ilDizionario
delPop-Rock
OLTRE 2 000 ARTISTI E 31 000 DISCHI
DAL VINILE ALL’MP3
di Enzo Gentile e Alberto Tonti
Prefazione di Carlo Verdone
Contiene DVD-Rom e versione
scaricabile per Windows e Mac
installabile su disco rigido
nario
Rock
OLTRE 2 000 ARTISTI
E 31 000 DISCHI
DAL VINILE
ALL’MP3
-Rom
di Enzo Gentile
e Alberto Tonti
Prefazione di
Carlo Verdone
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Come si legge una scheda
Per quei tanti che hanno già dimestichezza con libri di questo genere le prossime
note sono assolutamente superflue, per quei pochi che, invece, si ritrovano per la
prima volta fra le mani un’opera che in parte va interpretata, ecco alcune semplici delucidazioni.
Gli artisti o gruppi sono elencati in ordine alfabetico (ABBA, ABC, ABCD, AC/DC,
Adam & The Ants / Adam Ant, Adams Bryan, Adams Johnny, Adams Ryan ... ) in
genere per cognome se si tratta di artisti singoli. Per facilitare la consultazione, la
sequenza delle lettere è riportata lungo il bordo verticale della pagina.
Ogni scheda si apre col nome dell’artista, scritto in rosso su fondino grigio.
Segue una breve biografia che traccia i punti salienti della carriera. Subito sotto trovate, sempre in rosso, il titolo dell’album (LP o CD), con accanto la casa discografica e l’anno originale di pubblicazione. Se all’album hanno partecipato altri
“colleghi” il loro nome è indicato in nero prima del titolo.
Le stellette stanno a riassumere il giudizio attribuito al prodotto discografico:
 = scarso
 = insufficiente
 = buono
 = ottimo
 = imperdibile.
Il tutto, naturalmente, a giudizio di chi scrive: ciascuno di voi è invitato a scatenarsi per aggiungere o cancellare stellette secondo i propri gusti.
Un quadratino prima del titolo del disco (■) sta a significare che è una compilation, un best, un greatest hits o un box.
La scritta «live» dopo le stellette è abbastanza intiutiva, vuol dire che il disco è
stato registrato dal vivo.
Laddove il disco non sia singolo, compare la scritta 2 LP, 2 CD, così come può
succedere con i box, che spesso contengono 3, 4, 5... LP o CD.
Nel testo corrente della scheda, gli album citati compaiono in neretto, i titoli
delle canzoni, sia presenti nell’album che ripresi da altri dischi, sono in corsivo.
La discografia è aggiornata al 30 giugno 2012.
Buona consultazione!
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Prefazione
L’idea della Zanichelli di affidare un robusto Dizionario del Pop-Rock a due dei nostri più appassionati e colti critici musicali, Enzo Gentile e Alberto Tonti, ripercorrendo decenni e decenni di storia della musica leggera nelle sue varie forme ed
evoluzioni, è un segnale importante per diversi motivi. Primo fra tutti quello di
fermare una memoria storica che ci aiuta a comprendere l’evoluzione della società dal dopoguerra ad oggi. Sì, perché la Musica è la colonna sonora del tempo, degli umori degli anni, degli ideali di un periodo, della malinconia, degli entusiasmi
o della rabbia della società nel suo procedere. Voglio dire che si può perfettamente comprendere lo stato d’animo di un popolo attraverso la colonna sonora che lo
sta accompagnando in quel preciso momento storico. La Musica, dalla metà degli anni '50 in poi, attraverso straordinari artisti ha suggerito mode, ha capovolto comportamenti. È stata la bandiera, grazie a molti brani, di lotte politiche, di
battaglie civili, di poesie di protesta, di confessioni dolenti ma anche di esaltazione collettiva. Blues, Soul, Pop, Rock, Techno e tanti altri stili, fino ad arrivare alle più interessanti ricerche sonore che partono da Brian Eno fino a Sylvian, Fripp
e Scott Walker, sono le spericolate mutazioni di un’arte in perenne trasformazione che ascolta le pulsazioni della vita che corre. Per questo credo che un dizionario
serio del Pop-Rock sia stato non solo un atto culturale indispensabile, ma un risarcimento, grazie alla cultura dei due autori e dei loro sensibili collaboratori, per
tanti artisti a torto considerati minori e qui finalmente rivalutati e segnalati per il
loro talento non riconosciuto tempestivamente. Tanti di questi artisti non ci sono
più. Spesso morti drammatiche o in giovane età ci hanno privato di grandi compositori, cantanti, musicisti, lasciando incompiuta la loro parabola naturale. Ma la
musica rock ha, per sua natura, una oscura bipolarità: la creatività e l’autodistruzione. Hendrix che incendia la chitarra a Monterey e Townshend che la spacca contro l’amplificatore sulle note dell’ultimo brano sono la fotografia di cosa furono gli
anni più prolifici e creativi di una generazione (quella tra la fine degli anni '60 e l’inizio dei '70) che nell’eccesso trovava il suo furore artistico. Un furore che logorava fino all’annientamento.
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La serietà appassionata di Tonti e Gentile, che prendono in considerazione più
di 2000 artisti e ben 31 000 dischi, non vuole giustamente fermarsi a tutto ciò che
è figlio dell’America o dell’Inghilterra fino ad oggi. Ma affronta analiticamente anche ciò che è avvenuto nel nostro Paese attraverso gruppi o solisti che hanno fatto
la storia della musica italiana. Circa 350 nomi italiani appaiono raccontati e collocati in questo solido dizionario: dal Quartetto Cetra a Pietrangeli a Dente fino ai
più conosciuti a livello nazionale ed internazionale. Nomi noti o meno noti il cui
talento era indiscutibile o, per alcuni, da sottolineare, recuperare e riscoprire in
queste pagine.
Da lettore e appassionato di musica non mi resta che ringraziare Enzo e Alberto
per questo meraviglioso caleidoscopio di titoli, volti ed informazioni preziose che
faranno incuriosire i tanti amanti dell’arte più popolare e allo stesso tempo più sofisticata: la Musica.
Carlo Verdone
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Vita, sorte e miracoli
di una musica infinita
A tredici anni dall’inizio della precedente avventura, verrebbe voglia, per vezzo e
abitudine, di dire che nel frattempo tutto è cambiato. Mica vero. La musica, per
chi se ne ciba quotidianamente, rimane divisa in poche sostanziali categorie: bella e buona, o cattiva e bruttina, tanto per cominciare. Certo, poi si può disquisire e
macinare giudizi di merito più approfonditi – e questa è la mission della nuova edizione –, ma l’esperienza di ascolti indefessi, fin dall’adolescenza, ci ha insegnato
che non saranno le differenze di supporti e veicoli a mutare l’anima degli artisti.
Che fosse in vinile o su una cassetta, in un CD o un Mp3, che la si trovi in Sound
Cloud o nella cuffia attaccata al proprio tablet, quella malattia chiamata musica
può contagiare o urtare, stregare o annoiare, indipendentemente dalla data che
porta e dai mezzi usati per diffonderla nel periodo che ci interessa, diciamo dall’inizio degli anni Cinquanta.
Non ci premeva riproporre e tentare di migliorare, perfezionare una delle tante opere enciclopediche riguardanti il Pop e il Rock: proprio perché siamo prima di
tutto utenti e consumatori, abbiamo optato per un’opera che, piuttosto delle giuste ma risapute e diffuse annotazioni biografiche di questo o di quello, sapesse
affrontare la materia in maniera critica, analizzando la carriera e dunque la produzione artistica di cantanti e gruppi disseminati in sessant’anni di storia della musica.
Un libro del genere mancava sul mercato e anche i titoli stranieri affini hanno
una struttura non del tutto soddisfacente: dunque, non potendolo acquistare, per
leggere, consultare, confrontarci e dissentire con i giudizi altrui, “sconsideratamente” abbiamo pensato di scriverlo.
Per selezionare, e poi analizzare, giudicare, raccontare gli oltre 30mila titoli di
questo dizionario, abbiamo voluto risalire alla storia degli artisti che ne sono responsabili, arrampicarci nelle rispettive discografie, addentrarci in carriere stupefacenti, impermeabili al tempo e alle crisi. Man mano che si procedeva in quel
labirinto, abbiamo (ri)scoperto il desiderio di ascoltare, ripassare, immergerci nel
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magma, fino al piacevole stordimento di una giusta ebbrezza, di tanto in tanto ai
confini di una solenne ubriacatura. Nel mix di ingredienti che abbiamo voluto tenere presente muovendoci in questo laboratorio senza confini, né pause, che è
la produzione discografica di ambito Pop-Rock (nel senso più ampio e impreciso
possibile), abbiamo provato a tenere conto di vicende professionali complesse, articolate e andate via via complicandosi nel “contagio” con la rete, con le autoproduzioni, la vendita via Internet, le suggestioni di un business magari in affanno, ma
sempre creativo ed elastico nel cercare strade alternative. Come in quei giochi dove i tasselli di un puzzle, o i mattoncini colorati, si incastrano uno ad uno, abbiamo
tentato di erigere questa formidabile torre di Babele, tramite una immersione totale, tanto impegnativa quanto rigenerante, vista la passione che la muoveva. Nel
trattamento di tanti personaggi così diversi, impossibile era imporre una omogeneità, per cui abbiamo pensato fosse giusto lasciare una sana autonomia di giudizio ai nostri collaboratori, anche a dispetto di una logica ferrea e dei nostri gusti
personali, che nel novero delle cose musicali farebbero fatica a sussistere e a giustificarsi. Per cercare di dare alle schede una plausibile uniformità abbiamo chiesto
ai collaboratori – professionisti del settore unanimemente stimati e contattati in
virtù delle loro specializzazioni, tenendo conto anche di una certa diversificazione
anagrafica – di giudicare con un voto da una a cinque stellette i titoli della discografia integrale degli oltre 2mila artisti individuati.
La parola d’ordine cui ci siamo attenuti è quella di un’onestà contestualizzata, ovvero la possibilità di individuare una linea di demarcazione tra qualità alta e bassa,
tra opere raccomandabili, accettabili o sconsigliabili, in cui potesse sopravvivere
il libero arbitrio del gradimento o del pollice verso: ovviamente fuor di antipatie
o pregiudizi. Appunto con l’onestà critica dei tifosi della musica, disposti nel tempo anche a cambiare idea.
Circa la scelta delle voci, abbiamo esondato oltre le 2mila che ci eravamo prefisse: rispetto al lavoro del 1999 alcuni nomi sono stati smaltiti, visto che il loro
ruolo si è nel tempo ridotto a livelli insignificanti, mentre all’aggiornamento degli
album usciti da allora si è pure aggiunto un gran numero di “new entry”. Con una
folta rappresentanza di artisti italiani – circa il 15% sul totale – non ce la siamo però sentita di gonfiare, o ingolfare, gli elenchi con i vari frutti spuntati nel boschetto
dei talent show: X Factor, Amici e affini sono rimasti esclusi. Ce la caveremo ugualmente: sull’effimero, magari, scommetteremo un’altra volta.
Per quei personaggi la cui carriera è soprattutto concentrata negli anni '50-'60,
considerando i cambiamenti del mercato e l'irreperibilità di molti dischi pubblicati all’epoca, abbiamo fatto spesso ricorso ai box o a quelle antologie capaci di riassumerne adeguatamente la traiettoria creativa e produttiva.
Più spinoso e delicato, invece, il discorso sul fronte delle musiche di origini non anglofone: quel Pop-Rock che vive senza problemi di latitudini. Per questa prima tornata sotto l’aura di Zanichelli, abbiamo creduto di ridurre al massimo le discografie
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centro-sudamericane e franco-spagnole, limitando di fatto gli orizzonti della cosiddetta World-music. In accordo con l’Editore e la redazione ci siamo ripromessi
in futuro di sviluppare massicciamente quel settore, per implementare il concetto
stesso di musica di fruizione, oltre il nudo e crudo lemmario. Quel che mancherà,
insomma, rispetto alle vostre attese, non sarà dovuto a dimenticanza o noncuranza, ma a ragioni di spazio e di opportunità.
Sostenne una volta Leonard Cohen: «Vorrei dire tutto ciò che c'è da dire in una
sola parola. Odio quanto possa succedere tra l’inizio e la fine di una frase». Beh,
sono i vantaggi e il pregio dei poeti: noi abbiamo impiegato oltre 1700 pagine per
se(le)zionare affettuosamente la musica che ci ha accompagnato fino a oggi. Con
il mare davanti a noi, ma anche dietro, sopra, sotto, abbiamo cominciato a riempire un bicchiere. Con un canto d’amore che riprenderemo e proseguiremo anche in
futuro: perché al meglio non c’è mai fine.
Enzo Gentile – Alberto Tonti
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gG
Gaber Giorgio
Fondamentale figura della canzone (e della cultura)
italiana, Giorgio Gaberscik (1939-2003) comincia
a scrivere canzoni sul finire degli anni 50, la prima
in coppia con Luigi Tenco, Ciao ti dirò, lanciata da
Celentano. Per un certo periodo fa parte del gruppo che accompagna quest'ultimo insieme con Enzo
Jannacci. Prima della svolta sancita da Il signor G,
l'artista milanese intraprende la carriera di cantante melodico romantico (Non arrossire, Le strade di
notte, Le nostre serate), ma già allora affiora una contagiosa ironia (Il Riccardo, Torpedo blu, Trani a gogò,
La ballata del Cerutti, Barbera e Champagne). Sono le
canzoni incluse nei capitoli discografici di inizi carriera e nella raccolta Ma per fortuna che c'è…. La
popolarità aumenta con la conduzione di spettacoli televisivi del sabato sera e con la partecipazione a
quattro edizioni del Festival di Sanremo con Benzina e cerini, 1961; Così felice, 1964; Mai mai mai Valentina, 1966 e E allora dai, 1967. Da segnalare, tra il '66
e il '67 altre divertenti canzoni considerate ‘minori’,
La risposta al ragazzo della via Gluck e Snoopy contro il
Barone Rosso, mentre nel 1991 è al cinema, attore in
“Rossini Rossini” di Mario Monicelli. Una fortunata
manifestazione centrata sulle sue composizioni, voluta dalla figlia Dalia e dalla moglie Ombretta Colli, si tiene annualmente, a luglio, a Viareggio, con la
partecipazione dei maggiori artisti italiani. Moltissimi i libri, i convegni e anche gli spettacoli di rivisitazione teatrale della sua opera a lui dedicati.
Giorgo Gaber, Enzo Jannacci • Ricordi,
1959
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Giorgio Gaber • Ricordi, 1960
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Le canzoni di Giorgio Gaber • Ricordi,
1961
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Tutti i successi di Giorgio Gaber
Vol. 1 • Ricordi, 1962
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■ Tutti i successi di Giorgio Gaber
Vol. 2 • Ricordi, 1963
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Mina & Gaber • Ri-Fi, 1965
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L'asse di equilibrio • Ri-Fi, 1968
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Sai com'è • Vedette, 1968
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Il signor G • Carosello, 1969 • 2 LP
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È il primo passo verso la forma del teatro-canzone.
Musica dalla struttura orchestrale e sviluppo a tema, una canzone segue l'altra. Iniziano le osservazioni argute di vizi e mali della società filtrate dalle esigenze e dalle emozioni di un uomo qualunque
(Dalla parte di chi e Com'è bella la città).
Sexus et politica • Dischi dello Zodiaco,
1970
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Sono canzoni di Virginio Savona scritte su testi di
autori latini di 2000 anni prima: un esperimento
originale e carico di umori satirici.
I borghesi • Carosello, 1971
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Invettive contro le istituzioni, il potere (I borghesi) e la chiesa (La chiesa si rinnova), riflessioni sulla
crisi di coppia (Ora che non sono più innamorato) e la
malattia (L'amico): Gaber comincia a cantarle a tutti, senza fare sconti a nessuno. Il solco è tracciato.
Dialogo tra un impegnato e un non so
• Carosello, 1972 • 2 CD live
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Monologhi e ballate sull'uomo, i rapporti con gli altri, la rivoluzione con la mente (Un'idea e La libertà). Testi molto impegnati, sul politico (Nixon e Gli
operai), ma anche sulla coppia, in amore (È sabato) o in crisi (Il signor G e l'amore). E soprattutto
l'ironia, dando importanza ai gesti quotidiani (Lo
shampoo). Il privato è politico: una verità, non solo uno slogan.
Far finta di essere sani • Carosello,
1973 • 2 LP, 1 CD live
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Inizia la collaborazione con Sandro Luporini ai testi, a formare un binomio che andrà avanti per tutti
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gli anni a venire, con enorme beneficio per la canzone e il teatro italiani. La forma musicale, pur senza
particolari innovazioni, appare più scorrevole che
nei precedenti spettacoli. Un sitar spunta in Un'emozione. Ridotti i monologhi, spazio alle ballate che
vanno via in scioltezza, metaforiche e ironiche (Far
finta di essere sani, La nave e Quello che perde i pezzi),
un'alternativa poco convincente alla crisi della famiglia (La comune), l'egoismo nel rapporto di coppia
(Il narciso), il politico/pubblico e il privato/intimo
(Chiedo scusa se parlo di Maria e E tu mi vieni a dire).
Anche per oggi non si vola • Carosello,
1974 • 2 CD
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Prosegue il corso degli spettacoli, alcune canzoni
sono riprese da quelli precedenti. La politica serpeggia in molti brani. Si tirano in ballo nomi e partiti (Le mani e I gag-men). Monologhi e canzoni in
alternanza, tensioni e libero sfogo: La leggerezza,
da cui si ricava il titolo dell'album. Storie divertenti (L'odore e Dove l'ho messa), le metafore (Il granoturco e La realtà è un uccello), un professore in crisi
(Angeleri Giuseppe) e il bisogno di uscire dal guscio
familiare (C'è solo la strada). Il signor G(aberscik)
scava nelle nostre coscienze.
Libertà obbligatoria • Carosello, 1976 •
2 CD live
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Visione critica, anche verso certa ideologia di sinistra (La coscienza, L'inserimento e La cacca dei contadini), il bisogno di un percorso da seguire (Il sogno
di Marx) e di un'identità (Flash e Le carte), il centro
politico allargato (I partiti), una parvenza di libertà
che presto svanisce (L'America e Si può). Gaber non
le manda a dire, e fa regolarmente il pieno nei teatri. Diserta invece la televisione, che fu la sua casa negli anni 60.
Polli d'allevamento • Carosello, 1978 •
2 CD live
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Anni di tensione politica e sociale si riflettono nel
gioco tra cacciatore e preda (La paura e La pistola),
tra uomo e donna (Prima dell'amore). Argomenti
