Capacità di valutazione della scena al fine di

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Valutazione della scena
e dinamica
Ver 0.1
OBIETTIVI
Capacità di valutazione della scena al fine di
autoprotezione, corretta identificazione di pericoli e
necessità, riconoscimento della dinamica dell’evento
per la formulazione del sospetto di danno d’organo
Richiami di
Autoprotezione
e D.P.I.
Dai del “tu” all’emergenza
sanitaria ma ricordati
di dare del “Lei” al rischio.
CONCETTO DI AUTOPROTEZIONE
AUTOPROTEZIONE
FISICA
PSICOLOGICA
RISORSE STRUMENTALI
RISORSE EMOTIVE
PRECAUZIONI STANDARD O UNIVERSALI
Sono un insieme di norme finalizzate ad evitare il
diffondersi delle infezioni e a prevenire o ridurre il rischio
di infortuni caratterizzati dall’esposizione al rischio di
lesione da parte di aghi o taglienti o infezione delle
mucose o della cute non integra degli operatori a liquidi
biologici
Consistono nell’USO dei D.P.I. (Dispositivi di
Protezione Individuale) e nell’IGIENE DELLE MANI
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI
I D.P.I. sono “qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta
dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili
di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni
complemento o accessorio destinato a tale scopo”.
(Decreto Legislativo 81/08, art. 74)
Quando si usano ?
“Devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o
sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di
protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di
riorganizzazione del lavoro”
(Decreto Legislativo 81/08, art. 74)
D.P.I. – PECULIARITA’ E RISCHIO
Scelta del D.P.I. in base alla valutazione del rischio
Compatibilità con altri D.P.I.
Durata della protezione e limitazioni all’uso
Manutenzione e pulizia semplici
ATTENZIONE
IL RISCHIO SI ATTENUA MA RESTA!
(RISCHIO RESIDUO)
RISCHIO PRIMARIO: l’evento per il quale si interviene
RISCHIO SECONDARIO: le eventuali situazioni incidentali
correlate al rischio primario, spesso sottovalutate (es.:
cadute a causa di attrezzature mal posizionate…)
PRECAUZIONI STANDARD
PERCHE’ E’
IMPORTANTE LAVARSI
LE MANI?
Perché è la misura più
efficace per eliminare i
microrganismi
evitandone
così
la
trasmissione e sé stessi e
agli altri
N.
Indumento secondo Capitolato CRI
D.P.I.
Protezione
Norma di Riferimento
1
Giubbino – Sahariana – colore rosso
NO
2
Pantalone colore rosso
NO
3
Tuta intera colore rosso
NO
4
Pantalone lungo colore rosso
NO
5
Maglione
NO
6
Polo mezza manica – Polo manica lunga
NO
7
T-shirt mezza manica
NO
8
Bermuda colore rosso
NO
9
Pile interno – colore rosso
NO
10
Cappellino rosso
NO
11
Zuccotto colore rosso
NO
12
Guanti in pile colore rosso
NO
13
Foulard bianco
NO
14
Giacca impermeabile e traspirante
SI
Antipioggia
UNI EN 340:2004 - UNI EN 343:2008
15
Gilet rosso
SI
Alta visibilità
UNI EN 340:2004 – UNI EN 471:2008
16
Elmetto di protezione
SI
Urto del capo, caduta di oggetti dall’alto
UNI EN 397:2001 – UNI EN 14052:2006
17
Calzature di servizio
SI
Scivolamenti, urti, abrasioni
UNI EN ISO 20345:2008
18
Camice monouso
SI
Agenti biologici
UNI EN 340:2004 – UI EN 14126:2004
19
Schermi di protezione schizzi degli occhi
SI
Agenti biologici
UNI EN 166:2004
20
Guanti di protezione monouso
SI
Agenti biologici
UNI EN 420; UNI EN 374-1/2/3:2004
21
Guanti protezione meccanica avambracci
SI
Tagli, abrasioni arti superiori
UNI EN 420:2004 – UNI EN 388:2004
22
Mascherina facciale filtrante (FFP2)
SI
Agenti biologici
UNI EN 149:2009
-
D.P.I – GUANTI IN LATTICE
Da indossare sempre prima di
venire a contatto con sangue o
altri liquidi biologici.
Per una maggiore protezione è
utile indossarne due paia
Devono essere cambiati tra un
paziente e l’altro
Lavare sempre le mani dopo aver
tolto i guanti che devono essere
sfilati senza che la parte
potenzialmente infetta tocchi la
pelle.
