzassero e li catalogassero. Darwin ne dedusse che tutte quelle varietà, seppur con qualche differenza, dovevano discendere da un’unica specie che aveva subito delle mutazioni per adattarsi all’ambiente in cui viveva. 3 Per affermare la sua teoria studiò anche le tartarughe che vivevano nelle varie isole Galapagos e notò che anche se erano simili erano in realtà differenti tra loro. Tutte queste osservazioni compiute durante questo lungo viaggio, convinsero Darwin della realtà dell’evoluzione delle specie, però non aveva ancora chiari i meccanismi attraverso i quali le specie si trasformano. Il viaggio del Beagle si concluse il 2 ottobre 1836 quando fece ritorno in patria. Darwin nel 1839 pubblicò il libro “Viaggio di un naturalista intorno al mondo” contenente i suoi appunti di viaggio. 4 Grazie a questa pubblicazione Darwin divenne famoso e fu ammesso alla “Royal Science Academy”. Questo viaggio fu determinante per la sua vita perché nella sua mente prese forma la teoria dell’evoluzione della specie. Egli comprese che all’interno della stessa specie due individui non sono mai perfettamente identici: differiscono infatti per dimensioni, colori e altri caratteri. Questo concetto Darwin lo chiamò variabilità. Collegò questa sua osservazione con la selezione artificiale che operavano gli allevatori per modificare una specie. Lui stesso allevò colombi per condurre esperimenti sulla selezione artificiale: all’interno di una specie di piccioni, gli allevatori selezionano quelli che hanno la coda più lunga e li fanno accoppiare tra loro. All’interno di tutti i figli della prima generazione ne nascono alcuni con la coda più lunga. L’allevatore li isola e li fa accoppiare tra loro. Dopo molte generazioni ripetendo quest’operazione tante volte si otterrà una specie di piccioni a coda lunga. Il naturalista si domandò come veniva applicata la selezione artificiale in natura. La risposta gliela fornì Thomas Robert Malthus, un economista inglese che scrisse “Il Saggio sul principio della popolazione”. Egli affermava che, quando la popolazione era più numerosa rispetto alla disponibilità di cibo, intervenivano fattori naturali come le carestie e le epidemie che la decimavano. Con questo meccanismo veniva eliminato l’anello più debole della società, cioè i poveri. Malthus è considerato il padre del “darwinismo sociale” un movimento che affermava la supremazia dell’uomo bianco su altre razze, derivato da un’interpretazione errata della teoria dell’evoluzione di Darwin. Darwin capì che il meccanismo del libro di Malthus si applicava anche al resto delle specie viventi, scatenando una lotta per la sopravvivenza dovuta al fatto che in ogni popolazione il numero dei nascituri è superiore alle risorse del territorio dando origine ad uno scontro nel quale gli individui di una determinata specie combattono per accaparrarsi le risorse disponibili. In questa lotta prevalgono i membri della specie che si sono adattati meglio all’ambiente e che riproducendosi hanno trasmesso i caratteri ai loro discendenti. Questo meccanismo venne chiamato da Darwin “selezione naturale”. Darwin però si pose il problema di esporre queste teorie agli scienziati dell’epoca senza suscitare troppe obiezioni. L’occasione gliela fornì il naturalista Alfred Russel Wallace nel 1858 5 quando ricevette una lettera contenente le teorie di questo scienziato molto simili alle sue. Darwin e Wallace esposero le loro teorie all’accademia di scienze a cui era iscritto Darwin. Darwin in seguito scrisse da solo il libro “Sull’origine delle specie per selezione naturale” che venne pubblicato nel 1859 dove espose la sua teoria evolutiva riassumibile in quattro punti: 1 La sovrabbondanza della prole 2 La variabilità fra gli individui 3 La lotta per la sopravvivenza 4 La selezione naturale Fu un libro di grande successo, ma suscitò le critiche dei suoi contemporanei perché era contrario alla Genesi. Darwin fornì innumerevoli prove dell’evoluzionismo e diede contributi con i concetti di evoluzione ramificata (egli usò come immagine per rappresentare l’evoluzione “l’albero della vita”) secondo la quale tutte le specie hanno un antenato comune ed esse hanno un’evoluzione graduata contrapposta a quella a salti (mutazionismo). 6 Successivamente pubblicò nel 1868 “Le variazioni degli animali e delle piante allo stato domestico”, “L’origine dell’uomo e la selezione sessuale” nel 1871 e “Espressione dei sentimenti nell’uomo e negli animali”. Darwin è considerato il padre dell’evoluzionismo in quanto ha dato un contributo importante alla scienza con le sue pubblicazioni che lo hanno reso immortale. Morì nel 1882 a Down, un villaggio nel Kent nel quale si era ritirato a vivere nel 1842. Fu sepolto a Westminster vicino ad un altro importante scienziato: Newton.