2 Aprile 2016 SALUTE MILANO FINANZA Personal 61 Nuovi N u metodi diagnostici e anticorpi umanizzati per combattere le allergie Sintomi di primavera di Elena Correggia Q uasi un italiano su cinque, circa il 18,3% secondo un recente studio promosso da Assosalute, dichiara di dover fare i conti con le allergie respiratorie, che si verificano tipicamente nella stagione primaverile. Una patologia eterogenea, sia per le cause scatenanti sia per le sue molteplici manifestazioni, che risulta in crescita anche in età adulta. «Se un tempo molte allergie respiratorie si diagnosticavano in età infantile, ora accade che l’insorgenza si verifichi anche a 40-50 anni, specie nei confronti dei pollini di piante come betulle e noccioli», spiega il dottor Antonio Meriggi, primario di allergologia e immunologia clinica della Fondazione Salvatore Maugeri di Pavia, «un incremento a cui concorre senza dubbio l’inquinamento, soprattutto il particolato veicolare, da una parte rendendo più aggressivi gli allergeni pollinici o fungendo da trasporto, e dall’altra inducendo infiammazione delle mucose delle vie respiratorie, più sensibili quindi agli stimoli di agenti allergenici». Per il trattamento sintomatico della rinite allergica, la terapia cortisonica orale con spray nasale si abbina ad antistaminici orali di ultima generazione quali bilastina, desloratadina o levocetirizina,che sono ben tollerati e minimizzano gli effetti collaterali tipici come la sonnolenza. «L’immunoterapia rimane l’unico approccio di cura orientato a riequilibrare il sistema immunitario del paziente e la diagnostica molecolare rappresenta un efficace metodo per individuare i candidati ideali a cui somministrare il vaccino, ovvero soggetti con una monosensibilizzazione, di recente insorgenza e preferibilmente giovani», continua Meriggi. La diagnostica molecolare consente infatti di effettuare un’approfondita valutazione della reattività del paziente a singole componenti allergeniche, riconoscendo quindi la sensibilità verso molecole specifiche di un solo polline o alimento oppure positività multiple nel caso delle allergie crociate, presenti in più pollini o alimenti, traendone informazioni importanti sia sulla dieta da rispettare sia sulla terapia da impostare. «Poiché il 30% circa delle riniti allergiche evolve in asma bronchiale, mentre l’80% circa degli asmatici soffre anche di rinite, è importante che la cura delle due patologie avvenga sincronicamente per assicurare il buon controllo dell’asma, ridurre le riacutizzazioni ed evitare il rimodellamento irreversibile delle vie aeree, meno responsivo alla terapia», prosegue Meriggi, «l’asma è una patologia cronica infiammatoria caratterizzata da una variabilità di fenotipi, ovvero di espressioni cliniche, ed è quindi fondamentale caratterizzare il singolo paziente mediante esami approfonditi per poi individuare una terapia il più possibile personalizzata». L’esame clinico nella diagnosi e monitoraggio dell’asma viene supportato da una serie di test quali spirometrie periodiche, test di broncodilatazione farmacologica e test con metacolina o mannitolo che evidenziano eventuale iperreattività bronchiale, cardine della patologia asmatica. «A questi si aggiungono esami innovativi quali il mirata dipende anche dalla capacità di definire in modo sempre più preciso la tipologia di asma e a tal scopo assumono rilevanza nuovi biomarker. Fra questi per esempio il dosaggio della periostina, una proteina rilasciata dalle cellule bronchiali stimolate dall’interleuchina 13, un mediatore infiammatorio che rappresenta l’obiettivo contro il quale sono diretti promettenti farmaci biologici in fase di sperimentazione (Lebrikizumab). Sono inoltre in fase di avanzata valutazione altri farmaci biologici rivolti verso interleuchina 5 (mepolizumab e reslizumab) o verso il recettore di interleuchina 5 posizionato su eosinofili e basofili (benralizumab). dosaggio dell’ossido nitrico esalato per una valutazione non invasiva del grado di infiammazione dei bronchi e lo studio citologico delle secrezioni bronchiali per comprendere le diverse tipologie di globuli bianchi presenti», precisa Meriggi, «se infatti prevalgono gli eosinofili è presumibile una buona risposta al trattamento farmacologico con cortisonici inalatori, oltre ai composti