D.P.I – MASCHERE E VISIERE PROTETTIVE
Da indossare sempre prima di
manovre che possono determinare
l’esposizione delle mucose della bocca,
naso, occhi a spruzzi o goccioline di
sangue o altri liquidi biologici
Da indossare sempre prima di un eventuale
esposizione ad agenti biologici trasmessi per via
inalatoria tramite aerosol
Mascherina chirurgica: protegge l’esterno da
goccioline che provengono da bocca e/o naso di
chi la indossa. Non serve da protezione per i
fattori esterni.
GESTIONE E SMALTIMENTO MATERIALI INFETTI
•
•
•
•
Non reincappucciare gli aghi
Non piegare o rompere lame o aghi
Non indirizzare punte di aghi verso le parti del corpo
Non appoggiarli momentaneamente su superfici o contenitori non idonei
•
•
•
•
Utilizzare solo contenitori idonei rigidi e resistenti
Non forzare l’introduzione degli oggetti (NON usare le dita)
Non aprire contenitori pieni, ma smaltirli così come sono
Chiudere i contenitori, segnando sul coperchio che è materiale di ambulanza
• Dispositivi di protezione individuale monouso (tuta, guanti…): va manipolata
con i guanti e riposta direttamente nel contenitore idoneo da smaltimento
• Dispositivi non monouso (lenzuolini…): va manipolata con i guanti e riposta
direttamente negli appositi contenitori in sede o in Pronto Soccorso
RICORDARE SEMPRE!!
IN QUALSIASI OPERAZIONE DI SOCCORSO LA
PRIMA PERSONA DA SALVARE SEI TU!
PENSIAMO SEMPRE ALLA
SICUREZZA DI CHI OPERA
IN QUANTO IL PRIMO E PIU’
IMPORTANTE D.P.I. E’ LA
NOSTRA TESTA
REGOLA DELLE TRE “S”
ICUREZZA
CENARIO
ITUAZIONE
Valutazione del rischio evolutivo ed
adeguata protezione.
Numero e tipologia di veicoli coinvolti o
tipologia dell’evento (traumatico o
medico, disastro naturale…) danni, tipo
di energia.
Che cosa è accaduto, perché, quante
persone sono state coinvolte.
Il soccorritore deve saper LEGGERE la
scena ed individuare oltre al rischio
primario legato all’evento, anche quello
secondario legato alle modifiche,
PREVEDIBILI E NON, apportate con
l’evento incidentale
Non è necessario che il soccorritore
conosca
tutte
le
tecniche
necessarie all’eliminazione del
rischio,
MA È INDISPENSABILE
che sappia individuarne i limiti di
esposizione in modo da prevenirne
gli effetti dannosi.
L’opera di soccorso inizia solo dopo aver
STABILIZZATO LA SCENA
pianificato e salvaguardato la sicurezza dei soccorritori
IL SOCCORRITORE DEVE:
Prevedere l ’ evolversi degli eventi durante le
operazioni di soccorso
Curarsi della sicurezza degli altri operatori, per
garantire l’efficacia dell’intervento
Rimanere soggetto esterno alla crisi, analizzarla e
ricercare tutte le soluzioni possibili per risolverla.
Non diventare parte integrante della crisi
Ogni scenario incidentale presenta una serie
di tipologie di rischio:
Termico
Chimico
Meccanico
Elettrico
Idraulico
Elettrico
Meccanico
Pressione
Sostanze Tossiche
Radiazioni
Fuoco
Quando più FATTORI DI
RISCHIO si manifestano
contemporaneamente
AUMENTA sensibilmente
la
probabilità
di
incidente
per
i
soccorritori
RIASSUMENDO, IL SOCCORRITORE DEVE:
Individuare lo spazio da controllare e stabilizzarlo
Essere capace di valutare il rischio evolutivo di uno
scenario
Adattare il proprio comportamento operativo agli
esiti della valutazione del rischio
Concetti di
Dinamica
PRIMA LEGGE DI NEWTON
In assenza di forze esterne, il moto rettilineo uniforme
continua INDEFINITAMENTE
ENERGIA CINETICA
Di energia cinetica sono dotati gli oggetti in movimento, proprio a
causa del movimento. Un veicolo in movimento ha energia
cinetica; le persone o le cose che viaggiano dentro o sopra il
veicolo hanno anch'esse energia cinetica. Infatti, si muovono con
la stessa velocità del veicolo.
La formula che mette in relazione l'energia cinetica con la massa e
la velocità dell'oggetto:
massa (peso) x velocità2
2
L’Energia Cinetica è l’energia del moto
ESEMPI DI ENERGIA CINETICA
L’ E.C. di una persona di 70 kg che viaggia a 50 km/h è:
70 x 50 x 50 = 87.500 unità di E.C.
