I Disturbi della Memoria e la Riabilitazione della Memoria ARGOMENTI : I) Le sindromi amnesiche II) Metodologie riabilitative della memoria AMNESIE (O DISMNESIE): Definizione deficit di memoria = amnesia amnesia = deficit di memoria di lungo termine Definizione Le sindromi dismnesiche sono costituite da tutte quelle forme di disfunzione del sistema della memoria di lungo termine di assai comune osservazione nella clinica delle funzioni cognitive e psichiche superiori potendo essere seguenti a condizioni molteplici ed eterogenee sia per eziogenesi che per sede lesionale. AMNESIE (O DISMNESIE): Caratteristiche La compromissione grave e selettiva della memoria a lungo termine, è indipendente da parametri dello stimolo come le sue caratteristiche verbali o non-verbali o la modalità sensoriale di presentazione. I disturbi di memoria che si possono osservare sono in particolare, disturbi di memoria esplicita episodica. In questi pazienti, solitamente non risultano danneggiate la memoria a breve termine, la memoria implicita, la memoria esplicita semantica ed i processi di analisi percettiva. Il quadro, caratterizzato dunque da disturbi selettivi di memoria esplicita episodica viene chiamato amnesia pura. 1 AMNESIE (O DISMNESIE): Patogenesi Un difetto di MeLT può originare da una compromissione di una delle seguenti fasi: processi di codificazione dell’informazione immagazzinamento richiamo “Il ricordo è un fenomeno complesso che richiede la percezione dell’immagine, la sua fissazione e conservazione e la sua rievocazione e localizzazione nel tempo e nello spazio” (Déjerine, 1914) E’ solo ad opera delle ultime due fasi che i ricordi diventano coscienti. I disturbi mnestici possono essere causati da alterazioni dei processi di fissazione e conservazione (irreversibili) o di evocazione e localizzazione. AMNESIE (O DISMNESIE): Patogenesi Questo approccio permette di spiegare il risparmio di alcune capacità di apprendimento, attribuendole al sotto-sistema indenne. La distinzione tra memoria semantica e memoria episodica è piuttosto controversa e non spiega il difetto fondamentale del paziente amnesico: l’incapacità di evocare un ricordo cosciente, contrapposta al risparmio dell’apprendimento inconscio. Questa dicotomia caratterizza invece i sistemi di memoria procedurali o impliciti e dichiarativi o espliciti. L’INTERPRETAZIONE DELL’AMNESIA Memoria come sistema multi-componenziale ipotesi di un difetto di codificazione compromissione dei processi semantici difetto di codificazione visuo-spaziale difetto di immagazzinamento (mancanza di consolidamento della traccia mnestica) ipotesi di un oblio più rapido sensibilità all’interferenza proattiva/ disturbo al processo di richiamo dell’informazione nel MaLT incapacità ad usare il contesto spazio-temporale amnesia come difetto selettivo di una sotto-componente specifica 2 AMNESIE (O DISMNESIE): Eziogenesi Le cause di dismnesie nei pazienti con amnesia pura possono essere varie: traumi cranici, patologia tumorale, lesioni vascolari (ischemiche o emorragiche), patologie degenerative, alcoolismo cronico. AMNESIE (O DISMNESIE) Sede lesionale Le cause di dismnesie sono lesioni delle strutture temporali mesiali e diencefaliche di tipo focale o diffusa). Esempi di lesioni focali sono le lesioni delle strutture temporali mesiali (ippocampo) o delle strutture diencefaliche (nuclei talamici anteriori e nucleo talamico dorso-mediale, corpi mamillari dell'ipotalamo). Eziologia Primaria: da lesione anatomo-funzionale del sistema della memoria Eziologia Secondaria: da deficit attentivi o da deficit delle capacità logiche (eccessiva semplificazione nei processi di codificazione, comportamenti, etc.). I DISTURBI DELLA MEMORIA Tipologie lesionali: -lesioni diffuse della sostanza bianca sottocorticale -lesioni focali uni- o bilaterali a livello delle regioni temporo-mesiali - lesioni focali uni- o bilaterali a livello delle regioni frontali mediane Amnesia globale Disturbi conseguenti a lesioni frontali Disturbi mnesici “parziali” Amnesia con deterioramento cognitivo diffuso 3 Disturbi mnesici conseguenti a lesioni dei lobi frontali Aspetti di compromissione dell’efficienza della memoria: -dinamica generale dell’attenzione (“sistema esecutore centrale”) -attivazione di strategie per l’organizzazione dell’apprendimento e delle funzioni strumentali -registrazione corretta, ripasso e rievocazione delle informazioni -selezione delle strategie di memorizzazione e uso di procedure efficaci per la rievocazione dei ricordi -formulazione e consequenzialità nella programmazione (memoria prospettica) AMNESIE: Quadro neuropsicologico Nei pazienti con amnesia pura è possibile osservare costantemente un deficit di memoria episodica anterograda (amnesia anterograda), che si manifesta come difficoltà a memorizzare a lungo termine e ricordare nuove informazioni di vario tipo, ovvero informazioni che vengono date al paziente dopo la comparsa dell'amnesia pura. L'amnesia anterograda si manifesta quindi con difficoltà per il paziente nel memorizzare e ricordare fatti recenti (ad esempio, il paziente può non ricordare dove è stato un'ora prima) o fatti accaduti dopo l'insorgenza dell'amnesia. A causa di tali difficoltà di memoria, il paziente con amnesia pura può produrre confabulazioni; le confabulazioni sono "ricordi sbagliati", ovvero fatti che il paziente in buona fede crede di ricordare, ma che si rivelano come fatti non corrispondenti a ciò che è realmente accaduto. AMNESIE: Quadro neuropsicologico Nei pazienti con amnesia pura è possibile osservare a volte anche presente un deficit di memoria episodica retrograda (amnesia retrograda), che si manifesta come difficoltà a ricordare informazioni relative ad alcuni eventi passati o fatti accaduti comunque prima dell'insorgenza dell'amnesia. 4 CARATTERISTICHE DEL PAZIENTE AMNESICO Incapacità ad imparare a riconoscere persone a lui ignote in precedenza (es. medici o infermieri); Buona identificazione delle persone che conosce da molto tempo; CARATTERISTICHE DEL PAZIENTE AMNESICO Incapacità a ricordare o apprendere dei percorsi (ad es. quello dalla propria camera al bagno); Difficoltà a memorizzare gli indirizzi (ad es. se ha cambiato casa si ricorderà il vecchio indirizzo, ma non il nuovo e sarà incapace di raggiungere la nuova abitazione); CARATTERISTICHE DEL PAZIENTE AMNESICO Difficoltà a ricordare dove ha collocato oggetti d’uso comune; Lettura più volte degli stessi giornali senza trovare familiare il contenuto; Dopo aver mangiato può non ricordare i cibi che ha mangiato ed in casi estremi proprio di aver mangiato; 5 CARATTERISTICHE DEL PAZIENTE AMNESICO Dimenticanza di aver incontrato una persona con cui ha conversato; Perdita più o meno ampia dei ricordi del passato: il paziente può non aver memoria alcuna per periodi anche lunghi della propria vita. Ad es. non ricorda la morte di un familiare o la nascita di un figlio; Spesso preservazione dei ricordi più remoti; Estrema compromissione nelle attività della vita quotidiana tale da rendere spesso difficile il condurre