A Mario De Paoli La topologia della Logica del Mutamento E il carattere informazionale di una logica intenzionale Copyright © MMXIV Aracne editrice int.le S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Quarto Negroni, Ariccia (RM) () ---- I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: novembre Indice Riassunto Introduzione Capitolo I La modellizzazione catastrofista e la morfogenesi del senso Capitolo II La catastrofe di biforcazione a piega .. La catastrofe a piega e la Logica del Mutamento di un aspetto osservabile, – .. La Scienza della logica e il divenire come unità determinata di essere e nulla, . Capitolo III La struttura paradigmatica della Logica del Mutamento e della Teoria della Quantificazione .. La Teoria della Quantificazione e i Giochi Linguistici di ricerca e ritrovamento di oggetti individuali, – .. L’opposizione regolarità/singolarità della logica e il suo carattere informazionale, . Capitolo IV La catastrofe di biforcazione a cuspide .. La catastrofe a cuspide e la disgiunzione di due aspetti osservabili, . Capitolo V La catastrofe di biforcazione a coda di rondine .. La catastrofe a coda di rondine e la Logica del Mutamento di due aspetti osservabili, . La topologia della Logica del Mutamento Capitolo VI La partizione dispari/pari nella classificazione delle catastrofi elementari Bibliografia Riassunto Noi discerniamo nel mondo forme dotate di stabilità strutturale che occupano un certo intervallo di spazio e di tempo e, d’altra parte, osserviamo un incessante movimento di creazione, sviluppo e distruzione di forme. La logica formale descrive solo il primo aspetto e analizza possibili stati di cose con un formalismo algebrico, un puro calcolo combinatorio che regola relazioni statiche fra entità discrete, espresse da catene sintagmatiche. In Norm and Action (), von Wright introduce una Logica del Mutamento e dell’Azione i cui oggetti sono sia possibili stati di cose che loro trasformazioni. D’altra parte, secondo alcuni matematici (Thom, ; Petitot, ) la teoria topologica delle catastrofi è naturalmente adatta a modellizzare l’emergere del discontinuo dal continuo che caratterizza sia la morfogenesi dei processi naturali che la struttura paradigmatica che è alla base della loro rappresentazione. In questo articolo, le prime tre cuspoidi della classificazione di Thom vengono successivamente utilizzate per costituire la dinamica di enunciati di stato e di trasformazione di stato della Logica del Mutamento che descrivono la fenomenologia prima di uno, poi di due aspetti osservabili. Una struttura paradigmatica costituita dalla topologia della Logica del Mutamento viene così posta a fondamento di catene sintagmatiche regolate dall’algebra della logica formale. Introduzione Nell’introduzione al saggio del , Stabilité Structurelle et Morphogénèse. Essai d’une théorie génèrale des modèles, enunciando il suo programma scientifico innovatore, R. Thom osserva: Uno dei problemi centrali posti alla mente umana è il problema della successione delle forme. Qualunque sia la natura ultima della realtà (supposto che quest’espressione abbia un senso), è innegabile che il nostro universo non è un caos; noi vi discerniamo esseri, oggetti, cose che designamo con altrettante parole. Questi esseri o cose sono forme, strutture dotate di una certa stabilità; esse occupano una certa porzione dello spazio e durano un certo lasso di tempo; di più, benché un dato oggetto possa essere percepito sotto aspetti assai diversi, non esitiamo a riconoscerlo come tale; il riconoscimento di uno stesso essere sotto l’infinita molteplicità dei suoi aspetti pone di per sé un problema (il classico problema filosofico del concetto), che, mi sembra, solo gli psicologi della scuola della Gestalttheorie hanno posto da un punto di vista geometrico accessibile all’interpretazione scientifica. Supponiamo questo problema risolto, conformemente all’intuizione ingenua che accorda alle cose esterne un’esistenza indipendente dalla nostra percezione. Non meno necessario è ammettere che lo spettacolo dell’universo è un incessante movimento di nascita, di sviluppo, di distruzione di forme. Oggetto di ogni scienza è prevedere questa evoluzione delle forme e, se possibile, spiegarla. Dunque, da un lato, noi discerniamo nel mondo forme dotate di stabilità strutturale che occupano un certo intervallo di spazio e di tempo, dall’altro, osserviamo un incessante movimento di creazione, sviluppo e distruzione di forme. La logica formale tradizionale analizza solo il primo aspetto e descrive possibili stati di cose con pure forme — astratte dal contenuto di esperienza e dalle operazioni mediante le quali acquisiamo conoscenza di oggetti individuali — combinate sintatticamente in catene sintagmatiche per mezzo dell’applicazione iterabile di operazioni di tipo algebrico, un puro calcolo combinatorio che stabilisce proprietà statiche di, e relazioni statiche fra entità discrete presupposte. Nel , in un saggio divenuto ormai classico dal titolo Norm and Action (), Introduzione G. H. von Wright contrappone alla logica formale, che egli considera “la logica di un mondo statico”, una Logica del Mutamento intesa come requisito necessario di una Logica dell’Azione. Nella prefazione al saggio, von Wright così descrive la differenza fra la logica formale e la Logica del Mutamento e dell’Azione: Potremmo dire che la logica formale, come la conosciamo oggi, è essenzialmente la logica di un mondo statico. I suoi oggetti di base sono possibili stati di cose, e la loro analisi si effettua tramite categorie quali cosa, proprietà e relazione. In un tale mondo non c’è posto per il mutamento. Le proposizioni si considerano definitivamente vere o false — non ora vere e ora false. Le cose si concepiscono come aventi o non aventi certe proprietà date, e non come se potessero cambiare, per esempio, dal rosso al non–rosso. Tuttavia, gli atti sono essenzialmente collegati al mutamento. Uno stato che ora non si dà può comparire in seguito all’interferenza umana con il mondo; oppure, uno stato che ora si dà può essere fatto scomparire. L’azione può anche prolungare stati di cose che altrimenti scomparirebbero, o impedirne altri che altrimenti comparirebbero. Requisito necessario di una Logica dell’Azione è pertanto una Logica del Mutamento (pp. –). D’altra parte, nel , in un articolo dal titolo The General and Logical Theory of Automata, J. Von Neumann pone l’accento sulle inadeguatezze della rigida impostazione discreta, tipo “tutto o niente”, e del calcolo “combinatorio” della Logica formale tradizionale. Focalizzando l’attenzione sulla “limitazione dovuta alla mancanza di una teoria logica degli automi”, egli afferma: Siamo ben lontani dal possedere una teoria degli automi degna di tale nome, cioè una teoria logico–matematica vera e propria. Esiste oggi un sistema molto elaborato di logica formale, e, in particolare, di logica applicata alla matematica. È una disciplina che ha molti lati buoni, ma anche alcune serie deficienze. Non è ora il caso di diffondersi sui lati buoni, che non ho certo l’intenzione di sminuire. Circa le inadeguatezze, si può tuttavia dire questo: chiunque abbia lavorato in logica formale può confermare che è una delle parti della matematica tecnicamente più refrattarie. La ragione di ciò è che essa ha a che fare con concetti rigidi, del tipo “tutto o niente”, e ha ben pochi rapporti coi concetti continui di numero reale o di numero complesso, cioè con l’analisi matematica. D’altra parte l’analisi è la parte della matematica più riuscita e meglio elaborata. In tal modo la logica formale, per la natura stessa della sua impostazione è tagliata fuori dalle parti meglio coltivate della matematica ed è costretta verso la parte più difficile del campo matematico, la combinatoria (trad. it., p. –).