Umanesimo e Rinascimento Verso la fine del 1300 nasce, dall’esigenza delle nuove figure sociali: banchieri, mercanti, giuristi che si erano affermati nei comuni italiani, una nuova cultura: l’UMANESIMO. Essi ritenevano che la cultura medievale, così religiosa, non fosse più adatta a loro che invece vedevano nell’uomo la possibilità della sua valorizzazione attraverso l’arte, la pittura, le conoscenze scientifiche, ecc. Si forma così, quella che è definita la cultura laica. Non si abbandona la religione, ma la cultura deve essere indipendente da essa. Si riprendono gli studi dei classici greci e latini e nasce una nuova disciplina: la filologia (la scienza della parola), che si occupava di verificare la correttezza del testo. Nel Quattrocento, in Italia, molti intellettuali riscoprono le opere degli scrittori greci e latini (in latino, le humanae litterae, la “letteratura dell’uomo”). Essi furono chiamati “umanisti” e “Umanesimo” la cultura da loro promossa. Per gli umanisti l’uomo era stato posto da Dio al centro dell’Universo dotandolo di libertà totale, cioè in grado di decidere della propria sorte e dominando con la propria intelligenza la natura. In letteratura il massimo rappresentante fu Petrarca che riprese lo stile dei classici greci e latini, mentre Giovanni Boccaccio, nel suo Decamerone rappresentò gli uomini che si occupano dei propri interessi terreni. Presso le corti italiane si erano riuniti grandi artisti e in particolare a Firenze con Lorenzo il Magnifico vissero il poeta Angelo Poliziano e il pittore Sandro Botticelli. Questi artisti nelle loro opere esaltarono l’essere umano, i suoi sentimenti, la sua bellezza. Pace di Lodi (1454) Dopo la Pace di Lodi l’Italia conobbe un periodo di pace che determinò benessere economico e un grande sviluppo culturale e artistico. Questa rinascita venne chiamata RINASCIMENTO. Esso si sviluppò in ogni campo dall’arte, alla scultura, all’urbanistica, all’architettura. Il periodo rinascimentale è storicamente individuato tra il '400 e il '500, nasce come fenomeno italiano per poi diffondersi nel resto d'Europa. In particolare il Rinascimento vede il passaggio da una società di tipo agricolo e feudale a una società più urbanizzata e propensa al commercio (il passaggio da un'economia domestica e contadina, fondata sullo scambio di beni in natura, a un'economia di tipo monetario; nascono nel Rinascimento i primi sistemi bancari che convogliano il risparmio e le fortune commerciali). Il Rinascimento favorì una ripresa degli studi sulla natura, sulla storia passata, sulla politica e sulle forme di governo. Le sue massime espressioni si ebbero in campo artistico con una vasta e innovativa produzione di pittura e scultura, caratterizzata dalla riscoperta della tecnica della prospettiva e dalla centralità della figura umana. In Italia le città che vissero il maggior sviluppo del rinascimento furono: Firenze, Ferrara, Mantova, Urbino, Roma e Venezia. Nel Rinascimento letterario i massimi rappresentanti furono: Ludovico Ariosto, Nicolò Macchiavelli e Francesco Guicciardini. Quando nella seconda metà del cinquecento le idee rinascimentali si diffusero anche in Europa la sua influenza, si fece sentire su Shakespeare in letteratura e sui pittori come Bruegel e Durer. Le scoperte del Rinascimento Nel 1434 l'orafo tedesco Giovanni Gutenberg costruì dei caratteri mobili, incidendo su pezzi di legno le singole lettere, con le quali si potevano comporre le parole e le pagine. Poco dopo al legno fu sostituito il metallo. Ebbe inizio così la tipografia. Il primo libro, una Bibbia in latino, fu stampato dal Gutenberg a Magonza, nel 1457. Ad esso seguirono, accanto ai testi religiosi, moltissime opere di cultura profana (i libri stampati prima del 1500 si chiamano incunaboli). Grazie all’invenzione e alla diffusione della stampa si formò in Europa un pubblico di lettori più vasto di quello dei secoli precedenti. Proprio in questo periodo nacque un grande genio Leonardo da Vinci (1452-1519). Egli sostenne che in campo scientifico, ogni affermazione doveva essere confermata dall’esperienza. In questo modo si erano poste le basi per la nascita del metodo sperimentale. Altro grande scienziato dell’epoca fu Niccolò Copernico (1473-1543) astronomo polacco. Egli scrisse che la Terra gira intorno al Sole(teoria eliocentrica). Copernico per questa sua teoria fu considerato eretico, perché aveva osato contrastare quanto veniva affermato nella Bibbia. In realtà entrava anche in contrasto con le idee dell’umanesimo (uomo al centro dell’universo). Per questo motivo fu chiamata rivoluzione copernicana perché era una teoria totalmente nuova. L'INVENZIONE DELLA POLVERE DA SPARO Molti indicano come reale inventore della sua formulazione, il monaco tedesco Bertold Schwartz nel 1300. In verità, i primi studi europei sulla polvere pirica sono stati effettuati da Marcus Grecus (1250) che nel suo 'Liber Ignum' (probabile traduzione di un opera araba del XIII secolo) descrive la polvere da sparo e contiene alcune ricette per realizzarla e per realizzare diversi composti incendiari. In seguito anche il Francescano Ruggero Bacone tra il 1257 ed il 1267 pubblicò alcuni scritti sulla polvere da sparo e ne descrisse i fenomeni esplosivi. Probabilmente anche Bacone raccolse dati ed indizi in manoscritti di epoca precedente e si limitò a migliorare e perfezionare formule già esistenti. La sua formulazione prevedeva sette parti di salnitro, cinque di carbone di legno di nocciolo e cinque di zolfo. Bacone fece numerosi esperimenti sulla preparazione dei composti, perfezionò le tecniche di purificazione del Salnitro e scoprì che la polvere chiusa in un recipiente metallico produce effetti molto più pronunciati. Schwartz aveva in questo modo inventato il cannone. Verso la metà del XV secolo la scoperta del monaco tedesco venne applicata alle armi e si iniziarono a fabbricare gli archibugi. L’uso delle armi da fuoco rese inutili le difese dei castelli e delle città fortificate. Le città vennero dotate di fossati e terrapieni, in grado di reggere l’urto delle cannonate. Anche la cavalleria perse importanza perché si svilupparono nuove tecniche di combattimento e gli archibugieri sostituirono gli arcieri. Le scoperte geografiche Le scoperte geografiche del XV e XVI secolo ebbero conseguenze molto importanti per l’Europa: Enormi quantitativi di oro e argento; Mercanti, banchieri, proprietari di navi si arricchirono mentre l’aristocrazia terriera entrava in crisi; Spostamento dei traffici commerciali; Venezia diventò un grande centro manifatturiero; Genova diventò uno dei più importanti centri finanziari europei;