un’esistenza autonoma e bisogno di assistenza continua. Esempio di descrizione del paziente amnesico H.M. (Milner e coll, 1968) Descrizione prima dell’amnesia - Persona placida, gentile e con un certo senso dell’umore Intervento chirurgico nel 1953, seguito dalla comparsa di amnesia Al paziente HM vennero asportate le strutture mediali e basali di entrambi i lobi temporali come trattamento per una grave forma di epilessia. L’asportazione riguardò quindi strutture quali l’ippocampo, l’amigdala e la corteccia paraippocampale. Esempio di descrizione del paziente amnesico H.M. (Milner e coll, 1968) Grave amnesia anterograda Soprattutto, mostrava una grave incapacità nel ritenere informazioni nuove (amnesia anterograda DESCRIZIONE DI MILNER ET AL, 1968 - il paziente aiutava sua madre nelle faccende di casa; - faceva commissioni; -falciava l’erba; - la topografia degli immediati dintorni gli era familiare; - risultava totalmente disorientato DESCRIZIONE DI CORKIN, 1984 - il paziente si trovava in una casa di riposo, ma non sapeva dove si trovasse; - non sapeva chi si prendesse cura di lui; - non sapeva cosa aveva mangiato all’ultimo pasto; - il personale doveva ricordargli di lavarsi; - era totalmente disorientato nel tempo (ad es. nella determinazione dell’anno poteva sbagliare di >40 anni); - sottostimava la sua età con errori >10 anni; 6 Esempio di descrizione del paziente amnesico H.M. (Milner e coll, 1968) Grave amnesia retrograda In H.M. i vecchi ricordi (es. l’infanzia) erano rimasti intatti, ma aveva difficoltà nel recupero di memorie acquisite nei 10 anni precedenti l’operazione, soprattutto per gli eventi personali (amnesia retrograda) DESCRIZIONE DI MILNER ET AL, 1968 - era incapace di riconoscere i vicini di casa; - era incapace di riconoscere gli amici di famiglia con cui era venuto in contatto prima dell’amnesia; - era incapace di descrivere il lavoro che aveva appena svolto quasi quotidianamente nei 6 mesi precedenti l’intervento; - era in grado di disegnare la piantina di casa dove era vissuto negli 8 anni precedenti; DESCRIZIONE DI CORKIN, 1984 - nel 1982 era incapace di riconoscere una propria fotografia scattata nel 1966; - anche se vedeva tutte le sere il telegiornale sapeva che Kennedy era stato ucciso, ma non sapeva ulteriori informazioni (come il suo possibile assassino o il suo successore); - era in grado di apprendere il significato di alcune nuove parole come ad es. Astronauta = qualcuno che viaggia nello spazio esterno alla terra; musica rock = nuova forma musicale; Erba = marijuana; Hippy = ballerino; ma il paziente affermava “la mia esperienza è come svegliarmi da un sogno, ogni giorno mi sento solo in me stesso, qualunque gioia o dolore abbia provato”. Esempio di descrizione del paziente amnesico H.M. (Milner e coll, 1968) Memoria a breve termine preservata Ma la memoria a breve termine era normale. Utilizzando normali strategie di reiterazione del materiale H.M. era in grado di mantenere in memoria delle informazioni (es. una breve lista di numeri) Una qualsiasi interruzione comprometteva però il ricordo. Dal caso alla teoria La teoria del consolidamento dei sistemi L’ippocampo (e le zone adiacenti) non sono la sede in cui sono depositati i ricordi e le memorie passate, ma svolge un ruolo cruciale nel formare nuovi ricordi. Nel 1971 David Marr ha ipotizzato che l’ippocampo sia un sistema a capacità limitata che acquisisce informazioni rapidamente ed automaticamente, senza però mantenerle a lungo. Col tempo, l’informazione originariamente disponibile nell’ippocampo diviene permanente in altre strutture del cervello (in corteccia), in maniera indipendente dall’attività’ dell’ippocampo stesso. Il meccanismo cruciale di questo trasferimento e’ la riattivazione (‘replay’ delle configurazioni di attivita’ neurale – forse svolta durante il sonno. 7 Esempio di descrizione del paziente amnesico H.M. (Milner e coll, 1968) Memoria procedurale preservata Anche la memoria procedurale era intatta: il paziente H.M. mostrava di apprendere compiti motori complessi (ad esempio copiare un disegno allo specchio), benché non ricordasse nulla delle sessioni precedenti! Esempio di descrizione del paziente amnesico H.M. (Milner e coll, 1968) Priming di ripetizione preservato Gli amnesici non apprendono solo procedure. Il primo incontro di uno stimolo (detto prime) aumenta l’abilita’ di analizzare quello stesso stimolo ad una successiva presentazione Esempio: Compito di completamento di radici di parole. Al soggetto viene data una lista di parole e, dopo un intervallo di tempo, gli vengono dati dei frammenti di parole da completare con la prima parola che viene in mente Esempio di descrizione del paziente amnesico H.M. (Milner e coll, 1968) Priming di ripetizione preservato Incapaci di rievocare, ma capaci di completare. I pazienti amnesici con lesione delle strutture del lobo temporale mediale svolgono correttamente il compito di completamento, benche’ non siano in grado di rievocare la lista di parole 8 Esempio di descrizione del paziente amnesico H.M. (Milner e coll, 1968) Priming di ripetizione preservato: dal caso alla teoria Incapaci di rievocare, ma capaci di completare. I pazienti amnesici con lesione delle strutture del lobo temporale mediale svolgono correttamente il compito di completamento, benché non siano in grado di rievocare la lista di parole. Dal caso alla teoria Memoria a lungo termine eplicita ed implicita Memoria esplicita (o dichiarativa): Entra in gioco quando il compito richiede la rievocazione consapevole di una precedente esperienza. E’ deficitaria nell’amnesia Memoria implicita (o non-dichiarativa): E’ evidente quando esperienze precedenti facilitano la prestazione ad un compito che non richiede la rievocazione consapevole di quelle esperienze. E’ intatta nell’amnesia Dal caso alla teoria Memoria a lungo termine procedurale Danni a carico dei gangli della base o del cervelletto compromettono l’apprendimento di compiti motori e conoscenze procedurali Esempio della malattia di Huntington: Pazienti con Corea di Huntington (sindrome degenerativa che coinvolge principalmente le cellule del nucleo striato dei gangli della base) hanno molte difficolta’ nell’apprendere nuove abilita’ motorie. Questo indipendentemente dal deficit motorio specifico della malattia 9 Dal caso alla teoria Priming Dal caso alla teoria Condizionamento CARATTERISTICHE DEL PAZIENTE AMNESICO Tipo di Amnesie AMNESIE PARZIALI AMNESIE GLOBALI Caratteristiche del deficit mnesico Incapacità ad accedere a categorie di ricordi, ad esempio: 1) amnesia verbale (amnesia per i nomi, amnesia per i verbi) 1) amnesia per i volti 3) amnesia spaziale (per luoghi, itinerari, etc) 1)mancato apprendimento 2)difficoltà nella rievocazione nel lungo termine 3)deficit della memoria a lungo termine dichiarativa 4)buona la MBT (span) Gruppo 1° Gruppo 2° Gruppo 3° Gruppo 4° Gruppo Forme da danno focale dell’encefalo Forme da danno diffuso dell’encefalo ad eziologia non evolutiva Forme conseguenti a danno bilaterale relativamente selettivo delle