LA FORMAZIONE DEL TEMA DEL PRESENTE TIPOLOGIE DI PRESENTI 1. Presenti radicali: non presentano suffissi tra la radice e la terminazione. La radice è l’elemento foneticamente irriducibile del verbo, portatrice del valore semantico generale comune a una famiglia di parole. Essa è per lo più monosillabica e, in ogni caso, non supera mai le due sillabe, può essere consonantica (se termina per consonante) o vocalica (se termina per vocale); spesso la radice presenta nella vocale radicale un’apofonia, che può essere qualitativa (grado zero= assenza di vocale, a, semivocale i/u; grado medio= timbro “e”; grado forte= timbro “o”: es.: lip/leip/loip-) o quantitativa, con opposizione tra il grado breve e quello allungato (a/h; e/h; o/w etc.: es.: lab/lhb-). Sono, di fatto, assimilati ai presenti radicali (pur presentando originariamente il suffisso j) i verbi contratti in –aw, ew, -ow, quelli in –euw e in –uw. 2. Presenti con raddoppiamento: sono caratterizzati da un raddoppiamento parziale (più frequentemente) o integrale (raramente) della sillaba iniziale della radice. Il raddoppiamento si antepone alla radice come un prefisso; quando esso è parziale, è costituito dalla ripetizione della consonante iniziale seguita da i (es.: g…-gnomai, p…-ptw, d…-dwmi), quando g… p… d… Il è totale consiste nella ripetizione dei primi due elementi della sillaba (es.: ¡r-ar…skw). ¡r raddoppiamento nel tema del presente si riscontra per lo più nei verbi radicali, ma anche in quelli suffissali con terminazione –skw (es.: gi-gnèskw). gi 3. Presenti suffissali: presentano un suffisso (o – raramente – la combinazione di due suffissi) tra la radice e la terminazione; i suffissi caratteristici della formazione del presente sono i seguenti: ◊ suffisso nasale: può presentarsi nelle tre varianti –n n (es.: tšm-n n-w), -ne (es.: ¢fik-nš nš-omai), -an (es.: ¡mart- £n-w); spesso quest’ultimo suffisso in -an è nš £n associato nel presente anche a un infisso nasale (es.: lam mb£nw, man nq£nw, tug gc£nw, lan nq£nw). ◊ suffisso –sk sk/-isk …sk-w; spesso può trovarsi associato anche al sk isk: isk es.: eØr-…sk …sk raddoppiamento: es.: gi-gnè-sk sk-w sk ◊ suffisso –j: il suffisso j può avere i seguenti esiti: o cade senza lasciare traccia (quando si aggiunge a temi vocalici, dopo s, dopo -in, -ir, -un, -ur), o si vocalizza, o si fonde con la consonante del tema modificandola. a) quando j cade dopo la vocale del tema, il verbo viene di fatto considerato come un verbo radicale: rientrano dunque in questa categoria i verbi contratti, quelli in -eÚw e quelli in -Úw (vd. sopra); b) talvolta j si vocalizza in i, nei temi in dittongo (es.: ka……w da kau-j-w, con consonantizzazione di u in digamma e sua successiva caduta), nei temi in nasale e liquida an, -ar, -en, -er (es.: fa……nw da fan-j-w, con metatesi di j e vocalizzazione in i), in combinazione con un secondo suffisso nasale (es.: ba……nw da ba-j-n-w). c) quando j si unisce alla consonante del tema, si fonde con essa, modificandola secondo i seguenti esiti: CONSONANTI + j ESITO ESEMPIO ss / tt ful£ssw da fulak-j-w velari e dentali sonore (g, g, d) d +j z nom…zw da nomid-j-w labiali (p, p, b, f) f +j pt bl£ptw da blab-j-w l+ j ll ¢ggellw da ¢ggel-j-w velari e dentali sorde e aspirate k, c, t, q) (k, q +j