2
La stessa persona che viaggia a 70 km/h = 171.500 unità E.C. …
Il valore dell’E.C. si quadruplica al
raddoppio della velocità. Quindi, la
velocità è un elemento critico:
raddoppiare la velocità significa
quadruplicare l'energia cinetica.
ESEMPI DI ENERGIA CINETICA
SICUREZZA SULLA SCENA
Garantire la sicurezza dei soccorritori e dei pazienti
Le situazioni pericolose possono comprendere:
–
–
–
–
Fuoco
Linee elettriche
Materiali pericolosi
Sangue e fluidi corporei
Altri pericoli?
– Traffico
– Armi
– Condizioni ambientali
SITUAZIONE SULLA SCENA
Cosa è successo veramente?
Qual è la cinematica?
Quanti pazienti sono coinvolti?
Età?
Sono necessarie risorse aggiuntive?
Come dovranno essere trasportati i pazienti?
INCIDENTE STRADALE
PRIMO CONTROLLO DEI VEICOLI COINVOLTI
Alimentazione
a benzina
a gasolio
a g.p.l.
a metano
Materiale trasportato ?
Ci sono sostanze infiammabili, tossico – nocive?
Posizionare il mezzo di soccorso in zona sicura
Identificare il tipo di alimentazione del veicolo
Identificare il carico trasportato
Eliminare le cause d’innesco
Predisporre i mezzi estinguenti
Estinguere eventuale
principio incendio
Attenzione!
Stabilizzare il veicolo incidentato
Soccorso
Integrato
Se necessario
SOCCORSO ALL’INFORTUNATO
Vigilare sulla sicurezza degli operatori
L’AMBULANZA COME LA POSIZIONIAMO?
• In una zona sicura e nello stesso tempo
può essere “barriera di sicurezza” per i
soccorritori e per le persone coinvolte
• Ben visibile, con le luci blu accese
• In modo che sia comodo e rapido avere
materiale ed attrezzature a disposizione
• Posizionata
agevolmente
dell’incidente
in
modo
uscire
che
dallo
possa
scenario
CONCETTO DELLA “TRIPLICE COLLISIONE”
L’auto e’ fermata dall’albero, ma
la persona non vincolata
continua il suo moto alla
stessa velocità finchè non urta
all’interno dell’abitacolo e gli
organi interni …
TRASFERIMENTO DI ENERGIA
Per esempio dal veicolo al
pedone: lede i tessuti e
aumenta
la
velocità
scagliandolo lontano dal
punto di impatto.
Effetti: lesione da impatto
e lesione quando il
pedone cade a terra
LESIONI PREVEDIBILI – INCIDENTI TRA VEICOLI
Lesioni da
compressione
Lesioni a:
Ossa e legamenti
Tessuti molli
Cervello e midollo spinale
Lesioni da
strappamento
Tronco - Lesioni a:
Coste, cuore e polmoni
Organi addominali
Grossi vasi
IL POGGIATESTA
Il poggiatesta impedisce la flessione
all'indietro della testa, causa di lesioni ai
tessuti muscolari ed alle vertebre
cervicali ed è comunque utile anche negli
urti frontali, bloccando la testa nel
movimento di rimbalzo all'indietro che
essa, con tutto il corpo, compie dopo
aver terminato l'impatto contro la cintura
di sicurezza.
Circa il 28% dei danni al collo
potrebbero essere evitati con una
corretta
regolazione
del
poggiatesta.
CINTURE DI SICUREZZA
Le cinture di sicurezza sono, in caso di
incidente, uno dei più importanti
meccanismi di protezione per chi si trova
all'interno dell'autovettura. Esse riducono
il rischio che il guidatore ed i passeggeri
urtino l'interno del veicolo o vengano
catapultati fuori al momento dell'impatto. Il
rischio di essere sbalzati fuori sussiste
anche in caso di ribaltamento del veicolo.
E' stato stimato che il corretto uso della
cintura di sicurezza riduce del 50% la
probabilità di morte in un incidente.
CINTURE DI SICUREZZA
Posizionamento SCORRETTO
Le cinture NON trattengono in caso di urto.
RISCHIO di lesioni toraco-costali e addominali
Solo la cintura diagonale sulla spalla, senza la
cintura in vita: la vittima si muove con traiettoria
giù e sotto
Solo la cintura in vita, cintura diagonale sulla spalla
non indossata: la vittima si muove con traiettoria su
e sopra
Le cinture di sicurezza DEVONO essere usate
anche in ambulanza. SEMPRE!
