BIOLOGIA EVOLUTIVA Che cosa devi ricordare Prima di affrontare l’affascinante mondo della biologia evolutiva sarà opportuno che assieme rivediamo alcuni concetti fondamentali che ti saranno utili per capire le varie teorie che si sono succedute fino ad oggi e che hanno cercato di spiegare i meccanismi evolutivi con cui si sono sviluppati i diversi gruppi sistematici dei viventi. La materia e suoi stati Essere viventi Respirazione cellulare Fotosintesi Autotrofismo ed eterotrofismo Ecosistema Struttura e dinamiche della terra Fossilizzazione Clima Test di inizio unità 1. Che cosa è un organismo autotrofo? ……………………………………………………………………………………………… ........................................................................................................................................................................... 2. Completa lo reazione della fotosintesi clorofilliana ..................... + anidride carbonica = …………………………………… + ossigeno 3. Quali sono le differenze tra una cellula vegetale e una animale? …………………………………….……… ……………………………………………………………………………………………………................................................................................. .................................................................................................................................................................. 4. Quanti e quali sono i regni in cui si dividono gli esseri viventi? ………………………………………………. ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………... 5. Quali sono i gas che costituiscono l’aria? ……………………………………………………………………………………………………................................................................................. .................................................................................................................................................................. 6. Quando è comparsa la vita sulla terra? 1. 2. 3. 4. 500.000 anni fa 1 milione di anni fa 4 miliardi di anni fa Quando è apparso l’uomo 7. Indica l’ordine con cui si sono succedute le ere geologiche: mesozoico, cenozoico, paleozoico e neozoico. …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………........…….. ........................................................................................................................................................................................ 8. Che cosa è un fossile? a. Una roccia acida b. Un resto o un impronta di organismo vissuto nel passato c. Il resto di un animale vissuto in mare d. Il resto di una pianta vissuta sulla terra emersa 9. Come si chiama la scienza che studia i fossili? …………………………………………………………………………… 10. Disponi in sequenza i seguenti gruppi sistematici in ordine di comparsa dal più antico (1) al più recente (4): rettili, anfibi, pesci, uccelli. …………………………………………………………………………………………………………………………………………………......................................... .............................................................................................................................................................................................. 2 3 Quando nasce la biologia La biologia (dal greco βιολογία, composto da βίος, bìos cioè "vita" e λόγος, lògos, cioè studio, discorso) è la scienza che studia tutto ciò che riguarda la vita e gli organismi viventi. I primi approcci con classificazione L’esperienza del noto zoologo ed evoluzionista tedesco del XX secolo Ernst Mayr tra le tribù dei monti Arfak della Nuova Guinea (Indonesia) ci ha permesso di scoprire la capacità degli uomini di tramandare oralmente da epoca preistorica nomi, caratteristiche e quindi classificare animali per scopi relativi alla sopravvivenza. Mayr racconta in Animal Species and Evolution (Harvard University Press, 1963) la sua iniziale esperienza: "Circa trentacinque anni fa passai alcuni mesi con una tribù di eccellenti abitatori dei boschi e cacciatori nei monti Arfak della Nuova Guinea. Il loro dialetto disponeva di centotrentasei nomi diversi per le centotrentasette specie di uccelli presenti nella zona, confondendo due sole specie di essi. Naturalmente, non è pura coincidenza che quei primitivi abitatori dei boschi arrivassero alla stessa conclusione dei tassonomisti dei musei; è invece la dimostrazione che entrambi i gruppi di osservatori si trovano di fronte le stesse, non arbitrarie, discontinuità della natura". Il contributo di Aristotele In epoca classica