trattati con studiata ironia. Si mettono in guardia
le nuove generazioni che animano i raduni Pop dalle facili ideologie (L'ingenuo e Quando è moda è moda). Non manca il pungente sarcasmo sulla politica
(Il palazzo e Salviamo 'sto paese, con accompagnamento danzante). Di rilievo l'orchestrazione affidata a Battiato e Pio, ricca di violini in movimento
a guidare il canto (L'uomo non è fatto per stare solo),
gli stacchi di fiati (Guardatemi bene), il tamburello
(Timide variazioni).
Pressione bassa • Carosello, 1980
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Giù di tono, dopo la bufera politica e sociale che
ha attraversato l'Italia. L'ansia che divora (Pressione bassa), le botte prese (Il contrattempo), l'improvvisa felicità (L'illogica allegria), il disorientamento
finale (Il dilemma, un capolavoro).
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Io se fossi Dio • F1 Team, 1980
Un unico lungo brano escluso inizialmente dalle pubblicazioni ufficiali per via di un testo feroce,
che punta l'indice contro tutti. Il teatrino politico
è messo a nudo. Nessuna giustificazione è consentita. Una pesantissima accusa alla Democrazia Cristiana che ha governato l'Italia per decenni. Un'invettiva che nella canzone italiana non ha paragoni. Gaber blasfemo, profetico o poeta di incudine
e martello?
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Anni affollati • Carosello, 1981
A differenza di quanto succedeva negli anni passati, un altro disco di studio, e non il resoconto di
uno spettacolo. Con brani che comunque saranno
destinati a rimanere, L'attesa, Gildo.
Il teatro di Giorgio Gaber •
Carosello, 1982 • 2 CD live
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È la raccolta delle canzoni e dei monologhi dello spettacolo Anni affollati, con Io se fossi Dio, la
storia tragicomica di Luciano, e quella in una corsia
d'ospedale (Gildo).
Ja-Ga Brothers • CGD, 1983 • Mini LP
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Con Enzo Jannacci aveva formato in gioventù i
Corsari e incide canzoni dal taglio Rock che fanno
parte dell'esordio discografico a due voci, alcune riprese qui, 25 anni dopo: Una fetta di limone, 24 ore,
Tintarella di luna e Birra.
Gaber • Carosello, 1984
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Io se fossi Gaber • Carosello, 1985 •
2 CD live
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Contiene le canzoni di Gaber più monologhi. Il
rapportarsi con il mondo circostante (Massa ed energia e Gli altri), l'identificazione con le persone
famose (L'abitudine). Ironizzare sull'obbligo di seguire le mode (La vestizione), sulla cultura obbligatoria (Cosa non mi sono perso) e sul politico (Il sociale e Wittgenstein).
Piccoli spostamenti del cuore •
Carosello, 1987
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Parlami d'amore Mariù • Carosello,
1987 • 2 CD live
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Un'indagine nelle pieghe dei sentimenti (Piccoli spostamenti del cuore), il dramma della morte, il
sentirsi soli e avvertire la vera emozione, non quella finta guardando ‘Psycho’ in TV (Addirittura padre).
Il grigio • Carosello, 1989 • 2 CD live
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Puro teatro, senza canzoni. Un uomo, solo, scatena un duello contro un topolino (Il grigio), quale
pretesto per un viaggio introspettivo. Affiorano
fantasmi personali, tra impotenza, angoscia e improbabili vie di fuga, fino alla conclusiva e toccante
sensazione di appartenenza all'umanità.
Il teatro canzone • Carosello, 1992 •
2 CD live
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Il resoconto di un nuovo spettacolo allestito con
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590 Gabriel
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materiale già conosciuto. Volendo, una selezione del miglior Gaber, con l'inedito, straordinario,
Qualcuno era comunista, monologo sferzante e fortemente drammatico.
Io come persona • Carosello, 1994 • live 
All'attacco dei vari partiti (Qualcuno era…), rivendicando la propria individualità (Io come persona),
l'incalzante ballata (Destra-Sinistra) e dove tutto fa
spettacolo, in TV (C'è un'aria e La strana famiglia).
E pensare che c'era il pensiero •
Carosello, 1995 • 2 CD live
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Riflette i tempi confusi della politica, della destra e
sinistra, di un referendum su una sedia da spostare. Non ci sono storie da ridere, ma continui interrogativi (Se io sapessi) e un persistente senso di malessere (Un uomo e una donna). Esce in due versioni
differenti, rispondenti allo spettacolo di Torino nel
1994 e di Parma nel 1995.
Gaber 96-97 • Giom, 1997 • 2 CD live
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È la registrazione di uno spettacolo, da La sedia da
spostare a Destra sinistra.
Un'idiozia conquistata a fatica •
Giom, 1998 • 2 CD live
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Torna l'analisi lucida e precisa dei vizi e comportamenti umani, mirante a scuotere il torpore quotidiano (I barbari). L'idea come merce (L'ingenuo),
la politica in Italia (La democrazia), la popolarità ai
cretini (Il successo), la sicurezza che si sgretola davanti ai rapporti quotidiani (Il filosofo overground).
Gaber 1999-2000 • Giom, 2000 •
2 CD live
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Registrato al Teatro Morlacchi di Perugia nell'ottobre 1999. Si parte con L'ingenuo e si chiude con Se ci
fosse un uomo. Ormai da tempo, l'artista ha scelto la
stampa e la distribuzione dei suoi lavori in proprio,
attraverso i suoi sempre affollati spettacoli dove,
sempre di più, manifesta il rammarico che le cose
non sono andate come dovevano.
La mia generazione ha perso • CGD,
2001
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Anche stavolta l'artista mette in risalto i lati negativi per scuotere gli animi e creare le condizioni di
un riscatto. In fondo, nel proseguire la sua azione,
spettacolo dopo spettacolo, Gaber potrebbe essere
riletto come un inguaribile ottimista. La sua arma
erano le parole e con queste ha messo in evidenza i difetti e le cattive inclinazioni dell'individuo.
Eccolo qui, sferzante, proporre canzoni conosciute mischiate ad altre inedite: Si può, Destra sinistra,
Qualcuno era comunista, Verso il terzo millennio e La
razza in estinzione. Come sempre Luporini collabora ai testi e Beppe Quirici co-produce l'album in sala con lo stesso Gaber.
Io non mi sento italiano • CGD,
2003
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Ancora, e purtroppo per l'ultima volta, con San-
dro Luporini e Beppe Quirici (1954-2009). Un testamento toccante, pubblicato appena dopo la sua
scomparsa. Un brivido e una stilettata, in Non insegnate ai bambini, canzone tra le sue più grandi che
ogni genitore deve far conoscere ai propri figli. Con
tanto coraggio l'artista estrae la sua arma più irriverente e spara l'ultimo colpo: Io non mi sento italiano, un'invettiva-denuncia carica di profonda amarezza. Allarmanti pure C'è un'aria, I mostri che
abbiamo dentro e Il tutto è falso, ma Gaber riesce ancora a strappare un sorriso con la beffarda e audace Il corrotto.
Prima del Signor G • BMG, 2005 •
Box 3 CD
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Dalle primissime Ciao ti dirò e Non arrossire a Torpedo blu e Barbera e champagne.
Con tutta la rabbia, con tutto
l'amore. Collezione 1970-2000 •
Carosello, 2006 • Box 3 CD
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I brani del Teatro Canzone: un riassunto dai suoi
memorabili spettacoli che serve da stimolo per ascoltarli per intero.
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Gabriel Peter
Cresciuto nella provincia inglese, nel Surrey, con la
passione per la musica – la batteria in particolare
– Peter Gabriel (1950) fonda i Genesis nel 1967 e
dopo un lungo rodaggio si impone internazionalmente con la band (il primo mercato favorevole è
proprio l'Italia). Ma quei panni gli stanno stretti e
pochi anni dopo inaugura la stagione solista, cogliendo i migliori frutti di una carriera apprezzatissima anche per le soluzioni tecnologiche e multimediali del suo linguaggio. Tra le molteplici iniziative mandate in porto come autentico battitore
libero e fuoriclasse dell'industria musicale anche la
prestigiosa etichetta discografica, Real World, e un
festival aperto al suono e agli artisti di ogni latitudine, il Womad.
Peter Gabriel • Charisma, 1977
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Stanco dei Genesis e della vita (artistica e non), di
gruppo, Peter Gabriel stacca per una propria rifondazione. L'eredità musicale della band è chiara: due
i brani da annotare, Before The Flood, Solsbury Hill.
Peter Gabriel • Charisma, 1978
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Con la produzione e i suoni di Robert Fripp, Gabriel affina il suo progetto solistico: manca ancora l'omogeneità nelle composizioni, dove spiccano
per tensione e design le prime tracce, On The Air,
D.I.Y. e Mother Of Violence.
Peter Gabriel • Charisma, 1980
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Peter dischiude le sue ali e prende il volo con un lavoro maturo, commosso, molto ispirato, cui concorrono diversi elementi favorevoli: Steve Lillywhite è uno dei produttori di punta, tra i musicisti ingaggiati ci sono sensibilissimi protagonisti della
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scena britannica (ancora Fripp, Phil Collins, Kate
Bush, Paul Weller e uno stuolo di session men). Al
resto provvedono la voce e le canzoni di Peter che
oltre a Games Without Frontiers e I Don't Remember
porta in dote alla cultura Rock internazionale Biko,
straordinaria ballata dedicata all'attivista sudafricano assassinato. Un inno, un grido di dolore e di
protesta, che il mondo non dimenticherà.
Peter Gabriel • Charisma, 1982
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Disco meno accessibile, più complesso e prospettico del precedente: Peter assapora il successo con
una canzone fresca e spettacolare, Shock The Monkey, ma vanno preferite altre tracce, i suoni avanzati, che inaugurano i linguaggi della musica etnica
e di un Rock d'avanguardia spalancato sul mondo,
I Have The Touch, Rhythm Of The Heat, San Jacinto,
Lay Your Hands On Me.
Peter Gabriel Plays Live • Charisma,
1983 • 2 LP
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I concerti di Peter sono molto coinvolgenti, capaci di alternare divertimento e drammatizzazione
Rock, con bruschi passaggi climatici: in sedici pezzi si esemplifica il concetto di un artista in continua crescita ed evoluzione.
Birdy • Charisma, 1985 • Colonna sonora 
Una scrittura musicale come quella di Gabriel, i
suoi stessi percorsi artistici inducono all'incontro con il cinema. Il film di Alan Parker è denuncia sociale del dopo-Vietnam: colonna sonora ruvida, musica densa, senza la ricerca di facili consensi.
So • Charisma, 1986
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In bilico tra sperimentazione e comunicativa, tra
testi di impegno sociale e ballate d'amore, l'album
allestito da Gabriel è un superbo congegno per
non scontentare nessuno. Tattica messa a punto con l'intelligenza e l'acume del fuoriclasse: Peter strizza l'occhio alle classifiche con l'irresistibile
Funky di Sledgehammer, avvolge nelle sue spirali di
sciamano in Mercy Street, picchia duro nel Rock di
Big Time, sino a rubare l'anima in un paio di ballate come Don't Give Up (duetto con Kate Bush) e In
Your Eyes. Senza difetti, con un cast celestiale: Jim
Kerr, Stewart Copeland, Youssou 'N Dour, il violinista indiano Shankar. Produzione con lode di Daniel Lanois.
Passion • Real World, 1989 •
Colonna sonora
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Fondata la sua etichetta per esplorare musiche e
musicisti del pianeta, Gabriel realizza un nobile affresco sonoro per il film di Martin Scorsese, ‘L'ultima tentazione di Cristo’, pubblicato un anno dopo con il titolo Passion. Voci, echi e profumi senza
tempo, sospesi tra la terra e il cielo, a spazzare via
pregiudizi e frontiere culturali.
Shakin' The Tree • Virgin, 1990
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Us • Real World, 1993
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Da riconosciuto perfezionista, Gabriel trascorre
lunghi mesi in studio a rifinire, ritoccare, levigare la struttura dei suoi album: i risultati sono tutti
nell'ora e nei dieci quadri di Us, che contiene almeno due delle migliori canzoni della carriera, Come
Talk To Me e Blood Of Eden, entrambe con Sinead
O'Connor. Altri ospiti Brian Eno, Peter Hammill,
John Paul Jones.
Secret World Live • Real World, 1994 •
2 CD live
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Il tour che porta in giro per il mondo Gabriel è uno
dei più sofisticati, eleganti e ammalianti mai realizzati: si incrociano ingredienti visuali e sonori di
prim'ordine, con un ricchissimo contributo tecnologico. Le 15 tracce del disco certificano la solare
musicalità dell'artista: registrato a Modena, novembre 1993. Band superlativa con musicisti in arrivo da ogni capo del pianeta.
US Remix • Real World, 1994
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Ovo • Virgin, 2000 • Colonna sonora
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Bisogna ancora attendere il seguito di Us, ma intanto ecco un accompagnamento sonoro ideato
per una serie di spettacoli di teatro-danza allestiti all'interno del Millennium Dome a Londra. Un
concept che abbraccia dalla storia di una famiglia
all'evoluzione dell'umanità, secondo i principi cari
a Peter, ben fedele al suo intrigante mix etno-elettronico. Tra gli ospiti Neneh Cherry, Elizabeth Fraser, Jocelyn Pook e Paul Buchanan dei Blue Nile.
Long Walk Home: Music From The
Rabbit-Proof Fence • EMI, 2002 •
Colonna sonora
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Il regalo di Peter per una piccola produzione indipendente del regista australiano Phillip Noyce: il
film verrà segnalato grazie soprattutto all'album di
Gabriel, scuro e desolato. Nelle 15 tracce frammenti dal mondo con Nusrat Fateh Ali Khan, L. Shankar, Doudou N'Daiye Rose, Dhol Foundation, Blind
Boys of Alabama… Il titolo italiano del film è ‘La
generazione rubata’.
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Up • Charisma, 2002
Non tragga in inganno il singolo, The Barry Williams Show, biglietto da visita che farebbe pensare
a questo Up come a una specie di rilancio di So per
il nuovo millennio. Gabriel non si perde tra le facili
lusinghe del facile ascolto per concepire un album
elegante, ambizioso, pensato e revisionato a lungo:
cerebrale, levigato in una confezione che non ammette riserve.
Hit • Virgin, 2003 • 2 CD
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The Warmup Tour Summer 07 • Real
World, 2007 • 2 CD live
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Le registrazioni di ogni concerto del tour disponibili per fanatici insaziabili. Ci sono anche le tappe
italiane di Brescia, Arezzo, Roma, Venezia.
Scratch My Back • Real World, 2010
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592 Gaetano
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I soliti tempi biblici per arrivare alla meta: peraltro
Gabriel sceglie composizioni altrui, dalla sua penna ancora non esce nulla di nuovo. Trattasi di cover artistiche, fuori da ogni convenzione, per arrangiamenti meticolosi e talvolta fuorvianti, con
orchestra di fiati e archi, ma senza chitarre, né percussioni. Un esercizio di stile, applicandosi a brani
di Bowie (Heroes), Paul Simon (The Boy In The Bubble), Neil Young (Philadelphia), Lou Reed (The Power Of The Heart) e poi di Arcade Fire, Elbow, Bon
Iver, Radiohead…
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New Blood • Real World, 2011
La seconda puntata di Scratch My Back, praticamente. Stavolta, però, la rivisitazione riguarda le
proprie canzoni: sono 14, non necessariamente le
massime hit, ma anche titoli più defilati. Per andare sul sicuro si raccomandano le pietre miliari
In Your Eyes, Mercy Street, Don't Give Up e Solsbury Hill.
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Gaetano Rino
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Un talento che sarà celebrato negli anni a seguire:
capace di lasciare dopo una breve carriera un'impronta indelebile. Rino Gaetano (1950-1981) viene ricordato con un album prodotto da Arezzo Wave: E cantava le canzoni (EMI, 1993) con Aeroplanitaliani, Andrea Chimenti, Kunsertu, Ritmo Tribale e altri. Nel tributo a lui riservato, Dalla parte
di Rino (Sony, 2011), figurano tra gli altri Roy Paci, Tricarico e Pierdavide Carone. Spesso ricordato dalle sue canzoni “coverizzate” da altri, o impiegate in film e pubblicità, Rino Gaetano è stato oggetto di una miniserie televisiva (assai criticata e
con alti ascolti), ‘Ma il cielo è sempre più blu’, dove il suo personaggio era interpretato da Claudio
Santamaria.
Ingresso libero • RCA/BMG Ariola, 1974 
Mio fratello è figlio unico • RCA/BMG
Ariola, 1976
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Aida • RCA/BMG Ariola, 1977
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Nuntereggae più • RCA/BMG Ariola,
1978
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Resta vile maschio, dove vai • RCA/
BMG Ariola, 1979
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E io ci sto • RCA/BMG Ariola, 1980
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Riccardo Cocciante, Rino Gaetano, New
Perigeo:
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Q-Concert • RCA, 1981 • EP live
Gianna e le altre… • BMG Ariola/
Linea Tre, 1990
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Aida '93 • RCA/BMG Ariola, 1993
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Superbest • RCA/BMG Ricordi, 1996
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Collection • RCA/BMG Ariola, 1996 •
Box 6 CD
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I singoli • RCA/BMG Ariola, 1996 •
Box 11 CD singoli
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La storia • RCA/BMG, 1998 • 2 CD
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È questa la raccolta migliore che riassume la vicenda artistica dello sfortunato cantautore crotonese (ma romano di adozione) Rino Gaetano, rimasto ucciso in un incidente stradale proprio quando si apprestava a raccogliere i meritati riscontri
di una carriera fino a quel momento piuttosto avara di soddisfazioni (solo Gianna, nel '78, arrivò
al primo posto della hit parade). La sua scrittura