strutture ippocampali Forme di grave deterioramento diffuso delle funzioni cognitive con tendenza evolutiva Eziologia Lesione più spesso di tipo vascolare o tumorale a livello dei lobi temporali - encefalopatie posttraumatiche - encefalopatie post-anossiche - encefalite non erpetica - encefalite erpetica (causa più frequente) - lesione ischemica delle strutture ippocampali (più raramente) - resezione degli ippocampi in pz epilettici farmacoresistenti - traumi cranici con coinvolgimento delle aree temporali mesiali - intossicazione da CO Forme secondarie a - lesione dei corpi mamillari, - lesione dei nuclei DM del talamo - occlusione bilaterale delle a. paramediane - intossicazione alcolica (sd di Korsakoff) (lesioni diencefaliche) - degenerazione del SNC (m. di Alzheimer) Caratteristiche specifiche del deficit mnesico Difficoltà mnesiche “materiale specifiche” Deterioramento mnesico (soprattutto della MLT dichiarativa) inserito in un quadro di deterioramento diffuso Amnesia globale associata ad un incostante minore coinvolgimento di poche altre funzioni come l’attenzione, le capacità logiche ed il comportamento Nella sd di Korsakoff vi è: - deficit di memoria anterograda, - deficit di memoria retrograda, - tendenza alla confabulazione, - disfunzione dei lobi frontali Possibilità di riabilitazione Possibile intervento riabilitativo Possibile intervento riabilitativo Possibile intervento riabilitativo Non è possibile un intervento riabilitativo, benché possono essere utilizzati ausili ambientali 10 CARATTERISTICHE DEL PAZIENTE AMNESICO evento patologico tempo retrograda anterograda globale AMNESIA Componenti di variabile gravità: Amnesia retrograda per eventi precedenti l’insorgenza della patologia causa del disordine di memoria Amnesia anterograda per eventi successivi all’insorgenza del fatto morboso CARATTERISTICHE DEL PAZIENTE AMNESICO 11 FORME CLINICO-EZIOLOGICHE DI AMNESIA IN ORDINE DI FREQUENZA 1. Amnesia post-traumatica 2. Amnesia da abuso di alcolici 3. Amnesia post-encefalitica 4. Amnesia da lesione vascolare - da lesione ischemica bilaterale - da lesione unilaterale - da quadro multi-infartuale - da emorragia subaracnoidea 5. Amnesia post-anossica - da arresto cardiaco - da trauma cranico - da intossicazione da CO 6. Amnesia da lesioni tumorali 7. Amnesia da patologie degenerative NB. al contrario delle precedenti presentano una tipologia di tipo evolutivo DISFUNZIONI MNESICHE SECONDARIE A LESIONI DEI LOBI FRONTALI Lesioni dei lobi frontali Alterazioni delle funzioni frontali: Alterazione del sistema esecutivo centrale (sindrome disesecutiva) (Baddley) capacità di identificare le informazioni capacità di categorizzare le informazioni capacità di seguire un ordine temporale dell’informazione capacità di valutare le implicazioni dell’informazione Compromissione del sistema attenzionale di supervisione (Norman e Shallice) Deficit delle funzioni mnesiche implicate: - memoria a breve termine ed in particolare della memoria di lavoro Amnesie secondarie al deficit attentivo RIABILITAZIONE DEI DISTURBI DI MEMORIA Scarsa tendenza al recupero spontaneo Importanza di una valutazione clinica dettagliata/valutazione delle reali difficoltà mnesiche “ecologiche” Realismo (es: amnesia globale/apprendimento “implicito”, “condizionamento”, collaborazione dei familiari) 12 TERMINOLOGIE RIABILITATIVE DEI DEFICIT DELLA MEMORIA A LUNGO TERMINE Metodiche riabilitative di “alleviamento”: metodi volti a ridurre le difficoltà del paziente senza intervenire direttamente sulla funzione (corrispondono largamente ai metodi esterni) Metodiche di rieducazione: metodi volti a rieducare in via sostitutiva o diretta le capacità mnesiche stesse (corrispondono largamente ai metodi interni) Metodi esterni “passivi”: metodi caratterizzati dal fatto che il paziente riceve passivamente informazioni che sostituiscono la sua insufficiente memorizzazione Metodi esterni “attivi”: metodi basati sul fatto che il paziente viene sollecitato ad utilizzare autonomamente strategie che gli sono state suggerite o che egli stesso ha imparato a scoprire con la guida del riabilitatore Metodi interni: metodiche più' direttamente finalizzate ad esercitare e migliorare le funzioni mnesiche del paziente (tecniche di memorizzazione) Riabilitazione dei disturbi di memoria Metodi o ausili esterni Metodi interni Adattamento delle Mnemotecniche condizioni ambientali (metodo delle iniziali, (orientamento nella realtà) parole associate, storie, loci, Ausilii mnemonici esterni immagini assurde, ed attivi ….) (N.B. apprendimento procedurale/motivazione-profilo cognitivo!!!) MODELLI TEORICI RIABILITATIVI DEI DEFICIT DELLA MEMORIA A LUNGO TERMINE (Diller, 1987) 1) Deficit da insufficienza Esercizi di rafforzamento della funzione Postulano che essendo deficiente la funzione conviene esercitare la funzione con opportuni criteri di gradualità 2) Deficit da interferenza Metodi “interni” Propongono che la funzione è potenzialmente efficiente, ma è inibita ed interferita da disarmonie e squilibri nel contesto informativo. Per cui bisogna agire su funzioni indenni o usare modalità diverse di informazioni allo scopo di stimolare o raggiungere per altre vie la funzione latente. 3) Deficit da deficienza Uso di ausili esterni sostitutivi Ritengono che è scettico riabilitare la funzione in sé, per cui si possono solo utilizzare mezzi sostitutivi esterni 13 PRINCIPALI METODI DI RIABILITAZIONE DELLE AMNESIE 1) Ausili esterni passivi Adattamento alle condizioni ambientali -Orientamento nella realtà 2) Ausili esterni attivi -Agende, calendari, timer, lavagne, liste, cartine geografiche, piantine stradali, registratori, ecc. 3) Mnemotecniche -metodo delle “iniziali”; associazioni di parole -metodo delle “storie”; immagini “assurde” -Ridiculously Imaged Story (R.I.S.), ecc. 4) Metodi cognitivi a)metodi basati sulla dicotomia verbale-visuospaziale; verbalizzazione; associazione faccia-nome; associazione buffa di parole; lista dell’aeroplano; visual-imagery b)metodi basati sull’organizzazione logica delle informazioni (miglioramento della codificazione):PQRST; nessi logici; categorizzazione fonologica; categorizzazione semantica; schematizzazione; ecc. c)metodi basati sulla memorizzazione implicita; direct priming; ripetizione; suggerimenti decrescenti (vanisching cues) d)metodi basati sul miglioramento della rievocazione: spaced retrieval Adattamento delle condizioni ambientali • Si tratta di organizzare un sistema informativo ambientale mediante segnali significativi • La terapia ad orientamento reale, quando si riferisce a pazienti gravi, consiste nel fornire incessantemente al paziente informazioni verbali su quanto sta avvenendo, è avvenuto o dovrà avvenire. METODI DI RIABILITAZIONE DELLE AMNESIE BASATI SULL’USO DI AUSILI ESTERNI PASSIVI Significato della metodologia: utilizza ausili esterni “passivi” nel cui uso il paziente cioè è coinvolto in modo più passivo Ausili Esterni = si basa su segnali forniti dall’esterno (ossia dall’ambiente) il cui uso va integrato alla vita quotidiana con costante