Esercitazione n° 10 FISICA SPERIMENTALE II (C.L. Ing. Mecc. A/L) (Prof. Gabriele Fava) A.A. 2010/2011 INDUZIONE ELETTROMAGNETICA 1.Una sbarretta conduttrice rettilinea lunga l = 10 cm trasla sul piano xy con velocità v = 4 m/s parallela all’asse x. La sbarra, la cui normale forma un angolo di 30° con l’asse x, è immersa in un campo magnetico uniforme e costante B = 1 T che non ha componente lungo l’asse y e forma un angolo di 45° con l’asse x. Calcolare la tensione indotta ai capi della sbarra. A causa della forza di Lorentz su tutti i punti della sbarra in moto r ) E agisce un campo elettromotore uniforme = −vB z u y con Bz = B senβ. Il componente En di tale campo non produce effetti, mentre il componente Et = E cosα fa migrare le cariche positive verso l’estremo A della barretta, compiendo un lavoro, sull’unità di carica, pari a: l r r l E = ∫ Et ⋅ dl = ∫ E cos α dl = ∫ vB senβ cos α dl = vBl senβ cos α = 0,24V l 0 0 0 tale lavoro rappresenta la tensione esistente tra i punti A e B. 1 2. La stessa sbarretta dell’esercizio precedente ruotar attorno a un estremo con velocità angolare costante ω = 100 rad/s e il campo B è parallelo e concorde con r ω . Calcolare la tensione indotta ai capi della sbarra. r r r Il generico punto P della sbarra ha velocità v = ω × r e il campo r r r r r r ( E = v × B = ω × r ) × B diretto da O elettromotore indotto in P vale verso A, di modulo E = ωrB, quindi non uniforme. l 1 ω rB dr = ω Bl 2 = 0,5V La tensione tra A e O vale: E = ∫ 2 0 Nota : Allo stesso risultato si giunge sostituendo alla barretta un disco conduttore ruotante. 2 3. La stessa sbarretta dell’esercizio precedente ruota su un piano contenente un filo rettilineo indefinito percorso da corrente i e situato a distanza a dal centro di rotazione della sbarra. Determinare l’espressione della f.e.m. indotta in funzione del tempo. • Nel punto S il campo B è uscente dalla pagina; • la tensione sull’elemento infinitesimo dr vale: dE = v × B · dr ; essendo v ┴ dr e v ┴ B si ha: dE = v B dr con B = e v = ωr, cosicché dE = μ0 i μ i = 0 2π RS 2π a + r cos ω t μ0 iωr dr ; 2π a + r cos ω t • in definitiva l E = ∫ d ∈= 0 μ0iω 2π cos ω t ⎛ a a + l cos ω t ⎞ ⎜⎜ l − ⎟⎟ ln t a cos ω ⎝ ⎠ N.B. Si integra per sostituzione y = a + r cosωt r = (y – a) / cosωt a + l cos ω t E= ∫ a dy = cosωt dr μ 0 iω 1 ⎛ a ⎞ ⎜1 − ⎟ dy 2π cos 2 ω t ⎜⎝ y ⎟⎠ 3 dr = dy / cosωt 4. Una spira circolare ruota attorno a un suo diametro in un campo magnetico uniforme. Calcolare la corrente indotta nel caso in cui: (a) Il campo sia parallelo all’asse di rotazione (b) Il campo sia perpendicolare a tale asse. CASO (a) Orientando dl nel verso dell’arco AB, si ha la f.e.m. indotta fAB : π 2 r r B ωBR 2 2 = ∫ E ⋅ d l = ∫ Bω r cos α dl = ∫ ωBR senα cos α dα = 2 0 A A B f AB In modo analogo si ricava fBC ottenendo f BC = − ωBR 2 2 , cosicché la f.e.m. r r indotta totale è ∫ E ⋅ d l = 0 : nella spira non circola corrente. ABCA CASO (b) Al generico tempo t il flusso magnetico concatenato con la spira vale ΦS (B) = B S cosωt, essendo α = ωt l’angolo tra la normale alla spira n e il campo B in quell’ istante ed S l’area della spira. La corrente indotta vale: i=− 1 dΦ ωBS = senω t R dt R 4 5. Una sbarretta di rame lunga l, di massa m e resistenza R, si muove con velocità costante v0 su una guida conduttrice piegata a U, priva di attrito e di resistenza trascurabile. A un certo istante la sbarra entra in un campo magnetico uniforme perpendicolare al piano del circuito, uscente da esso e di modulo B = 0,1 T, fermandosi dopo aver percorso 5 cm. Calcolare la velocità iniziale della sbarretta. v0 · F B i v · B A un generico istante successivo all’ingresso della sbarretta nella regione del campo magnetico la sua velocità varrà v e la corrente indotta sarà data da: () r ∈ 1 dΦ B 1 = − B lv i= =− R R dt R Sulla sbarretta agisce la forza frenante data dall’equazione di Laplace: F = i B l, il cui lavoro elementare vale r r B 2 l 