Eraclito - tommaso ciccarone

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ERACLITO
Il Logos universale e il principio della “Dialettica”
Con Eraclito, la riflessione della Physis imbocca una strada
innovativa da un punto di vista soprattutto espressivo –
metodologico.
L’introduzione della prosa come netto rifiuto dell’espressione
“popolare” poetico –mitologica, è un evento non estraneo ai contenuti
stessi del pensiero eracliteo, ma soprattutto si inquadra come scelta
IDEOLOGICA di una riflessione “di trapasso”.
Eraclito è il primo pensatore di cui si possiedono numerosa Frammenti
in forma aforismatica: circa 100.
L’orientamento del messaggio eracliteo è, come già nel pitagorismo,
Antidemocratico e “aristocratico”(nel senso stretto precisato sopra).
Questo è in accordo – paradossalmente 1– all’affermazione secondo cui
“Pensare è comune a Tutti”.
Pensare, come attività dell’occhio della mente che va al di là
dell’apparenza verso la Verità (A – letheia), è potenziale per tutti; ma
non tutti esercitano questa potenzialità.
Così, per Eraclito, la maggior parte degli uomini è in una condizione
di sonno intellettuale, mancando la profondità nel problematizzare
ciò che è banalmente Ob – vius.
Questi sono i <dormienti>!; uomini traviati dai sensi, false credenze,
pregiudizi alimentati dalla superficialità opaca dei sensi (le doxài
velano l’A-lètheia!)
Pensare = “noìein”, dal sostantivo “noòs” = “intelletto”
La Verità è difficile da trovare e soprattutto da comunicare:
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Il “paradosso” è la nuova figura espressiva e comunicativa della filosofia di
Eraclito: la Verità è, al di là della apparenza sensibile, Oscura – difficile –
paradossale (prima di essere s – velata).
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“La Natura ama nascondersi !”
Il “discorso” sulla/della verità non si esprime poeticamente
attraverso il Mito, ma attraverso il LOGOS, scevro da ogni arbitrarietà
individuale:
“Non a me dando ascolto, ma al discorso (Logos) è saggio dire con esso che
tutte le cose sono Uno”.
Eraclito (ogni vero sapiente), è pro-feta della Verità, parlando “A nome
di”.
E’ la Verità che si dà – si rivela – si svela – attraverso il discorso!
Il discorso della verità, come Logos, è ciò che tutto com – prende,
“lega”(Legèin) in un’Unità producente e implicante le cose
molteplici: in questo senso il Logos è misura di tutte le cose.
L’Unità logica di tutte le cose comprende l’eterno divenire della
natura/Physis.
“Non è possibile entrare due volte nel medesimo fiume”.
Considerare il divenire eterno delle cose (il “fiume” eracliteo) il
principio ultimo – l’Alfa e Omega – di tutte le cose, non è
propriamente esatto: piuttosto l’accento al divenire è stato posto dalle
generazioni successive di Eraclito, come p.es. è il caso di CRATILO.
Eraclito, invece, intende il principio primo, generatore, un principio
DIALETTICO, per cui la verità non è ridotta – semplificata a mera
unità, ma comprende e dà una collocazione di senso oggettivo a tutte
le cose nella loro propria delimitatezza e differenza individuale
rispetto a tutto il resto. Il contorno della molteplicità e della
contingenza, non avrebbe senso senza il confronto dialettico con il
tutto.
In questo senso, Unità/Verità/Giustizia di tutte le cose è il CONFLITTO; il
“Pòlemos”.
L’Unità della Physis è riempita dalle differenze: senza conflitti né
differenze non ci sarebbe Verità e determinatezza, ma solo piatta e
indistinta omologazione.
La riflessione eraclitea arriva al punto di considerare l’A-letheia come
Unità dialettica di essere e Non-essere!
“La stessa cosa sono il vivo e il morto”;
”Una e la stessa e la via all’in sù e la via all’in giù”.
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La “cosa stessa” non coincide con la “medesimezza” identica a sè
stessa.
L’Unità degli opposti altro non è che l’ORDINE ed EQUILIBRIO del
Cosmo (concetti già incontrati nel lessico pitagorico); l’Unità della
Physis è ARMONIA regolata da un razionale e necessario/naturale
equilibrio.
(la Necessità della Giustizia; la “Dike” la cui divinità è riposta
nell’ordine razionale e oggettivo della realtà).
Questa “armonia invisibile” (l’accostamento generale al pitagorismo è
lecito) è tale in quanto non appare ai sensi, bensì all’occhio della
noìein/noòs.
Ma differentemente dal Pitagorismo, l’Armonia di Eraclito non è
semplice accordo numerico – come somiglianza numerabile e
sensibile delle differenze – ma al contrario coincide col contrasto
dialettico fra elementi (enti) apparentemente incommensurabili fra di
loro, data la loro rispettiva individuale differenza.
Per Eraclito, l’Armonia degli opposti (Pòlemos) non è solo LEGGE LOGICA
e intelligibile; ma è al tempo stesso STRUTTURA ONTOLOGICA –
materiale della Physis; coincide immanentemente con essa.
Il filo rosso logico e reale che unisce gli opposti è la legge e realtà del
divenire.
Il divenire, quindi, all’interno della speculazione logica di Eraclito,
immanacabilmente assume la forma e de-terminazione di un
elemento_Archè della realtà: il fuoco.
Da questo punto di vista la connessione con la mentalità dei milesii,
e della Grecia antica in genere, è evidente: lUnità del Logos non è un
principio assolutamente puro e ideale, ma risente della mentalità
realistico-materiale applicata alla visione della Physis.
Si può dire, infatti, che quella di Eraclito è una filosofia non solo “del
Divenire”, ma “in divenire”, essendo di trapasso fra l’ingenuo
materialismo da una parte, e la speculazione logico-razionale
dall’altra.
Questo si riflette nella forma stessa della Prosa aforismatica,
necessariamente oscura e paradossale, perchè va oltre l’ovvietà e il
costume comune – “pubblico”.
L’aforisma è il nuovo modo “poietico”(nel senso letterale del termine,
e non nel senso della poesia mitica) di darsi e parlare da parte della
Verità a cui ci si deve protendere all'’scolto(non passivo, come nel
Mito), nell'apertura – rivelazione del Logos.
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La concezione del Logos come “equilibrio” e “misura di tutte le cose”
si riflette nella stessa vita civile ed individuale dell’uomo(impianto
etico e “politico” della filosofia di Eraclito).
Dal punto di vista civile, la comprensione della Verità coincide con la
comprensione – adeguamento al Nomos (la legge), perchè l’uomo –
“dormiente” si lascia trascinare dalle false inclinazioni
(passioni/opinioni) che prevaricano e destabilizzano in maniera
innaturale ed illogica l’Equilibrio del cosmo.
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