ironica (Berta filava, Nuntereggae più), disincantata (Mio fratello è figlio unico), sognante (Il cielo è
sempre più blu), graffiante (Spendi spandi effendi) e
spesso surreale (Gianna, terza al Festival di Sanremo '78) mette alla berlina vizi e ipocrisie con alcune brillanti intuizioni. Le canzoni di Rino contengono i germi di una genialità precorritrice di tempi e mode. Dopo esser stato a lungo dimenticato
sarà riscoperto negli anni 90 quando diviene oggetto di tributi (E Cantava Le Canzoni) e varie iniziative (nel '93 la sua, solenne e amara, Aida è
stata reinterpretata da alcune nuove leve del PopRock italiano, tra cui Angela Baraldi, Samuele Bersani, Bungaro).
Figlio unico • RCA/Rai Trade, 2007 •
2 CD + DVD
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Con alcuni inediti: Il leone e la gallina e Ad esempio
a me piace il sud (in coppia con Anna Oxa), oltre a
Sandro trasportando.
Live & Rarities • Sony BMG, 2009
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Qualche inedito (un duetto con Anna Oxa), demo,
versioni alternative e un intero CD dal vivo, in Salento, luglio 1977.
…e cantavo le canzoni • Sony, 2010 •
2 CD
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Ancora una raccolta: per incuriosire l'inedito Ciao
Charlie e, nel libretto, interventi di amici, colleghi,
opinionisti, da Fiorello a Jovanotti, da Walter Veltroni a Maurizio Costanzo a Renzo Arbore.
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Gainsbourg Charlotte
Nata a Londra, ma francese per carriera e storia
personale, Charlotte Gainsbourg (1971) è un'artista che molto ha ripreso dai suoi celebri genitori, il
geniale poeta-scrittore-musicista Serge Gainsbourg e l'attrice-cantante Jane Birkin. Nel corso della sua premiata carriera ha privilegiato il cinema,
con oltre una trentina di film (tra i registi che più
l'hanno impiegata e valorizzata il discusso Lars
Von Trier di ‘Antichrist’ e ‘Melancholia’): negli ultimi anni sceglie di dedicarsi alla musica con maggiore qualità e impegno.
Charlotte For Ever • Mercury, 1986
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Un debutto fragile e discontinuo, anche se non privo di segnali da incoraggiare. Gran parte dei brani
sono firmati da papà Serge, che duetta con Charlotte in un paio di casi. In alcuni mercati il disco
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Maal Baaba
Pur non appartenendo alla nobile casta dei griot (sorta di cantastorie che tramanda la tradizione orale), fin da bambino il senegalese Baaba Maal
(1953) manifesta un talento innato per la musica,
che lo porta prima a Dakar e poi a Parigi a studiare
a vari livelli. Vocalist, chitarrista e percussionista,
Maal è probabilmente l'artista Pop africano più conosciuto dopo Youssou N'Dour.
Baaba Maal & Mansour Seck:
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Djam Leelii • Mango/Island, 1989
Risultato di registrazioni effettuate a Parigi intorno alla metà degli anni 80 con l'amico-chitarrista
Mansour Seck (incisioni che originariamente diedero luogo a tre album di pubblicazione francese:
Wango, Taara e Nouvelle Generation). Baaba Maal mette a frutto gli studi condotti sulle musiche
tradizionali delle aree desertiche di Senegal, Mali e
Mauritania impiegando una strumentazione proveniente dalla tradizione (percussioni, balafon e
kora). Una musica ipnotica ed essenziale che gli fa
guadagnare un folto seguito nella comunità degli
immigrati africani in Francia e le lodi della critica
specializzata (ripubblicato dalla Yoff/Palm Pictures nel '98 col sottotitolo: ‘The Adventurers’).
Baayo • Mango/Island, 1991
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La londinese Mango garantisce a Baaba Maal una
maggiore esposizione sul mercato internazionale
(e Peter Gabriel lo convoca per le session di Passion). Ancora accompagnato da Mansour Seck e da
un ensemble acustico, Maal esibisce un cantato basato su intricati passaggi vocali e intessuto su semplici e ciclici mantra chitarristici: Baayo è una ballata dolente sulla perdita e la separazione, mentre episodi come Dogata, Yero Mama e Mariama celebrano la forza e la gloria di celebri guerrieri o raccontano della bellezza delle donne.
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Lam Toro • Mango/Island, 1992
È il disco dell'apertura alla contaminazione: compaiono batteria e basso elettrico e affiorano tentazioni Pop e tempi Reggae intessuti con il caratteristico suono tradizionale della kora. Un crossover che talora fa storcere il naso ai puristi (Hamady Boiro), ma che costituisce un coraggioso esempio di rappresentazione del sound africano proiettato nel futuro.
Firin' In Fouta • Mango/Island, 1994
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Un disco in cui Maal si spinge oltre, nel mescolare
le radici senegalesi con un Funk tecnologico e futuristico. Ne risulta un suono tagliente, ibrido e urbano (Nilou, African Woman) su cui si elevano i vocalizzi del cantante: da molti reputato un perfetto
esempio di Urban African Soul Music e che consolida la figura di Baaba Maal come uno dei più credibili cantori dell'Africa anni 90.
Nomad Soul • Palm Pictures/Rykodisc,
1998
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Frutto di registrazioni condotte a Dakar, Kingston,
Londra e New York, è un album che risente di un
nomadismo culturale a tutto tondo. La presenza di
numerosi produttori del calibro di Simon Emmerson, Paul “Groucho” Smykle, Brian Eno, Jon Hassell, Howie B e Gary Hughes e la natura composita e stratificata della sua realizzazione lo rendono
uno dei massimi esempi di Crossover contemporaneo. Ambient, Drum & Bass, Reggae (il duetto con
Luciano in Yolela) e perfino voci irlandesi (le Screaming Orphans in Souka Nayo) si confondono componendo un mosaico coloratissimo di suoni e influenze.
Live At the Royal Festival Hall • Palm,
1999 • live
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Le celebri doti di entertainer di Maal vengono ben
documentate in un live dove i quattro brani pre-
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senti (Mbolo, African Woman, Koni, Douwayra) durano tutti non meno di otto-dodici minuti e la sezione ritmica vede lo spiegamento di otto percussionisti indiavolati.
Jombaajo • Sonodisc, 2000
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Missing You (Mi Yeewnii) • Palm, 2001 
Dopo il successo commerciale di Firin' In Fouta e
Nomad Soul (ad oggi i suoi dischi più famosi), Maal torna all'essenza della musica africana con un disco intimo, i cui cardini principali sono l'uso di una
strumentazione acustica e la vocalità caratteristica
dell'artista senegalese.
The Best Of The Early Years •
Wrasse, 2003
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Palm World Voices: Baaba Maal •
Palm, 2005 • CD + DVD
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On The Road • Palm, 2008 • live
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Dieci anni di concerti riassunti, si fa per dire, in otto tracce. L'album mostra il lato “intimo” del musicista, impegnato in esecuzioni acustiche di gruppo
scarne, immediate, di una bellezza che ipnotizza,
spesso della durata di sette, otto, nove minuti. Anche in vinile in edizione limitata.
Television • Palm, 2009
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La collaborazione con Didi Gutman e Sabina Sciubba delle newyorchesi Brazilian Girls dà vita a un album condito di Elettronica e sonorità Lounge che
hanno un certo fascino. World Music che strizza
decisamente l'occhio al mainstream, ma lo fa con
classe.
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Prima dei Pogues, il cantautore Punk Shane
MacGowan (1957) si era già conquistato una pessima reputazione per le abitudini ubriache e l'ostentazione del suo sorriso sdentato, tanto da guadagnarsi nel '76 la copertina della rivista inglese
“Sounds”. L'anno dopo fonda i Nipple Erectors, poi
The Nips, e pubblica senza esito alcuni singoli e un
album Punk. Nell'83 fonda i Pogue Mahone, diventati quindi The Pogues, con i quali rimane sino ai
primi anni 90. Riparte infine dai Popes, ma solo
per due album. Nel 2001 partecipa al tour di reunion dei Pogues.
Shane MacGowan & The Popes:
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The Snake • ZTT, 1994
Sbattuto fuori dai Pogues a causa dei suoi eccessi alcolici, MacGowan resuscita con l'aiuto di una
formazione maliziosamente battezzata the Popes
e con un disco debitore del passato negli episodi di
sapore più Irish e più convincente nei furibondi assalti Rock di The Church Of The Holy Spook e That
Woman's Got Me Drinking, cicatrici indelebili della
giovanile militanza Punk. Partecipa anche l'attore
Johnny Depp.
Shane MacGowan & The Popes:
The Crock Of Gold • ZTT, 1997
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In cerca di nuova linfa vitale per i suoi vividi racconti di strada, MacGowan guarda più insistentemente all'America: ne deriva un disco influenzato
dal Country quanto dalla tradizione irlandese, ma
più risaputo del precedente sul piano melodico.
Shane MacGowan & The Popes:
The Rare Oul' Stuff • ZTT, 2002
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Shane MacGowan's Popes:
Across The Broad Atlantic • Red Ink,
2002 • live
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Mack Lonnie
Nato nel 1941 a Dearborn County (Indiana), Lonnie McIntosh, in arte Lonnie Mack, inizia ben presto a suonare la chitarra elettrica tanto da impossessarsi di una delle prime Gibson Flying V e iniziare a farsi conoscere nel giro dei locali, per poi diventare session man di vari artisti nei primi anni
60. Lavora con Hank Ballard, James Brown e, soprattutto, Chuck Berry. Trasformatosi in un vero
e proprio fenomeno per tecnica e velocità d'esecuzione, incide i suoi primi dischi con la Fraternity
Records per poi passare alla Elektra senza, tuttavia, alcun risultato commerciale. Riesce a sopravvivere con le sole partecipazioni a produzioni importanti di altri artisti fra cui spicca quella in Morrison Hotel dei Doors. Nonostante i molti apprezzamenti ottenuti, amareggiato dal comportamento delle case discografiche, si ritira in Indiana con
la sua selvaggia chitarra per riapparire saltuariamente con pochi album e molte collaborazioni fra
le quali vanno ricordate quelle con Freddie King,
Ronnie Hawkins, Albert Collins, Roy Buchanan e
Stevie Ray Vaughan.
Memphis Wham! • Ace, 1999
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Il meglio di Lonnie Mack è quasi tutto qui in 24
tracce tutte di alto livello. Il chitarrista che più di
qualsiasi altro ha influenzato intere generazioni di
rocker (e non solo) in tutta la sua grandezza misconosciuta dai più: da Oh I Apologize a Save Your
Money, da Cry, Cry, Cry alla straordinaria cover di
From Me To You dei Beatles. Da scoprire o riscoprire.
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Madness
Band di punta dello Ska revival di fine anni 70, i
Madness nascono a Camden (Londra) nel 1978 per
iniziativa di Mike Barson (1958), Chris Foreman
(1958) e Lee Thompson (1957), che scelgono il nome ispirandosi a una canzone del loro idolo Prince
Buster. Il boom d'inizio anni 80 è irripetibile, ma il
bel ritorno del 2009 è salutato con favore da critica e pubblico.
One Step Beyond • Stiff, 1979
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L'adesione allo Ska ha stimolato la creatività dei
Madonia 15
Madness, permettendo loro di realizzare una musica ballabile che ha come fonti di ispirazione anche il Pop, il Jazz e il R&B. Il loro “nutty sound” è
caratterizzato dal pianoforte stile saloon del West,
dalle chitarre che eseguono ritmiche in levare e dagli incisivi interventi del sax. I cantanti/ballerini
Chas e Suggs interpretano ironici testi dai contenuti a sfondo sociale. In One Step Beyond l'impareggiabile Thompson incanta con uno stupendo
assolo di sax, My Girl è brillante e maliconica; c'è
persino un Lago dei cigni in chiave Ska.
Absolutely • Stiff, 1980
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Una maggiore varietà e un sensibile allontanamento dalle sonorità Ska consentono ai Madness
di creare brani stimolanti quali Embarrassment, Return Of The Los Palmas 7 e Overdone. Lo Ska resta
comunque un punto di riferimento in Baggy Trousers (dedicata ai tempi della scuola), You Said e On
The Beat Pete.
Seven • Stiff, 1981
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Forte di un vasto successo internazionale, il gruppo si reca a Nassau, nelle Bahamas, per registrare
un album che segna un approccio più maturo alla
composizione, sacrificando l'esuberanza del “nutty
sound”. Nel Pop dei Madness entrano il suono del
sitar e ritmi mediorientali. Spicca It Must Be Love.
Complete Madness • Stiff, 1982
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Madness Presents The Rise And Fall •
Stiff, 1982
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I Madness abbandonano lo Ska per avvicinarsi definitivamente al Pop. Malgrado le ambizioni, poche
canzoni risultano avvincenti: tra esse, Our House e
Madness (It's All In The Mind).
Keep Moving • Stiff, 1984
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Ultimo album con il tastierista Mike Barson (fondamentale per la composizione). Belle canzoni
Pop, caratterizzate da archi e ottoni (arrangiati dal
solito David Bedford) e dalle voci vellutate di Suggs
McPherson e Carl Smyth: Michael Caine (con la voce dell'attore), One Better Day e Give Me A Reason.
Mad Not Mad • Zarjazz, 1985
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Utter Madness • Zarjazz, 1986
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The Madness • Virgin, 1988
It's… Madness • Virgin, 1990
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It's… Madness Too • Virgin, 1991
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Divine Madness • Virgin, 1992
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Madstock • Go! Discs, 1992 • live
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L'occasionale riunione dei sette elementi della formazione originale (documentata da questo album
dal vivo) riscuote tale successo da trasformarsi in
una serie di appuntamenti annuali.
The Heavy Heavy Hits • Virgin, 1998
Riedizione di Divine Madness con l'aggiunta di un
brano, questa raccolta di 23 pezzi si presenta come
la migliore antologia dei Madness, arricchita da un
libretto che riporta i testi delle canzoni.
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Wonderful • Virgin, 1999
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Galvanizzati dall'entusiasmo suscitato dal vivo in
Gran Bretagna e negli Stati Uniti, i Madness tornano in studio nella formazione originale, con i “vecchi” produttori Langer e Winstanley. Malgrado gli
anni, oltre Manica la loro popolarità è ancora vastissima e il singolo Lovestruck s'infila nella Top 20.
The Lot • Virgin, 1999 • 6 CD
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Ultimate Collection • Hip-O, 2000 
Our House: The Best Of Madness •
Virgin, 2002
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20th Century Masters – The
Millennium Collection: The Best Of
Madness • Hip-O, 2005
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The Dangermen Sessions, Vol. One •
V2, 2005
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Gli inglesi si misurano con cover di Bob Marley,
Kinks, Prince Buster, Supremes: titoli e artisti nel
mirino non sono affatto scontati. In queste operazioni un merito non da poco.
The Liberty Of Norton Folgate • Lucky
Seven, 2009
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Il primo album di materiale originale in dieci anni
riporta i Madness sulla scena con grande divertimento, un po' di nostalgia e un livello di sofisticatezza mai ascoltato in un loro disco. Il lungo brano
che dà il titolo al lavoro è uno spaccato adulto e arguto della Londra che fu e detta il tono dell'intero
album. «È Dickens riscritto da Martin Amis e Noël
Coward e poi riarrangiato dai Tiger Lillies», afferma la BBC. «In altre parole: sono i Madness maturati e al top della forma». Prodotto da Clive Langer
e Alan Winstanley.
Total Madness: All The Greatest
Hits & More! • Union Square, 2009 •
CD + DVD
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Ultimate Madness: 21 Of Their
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Finest • Union Square, 2010
A Guided Tour Of Madness • Union
Square, 2011 • 4 CD + DVD
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Madonia Luca
Inizia la carriera artistica fondando il gruppo dei
Denovo insieme al fratello Gabriele, Mario Venuti e Toni Carbone. Con la band catanese Madonia
(1957) pubblica i seguenti album: Niente insetti su Wilma (Suono, 1984), Unicanisai (KinderGarten, 1985), Persuasione (KinderGarten, 1987),
Così fan tutti (Philips, 1988) e Venuti dalle Madonie a cercar Carbone (Philips, 1989), prodotto
da Franco Battiato. A proprio nome, una produzione di soddisfazioni a saliscendi, dove non è tutto
rose e fiori.
Passioni e manie • WEA, 1991
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Non è più un sound di gruppo ad accompagnare le
sue canzoni (Solo come pare a te e Tu chi sei), gli ar-
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rangiamenti pongono in evidenza le tastiere e a distanza risultano (già) un tantino datati.
Bambolina • WEA, 1993
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Produzione milanese con Mauro Paoluzzi alla testa
dei migliori turnisti. C'è una marcata presenza dei
cori femminili, dal Pop di Siamo noi e Il sole è spento
al Rock di Basta e Dammi una mano. Ritmo Reggae
per Meglio soli e Solo per quello che sei.
Moto perpetuo • RTI, 1994
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Cambio di casa discografica e un temperamento
più pronunciato nel proporsi da solista. La partenza di Moto perpetuo è tutta con Franco Battiato, poi
c'è una canzone sull'amicizia (Io e Francesco), una
sul disagio quotidiano (Non pagheremo più), una
d'amore (Hotel de l'amour) e una ripresa dal repertorio Denovo (Grida).
La consuetudine • Storie di Note, 2002 
Tre canzoni erano state anticipate da un CD singolo (Ed è più bello ancora, Ma cos'è che ci fa vivere di
più, Il destino). L'apertura con La consuetudine rinsalda il binomio con Battiato, mentre in Meravigliandosi del mondo partecipa Carmen Consoli. Stavolta la produzione viene realizzata a Catania e gli
arrangiamenti appaiono meno invadenti e più adatti alle canzoni di Madonia: giocare in casa aiuta.
L'essenziale • CNI, 2004
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Vulnerabile • Don't Worry, 2006
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Ancora una canzone da condividere con Battiato