broncodilatatori rivolti al controllo, altrettanto importante, della componente muscolare delle vie aeree. Se invece sono prevalenti i neutrofili, la risposta può risultare meno efficace e può richiedere l’aggiunta di altre categorie di farmaci come gli anticolinergici o gli antileucotrienici». Per le forme di asma severe, circa il 10% degli asmatici, l’ultima frontiera è rappresentata dai farmaci biologici e fra questi è disponibile Omalizumab, un anticorpo umanizzato che si lega alle immunoglobuline (IgE) libere prodotte nella reazione allergica, impedendo che esse si leghino ai recettori di alcune tipologie di cellule presenti nel sangue (basofili) e nei tessuti (mastociti). L’impostazione di una terapia Soluzioni ad alta quota. La bassa densità dell’aria e l’assenza di inquinanti e allergeni rende la montagna un luogo dove la patologia asmatica tende a migliorare. In questo ambiente salubre, a 1.780metri d’altitudine e a mezz’ora da Cortina D’Ampezzo, sorge l’istituto Pio XII di Misurina, l’unica onlus pediatrica in Italia e in Europa per la cura dell’asma e dei disturbi del respiro in alta quota. La presenza di una équipe multidisciplinare specializzata e di strumentazione clinica d’avanguardia consente di assistere il bambino asmatico in un percorso personalizzato che va dalle visite ed esami al soggiorno di cura e riabilitazione, fino ai controlli periodici dopo le dimissioni allo scopo di migliorare il quadro complessivo e ridurre il ricorso ai farmaci. Inoltre, l’istituto organizza i Campus for breathe, ovvero corsi educativi e diagnostici della durata da 2 a 7 giorni destinati ai bambini asmatici e ai loro genitori, per imparare a respirare meglio e a gestire più efficacemente l’asma anche attraverso l’apprendimento di tecniche di riabilitazione respiratoria. I rimedi contro l’occhio rosso. Palpebre e occhi arrossati sono un sintomo frequente delle rinocongiuntiviti allergiche, fra le patologie più diffuse in età pediatrica. Nel 6-10% dei casi invece si tratta di cheratocongiuntivite Vernal, una malattia infiammatoria cronica-stagionale dalle cause non ancora identificate che spesso inizia in primavera, persiste d’estate, esacerbata dalla luce, e tende a risolversi in autunno. Nel 70-80% dei casi si manifesta nei bambini fra i 3 e gli 8 anni, è più frequente fra i pazienti allergici e spesso si risolve verso l’età dello sviluppo. «I sintomi sono fotofobia, arrossamento, lacrimazione, bruciore, prurito, sensazione di corpo estraneo e secrezione di muco filamentoso», spiega la professoressa Susanna Esposito, direttore dell’Unità di pediatria ad alta intensità di cura della Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli studi di Milano, «l’inefficacia dei trattamenti antiallergici come gli antistaminici per via oculare e la difficoltà di adattamento alla luce devono far insospettire, inoltre i sintomi della Vernal persistono anche oltre la stagione allergica ed è quindi necessaria una valutazione oculistica e allergologica per una corretta diagnosi e terapia. Il soggetto con Vernal presenta infatti una congiuntiva diversa da quella del paziente allergico, con papille giganti e la tendenza a fibrosi e rimodellamento». Nelle forme lievi la cura consiste nell’uso di preparati cortisonici, mentre per le forme più importanti si utilizzano immunosoppressori come ciclosporina in collirio o tacrolimus. Rinite sotto controllo. Per meglio monitorare i sintomi della rinite allergica e i farmaci assunti per trattarli è da poco disponibile una nuova app, sviluppata dagli esperti del gruppo Macvia Aria, con il contributo di Meda Pharma. Diario dell’allergia, scaricabile gratuitamente da Apple iTunes e Android Play store, utilizza per la prima volta la Vas (scala analogica visiva), che consente al paziente di assegnare quotidianamente in modo intuitivo e veloce un punteggio rispetto alla percezione della gravità dei vari sintomi della propria rinite allergica, scegliendo all’interno di un intervallo di valori compresi fra 0 (sintomi per nulla fastidiosi) e 10 (sintomi estremamente fastidiosi). Uno strumento che utilizza quindi un linguaggio condiviso fra pazienti e professionisti della salute per controllare l’andamento dei sintomi e l’efficacia terapeutica. (riproduzione riservata). (riproduzione riservata)