2 vdx dL = F ⋅ dx = iBl dx = − R Applicando il Teorema delle forze vive (dT = dL) si ha: B 2l 2vdx B 2l 2 dx mv dv = − ⇒ mdv = − R R 0 e integrando d B 2l 2 B 2l 2d m ∫ dv = − dx ⇒ v0 = ∫ R Rm v0 0 ed essendo m = δV = δ l S e R = ρ l / S, si ottiene: Rm = δρ l2. In definitiva v0 = B2d δρ 4 = 3,30 m / s 3 N.B. δCu = 0,9 · 10 kg/m ρCu = 1,7 · 10-8 Ω m 5 6. La stessa sbarretta dell’esercizio precedente si muove con velocità costante v0 in un campo magnetico variabile nel tempo con la legge B = B0 cos ωt. Trovare la f.e.m. indotta. Mediante la Legge di Faraday-Neumann-Lenz si trova la f.e.m. indotta: () r dΦ S B r r d d d ∈= − =− S n ⋅ B = − (SB ) = − [l x (t ) B0 cos ω t ] = dt dt dt dt = - l B0 v0 cosωt + l B0 x ω senωt ( ) Si noti che il primo addendo è dovuto al moto della sbarretta, il secondo addendo alla variabilità del campo magnetico B. 7. Una sbarretta conduttrice di massa m = 10 g e resistenza R = 10 Ω è posta su due guide metalliche di resistenza trascurabile , prive di attrito, distanti b = 5 cm e chiuse ai capi di un generatore di corrente costante i = 0,1 A . Il circuito è immerso in un campo magnetico uniforme e costante B = 0,4 T . Se la sbarretta a un certo istante è libera di muoversi, calcolare la potenza erogata dal generatore in funzione del tempo. La sbarra risente di una forza costante poiché i è costante: F = ibB = ma a = ibB/m = costante MRUA. Tale forza F compie lavoro motore L = ibBx = ΔT che si ritrova sotto forma di energia cinetica della sbarra. La potenza spesa sulla sbarra dal generatore varia al variare di t con la legge: r r i 2b 2 B 2 P (t ) = F ⋅ v = Fv = ibB at = t m N.B. Questa potenza è richiesta dal fatto che nel circuito compare la fem indotta E = Bbv che si oppone la passaggio di corrente. 6 La potenza dissipata per effetto Joule vale PJ = R i2 per cui PTOT i 2b 2 B 2 = Ri + t m 2 8. Si consideri lo stesso circuito dell’esercizio precedente, sostituendo al generatore di corrente un generatore di tensione con f.e.m. = 1 V e resistenza interna nulla. Si studi il moto della sbarra e l’energia totale spesa dal generatore. Per t = 0 vale la I legge di Ohm per cui i0 = V0 / R; per t = t la legge del circuito è i = ETOT / R = (V0 – E’) / R dove E’ = Bbv è la f.e.m. indotta ai capi della sbarretta. Dunque i = V0 − Bbv (A) R dv V0 − Bbv bB = m dt R B b ⎞ − t dv Bb V0 ⎛⎜ mR ⎟ ( ) = V − Bbv ( ) = − v t 1 e 0 per cui ⎟ (B) Bb ⎜⎝ dt m e integrando ⎠ La forza che agisce sulla sbarra vale F = iBb = 2 2 B b V0 ⎛⎜ − mR i (t ) = e Dalle (A) e (B) si ricava R ⎜⎝ 2 2 7 t ⎞ ⎟ ⎟ ⎠ Grafico della corrente i V0 / R 0 t ∞; in pratica i = 0 per t ≈ 3 - 4τ con τ = Rm / B2 b2 Teoricamente i = 0 per t Grafico della velocità v v∞ = V0 / bB 0 t Per t ∞ si ha v∞ = V0 / bB e per questo valore della velocità si ha E’ = V0 per cui ETOT = 0 e, quindi, i = 0; ma se i = 0 allora F = 0 e la sbarra si muove di moto uniforme. L’energia totale spesa dal generatore è somma di due termini: l’energia dissipata su R per effetto Joule e l’energia cinetica della sbarra, per cui ∞ E = ∫ Ri 2 dt + 0 1 2 1 2 1 2 mv∞ = mv∞ + mv∞ = mv∞2 = 25 J 2 2 2 8 9. La spira rettangolare di figura avanza verticalmente verso l’alto con velocità v entro il campo uniforme B. Determinare la forza da applicare alla spira per mantenerla in moto uniforme. A un certo istante la spira è abbandonata a sé stessa e cade. Determinare la velocità limite raggiunta dalla spira. r ⊗B r v A’ B’ h A b B Avanzando verso l’alto, il lato A’B’ della spira taglia, in un tempo t, il flusso Φ = B · A’B’ · v · t, con induzione nella spira stessa una f.e.m. f =− dΦ B ⋅ A' B' = − B ⋅ A' B ' ⋅ v e la circolazione della corrente i = v. R dt Il verso della corrente indotta è tale da produrre sul lato A’B’ F i una forza FL che si oppone al movimento, cosicché la forza F FL necessaria a garantire il moto uniforme della spira deve valere F = FL + P = i · B · A’B’ + mg P Quando la spira è abbandonata a sé stessa, la