(Quello che non so di te), ospite fisso negli album di
Madonia. L'azzeccata cover di Nights In White Satin dei Moody Blues, ovvero Ho difeso il mio amore,
è resa nella maniera migliore, esaltandone l'aspetto ritmico. Miglioramenti anche nella registrazione e negli arrangiamenti.
Parole contro parole • Edel, 2008
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Si trova a suo agio con le cover: Blackbird dei Beatles, il gruppo preferito, e Summer On a Solitary
Beach di Battiato, il resto sono canzoni già note
e un paio di inediti: Parole contro parole, in coppia
con Carmen Consoli e Il vento dell'età.
L'alieno • Universal, 2011
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Poche canzoni, tra cui Il vento dell'età con Carmen
Consoli e L'alieno, la canzone del Festival di Sanremo con Battiato ospite nel finale del brano. Madonia esprime classe e buone maniere, qualità apprezzabili da un pubblico attento e sensibile.
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Madonna
Limitate doti vocali, ballerina più che sufficiente,
attrice modesta, regista velleitaria: Madonna Louise Veronica Ciccone (1958, famiglia originaria di
Pacentro, in Abruzzo) sembra non eccellere in nulla, eppure è l'unica a riempire gli stadi a trent'anni dall'esordio, e a vendere comunque più dischi di
tutte le rivali Pop. Nessuno come lei è stato capace
di trasformare le tante debolezze in un'unica gran-
de forza: il che, unito a uno straordinario fiuto nello scegliersi i collaboratori giusti al momento giusto, ha fatto di Madonna la regina del Pop dagli anni 80 in avanti. Trend setter, tanto nella musica
quanto nel look, ha incarnato la pop star a 360 gradi, con una serie di brani e soluzioni musicali e coreografiche che hanno fatto scuola. Sempre protagonista delle cronache, dentro e fuori dallo showbusiness, grazie a matrimoni (da Sean Penn a Guy
Ritchie, a testimonianza dell'amore per il cinema)
e figli – suoi o adottati – Madonna fa comunque
discutere, anche in virtù del fiuto per la provocazione e la capacità di sollevare stupore. Di film ne
ha interpretati (‘Cercasi Susan disperatamente’,
‘Shanghai surprise’, ‘Dick Tracy’, ‘Evita’…) e diretti (‘Filth and Wisdom’, 2008, e ‘W.E.’, 2011) senza
mai incendiare gli animi, ma con l'onestà dei migliori principianti.
Madonna • Sire, 1983
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Origini italiane, Madonna è una stellina delle discoteche newyorchesi quando debutta con un album gustoso e danzereccio, tra le sfumature R&B
del singolo di debutto Everybody e la prima hit da
classifica Holyday.
Like A Virgin • Sire, 1984
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Ideale reginetta della scena Dance, Madonna è abilissima nell'imporsi anche fuori dalle cronache musicali. Arguta produzione di Nile Rodgers e canzonette su misura (Material Girl).
True Blue • Sire, 1986
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La vocalità resta acerba, ma lo staff al servizio
dell'artista, che persegue anche una zoppicante
carriera cinematografica, è più solido. Le hit: Papa
Don't Preach e La Isla Bonita.
You Can Dance • Sire, 1987
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Like A Prayer • Sire, 1989
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L'onda del pettegolezzo, degli scandali, del clamore continuo sospingono Madonna ancor più delle
canzoni: album pepato, pulsante, variopinto, vanta
un opaco duetto con Prince (Love Song).
Dick Tracy: I'm Breathless • Sire, 1990
• Colonna sonora
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The Immaculate Collection • Sire,
1990
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Erotica • Sire, 1992
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Bedtime Stories • Sire, 1994
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Le vicissitudini amorose, le continue tribolazioni
date in pasto ai mass-media suggeriscono di voltare pagina: con un disco più raffinato, sinuoso, delicatamente seduttivo. Astuto.
Something To Remember • Sire,
1995
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Evita • WB, 1996 • Colonna sonora
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Ray Of Light • Maverick, 1998
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La maternità, i quarant'anni, il trasferimento del
quartier generale a Londra comportano un brusco
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Race Hugo
L'australiano Hugo Race (1963) ha esperienza come chitarrista negli ultimi Birthday Party (solo dal
vivo) e con Nick Cave And The Bad Seeds ed è fondatore di progetti a carattere Industrial quali Plays
With Marionettes e Wreckery. Inizia la carriera solista (spesso assecondato dall'ensemble aperto dei
True Spirit) imponendosi come “moderno” depositario della tradizione Blues. Artista incredibilmente prolifico ed eclettico, apolide ma fondamentalmente europeo d'adozione, ha fatto base a Berlino
e ha vissuto a lungo in Italia, collaborando con alcuni artisti nostrani (Cesare Basile, Marta Collica).
Plays With Marionettes:
Witchen Kopf • Au Go Go, 1982 • Mini LP 
Plays With Marionettes:
Hellbelly • White Label/Hot, 1982 • Mini LP 
Wreckery:
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Ruling Energy • Rampant, 1983
Wreckery:
I Think This Town Is Nervous •
Rampant, 1985
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Wreckery:
Yeah My People • Rampant, 1986
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Wreckery:
Here At Pains Insistence • Rampant, 1987 
Wreckery:
Laying Down Law • Citadel, 1989
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Rue Morgue Blues • Rampant, 1989
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Rue Morgue Blues è il primo mattone di una discografia capace di unire le dodici battute (quelle
che indistintamente legano John Lee Hooker, Captain Beefheart e Pere Ubu) con la canzone d'autore,
il modernismo industriale e la cultura delle Brass
band (che l'autore afferma di aver assimilato grazie
ai film di Nicholas Ray): lo dimostrano brani originali come Blonde Hustling, Long Time Ago e Slug-
ger Brass nonché le riletture di Baby Please Don't
Go (Big Joe Williams, inspiegabilmente accreditata come originale), di Cyprus Grove Blues (Skip James) e di John The Revelator (Son House).
Earls World • Normal/Shock, 1990
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Forse il suo disco più Blues. Earls World affina le
sonorità sature di pathos e potenza messe a punto
da Hugo Race, che ancora una volta divide la proposta fra omaggi e brani originali di indubbio valore. Fra i primi mette in fila un paio di John Lee
Hooker da antologia (Send Me Your Pillow e soprattutto Boogie Chillen), uno splendido Lee Hazlewood/Duane Eddy (Rebel Walk) e una coppia di famosi traditional (John Hardy e The Grandpappy). Fra i
secondi ci sono episodi come Hush-A-Bye-Baby, For
Victoria, The Old Wound Fever e J-Wray Day, prove
di un'autenticità con pochi rivali nel mondo musicale contemporaneo dell'artista.
Second Revelator • Normal/MDS, 1992 
Come gli altri album di Hugo Race, anche Second
Revelator è pregno di un misticismo religioso che
affiora in ogni nota (che poi è uno dei segni distintivi della tradizione Blues, Country e Folk in generale). A brillare è il tributo a Bob Dylan con la magnifica ripresa di It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding),
anche se i restanti brani originali non sfigurano per
nulla: in particolare River Of No Return (facile scorgere più di una somiglianza con una delle più famose canzoni Country di sempre, Lost Highway di
Hank Williams), Flamethrower e il tema guida ne sono la miglior testimonianza. Fondamentale l'intervento del Bad Seed Mick Harvey come tastierista.
Spiritual Thirst • Normal/MDS, 1993 
Se Earls World è il disco più Blues di Hugo Race,
Spiritual Thirst è quello più cantautorale. Con
l'eccezione di Always Will Be God (da un tema del
bluesman Blind Willie Johnson) e del traditional
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Baby Doe, l'opera è la sua migliore in termini di ispirazione compositiva, come attestano episodi
straordinari quali Pray For Sleep, Saw The Lights Go
By, Liberty, Devil In My Sons, Painted Skin e gli altri
in sequenza, che ne provano ancora l'ispirazione
randagia e nel frattempo raffinata. Fra gli ospiti, si
contano Anita Lane (alla voce in Morning Star) e il
percussionista africano Nago Koite Gueye.
Stations Of The Cross • Normal/RTS,
1994
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Registrato durante un'unica session tenuta l'11
gennaio 1994 in uno studio di Modena, Stations
Of The Cross è più che altro una demo dai suoni
scarni e poco curati. Per metà brani originali e per
l'altra cover, fra cui un riuscito omaggio al cantautore texano Daniel Johnston (Spirit World Rising).
Valley Of Light • RoadshodGlitterhouse,
1996
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Il Blues post moderno di Hugo Race è inarrestabile. Valley Of Light è un altro incubo in formato dodici battute, impreziosito dalla produzione di
Tony Cohen, il quale conferisce un nuova forza sonora al sound dei True Spirit (in grande evidenza
Michelangelo Russo all'armonica). Di classici se ne
aggiungono almeno tre, Benzocaine, Salvation Jane e Deepfried, e ugualmente non mancano un paio
di cover: nella fattispecie Captain Beefheart (Clear
Spot, che più selvatica non potrebbe essere) e Howlin' Wolf (Dirt Road).
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Wet Dream • Glitterhouse, 1996
Operazione estemporanea in gran parte strumentale, Wet Dream soddisfa le velleità dell'artista
in termini di melting pot fra musica elettronica e
Blues. Anche in questo caso Hugo Race dimostra
come la creatività non ha sempre bisogno di grandi mezzi.
Chemical Wedding • Glitterhouse,
1998
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Probabilmente il suo miglior album. Su tutto va rilevato che è il primo lavoro interamente composto
di brani originali, fatto che attesta in modo definitivo il talento di Hugo Race. Tutto è avvolto in una
patina dove le sonorità messe a punto dal musicista evitano qualsiasi cliché, scivolando con assoluta padronanza fra Blues, canzone d'autore (senza bisogno dell'aura solenne di certa critica ottusa) e le moderne tecnologie sample e loop, che conferiscono un tocco urbano e decadente. Full Moon,
Stranger In My Eyes, Can't Find A Reason, Come Is
The Kingdom e Apocalypse, in altre parole titoli che
riescono a scendere fino all'osso della questione,
portando l'ascoltatore a toccare con mano la forza
elettrizzante della sua musica.
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Last Frontier • Glitterhouse, 1999
Last Frontier merita di essere introdotto anzitutto da un brano, Keep It On: Hugo Race riesce a cre-
are una tensione ineguagliabile, che in dieci minuti si eleva ai massimi livelli d'arte espressi da questo dannato bluesman dell'emisfero australe, in un
vortice fra Blues, Industrial e testo paranoico ispirato alla droga, che nel consumarsi dà l'idea di un
bolero in eroina dalla forza viscerale quantomeno
stordente. Oltre a questo, ci sono brani d'inquinata
purezza come Lost, magnifica ballata in duetto con
Marta Collica dei siciliani Mice Vice, Appearing, Polestar, Can You Read Me e le tre porzioni di Louise's
Hands, che tutto suscitano tranne che apatia.
Long Time Ago • Glitterhouse, 2001
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The Goldstreet Sessions • Spooky, 2003 
Mentre in Italia si dedica al progetto sperimentale ‘Sepiatone’ con Marta Collica (con cui realizza
In Sepiatone, 2001, e Darksummer, 2005), Race
torna con i suoi True Spirit per il seguito di Last
Frontier, otto canzoni incendiarie e catramose che
riflettono sul mondo post 11 settembre. Su tutte,
spicca Lsd Is Dead.
The Merola Matrix • Desvelos, 2004 
L'amore di Hugo per il Belpaese culmina in questo interessante, rischioso eppure riuscito progetto multimediale di matrice Trip-Hop e Dub, basato su campionamenti e loop di incisioni classiche
di Mario Merola combinati con basi elettroniche
e suonate. La tradizione melodica partenopea che
incontra le brume australiane e i club inglesi? Possibile? Certo.
Live In Monaco • Glitterhouse, 2005 • live 
Ambuscado • Glitterhouse, 2005
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Ancora un album per i True Spirit, la vera voce
Blues di Hugo: presenti in scaletta Will The Circle
Be Unbroken e una versione aggiornata di John The
Revelator, a testimoniare un fuoco che non vuole
spegnersi.
Taoist Priest • Glitterhouse, 2006
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Registrato tra Catania e Melbourne, è un album delicato e atmosferico, che a fronte delle tante sperimentazioni degli anni 2000 riconnette Race con la
sua essenza più autentica. Non solo Blues, ma anche ballate notturne alla Tindersticks (I Know You).
Wreckery:
Past Imperfect • Waterfront, 2008 •
2 CD
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53rd State • Spooky, 2008
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L'ultimo album accompagnato dai True Spirit: l'ennesima quanto affascinante esplosione Blues, contaminata di Elettronica e campionamenti. Nel frattempo, Race fa una capatina in Australia per una
reunion lampo con i Wreckery, e poi fonda il progetto Dirtmusic insieme a Chris Eckman (Walkabouts) e Chris Brokaw (Come, Codeine), con cui
realizza due dischi (Dirtmusic, 2007,  e
BKO, 2010, , registrato in Mali, entrambi
per l'etichetta Glitterhouse).
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Radio Birdman 15
Live In Wolov Jail • Glitterhouse, 2009 •
live
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Between Hemispheres • Gusstaff, 2010 
Interamente strumentale, il disco esplora la vena
più atmosferica, sperimentale e cinematografica di
Race, tra Ambient, Blues, Elettronica e collage sonori che sanno di Africa. L'espressione in musica di
una personalità artistica autenticamente “globale”
e senza confini.
Fatalists • Interbang, 2010
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Sciolti (per il momento?) i True Spirit, Race affida
le sue nuove canzoni alle cure degli italiani Antonio Gramentieri e Diego Sapignoli (Sacri Cuori): il
risultato è un disco desertico, brumoso e molto intenso. Da ricordare la rilettura di In The Pines (Leadbelly) e la ballad sanguigna Nightvision.
No But It's True • ViceVersa, 2012
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«I brani riguardanti l'amore, la perdita e il desiderio sono facili da ascoltare, ma difficili da cogliere.
Volevo focalizzare l'attenzione sui testi, distaccandoli dall'arrangiamento, e far arrivare questi sentimenti ricorrendo semplicemente alla mia chitarra e a delle sovraincisioni ridotte al minimo». Ecco
il senso di un album di cover incise a Catania con
la produzione di Cesare Basile. I titoli? Di tutto, di
più, da No Regrets di Tom Rush (portata al successo
dai Walker Brothers) a Never Ever Gonna Give You
Up di Barry White.
Raconteurs
Jack White (1975) non sbaglia un colpo. Nemmeno
quando allestisce una band col cantautore e chitarrista Brendan Benson (1970), artista dalla carriera
di culto. Con loro c'è la sezione ritmica dei Greenhornes, ovvero Jack Lawrence (basso) e Patrick Keeler (batteria). Non è un divertissement passeggero, ma un gruppo solido, irresistibile dal vivo, una
delle tante reincarnazioni di Jack, che non fa rimpiangere le invenzioni dei White Stripes.
Broken Boy Soldiers • XL, 2006
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Il Rock nervoso e spigoloso di Jack White è addolcito dall'anima Pop e dalla penna beatlesiana di
Brendan Benson in un gioco fantasioso di armonie
vocali e pennellate elettro-acustiche. Una specie di
ritorno all'innocenza. Alcuni concerti vengono registrati e venduti in edizione limitata via Internet.
Consolers Of The Lonely • XL, 2008 
Mr. White prende in mano la situazione: la sua
personalità debordante mette in ombra Benson e
per abbondanza di stimoli fa somigliare il secondo album del quartetto all'ultimo lavoro dei White Stripes, Icky Thump. È vario e curato nei minimi dettagli, fra Rock-Blues, Folk e Country, persino
tracce di colonne sonore di vecchi western. Il suono si fa più aggressivo, la costruzione delle canzoni
meno naïf. È il disco di due songwriter di prima ca-
tegoria, con un pezzo marcatamente dylaniano titolato Carolina Drama. In Italia li si vede anche dal
vivo: entusiasmanti.
Radio Birdman
Formati a Sydney nel 1974 dal cantante Rob
Younger e dal chitarrista Deniz Tek, i Radio Birdman sono uno dei primi gruppi Punk australiani e
nel giro di pochi anni si assicurano di diritto un posto nella storia come esponenti di punta dell'Aussie Rock. Scioltisi nel '78, si sono riuniti nel 1996.
Dal 2008 non hanno più dato segni di vita.
Radios Appear • Trafalgar, 1977
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Radios Appear (ristampato con una diversa scaletta alcuni mesi più tardi dalla Sire) è il capolavoro
assoluto dell'Aussie Rock: l'urgenza espressiva del
Proto-Punk di Detroit si coniuga con il Rock'n'Roll
e con grandi aperture psichedeliche in un pugno di
canzoni indimenticabili. A inni Punk quali What
Gives?, New Race e The Pop fanno da contrappunto
le visionarie Man With Golden Helmet o Descent Into The Maelstrom, che confermano l'assoluto valore compositivo del sestetto. Nel frattempo, la loro
fama di live band esplosiva cresce anche al di fuori
dei patri confini. Nel 1978 il gruppo si imbarca in
un tour europeo, durante il quale verrà registrato il
secondo e ultimo album in studio.
Living Eyes • WEA, 1981
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Registrato in Galles, durante una pausa del tour inglese del 1978, con la produzione artistica di Deniz Tek, Living Eyes è leggermente inferiore al suo
predecessore, ma mantiene intatta l'energia che
ha sempre caratterizzato le mosse del combo di
Sydney. Il disco, pubblicato tre anni dopo lo scioglimento della band, contiene alcuni tra i brani migliori dei Radio Birdman: dalle classiche Burned My
Eye e Smith & Wesson Blues alla valvolare Hanging
On passando per le immediate e brillanti Alone In
The Endzone e Breaks My Heart.
Under The Ashes • Trafalgar/Wea,
1988 • Boxset
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Ritualism • Crying Sun/Citadel, 1997 •
live
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Quasi vent'anni dopo lo scioglimento, i Radio Birdman si riuniscono in studio per remixare e masterizzare i loro due storici album. Da lì a un'estemporanea reunion il passo è breve. La band si lancia