il filosofo e scienziato greco Aristotele (384-322 a. C.) permette di estendere lo studio della natura alla biologia attraverso il metodo osservativo e la nascita della prima classificazione degli esseri viventi che si articolava in due soli grandi raggruppamenti: il regno degli animali (suddivisi in animali con e senza sangue) che comprendeva gli esseri viventi che si muovono e mangiano, e i cui corpi crescono fino a un certo punto per poi smettere di crescere; il regno delle piante che raggruppava gli organismi incapaci di muoversi e di mangiare e caratterizzati da una crescita indefinita, derivati molto probabilmente da piccoli animali. Tale classificazione è stata utilizzata senza sostanziali variazioni fino a tempi relativamente recenti. 4 Il contributo di Galeno Alcuni secoli dopo Aristotele visse il greco Galeno (129210 d. C.), uno dei maggiori scienziati e medici dell’epoca classica, nato in Asia Minore e vissuto anche a Roma, che introduce il concetto di rapporto tra struttura e funzione negli esseri viventi. L’esempio della proboscide dell’elefante utilizzata dall’animale per respirare durante la traversata di fiumi profondi permette un ulteriore passo in avanti della biologia evolutiva. Linneo e la classificazione binomiale La figura di Linneo Carl von Linné, noto più semplicemente agli italiani come Linneo (dalla forma latinizzata del nome, Carolus Linnaeus) è stato un medico, botanico e naturalista svedese vissuto nel XVIII secolo, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi. Lo studioso visse e lavorò in Svezia (nelle foto la sua casa a Stoccolma e un giardino in cui studiò) ma fece numerosi viaggi che gli dettero la possibilità di sperimentare un nuovo sistema di nomenclatura binomiale, basata sul modello aristotelico di definizione mediante genere prossimo e differenza specifica. Con questo metodo tassonomico, tuttora usato, a ciascun organismo sono attribuiti due nomi (di origine latina): il primo si riferisce al genere di appartenenza dell'organismo stesso ed è uguale per tutte le specie che condividono alcuni caratteri principali (nomen genericum); il secondo termine, che è spesso descrittivo, designa la specie propriamente detta (nome specifico). 5 Il testo guida della sistematica La figura rappresenta la copertina della prima edizione del libro “Sistema naturae” di Linneo, il capolavoro che pose le basi della sistematica moderna. Esso fu pubblicato nel 1735, seguirono poi molte riedizioni in cui l’autore inseriva nuove scoperte o correzioni. Il titolo completo della decima edizione è “Sistema della Natura attraverso i Tre Regni della Natura, secondo le classi, gli ordini, i generi e le specie, con caratteristiche, differenze, sinonimi, luoghi”. Se da un lato egli introdusse il metodo binomiale di classificazione, tutt’oggi utilizzato, la sua classificazione degli organismi viventi contemplò solo due regni, mentre il terzo, che si evince dal titolo della sua opera è da riferirsi al mondo dei minerali. Il Creazionismo La figura di Cuvier “La creazione di Adamo” di Michelangelo nella Cappella Sistina rappresenta la visione biblica della creazione che ha regnato per secoli fino al 1700. Questa ferma idea classica ha influenzato il lavoro di grandi scienziati nella Francia di fine ‘700, inizio ‘800, come George Cuvier (1769-1832), fondatore della paleontologia dei vertebrati, studioso cui Napoleone aveva affidato la riorganizzazione delle università dell’impero. Nella foto il famoso paleontologo durante una sua lezione La teoria del creazionismo In quel periodo regnava la teoria del creazionismo: si credeva cioè che l'Universo, la Terra e tutti gli organismi viventi fossero stati originati da atti specifici di creazione divina, come riportato nella Bibbia, e non da processi naturali come l'evoluzione. Cuvier fu un grande esperto di anatomia, capace di “correlare le forme” ed arrivare alla determinazione della struttura generale di un animale a partire dalla singola parte. Rifiutava, però, la teoria del “piano organico” di Saint-Hilaire (1772-1884), suo collega, secondo il quale tutti gli animali sarebbero costruiti in conformità di un unico piano fondamentale, elemento innovativo in termini di evoluzione da antenati comuni. 