ritmo, distribuzione e ripetitività Passivi = gli ausili non vengono gestiti dal paziente Si applicano ai pazienti assai gravi che presentano, oltre al deficit mnesico, un deterioramento diffuso e scarsa o nulla capacità di collaborazione attiva. Metodiche riabilitative: addestramento del paziente ad un uso corretto ed abituale degli ausili esterni passivi nelle attività quotidiane, creando sia situazioni di vita reale, sia situazioni simulate (giochi di simulazione). E' possibile eventualmente usare tecniche di condizionamento, che prevedono rinforzi positivi (il paziente scopre il vantaggio di usare l'ausilio esterno suggerito) o rinforzi negativi (il paziente sperimenta la frustazione e l'insuccesso cui si va incontro non usando l'ausilio esterno suggerito). Difficoltà per il riabilitatore: nel paziente con grave amnesia è possibile incontrare difficoltà nell'addestramento ad un uso abituale degli ausili esterni passivi. E' spesso necessario sollecitare il paziente ripetutamente all'uso degli ausili esterni passivi, in vario modo. Obiettivo che può essere raggiunto con l'uso degli ausili esterni passivi: migliorare l'orientamento spaziale e temporale, facilitare il ricordo di appuntamenti ed il ricordo di varie informazioni utili per il paziente. Pazienti in cui è opportuno utilizzare gli ausili esterni passivi: pazienti con grave amnesia, o con amnesia associata a deterioramento intellettivo 14 METODI DI RIABILITAZIONE DELLE AMNESIE BASATI SULL’USO DI AUSILI ESTERNI PASSIVI Tipi di metodi Descrizione Adattamento alle condizioni ambientali Modificazioni dell'ambiente in cui il paziente vive (abitazione o istituti per lungodegenza), mediante cartelli ed etichette (che contengono informazioni scritte, possibilmente con caratteri grandi) e segnali (frecce, segnali di diverso colore). 1)Terapia di Orientamento nella realtà (ROT) Consiste nell'informare ripetutamente il paziente su ciò che sta accadendo o accadrà nel corso della giornata, per migliorare il suo orientamento spaziale e temporale e la sua comprensione degli eventi che lo riguardano. Esempi Uso di segnalazioni scritte a grandi lettere -Per una stanza (cassetti, capi di vestiario) -Per la cucina (stoviglie, alimenti) -Per il bagno (oggetti personali) -Cartelli per indicare le varie stanze (camera da letto, bagno, cucina); -Cartelli o etichette per indicare vari mobili o cassetti (in cui sono contenuti gli abiti del paziente, alimenti, stoviglie, etc.); -Etichette col nome del paziente, per indicare alcuni oggetti personali del paziente (ad esempio, spazzolino da denti o deodorante); Catalogazione in base ad alcuni criteri -segnali basati su colori (es. porte dei bagni gialle, etichette di un certo colore, per contrassegnare gli oggetti personali del paziente).) -frecce direzionali (es. frecce verdi per il giardino), -segnali che indicano una certa direzione, come frecce (che segnalano, ad esempio, il percorso per andare in bagno); Uso di informazioni verbali fornite senza sosta al paziente -su quanto sta avvenendo (es. dire che giorno è, che ora è, cosa si sta facendo, cosa si è finito di fare) -su quanto dovrà avvenire (es. dire cosa ci si prepara a fare, dove si sta andando e perché) - ripetere al paziente "che giorno è", "che ora è"; -informare il paziente sul luogo in cui ci si trova, o dove si sta andando; -informare il paziente sugli eventi della giornata (cosa si sta facendo, cosa è appena accaduto, cosa accadrà); -informare il paziente sulle persone che vedrà o ricordargli chi ha già visto; -informare il paziente sul perché di certi eventi (ad esempio: perché si sta andando in un certo luogo) METODI DI RIABILITAZIONE DELLE AMNESIE BASATI SULL’USO DI AUSILI ESTERNI ATTIVI Significato della metodologia: si basa sull’uso di ausili esterni "attivi" nel cui uso il paziente è cioè coinvolto in modo più attivo. Ausili Esterni = si basa su segnali forniti dall’esterno (ossia dall’ambiente) il cui uso va integrato alla vita quotidiana con costante ritmo, distribuzione e ripetitività Attivi = gli ausili vengono gestiti in maniera diretta ed attiva dal paziente Metodiche riabilitative: addestramento (o riaddestramento) del paziente ad un uso corretto e abituale degli ausili esterni attivi nelle attività quotidiane, in modo tale che il paziente possa apprezzare i vantaggi che offrono tali ausili. Eventualmente, è possibile far ricorso anche a tecniche di condizionamento (giochi di simulazione, situazioni di vita reale). Difficoltà per il riabilitatore: il paziente può rifiutarsi di usare gli ausili esterni attivi (in quanto l'uso di tali ausili può costituire una troppo evidente dimostrazione delle sue difficoltà), o può usare gli ausili esterni attivi in modo improprio (ad esempio, nel caso delle agende, le modalità con cui il paziente prendeva nota delle informazioni prima della malattia possono, dopo la comparsa di disturbi di memoria, non risultare più adeguate). Obiettivo che può essere raggiunto con l'uso degli ausili esterni attivi: migliorare l'efficienza del paziente nelle attività quotidiane Pazienti in cui utilizzare gli ausili esterni attivi: sia pazienti con amnesia lieve, sia pazienti con amnesia moderata o grave Ausili mnemonici esterni ed attivi • Devono essere gestiti direttamente dal paziente. Corrispondono ai comuni promemoria. Nonostante questi ausili siano ovvii in sé non è altrettanto facile indurre il paziente ad usarli efficacemente. Si tratta di una sorta di “protesi cognitive”. 15 METODI DI RIABILITAZIONE DELLE AMNESIE BASATI SULL’USO DI AUSILI ESTERNI ATTIVI Tipi di metodi Strumenti Esempi 1) Ausili adoperati dal paziente Uso di promemoria su cui annotare la sequenza delle cose da fare -agende o simili -timer, che dicano al paziente che è trascorso un certo tempo -calendari -elenchi della spesa -elenchi (delle cose da fare, cose da acquistare) -elenchi dei numeri telefonici utili (di personale interesse) -lavagne, bacheche -piantine stradali e delle città -registratori tascabili -agende elettroniche -uso di sigle o abbreviazioni -esplicative per il paziente, -cartine geografiche, piantine stradali 2) Metodica adoperata dal paziente Chiede informazioni agli altri -su quanto sta avvenendo (es. che giorno è, che ora è, cosa si sta facendo, cosa si è finito di fare) -su quanto dovrà avvenire (es. chiedere cosa ci si prepara a fare, dove si sta andando e perché) METODI DI RIABILITAZIONE DELLE AMNESIE BASATI SULL’USO DI MNEMOTECNICHE (AUSILI INTERNI ATTIVI) Significato della metodologia: Ausili interni = si basano sull’uso di metodi utilizzati dal soggetto (dopo un apprendimento), cioè sono delle strategie mentali elaborate ed applicate dal paziente stesso per facilitare la memorizzazione Attivi = gli ausili vengono applicati mentalmente (in maniera diretta ed attiva) dal paziente, sono cioè metodiche di ordine mentale Metodiche riabilitative: Le mnemotecniche sono degli artifici intesi ad ordinare mentalmente i memoranda in modo tale da facilitare la ritenzione e potenziare le capacità mnesiche. Sono utili soprattutto per ricordare delle