in due tour australiani di successo, durante i quali
viene registrato – negli studi dell'emittente radiofonica Radio Triple R – l'album live Ritualism che
contiene dieci classici del gruppo e due inediti (Revelation e Walk The Earth) impregnati della carica
esplosiva che caratterizza i concerti della band. È
l'ultimo atto per i Radio Birdman. Il rifiuto di Rob
Younger – che preferisce andare in tour con il suo
gruppo, i New Christs – di suonare anche in Euro-
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pa pone virtualmente la parola “fine” sull'avventura dello storico combo australiano.
The Essential Radio Birdman:
1974-1978 • Sub Pop, 2001
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Zeno Beach • Crying Sun, 2006
E invece la parola “fine” non arriva. Younger e
i suoi (della formazione originale ci sono tutti, a
parte la sezione ritmica) tornano in studio dopo
venticinque anni e non sembra sia passato nemmeno un minuto dall'ultima volta. Punk-Garage-Rock vecchia scuola, per la gioia di nostalgici e
nuovi adepti. Poi una nuova pausa (di lunghezza sinora indefinita) nel 2008.
Live In Texas • Citadel, 2010 • live
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Registrazioni da Houston e Dallas, 2007: con la
presenza in scaletta di cover dai Kinks, Who, Blue
Oyster Cult.
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Gruppo di raffinata canzone d'autore fra sonorità
arabe e mediterranee, creato a Bari nel 1997 dal palestinese Nabil Salameh (1962) e da Michele Lobaccaro (1965); prende il nome dal secondo disco inciso con la precedente formazione degli Al Darawish.
La via italiana a una World Music dallo sguardo aperto sul mondo.
Lingua contro lingua • Il Mulo, 1998
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In acustico • Cosmasola, 2001 • live
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Centro del mundo • Cosmasola/Il
Manifesto, 2002
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Doppio album che contiene anche il live dell'anno prima, in cui erano ripresi brani del primo disco e del percorso Al Darawish: insomma l'impronta dei “visitatori di porte” (“dar wish”, in persiano),
una profumata e attenta babele World-Pop in più
lingue che acquisisce tono e consacrazione con le
splendide Centro del mundo e L'esigenza.
In search of Simurgh • Cosmasola/Il
Manifesto, 2004
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Vicini al misticismo, ispirano questo concept album a un classico della letteratura sufi (‘Il verbo
degli uccelli’ dell'autore persiano Farid ad-din Attar del XII secolo). La cifra stilistica prosegue in più
lingue con la solita eleganza fra acustico ed elettronico (La falena e la candela, Layala e Majnun). Vendute oltre 15mila copie, viene stampato anche per
il mercato asiatico.
Amara terra mia • Cosmasola/Il
Manifesto, 2006 • DVD live
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Registrazione dell'omonimo spettacolo realizzato
con Giuseppe Battiston che intreccia le canzoni del
gruppo a racconti di terre e viaggi fra Oriente e Occidente. Due inediti riprendono, con la complicità
di Franco Battiato, il Domenico Modugno di Amara terra mia e Tu si' na cosa grande.
L'immagine di te • RadioFandango, 2007 
La collaborazione con Battiato, riferimento di
sempre, si concretizza con la produzione del disco
più smaccatamente Pop della loro produzione, che
alle linee mediterranee sottende ritmiche a cavallo fra i 70 e gli 80 (L'immagine di te, Tutto quello che
ho). Lo spettro espressivo varia dalla militanza sociale di Babel con Caparezza alla dolcezza di Yara in
griko con Alessia Tondo dell'Orchestra della Notte della Taranta.
Beyond the sea • Princigalli Produzioni/
Il Manifesto, 2009
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Bandervish • Princigalli Produzioni/Il
Manifesto, 2010
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Rilettura di brani della propria produzione e di tradizionali mediorientali (Fogh en Nakhal, Lamma
Badà) in compagnia della Banda di Sannicandro di
Bari per la direzione del jazzista Livio Minafra, con
citazioni da Ennio Morricone e Oum Kaltoum.
Dal pesce alla luna • Princigalli
Produzioni, 2012
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Radiohead
Venuto alla ribalta in piena era Brit Pop, presto il
quintetto composto da Thom Yorke (1967), i fratelli Jonny e Colin Greewood (1971 e 1969), Ed
O' Brien (1968) e Phil Selway (1967) si è rivelato capace di riscrivere radicalmente le regole del
gioco, diventando una delle band più importanti
del pianeta. Quella dei Radiohead è un'avventura
che, come poche altre, in tempi recenti è riuscita
a cambiare il volto del Rock con un approccio artistico comune soltanto a pochi altri gruppi, Genesis, Talking Heads, David Bowie e Pink Floyd. Costantemente in bilico tra ricerca espressiva, contaminazione dei generi ed esplorazione della forma
canzone, i loro lavori hanno segnato indelebilmente gli ultimi tre decenni di musica contemporanea.
Importanti anche i segnali inviati con la distribuzione della loro musica al di là dei canali commerciali tradizionali.
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Drill • Parlophone, 1992 • EP
Pablo Honey • Parlophone, 1993
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Pur con le sue acerbità, il primo album degli inglesi Radiohead è sicuramente un lavoro promettente. La band di Oxford si fa subito conoscere con la
splendida Creep, inno generazionale e hit quasi involontaria. Ma non è l'unico brano degno di nota.
In Pablo Honey ci sono canzoni elettrizzanti (Anyone Can Play Guitar), intense e appassionate (You).
The Bends • Parlophone, 1995
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Per fortuna l'album del debutto non è solo un falso allarme: con The Bends i Radiohead si impongono sui colleghi Brit Pop confermando il loro valore nella scena Rock inglese degli anni 90. Gli influssi più evidenti vengono da Pink Floyd, R.E.M
e Pixies, ma i brani hanno un'originalità indipen-
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dente da tutto il resto. Lo stile Radiohead si riconosce pur non essendo vincolato a un unico cliché.
Ed è soltanto l'inizio.
OK Computer • Parlophone, 1997
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A distanza di quasi tre anni da The Bends ecco il
capolavoro che tutti si aspettavano. OK Computer, pur non essendo un disco facile, ottiene un
grande riscontro anche dal punto di vista del pubblico. Dal suono appassionato di cui tutti si erano
innamorati ascoltando i dischi precedenti, e che
comunque si ritrova anche qui in brani come Karma Police (non a caso scelta come singolo), si passa
a una mini suite elettrica, in vena di Prog, come Paranoid Android. Altre canzoni invece colpiscono per
la profonda sensibilità che emerge anche dai testi:
tra tutte Lucky ed Exit Music (For A Film). Tra visioni di Philip K. Dick, nostalgie Space-Rock anni 70
e algidi scenari futuribili, con questo album i Radiohead fissano indelebilmente il loro nome nella
storia della musica Rock.
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Kid A • Parlophone, 2000
Chissà in quanti avrebbero scommesso in un'altra
fulminante dopo Ok Computer. I Radiohead accantonano le chitarre e i ruoli convenzionali all'interno della band, si chiudono in studio da pazienti alchimisti e infine spiazzano tutti con queste 10
canzoni che inaugurano idealmente il millennio e
si pongono come irrinunciabile pietra di paragone
per tutto il Rock a venire. Rock in senso lato, ovviamente, perché Kid A è un mutante fatto di Elettronica, Krautrock, Avanguardia, Ambient, Jazz. Solo
due episodi (How To Disappear Completely e Motion
Picture Soundtrack) richiamano il passato, mentre
Idioteque, The National Anthem, Everything In Its
Right Place e Morning Bell sono il portale d'accesso a un nuovo universo. Il mondo recepisce (primo
posto nella classifica di Billboard) e acclama Yorke
e soci. Giustamente.
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Amnesiac • Parlophone, 2001
Il fratellino di Kid A: 11 canzoni provenienti dalle
stesse session, che esplorano ulteriormente quelle intuizioni in un conciliarsi e scontrarsi di estremi: canzoni accessibili, come la poetica e solenne
Pyramid Song, il Blues elettronico per il nuovo millennio di I Might Be Wrong e la classicissima Knives
Out convivono con bizzarri esperimenti di Pulk/
Pull Revolving Doors e Hunting Bears. Suggellano il
tutto l'incubo angosciante di Like Spinning Plates e
la marcia Jazz di Life In A Glasshouse. I Radiohead,
ormai, possono fare di tutto.
I Might Be Wrong – Live Recordings •
Parlophone, 2001 • live
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Registrato durante il lungo tour in promozione di
Kid A / Amnesiac, questo mini live racchiude 8 esecuzioni che conferiscono calore e anima alle algide sperimentazioni in studio. Con una versione
piano e voce di Like Spinning Plates e una superba
Everything In Its Right Place, i Radiohead raggiungono in pieno l'obiettivo prefissato.
Hail To The Thief • Parlophone, 2003
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Registrato parzialmente in California, questo album – dai contenuti decisamente politici, sin dal
titolo contro George W. Bush – vuole tornare a un
approccio più diretto, senza però dimenticarsi della sperimentazione. Ne esce quasi un “best of” della band, composto però da canzoni inedite. A Wolf
At The Door, Myxomatosis, 2+2=5 e I Will entrano di
diritto tra i classici degli Oxfordiani.
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In Rainbows • XL, 2007
Inizialmente destinato a far parlare di sé per la rivoluzionaria modalità di pubblicazione e commercializzazione (messo improvvisamente in vendita
su Internet, senza battage promozionale, lasciando all'ascoltatore la scelta del prezzo da pagare), In
Rainbows emerge in prospettiva dalla discografia
dei Radiohead come il lavoro più maturo e compiuto della band, degna controparte di Ok Computer.
Se permane l'Elettronica (15 Step, Videotape), i suoni sono più caldi (chitarre acustiche, archi), vivi,
e le canzoni ricche di anima: Reckoner, All I Need,
Faust Arp e le avventurose Weird Fishes/Arpeggi e
Jigsaw Falling Into Place scaldano il cuore e toccano nel profondo. L'anno prima Thom Yorke aveva
dato alle stampe il primo lavoro solista (The Eraser, XL, ), improntato a un'oscura Elettronica “casalinga”.
Radiohead: The Best Of •
Parlophone, 2008 • 2 CD
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Il periodo trascorso sotto l'ombrello delle major,
dal 1992 al 2003.
The King Of Limbs • XL, 2011
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Pubblicato in modalità analoghe a In Rainbows
(acquistabile con una sola settimana di preavviso e
annunciato dal bizzarro video di Lotus Flower), l'ottavo album dei Radiohead è minimale, frammentario, sperimentale e (volutamente) incompiuto. Le
influenze vanno ricercate nell'Elettronica Dubstep
e nell'oscuro cantautorato Trip-Hop dei Portishead, ma la farina è tutta del sacco di Yorke & Co. Un
album che acquista valore nel tempo.
TKOL RMX 1234567 • XL, 2011
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A confermare l'innamoramento di Yorke per la scena Elettronica contemporanea, ecco le 8 tracce di
The King Of Limbs affidate a nomi di culto tra cui
Caribou, Nathan Fake, Four Tet, Modeselektor, Jamie xx. In certi casi, il risultato rischia di superare
l'originale. I remix sono stati in precedenza pubblicati su sette diversi 12″.
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Raffaele Riefoli, vero nome di Raf (1959) è tra le
firme di Si può dare di più, canzone vincitrice del
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Festival di Sanremo 1987. Prima di dedicarsi alla
carriera da solista anima il gruppo dei Cafè Caracas che vantano la presenza come spalla al concerto dei Clash a Bologna. In giro per Londra coglie
sul nascere lo sviluppo dello stile Punk, Ska e New
Wave, tornato in Italia realizza Self Control (1984),
brano da discoteca che gli fa guadagnare le prime posizioni in hit parade, diventando un “must”
dell'epoca. Ma con il passare del tempo si staccherà
dal repertorio più frivolo per tentare una via cantautorale.
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Raf • CGD, 1983
Svegliarsi un anno fa • CGD, 1988
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Cosa resterà degli anni Ottanta •
CGD, 1989
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Al Festival di Sanremo Raf fa un figurone con (forse) la sua più bella canzone e di conseguenza l'album e l'hit meritano grande rispetto.
Sogni… È tutto quello che c'è • CGD,
1991
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I successi radiofonici di Interminatamente, Oggi un
dio non ho (Festival di Sanremo) e Siamo soli nell'immenso vuoto che c'è creano le condizioni perché il
CD possa arrivare a tutte le orecchie, anche a quelle più distratte.
Cannibali • CGD, 1993
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Raffaele sa ben individuare e gestire in musica l'inquietudine dei sentimenti, dando un'immagine emozionale di ciò che vive. Contiene le popolari Stai
con me, Due e Battito Animale, alternando ritmo
Rock (Cannibali), Rap e melodia Pop (La folle corsa).
Manifesto • CGD, 1995
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E allegato anche Interagendo, un CD Rom, senza maggiorazione del costo di vendita. Un'operazione unica, in Italia. Si vuole offrire la possibilità di ascoltare Raf, ma anche di navigare nel suo
presente. Qui la felice melodia orecchiabile di Sei
la più bella del mondo, ma anche una certa ritmica
Rock con Manifesto e Il suono c'è, con il basso di Tony Levin.
Collezione Temporanea • CGD, 1996 
Il grande salto è l'unico inedito.
La prova • CGD, 1998
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Voglia di nuovo o tipico processo di riconversione?
Raf si prepara al salto della barricata o intuisce che
è giunto il momento del restyling? Ai posteri l'ardua sentenza, mentre il lettore CD sputa nove canzoni diverse, riottose, tra sonorità recalcitranti e
sintomi di insofferenza al Pop. Chitarra e voce, Jamas è centrata sul comandante Che Guevara, Il primo uomo è ispirata dal film ‘2001 odissea nello spazio’, per la figlia scrive la ballata Little Girl.
Iperbole • CGD, 2001
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È con il singolo Infinito che l'artista riprende posizioni sulle frequenze radiofoniche, più Rock R4, la
piacevole ballata Nei silenzi e il Rap di Assolti, men-
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tre Troppo sensibile è scritta con Max Gazzè. Di base, come sempre, buon gusto e classe.
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Ouch! • WEA, 2004
Ricco di risvolti innovativi e coraggiosi. La ritmica Ouch pone in evidenza le ingiustizie globali di
un pianeta in cui pare che la cosa più importante
sia ottenere il controllo sulla televisione e sul combustibile. In tutti i miei giorni è il singolo per le radio, ma tutto l'album è ben orchestrato con melodie Pop e testi che raccontano Il senso delle cose, del
rapporto altalentante con la vita (Il prestigiatore).
Tutto Raf • Fonit Cetra, 2005 • 2 CD
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Ci sono Anche tu con Eros Ramazzotti e Gente di
mare con Umberto Tozzi.
Passeggeri distratti • Sony, 2006
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Dimentica è il singolo che apre le porte, leggero
quanto basta, raffinato Pop. Attorno alla descrizione dei sentimenti di due persone che si amano
si sviluppa Il nodo, con un intermezzo Rap. Canzoni che scivolano via come le onde del mare per un
surfista (Onde).
Metamorfosi • Sony, 2008
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Metamorfosi, scritta con la moglie Gabriella Labate, e Lacrime e fragole con Pacifico. La sua abituale
leggerezza Pop, senza sorprese.
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Soundview • Sony, 2009 • CD DVD live
Registrato al Forum di Assago. Per tutto il tempo, l'inedito Pop e romantico.
Numeri • Sony, 2011
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La corale Numeri con l'apporto arioso della voce
femminile di Nathalie e del Rap di Frankie HI-NRG
MC. Un'emozione inaspettata è il singolo con archi
in movimento. Un lavoro ben fatto, ma senza lo
sprint che servirebbe.
■
Rafferty Gerry
Dopo aver fatto esperienza come busker nella metropolitana di Londra e avere militato in formazioni minori, lo scozzese Gerald Rafferty (1947-2011)
ottiene un successo formidabile con Baker Street.
È un successo difficilmente bissabile, intorno a cui
ruota tutta la sua storia professionale. L'alcolismo
ne mette in pericolo la carriera e lo porta alla morte per problemi al fegato. Prima della carriera solista registra alcuni dischi con le formazioni degli
Humblebums e degli Stealers Wheel.
Can I Have My Money Back? •
Transatlantic, 1971
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Stealers Wheel:
Stealers Wheel • A&M, 1972
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Stealers Wheel:
Ferguslie Park • A&M, 1973
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Stealers Wheel:
Right Or Wrong • A&M, 1975
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City To City • UA, 1978
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Lo scozzese Rafferty sarà per sempre ricordato per
1
BEST
elenco per artista
ABBA
Abba • 1975
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Arrival • 1976
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Super Trouper • 1980
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Gold: ABBA Greatest Hits • 1992
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Thank You For The Music • 1994
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The Definitive Collection • 2001
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The Complete Recordings • 2005
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Number Ones • 2006
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ABC
Absolutely ABC • 1990
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Look Of Love – The Very Best Of
ABC • 2001
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Ultimate Collection • 2004
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AC/DC
High Voltage • 1976
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If You Want More Blood You've Got It
• 1978
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Highway To Hell • 1979