6 Il contributo geologico Alla fine del 1700 e definitivamente nel 1800 si affermarono nuove e interessanti studi di geologia ad opera dell’inglese Smith e degli scozzesi Hutton e Lyell. In particolare quest’ultimo, con il suo capolavoro “Principi di geologia”, di cui vediamo il frontespizio, pose le basi della teoria detta attualismo. Questa teoria affermava che le forze che plasmano il mondo sono le stesse che hanno operato nel passato, e agiscono gradualmente ed in modo pressoché costante su tempi molto lunghi. Il catastrofismo All'epoca alla teoria dell’attualismo si contrapponeva quella del catastrofismo, sostenuta da Georges Cuvier, secondo cui la terra andava incontro periodicamente a violente trasformazioni, intervallate da periodi di quiete. Nell’opera “Discorso sulle rivoluzioni del globo”, Cuvier arriva a spiegare l’estinzione di specie, di cui la paleontologia portava alla luce i fossili, con catastrofi tipo il diluvio universale. Osserva S. J. Gould (1980): “Quando le monarchie caddero ed il 1700 si concluse in un’era di rivoluzioni, gli scienziati cominciarono a vedere il cambiamento come parte normale dell’ordine universale, non più come qualcosa di aberrante ed eccezionale. Gli eruditi allora trasferirono alla natura il programma liberale di cambiamento lento e ordinato che invocavano per le trasformazioni sociali. A molti scienziati i cataclismi naturali sembravano minacciosi come il regno del terrore di cui era stato vittima il grande collega Lavoisier”. La teoria del fissismo Tuttavia i catastrofisti non riuscivano bene a spiegare il ripopolamento dopo ciascuna catastrofe. Il loro modo di pensare era riassumibile con il principio del fissismo, la teoria biologica secondo la quale le specie vegetali ed animali sono destinate a rimanere sempre uguali a loro stesse. Scoperte come la presenza di fossili di invertebrati marini in cima alle montagne richiedevano meccanismi più complessi che fossero in grado di spiegare tale complessità. Riflessione di attualità Si riporta a fianco un grafico che illustra i risultati di un sondaggio effettuato in America del Nord in cui si evidenzia come circa il 42% di persone creda ancora che l’uomo sia stato creato da Dio 10000 mila anni fa. Per questo l’attenzione con cui lo studente dovrà studiare questi temi dovrà essere massima, cercando di sviluppare un pensiero critico in cui il concetto del disegno intelligente di Dio possa convivere con le scoperte scientifiche che oggettivamente dimostrano come il processo evolutivo, anche per il genere umano, sia più che una certezza. 7 Il lamarckismo La figura di Lamark Il lamarckismo fu la prima teoria evoluzionistica e fu elaborata dal naturalista francese Jean-Baptiste de Lamarck (17441829). Nella sua opera Philosophie zoologique (1809), Lamarck avanzò la sua teoria sull'evoluzione, che suscitò critiche da parte dei contemporanei. In quest'opera Lamarck giunse alla conclusione che gli organismi, così come si presentavano, fossero il risultato di un processo graduale di modificazione che avveniva sotto la pressione delle condizioni ambientali. La teoria Lamarck formulò l'ipotesi che in tutti gli esseri viventi sia sempre presente una spinta interna al cambiamento che sarebbe prodotta da due forze: la capacità degli organismi di percepire i propri bisogni, e la loro interazione con l'ambiente in funzione di un migliore adattamento. La teoria di Lamarck può essere riassunta in due leggi, collegate tra loro: 1. "Legge dell'uso e del non uso" (disuso): un organo si sviluppa quanto più è utilizzato e regredisce quanto meno è sollecitato. 2. "Legge dell'ereditarietà dei caratteri acquisiti": il carattere acquisito dall'animale durante la sua vita viene trasmesso alla progenie. Il caso delle giraffe In un ambiente di foresta esistevano solo giraffe con il collo corto che si cibavano di foglie basse. L’esaurimento di foglie facilmente raggiungibili in conseguenza della modificazione dell’ambiente vegetazionale in savana costrinse gli animali ad allungare il collo per raggiungere i rami più alti. Questo sforzo avrebbe sviluppato collo e zampe anteriori e quindi le giraffe avrebbero acquisito nel tempo organi adatti alle circostanze. Tutte queste parti del corpo, di conseguenza, sarebbero diventate progressivamente un poco più lunghe e sarebbero state trasmesse alla generazione successiva. La nuova generazione avrebbe avuto in partenza parti del corpo più lunghe e le avrebbe allungate ulteriormente, poco per volta. 