La Musica Classica Indiana
La Tradizione
Secondo la tradizione indiana, la musica ha origini divine: Dio stesso è musica, ed è un suono
che pervade l'intero universo, chiamato Nada.
La musica indiana si divide in due grandi stili: hindustānī e karnātakī. Il primo comprende l'area del
nord il secondo, l'area degli Stati del sud. Tra i due stili ci sono parecchie differenze che dipendono
dalla diversa evoluzione storica delle due aree. Lo stile hindustānī è quello più complesso e anche
il più conosciuto e diffuso, oltre all'India in Nepal, Pakistan, Afghanistan, nei Paesi Arabi e negli
stati del Nord dell'Africa.
Il Concerto che ascoltermo questa sera fa parte della Tradizione Hindustani
Le due tradizioni, settentrionale e meridionale, cominciarono a divergere intorno al XIV° secolo a
causa delle influenze arabo-persiane nel Nod dell'India , effetto della dominazione islamica e poi
Moghul. La musica Hindustani assunse allora come base l'ottava di note naturali, la Swara saptak,
che consta come la nostra di 12 note ( 7 suoni puri equiparabili alle nostre sette note principali e 5
mdoficati che corrispondono piu o meno ai nostri diesis o bemolle )
Il canto nella Musica Indiana
Nel definire i vari generi della musica hindustānī occorre tener presente un fattore fondamentale: la
musica indiana è considerata tutta basata sul canto, che viene considerato lo 'strumento' per
eccellenza, perciò i generi sono derivati dai vari tipi di musica vocale. In realtà, negli ultimi secoli la
musica strumentale si è evoluta in modo autonomo dal canto, tanto da aver acquisito un linguaggio
suo proprio. Nonostante ciò, la derivazione dalla musica vocale è indubbia e risulta palese,
esaminando il percorso storico della musica e la sua evoluzione, specialmente al confronto con la
musica occidentale, nella quale c'è invece una netta supremazia della musica strumentale.
Lo sviluppo e l'epoca moderna
La musica Hindustani ha sviluppato diversi stili di composizione come il Dhrupad, vocale e austero
o più tardi il Khayal, ricco di ornamentazione, che contribuirono, uniti agli inni religiosi, alla
creazione di uno stile raffinatissimo ed originale.
In seguito, sotto il patronato delle diverse corti principesche, si formò un'altra caratteristica della
musica Hindustani, ossia l' istituzione di Gharanas, scuole di stile o famiglie, in ognuna delle
quali si svilupparono, e si sviluppano tuttora, sfaccettature distinte di esecuzione. Alla fine del XIX°
secolo un illuminato musicista e musicologo, Vishnu Narayan Bhatkhande ( 1860 - 1936 ) codificò
e diede una grammatica definitiva alla musica Hindustani che, fino ad allora, ne era priva. Il
risultato fondamentale da lui raggiunto fu il raggruppamento in dieci That, famiglie di scale, su cui
si basano i Ragas, che con i Taal sono il fondamento della composizione Hindustani.
Contemporaneamente Pandit Vishnu Digambar Paluskar ( 1872 - 1931 ) straordinario musicista
non vedente, democraticizzò l'arte della musica, semplificandola e fondando nel 1901 a Lahore e
in seguito anche a Bombay la prima scuola di musica a sovvenzione pubblica.
I Raag e i Taal
I Raag possono essere definiti come un insieme di di scale e schemi di melodie che, associati,
corrispondono a stagioni, colori, ore del giorno e della notte ed umori dell'anima, in un
caleidoscopio di sfumature unico nella storia della musica. Esistono circa 200 Ragas principali,
ognuno definito da una combinazione scala-schema melodico, note dominanti, regole precise di
battute ascendenti e discendenti, così come frasi melodiche ad esse associate.
Se il raag agisce sulla melodia, così il Taal, organizza il ritmo. Ogni Taal è suddivisibile in
sequenze di Bols, pulsazioni , costituiti a loro volta da un numero di Matras, battiti. Esistono
centinaia di Taals specifici, il Teentaal, è basato su 16 battiti., il Jhap Taal su 10, il Rupak su 7.