" Studio mutazionale di geni coinvolti nel controllo epigenetico dell'espressione genica e correlazioni genotipo-fenotipo in pazienti affetti da neoplasie mieloproliferative croniche Ph-negative" INTRODUZIONE Con il termine “neoplasie mieloproliferative croniche (MPN) Ph-negative" vengono identificate un gruppo di patologie ematologiche, relativamente frequenti nella popolazione che originano da una alterazione neoplastica di una cellula staminale pluripotente con conseguente proliferazione clonale di uno o più progenitori cellulari ematopoietici sia a livello midollare che extramidollare. Le neoplasie mieloproliferative croniche comprendono oltre ai disordini definiti "non classici", quelli "classici" quali la policitemia vera, la trombocitemia essenziale e la mielofibrosi primaria. La Policitemia vera è sostenuta da un’iperplasia generalizzata del midollo osseo con espansione prevalente della linea eritroide che è in larga parte indipendente dal fattore di crescita fisiologico, l’eritropoietina (EPO). La Trombocitemia Essenziale (TE), invece, è caratterizzata da un'abnorme proliferazione megacariocitaria che determina un aumento del numero di piastrine circolanti. La mielofibrosi, infine, può presentarsi non solo come patologia “de novo” (e in questo caso è detta primaria, PMF) ma anche come evoluzione di una MPN precedentemente diagnosticata, sia che si tratti di policitemia vera che di trombocitemia essenziale (Mesa et al., 2007) e, come tale, viene definita mielofibrosi secondaria post-PV (PPV-MF) o post-ET (PET-MF). In entrambi i casi, si caratterizza per la presenza di fibrosi del midollo osseo, citopenia, anisopoichilocitosi, incremento della densità microvascolare del midollo osseo, ematopoiesi extramidollare con splenomegalia leucoeritroblastosi nel sangue (Vardiman et al., 2009; Hoffman et al., 2005; Barosi et al., 2003). Lo studio della patogenesi molecolare di questi disordini ha portato nel 2005 a dimostrare la presenza, nei pazienti con PV, TE e MF (Levine et al,2005) della mutazione “gain of function” V617F a livello dell'esone 14 del gene codificante la tirosina chinasi citosolica Janus Kinase 2 (Levine et al., 2005; James et al., 2005; Kralovics et al., 2005; Baxter et al., 2005) attivata normalmente a seguito del legame di un fattore di crescita (es. Epo, IL-3 ) al proprio recettore. Tale mutazione porta ad una attivazione costitutiva della via di segnalazione JAK/STAT e dunque ad una alterazione dell' espressione dei geni regolati da quest' ultima. La mutazione ha una frequenza di oltre il 95% nelle PV, del 50% in media tra le TE e PMF. Nel 2007, sono state descritte anche una serie di mutazioni dell’esone 12 in pazienti JAK2V617F negativi con PV in cui l’eritrocitosi era il fattore dominante (Scott et al., 2007). Dopo la dimostrazione dell’associazione tra la mutazione JAK2V617F e la MPN Ph-negative, sono state scoperte altre mutazioni “gain of e function” a livello, però, del gene codificante il recettore per la trombopoietina MPL: MPLW515L, (presente in pazienti affetti da PMF ma JAK2V617F negativi (Pikman et al., 2006)) e MPLW515K; la prevalenza di entrambe è stata stimata approssimativamente attorno al 5% per PMF e all’ 1% per l’ ET (Pardanani et al., 2006). La scoperta delle mutazioni a carico dei geni JAK2 e MPL, pur essendo stata una tappa importante nella comprensione del meccanismo alla base delle malattie mieloproliferative Ph-negative, sembra non essere capace di spiegare a pieno la patogenesi di tali disordini. Tra i geni potenzialmente mutati e che potrebbero anche precedere la mutazione di JAK2 nelle MPNs, diversi partecipano normalmente al controllo epigenetico della trascrizione. I cambiamenti epigenetici sono anomalie ereditabili che riguardano il controllo dell’espressione genica e che dunque non riguardano alterazioni nella sequenza del DNA. Esistono diversi meccanismi principali che controllano l’espressione genica attraverso cambiamenti epigenetici tra i quali la metilazione diretta del DNA, l'acetilazione e la metilazione istonica. La metilazione del DNA e degli istoni è responsabile del silenziamento genico mentre l'acetilazione determina attivazione della trascrizione. L’alterazione di entrambi questi processi è considerata da