8 In questo modo i vari adattamenti, accumulandosi e trasmettendosi attraverso le generazioni, avrebbero dato luogo a nuovi individui, diversi da quelli originari per effetto del costante adattamento all'ambiente. Secondo Lamarck questi due principi fornivano la spiegazione più plausibile dell'esistenza di fossili di giraffe a collo corto e giraffe a collo lungo. In generale ogni specie sarebbe il risultato di una continua ed incessante trasformazione ed è proprio questo concetto il fondamento delle teorie evolutive. Il darwinismo La figura di Darwin Charles Robert Darwin (1809-1882) è stato un biologo, naturalista, celebre per aver formulato la teoria dell'evoluzione delle specie animali e vegetali per selezione naturale. Da scolaro lesse il libro The Natural History and Antiquities of Selborne, testo diffuso in quel tempo, contenente le osservazioni di campagna scritte dal naturalista Gilbert White, considerato uno dei padri fondatori della storia naturale. Darwin ne restò affascinato ed iniziò a collezionare insetti, rocce e minerali, ad osservare gli uccelli dei dintorni del paese e a praticare la caccia. Nel 1825 fu iscritto dal padre all'università di Edimburgo, presso la facoltà di Medicina. La rozzezza della chirurgia del tempo ed il suo disgusto per la dissezione (si narra che, su due interventi chirurgici cui assistette, in entrambi i casi si sentì male) lo portarono ad abbandonare la Scuola di Medicina nel 1827, senza laurearsi. Il padre, deluso degli insuccessi negli studi di medicina e preoccupato per il suo futuro, lo mandò nel 1828 nel Christ's College a Cambridge, sperando in una sua carriera ecclesiastica. Anche lì, tuttavia, il giovane Charles ebbe l'impressione di sprecare il suo tempo. Tuttavia, proprio a Cambridge, Darwin fu fortemente influenzato da personalità scientifiche che si occupavano di botanica ed entomologia. Nella foto è ritratto dal suo amico Albert Way durante il periodo di Cambridge. Durante questo periodo riuscì a laurearsi in teologia ma la sua vera passione fu il naturalismo che lo portò a studiare i lavori di grandi scienziati e a visitare varie regioni della Gran Bretragna. 9 Il viaggio sul brigantino Beagle Proprio quando il ventiduenne Darwin era appena rientrato da una di queste spedizioni in Galles, l'Ammiragliato britannico aveva messo a punto una spedizione intorno al mondo della nave Beagle, al comando del capitano Robert Fitzroy. Come naturalista di bordo era già stato proposto il reverendo Leonard Jenyns, stimato entomologo, ma questi si era ritirato all'ultimo momento, ragion per cui il famoso botanico John Henslow, il 24 agosto 1831, scrisse a Darwin una lettera in cui gli proponeva di prendere il suo posto con queste parole: "Ho assicurato che tu sei la persona più adatta che io conosca, e questo non perché ti creda un naturalista rifinito, bensì perché ti ritengo altamente qualificato per raccogliere, osservare, descrivere tutto ciò che andrà descritto in materia di storia naturale. (...) Inoltre, il capitano Fitzroy non accoglierebbe a bordo nessuno, per quanto ottimo scienziato, che non gli venga raccomandato anche come gentleman." Darwin riuscì a partire per questo lungo viaggio nonostante l’idea contraria del padre. Prese parte a questa spedizione, per la quale il capitano Fitzroy si proponeva in realtà anche lo scopo di rinvenire prove scientifiche degli avvenimenti descritti nella Bibbia, con particolare riferimento alla Genesi. Nel lungo periodo trascorso tra mari e terre, egli ebbe modo di sviluppare quelle capacità osservative e analitiche che gli hanno reso possibile la formulazione del principio biologico rivoluzionario della selezione naturale, apparentemente contro intuitivo, ma che doveva rivelarsi l'unico modo veramente scientifico di interpretare le dislocazioni e le varietà delle specie viventi nei differenti contesti. La possibilità di lavorare durante la spedizione direttamente sul campo d'indagine gli permise di studiare di prima mano sia le caratteristiche geologiche di continenti ed isole, sia un gran numero di organismi viventi e fossili. Egli raccolse metodicamente un gran numero di campioni sconosciuti alla scienza: tali campioni, conferiti al British Museum, erano già di per sé un notevole ed ineguagliato contributo scientifico. Nel suo viaggio visitò le isole di Capo Verde, le Isole Falkland, la costa del Sud America, le Isole Galápagos e l'Australia. Di ritorno a Falmouth nel 1836, Darwin analizzò campioni di specie animali e vegetali, che aveva raccolto, e notò somiglianze tra fossili e specie viventi della stessa area geografica. In particolare, notò che ogni isola dell'arcipelago delle Galápagos aveva proprie forme di tartarughe e specie di uccelli differenti per aspetto, dieta, eccetera, ma per altri versi simili. 