L’Europa tra due secoli 1890: Dimissioni di Bismarck e crisi del sistema di alleanze da lui creato per - politica estera aggressiva del nuovo imperatore tedesco Guglielmo II - tensione nei Balcani tra impero Austro-Ungarico e quello Russo, in seguito alla quale la Germania non rinnova il trattato di controassicurazione con la Russia 1894: Duplice Franco-Russa 1904: Intesa cordiale tra Francia e Inghilterra, stimolata dalla competizione navale tra inglesi e tedeschi Alla Triplice Alleanza (1882) di GER, AUS, IT si oppone così la Triplice Intesa (1907) di UK, FR e RUS La Germania ha un complesso di accerchiamento che la spinge verso la guerra preventiva, accrescendo le spinte nazionaliste al proprio interno. Al nazionalismo e al militarismo fanno riscontro l’ottimismo della borghesia europea e lo slancio economico (si esce dalla grande depressione 1873-96) per cui l’inizio del Novecento è detto belle époque. FRANCIA – Le istituzioni repubblicane sono oggetto di contestazione da parte del nazionalismo militarista e bonapartista. 1894: Caso Dreyfus, ufficiale ebreo condannato per spionaggio in favore della GER benché innocente. Atto di accusa di Zola (1898), che però non evita la conferma della condanna, da cui lo sgrava un atto di grazia del Presidente della Repubblica, fino alla riabilitazione definitiva (1906). I sostenitori di Dreyfus riportano una significativa vittoria alle elezioni del 1899: i radicali (corrente di sinistra nata dal filone dei movimenti liberal-democratici di fine Ottocento in FR) governano una FR laica e repubblicana, all’insegna dell’anticlericalismo (1905, rottura delle relazioni con la Santa Sede) e della rigida separazione tra Stato e Chiesa. Il processo di involuzione moderata dei radicali porta però nuovamente al potere le correnti repubblicano-moderate alla vigilia della guerra (1912-14) con Poincaré. INGHILTERRA – Fine dell’Età Vittoriana (1901 + Regina Vittoria). Al governo i conservatori guidati da Joseph Chamberlein che, come Disraeli, modera l’imperialismo con un certo riformismo sociale. Il progetto della tariffa imperiale (protezionismo) - voluto da Chamberlein contro la tradizione liberoscambista inglese – mette in crisi i conservatori e i liberali tornano ad avere la maggioranza (1906). I liberali inaugurano una politica coloniale meno aggressiva e maggiori riforme sociali, tra cui una politica fiscale fortemente progressiva che colpisce i grandi patrimoni. I Lords si oppongono, benché formalmente non autorizzati a porre il veto su questioni finanziarie. Scoppia un conflitto costituzionale, risolto da una legge che nega ai Lords il diritto di respingere le leggi di bilancio (legge accettata dai Lords per le pressioni di re Giorgio V, successore di Edoardo VII). Restano però vive le tensioni legate al mancato miglioramento salariale (scioperi). Questione irlandese: nel 1914 è approvato il progetto di un’Irlanda autonoma (con proprio Parlamento) ma legata alla corona inglese per quanto di comune interesse (cosa che scontenta sia i nazionalisti irlandesi, sia la minoranza protestante dell’Ulster – Irlanda del Nord). L’attuazione è sospesa per lo scoppio della guerra. GERMANIA – Guglielmo II, messe da parte le iniziali aperture democratiche, inaugura un nuovo corso (Neue Kurs) autoritario, simile al precedente (i cancellieri che succedono a Bismarck continuano a rendere conto al solo imperatore, scavalcando il Parlamento) ma caratterizzato da una nuova Weltpolitik (politica mondiale) che dà il via al riarmo navale. Periodo di sviluppo tecnologico e crescita economica che acuiscono le spinte nazionaliste e imperialiste in Germania la quale, mancando di un impero coloniale e quindi di risorse prime, mira a una egemonia europea e mondiale che compensi lo svantaggio con le altre potenze. L’unica forza di opposizione, la Socialdemocrazia (il PSD è stato fondato nel 1875) finisce col venire a patti con l’ideologia nazional-imperialistica per evitare l’isolamento politico (integrazione negativa: la classe operaia partecipa in parte dei benefici