tempo un fattore comune nello sviluppo di numerose forme tumorali. La conoscenza di ciò, associata, come si diceva precedentemente, alla consapevolezza che la mutazione di JAK2 e di MPL non giustifichino completamente lo sviluppo delle diverse forme di malattie mieloproliferative Ph-negative ha portato, di recente, a pensare di condurre studi proprio sulla regolazione epigenetica dell’espressione genica nell’ambito di questo tipo di patologie focalizzandosi in particolare sulla ricerca di mutazioni a carico di singoli geni accreditati come potenzialmente coinvolti nella patogenesi di questi disordini. Tra i diversi geni già oggetto di studio risultati essere mutati nelle neoplasie mieloproliferative classiche vi sono alcuni in cui l’identificazione di mutazioni ricorrenti evidenzia l’alterazione del controllo epigenetico come TET2, IDH1/2, EZH2, ASXL1 , DNMT3A (Oh et al., 2010; Lasho et al., 2010; Pardanani et al., 2010; Delhommeau et al., 2009; Tefferi et al., 2009; Tefferi et al., 2010; Tefferi, 2010; Ernst et al.,2010; Carbuccia et al., 2009; Abdel-Wahab et al., 2011; Stegelmann et al., 2011). Alcuni di questi geni sono stati recentemente associati anche alla possibile progressione delle MPN in leucemia acuta, assumendo un importante ruolo prognostico. SCOPO DEL PROGETTO Alla luce delle recenti acquisizioni riguardo alla possibile associazione tra alterazione dei fattori coinvolti nella regolazione epigenetica dell'espressione genica e sviluppo delle neoplasie mieloproliferative Ph-negative, l'obiettivo del progetto è quello di effettuare uno screening mutazionale tramite tecnica di sequenziamento diretto di geni (comprendente anche quelli precedentemente citati) già noti in letteratura come codificanti per fattori epigenetici, al fine di determinare eventuali correlazioni tra un particolare genotipo mutato e un determinato fenotipo clinico in pazienti affetti da MPN. Per la realizzazione di questo progetto verrà utilizzato uno strumento da poco disponibile per il sequenziamento diretto, lo "Ion Personal Genome Machine™ (PGM™) sequencer" (Life Technologies™), in grado di effettuare sequenziamento genico diretto sfruttando una tecnologia di ultimissima generazione. La tecnica su cui si basa lo "Ion Torrent™" consiste nella trasformazione diretta di informazioni espresse chimicamente (A, C, G, T) in linguaggio digitale (0, 1) attraverso un "semiconductor chip". I chips sono costituiti da numerosi micro pozzetti e ciascun pozzetto può contenere differenti DNA templato. Il processo biochimico sfruttato per il sequenziamento consiste, dunque, nel rilevamento di uno ione idrogeno rilasciato normalmente come sottoprodotto nel corso della replicazione del DNA, quando la polimerasi incorpora all'interno del nuovo filamento di DNA, un ulteriore nucleotide. La presenza dello ione idrogeno infatti determina, a seconda della base incorporata, una variazione del PH della soluzione, la quale viene rivelata attraverso un sensore. Questo sequenziatore, dunque, è il più piccolo misuratore di PH allo stato solido in grado di riconoscere la variazione associandola ad una determinata base, ideale per il sequenziamento di piccoli genomi, sets di geni o per determinare i profili di espressione genica. In particolare lo Ion PGM- sequencer è il più rapido tra i next-generation sequenze attualmente disponibili. Questa tecnologia di sequenziamento di tipo "chimico", non basata, dunque, nè su meccanismi enzimatici, nè su proprietà come fluorescenza o chemioluminescenza è attualmente la più semplice, veloce e con un costo molto più basso rispetto ad altre tecniche fin'ora a disposizione. Il progetto di ricerca quindi si propone di analizzare lo stato mutazionale di una serie di geni ritenuti potenzialmente implicati nella patogenesi molecolare delle NMP. Tra questi particolare attenzione sarà rivolta nei riguardi di geni coinvolti nel controllo epigenetico della trascrizione genica, quali TET2, IDH1/2, DNMT3A, ASXL1, EZH2 ed altri geni codificanti proteine incluse nel complesso PRC2 (polycomb repressive complex 2) come EED, SUZ12 e JARID2. Lo studio sarà effettuato utilizzando DNA di oltre 500 pazienti con MPN che potrà essere immediatamente disponibile per lo studio delle suddette anomalie genetiche.