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L’Umanesimo e il Rinascimento
L’epoca dell’Umanesimo e del Rinascimento Il periodo che studiamo in questa Parte è l’età dell’Umanesimo e del Rinascimento, che può essere divisa in due parti:
1380-1492: è il periodo dello sviluppo artistico e culturale italiano: il centro culturale più importante è la Firenze di Lorenzo de’ Medici, dove nasce l’Umanesimo, cioè la cultura della civiltà rinascimentale.
1492-1545: nel 1492 Cristoforo Colombo raggiunge l’America e inizia così l’età moderna. In Italia muore Lorenzo de’ Medici e il centro culturale italiano più importante diventa Roma. Il periodo che va dal 1530 al 1545 (anno dell’apertura del
Concilio di Trento, con cui ha inizio l’età della Controriforma) è segnato da un senso di esaurimento e di crisi.
In questa parte studiamo il periodo compreso tra il 1380 e il 1492.
La parola “Umanesimo” indica la civiltà sviluppata dagli umanisti – gli intellettuali che studiavano le “discipline umane”, cioè
la grammatica, la retorica, la poesia, la storia e la filosofia –, che ha come obiettivo lo studio degli autori classici greci e latini.
La parola “Rinascimento” indica la rinascita degli studi classici e l’inizio di un’epoca nuova dopo i “secoli bui” dell’“età di mezzo” (il Medioevo).
La storia Il periodo che va dal 1380 al 1492 è per l’Italia un’epoca di grande sviluppo artistico e culturale, di benessere economico e di generale rinnovamento della società. L’Italia è divisa in grandi e piccoli stati: le signorie, in cui i capi, cioè i signori, chiamano a corte artisti per incaricarli di abbellire le città, offrendo loro denaro e protezione. È il fenomeno del “mecenatismo”. Il centro culturale e politico più importante è la Firenze di Lorenzo de’ Medici.
Gli intellettuali e la cultura Nel 1455 il monaco tedesco Johann Gutenberg inventa la stampa a caratteri mobili, che rivoluziona il modo di leggere il libro. Gli intellettuali umanisti vogliono costituire una comunità internazionale di studiosi che usano tutti la stessa lingua (il latino) e si riconoscono negli stessi valori. Nasce in questo periodo l’intellettuale-cortigiano, che vive a corte grazie all’aiuto economico del signore. Gli intellettuali si incontrano per discutere nelle stamperie, cioè dove si stampano i libri, nelle accademie e nei cenacoli, cioè delle associazioni volontarie di studiosi.
I temi dell’immaginario collettivo Mentre nel Medioevo la religione e Dio erano al centro dell’universo, l’Umanesimo dà
origine a una nuova visione del mondo: l’uomo diventa padrone del suo destino e la vita terrena diventa importante più di quella dell’aldilà.
In questo periodo si diffonde l’interesse per la natura, che viene studiata in modo scientifico, cioè preciso e razionale, ma anche in modo “magico”, cioè attraverso l’alchimia e l’astrologia.
La letteratura I generi letterari di questo periodo sono: la poesia, che vuole imitare il modello dei grandi scrittori classici; la
lettera, che fa comunicare gli intellettuali tra loro; l’orazione, cioè il discorso da fare in pubblico; il dialogo, che nasce dalle discussioni degli studiosi. Un esempio di orazione può essere l’Orazione sulla dignità dell’uomo (1486) scritta da Pico della Mirandola.
G. B. PALUMBO EDITORE • LETTERATURA ITALIANA
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