LIBRI RICEVUTI
Giovanni Isgrò: Il sacro e la scena - pp.250 Ed. Bulzoni - 2011 Roma
Il noto studioso di storia dello spettacolo Giovanni Isgrò, docente
all’Università di Palermo e socio del Centro Internazionale di Studi sul Mito, ci
offre con questo volume un vasto ed articolato panorama di un settore sul
quale, specialmente negli ultimi anni, ha appuntato particolare attenzione
nella sua ricerca scientifica.
Si tratta della messa in scena sacra: un fenomeno pre -teatrale, ma attraverso
il quale si sviluppano nel tempo modi rappresentativi ed esperienze che
sfociano nel teatro vero e proprio, nel senso che questa parola assume
comunemente in età moderna per indicare una precisa forma di mise en
scéne.
L’Autore evidenzia come l’origine della drammatica sacra sia da ricercare da
un lato nella liturgia e nelle sue azioni sacre che si svolgono all’interno
dell’edificio chiesa, pur rimarcando la netta distinzione tra actio liturgica e
azione teatrale; d’altro lato, come essa si sviluppi uscendo dalla chiesa e
proponendosi nel contesto del teatro festivo urbano e della città teatro in
modo da realizzare un più diretto e totale coinvolgimento di una più vasta
platea di spettatori nel vivo del messaggio cristiano che intende trasmettere.
L’approdo nel tempo a forme di spettacolo sacro che confluiranno nel teatro
modernamente inteso, sia racchiuso in edifici deputati che en plein air, è
illustrato attraverso una vasta ed interessante rassegna di exempla, che sotto
il profilo temporale muove diacronicamente dall’età medioevale a quella
rinascimentale, spingendosi fino al Sei e Settecento attraverso il teatro
gesuitico, con i suoi contenuti didattici poggiati sui collegi della Compagnia e
tesi all’affermazione dei valori della Controriforma.
Da un punto di vista spaziale e geografico, gli exempla che vengono addotti
coinvolgono sia le varie regioni d’Italia, sia le diverse nazioni europee, nelle
quali realtà territoriali il fenomeno, pur partendo da identici presupposti e
incanalandosi verso una regolarizzazione con caratteri di sostanziale
uniformità, viene ad assumere differenti specifiche connotazioni a seconda
dell’incidenza di fattori topici.
Attraverso questa affascinante carrellata nel passato, che presenta testi poco
conosciuti e messe in scena scarsamente documentate, è possibile seguire
le progressive linee di sviluppo della drammatica sacra dalle primitive forme,
alquanto embrionali e strettamente legate alla liturgia, a modi di
rappresentazione sempre più “autonomi”, grazie anche al subentrare delle
confraternite nella gestione dell’evento religioso-spettacolare, nonché più
elaborati e sofisticati, tali da anticipare e condizionare il moderno fenomeno
teatrale.
Particolare attenzione è posta dall’Autore, coerentemente ad una linea di
ricerca da lui sempre perseguita, agli aspetti inerenti la cultura materiale dello
spettacolo (scenografie, costumi, attori, musici) anche come mezzo di
coinvolgimento delle masse in una spettacolarità totale urbana di una città
all’uopo rimodellata; ovvero con un ritorno all’interno dell’edificio sacro, in
apparati sfruttanti il gigantismo realizzabile nelle chiese: in tale duplice
prospettiva, è interessante il richiamo all’impegno profuso da artisti di prima
grandezza, come il Brunelleschi a Firenze, il Bernini e Pietro da Cortona a
Roma, per non parlare dell’illusionismo pittorico delle scenografie del padre
gesuita Andrea Pozzo, che trovano un riscontro ancora oggi godibile nel
soffitto della grande chiesa romana di Sant’Ignazio, da lui affrescato.
In definitiva, un’opera assai interessante che a mia conoscenza mancava con
tale ampiezza di respiro nel panorama teatrologico e che, attraverso un
approccio originale e coinvolgente, evidenzia una volta di più le qualità
dell’Autore quale acuto e prestigioso studioso della materia.
Gianfranco Romagnoli