La vita è un sogno, un viaggio ricco di visioni, di trepidazione e di eccitazione capaci di farci perdere come in un labirinto. Fulvio Fronzoni sognatore autentico e innamorato della classicità si lascia trasportare nel mare delle emozioni in una fuga nel tempo alla ricerca della massima espressione di bellezza e armonia. Attraversa il mediterraneo, verso sud, incontro alla luminosità atmosferica e intellettuale, fino a ritrovarsi nella Grecia arcaica, dove potrà vivere un nuovo sogno olfattivo. Dopo un lento e tortuoso percorso, reso eccezionale dal patrimonio artistico culturale dell’epoca, mi ritrovai a Efeso davanti al tempio di Artemide, fatto erigere da Creso. L'Artemísion di Efeso, riconosciuto come una delle sette meraviglie del mondo antico, mi rubò il tempo. E quando il buio si fece profondo e il silenzio penetrante, udii una voce sommessa che proveniva dall’interno del tempio. Mi avvicinai cautamente alle aperture presenti su una parete per vedere chi fosse che stava parlando, ma la voce sfumò prima che io potessi raggiungere l’apertura. Invano attesi di risentirla, ma rimase il rammarico di non poterla più udire. Poi, intuii che avrei potuto cercarla dentro di me e a quel punto la sentii distintamente: — L'uomo non può mai fare la stessa esperienza in forma costante, giacché ogni ente, nella sua realtà apparente, è sottoposto all’inesorabile legge del mutante. — Conquistato dalla musicalità delle parole e da quello che esprimevano, le ripetei a mezza voce. La frase era possente. Guardai dall’apertura all’interno del tempio e vidi un uomo in piedi con il capo chino che stava di fronte a un altro seduto su un trono. Li riconobbi: erano Eraclito e Creso, il filosofo e il re. Il sovrano indossava una collana di perle bianche ed era seduto su un seggio di marmo decorato con intarsi in avorio e oro. Il trono era posto vicino alla parete. Nel mezzo della stanza c’era un focolare rotondo sul quale ardevano vecchi legni odorosi. Una tenue luce illuminava di tanto in tanto le due figure. Quattro colonne erano disposte simmetricamente a sostegno della loggia che correva lungo i lati della sala e dalle aperture poste sulla parete da cui io stavo guardando, entrava il buio della notte, l’inebriante odore del gelsomino e il mio stupore. Eraclito disquisiva sulla verità e sul divenire. Il re lo ascoltava compiaciuto. Poi, all’improvviso scomparvero. Rimasero il buio, l’odore del gelsomino e la mia meraviglia. Ci si meraviglia, quando accade qualcosa d’impensabile. È un rapporto fatto di stupore e di gratuità, nei confronti dell'essere, delle cose e del mondo. La realtà è meraviglia poiché stupisce e le cose hanno poi bisogno di una spiegazione. Questo spinge l'uomo alla ricerca che stimola la riflessione e accende l’immaginazione. La scelta di focalizzare l’attenzione sull’arcaico mondo greco per realizzare un nuovo sogno olfattivo è dovuta alla consapevolezza di Fulvio Fronzoni che in nessun’altra civiltà sia stata riconosciuta tanta importanza allo studio della bellezza e dell’armonia estetica come accadde nella Grecia classica. La profonda influenza dell’arte in ogni espressione della vita quotidiana era dovuta all’aspirazione dei greci di raggiungere attraverso ogni forma di espressione artistica la perfezione e in questo modo avvicinarsi al divino. Altrettanto valeva per l’arte profumiera, via diretta di comunicazione con gli dei. Efeso, ai tempi di Eraclito, era una delle città culturalmente più importanti e il nome del suo Re, fu ritenuto a lungo sinonimo di ricchezza. A Efeso oltre alla cultura greca giungeva anche l’eco orientaleggiante di Babilonia, il cui sovrano Nabucodonosor II, aveva riportato a un fastoso splendore. Da Babilonia, capitale odorosa di frutti e fiori rari, transitavano le merci e le essenze più pregiate che provenivano dalle coste della penisola arabica ed erano destinate alle più importanti città greche. Le merci erano trasportate attraverso territori impraticabili da uomini costretti a confrontarsi ogni giorno soltanto con i propri limiti. Ed è in questo meraviglioso mare di stimoli che Fronzoni trova ispirazione per la linea Creso, un sogno olfattivo che unisce l’armonia estetica, la classicità greca, l’oriente antico e la sacralità delle essenze. Compongono la linea cinque fragranze i cui nomi s’ispirano a luoghi, elementi e personaggi distintivi di quel tempo. Logos - Nell'Artemísion di Efeso, Eraclito visse nella contemplazione e nell’isolamento alla ricerca della verità. E fu in quel luogo sacro che concepì il concetto di Logos (Λ γ ς che esprime il concetto di verità correlato alla legge generale del cosmo e all'armonia universale cui la natura e l’uomo obbediscono. Logos vuol anche dire, tra le varie cose, discorso: più parole legate tra loro che assumono significato e il termine Logos può essere anche inteso come "discorso interiore" giacché ogni persona esterna "un dialogo interno" che permette di esprimere una sua verità, esattamente come accade con la scelta del proprio profumo. Il profumo è quindi il Logos della personalità di ogni individuo. Panta rhei - Il pensiero di Eraclito è stato interpretato come il manifesto della "filosofia del divenire", nota è la citazione "Panta rhei" αντα ει , tutto scorre. “Negli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo, siamo e non siamo.” Eraclito in questo frammento afferma che non ci si può bagnare due volte nelle stesse acque di un fiume perché esse sempre cambiano e l’essere che s’immerge si trasforma a ogni istante. Un concetto che riferito al profumo può diventare: “Un profumo non può mai trasmettere le stesse emozioni, giacché la fragranza evolve sempre e anche chi lo odora, in ogni istante cambia.” Sapphō prende il nome dell’eccelsa poetessa, espressione suprema di armonia, bellezza e amore. Dopo oltre duemilacinquecento anni, alcuni suoi versi sono ancora attuali, capaci di esprimere una straordinaria magia olfattiva. “Ma io amo la delicatezza ed Éros ha ottenuto per me la bellezza e la luce del sole.” Quarto Vuoto è il deserto situato nella penisola arabica e riconosciuto come il più deserto inospitale del pianeta. Nell’antichità, le carovane lo attraversavano per trasportare le merci e le essenze più pregiate nelle città più evolute. Era usanza considerare che l’attraversamento del Quarto Vuoto consentisse a chi lo compieva, di trovarsi da solo di fronte ai propri limiti ed era soltanto riconoscendoli che l'individuo poteva valutare se stesso. Il profumo Quarto Vuoto identifica chi è capace di affrontare prove estreme. Babel in lingua accadica (Bab-El) significa "Porta di Dio". La capitale dell'impero babilonese al massimo del suo splendore, nel VI secolo a.C., nello stesso periodo storico in cui Creso instaurò il suo regno, era circondata da una doppia cinta di mura, interrotta con la porta di Ishtar. La porta era rivestita da mattonelle smaltate azzurre ed era ornata con oltre centoventi statue di leoni con le fauci spalancate. Sopra la porta si ergevano i Giardini Pensili, che risplendevano in una varietà infinita di colori, di forme e di profumi. Nell’arte il periodo neo babilonese sostituirà quello assiro e imporrà in uno stile orientaleggiante la ricerca dell'eleganza. Il sogno olfattivo di Babel è ispirato ai giardini pensili di Babilonia. Fulvio Fronzoni