10 Nella primavera del 1837 ornitologi del British Museum informarono Darwin che le numerose e piuttosto differenti specie che egli aveva raccolto alle Galápagos appartenevano tutte a un gruppo di specie all'interno della famiglia Fringillidae, cui appartengono anche i comuni fringuelli. Il caso dei fringuelli di Darwin Le Galápagos sono un arcipelago di tredici isole vulcaniche (sette maggiori e sei minori) situate nell'Oceano Pacifico, a circa 1.000 kilometri dalla costa occidentale dell'America del Sud. L'arcipelago appartiene all'Ecuador. Le isole sono distribuite a nord e a sud dell'equatore, che attraversa la parte settentrionale dell'isola più grande, Isabela. Le più vecchie datano circa 4 milioni di anni, mentre le più giovani sono ancora in via di formazione. L'arcipelago è infatti considerato una delle zone vulcanicamente più attive della Terra. Dal continente sudamericano antenati delle attuali specie sarebbero arrivate per mare attraverso zattere naturali. Il relativo isolamento dovuto alla distanza dal continente e l'ampia varietà di climi e di habitat dovuta alle correnti marine della zona hanno portato all'evoluzione di numerose specie endemiche di animali e vegetali, dalla cui osservazione Charles Darwin ha tratto ispirazione per la formulazione della teoria dell'evoluzione. Nella figura sono illustrate alcune specie di fringuelli che si differenziano per la forma del becco. Come successivamente confermato da studi scientifici le particolari condizioni climatiche e vegetazionali delle varie isole avrebbero selezionato quegli uccelli che meglio si adattavano alle fonti di cibo presenti. Gli esemplari con becco tozzo e potente sono più avvantaggiati a nutrirsi di semi duri mentre quelli con becco più lungo e affilato sino più adatti a trovare insetti nascosti sotto terra o nelle cortecce degli alberi. 11 Il contributo delle teorie economiche Dopo il suo ritorno in Gran Bretagna Darwin passò molti anni a studiare i suoi reperti e riordinare gli appunti di viaggio. Particolare importanza per lui ebbe la lettura de “Il Saggio sul principio di popolazione” del 1798 del reverendo Thomas Robert Malthus, economista e demografo inglese. In questo saggio si sostiene che l'incremento demografico spingerebbe a coltivare terre sempre meno fertili, con conseguente penuria di generi di sussistenza per giungere all'arresto dello sviluppo economico, poiché la popolazione tenderebbe a crescere in progressione geometrica, quindi più velocemente della disponibilità di alimenti, che crescerebbero invece in progressione aritmetica Le sue osservazioni partono dallo studio delle colonie inglesi del New England, dove la disponibilità "illimitata" di nuova terra fertile ha permesso uno sviluppo "naturale" della popolazione con una progressione quadratica mentre, dove ciò non è possibile, si verificano periodiche carestie con conseguenti epidemie. Osservazione: Per capire la differenza con cui crescono popolazione e risorse basta pensare ad una figura come il quadrato. Quando il lato (risorse) raddoppia l’area (popolazione) diventa quattro volte maggiore. Gli allevatori e la selezione artificiale Darwin dedicò lunghi anni ed immensa attenzione anche alla selezione artificiale dei vegetali coltivati e degli animali domestici, tra i quali gli organismi riproduttori non sono scelti dalla prevalenza del più adatto, che regola la riproduzione allo stato selvaggio, ma per scelta dell'uomo che preferisce un riproduttore ad un altro sulla base del vantaggio economico, come avviene per bovini e suini, o per mere considerazioni estetiche, come accade per cani e colombi. Si può ricordare che nelle campagne inglesi era in corso, da alcuni decenni, la selezione in senso moderno delle razze di fondamentale interesse economico. Siccome, nella propria selezione, l'uomo altera radicalmente i meccanismi naturali, e produce esseri viventi dai caratteri spesso opposti a quelli che avrebbe conservato la selezione naturale, lo scienziato britannico concepì i propri studi sugli effetti della domesticazione come il complemento logico essenziale delle indagini sulla selezione naturale. 