AIRBAG
L'airbag è un "pallone" di forma piatta che viene istantaneamente
gonfiato appena inizia l'urto, fuoriuscendo da un apposito vano
dotato di coperchio, La sua funzione fondamentale, soprattutto
negli urti a velocità maggiori, è di impedire il contatto della testa o e
del volto dei trasportati con il volante od il cruscotto.
Deve essere considerato come ausilio e mai come sostituto della
cintura di sicurezza.
Traumi da varie
tipologie di incidenti
e lesioni prevedibili
CICLO OPERATIVO DEGLI INTERVENTI PER INCIDENTE STRADALE
Tratto da: Lukas of America, Qualification Course Manual, Stamford, CT, USA
rimozione e
trasporto
conclusione
attesa
estricazione
incidente con
persone
intrappolate
Ricezione
richiesta e invio
trattamento
sanitario
raccolta ulteriori
informazioni
lungo il tragitto
accesso
al paziente
stabilizzazione
del veicolo
arrivo in posto
controllo
dei pericoli
valutazione della
situazione
VALUTAZIONE SIMULTANEA
Cinematica
EsposizioneAmbiente
Vie Aeree
Val.Neurologica
Respirazione
Circolazione
DINAMICHE DEGLI INCIDENTI AUTOMOBILISTICI
Veicolo contro veicolo
Impatto frontale
Dinamiche secondaria
Dinamiche principali
Urto contro ostacolo
fisso indefomabile
Tamponamento
Impatto laterale
Impatto rotazionale
Capottamento
Uscita di strada
IMPATTO FRONTALE
(senza cinture di sicurezza)
Percorso del corpo in
“alto e sopra”
In questa situazione il corpo continua il suo moto verso l’alto, al di sopra
del cruscotto, andando a colpire molto frequentemente il parabrezza. Le
zone più colpite sono la testa, il torace e l’addome (fegato, milza, reni,
pancreas).
Attenzione, perché le lesioni a carico degli organi addominali, seppur
diano abbondanti emorragie interne, possono essere ben tollerate
dall'organismo dell’individuo traumatizzato che nei primi momenti dopo
l’incidente può anche risultare asintomatico, quindi non presentare alcun
tipo di problema, per poi peggiorare seriamente nei minuti seguenti
IMPATTO FRONTALE
(senza cinture di sicurezza)
Percorso del corpo in
“basso e sotto”
In questa situazione il corpo continua il suo moto in basso andando ad
urtare il piantone dello sterzo, il pavimento del veicolo e la pedaliera.
Le lesioni più probabili saranno sicuramente a carico degli arti inferiori
(gambe, ginocchio, femore), del bacino (acetabolo, lussazione dell’anca),
dell’addome (pelvi) e non meno frequentemente del torace.
IMPATTO POSTERIORE (TAMPONAMENTO)
L’urto sarà più grave quanto maggiore
la differenza di velocità tra i due veicoli.
Le lesioni più probabili sono spesso
localizzate a carico della colonna
cervicale, se non protetta da idonei
poggiatesta.
Attenzione ai passeggeri sui sedili posteriori, in quanto se privi di
cintura di sicurezza diventano un rischio supplementare per coloro che si
trovano nella parte anteriore. Il discorso vale soprattutto per i bambini
che, se non ancorati correttamente, potrebbero anche essere eiettati dal
veicolo stesso (espulsione del soggetto dal parabrezza)
Attenzione agli oggetti contenuti all’interno dell’abitacolo in
quanto possono urtare il corpo degli occupanti
IMPATTO LATERALE
La lesione più comune è il trauma toracico laterale con fratture costali
omolaterali. Attenzione alle lesioni cervicali: le vertebre interessate sono
sottoposte a torsione e stiramento, quindi maggiore sarà l’energia assorbita
durante l’impatto e maggiore potrà essere l’entità della lesione cervicale.
Altre lesioni comuni sono le contusioni polmonari con pneumotorace, la
rottura di milza e/o di fegato. I conducenti avranno più frequentemente
lesioni alla milza, mentre i passeggeri al fegato. L ’ arto superiore,
(soprattutto la clavicola a causa dell’intrusione della portiera), quello
inferiore ed il bacino sono spesso schiacciati e fratturati dalla portiera.
