SCRIVERE IN SCENA
Laboratorio di creazione teatrale condotto da Alessandro Serra
Compagnia Teatropersona
PREMESSA
Il Laboratorio si propone si suggerire dei possibili percorsi di approccio alla messa in scena di
un’opera teatrale a partire da una idea di base fino ad arrivare all’elaborazione di una vera e propria
scrittura di scena. Saranno affrontati i temi basilari dell’arte scenica: dalla drammaturgia all’uso degli
oggetti, dalla scenografia al lavoro con gli attori. Nel corso dei tre giorni i partecipanti verranno
coinvolti in una vera e propria simulazione di messa in scena a partire dal tema dell’immigrazione e in
particolare dall’opera di Shaun Tan “L’approdo”. Sarà inoltre argomento di approfondimento oltre che
pretesto drammaturgico l’analisi del percorso creativo che ha condotto alla creazione dell’opera “Il
grande viaggio”.
FASE PREPARATIVA
Ogni partecipante dovrà visionare l’opera di Shaun Tan “L’approdo”, quindi dovrà portare con sé:
1. Indumenti comodi
2. Quaderno per gli appunti
3. Un oggetto simbolo di immigrazione
LABORATORIO
Il training
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Riscaldamento fisico e vocale
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Esercizi di composizione
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Il coro
Elementi di drammaturgia
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L’idea
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Il reagente
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Correlativo oggettivo
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Dal tema al titolo
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Nominare
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Il luogo
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Il personaggio
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Trama e intreccio
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Drammaturgia dell’immagine: comporre e costruire la scena
lo spazio
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rettangolo, triangolo, cerchio
dallo spazio alla scena
dalla scena al luogo
gli oggetti
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Oggetto materia
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Oggetto accessorio e requisito
•
rapporto tra attore, oggetto e spazio scenico
IL GRANDE VIAGGIO
scheda didattica
TRAMA:
Un giovane falegname, con la valigia carica di speranza e ricordi preziosi come tesori, parte da un paese
lontano, attraversa il mare e approda in una patria nuova e sconosciuta. Lascia a casa la povertà ma
anche il suo cuore e una moglie ammalata che attende di poterlo raggiungere.
L’uomo approda in un mondo estraneo e bizzarro ma si sente forte e determinato perché sa che deve
trovare presto un lavoro per comprare un farmaco speciale in grado di curare la sua amata. Ma a volte è
difficile capire quale strada percorrere e lottare contro la solitudine e lo sconforto che, come inquietanti,
invisibili presenze, minacciano di spegnere la speranza, fino all’ultimo lume…
Finché, come in una fiaba, l’eroe della storia farà due fortunosi e incredibili incontri. Nel momento di
maggior sconforto, gli appare, inattesa, la buffa figura di un compagno segreto: la sua anima in forma di
animale, un aspetto sopito ma vigoroso del suo io più profondo, il daimon. Ciò che per alcune tradizioni
è l’animale totemico, lo spirito guida che ci conduce e ci sostiene quando l’unica possibilità sembra
quella di cedere allo sconforto. Tuttavia per realizzare un sogno non bastano il coraggio e la speranza,
serve anche un altro essere umano che tenda una mano e regali una possibilità così, nel suo periglioso
cammino, il falegname incontrerà un altro personaggio veramente molto insolito….
Inizia così, per il protagonista, un vero e proprio percorso iniziatico che correrà su due binari paralleli:
quello del mondo e quello dell’anima.
TEMATICHE:
Il Grande Viaggio racconta una storia universale e comune. La storia di un viaggio intrapreso non per
scelta ma per necessità che diventa metafora di un viaggio più intimo e profondo. Lo spettacolo,
attraverso un duplice livello di narrazione, pone lo spettatore di fronte a temi topici capaci di parlare sia
ai più piccoli sia agli adulti. Le tematiche affrontate sono:
• L’IMMIGRAZIONE. L’impossibilità di trovare nel proprio paese condizioni necessarie alla
sopravvivenza obbliga il protagonista a mettersi in viaggio. Lasciare la propria terra, la propria
casa e gli affetti più cari è l’unica via possibile. Il viaggio però - attraverso le difficoltà - offre
anche opportunità di crescita e si delinea come percorso di conoscenza.
• L’INTEGRAZIONE. Dal racconto emerge l’importanza di valori quali:
la solidarietà e l’amicizia nelle sue diverse forme;
l’accoglienza nel senso di accettazione delle differenze;
la scoperta della singolarità di ciascuno, della sua personalità e dell'inviolabilità dei suoi diritti;
la comprensione del valore della diversità e la considerazione dell’incontro con l’altro come
possibilità di arricchimento.
• FORZA PERSONALE\ DAIMON. Il viaggio può essere inteso come un percorso iniziatico
durante il quale il protagonista imparerà che nella parte più profonda di ogni essere umano
riposa una forza segreta che aiuta a non rinunciare, ad andare avanti. Questa forza è la speranza:
il coraggio e la fiducia che ogni esperienza, anche la più infelice, può essere non solo un
ostacolo da superare ma anche un’occasione da cogliere per crescere, divenire, rinascere.
Nei momenti più difficili può accadere che l’individuo scopra la propria forza interiore, la
propria ricchezza: la parte più profonda di sé, che certe culture chiamano daimon.