Back In Black • 1980
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For Those About To Rock We Salute
You • 1981
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The Razor's Edge • 1990
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AC/DC Live • 1992
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Bonfire • 1997
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Backtracks • 2009
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Adam & The Ants / Adam Ant
Kings Of The Wild Frontier • 1980
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Antics In The Forbidden Zone
• 1990
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The Very Best Of Adam & The Ants:
Stand And Deliver • 1999
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The Essential Adam Ant • 2003
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Dandy Highwaymen: The Best Of
Adam And The Ants • 2007
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Adams, Johnny
Johnny Adams • 1969
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■
From The Heart • 1984
■ Reconsider Me: Anthology • 1987
Walking On A Tightrope • 1989
■ I Won't Cry • 1991
Adams, Ryan
Gold • 2001
Adele
19 • 2008
21 • 2011
Aerosmith
Aerosmith • 1973
Toys In The Attic • 1975
Rocks • 1976
Greatest Hits • 1980
Permanent Vacation • 1987
Pump • 1989
Pandora's Box • 1991
Get A Grip • 1993
A Little South Of Sanity • 1998
Afghan Whigs
Congregation • 1991
Uptown Avondale • 1992
Gentlemen • 1993
Black Love • 1996
Africa Unite
Babilonia e poesia • 1993
Un sole che brucia • 1995
Vibra • 2000
Afterhours
Germi • 1995
Hai paura del buio? • 1997
Non è per sempre • 1999
Quello che non c'è • 2002
Padania • 2012
Aguilera, Christina
Christina Aguilera • 1999
Back To Basics • 2006
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23
best • artista
2 Air
Air
Moon Safari • 1998
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Aktuala
Aktuala • 1973
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La terra • 1974
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Alarm
The Alarm • 1983
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Declaration • 1984
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Spirit Of '76 • 1986
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Electric Folklore Live • 1988
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Standards • 1990
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Complete Collection • 2000
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Albarn, Damon
Mali Music • 2002
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Rocket Juice & The Moon • 2012
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Alice
Alice • 1981
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Azimut • 1982
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Park Hotel • 1986
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Il sole nella pioggia • 1989
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Mezzogiorno Sulle Alpi • 1992
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Exit • 1998
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Viaggio in Italia • 2003
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Alice In Chains
Dirt • 1992
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Jar Of Flies • 1994
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Music Bank • 1999
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Allen, Daevid
Banana Moon • 1971
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Good Morning • 1976
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N'Existe Pas • 1979
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Divided Alien Playbax 80 • 1981
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Live At The Witchwood 1991 • 1992
Dreamin' A Dream • 1997
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22 Meanings • 1998
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Eat Me Baby, I'm A Jellybean • 1998
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Man From Gong: The Best Of Daevid
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Allen • 2006
Allen, Terry
Lubbock (On Everything) • 1978
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Allman Brothers Band
Idlewild South • 1970
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At The Fillmore East • 1971
Eat A Peach • 1972
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Brothers And Sisters • 1973
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Dreams • 1989
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Live At Ludlow Garage • 1990
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Seven Turns • 1990
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A Decade Of Hits: 1969-1979 • 1991 
Shades Of Two Worlds • 1991
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The Fillmore Concerts • 1992
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ABB • 1994
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Where It All Begins • 1994
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An Evening With The Allman Brother
Band: Second Set • 1995
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Mycology – An Antology • 1998
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■
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24
Live At The Atlanta International Pop
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Festival • 2004
Allman, Duane
An Anthology • 1972
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An Anthology Vol. II • 1974
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Allman, Gregg
Laid Back • 1973