IMPATTO ROTAZIONALE
Si verifica quando un angolo del veicolo urta contro un oggetto
immobile o contro un altro mezzo che giunge in direzione opposta,
causando una brusca rotazione del veicolo sul suo asse. Le lesioni
più tipiche sono sia quelle dell’urto frontale che dell’impatto
laterale
CAPOTTAMENTO
Durante un capottamento il veicolo subisce gravi urti in varie
angolazioni che si andranno a ripercuotere sugli occupanti e sui
loro organi interni. Le lesioni derivano da tutti questi urti. E’
impossibile prevedere che tipo di lesione ne derivi, ma saranno
quasi sempre gravi
INCIDENTI MOTOCICLISTICI
Il motociclista ha un rischio di lesione del
rachide cervicale 300 volte maggiore rispetto
ad un soggetto che abbia subito una qualsiasi
altra dinamica di trauma. L’introduzione della
legge sull’obbligo dell’uso del casco ha ridotto
notevolmente la mortalità.
Esistono quattro tipi di impatto con
caratteristiche in parte diverse da quelli degli
autoveicoli: collisione frontale con o senza
eiezione e/o disarcionamento; collisione
laterale; rush da strada
Lo stesso tipo di lesioni si possono riscontrare
negli incidenti che vedono coinvolti i ciclisti
IMPATTO FRONTALE - LATERALE
Causa un arresto brusco del moto in avanti
proiettando il conducente in avanti sopra lo
sterzo. Da ciò ne possono derivare lesioni al
capo, al torace ed all’addome. Se nell'urto, i
piedi del guidatore rimangono incastrati tra i
pedali, ne può derivare una frattura delle ossa
lunghe delle gambe
Il conducente rimane incastrato tra la
moto e l’oggetto urtato. Ne derivano da
ciò frattura di tibia e/o perone e/o
lussazione dell ’ anca. L ’ eventuale
caduta laterale del motociclo causa lo
schiacciamento dell ’ arto inferiore ed in
modo particolare dell ’ articolazione del
ginocchio
RUSH DA STRADA
E ’ una lesione che si presenta quando l ’ infortunato scivola
sull’asfalto con una parte del corpo priva di protezioni procurandosi
estese abrasioni cutanee, è un incidente che è prerogativa di
motociclisti e ciclisti.
Ricordare che l’attrito con l’asfalto può essere causa di ustioni
diffuse che non devono essere sottovalutate
INVESTIMENTO DI PEDONE
Sono molti i fattori che determinano la gravità di una lesione: velocità
e dimensione del veicolo, età e costituzione corporea
dell’infortunato, superficie di impatto, ecc.
La dinamica principalmente può variare a seconda dell'età
dell'investito.
Gli adulti tentano di sfuggire all’impatto; da ciò ne derivano più
facilmente urti laterali o posteriori.
I bambini rimangono sorpresi urtando spesso anteriormente.
INVESTIMENTO DI PEDONE
La dinamica si divide in tre fasi, ognuna delle quali produce proprie lesioni:
Impatto iniziale. Le lesioni più tipiche sono a carico
degli arti inferiori per gli adulti, mentre nel bambino
possono già interessare le zone superiori del corpo.
Impatto del torace contro il cofano del veicolo e
spesso con il capo contro il parabrezza; la vittima
viene “ scagliata ” lontano. Le lesioni sono
principalmente a carico del torace e dell’addome.
La vittima cade in basso sull’asfalto o viene proiettato
a metri di distanza. Normalmente urta il capo con
probabili lesioni della colonna cervicale e organi
interni. Il bambino corre il rischio che venga
trascinato dal veicolo o schiacciato dallo stesso
durante l’investimento.
TRAUMI DA PRECIPITAZIONE
Rischio di traumi multipli. Bisogna osservare:
•L’altezza da cui il corpo è caduto.
•Identificare il tipo di superficie su cui si è verificato
l’impatto (un prato, cemento…)
•Identificare quale parte del corpo ha urtato per
prima.
La caduta da un ’ altezza superiore a 3 volte l ’ altezza
dell ’ infortunato è da considerarsi grave (con rischio per la
sopravvivenza).
Più la vittima è pesante più avrà la possibilità di procurarsi lesioni,
perché la velocità aumenta nella caduta.
Raccogliere informazioni dagli astanti sulla dinamica dell’impatto
può fornire ai soccorritori un’idea del tipo di lesione instauratasi.
“SINDROME DI ZORRO”
La caduta a piedi uniti causa solitamente
lesioni a carico degli arti inferiori e del bacino
(“sindrome di Zorro”). In seguito al peso del
corpo che urta il suolo, la colonna vertebrale
può flettersi eccessivamente, causando
fratture a carico del tratto toracico e lombare.