liste di parole, tuttavia sono poco efficaci in pazienti amnesici ). Sono metodi per apprendere, ma l’amnesico ha difficoltà ad apprendere gli stessi metodi di apprendimento ed ha inoltre difficoltà nel generalizzare il metodo. METODI DI RIABILITAZIONE DELLE AMNESIE BASATI SULL’USO DI MNEMOTECNICHE (AUSILI INTERNI ATTIVI) Tipi di metodi 1) Metodi di tipo verbale 2) Metodi di tipo visuospaziale 1) Metodo delle iniziali -formazione di parole con le iniziali -formazione di una filastrocca in rima con le parole o le iniziali delle parole da ricordare 2) Metodo delle parole associate in rima -Si accoppiano le parole in modo che l’una aiuta a rievocare l’altra 3) Metodo delle storie -Inserimento delle parole da rievocare nel contesto di un racconto comico (Ridiculously Imaged Story Condition: R.I.S.) 1) Metodo delle immagini assurde -Collocazione dell’oggetto in una raffigurazione fantastica o assurda (es. un elefante su una nuvola) 16 METODI COGNITIVI DI RIABILITAZIONE DELLE AMNESIE I metodi di riabilitazione cognitivi sono metodiche che cercano più direttamente di migliorare le funzioni mnesiche costituiscono il livello metodologico più elevato. Si definiscono cognitivi in quanto: - si basano su fattori memorizzanti intrinseci alla strutturazione dell’informazione o alle modalità con cui viene fornita, recepita o elaborata - presuppongono la relativa integrità di altre funzioni cognitive e la partecipazione attiva da parte del paziente Si applicano soprattutto alla non rara evenienza di deficit mnesici selettivi (ad esempio nei deficit prevalentemente verbali). Pazienti in cui utilizzare le metodiche "cognitive": pazienti con amnesia lieve o moderata, in grado di fornire un’attiva collaborazione. Nel soggetto normale, la "presentazione ripetuta" dell'informazione da memorizzare (per un certo numero di volte) è il più comune metodo di apprendimento di informazioni e rappresenta un metodo di apprendimento di una certa efficacia. Per contro, nei pazienti amnesici la semplice "presentazione ripetuta" dell'informazione da memorizzare (per un certo numero di volte) è in genere un metodo d’apprendimento scarsamente efficace. Da questa constatazione, nasce la necessità di ricorrere nel paziente amnesico a metodiche riabilitative più efficaci. I metodi cognitivi • Presuppone un approccio attivo, con coinvolgimento diretto del paziente • Presuppone l’integrità di una o più componenti della memoria Riabilitazione dei disturbi di memoria Metodi cognitivi Si basano su fattori memorizzanti intrinseci alla strutturazione dell’informazione o alle modalità con cui viene fornita, recepita, archiviata e richiamata dagli archivi nei soggetti normali Presuppongono, in presenza di un disturbo di una o più componenti della memoria, la relativa integrità di altre sottocomponenti mnesiche e delle funzioni cognitive extramnesiche + partecipazione attiva del pz, cioè STRATEGIE (categorizzazioni, schematizzazioni, codifiche semantiche, correlazioni logiche, …) che aiutano il pz ad organizzare il materiale verbale o spaziale da apprendere 17 METODI COGNITIVI BASATI SULLA DICOTOMIA VERBALE-VISUOSPAZIALE Obiettivo: Alcuni pazienti con deficit selettivi di memoria visuo-spaziale che riescono ad apprendere tali strategie di elaborazione verbale delle informazioni possono migliorare le loro capacità di apprendimento. Metodi di recupero di un deficit selettivo della memoria verbale con visualizzazione spaziale Si usa in pazienti con deficit selettivi di memoria verbale, in cui la memoria visuo-spaziale (relativamente integra) può supplire alle difficoltà nell'apprendere o rievocare informazioni verbali Metodi di recupero di un deficit selettivo della memoria visuo-spaziale con verbalizzazioni Si usa in pazienti con deficit selettivi di memoria visuospaziale, in cui la memoria verbale (relativamente integra) può supplire alle difficoltà nell'apprendere o rievocare informazioni visive. Difficoltà nel ricordare i nomi delle persone Associazione nome-peculiarità: associazione del nome con peculiarità facilmente raffigurabili (es. con il comportamento) Deficit della memoria verbale recuperabile attraverso elaborazioni immaginativo-spaziali Visual Imagery (Peg System): associazione tra memoranda ed immagini mentali visive (o rappresentazioni) cioè apprendimento di liste di parole se queste sono connesse a formare una storia per immagini. Esempio: pazienti con deficit selettivi di memoria verbale che hanno difficoltà nell'apprendere una lista di parole possono essere addestrati ad associare a ciascuna delle parole da apprendere un’immagine visiva elaborata mentalmente (1 parola = 1 immagine visiva). L'apprendimento può essere ulteriormente facilitato se le immagini visive che il paziente elabora mentalmente sono "assurde" (ad esempio, se il paziente immagina una scena in cui una formica solleva un elefante). Le varie immagini mentali così evocate possono poi eventualmente essere connesse fra loro a formare una storia, che è così costruita partendo dalla lista di parole da memorizzare. Deficit della memoria verbale recuperabile attraverso elaborazioni immaginativo-spaziali Associazione buffa di immagini: Passaggio da parole ad immagini a connessioni di immagini e con esse costruzione di una storia, specie se assurda o comica Deficit di apprendimento di percorso stradale Verbalizzazione (es. di punti di repere). Esempio: pazienti con deficit selettivi di memoria visuo-spaziale che hanno difficoltà nell'apprendere un percorso stradale possono essere addestrati a memorizzare verbalmente una serie di punti di riferimento che si trovano lungo il percorso stradale (nomi delle strade e piazze, nomi sulle insegne dei negozi, etc.). Difficoltà nel ricordare i volti Associazione faccia-nome Associazione di faccia (caratteristiche del volto appariscenti come occhiali, barba, andatura) con il nome (identità della persona) Deficit di memoria spaziale Metodo della lista dell’aeroplano La visual imagery • In presenza di deficit mnesici selettivi si adottano tecniche compensatorie: da una ripetuta verbalizzazione (ROT) alla visual imagery, ossia all’associazione di memoria visiva e verbale (in presenza di disturbi di memoria verbale ma con sufficiente conservazione della memoria per immagini). Un esempio di quest’ultima modalità è l’associazione faccia-nome Riabilitazione dei disturbi di memoria Deficit mnesici selettivi Metodi “compensatori” con deficit prevalentemente verbali o visuo-spaziali Es.: visual imagery, cioè associazione a materiale verbale di rappresentazioni mentali visive (associazione faccia-nome, …) verbalizzazione per memorizzare un percorso stradale (nome vie, negozi,…) 18 METODI COGNITIVI BASATI SULL’ORGANIZZAZIONE LOGICA DELLE INFORMAZIONI Presupposti teorici: Sia nel soggetto normale che nel paziente amnesico l'apprendimento di una serie di informazioni (informazioni A + B + C + D) in sequenza casuale è più difficile; sia nel soggetto normale che nel paziente amnesico la stessa serie di informazioni (informazioni A + B + C + D) può essere appresa più facilmente