corrente indotta vale sempre i= B ⋅ A' B' v , ma ora circolerà in verso opposto rispetto al caso precedente, in R modo da produrre sul lato A’B’ una forza F’L diretta verso l’alto, tendendo ancora una volta ad opporsi alla causa che la genera. Si avrà, dunque, P - F’L = ma = mg - i · B · A’B’ da cui si ricava 2 B 2 A' B ' v' a=g− Rm e quando a v LIM = 0 la velocità v’ tende al valore limite mgR B 2 A' B ' 9 2 10. Un pendolo semplice è costituito da un filo metallico rigido di lunghezza l, di massa trascurabile in confronto a quella della sferetta appesa al suo estremo libero. Esso compie piccole oscillazioni di ampiezza 2α0 in un piano perpendicolare a un campo magnetico uniforme B. Determinare l’espressione che dà la tensione elettrica esistente agli estremi del filo in funzione del tempo. Sull’elemento di filo dx c’è la tensione dE = v × B · dx = v B dx dα v = α x = x Nel pendolo dt e per piccole oscillazioni α = α0 senωt con ω = g l . • v Dunque v = α0 ω x cosωt ; dE = α0 ω x B cosωt · dx. La tensione agli estremi del filo è data da: l E = ∫ α 0ω xB cos ω t dx = 0 l2 α 0ω B cos ω t . 2 Essa vale zero agli estremi della oscillazione (v = 0) ed è massima quando il pendolo passa per la verticale (v = vMAX); cambia segno ogni volta che il verso del moto si inverte. 11. Si sostituisca il filo dell’esercizio precedente con una sbarretta e si ricavi la tensione indotta agli estremi di essa. L’equazione del moto di un pendolo composto è •• •• ml 2 mgl mgl α . Dato che I = ⇒ α + ω 2α = 0 Iα = − senα ≈ − 3 2 2 3g . dove ω 2 = 2l Pertanto si ricava α = α0 senωt. L’area spazzata dalla sbarra nel tempo dt vale allora: dS = ½ l2 dα = ½ l2 α0 ω cosωt dt, per cui dΦ = B dS = ½ l2 B α0 ω cosωt dt. La tensione ai capi della sbarra vale in modulo: │E│= dΦ = ½ l2 B α0 ω cosωt dt uguale, dunque, a quella del filo del caso precedente, salvo che in esso 3g ω = g l , mentre ora ω = . 2l 10 12. Si abbiano in un piano orizzontale due sbarre conduttrici di resistenza trascurabile parallele tra loro, distanti l, immerse in un campo magnetico uniforme e perpendicolare al piano contenente i due conduttori. Una sbarretta conduttrice di resistenza R può scorrere senza attrito su di esse ed è connessa mediante una carrucola a un corpo di massa m. Se al tempo t = 0 si connette il sistema con il generatore di tensione di f.e.m. = V0 si osserva che la sbarretta si mette in moto nel verso delle x crescenti. Determinare: (a) la corrente i che percorre il circuito; (b) modulo, direzione e verso della forza risultante agente sulla sbarretta; (c) la velocità di regime vr della sbarretta; (d) la corrente di regime ir che percorrerà il circuito; (e) la potenza Pg erogata in condizioni di regime dal generatore; (f) la potenza elettrica Pe riversata nel circuito in condizioni di regime; (g) la potenza meccanica spesa per muovere m, sempre in condizioni di regime; (h) il rendimento meccanico η del dispositivo se impiegato per sollevare masse; (i) il valore R0 della resistenza che dovrebbe avere la sbarretta per fermarsi a regime; discutere, poi, i casi 0 ≤ R ≤ R0 e R > R0 . V0 + r B l m 11 x (a) E’ = - dΦ / dt = - B v l i = (V0 + E’) / R = (V0 – B v l) / R. (b) FL = B i l = B l (V0 – B v l) / R , per cui la risultante delle forze agenti sulla massa m vale R = FL – mg = ma ed è diretta nel verso delle x crescenti. (c) v vr per a 0, cosicché dalla a = B l (V0 – B v l) / Rm – g = 0 si V0 g v Rm . = − ottiene (V0 – B vr l) / Rm = g / B l e infine: r 2 2 Bl B l (d) ir = (V0 – B vr l) / R = gm / B l. Pe = R ir2 (e) (f) (g) Pg = V0 ir A regime ΔT = 0 (dato che vr = costante) ΔU = mgx = mgvr Δt, per cui Pm = ΔU / Δt = mgvr e infine V0 ir = R ir2 + mgvr. (h) η = mgvr / V0 ir. (i) vr = 0 i= V0 g Bl V0 = 2 2 R0 m ⇒ R0 = V0 = Bl B l mg ir V V0 − Bvl Bl v + 0 ⇒ i = mv + q =− R R R i V0/R V0 / Bl 0 R=0 v = V0 / Bl = vr R = R0 vr = 0 R > R0 a<0 i = 0; E’ = - V0; FL = 0 i = V0 / R0 la massa scende. 12 v 13