Inoltre l’istinto di proteggersi nella caduta
farà si che vi siano anche fratture a carico
degli arti superiori
Cadute da grandi altezze possono provocare imponenti emorragie
interne dovute allo stiramento e alla conseguente lacerazione dei
grandi vasi (distaccamento dell’aorta, rottura della vena cava).
TRAUMI NELLO SPORT
Si possono individuare 3 tipi di dinamiche
Contrasto tra atleti - Sport con contatto fisico preponderante (calcio
53%, lotta 42%, rugby 40%)
Cadute - Sport con uso di mezzi meccanici (motociclismo 73%,
ciclismo 59%)
Sforzo o torsione degli arti - Sport individuali senza ausilio di mezzi
esterni (pallavolo 46%, ginnastica 37%)
Sede di lesione: testa (12%), arti superiori (30%), arti inferiori (oltre
50%)
Tipi di lesione: frattura(48%), distorsione (23%)
TRAUMI DA ESPLOSIONE
Possono avvenire a causa di attentati, incidenti domestici o sul lavoro.
Esistono tre meccanismi di lesione in caso di esplosione:
•Lesioni causate dall’onda di pressione dell’esplosione.
•Lesioni causate da schegge
•Lesioni causate dallo spostamento brusco del corpo
Attenzione ai soggetti che non
presentano sintomi
Organi bersaglio sono quelli contenenti gas (stomaco, intestino, polmoni...).
Spesso l’individuo va incontro a morte per emorragie interne senza segni
evidenti di lesione.
Lesioni causate da schegge, vetri o detriti scagliati
dall’esplosione contro l’individuo.
Lesioni tipiche sono fratture, ferite, ustioni e/o lacerazioni.
Spesso possono essere presenti ustioni anche molto gravi.
FERITE DA ARMA BIANCA
Bassa velocità di penetrazione
Possibilità di ferite multiple da arma
singola
Formazione di un “Cono di lesione”
Coltelli, punteruoli e forbici sono le armi più comuni.
Le lesioni sono generalmente limitate alla profondità dell’area di
penetrazione.
La gravità è determinata dalle lesioni alle strutture anatomiche
incontrate lungo il percorso
FERITE DA ARMA DA FUOCO
Le ferite di arma da fuoco rientrano
a pieno titolo nella casistica dei
traumi maggiori e non devono mai
essere sottovalutate. La traiettoria
di un proiettile intuita tramite
l'osservazione del foro di entrata e
del foro di uscita permette di farsi
un'idea degli organi interessati dalla
ferita
ma
è
opportuno
ospedalizzare quanto prima il
paziente, perchè possa essere
sottoposto
ad
indagini
radiodiagnostiche
e
ricevere
interventi
risolutivi
in
sala
operatoria.
Altre situazioni
di rischio
INCIDENTE STRADALE CON SOSTANZE PERICOLOSE
Corpo Nazionale Vigili del Fuoco
Vedo
•
•
•
•
•
•
Materiale o sostanza
Contenitore
Scenario
Morfologia del terreno
Persone “tutti ?”
Condizioni meteo (direzione
del vento ecc.)
Non vedo
• Vapori tossici \ campo
d’infiammabilità
• Pannelli
segnaletici
(identificazione sostanza)
• Energia in gioco
• Le condizioni del contenitore
(stress)
• Quantità di contenuto
I FATTORI CHE INFLUENZANO IL RISCHIO
Natura della sostanza pericolosa coinvolta
Quantità del materiale
Sistema e tipo di contenitore e stress applicato
al contenitore
Vicinanza di “ bersagli ” esposti (persone,
strutture, altri contenitori)
Livello di risorse disponibili
IN CASO DI RILASCIO DI SOSTANZE TOSSICHE
INDIVIDUAZIONE
SOSTANZA COINVOLTA
Codice
Kemler - Onu
Cartelli di
pericolo
PRECAUZIONI
D.P.I.