12 Il libro “L’origine delle specie” Nella primavera del 1856, il geologo e amico di Darwin, Charles Lyell, portò all'attenzione del naturalista uno scritto introduttivo sulle specie del gallese Alfred Russel Wallace (1823 – 1913), un naturalista che lavorava nel Borneo considerato a tutti gli effetti coautore della teoria della selezione naturale, e tentò di convincerlo a pubblicare il suo lavoro per anticipare Wallace. Darwin scelse di aspettare e realizzare un vero e proprio trattato tecnico completo sulle specie. Proprio durante il suo massimo impegno nello scrivere il libro sulla "Selezione naturale", ricevette da Wallace una ventina di pagine in cui era descritto un meccanismo evolutivo, un'inaspettata risposta ai recenti incoraggiamenti che Darwin stesso gli aveva dato. Darwin rimase entusiasta. Il 1º luglio 1858 furono presentati alla Società Linneana i lavori di Wallace e Darwin. La reazione del pubblico fu sorprendentemente tiepida. Darwin a questo punto lavorò intensamente ad un "riassunto" della sua "Selezione naturale". Lyell si accordò con l'editore John Murray, che accettò di pubblicare il manoscritto senza averlo visto, e di pagare a Darwin i due terzi del guadagno netto. Darwin aveva deciso di intitolare il libro Riassunto del saggio sull'origine delle specie e varietà per mezzo della selezione naturale, ma dietro suggerimento di Murray lo abbreviò nel più agile Sull'origine delle specie per mezzo della Selezione naturale (On the Origin of Species through Natural Selection). L'origine fu pubblicata la prima volta il 24 novembre 1859, al prezzo di 15 scellini ed andò immediatamente esaurita, tutte le 1250 copie furono richieste dai librai lo stesso giorno. In seguito l’opera fu migliorata ed uscirono varie edizioni. La teoria evoluzionistica di Darwin Con la sua teoria Darwin dimostrò che l'evoluzione è l'elemento comune, il filo conduttore della diversità della vita. Secondo una visione evolutiva della biologia, i membri dello stesso gruppo si assomigliano perché si sono evoluti da un antenato comune. Secondo questo modello le specie sono originate in un processo di “discendenza con variazione”. Fatto ancora più importante, nel suo trattato sull'origine delle specie, Darwin propose la selezione naturale come meccanismo principale con cui la variazione porta alla speciazione e dunque all'evoluzione di nuove specie. 13 La teoria evoluzionistica di Darwin si basa su tre presupposti fondamentali: 1. Riproduzione: tutti gli organismi viventi si riproducono con un ritmo tale che, in breve tempo, il numero di individui di ogni specie potrebbe non essere più in equilibrio con le risorse alimentari e l'ambiente messo loro a disposizione. 2. Variazioni: tra gli individui della stessa specie esiste un'ampia variabilità dei caratteri; ve ne sono di più lenti e di più veloci, più forti e più deboli e così via. 3. Selezione: esiste una lotta continua per la sopravvivenza tra gli individui all'interno della stessa specie e anche con le altre specie. Nella lotta sopravvivono gli individui più adatti, cioè quelli che meglio sfruttano le risorse dell'ambiente e generano una prole più numerosa. Darwin affermò che l'evoluzione di nuove specie avviene attraverso un accumulo graduale di piccoli cambiamenti casuali. Quelli positivi, cioè favorevoli alla sopravvivenza dell'individuo che ne è portatore, fanno sì che quell'individuo possa riprodursi più facilmente e quindi trasmettere le proprie caratteristiche ai discendenti. Ciascuna specie presenta un proprio adattamento all'ambiente evolutosi mediante la selezione naturale; comprendere in che modo gli adattamenti si sono evoluti per selezione naturale è il compito della biologia evoluzionistica. La teoria dell'evoluzione delle specie è uno dei pilastri della biologia moderna. Nelle sue linee essenziali, è riconducibile all'opera di Charles Darwin, che vide nella selezione naturale il motore fondamentale dell'evoluzione della vita sulla Terra. Ha trovato un primo riscontro nelle leggi di Mendel