One More Try – An Anthology
• 1998
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The Solo Years 1973-1997: One More
Silver Dollar • 2009
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Low Country Blues • 2011
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Almamegretta
Animamigrante • 1993
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Sanacore 1.9.9.5. • 1995
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Lingo • 1998
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Almond, Marc
Untitled • 1982
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Torment And Toreros • 1983
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Stories Of Johnny • 1985
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The Stars We Are • 1988
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A Virgin's Tale – Volume 1 • 1992
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A Virgin's Tale – Volume 2 • 1992
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Treasure Box • 1995
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Open All Night • 1999
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Live At Union Chapel • 2001
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Alternative TV
The Image Has Cracked • 1978
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Alvin, Dave
Every Night About This Time/Romeo's
Escape • 1987
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King Of California • 1994
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Interstate City • 1996
Public Domain: Songs From The Wild
Land • 2000
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Amazing Blondel
Englishe Musicke • 1993
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America
America • 1971
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Homecoming • 1972
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Alibi • 1980
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American Music Club
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Everclear • 1991
Mercury • 1993
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Amon Düül II
Yeti • 1970
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Amos, Tori
Little Earthquakes • 1991
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Under The Pink • 1994
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Scarlet's Walk • 2002
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Tales Of A Librarian: A Tori Amos
Collection • 2003
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A Piano: The Collection • 2006
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Anastacia
Not That Kind • 2000
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Anastacia • 2004
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Ash Ra Tempel 3
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Aphrodite's Child
666 • 1972
Apple, Fiona
Tidal • 1996
When The Pawn… • 1999
Arbore, Renzo
Quelli della notte • 1985
Discao Meravigliao: Indietro tutta!
• 1988
Napoli punto e a capo • 1992
Napoli Due punti. E a capo • 1993
Napoli: Punto esclamativo!
Internescional uei! • 1995
Tonight! Renzo Swing! • 2002
Vintage! Ma non li dimostra • 2005
At The Carnegie Hall, New York
• 2006
Arcade Fire
Funeral • 2004
The Suburbs • 2010
Arctic Monkeys
Whatever People Say I Am, That's
What I'm Not • 2006
Area
Arbeit Macht Frei • 1973
Crac! • 1974
Are(A)zione • 1975
Maledetti • 1976
Chernobyl 7991 • 1997
Armatrading, Joan
Joan Armatrading • 1976
Steppin' Out • 1979
Me Myself I • 1980
The Key • 1983
Track Record • 1983
Greatest Hits • 1996
Love And Affection • 1997
Lovers speaks • 2003
Into The Blues • 2007
Arrested Development
3 Years, 5 Months And 2 Days In The
Life Of • 1993
Zingalamaduni • 1994
Greatest Hits • 2001
Since The Last Time • 2006
Art Of Noise
Who's Afraid Of The Art Of Noise?
• 1984
In Visible Silence • 1986
Reconstructed • 2004
And What Have You Done With My
Body, God? • 2006
Ashcroft, Richard
Alone With Everybody • 2000
Ash Ra Tempel
Inventions For Electric Guitar • 1975
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best • artista
Andersen, Eric
'Bout Changes & Things • 1966
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'Bout Changes & Things Take Two
• 1967
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Blue River • 1972
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Ghosts Upon The Road • 1988
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Danko, Fjeld, Andersen • 1991