Soccorso
Integrato
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Distanze di
sicurezza
CODICE KEMLER - ONU
Accordo europeo relativo al trasporto internazionale di merci
pericolose su strada (Ginevra 30/09/1957)
40 cm
Codice di pericolo
KEMLER
30 cm
33
Codice della materia
Numero ONU
1203
Il codice Kemler si compone di due o tre cifre che identificano il
pericolo della materia
Pericolo principale
Pericolo accessorio
2 Gas
1 Esplosione
3 Liquido infiammabile
2 Emanazione gas
4 Solido infiammabile
3 Infiammabile
5 Comburente
5 Comburente
6 Tossico
6 Tossico
7 Radioattivo
8 Corrosivo
8 Corrosivo
9 Reazione violenta
(decomposizione spontanea)
9 Pericolo di reazione violenta
spontanea
La X davanti al codice di pericolo indica il divieto di usare acqua
Le prime due cifre uguali indicano un rafforzamento del pericolo principale
Quando il pericolo può essere sufficientemente indicato da una sola cifra,
essa è seguita da uno 0
ETICHETTA ROMBOIDALE DI PERICOLO
Associato al pannello del codice
di pericolo si trovano etichette
di forma romboidale che
servono a rendere facilmente
riconoscibile, in modo intuitivo,
il tipo di rischio connesso alla
sostanza trasportata
ETICHETTATURE DI SOSTANZE
Nuova
Vecchia
ESPLOSIVO
Prodotti che possono esplodere in determinate
condizioni
COMBURENTE
Ossidanti che possono infiammare materiale combustibile o
alimentare incendi già in atto
INFIAMMABILE ED ESTREMAMENTE INFIAMMABILE
Liquidi con punto di infiammabilità
Compreso tra 21 e 55 °C oppure
inferiore a 21°CC
Sostanze gassose infiammabili
PRODOTTI TOSSICI ACUTI E A LUNGO TERMINE
Sostanze molto pericolose per la salute per inalazione,
ingestione o contatto con la pelle, che possono anche causare
morte.
ETICHETTATURE DI SOSTANZE
Nuova
Vecchia
IRRITANTI
Sostanze che possono avere effetto irritante per pelle, occhi ed
apparato respiratorio.
CORROSIVI
Prodotti chimici che per contatto distruggono sia tessuti viventi che
attrezzature
NOCIVO
Nocivo per inalazione, ingestione o contatto con la pelle. Possibilità di
effetti irreversibili da esposizioni occasionali, ripetute o prolungate
PERICOLOSO PER L’AMBIENTE
Sostanze nocive per l'ambiente acquatico e per l'ambiente terrestre o
che a lungo termine hanno effetto dannoso.
• La determinazione del pericolo e del rischio è uno
dei compiti più critici di una gestione efficace di un
incidente con sostanze pericolose.
• Gli elementi chiave di questo processo analitico
sono:
1. identificare il materiale coinvolto
2. raccogliere le informazioni sulla pericolosità
del materiale
3. cercare di "visualizzare" il possibile
comportamento della sostanza pericolosa e
4. prevedere gli sviluppi dell'incidente
CROLLO DI EDIFICIO
Corpo Nazionale Vigili del Fuoco
Vedo
• Elementi
dell’edificio
instabili\pericolanti
• Tipologia
di
struttura:
prefabbricati o in opera
(C.A., laterizio, pietra, legno,
acciaio)
• Scenario
• Persone coinvolte (tutte ?)
• Tipologia
dell’edificio
(scuola, edificio pubblico,
chiesa, civile)
Non vedo
• Energia in gioco: stabilità o
equilibrio
• Effetto domino
• Fughe
di
gas\campo
d’infiammabilià
• Corrente elettrica
• Dimensioni reali dell’edificio
• Triangoli di sopravvivenza
I FATTORI CHE INFLUENZANO IL RISCHIO:
Quantità del materiale instabile
Tipo di struttura e stress applicato
Vicinanza di “ bersagli ” esposti (persone,
strutture)
Livello di risorse disponibili
INCENDIO
Corpo Nazionale Vigili del Fuoco
Vedo
• Tipologia edificio (scuole,
supermercati, industriale,
civile, ecc.)
• Materiale o sostanza ?
• Contenitore o struttura
• Scenario (spazio confinato o
all’aperto)
• Tipologia della struttura
coinvolta
• Morfologia del terreno
(boschivo)
• Condizioni meteo (vento)
• Condizioni al contorno
Non vedo
•
•
•
•
•
Vapori tossici
Energia in gioco
Calore\temperatura
Effetti domino
Condizioni della struttura
(tempistica di collasso)
• Persone coinvolte
I FATTORI CHE INFLUENZANO IL RISCHIO:
Tempo decorso all’arrivo dei VV.F.