Il daimon è lo spirito guida che conduce e sostiene quando si vorrebbe cedere allo sconforto e
si manifesta fisicamente sotto forma di animale totemico.
TECNICHE E LINGUAGGI UTILIZZATI:
Il Grande Viaggio è uno spettacolo teatrale dall’impianto magico e poetico in cui il teatro di prosa si
fonde e si rigenera con un teatro fatto di immagini suggestive ed evocative.
Tra i linguaggi utilizzati ci sono:
l’uso della parola e della narrazione: il racconto delle vicende principali avviene attraverso monologhi
e dialoghi tra i vari personaggi;
il mimo corporeo e il comico: la comicità mimica degli interpreti, ispirata al teatro di Buster Keaton,
sposta la comunicazione scenica sul piano della leggerezza e del sorriso. Una lievità da cui scaturiscono
incoraggiamento e determinazione, capace di gettare uno spiraglio di luce anche nei momenti più bui;
il teatro di immagine e la poetica degli oggetti: lo spettacolo si avvale di quella che è orami
divenuta la caratteristica peculiare di Teatropersona vale a dire l’uso narrativo del teatro di immagine con
particolare riferimento all’utilizzo degli oggetti. Questi ultimi, raccolti nel corso di anni di tournée, sono
stati trasfigurati in scena divenendo veri e propri protagonisti poetici del racconto;
la dialettica luce/buio: il regista modella il buio così come fa con il corpo degli attori. La luce taglia,
plasma forme e crea stupefacenti, piccole illusioni. Semplici ma coinvolgenti. La luce non si limita a
disegnare lo spazio scenico ma plasma il mondo degli oggetti che prendono vita e si trasformano grazie
a inattesi bagliori che parlano al cuore e restano nella memoria;
la musica: il linguaggio musicale non viene abusato ma, attraverso scelte accorte e sapienti, viene
utilizzato come accompagnamento, sostegno e integrazione dell’impatto emotivo delle varie scene.
FONTI:
Il Grande Viaggio è una storia originale, frutto di un approfondito periodo di studio e ricerca, scritta dal
regista Alessandro Serra. Alcune delle fonti a cui si è ispirato Serra sono Walter Benjamin per quanto
riguarda il rapporto letteratura- infanzia; Cristina Campo e Tolkien in relazione alla teoria della fiaba;
Geoge Perec per il tema dell’immigrazione.
PROPOSTA DI LAVORO:
Dai 5 ai 7 anni:
attraverso il disegno o attività plastiche, si può chiedere ai bambini di
-illustrare il viaggio del protagonista dello spettacolo e\o di un viaggio immaginario (che vorrebbero
fare);
- disegnare e drammatizzare il proprio animale totemico (daimon): come è fatto, come è vestito, come
parla, come si muove, cosa dice etc
dagli 8 ai 13:
-scrivere un breve racconto di un episodio di un viaggio in cui hanno trovato una difficoltà e di come
l’hanno superata;
-utilizzando un oggetto ispirato dallo spettacolo (esempio una valigia) drammatizzare una scena di un
viaggio raccontato dai genitori, da un nonno, un conoscente o un amico straniero.
ALESSANDRO SERRA si avvicina giovanissimo al teatro attraverso gli esercizi di trascrizione per la scena delle opere cinematografiche di
Ingmar Bergman e la pratica delle arti marziali. Studia come attore inizialmente avvicinandosi alle azioni fisiche e ai canti vibratori di
Grotowski, per poi arrivare alle leggi oggettive del movimento di scena trascritte da Mejercho’ld e Decroux. Nel frattempo si laurea in Arti
e Scienze dello Spettacolo all’Università la Sapienza di Roma con una tesi sulla drammaturgia dell’immagine. Nel 1999 fonda la Compagnia
Teatropersona, con la quale comincia a mettere in scena i propri spettacoli che scrive e dirige, creandone le scene, i costumi, le luci e i
suoni. Negli ultimi anni il lavoro di ricerca sulla scena come puro fatto materico si è concretizzato nella creazione di una “trilogia del
silenzio”, in cui la drammaturgia è praticata quale vero e proprio espianto di aure dalle opere letterarie di Samuel Beckett, Bruno Schulz e
Marcel Proust. Nel 2009 crea la sua prima opera per l'infanzia, "Il Principe Mezzanotte", presentato in oltre duecento repliche in Italia e
all'estero. Teatropersona ha portato in tournée i propri spettacoli in Italia, Francia, Svizzera, Corea, Germania, Russia, Polonia.
Negli ultimi anni collabora come regista ospite con la compagnia Accademia Arte della Diversità/ Teatro la Ribalta di Bolzano.
Creazioni: 2000 Nella città di K | 2003 Cechov non ha dimenticato | 2005 Theresienstadt | 2006 Beckett Box (Premio europeo Beckett &
Puppet) | 2008 Il Principe Mezzanotte (Premio dell’Osservatorio critico degli studenti al Premio Scenario Infanzia) | 2009 Trattato dei
manichini (Premio ETI Nuove Creatività; Premio Lia Lapini di scrittura di scena) | 2011 AURE | 2013 Il Grande Viaggio (Premio del
pubblico al FIT Festival di Lugano)| 2014 MACBETTU (studio vocale) | 2015 L’ ombra della sera; H+G. con gli attori dell’Accademia
Arte della Diversità.