Stages: The Lost Album • 1991
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Ridin' On The Blinds • 1994

Beat Avenue • 2003
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Anderson, Laurie
Big Science • 1982
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Mr. Heartbreak • 1984
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United States Live I-IV • 1984
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Home Of The Brave • 1986
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Strange Angels • 1989
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Bright Red • 1994
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Animal Collective
Strawberry Jam • 2007
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Merriweather Post Pavilion • 2009
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Animals
Animalisms • 1966
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Most Of The Animals • 1966
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The Best Of The Animals • 1966

The EP Collection • 1988
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The Complete Animals • 1990
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The Decca Years – Don't Bring Me
Down • 1990

Inside Looking Out • 1993
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Absolute Animals 1964-1968 • 2003 
A's, B's & EP's • 2003

Complete French EP 1964/1967
• 2003

Retrospective • 2004

Anthrax
Among The Living • 1987
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I'm The Man • 1987


Attack Of The Killer B's • 1991
Live – The Island Years • 1994

Caught In A Mosh – BBC Live In
Concert • 2007
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Antonacci, Biagio

Biagio Antonacci • 1994
Antony And The Johnsons
Antony And The Johnsons • 1998

I Am A Bird Now • 2005
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The Crying Light • 2009
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Cut The World • 2012
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Aphex Twin
Selected Ambient Works 85/92 • 1992 
Classics • 1994
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Selected Ambient Works II • 1994
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I Care Because You Do • 1995
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51/13 – Aphex Singles Collection
• 1996
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Richard D. James • 1996
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25
2
BEST
elenco per anno
1980
About Time • Gong
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Absolutely • Madness
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Ace Of Spades • Motörhead
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Afters • Hatfield And The North
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Alibi • America
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American Music • Blasters
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Animal Magnetism • Scorpions
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Anthology • Joplin, Janis
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Arc Of A Diver • Winwood, Steve

Back In Black • AC/DC

Best Of Jimmy Witherspoon •
Witherspoon, Jimmy
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Black Sea • XTC
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Boys Don't Cry • Cure
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Brand New Age • U.K. Subs
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California • Nannini, Gianna
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Catholic Boy • Carroll, Jim
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Closer • Joy Division
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Cold Blooded Boogie •
Witherspoon, Jimmy
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Common One • Morrison, Van
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Crazy Rhythms • Feelies
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Crocodiles • Echo & The Bunnymen
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Dalla • Dalla, Lucio
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Decline Of Western Civilization •
Circle Jerks • Germs
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Departure • Journey

Dirty Mind • Prince
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Doc At Radar Station •
Captain Beefheart
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Double Fantasy • Lennon, John
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Empty Glass • Townshend, Pete
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End Of The Century • Ramones
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Flesh + Blood • Roxy Music
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For How Much Longer Do We Tolerate
Mass Murder? • Pop Group
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■
■
■
■
26
Fourth World Vol. 1: Possible Musics •
Eno, Brian
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Fresh Fruit For Rotting Vegetables •
Dead Kennedys

Gaucho • Steely Dan
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Gentlemen Take Polaroids • Japan

Get Happy!! • Costello, Elvis

Grace & Danger • Martyn, John

Greatest Hits • Aerosmith
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Greatest Hits • Quatro, Suzi

Greatest Hits Volume Two •
Ronstadt, Linda
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Grotesque (After The Gramme) • Fall
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Group Sex • Circle Jerks
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Guilty • Streisand, Barbra
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Half Mute • Tuxedomoon
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Ha tutte le carte in regola • Paoli, Gino 
Heartattack And Vine • Waits, Tom
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I Just Can't Stop It • Beat (English Beat) 
In Concerto, Vol. 2º • De André, Fabrizio 
In The Beginning 1975-1977 •
Journey
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In The Flat Field • Bauhaus
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Io se fossi Dio • Gaber, Giorgio
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Jane From Occupied Europe •
Swell Maps
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Just One Night • Clapton, Eric

Kaleidoscope • Siouxsie & The Banshees 
Kilimanjaro • Teardrop Explodes
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Killing Joke • Killing Joke

Kings Of The Wild Frontier •
Adam & The Ants / Adam Ant
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La rossa • Milva
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Le Chat Bleu • DeVille Willy/
Mink DeVille
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Live • Richard, Zachary

Live Shots • Ely, Joe
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■
Los Angeles • X
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Made In America • Blues Brothers
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Making Movies • Dire Straits
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Me Myself I • Armatrading, Joan
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Metro Music • Martha & The Muffins 
Nero a metà • Daniele, Pino
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Nobody's Heroes • Stiff Little Fingers 
Now We May Begin • Crawford, Randy 
Nurds • Roches
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Official Blues Band Bootleg Album •
Blues Band
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One More Road • Ely, Joe
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Original Singles 1965-1967 • Byrds
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Peter Gabriel • Gabriel, Peter
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Polyrock • Polyrock
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Possible Musics • Hassell, Jon

Pretenders • Pretenders

Remain In Light • Talking Heads
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Replay • Crosby, Stills, Nash & Young 
Ricetta di donna • Vanoni, Ornella
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Sacred Songs • Hall, Daryl

Sandinista! • Clash

Scary Monsters (and Supercreeps) •
Bowie, David

Searching For The Young Soul Rebels •
Dexys Midnight Runners
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Seconds Of Pleasure • Edmunds, Dave 
Seventeen Seconds • Cure

Shadows And Light • Mitchell, Joni 
Signing Off • UB40
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Sinsemilla • Black Uhuru
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Soldier • Pop, Iggy
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Songs The Lord Taught Us • Cramps

Sono solo canzonette •
Bennato, Edoardo
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Sound Affects • Jam

Splendido Hotel • Di Meola, Al
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Suonare suonare •
Premiata Forneria Marconi
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Super Trouper • ABBA
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Ten Bloody Marys And Ten How's
Your Fathers • Costello, Elvis
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The Best Of Damned • Damned
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The Best Of Mahavishnu Orchestra •
McLaughlin, John
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The Best Of Sir Douglas Quintet •
Sahm, Doug

The Blues Brothers • Blues Brothers

The Byrds Play Bob Dylan • Byrds

The Commercial Album • Residents 
The Correct Use Of Soap • Magazine
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The Enchanted Garden •
Renbourn, John
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The Psychedelic Furs • Psychedelic Furs 
The River • Springsteen, Bruce

The Special A.K.A. Live EP • Specials
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■
■
The Steve Howe Album • Howe, Steve 
The Up Escalator • Parker, Graham

Thirteen Down • Jansch, Bert

This Time • Jarreau, Al

Too Much Pressure • Selecter

Tregua • Zero, Renato

Truth Decay • Burnett, T Bone
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Underwater Moonlight • Soft Boys
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Uprising • Marley, Bob
(And The Wailers)
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Urlo • Cattaneo, Ivan
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Voices • Hall Daryl & Oates John
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Welcome To The Club • Hunter, Ian
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Willie Nile • Nile, Willie
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Xoo Multiplies • Yellow Magic Orchestra 
best • anno
1981 3
1981
2060 Italian graffiati • Cattaneo, Ivan 
4 • Foreigner
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Al centro della musica • Ron
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Alice • Alice
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Almost Blue • Costello, Elvis
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Alone & Acoustic • Guy, Buddy
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An Innocent Man • Joel, Billy
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Artisti Vari: Amarcord Nino Rota •
Willner, Hal
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Bella Donna • Nicks, Stevie
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Be Yourself Tonight • Eurythmics
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Black President • Kuti, Fela
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Bounced Checks • Waits, Tom
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Brasil • Gilberto, João
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Burning Blue Soul • The The
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Business As Usual • Men At Work
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Captured • Journey
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Collected Works • Simon, Paul
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Coup De Grace • DeVille Willy/
Mink DeVille
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Damaged • Black Flag
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Dance • Numan, Gary
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Dare! • Human League
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Dark Continent • Wall Of Voodoo
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Dead Set • Grateful Dead
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Desire • Tuxedomoon
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Discipline • King Crimson
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Divided Alien Playbax 80 • Allen, Daevid 
Dream Theory In Malaya •
Hassell, Jon
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Dreamtime • Verlaine, Tom
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Electric Rendezvous • Di Meola, Al
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El Rayo-X • Lindley, David
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Energie • Russo, Giuni
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Escape • Journey
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Escape Artist • Jeffreys, Garland
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Fabrizio De André •
De André, Fabrizio
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Fire Of Love • Gun Club
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■
■
■
27
best • anno
4 1982
Fiyo On The Bayou • Neville Brothers 
Flowers Of Romance •
Public Image Ltd
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For Those About To Rock We Salute
You • AC/DC
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Friday Night In San Francisco •
Di Meola, Al
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From Branch To Branch • Redbone, Leon
Golden Down • Nile, Willie
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Good Rockin' Mama • James, Etta
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Gram Parsons & The Fallen Angels:
1973 • Parsons, Gram
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Greatest Hits • Commodores
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Greatest Hits (& Some That Will Be) •
Nelson, Willie
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Great Moments With B.B. King •
King, B.B.
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Hard Promises • Petty Tom & The
Heartbreakers
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Honi Soit • Cale, John
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Hooligans • Who
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Hoy Hoy • Little Feat
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Juju • Siouxsie & The Banshees
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Jumpin' Jive • Jackson, Joe
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La grande grotta • Fortis, Alberto
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La voce del padrone • Battiato, Franco 
Let The Power Fall • Fripp, Robert
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Level 42 • Level 42
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Live In Italy • Treves Blues Band
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Living Eyes • Radio Birdman
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Mimì • Martini, Mia
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Mistaken Identity • Carnes, Kim
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Morning Has Broken • Stevens, Cat 
Moving Hearts • Moving Hearts

My Life In The Bush Of Ghosts •
Eno, Brian
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Nightclubbing • Jones, Grace
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Non si può smettere di fumare •
Gianco, Ricky
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No Sleep 'Til Hammersmith •
Motörhead
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Of Skins And Heart • Church
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Paris Milonga • Conte, Paolo
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Penguin Cafe Orchestra •
Penguin Cafe Orchestra

Pirates • Jones, Rickie Lee
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Play And Sing The Mississippi Delta
Blues • Burnside, R.L.
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Prayers On Fire • Birthday Party
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Present Arms • UB40
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Pretenders II • Pretenders

Private Eyes • Hall Daryl & Oates John 
Queen's Greatest Hits • Queen
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Reckoning • Grateful Dead
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Robot Woman • Mother Gong
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Roman Gods • Fleshtones
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■
■
■
■
■
■
■
■
■
28
■ Scott Walker Sings Jacques Brel •
Walker, Scott
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Secret Combination •
Crawford, Randy
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Seven • Madness
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Shades • Cale, J.J.
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Showcase • Aswad
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Slates • Fall
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Solid Gold • Gang Of Four
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Songs From The Broadway Productions
Of The Catherine Wheel • Byrne, David 
Songs In The Attic • Joel, Billy
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Sons And Fascination • Simple Minds 
Sound Machine Groove • Burnside, R.L. 
Speak And Spell • Depeche Mode
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Still • Joy Division
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Strada facendo • Baglioni, Claudio
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Talk Talk Talk • Psychedelic Furs
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Tattoo You • Rolling Stones
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The Best Of • Rainbow
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The Best Of The Blues Brothers •
Blues Brothers
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The Best Of The Doobies Vol. II •
Doobie Brothers
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The Blasters • Blasters
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The Chieftains 10 • Chieftains
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The Electric Spanking Of War Babies •
Funkadelic
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The Essential Jimi Hendrix Volume
Two • Hendrix, Jimi
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The Lounge Lizards • Lounge Lizards 
The Punchline • Minutemen
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There Goes The Neighborhood •
Walsh, Joe
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The Simon And Garfunkel Collection •
Simon & Garfunkel
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Tin Drum • Japan
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Wilder • Teardrop Explodes
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Wild Gift • X
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■
■
■
■
■
1982
1999 • Prince
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Abominog • Uriah Heep
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All 4 One • Motels
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Alright Again •
Brown, Clarence Gatemouth
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Asia • Asia
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Avalon • Roxy Music
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Azimut • Alice
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Bad Brains • Bad Brains
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Bad To The Bone • Thorogood, George 
Beautiful Vision • Morrison, Van
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Big Science • Anderson, Laurie
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Billy Idol • Idol, Billy
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Blackout • Scorpions
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Built For Speed • Stray Cats
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■
Il DVD-Rom
Esempio di “Ricerca per
artista” il nome compare man
mano che si digitano le lettere
che lo compongono
29
Esempio di “Ricerca per album”:
basta digitare nella barra di
ricerca una parola contenuta nel
titolo dell’album desiderato
30
Esempio di “Ricerca avanzata”:
tutti gli album pubblicati
nell’anno 2001 con giudizio
di 5 stellette
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il Dizionario
del Pop-Rock
Il Dizionario del Pop-Rock esamina e descrive la produzione
di 2130 artisti o gruppi per un totale di oltre 31 000 album.
Di ogni artista dà una breve introduzione biografica. Di ogni
album, organizzati in ordine cronologico, vengono forniti l’anno
di produzione, la casa discografica e una valutazione espressa
sinteticamente in stellette (da 1 a 5); gli album con giudizio di
almeno 3 stellette riportano anche un commento.
I generi presi in considerazione spaziano dal blues al country,
dal folk al punk e al rap, dal soul al rhythm and blues, dal reggae
allo ska, dalla musica etnica a quella d’avanguardia, dalla musica
techno alla musica leggera più convenzionale, senza tralasciare
significative incursioni in ambiti più circoscritti come per esempio
la musica brasiliana.
Una panoramica della realtà musicale pop-rock, a partire dagli
anni ’50, che, oltre a essere un repertorio ricco e affidabile,
costituisce un filo d’Arianna nella conoscenza di un campo tanto
vasto quanto multiforme come quello della musica contemporanea.
OLTRE 2 000 ARTISTI
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di Enzo Gentile e Alberto Tonti
Prefazione di Carlo Verdone
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Requisiti di sistema: sistema operativo Windows XP, Vista o Windows 7;
Mac OS X 10.6, 10.7, 10.8 (processore Intel, installazione obbligatoria);
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a Internet per la durata dell’installazione. Per l’installazione del
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programma su disco rigido è necessario disporre della chiave di attivazione
(stampata in verticale sul bollino argentato SIAE); per Windows cliccare su
Installa.exe; per Mac OS X copiare la App dal file dmg nella cartella applicazioni
o sul desktop. Sono possibili al massimo due installazioni. Una volta installata
sul computer, l’opera è consultabile anche offline. Per le istruzioni dettagliate
della procedura si veda http://dizionari.zanichelli.it/installazionecd. Motore di
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