sull'ereditarietà dei caratteri nel secolo XIX, e poi, nel XX, con la scoperta del DNA e della sua variabilità. L’esempio della Biston Betularia La Biston betularia è una farfalla, insetto lepidottero appartenente alla famiglia Geometridae, diffuso in Eurasia e America Settentrionale. Esiste in diverse cromie, tra le quali la forma chiara (definita "normale") e quella scura carbonaria (definita "melanica"). Deve il nome di "betularia" all'abitudine a posarsi sui tronchi delle betulle, alberi dalla corteccia chiara; grazie ad una maggiore adattabilità mimetica, la forma predominante è quella chiara, per via di una più semplice elusione dei predatori. La storia della ricerca su questa farfalla delle betulle risale agli anni Cinquanta del secolo scorso, quando un naturalista inglese, Bernard Kettlewell, studiò le dinamiche evolutive delle due forme di questo lepidottero. La sua ricerca, durata alcuni anni, era volta a chiarire perché in alcune zone la farfalla chiara era molto più diffusa di quella nera, mentre il contrario accadeva altrove. 14 Scoprì così che, in condizioni naturali, la prima si mimetizzava sui tronchi degli alberi coperti di licheni bianchi, mentre la seconda - nera - sullo stesso sfondo era ben visibile e perciò facile preda degli uccelli. Kettlewell chiarì che la forma nera era più frequente di quella bianca proprio nelle zone inquinate. Nell'Ottocento, per esempio, la Rivoluzione Industriale aveva in alcune zone dell’Inghilterra ucciso i licheni e coperto i tronchi di fuliggine. Proprio qui le farfalle scure sopravvivevano perché erano meno visibili ai predatori. Il naturalista dimostrò quindi come un agente della selezione naturale (gli uccelli insettivori) potevano cambiare rapidamente l’aspetto di una specie animale e quindi farlo evolvere. 15 Lamarckismo e darwinismo a confronto Gli Equidi (ordine della classe dei mammiferi) si sono sviluppati in modo costante durante tutto il terziario, quindi negli ultimi 40 milioni di anni, dal genere Eohippus a quello di Equus (attuale). Durante questo intervallo di tempo si è avuto un processo di sviluppo corporeo in risposta ai cambiamenti climatici e ambientali che ha portato: aumento del segmento distale e degli arti passaggio da polidattilia a monodattilia con sviluppo del dito mediano trasformazione della dentatura con la molarizzazione dei premolari aumento delle dimensioni del cervello 16 Basandosi sulla conoscenza del pensiero di Lamarck e Darwin cerca di compilare la scheda seguente spiegando quali potrebbero essere per i due scienziati i motivi che hanno portato nel tempo ad una trasformazione dei caratteri del cavallo. Caratteri ESEMPIO Passaggio da polidattilia a monodattilia con sviluppo del dito mediano e scomparsa delle altre dita Possibile spiegazione secondo Lamarck ESEMPIO Sviluppo del dito medio perché solo questo veniva appoggiato sul suolo durante la corsa veloce, atrofizzazione delle dita che non venivano utilizzate perché non vi era più la necessità di muoversi tra arbusti in condizioni precarie di equilibrio Possibile spiegazione secondo Darwin ESEMPIO Gli indiviui con più dita non erano competitivi sulla corsa rispetto alla condizione di monodattilia più efficace e si estinsero Riflessione sui reali meccanismi evolutivi ESEMPIO Non era l’uso del dito medio o il disuso delle dita laterali a generare i cambiamenti negli individui e nei loro figli. Al contrario le variazioni casuali nello sviluppo delle dita hanno consentito ad alcuni esemplari di essere più veloci, sopravvivere e riprodursi dando vita a figli competitivi Aumento del volume del cranio Aumento delle dimensioni corporee Molarizzazione dei premolari 17 La teoria della biosfera La biosfera è definita in biologia come l'insieme delle zone della Terra in cui le condizioni ambientali permettono lo sviluppo della vita. Fino agli anni ’70 del secolo scorso si pensava che l’evoluzione degli esseri viventi fosse determinata da fattori come dinamiche della crosta terrestre, degli oceani, dell’aria o della temperatura. Nel 1979 uno scienziato inglese James Lovelock in "Gaia. A New Look at Life on Earth", formulò l’ipotesi che tutte le componenti geofisiche del pianeta terra si mantengono in condizioni idonee alla presenza della vita proprio grazie al comportamento e all'azione degli organismi viventi, vegetali e