Il mutamento sociale - Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale

Il mutamento sociale
Appunti da R. Boudon «Il posto del disordine»
Alcune grandi teorie del
mutamento sociale?
 Conflitto di classe (Marx)
 Etica protestante (Weber)
 Nuclearizzazione della famiglia (Parsons)
 Espansione dell’istruzione (Breen, Goldthorpe)
 ……
Cos’è il mutamento sociale?
 Che cosa deve cambiare?
 Che cosa causa il mutamento?
 Che cosa produce il mutamento?
 Quali conseguenze ne devono derivare?
Una possibile definizione di mutamento sociale:
La modificazione di meccanismi della struttura sociale, caratterizzata dal
cambiamento di simboli culturali, regole di comportamento, organizzazione
sociale o sistemi valoriali.
Il mutamento può essere innescato da contatti con altre società (diffusione),
cambiamenti ecologici (il cambiamento climatico e la peste nera hanno
contribuito alla crisi del feudalesimo nel XIV secolo), cambiamenti tecnologici
(Rivoluzione Industriale), cambiamenti demografici (la crescita della
popolazione ha innescato flussi migratori e innovazione tecnologica
nell’Inghilterra del XVIII secolo), cambiamenti ideologici (etica protestante,
marxismo), economici (la catena di montaggio), politici (la rivoluzione
francese).
Guardare i fenomeni sociali dal punto di vista dei
processi di mutamento significa assumere come centrale
la variabile temporale:
Che cosa ha fatto sì che il fenomeno sociale X al tempo
t1 sia cambiato rispetto al tempo t0?
Il processo di mutamento sociale è:
Universale  riguarda tutte le società umane
Costante  le società umane sono in costante mutamento
Limitato  non riguarda mai tutta la società ma solo alcune sue parti
Paradosso dell’azione umana:
la società è prodotta dall’azione individuale,
ma la stessa azione individuale è prodotta
dalla società.
Due prospettive teoriche in sociologia:
 sociologia dell’azione
 sociologia del sistema sociale
Il legame tra azione e struttura è il processo: in questa
dimensione processuale l’azione diventa istituzione, che a
sua volta incorpora le azioni e ne viene modificata.
Una conoscenza scientificamente fondata dei fenomeni
sociali è possibile solo a partire dalle azioni individuali;
queste però sono influenzate dai dati macrostrutturali,
rispetto ai quali gli attori adottano strategie di adattamento
e ottimizzazione in base alla rappresentazione della
situazione nella quale compiono azioni.
Il mutamento è il prodotto di un insieme di azioni individuali
Il fenomeno M è una funzione M(mi) di un insieme di azioni
individuali mi. Queste sono funzioni mi(Si) della struttura Si della
situazione nella quale si trovano gli attori sociali. La funzione
mi(Si) va interpretata come avente per l’attore i una funzione
adattiva alla situazione Si. La struttura Si è una funzione Si(M’) di
un insieme M’ di dati macro.
Spiegare Mi significa precisare i termini di: M = M {m[S(M’)]}
Semplificando: M = MmSM’
Il fenomeno M è una funzione delle azioni m, le quali dipendono
dalla situazione S dell’attore, e questa situazione è a sua volta
influenzata dai dati macrosociali M’.
Per seguire questo paradigma bisogna:
1. avere un momento fenomenologico (semplificato) che
consenta di comprendere il comportamento dell’attore
in base alla situazione in cui si trova: si ottiene così m(S);
2. m(S) è essenziale per spiegare M [la struttura]:
comprensione e spiegazione sono aspetti legati
nell’analisi;
3. è quindi necessario porsi sia al livello m per verificare che
i meccanismi psicologici corrispondano a realtà, sia al
livello M per verificare che le conseguenze aggregate
delle ipotesi micro m siano conformi ai dati
dell’osservazione empirica.
La domanda è:
perché M? laddove M è l’oggetto delle scienze sociali
Qual è la natura dell’attore?
Le scienze sociali non mirano a spiegazioni “psicologiche”
Si formulano enunciati microsociologici che:
1. individuano ciò che ha in mente in quel momento ciascun
individuo
2. spiegano il fenomeno aggregato in oggetto
Necessità di riferirsi ad una nozione di razionalità, in genere di
razionalità limitata  spesso le informazioni sono troppo costose.
Il momento microsociologico m(S) di un’analisi consiste
nell’evidenziare il carattere adattivo di un
comportamento o di un tipo di comportamento in
rapporto ad una situazione: nella stessa situazione avrei
agito nello stesso modo
Quando un insieme di individui effettua un’azione m,
ne risulta un effetto di aggregazione M.