economici dello sviluppo ma non migliora la propria posizione socio-politica). AUSTRIA-UNGHERIA – Paese fortemente agricolo e arretrato. Se l’Impero Tedesco ha una forte coesione proprio nel nazionalismo, per l’AUS-UNG non è possibile data l’opposizione tra le diverse nazionalità presenti. Già nel 1867 la soluzione dualistica (corona austriaca e corona ungherese) mirava proprio a un compromesso col gruppo più forte (quello magiaro). L’ostilità al centralismo imperiale dei popoli slavi porta l’arciduca ereditario Francesco Ferdinando a sostenere l’idea di un terzo polo nazionale (Slavi del Sud), scontentando sia i Magiari (per la riduzione di importanza) sia i nazionalisti slavi (che volevano uno stato indipendente, appoggiati dalla Serbia e dalla Russia). Proprio da questo conflitto sarebbe scoccata la scintilla della Prima Guerra Mondiale nel 1914. RUSSIA – A fine Ottocento nessun tentativo di occidentalizzazione trova posto in quello che resta un regime assoluto. Si tenta però il decollo industriale (ferrovie e industria pesante) tramite capitali esteri (soprattutto FR). Classe operaia isolata (il 70% sono contadini). Il processo industriale calato dall’alto non muta le condizioni economiche del popolo: resta un cronico eccesso di manodopera, l’agricoltura è arretrata. Tensioni sociali. 1898 – Nascita del Partito Socialdemocratico (Plechanov) poi diviso in Bolscevichi (la “maggioranza”, favorevole a un partito di professionisti della rivoluzione; Lenin) e Menscevichi (la “minoranza”, favorevoli a riforme graduali). La scoppio della guerra col JAP (1904) esaspera il clima già teso. 1905 – La rivoluzione. Un corteo di 150.000 diretto dallo zar al Palazzo d’Inverno per una petizione viene accolto a fucilate: oltre cento i morti. Sommosse in tutto il Paese, ammutinamenti tra le forze armate, anarchia. Nascono i Soviet (“consigli”), organismi rivoluzionari a rappresentanza popolare eletti sui luoghi di lavoro. Quello di Pietroburgo coordina il moto rivoluzionario. Lo Zar reagisce con violenta controffensiva che ristabilisce l’ordine, ma rispetta l’impegno a concedere un’assemblea rappresentativa (Duma) che con la riforma del 1907 è resa di fatto accessibile ai soli aristocratici. La Russia resta così regime assolutista. A nulla vale la riforma agraria del 1906 che abolisce i Mir (comunità di villaggio) rendendo i contadini padroni della terra: molti divengono Kulaki (borghesia rurale), ma i più non riescono a raggiungere condizioni di vita accettabili. Le tensioni restano molto alte. VERSO LA GUERRA – Oltre ai vecchi motivi di contrasto (tra FR e GER per Alsazia e Lorena, tra AUS e RUS nei Balcani, tra GER e UK per primato sui mari) si aggiungono le crisi marocchine (1905, 1911) che oppongono diplomaticamente la GER alla FR. Alla fine quest’ultima ha la meglio, con l’appoggio inglese, ottenendo il protettorato sul Marocco. Il Movimento dei Giovani Turchi nel 1908 spinge il sultano a concedere una costituzione. Tentano una modernizzazione dell’arretrato impero Ottomano. Rafforzando il potere centrale, accrescono però le spinte all’autonomia dei popoli europei ancora soggetti all’Impero. Della crisi interna approfitta l’AUS che si annette nel 1908 la Bosnia e l’Erzegovina, infrangendo il sogno della “Grande Serbia” e inimicandosi così la Serbia, la Russia (preoccupata per il rafforzamento austriaco nei Balcani) e scontentando l’Italia (che non ottiene i compensi pattuiti con le clausole del 1887 di rinnovo della Triplice). 1912 - I Guerra Balcanica – Serbia, Montenegro, Grecia e Bulgaria sconfiggono l’Impero Ottomano che così perde tutti i territori in Europa 1913 – II Guerra Balcanica – La Bulgaria, scontenta delle ripartizioni territoriali, attacca la Grecia e la Serbia, cui si affiancano la Romania e la stessa Turchia, ma è sconfitta. Le due guerre si concludono con l’indebolimento dell’Impero Ottomano, alleato di GER e AUS. L’AUS pensa al conflitto con la Serbia ma teme l’appoggio della RUS e la reazione delle altre potenze. Siamo alla vigilia della Prima Guerra Mondiale.