animali. Gaia sarebbe il nome del pianeta vivente (derivato da quello dell'omonima divinità femminile greca, nota anche col nome di Gea). Daisylandia, il pianeta delle margherite Nel 1983 Lovelock lanciò l’idea di daisylandia, un pianeta modello con cui cercò di spiegare la sua teoria di un super organismo vivente. Il pianeta avrebbe le stesse dimensioni della Terra e orbiterebbe intorno ad una stella che si trova alla stessa distanza che separa il sole dalla terra. Su Daysilandia vivono due sole specie: margherite bianche, che si adattano bene ai climi caldi, in quanto con il loro colore chiaro riflettono in parte la luce solare; margherite nere, ben adattate ai climi freddi, in quanto con il loro colore scuro trattengono gran parte dei raggi solari. Il pianeta e le sue margherite formano un ecosistema (come Gaia) in grado di autoregolarsi per resistere a limitate variazioni del calore emesso dalla stella (il sole). Le margherite nere vivono ad una temperatura minima di 5°C. All’aumentare dell’intensità luminosa della stella la temperatura del pianeta dovrebbe aumentare fino a rendere impossibile la vita alle margherite. E' la fine della vita? No, proprio per effetto della struttura del supersistema. Gradualmente le margherite nere muoiono, per la loro impossibilità di liberarsi dell’energia assorbita. Negli spazi lasciati liberi dai fiori neri, cominciano a prosperare le margherite bianche, che riflettono parte delle onde luminose. Daysilandia si ricopre di un tappeto bianco di fiori. Questo processo contribuisce a mantenere la temperatura su valori adatti alla vita delle margherite, che come si vede è di 22,5°C. 18 Il modello dimostrerebbe come il sistema Gaia sia costituito da elementi che interagiscono tra loro in modo complesso, quasi un super organismo che funziona come un unico sistema autoregolante. In questo caso gli elementi coinvolti sarebbero: luce, temperatura e piante. Sistema di classificazione moderno In biologia, la classificazione è un concetto che si riferisce alle modalità con le quali i biologi raggruppano, sistemano e categorizzano le varie entità al cui fondamento si trovano le specie di organismi viventi e fossili. Classificare gli oggetti vuol dire riunirli in categorie in base a quello che hanno in comune. A partire dal sistema di Linneo, istituito con la pubblicazione del Systema naturae con il quale si cercò di riunire le specie in base alle caratteristiche morfologiche condivise, questi raggruppamenti furono ininterrottamente riesaminati e rimaneggiati perfezionandoli, fino a quando essi furono riletti secondo le teorie evoluzioniste di discendenza filogenetica proposte da Charles Darwin. Teoria della ricapitalizzazione A tal riguardo si riporta il contributo di Ernst Heinrich Haeckel (1834 - 1919) che è stato un biologo e zoologo tedesco. Egli ha scoperto, descritto e denominato migliaia di nuove specie, mappato un albero genealogico relativo a tutte le forme di vita, e coniato molti termini in biologia come ecologia, phylum, filogenesi, cellule staminali, e regno dei protisti. Haeckel ha promosso e reso popolare l'opera di Charles Darwin in Germania e ha sviluppato la teoria della ricapitolazione esponendola in forma scientifica: l'ontogenesi ricapitola la filogenesi, in cui si sosteneva che lo sviluppo di un singolo organismo biologico ontogenesi, possiede parallelismi e riassume lo sviluppo evolutivo della propria specie, filogenesi. Nella foto sono rappresentati gli stadi di sviluppo di esemplari appartenenti a gruppi sistematici animali. Nelle prime fasi di formazione gli organismi si assomigliano moltissimo. Questo induce a pensare che tutti questi animali abbiano un’origine comune. 19 Classificazione moderna L'approccio generale che Linneo scelse per classificare le specie e molti dei suoi raggruppamenti tassonomici rimase, per quasi due secoli, uno standard nella biologia. Oggi viene generalmente accettato che la classificazione debba riflettere, mediante il principio darwiniano di discendenza comune, la filogenesi, ossia la storia evolutiva dei vari taxa (gruppi) in modo tale che ognuno di essi includa una singola sezione dell'albero filogenetico. Esistono vari modelli di classificazione delle specie ma tutti si basano sulla divisione in categorie tassonomiche. Si riporta un esempio di classificazione dell’uomo. 20