Formula di Taylor del secondo ordine Data una funzione f di classe C 2 in un aperto A ⊂ RN , e x0 ∈ A, si vuole provare la validità della formula 1 f (x) = f (x0 )+∇f (x0 )·(x−x0 )+ (D2 f (x0 ) (x−x0 ))·(x−x0 )+o(|x−x0 |2 ) (1) 2 Per dimostrarla, introduciamo la funzione ausiliaria Ψ(x) = f (x) − f (x0 ) − ∇f (x0 ) · (x − x0 ) − 1 2 (D f (x0 ) (x − x0 )) · (x − x0 ), 2 che, essendo la differenza di f ed una funzione quadratica, è, come f , di classe C 2 . Si tratta quindi di mostrare |Ψ(x)| = o(|x − x0 |2 ). (2) Primo passo Deriviamo Ψ(x) rispetto ad x ottenendo ∇Ψ(x) = ∇f (x) − ∇f (x0 ) − D2 f (x0 ) (x − x0 ). (3) Qui abbiamo sfruttato che il gradiente di una funzione lineare x 7→ p·x è uguale a p, e il gradiente di una forma quadratica x 7→ (A x) · x, con A matrice simmetrica, è 2 A x, nonchè naturalmente che il gradiente di una funzione costante è nullo. Nella formula in esame la funzione lineare è x 7→ ∇f (x0 ) · (x − x0 ) e la forma quadratica x 7→ 1 2 (D f (x0 ) (x − x0 )) · (x − x0 ), 2 si noti come il fattore 21 si semplifica con il 2 che compare nella derivazione della forma quadratica. Se scriviamo (3) componente per componente otteniamo Ψxi (x) = fxi (x) − fxi (x0 ) − ∇fxi (x0 ) · (x − x0 ) per i = 1, · · · , N . Siccome sussiste la formula di Taylor di primo ordine per le funzioni fxi , che sono di classe C 1 dato che f è di classe C 2 , otteniamo Ψxi (x) = fxi (x) − fxi (x0 ) − ∇fxi (x0 ) · (x − x0 ) = o(|x − x0 |) 1 per ogni i. Accorpando queste informazioni per i = 1, · · · , N , otteniamo ancora |∇Ψ(x)| = o(|x − x0 |). (4) Secondo passo Congeliamo, oltre a x0 , anche x, introduciamo una variabile reale t, e consideriamo la funzione reale di variabile reale Φ(t) := Ψ(((1 − t) x0 + t x)) per t che varia in [0, 1]. Usando la regola di derivazione delle funzioni composte per Φ, che si può appunto vedere come la composizione della funzione Ψ : RN → R, funzione esterna, e della funzione h : (0, 1) → RN definita mediante h(t) = (1 − t) x0 + t x), funzione interna, con derivata rispetto a t uguale a (x − x0 ), viene Φ0 (t) = ∇Ψ((1 − t) x0 + t x) · (x − x0 ) per t ∈ (0, 1). Tenendo conto che Φ(1) = Ψ(x) e Φ(0) = 0 otteniamo tramite applicazione del Teorema del Valor Medio di Lagrange Ψ(x) = Φ(1) − Φ(0) = Φ0 (s) = ∇Ψ((1 − s) x0 + s x) · (x − x0 ) e quindi |Ψ(x)| ≤ |∇Ψ((1 − s) x0 + s x)| |x − x0 | (5) per un opportuno s ∈ (0, 1). Si noti che s dipende da x, ma resta sempre compreso in (0, 1). Terzo passo Si tratta di combinare i risultati ottenuti nei passi precedenti. Facendo tendere x a x0 , abbiamo in base a (4), (5) |Ψ(x)| = o(s|x − x0 |) |x − x0 |, (6) dove, ribadiamo, s dipende da x ma appartiene sempre a (0, 1). Si ha lim x→x0 o(s|x − x0 |) s|x − x0 |) o(s|x − x0 |) o(s|x − x0 |) = lim = lim s x→x0 s|x − x0 | x→x0 s|x − x0 | |x − x0 | |x − x0 | e, dato che s ∈ (0, 1) per ogni x, si conclude lim x→x0 o(s|x − x0 |) =0 |x − x0 | o, in altri termini che o(s|x−x0 |) = o(|x−x0 |). Incorporando questa informazione in (6) si ottiene |Ψ(x)| = o(|x − x0 |) |x − x0 | = o(|x − x0 |2 ), 2 il che dimostra (2), e quindi la formula (1), che era la nostra finalità. Si ottiene un’altra formula interessante facendo lo sviluppo di Taylor del primo ordine della funzione Θ(t) = f ((1 − t) x0 + t x) con resto di Lagrange, prendendo t = 0 come punto iniziale e t = 1 come punto incrementato. Viene Θ(1) = Θ(0) + Θ0 (0) + 1 00 Θ (s) 2 (7) con s intermedio tra 0 e 1. Applicando la formula di derivazione delle funzioni composte viene, come sopra Θ0 (t) = ∇f ((1 − t) x0 + t x) · (x − x0 ) per derivare ulteriormente, osserviamo che x−x0 è costante rispetto a t e ∇f ((1− t) x0 + t x) è la composizione di ∇f con h(t) = (1 − t) x0 + t x. Lo Jacobiano di ∇f è D2 f , mentre la derivata di h(t) è (x − x0 ), per cui si ottiene Θ00 (t) = (D2 f (((1 − t) x0 + t x)) (x − x0 )) · (x − x0 ). Quindi Θ0 (0) = ∇f (x0 ) · (x − x0 ) Θ0 (0) = (D2 f ((1 − s) x0 + s x) (x − x0 )) · (x − x0 ) Raccogliendo queste informazioni, e tenendo conto che Θ(0) = x0 , Θ(1) = x deduciamo da (7) f (x) = f (x0 ) + ∇f (x0 ) · (x − x0 ) + 1 2 (D f ((1 − s) x0 + s x) (x − x0 )) · (x − x0 ) 2 con s intermedio tra 0 e 1, che era la seconda formula che volevamo ottenere. Antonio Siconolfi, Dipartimento di Matematica, Università di Roma “La Sapienza”. [email protected] 3