L’ETA’ DEL BAROCCO E DELLA SCIENZA NUOVA Strutture politiche, sociali ed economiche tra il 1618 e il 1648 si svolge la guerra dei Trent’anni, che vede schierati da un lato l’Impero asburgico e la Spagna, dall’altro le potenze nazionali che si affacciano sull’Atlantico ( Francia, Olanda e Inghilterra). La pace di Westfalia (1648) segna il fallimento del progetto di monarchia universale sostenuto dagli Asburgo e la diffusione di nuovi modelli di organizzazione sociale e politica sull’esempio della monarchia francese e inglese. In Italia lo spostamento delle rotte commerciali dal Mediterraneo all’Atlantico determina una forte crisi delle attività economiche e finanziarie, che spinge a investire i capitali nell’acquisto di proprietà agricole. Le condizioni di vita della popolazione più povera peggiorano ulteriormente e si verificano con frequenza sommosse rivolte che vengono duramente represse. La Repubblica di Genova e il Granducato di Toscana vivono un periodo di grave decadenza dal punto di vista economico e culturale; la Repubblica di Venezia continua a rappresentare un polo d’attrazione per gli intellettuali grazie alla tolleranza ideologica che riesce a garantire, mentre lo Stato della Chiesa perde gran parte della sua influenza sulle questioni politiche europee e si dedica alla difesa della dottrina cattolica; il Ducato di Savoia, infine, si avvia a diventare uno Stato efficiente e prospero seguendo il modello francese. Le idee e le visioni del mondo il ruolo dell’Italia in ambito culturale si rivela fondamentale nella prima metà del Seicento, quando vengono elaborate la nuova poetica del Barocco letterario e il nuovo modello scientifico di Galilei. Il modello di un universo eliocentrico smentisce convinzioni millenarie diffuse dalla cultura ufficiale e questo provoca nell’uomo comune una sensazione di disorientamento profondo. Gli intellettuali reagiscono alla perdita di certezze proponendo nuove concezioni esistenziali e nuove interpretazioni della realtà, mentre in campo artistico e letterario nasce uno stile che verrà definito, a partire dal Settecento, con il nome di Barocco. Secondo il nuovo gusto dell’epoca l’arte e la poesia devono essere animate dalla ricerca del piacere, e devono provocare nel pubblico sentimenti di meraviglia e stupore. Per ottenere questi obiettivi, gli artisti e gli scienziati indagano con attenzione gli aspetti meno conosciuti della realtà, al fine di trovare dettagli insoliti, anomali e bizzarri, oppure di riconoscere somiglianze nascoste tra le cose. Questa nuova concezione dell’arte si traduce in letteratura nel trionfo di alcuni procedimenti retorici, tra cui spiccano soprattutto l’analogia, la metafora e il “concetto”. Alla base dell’operazione artistica si pongono sempre più l’acutezza dell’ingegno e l’originalità delle soluzioni stilistiche e formali, anche se l’alto livello di intellettualismo e di tecnicismo che caratterizza le opere barocche non si rivela mai fine a se stesso, ma rappresenta sempre uno strumento per approfondire la conoscenza di sé e del mondo circostante. Centri di produzione e di diffusione della cultura il declino economico che caratterizza l’Italia a partire dalla fine del Cinquecento determina un impoverimento della vita culturale all’interno delle corti signorili. Gli intellettuali che riescono a inserirsi negli ambienti cortigiani sono costretti a svolgere funzioni amministrative e burocratiche e coloro che si dedicano all’attività letteraria si rivolgono soprattutto alla poesia encomiastica, per garantirsi una protezione duratura da parte del principe. In una condizione diversa si trovano gli intellettuali chierici: l’inserimento all’interno dell’ambiente ecclesiastico garantisce loro una sistemazione più stabile e prestigiosa, ma essi devono sottostare a rigide imposizioni ideologiche che impongono l’acquisizione di un sapere limitato e specifico e ostacolano l’elaborazione di sistemi filosofici generali. Anche l’editoria è costretta a subire censure e restrizioni da parte della Chiesa e per questo motivo non è in grado di svilupparsi come accade negli Stati europei più evoluti. Preziosi occasioni di incontro sono offerte agli intellettuali dalle accademie ( tra le più famose l’Accademia degli Incogniti, della Crusca e del Cimento), che però presentano l’inevitabile svantaggio a favorire una concezione elitaria della cultura e di mantenere i letterati in una condizione di sostanziale isolamento rispetto ai drammatici problemi del tempo. La questione della lingua il dibattito cinquecentesco sulla lingua letteraria aveva decretato il successo sulla soluzione bembiana, che imponeva il modello fiorentino trecentesco. La diffusione di questa proposta viene ostacolata dalla frammentazione politica della penisola e dalla diminuzione degli scambi culturali tra le varie corti, oltre che dalla scelta controriformistica di usare il latino come lingua ufficiale della liturgia e dell’insegnamento.