se si identificano gli eventuali nessi logici fra le varie informazioni. Metodiche riabilitative: Il paziente amnesico viene addestrato ad un metodo di analisi delle informazioni da memorizzare, metodo che si può utilizzare in molte diverse situazioni in cui occorre memorizzare determinate informazioni. Tale metodo può essere applicato con varie modalità: (1) Il paziente può essere addestrato ad analizzare le informazioni da memorizzare, al fine di scoprire i possibili nessi logici fra le varie informazioni e di ordinare le informazioni secondo una sequenza logica (vale a dire significativa). Ad esempio, dovendo memorizzare una lista di parole, il paziente può essere addestrato ad analizzare gli eventuali nessi logici fra le varie parole ed a costruire una "storia", a partire dalle parole da ricordare. L'apprendimento può risultare ulteriormente facilitato se la storia così inventata dal paziente è in qualche modo assurda o comica. (2) il paziente può essere addestrato a suddividere le informazioni da memorizzare in diverse categorie. Ad esempio, dovendo memorizzare una serie di parole, il paziente è addestrato a suddividerle sulla base delle diverse categorie semantiche (concettuali) cui le parole si riferiscono. Sia nel soggetto normale sia nel paziente amnesico, parole (ad esempio, cane, gatto, etc.) che appartengono alla stessa categoria semantica (animali domestici) vengono più facilmente associate fra loro. Pertanto, se il paziente (addestrato alla strategia di suddividere le parole in categorie) riesce a rievocare inizialmente una certa parola (ad esempio, cane), può essere successivamente facilitato nella rievocazione d’altre parole (ad esempio, gatto) associabili concettualmente alla prima parola rievocata (cane). Obiettivo: I pazienti amnesici che riescono ad apprendere l'uso di queste metodiche possono migliorare le loro capacità d’apprendimento, avendo la possibilità generalizzare l'uso di queste metodiche a situazioni diverse. METODI COGNITIVI BASATI SULL’ORGANIZZAZIONE LOGICA DELLE INFORMAZIONI Metodi di recupero di deficit mnesici soprattutto se conseguenza di scarsa analisi dei memoranda in fase di codificazione, come ad es. amnesie nei pazienti dismnesici da sintomi “frontali” (es. trauma cranico) Metodi di analisi logica utili sia in pazienti amnesici gravi che in pazienti traumatizzati cranici da deficit di memoranda materiale specifico Metodo P.Q.R.S.T. (Preview, Question, Read, State, Test) 1)Presentazione di un testo 2) Quesiti logici sul contenuto 1)Analisi logica di un contesto 2)Lettura del testo 3)Esposizione di quanto ricorda e quanto no 4)Verifica e reinserimento in maniera logica di ciò che non si ricorda fino ad avere risultati soddisfacenti Accorgimenti di ordinamento categoriale delle informazioni Categorizzazione Semantica (più efficace di quella fonologica) suddivisione delle informazioni secondo denominatori comuni Categorizzazione Fonologica Schematizzazione -uso di determinate regole logico operative (distinzione in sottogruppi sempre più ridotti) -identificazione di nessi logici che uniscono le informazioni e che consentono di suddividerle in sottogruppi. Il soggetto, cioè nell’apprendere non deve allineare le informazioni, ma inserirle in un contesto sequenziale significativo PQRST La PQRST (acronimo di preview, question, reread, state, test), addestra progressivamente il paziente ad analizzare le informazioni contenute in un brano che ha appena letto, porsi domande sul suo contenuto, ordinare le informazioni un una sequenza logico-temporale o logico-sequenziale, identificando delle parole chiave che lo aiutino a rievocare le informazioni, rileggere il brano e verificare quante informazioni ha ritenuto. • Il nostro approccio: cinematerapia cognitiva 19 METODI COGNITIVI BASATI SUL CONCETTO DI MEMORIA IMPLICITA Presupposti teorici Sia nel soggetto normale che nel paziente amnesico è possibile una memorizzazione "implicita" di informazioni, che si verifica senza che il soggetto ne sia consapevole. In altri termini, nonostante il soggetto apprenda alcune nuove informazioni, non ricorda di avere ricevuto tali informazioni o non è comunque consapevole di avere appreso tali informazioni. I metodi basati sul concetto di memoria implicita si basano sul fornire al soggetto informazioni che, se pur verranno poi apparentemente dimenticate, si dimostreranno in qualche modo ancora presenti ed operanti a livello subconscio, favorendo il successivo più rapido apprendimento di materiale simile o concettualmente correlato, nonché la successiva tendenza a ricorrere più facilmente alle informazioni fornite in precedenza, benché i pazienti non ricordino di averle mai ricevute in precedenza. Non si fa cioè “esplicito” riferimento a particolari esperienze precedenti, ma vi è una “implicita” facilitazione. METODI COGNITIVI BASATI SUL CONCETTO DI MEMORIA IMPLICITA Metodi di riabili. di qualunque memoria Metodi basati sull’effetto di ripetizione Direct Priming: Apprendimento contestuale ad altre informazioni: - test di completamento di parole Metodi di riabilitazione della memoria spaziale Metodi basati sull’effetto di ripetizione Ripetizione: - apprendimento di compiti motori partendo da compiti semplici e ripetitivi - apprendimento di nuovi itinerari purché non complessi e ripetuti Metodi di riabilitazione della memoria verbale Metodi basati sull’effetto della ripetizione Metodo dei Suggerimenti decrescenti (Vanisching Cues): Apprendimento di liste di parole attraverso l’uso di liste di parole amputate in maniera sempre più crescente, secondo il concetto Suggerimenti -> Sforzo -> Apprendimento. Esempio: al soggetto viene chiesto inizialmente di leggere una lista di parole, senza che gli sia chiesto di memorizzare tali parole. Successivamente, alle stesse parole (ad esempio, "CASA") viene tolto dapprima l'ultima lettera (nell'esempio, la lettera "A") ed al soggetto viene chiesto di riconoscere a quale parola corrisponde il frammento di parola così ottenuto (nell'esempio, "CAS"). Successivamente, al frammento di parola così ottenuto (nell'esempio, "CAS") viene tolto dapprima l'ultima lettera (nell'esempio, la lettera "S") ed al soggetto viene chiesto di riconoscere a quale parola corrisponde il frammento di parola così ottenuto (nell'esempio, "CA"). Dopo un certo numero di presentazioni di frammenti di parole via via più corti, sia nel soggetto normale che nel paziente amnesico è possibile osservare un apprendimento delle parole della lista che è in genere superiore a quello che si sarebbe ottenuto presentando le stesse parole al soggetto per un certo numero di volte e chiedendo esplicitamente al soggetto di apprendere tali parole e di ripeterle. Tale apprendimento implicito si basa sul fenomeno denominato priming di ripetizione (priming = facilitazione): se al soggetto sono presentate ripetutamente alcune informazioni (ad esempio, alcune parole o frammenti di parole) senza chiedergli di memorizzarle, è possibile dimostrare che il soggetto ha lo stesso appreso non intenzionalmente tali informazioni. Metodi