9. Lo sviluppo industriale dell`Impero asburgico e della Russia

9. Lo sviluppo industriale
dell’Impero Asburgico e della
Russia
L’Impero asburgico
• Motivi del ritardo: frammentazione
politica e linguistica, territorio poco
favorevole all’agricoltura, scarse risorse
naturali (carbone), politica protezionista,
ritardo nell’abolizione della servitù della
gleba (1848)
• unione doganale (1850)
• caratteristiche dello sviluppo industriale:
industrie leggere (alimentare, tessile) e
pesanti (metalmeccanica, elettrica,
ferrovie)
modello bancario tedesco (Creditanstalt
1855, Wiener Bankverein)
forte divario regionale (Austria e regione
ceca le zone più sviluppate)
La Russia
• A partire dalla metà del XVIII secolo si
consolida l’arretratezza dell’economia russa
nel quadro del processo di industrializzazione
europea
• Fu la guerra di Crimea (1854-56) a mostrare in
quale misura la mancanza di una
modernizzazione potesse influire sulle
possibilità della Russia di mantenere un ruolo
di influenza internazionale
• Nel XVIII secolo Russia paese
prevalentemente agricolo
• Alcune caratteristiche peculiari: i lunghi e
rigidi inverni che condizionavano i
raccolti; la mancanza di materie prime; le
grandi distanze e la dispersione delle
risorse naturali
• Comunità di villaggio isolate e mancanza
di un mercato nazionale per i prodotti
dell’industria
• Struttura sociale di carattere feudale,
dominata dalla nobiltà terriera
• Massa dei contadini inquadrata nel
regime di servitù della gleba (a partire
dal XV secolo)
• La comunità di villaggio, o mir, controllava la
gestione e l’uso delle terre coltivabili e gestiva
la riscossione delle obbligazioni (canoni, tasse,
servizi) dovute dai contadini
• Poco spazio per il mercato: i contadini
producevano quasi tutto quello che
consumavano e comunque potevano
procurarsi il resto con lo scambio; le
eccedenze agricole erano poche; la nobiltà
costituiva un mercato solamente per prodotti
di lusso
• La struttura sociale semplice; mancanza di ceti
medi che potessero dare la spinta al
cambiamento
• Sotto il regno di Pietro il Grande (1682-1725)
nascono alcuni grandi complessi industriali
destinati soprattutto a far fronte alle necessità
militari (industria pesante); godevano di
privilegi statali, potevano essere sottoposti al
controllo di funzionari governativi e si
avvantaggiavano del lavoro di operai
inquadrati nello status di servi
• Settore più importante quello metallurgico
degli Urali, anche’esso risultato
dell’industrializzazione “indotta” da Pietro il
Grande; il prodotto non veniva utilizzato per
l’espansione del settore metalmeccanico ma
esportato sotto forma di ghisa grezza
• Autocrazia e servitù feudale
• Le riforme di Pietro il Grande non scalfiscono
questa struttura, nonostante la
occidentalizzazione del paese
• Lo stesso si può dire per quanto accadde
sotto il regno di Caterina II (1762-1796), di
Paolo I (1796-1801), di Alessandro I (18011825)
• Con Nicola I (1825-1856) si ebbe addirittura
un rafforzamento del potere autocratico, al
costo di una profonda stagnazione politica ed
economica, che sarebbe culminata con la
disfatta russa nella guerra di Crimea (18541856)
• Rafforzamento della servitù della gleba
• Con Nicola I, nel 1826, si parlò per la prima volta
di riformare la servitù della gleba con la
prospettiva poi di abolirla del tutto; per il
momento nessun risultato concreto, ma le basi
ormai erano poste
• Tre fattori che spingono verso l’abolizione della
servitù: economico, sociale e personale
• La produzione agricola si riduce mentre le
esigenze dei grandi proprietari crescono; si
consolida la convinzione che la servitù sia ormai
un peso insostenibile per la nobiltà
• Proteste sempre più frequenti dei contadini, sia
sotto forma di vere e proprie sommosse sia sotto
forma di resistenza passiva al lavoro
• Il problema dell’affrancamento porta con
sé quello della sistemazione della terra
• 1842: statuto sui contadini obbligati,
contadini lasciati liberi con la terra che in
cambio si impegnavano a versare parte
dei profitti al nobile o a lavorare nella sua
terra; la decisione di liberare i contadini
rimaneva tuttavia del tutto facoltativa
per il proprietario
• Sconfitta nella guerra di Crimea testimonia
l’inefficienza dell’esercito, dell’industria e
dell’ordine sociale
• Spinta decisiva e personale del nuovo
sovrano, lo zar Alessandro II, salito al trono
nel 1856
• 1861: editto sull’emancipazione dalla
servitù
• Emancipazione concepita come strumento
per salvare l’ordine sociale
• I contadini ottenevano la libertà, ma
dovevano pagarla con un riscatto che
spesso era superiore al valore di mercato
delle terre che venivano loro consegnate; il
pagamento poteva avvenire attraverso una
somma di denaro da versare per un certo
numero di anni, oppure cedendo i tre quarti
delle terre
• Per molti anni il pagamento del riscatto
poteva arrivare ad assorbire gran parte del
reddito derivante dalla lavorazione della