L’operazione di disaggregazione consiste nel
cercare il modello microsociologico responsabile
dell’effetto aggregato M.
Esempi?
• Sovrappopolazione nei PVS come effetto di
aggregazione di scelte micro razionali
• Disuguaglianze scolastiche come e.d.a. dello
scarso investimento scolastico dei soggetti
svantaggiati
• Conflitto sociale come effetto delle politiche
pubbliche
Il pregiudizio nomologico afferma che obiettivo
della ricerca scientifica è la scoperta di enunciati
empirici di validità universale (quindi anche delle
teorie del mutamento).
Quando 2 elementi A e B sono legati da una legge
condizionale “se A, B” significa che A induce gli
attori coinvolti a comportamenti che per
aggregazione producono B  B = MmS (M’, A)
Il problema è che A, in generale, non è né la
condizione necessaria né la condizione
sufficiente  devono verificarsi anche tutte le
condizioni intermedie
Gli enunciati sociologici hanno, quasi sempre,
una validità locale, la cui frontiera per altro è
spesso incerta
«La
Distinzione
probabilità
tra legge
di essere
e modello:
povero per un
Legge  iha
generale
bambino
cuiun’applicazione
genitori sono a bassa
Modello che
si applica
a situazioni
ideali, cioè
istruzione,
lavorano
in modo irregolare,
che
particolari.
vive in una
Muove
famiglia
dalle numerosa
condizioni in
K che,
un in
quartiere
alcuni casi,
degradato
consentono
di Napoli
di trarre
è del
a priori
75%»
conclusioni su m(S)
«Per i nati in Italia tra il 1930 e il 1970 la
Le
nostre leggi
sono quindi:
A, qualche
probabilità
di acquisire
una “se
posizione
sociale
volta
B”, “se
A, in certe
condizioni
B”.dell’80%»
superiore
a quella
del padre
è stata
Non leggi ma modelli  regolarità sotto la
clausola delle condizioni costanti.
I parametri (strutturali, istituzionali o congiunturali)
che caratterizzano il campo d’azione
dell’individuo non determinano direttamente il
suo comportamento: forniscono le motivazioni e
le ragioni delle azioni
È necessario che il mutamento incida sul
campo d’azione degli individui, e cioè
dipende dal sistema di interdipendenze nel
quale si muovono gli attori.
Programma di irrigazione in India, 2 villaggi: uno
coinvolto, uno no (p. 135)
In seguito ad un mutamento esogeno, alcuni
elementi della struttura sono cambiati, altri
no: non c’è stato un mutamento completo
della struttura.
Questi cambiamenti hanno modificato il
contesto d’azione degli individui.
L’aggregazione dei comportamenti
individuali ha modificato la struttura sociale
dei 2 villaggi.
I cambiamenti non erano tutti prevedibili.
Non possono esistere teorie generali del
mutamento sociale  è possibile trovare
nella realtà esempi in grado di confortare
qualunque teoria del mutamento sociale
Però, anche le teorie del mutamento
possono rispondere a criteri di scientificità
a condizione che i dati di cui si occupa
costituiscano un insieme ben definito 
sono di necessità teorie locali e parziali
Teoria formale  non si applica a nessuna
situazione reale, non se ne può trarre nessuna
previsione; essa è generale non perché può
spiegare tutte le situazioni osservabili, ma
perché può essere utilizzata per spiegare
situazioni molto diverse a condizione di fornirne
le opportune precisazioni.
Il problema è che spesso molte teorie che
andrebbero utilizzate come modelli si pretende
che abbiano una validità empirica generale.
Teoria della logica dell’azione collettiva di M. Olson
«anche se i membri di un gruppo latente hanno un
interesse ad agire in vista di un bene collettivo, essi
tendono a non fare niente perché 1) il contributo
marginale di ciascuno è irrilevante, 2) se il bene
viene prodotto comunque può essere fruito (free
riding)»
Questa teoria non ci dice nulla sulla realtà, ci
fornisce un punto di partenza per analizzare la
realtà.
Teoria della logica dell’azione collettiva di M. Olson
Perché i lavoratori si iscrivono al sindacato?
Perché i cittadini della Val di Susa si mobilitano
contro la TAV?
La teoria di Olson è formale e metateorica: ci
suggerisce quali elementi prendere in
considerazione per spiegare un fenomeno di
mobilitazione  evitare la trappola del realismo!