di riabilitazione della memoria procedurale Metodi basati sull’effetto della ripetizione Memoria procedurale: il paziente amnesico può essere addestrato ad apprendere un nuovo compito motorio (procedura motoria), specie se è non troppo complesso. Ad esempio, il paziente amnesico può imparare a svolgere alcune operazioni manuali utili nelle attività quotidiane o può persino imparare a svolgere un nuovo lavoro manuale che richieda il corretto uso di un utensile o di uno strumento. L'apprendimento del nuovo compito motorio (procedura motoria) si realizza per opera della memoria procedurale se il paziente è addestrato ad eseguire il nuovo compito motorio ripetutamente. Come osservato in precedenza, se invece chiediamo esplicitamente ai pazienti amnesici di memorizzare una certa informazione, anche se tale informazione viene ripresentata al paziente molte volte ("presentazione ripetuta" dell'informazione da memorizzare), in genere otteniamo uno scarso apprendimento. Al contrario, poiché nei pazienti amnesici la memoria procedurale è relativamente integra, la esecuzione ripetuta di compiti motori (procedure) favorisce un apprendimento implicito di tali compiti. Il paziente può così apprendere un nuovo compito motorio, nonostante possa non ricordare di averlo eseguito. Memoria implicita Effetto ripetizione /Tecnica del condizionamento operante Metodo dei suggerimenti decrescenti (spaced retrieval) Memoria prospettica “esercizi ecologici”……. 20 Vanishing cues • Il metodo dei suggerimenti decrescenti (vanishing cues) in cui a dei soggetti, dopo aver presentato informazioni da apprendere, si riducono progressivamente i suggerimenti: lo sforzo progressivo favorirebbe l’apprendimento e la rievocazione anche a distanza di mesi Es. di vanishing cues per materiale verbale • L’11 settembre del 2003 un attacco terroristico ha abbattuto le torri gemelle a New York. L’attacco è stato sferzato da due aerei a distanza di qualche minuto l’uno dall’altro. Le torri sono state rase al suolo. • l’11 del 2003 un ha abbattuto le torri gemelle a New York. L’attacco è stato sferzato da aerei a distanza di qualche minuto l’uno dall’altro. Le torri sono state rase al suolo. 21 • l’11 del 2003 un ha abbattuto le torri a New York. L’attacco è stato sferzato da aerei a distanza di qualche l’uno dall’altro. Le torri sono state al suolo. • l’11 del un ha abbattuto le torri a L’attacco è stato sferzato da aerei a di qualche l’uno dall’altro. Le sono state al suolo. Es. di vanishing cues su immagini 22 Es. di vanishing cues su immagini Es. di vanishing cues su immagini Es. di vanishing cues su immagini 23 METODI COGNITIVI BASATI SUL MIGLIORAMENTO DELLA RIEVOCAZIONE Metodi di riabilitazione di qualunque forma di memoria Metodi basati Metodo degli Spaced retrieval sull’effetto della Rievocazione dopo intervalli via via ripetizione più lunghi di presentazione NB: I metodi basati sulla ripetizione hanno i seguenti limiti: - sono inefficaci nel caso esista un danno del substrato strutturale della funzione; - devono essere associati ad altre operazioni cognitive per essere efficaci, per cui se adoperate vanno inserite in un contesto di strategie cognitive Spaced retrieval • Si chiede al paziente di rievocare delle informazioni dopo un intervallo via via più lungo dalla loro presentazione. Si può adottare anche nel quotidiano (es. si chiede ripetutamente al paziente a distanza di tempo: “dove sono le chiavi?”) 24 Memoria di lavoro Miglioramento delle capacità di analisi delle informazioni da apprendere Riscoperta delle strategie più economiche ed efficaci per l’organizzazione gerarchica o temporale delle informazioni Miglioramento del monitoraggio delle fasi Memoria di lavoro nel quotidiano • I soggetti devono apprendere come programmare per l’immediato futuro, tenendo in conto priorità, necessità, distanze tra i luoghi, tempi utili da rispettare, in un continuo feed-back di quanto è già stato fatto e quanto resta ancora da fare. Anche questo funziona nel quotidiano (es. “ci siamo lavati in …. minuti, cosa manca per uscire di casa? Quanto impiegheremo per vestirci?”, dopo essersi vestito la domanda diventa: “ci siamo lavati in… minuti, vestiti in…. Minuti, dove dobbiamo andare? Quando dobbiamo rientrare in casa?”) N.B. Tecniche di metamemoria Lavoro di “introspezione” (descrizione e critica) delle modalità di apprendimento/tipo di materiale Aumento del livello di consapevolezza del soggetto amnesico Fattori comportamentali! 25 PROBLEMI APPLICATIVI DELLE METODICHE DI RIABILITAZIONE PROGRAMMAZIONE PER PROBLEMI: identificare i specifici problemi della vita quotidiana e lavorativa e risolverli singolarmente CONTESTO NEUROPSICOLOGICO GLOBALE: tenuto conto che la riabilitazione può essere costituita da interventi di attivazione generale delle funzioni basiche vanno valutate anche: - capacità attentive - capacità logico-operative - informazioni da memorizzare (verbali, visuo-spaziali, acustiche, tattili, ecc.) - integrità dei processi percettivi - integrità dei processi elaborativi IMPORTANZA DEI FATTORI MOTIVANTI Fondamentali in quanto aumentano il contesto motivazionale (affettivo ed emotivo) DISTURBI COMPORTAMENTALI NEGLI AMNESICI AUSILIO DEL COMPUTER RUOLO DEI FAMILIARI METODI COMPORTAMENTALI NELLA RIABILITAZIONE DELLE AMNESIE Poiché il condizionamento è relativamente integro nei pazienti amnesici, è possibile stimolare l'apprendimento di tali pazienti utilizzando metodi basati sul condizionamento. Secondo l'approccio comportamentista, il riabilitatore cercherà di "condizionare" il paziente ad apprendere un certo comportamento attraverso rinforzi positivi (situazioni di gratificazione) dati se il paziente si comporta nel modo desiderato, ed attraverso rinforzi negativi (situazioni di frustrazione) se il paziente non si comporta nel modo desiderato. Si basa sull’uso di rinforzi: Rinforzi positivi Premi (Gratificazioni) A) CONDIZIONAMENTO OPERANTE Rinforzi negativi Punizioni Le gratificazioni vengono attribuite quando viene prodotto il comportamento desiderato B) TOKEN ECONOMY C) APPRENDIMENTO IMITATIVO Verbalizzazione di ogni frazione chiave del comportamento UTILIZZAZIONE DEL COMPUTER NELLA RIABILITAZIONE NB: il computer non è un metodo da applicare, ma uno strumento da applicare PRINCIPI SU CUI SI BASANO ATTUALMENTE I PROGRAMMI DI RIABILITAZIONE DEI COMPUTER Ripetizione di liste Rinforzi positivi-negativi PRINCIPI SU CUI SI DOVREBBERO BASARE Attenzione ai problemi Identificazione ed uso di vie cognitive individuali Induzione di un contesto motivazionale 26 ? Efficacia ? Generalizzazione Eziogenesi Variabilità individuale Contesto cognitivo Tempo trascorso dall’evento lesivo VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA DELLA RIABILITAZIONE Problema della generalizzazione - Fino a che punto è applicabile ed efficace una determinata strategia di trattamento? - Fino a che punto un metodo che si è dimostrato efficace in singoli casi sarà efficace anche in altri? - Fino a che punto un metodo che si è dimostrato efficace per apprendere determinate nozioni può essere presunto valido anche per apprenderne altre? - Fino a che punto un metodo che si è dimostrato efficace in un determinato ambiente può essere presunto efficace può essere presunto efficace in un altro? NB: Utili sono soprattutto metodi esterni semplici (es. ausili esterni) con una forte motivazione, specie nel campo della autonomia quotidiana e del lavoro. Problema delle metodologie di verifica - Indagine per problemi ed indagine ecologica con l’ausilio di scale funzionali o questionari Uso di schemi di comparazione: 1) A-B: situazione di base (A) confrontata con quelle successive (B) 2) A-B-A: situazione di base (A) confrontata con quella successiva ad un determinato trattamento (B) e dopo un periodo di sospensione del trattamento (C) 3) A-B-A-B: come la precedente (A-B-A) a cui si fa seguire un secondo periodo di trattamento (B) Formulazione del progetto riabilitativo (quando e fino a quando?) Metodi computerizzati (come?) Metodi comportamentistici (per quali aspetti?) Collaborazione dei familiari (compenso o recupero?) 