terra
• Di fatto, la classe contadina dopo
l’emancipazione possedeva molta meno
terra di prima e aveva inoltre perso
l’usufrutto di boschi e terre comuni
• La comunità di villaggio continuò a
sopravvivere
• L’emancipazione favorì l’industrializzazione
perché contribuì a liberare forza-lavoro e ne
favorì la mobilità
• Tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta
alcuni settori dell’industria tessile, in
particolare quello cotoniero, passano al
sistema di fabbrica, concentrandosi in
poche aree della Russia centrale
• La disponibilità di carbone e di materie
prime favorì lo sviluppo di Pietroburgo
• Imprese metallurgiche e minerarie, che
ricevettero stimolo dalla costruzione di
ferrovie; imprese nel settore della
lavorazione dei prodotti agricoli (distillerie e
stabilimenti per la raffinazione della
barbabietola da zucchero)
• Lo Stato promuove la costruzione delle
ferrovie che collegarono Mosca con un
grande numero di centri provinciali; altre
linee furono costruite nella Russia
occidentale e in Ucraina
• 1864: nasce la Banca Imperiale, seguita da
banche azionarie private e istituti di sconto
• In assenza di un’industria meccanica
sviluppata, gran parte del materiale
ferroviario doveva essere importato; la
Russia dovette aprirsi al mercato mondiale,
importando materiale ferroviario e
macchinari e pagando queste importazioni
con le esportazioni di prodotti agricoli
• La modernizzazione evidenzia le contraddizioni
dell’assetto agrario
• I costi della rapida industrializzazione degli anni
Novanta ricadono in parte sui contadini a causa
dell’innalzamento delle imposte indirette, mentre
i prezzi dei prodotti industriali rimanevano alti; la
miseria della classe contadina, a sua volta,
impediva di formare un solido mercato per i beni
di consumo
• Ricorrenti rivolte e atti di violenza, fino al 1905
quando, sulla scia della guerra contro il Giappone,
la ribellione divampò su larga scala, con scioperi e
insurrezioni repressi duramente dal governo
• Le rivolte del 1905 convinsero il governo
della necessità di nuove riforme
• 1906: Stolypin, ex ministro degli interni,
diviene primo ministro
• Sospensione dei pagamenti di riscatto a
partire dal 1906; una parte delle terre della
famiglia imperiale sarebbero state vendute ai
contadini; il principio alla base della riforma
era quello di permettere il distacco del
singolo podere dalle terre della comunità
sotto forma di proprietà fondiaria privata
• La riforma poneva problemi pratici di non
facile soluzione: i contadini furono restii ad
uscire dal mir; la delimitazione delle terre era
spesso basata su accordi puramente verbali, i
possedimenti erano frammentati e poco
definiti, e ciò richiedeva che ciascun contadino
vendesse alcune proprietà per acquistarne
altre contigue
• La riforma finisce per avvantaggiare i contadini
forti a danno di quelli più deboli e dunque per
accentuare il processo di differenziazione
sociale
• Entro il 1915 circa 2 milioni e mezzo di
contadini avevano fatto domanda per
ottenere un titolo di proprietà individuale,
ma la riforma procedette molto lentamente
e il mir continuò ancora a lungo a dominare
il paesaggio della Russia europea
• L’industrializzazione russa iniziata senza che
fosse stata portata a termine una riforma
agraria razionale
• Dopo il 1861 il lavoro servile scomparve
anche nelle fabbriche e nelle miniere,
sostituito dal libero lavoro salariato
• Manodopera industriale “temporanea”, che
si trasferiva solo per brevi periodi in città ma
rimaneva legata alla campagna; problemi di
instabilità e di insicurezza per il datore di
lavoro
• Nel “grande balzo” (Gerschenkron) ruolo
fondamentale delle ferrovie
• Crisi del 1873: blando protezionismo
sostituito da un sistema doganale molto più
rigido che doveva assicurare all’industria il
dominio del mercato interno
• Programma di lavori pubblici che vedeva al
centro la costruzione delle ferrovie: in un
decennio costruito un chilometraggio pari a
quello dei cinquanta anni precedenti; circa la
metà dei capitali necessari venne fornita dal
governo
• Le costruzioni ferroviarie, a loro volta,
aprirono nuovi mercati per l’industria pesante
e richiesero forti aumenti di mano d’opera
• Sviluppo industriale dalla fine degli anni
Ottanta fino al 1900, poi stagnazione fino alla
rivoluzione del 1905 e nuova crescita a partire
dal 1909 fino alla Grande Guerra
• Industrializzazione dall’alto
• Sviluppo dell’industria pesante accompagnato
dall’espansione del mercato interno ma
dipendente dagli investimenti pubblici
• La classe contadina si andava impoverendo e
il carico fiscale riduceva il suo potere
d’acquisto; circolo vizioso per cui se la spesa
statale diminuiva l’espansione era in
pericolo, ma per non diminuire doveva
essere mantenuta alta dalla tassazione e la
conseguente contrazione della domanda
aveva lo stesso effetto negativo
• Nel 1901 il decennio di grande espansione
industriale della Russia ormai concluso