Natura del combustibile coinvolto
Quantità e pezzatura del combustibile
Tipologia della struttura
Tipo e stress applicato alla struttura e\o al contenitore
Vicinanza di “bersagli” esposti (persone, strutture, altri
contenitori)
Condizioni meteo (vento)
Livello di risorse disponibili
EFFETTI DELLA CORRENTE ELETTRICA
Effetti della corrente elettrica (in mA)
su un corpo umano di circa 65 Kg
Percezione
0.5 – 1.5
Contrazione muscoli
1 – 5
Dolore
3 – 10
Soglia di Tetanizzazione
10 - 30
Paralisi respiratoria
35 - 75
Fibrillazione ventricolare
75 - 100
Paralisi cardiaca
250 - 300
Ustione organi
5000 - 6000
|
mA a 50 Hz
0.1
|
1
|
10
100
|
1000
|
10000
|
SOCCORSO IN CASO DI INCIDENTI ELETTRICI
1. Come prima misura verificare se l ’ infortunato è
ancora in contatto con parti in tensione
2. Isolarlo dalla corrente aprendo gli interruttori generali
3. Se non si può togliere corrente o non si è certi di averlo
fatto, allontanare i conduttori o le parti in tensione
dall’infortunato con gli specifici DPI
4. Se non è possibile spostare le parti in tensione
allontanare l’infortunato (trascinare..) impiegando i
DPI specifici
5. Assicurare il soccorso sanitario all’infortunato
INCIDENTI STRADALI E LINEE ELETTRICHE
Condizione
Azione
Se non è possibile attendere il
distacco della tensione e vi
sono altri pericoli per le
persone. (caduta auto, fuoco,
ecc..)
Gli
occupanti
devono
aprire
completamente le portiere quindi
uscire dall ’ auto con un salto
evitando
di
toccare
contemporaneamente vettura e
terreno !!! Serve spazio!! Devono
allontanarsi dalla vettura saltando a
piedi giunti o strisciando con i
piedi !!!
tensione di passo !!!
CASI AVVENUTI - 01
• Chi: un soccorritore è il primo ad intervenire in un incidente
stradale con una vettura contro un palo.
• Quando: sera, primavera, pioggerellina fredda
• Dove: strada secondaria
• Che cosa: al suo arrivo sulla scena il soccorritore si muove verso la
vettura incastrata contro il palo. Il solo occupante della vettura è
l’autista che è ancora dentro. Il soccorritore ansioso di assistere la
vittima istintivamente tenta di aprire la portiera della vettura.
Stando su terreno umido, come tocca la portiera la corrente elettrica
con cui la vettura era in contatto si scarica attraverso il suo corpo
(mano - piedi) verso terra.
Oltre ai danni a cuore e rene, il soccorritore si ustionò leggermente i
piedi nel punto in cui l’elettricità si scaricò a terra (punto di uscita.)
Fortunatamente il soccorritore non riportò danni letali. Comunque
l’incidente poteva essere evitato.
L’errore del soccorritore fu quello di non controllare preventivamente
la scena dell’incidente e non notare che l’isolatore che tratteneva
uno dei cavi elettrici (7200 V) era stato rotto dall’impatto della
vettura con il palo ed il cavo oscillava liberamente senza vincoli.
Nel momento in cui il soccorritore toccava la portiera, il cavo toccava il
palo.
Successivamente il soccorritore affermò di non essersi accorto della
rottura dell’isolatore pur avendo guardato in alto.
CASI AVVENUTI - 02
• Chi: due operatori del soccorso sanitario un maschio di 35 anni ed
una donna di 24.
• Quando: tardo pomeriggio, venerdì.
• Dove: area urbana.
• Che cosa: i due soccorritori stavano andando in una casa in
ristrutturazione dove un lavoratore edile colpito da una scarica
elettrica era caduto da un ponteggio. Al loro arrivo sul posto furono
informati che un autocarro con piattaforma aerea era entrato in
contatto con la linea elettrica entrando nell’alloggio. La piattaforma
aveva strappato i cavi ed aveva buttato giù l’operaio dal ponteggio.
Cercando di avvicinarsi alla vittima, il soccorritore maschio si aggrappò
al ponteggio per superare un tratto di terreno irregolare. Quando il
soccorritore toccò il ponteggio ricevette uno shock elettrico che gli
causò una fibrillazione ventricolare. Fortunatamente entrambi,
vittima e soccorritore sopravvissero all’incidente.
Perché: la piattaforma aerea strappando la linea elettrica ne aveva
fatto cadere una estremità nuda, sulla parte superiore del
ponteggio metallico. Il ponteggio era appoggiato alla base su
blocchi di legno asciutto e non era collegato a terra. Avvicinandosi
alla vittima e toccando il ponteggio il soccorritore ha chiuso il
circuito elettrico tra ponteggio e terra.
Anche in questo caso il soccorritore poteva diventare vittima.
Per suggerimenti, correzioni e precisazioni:
[email protected]
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