27 IL DISEGNO RIABILITATIVO Fase A1= fase di stato. Ad es. il paziente non ricorda il nome di 10 persone Si valuta il soggetto e si assegna un punteggio alla prestazione Introduzione di un suggerimento riabilitativo. Es. Visual Imagery Fase B1= fase di prima verifica Nessuna efficacia del trattamento riabilitativo Il punteggio rimane uguale a quello iniziale Inserimento di un nuovo suggerimento riabilitativo Buona efficacia del trattamento riabilitativo Miglioramento della capacità di apprendimento: il punteggio aumenta Si lascia trascorrere un determinato intervallo di tempo senza ulteriori stimolazioni Fase di seconda verifica Fase di seconda verifica Il paziente sfrutta la strategia senza suggerimenti ulteriori Efficacia definitiva del trattamento riabilitativo Fase A2= seconda fase di stato Si lascia trascorrere un ulteriore intervallo di tempo Fase B2= si propone al paziente la medesima strategia di compenso e si verificano: 1) tempo di apprendimento 2) utilità di compenso 3) generalizzabilità IL DISEGNO RIABILITATIVO Secondo Esempio di metodologia di verifica (Multiple baseline across Behaviours Design) Fase A= fase di stato: si valutano tutti i problemi cognitivi il soggetto e si assegna un punteggio ad ogni prestazione. Ad esempio si valutano: - Orientamento spazio-temporale - Memoria - Abilità visuo-spaziali - Capacità attentive - Linguaggio - Capacità logiche operative - Comportamento Prima Fase: Introduzione di un Programma riabilitativo di una funzione, ad esempio Riabilitazione volta a migliorare l’attenzione Fase di riabilitazione Fase B= fase di verifica Valutazione del deficit cognitivo riabilitato (Es attenzione) Valutazione dell’evoluzione delle altre funzioni (Es. memoria) Seconda Fase: Introduzione di un nuovo Programma riabilitativo di una seconda funzione, ad esempio: Riabilitazione volta a migliorare la memoria Fase di nuova riabilitazione Fase B= fase di seconda verifica: Valutazione della evoluzione di tutti i problemi SCELTA DELLE METODICHE RIABILITATIVE DA UTILIZZARE In pazienti con amnesia lieve può risultare opportuno utilizzare contemporaneamente più metodiche riabilitative. Ad esempio, si possono utilizzare contemporaneamente sia ausili esterni attivi (agende, liste, etc.) sia metodiche che stimolano l'apprendimento. In pazienti con amnesia grave può risultare opportuno utilizzare metodiche diverse in fasi diverse di malattia. Ad esempio, nelle fasi più gravi di malattia può essere opportuno limitarsi a organizzare ausili esterni passivi (cartelli, segnali) e cercare di indurre un apprendimento imitativo (imitazione di comportamenti corretti esemplificati dal riabilitatore in un contesto reale); successivamente, se i disturbi cognitivi del paziente migliorano, si può fare ricorso alle metodiche che stimolano l'apprendimento. In pazienti in cui i deficit di memoria sono associati ad altri deficit cognitivi (ad esempio, deficit d’attenzione), può essere necessario iniziare la terapia con metodiche finalizzate alla riabilitazione dei deficit di attenzione. Per alcune delle metodiche di riabilitazione dei deficit di memoria sono disponibili appositi programmi per computer. Nella riabilitazione cognitiva, ed in particolare nella riabilitazione dei deficit di memoria, l'utilità di un determinato programma computerizzato (che utilizza una certa metodica riabilitativa), dipende strettamente dall'efficacia che nel singolo paziente può avere la metodica riabilitativa prescelta dal riabilitatore. 28 CONCLUSIONI Prima di iniziare il trattamento riabilitativo, è fondamentale effettuare una valutazione neuropsicologica preliminare dei deficit di memoria del paziente mediante test di memoria, che consentano di identificare: (1) le funzioni mnesiche integre; (2) le funzioni mnesiche deficitarie; (3) il grado di compromissione delle funzioni mnesiche deficitarie; (4) la presenza di deficit di altre funzioni cognitive (ad esempio, di disturbi dell'attenzione). E' fondamentale effettuare una valutazione preliminare da parte del riabilitatore: (1) delle specifiche difficoltà che il singolo paziente incontra in varie situazioni concrete della vita quotidiana (ed, eventualmente, nella vita lavorativa); (2) del grado di collaborazione che il paziente può offrire, che può essere scarso se il paziente ha deficit dell'attenzione o disturbi comportamentali (apatia, aggressività, etc.); (3) della consapevolezza di malattia (il paziente può a volte non essere consapevole di avere deficit di memoria, per cui può non comprendere la necessità di sottoporsi a esercizi riabilitativi). Obiettivi del riabilitatore: (1) cercare di individuare le metodiche riabilitative più efficaci per ridurre le difficoltà specifiche che il paziente incontra in varie situazioni concrete della vita quotidiana e migliorare, conseguentemente, la qualità della vita del paziente. (2) cercare di creare situazioni e fattori motivanti per il paziente, che lo inducano a sentirsi gratificato nell'utilizzare gli ausili esterni o ad essere addestrato alle metodiche che stimolano l'apprendimento del paziente. Nel creare tali situazioni motivanti, il riabilitatore deve tener conto dei fattori motivazionali ed emotivi più importanti per ciascun paziente. L'approccio comportamentista prevede che il riabilitatore crei per il paziente rinforzi positivi (situazioni di gratificazione) se il paziente si comporta nel modo desiderato, e rinforzi negativi (situazioni di frustrazione) se il paziente non si comporta nel modo desiderato. (3) cercare di creare una stretta collaborazione con i familiari del paziente amnesico. Tale collaborazione può avere molteplici vantaggi: - può consentire al riabilitatore di essere informato sui comportamenti del paziente nella vita quotidiana e di elaborare strategie riabilitative più efficaci; - può consentire al riabilitatore di elaborare un programma in cui parte degli esercizi vengono svolti dal paziente nella sua abitazione con l'aiuto di un familiare, con la supervisione del riabilitatore. 29